mercoledì 03 Dicembre 2025
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L’Ipsar Le Streghe vince il concorso di pasticceria Ragazzi Speciali

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torta dolce streghe
Un dolce (immagine: Pixabay)

L’alunna speciale Roberta Petroccia e la compagna di classe tutor Mariantonietta Cerulo dell’Ipsar Le Streghe hanno ritirato il primo premio della gara grazie alla realizzazione di un dolce che ha saputo valorizzare i sapori sanniti: cuoricino fondente alle noci pralinate, mele annurche e crema di mascarpone allo Strega racchiuso tra cialda di joconde bicolore e mediant di farro al miele. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale ntr 24.

L’Ipsar Le Streghe trionfa al concorso Ragazzi Speciali

TERMOLI – Il Concorso nazionale di pasticceria Ragazzi Speciali, tenutosi a Termoli presso l’Ipseoa “Federico di Svevia” con la partecipazione di ben 38 istituti alberghieri provenienti da tutta Italia, ha gratificato con il Primo premio l’impegno dell’Ipsar Le Streghe di Benevento guidato dalla dirigente Antonella Gramazio.

Grande emozione per le vincitrici l’alunna speciale Roberta Petroccia e la compagna di classe tutor Mariantonietta Cerulo della classe terza indirizzo Dolciaria accompagnate dalle docenti Susy Santini e Lucia Drago.

Le alunne hanno realizzato un dolce, durante la prova di pasticceria tenutasi nel laboratorio dell’istituto sede del concorso, valorizzando i sapori sanniti: cuoricino fondente alle noci pralinate, cuoricino bianco alle mele annurche stregate e crema di mascarpone allo Strega racchiuso tra cialda di joconde bicolore e mediant di farro al miele.

Questo “Cuore speciale”, che è anche il titolo del piatto realizzato, ha conquistato la giuria che ha apprezzato il gusto e l’impiattamento oltre alla simpatia e preparazione delle alunne che in grande sinergia hanno saputo presentare e descrivere il dolce.

La docente di sostegno Susy Santini ha dichiarato: “Ho creduto subito in questo concorso e ho lavorato tanto per motivare preparare e supportare Roberta, ovviamente è stato fondamentale la professionalità e la bravura della collega Lucia Drago di pasticceria e della compagna tutor. Questi successi possono essere raggiunti solo se crediamo nelle potenzialità dei nostri alunni e lavoriamo con impegno, gioia e professionalità”.

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A Manhattan apre il Malibu Barbie Cafe: il bar ispirato alla bambola Mattel

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new york danesi d'espresso crystal harry robot
New York (immagine: Pixabay)

Il locale a due piani, con 120 posti a sedere, offrirà ai clienti la possibilità di costruire castelli di sabbia, di posare per foto-ricordo all’interno di una scatola Barbie. Il locale inaugurerà il 17 maggio e sarà aperto fino al 15 settembre per promuovere il film basato sulla bambola Mattel con Margot Robbie e Ryan Gosling. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale La Voce di New York.

L’apertura del Malibu Barbie Cafe

NEW YORK – Palme rosa, sfondi Instagram e Material Girl di Madonna a tutto volume. Sono queste le premesse del nuovo Malibu Barbie Cafe, l’esclusivo locale che promette di trasportare i newyorkesi dalla “grigia” Lower Manhattan a una solare villa sulla spiaggia della West Coast.

A dare il benvenuto agli avventori del caffè – che aprirà mercoledì il 17 maggio al numero 19 di Fulton Street e chiuderà il 15 settembre – saranno chiaramente la Barbie Malibu originale e le sue compagne, posizionate vicino alla porta d’ingresso.

Il locale a due piani, con 120 posti a sedere, offrirà ai clienti la possibilità di costruire castelli di sabbia, di posare per foto-ricordo all’interno di una scatola Barbie a grandezza naturale o di montare una tavola da surf e fingere di cavalcare le onde.

“Ogni dettaglio è stato progettato con cura per celebrare lo stile iconico di Barbie, con dettagli nostalgici che i fan ameranno”, ha dichiarato al New York Post Julie Freeland, direttore senior dell’intrattenimento di Mattel.

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Paolo Costa, patron Commerciale Adriatica: “Fornace Zarattini e il ravennate ancora sotto l’acqua, la nostra azienda miracolosamente salva”

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Paolo Costa, amministratore unico della Commerciale Adriatica
Paolo Costa, amministratore unico della Commerciale Adriatica

FORNACE ZARATTINI (Ravenna) – Paolo Costa, patron e amministratore unico di Commerciale Adriatica, azienda costruttrice di macchine per la preparazione del caffè espresso con sede in una delle zone colpite dalle alluvioni in Emilia Romagna, nel Comune di Ravenna, ha condiviso con i lettori il racconto della situazione in cui versa attualmente la sua attività e non soltanto.

Commerciale Adriatica, com’è allo stato attuale

“L’azienda si trova nelle vicinanze del Fiume Lamone che però ha debordato dalla sponda opposta alla nostra e così fortunatamente ci siamo salvati. Così è successo anche per la mia abitazione. Ci sono zone che sono state risparmiate perché il fiume ha esondato soltanto da una parte.

L’epicentro è stato a Sant’Agata sul Santerno, dove è piovuto un metro e 70 d’acqua, qualcosa di impressionante, in cui sono purtroppo morte anche delle persone.

Come al solito in tutto questo, la politica ha delle responsabilità enormi: in Emilia Romagna siamo governati da 30-40 anni dalla sinistra, che  non ha mai agito su questo aspetto. Quando facciamo notare che avrebbero dovuto lavorare sulle casse di contenimento, sulla pulizia degli argini, ribattono con la seguente argomentazione: si tratta di un fatto naturale.

E invece no: se avessero fatto della manutenzione per tempo, l’alluvione avrebbe avuto effetti limitati. E’ come affrontare il mare grosso con un canotto e non con una nave adeguata: ci si rovescia di sicuro. Questo purtroppo è quello che è capitato.”

In questa situazione drammatica, la buona notizia è che l’azienda del caffè espresso più vicina all’epicentro si è salvata

“Sì, ma siamo chiusi perché chi deve lavorare da noi è bloccato a casa: le strade sono ancora tutte chiuse. Ci troviamo in una situazione di stallo: non girano neppure i corrieri.

Se riuscissimo almeno a rientrare in sede, potremmo riaprire da domani.

La situazione però è veramente tragica: Fornace Zarattini è ancora sott’acqua. Sicis, azienda leader mondiale nella produzione ed esportazione di mosaici, è tutt’ora inondata. Così come molte altre imprese: lì anche i grandi negozi di elettrodomestici famosi dappertutto, tutti i grandi supermercati, sono allagati.

E’ tutta merce e attrezzature da gettar via. In più, per salvare Ravenna centro dove ci sono dei monumenti storici patrimonio dell’Umanità sono stati costruite delle barriere, sacrificando però le zone limitrofe.

In un paesino vicino a Piangipane, l’allarme è stato ora classificato come arancione e non più rosso. Le scuole però sono ancora chiuse: quindi è il segnale che l’emergenza non è ancora superata. Magari non più di tipo climatico, ma organizzativo.

Prevedo purtroppo che questo momento critico creerà del clamore mediatico temporaneamente ma che alla fine, così com’è successo in Abruzzo e poi in Emilia con il terremoto, ci dovremmo tra volontari e privati rimboccarci le maniche da soli. Vorrei sbagliarmi, per una volta, ma temo che andrà così.”

Nayma Diomedi, regina di MDEJ, edizione col record di iscritti, oltre mille: “Vincere è stato fondamentale, voglio aprire un giorno il mio locale”

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Il professor Orologio con Nayma Diomedi
Il professor Orologio con Nayma Diomedi

MILANO – Nayma Diomedi dell’Istituto Einstein Nebbia di Ancona, è la vincitrice della trentunesima edizione di Maestri dell’espresso junior che si è conclusa all’interno del Mumac del Gruppo Cimbali. Una ragazza ambiziosa, che ha rischiato persino di non poter partecipare alla finale, a causa dell’alluvione in Emilia Romagna che rendeva impossibile il suo arrivo in treno.

Eppure, supportata totalmente dal suo professore, ha volato due volte, da Ancona a Roma e poi di nuovo a Milano, per poter disputare la gara.

E vincerla.

Diomedi, ma lei se lo aspettava di vincere?

“Mi sono impegnata tanto e se non avessi vinto, avrei comunque pensato di essermelo meritato. Certo, sarei stata contenta per gli altri ragazzi, con cui abbiamo condiviso la stessa pressione e con cui ci siamo molto uniti.”

Come mai ha voluto affrontare questo lungo percorso di 9 mesi?

“Inizialmente ho deciso di partecipare perché volevo dare il massimo a scuola ed esser coinvolta in Maestri dell’espresso junior mi avrebbe dato dei crediti: non avevo compreso subito la serietà del concorso, ma appena l’ho realizzato, mi sono impegnata con tutta me stessa.”

Com’è andata la sua finale?

In fase di preparazione

“La gara è andata bene e sono stata soddisfatta della fase di preparazione dell’espresso, del cappuccino e della degustazione. Non ho gestito al meglio la prova di fronte alla giuria dei giornalisti, perché avevo l’ansia alle stelle. Ma nella prova tecnica sono andata bene nell’erogazione degli espresso, che sono venuti perfetti.”

Prepararsi affiancata da un insegnante giovane e che prima di lei ha affrontato lo stesso concorso, è stato importante?

Diomedi: “Ho lavorato molto con il mio docente e con un esperto esterno alla scuola, specializzato nella latte art, Donato Pantone. È venuto alcune volte per aiutarmi. Avere un insegnante così giovane che ha vissuto prima di me la stessa esperienza, da un lato mi ha dato molta sicurezza, dall’altra no, perché quando ha gareggiato lui l’edizione era molto diversa.”

Diomedi, adesso la vittoria le cambierà la vita? Si tatuerà questa data come il suo predecessore?

“Il tatuaggio forse no – scherza Diomedi – ma ne terrò molto conto e ne andrò fiera per il resto della mia vita anche professionale. sarà un punto fondamentale del mio percorso: vorrei aprire un locale tutto mio in futuro. Prima o poi ce la farò, perché non mollo e non mi basta esser soltanto una barista.

Il Coco Coffee

Mi sono divertita a preparare le ricette ad esempio: ho scelto il cocco perché volevo qualcosa di fresco e non l’avevo visto spesso in un drink e mi sembrava si abbinasse bene con il lampone. E’ un drink che servirei volentieri nel mio futuro bar. Certo, ho avuto un po’ di tachicardia, ma ho vissuto una bellissima esperienza.”

Ha lavorato con macchine del calibro di quelle che ha trovato al Mumac?

“I macchinari nella nostra scuola non erano come quelle che ho trovato a Binasco: con l’esperto ho potuto cimentarmi con strumenti di questo livello, ma mi sono misurata con quelli che avrei usato in gara, soltanto la mattina della finale.

Solo in quel momento ho usato per la prima volta il macinino on demand e ci ho impiegato un po’ a capire che poteva esser un vantaggio.

Tutti nella mia scuola mi hanno aiutato e mi sono sentita in dovere di vincere anche perché ho rinunciato ad un Erasmus per impegnarmi in questo percorso e ho trascurato anche un po’ la scuola: ho chiuso l’anno bene e ho vinto anche la gara.

Ora mi aspetto che i docenti vedano che ho delle potenzialità e che mi riconoscano determinate capacità. Ho ancora tanto da imparare, ma qualcosa la so fare.”

E pensare che lei Diomedi neppure sarebbe dovuta arrivare…

“Vero. Rischiavo di non arrivare a causa del meteo che ha allagato le zone che dovevo attraversare in treno. Ho dovuto prendere un areo fino a Roma e un altro sino a Milano: se non fosse stato per la determinazione del professor Orologio, anche il preside avrebbe rinunciato alla nostra presenza. Nonostante tutto, sono riuscita ad arrivare e a vincere.

Ringrazio quindi tantissimo il mio istituto, i miei amici e chi è stato presente ad osservare una giornata intera di gare.”

I numeri di Maestri dell’espresso junior 2023

Maestri dell’Espresso Junior, i partecipanti alla trentunesima edizione (foto concessa)

Adesioni record quest’anno, con 56 istituti iscritti e più di 1.000 studentesse e studenti partecipanti, per un’edizione ibrida, che ha visto i ragazzi sfidarsi nuovamente in presenza per la finale e le premiazioni. Sedici gli istituti che hanno partecipato al concorso per la prima volta, due dei quali arrivati alla fase finale.

Il concorso di caffetteria è dedicato alle classi quarte degli istituti professionali alberghieri e della ristorazione, a tutti gli istituti IPSSAR statali e gli istituti alberghieri parificati italiani e della Repubblica di San Marino. La manifestazione è nata nel 1992 dalla collaborazione tra Università del caffè, il centro d’eccellenza creato da illycaffè per diffondere la cultura di caffè di qualità, e MUMAC Academy, l’Accademia della macchina per caffè di Gruppo
Cimbali per la formazione di professionisti e coffee lovers e la promozione della cultura del caffè, con l’obiettivo di contribuire alla preparazione dei nuovi addetti al settore.

Commenta Moreno Faina, direttore dell’Università del caffè

“In un contesto sfidante come quello attuale, la formazione assume un ruolo sempre più centrale nello sviluppo professionale dei ragazzi, che si stanno affacciando ad un mercato del lavoro che richiede competenze più professionali e capacità distintive.

Il record di iscritti a questa edizione di Maestri dell’espresso junior, che finalmente è tornato in presenza, riconosce l’importanza della collaborazione scuola-impresa nell’acquisizione di nuove esperienze per la crescita professionale dei ragazzi”.

“I risultati di questa edizione confermano che la formazione è un ingrediente fondamentale per un percorso professionale di successo e MUMAC Academy è molto orgogliosa di poter contribuire attivamente a creare i giovani talenti di domani – afferma Silvia Vercellati, MUMAC academy manager di Gruppo Cimbali – Il concorso è un’esperienza che forma e accompagna studenti e docenti nel corso di un intero anno scolastico. Partecipare ad un progetto come questo significa mettersi alla prova, prepararsi, studiare, allenarsi: per gli studenti spesso la consapevolezza di ciò che si è in grado di fare e dei risultati che si possono ottenere con l’impegno è il premio più grande”.

Attraverso la formazione, che è un pilastro della collaborazione con le scuole, oltre 1.000 studenti delle classi interessate al concorso, hanno partecipato a 3 sessioni formative sulla cultura e sostenibilità del caffè, il processo produttivo, la preparazione di espresso e cappuccino, la manutenzione e pulizia dell’attrezzatura. Hanno quindi preso parte a un primo test teorico di ammissione al concorso, basato sui contenuti appresi durante le ore di formazione, a seguito del quale hanno prodotto un video che doveva dimostrare la loro capacità di relazionarsi con il cliente.

Otto sono stati gli allievi selezionati per la fase finale della 31° edizione di Maestri dell’espresso junior, che si sono confrontati sulla verifica dello stato di funzionamento
dell’attrezzatura, sul settaggio della macinatura, sulla preparazione di alcune bevande e su una prova di degustazione. Ai finalisti è stato inoltre chiesto di preparare una ricetta a base di caffè espresso e di bevanda vegetale (la fornitura è messa a disposizione dal partner Alpro), valutata dai giornalisti in giuria in base all’utilizzo degli ingredienti, all’esposizione della ricetta, all’originalità della proposta e all’estetica della presentazione.

I premi di Maestri dell’espresso junior

Permettono ai vincitori di ricevere una formazione più specialistica nel mondo della caffetteria, entrando in contatto approfondito con un’affermata realtà aziendale. Il vincitore del 31° concorso di Maestri dell’espresso junior si è aggiudicato uno stage alla illycaffè a Trieste mentre il 2° classificato ha vinto la partecipazione al corso di Maestro barista all’Università del caffè di Trieste. Al vincitore del Premio Giornalisti è stata conferita una targa di riconoscimento. I primi due istituti classificati, inoltre, hanno ricevuto una fornitura illycaffè e una delle attrezzature a marchio Cimbali a scelta tra una macchina espresso o tre macinadosatori.

illycaffè

E’ un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa e in ufficio.

Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè. Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè.

Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile. Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies. Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto.

Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance
sociale e ambientale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 125 artisti internazionali.

Nel 2022 l’azienda ha impiegato 1230 persone e ha un fatturato consolidato pari a
€567,7 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 190 in più di 30 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

Gruppo Cimbali

Gruppo Cimbali è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia
e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente circa 700 addetti. L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel
2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Gruppo Cimbali a Binasco.

MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Gruppo Cimbali, centro di formazione, divulgazione e ricerca.
Facebook @CimbaliOfficial
Instagram @cimbali_official

Da Farina del tuo sacco, la bakery a Modena con blend specialty di Cobelli e monorigini da Copenhagen

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farina del tuo sacco
Antonia e Giorgia davanti alla macchina per espresso (foto concessa)

MILANO – Anche a Modena sono arrivati gli specialty coffee – il verde di qualità che supera gli 80 punteggi secondo la classificazione della Specialty coffee Association, tracciabili e privi di difetti – ed è di casa da Farina del tuo sacco, bakery gestita da Giorgia e Antonia e Francesco.

Quest’ultimo impegnato nella ricerca continua di materie prime per quanto riguarda la panificazione, partecipe negli assaggi e nella scelta delle miscele seguendo un unico principio: qualità.

Aperti da 5 anni, da novembre hanno iniziato il loro percorso nella Third Wave del caffè, accompagnati dalla guida esperta di Marco Pizzinato.

Qual è l’idea dietro a Farina del tuo sacco?

“Farina del tuo sacco è un’attività che si è posta l’obiettivo di acquistare prodotti di nicchia per poi proporli con delle elaborazioni artigianali: facciamo tutto, dal pane alla pizza in teglia sino alla caffetteria per la quale abbiamo preferito gli specialty coffee. Siamo una bakery e quindi prepariamo dolci da forno, torte di mele, brisolone, crostate, brioche (dalle veneziane alle girelle) e li accompagniamo con il cappuccino, l’espresso (anche al pistacchio) e d poco ci siamo addentrate nel filter coffee con il V60.

Dentro Farina del tuo sacco (foto concessa)

Quali specialty servite e perché?

“Ci riforniamo da Nordic Coffee Roasters con le monorigini dal Brasile a doppia fermentazione, Colombia, Messico ed Etiopia lavati, mentre per la miscela principale abbiamo selezionato la Dolce Vita di Davide Cobelli, che stiamo proponendo come caffè della casa in espresso.

Già conoscevamo il mondo dello specialty dal 2019, infatti siamo anche presenti nella guida degli specialty, poi grazie a Pizzinato abbiamo avviato un percorso di studio e di approfondimento della materia prima e del filter coffee. Seguire questa linea rispecchia la filosofia dietro Farina del tuo sacco. I nostri clienti hanno reagito bene fin qui e apprezzano il caffè che proponiamo. Il Dolce Vita lo offriamo a quella clientela più legata alla tradizione. Il 100% Arabica invece va spiegato e questo è un lavoro di comunicazione che ci piace fare e ci stimola.

Per ora abbiamo mantenuto dei prezzi abbordabili per l’espresso che parte da 1.30 e arriva ad 1.50, così come il cappuccino 1.50. Poi ci sono anche i caffè speciali con le creme spalmabili a 2,50 mentre il filter va dai 3 ai 4 euro a tazza. Facciamo orario continuato dalla 6.30 alle 19 30 e la domenica chiudiamo alle 12.30. “

Abbinamenti con gli specialty?

“Potrebbe esser un’idea, perché no? Realizzando anche panettoni e colombe ci piacerebbe sperimentare con gli specialty. Abbiamo provato per ora il gusto di una brioche al mascarpone e La Dolce Vita. È andata molto bene, piace molto ai clienti la possibilità di avere una fialetta da spremere dentro la brioche.”

Avete dovuto imparare molto per poter valorizzare la bevanda?

“Abbiamo ovviamente cambiato tutte le impostazioni di lavoro rispetto all’utilizzo delle macchine e all’erogazione. Marco ci ha seguito in questa fase di transizione. Come macchina espresso abbiamo scelto una Dalla Corta Mina, come macinino usiamo un Fiorenzato.

In generale serviamo più l’espresso con Dolce Vita. A chi chiede un caffè americano, proviamo a consigliare il filtro che viene di solito ordinato da una fascia d’età compresa tra i 20 e i 35 anni, mentre l’espresso risponde sempre alle esigenze di un pubblico più adulto.”

Ma com’è andato il vostro primo incontro con gli specialty?

Antonia risponde alla domanda per prima: “Bevo tanto caffè per abitudine da sempre, ma è soltanto con gli specialty che ho capito di non aver mai apprezzato la bevanda sino in fondo prima di assaggiarne di veramente eccellente. Ora con lo specialty riesco a gustarla e sperimento un viaggio sensoriale ogni volta che ne provo di nuovi. Ora punto tutto sulla qualità: ne bevo di meno, ma di migliori.”

Giorgia si aggiunge: “Sono amante del caffè, ma l’ho sempre zuccherato o edulcorato con il latte, quindi con gli specialty ho dovuto cominciare da capo. Pian piano ho saputo apprezzarlo. A Sigep ho assaggiato una nuova miscela che mi è piaciuta tantissimo. Quindi sto scoprendo nuovi modi di gustarlo. Già con il Dolce Vita ho ridotto quasi a zero lo zucchero.”

Il 2023 per Farina del tuo sacco?

“Nuovi propositi ce ne sono: ampliare la nostra clientela affinché si possa avvicinare ancora di più allo specialty. Vorremmo riuscire anche aprire un’altra bakery sempre a Modena e organizzare degli eventi sul tema degustazioni. Attendevamo di rifare un po’ il dehors esterno per inaugurare lo spazio proprio con gli specialty.”

Robusta senza freni: prezzi ai massimi dal marzo del 2008

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Il logo dell'Ice

MILANO – Robusta senza freni: la borsa di Londra ha registrato ieri, lunedì 22 maggio, nuovi massimi storici quindicennali, spinta al rialzo dalla forza della domanda e dalle prospettive incerte sul fronte dell’offerta. Così, il contratto per scadenza luglio dell’Ice Robusta ha chiuso la prima seduta della settimana a 2.629 dollari, 41 dollari in più rispetto a venerdì.

Un livello dei prezzi senza precedenti per questo decennio e per quello trascorso: per trovare quotazioni più elevate di queste siamo dovuti andare a ritroso, nel nostro archivio storico, sino a marzo del 2008, quando il benchmark, nei primi giorni del mese, superò addirittura la soglia dei 2.700 dollari.

Opposto l’andamento degli arabica, che dopo i forti guadagni di venerdì (+505 punti) hanno cominciato la settimana al ribasso.

Il contratto per scadenza luglio della borsa di New York è arretrato infatti di 280 punti tornando sotto la soglia del dollaro e 90 e terminando la giornata a 189,20 centesimi.

Cosa è successo? Crisi e inflazione continuano a favorire i consumi di miscele più economiche, a base di caffè robusta.

E nonostante l’export di questa varietà sia cresciuto (+1,7% secondo l’Ico) nel primo semestre dell’annata caffearia corrente, i maggiori volumi esportati non riescono a tenere il passo con l’aumento della domanda.

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Confida, vending: nel 2022 fatturato 1,5 mld, +10%, bevuti circa 2,3 mld di caffè, 57% delle consumazioni

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confida distribuzione trapletti
Massimo Trapletti, presidente Confida (immagine concessa)

MILANO – Continua nel 2022 la crescita del settore della distribuzione automatica, eccellenza made in Italy in cui l’Italia è leader a livello europeo con più di 30.000 addetti, 3.000 imprese e oltre 830 mila vending machine installate. Il fatturato del settore cresce del +10% rispetto al 2021 attestandosi a 1,5 miliardi di euro – a cui si aggiungono i 384 mln dell’OCS (office coffee service) il servizio di caffè in capsule e cialdecon quasi 4 miliardi di consumazioni (+5% rispetto al 2021): un ulteriore passo in avanti per recuperare le consumazioni perse durante il Covid, anche se il settore non è ancora tornato ai livelli del 2019 (-16% fatturato, -19,2% consumazioni).

Lo rivelano i dati dello studio Ipsos per Confida, Associazione italiana distribuzione automatica.

Nel 2022 gli italiani hanno bevuto alle vending machine quasi 2,3 miliardi di caffè (+1,03%), pari al 57% delle consumazioni totali del settore: dato che conferma come questa bevanda sia la regina delle pause negli uffici, nelle università e in molti luoghi dove è presente una di queste comode e pratiche macchine automatiche per cui l’Italia è leader sia nella produzione che nell’esportazione.

Il 70% delle vending machine prodotte nel nostro Paese, infatti, viene esportato all’estero. Non solo caffè tradizionale però, gli italiani tra il 2021 e il 2022 hanno aumentato il consumo anche di ginseng (+13%) attratti dai benefici alla salute sia fisica che mentale, di tè (+2,65%) e di cioccolata calda (+2,73%) a discapito del caffè d’orzo ( che invece perde il -2,11%).

“I dati fotografano un comparto resiliente in costante ripresa dalla crisi della pandemia e che, nonostante tutto, continua ad impegnarsi nell’innovazione sostenibile come dimostrano i molti progetti avviati, tra cui RiVending per il recupero e il riciclo di bicchieri e bottigliette in plastica alle vending machine”, commenta Massimo Trapletti, presidente di Confida, Associazione italiana distribuzione automatica.

Trapletti: “Tuttavia, il nostro comparto avverte una forte preoccupazione per i contenuti del nuovo Regolamento europeo su imballaggi e rifiuti da imballaggio (PPWR) che, se fosse approvato nei termini della proposta in discussione, vanificherebbe gli investimenti che l’Italia ha fatto nel riciclo degli imballaggi e che l’hanno portata a posizionarsi prima in Europa per il riciclo pro-capite. Rispetto agli attuali obiettivi europei fissati al 2025, infatti, l’Italia ha già superato i target di riciclo post-consumo di questi materiali, con quasi il 74% rispetto al 65% previsto dall’Europa.”

Sempre riguardo ai consumi 2022 dei distributori automatici, la lunga e afosa estate ha fatto registrare un incremento nelle vendite di bevande fredde (+11,9%) e gelati (+18,51%).

In particolare, gli energy drink (+26,5%), il tè freddo (+18,4%) e i gelati biscotto (+49%) sono risultati i preferiti. Tra le bevande fredde, l’acqua naturale continua ad essere quella coi volumi più alti (oltre 392 milioni di consumazioni, +11,79%) ma a registrare l’incremento maggiore sono state le bevande a base di frutta (+33%).

Gli snack hanno beneficiato della riapertura a pieno regime delle scuole: il trend è guidato da quelli salati (+22,3%) seguiti a stretto giro dagli snack al cioccolato (+22,27%). Tra i salati patatine (+26,17%) e schiacciatine (+24,75%) sono i prodotti preferiti degli italiani, mentre chi sceglie una pausa dolce predilige i biscotti (+25,6%) e le barrette di cioccolato (+23%).

Degno di nota, il balzo in avanti delle barrette ai cereali (+15,8%) di cui è aumentata in maniera significativa la richiesta da parte dei consumatori, insieme alla frutta secca e disidratata (+16,6%) e, tra i prodotti freschi, gli spuntini al formaggio (+14,12%).
Interessante, infine, la fotografia del confectionery (+21,5%): le caramelle, infatti, pur contribuendo in modo lieve all’andamento del comparto, nel 2022 hanno mostrato un aumento doppio (+35%) rispetto alle classiche chewingum (+17%) secondo l’Associazione Confida.

A Roma il cornetto al bar Faro a 2€, la cliente: “Sono snob” e il titolare: “Prezzi più alti per pagare i dipendenti”

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Roma (foto Pixabay, Nimrod Oren)

Una signora ha criticato la scelta del bar Faro a Roma, vicino a Porta Pia, di vendere i cornetti a 2 euro additando il personale come “snob”. Dario Fociani, proprietario del locale, ha deciso di pubblicare un lungo post su Instagram sfogandosi e esprimendo la propria opinione sull’accaduto affermando: “Quelli che sanno che i prezzi sono un po’ più alti perché ci piace che tutti i nostri ragazzi abbiano un contratto in regola e con un netto ideale per una città come Roma, che li faccia stare sereni e che possa dargli un quotidiano entusiasmo, seppure stiano lavorando”.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Il Mattino.

Il caso del cornetto a Roma

ROMA – La colazione al bar per qualcuno è un lusso, qualcun altro non può farne a meno. Sicuramente, in Italia è una tradizione, a volte oggetto di critiche (anche ingenerose). Così, quando il proprietario del bar Faro, celebre caffè vicino a Porta Pia, si è sentito dare dello snob da una signora, perché ha deciso di listare il cornetto (o croissant per dirla alla francese) a 2 euro, non è riuscito a restarsene in silenzio. Su Instagram ha pubblicato un lungo post, per spiegare cosa è successo e il suo punto di vista.

“Ieri una signora ci ha dato degli snob, radical chic, montati di testa. Perché crediamo che un cornetto debba costare 2 euro per il lavoro che c’è dietro, perché chiudiamo alle 16 e perché siamo a modo suo dei cantastorie. Ci sta – ammette Dario Fociani, proprietario di Faro, in un post social – Piacere a tutti è impossibile”, dice.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Faro – Caffè Specialty (@farorome)

“Però abbiamo rosicato (un sacco) e riflettendo ci siamo detti: abbiamo un sacco di difetti ma snob proprio no, magari siamo mentalmente alternativi alle ideologie più comuni ma snob no, porca zozza. Ci mettiamo l’anima caxx”, ha tuonato.

Fociani continua: “Quelli che sanno che i prezzi sono un po’ più alti perché ci piace che tutti i nostri ragazzi (e siamo sedici persone da Faro) abbiano un contratto in regola e con un netto ideale per una città come Roma, che li faccia stare sereni e che possa dargli un quotidiano entusiasmo, seppure stiano lavorando”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Caffè Gollini a Cuggiono, Milano, chiude dopo 100 anni di attività e storia

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Con la chiusura del Caffè Gollini scompare un pezzo di storia di Cuggiono. Il bar è stato protagonista degli eventi sociali del comune di Milano sin dai primi decenni del ventesimo secolo quando si chiamava ancora Caffè San Giorgio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Prima Milano Ovest.

La chiusura del Caffè Gollini

CUGGIONO (Milano) – Lo storico bar è infatti presente in piazza San Giorgio dai primi decenni del ‘900, quando si chiamava Caffè San Giorgio, ed è passato a diversi proprietari fino agli ultimi, i fratelli Marco e Luciano Gollini che raggiunta la pensione hanno chiuso definitivamente l’attività. Hanno lavorato in questo bar per 40 anni, dal 2 luglio 1983, quando giovanissimi hanno rilevato lo storico locale.

Commenta Luciano: “Abbiamo visto generazioni passare da questo bar e in questi anni abbiamo visto la trasformazione della vita del paese. Negli anni ‘80 e ‘90 l’evento mondano era la festa del paese, la Madonna del Carmine, e le prenotazioni dei tavoli erano tantissime per tre sere. Poi l’interesse è cambiato e oggi abbiamo poche prenotazioni per una sola sera”.

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Seconda irruzione in due settimane al Caffè De Bernardi a Legnano, titolari: “Non abbiamo più nulla da rubare ormai”

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de bernardi
Nuova irruzione a Caffè De Bernardi (immagine: Pixabay)

LEGNANO (Milano) – È la seconda irruzione in due settimane, nonché il terzo colpo in meno di due mesi. Il Caffè De Bernardi a Legnano di via 20 settembre sembra non avere tregua. L’ultimo furto è avvenuto nella notte tra giovedì 18 e venerdì 19 maggio.

Il colpo a Caffè De Bernardi

I titolari del bar rivelano a Prima Milano Ovest: “Sono entrati sfondando la vetrina con un mattone e, come sempre, per rubare quattro soldi che avevamo in cassa”.

C’è di più: “Da adesso, ogni sera, la cassa ce la porteremo via e metteremo un cartello sulla porta per avvisare i ladri che la cassa non c’è e che quindi è inutile entrare, sperando che questo basti a fermarli perché tutta questa situazione non ha veramente senso”.