mercoledì 10 Dicembre 2025
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INHOLER riunisce le voci della filiera sul 1° caffè honduregno tricertificato, venduto anche in Italia: “Non un traguardo, ma un vero e proprio punto di partenza”

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La geolocalizzazione in Honduras (foto concessa)

MILANO – E’ ancora fresco il lancio del primo caffè honduregno certificato Carbon Neutral, Biologico e Fair Trade in Europa, avvenuto in occasione della Fiera di HostMilano. Venduto in Italia attraverso la Best Coffee di Taranto. Ora si torna a discuterne con i numerosi protagonisti che hanno contribuito a sviluppare questo importante progetto, esempio concreto di tracciabilità e sostenibilità in una filiera frammentata.

Tracciabilità? Non raccontarmela, dimostramela dalla piantagione alla mia tazza.

di Adriana Bustamante Romero – Direttrice della Sostenibilità di INLOHER Coffee Exports in Europa

“Un messaggio che non parla solo di caffè, ma di fiducia, coerenza e futuro condiviso.”

“In un’industria dove la parola sostenibilità viene spesso usata più di quanto venga praticata, la tracciabilità è diventata il punto di svolta che definisce il futuro del caffè. Non è un codice QR né una procedura burocratica: è una promessa di coerenza.

Il lancio del primo caffè honduregno certificato Carbon Neutral, Biologico e Fair Trade in Europa segna un prima e un dopo nelle catene di valore responsabili: dimostra che è possibile costruire un sistema verificabile, redditizio e profondamente umano, in cui ogni anello — dal produttore al consumatore — condivide lo stesso scopo e beneficio.

Dall’origine: la voce dei produttori

Il gruppo dei Produttori Honduregni di Caffè Sostenibile (PROHCAS) rappresenta le radici del progetto.

I produttori (foto concessa)

“Far parte di questo modello è stata un’opportunità per dare visibilità al nostro lavoro. Sentiamo che il nostro impegno nel curare la terra, coltivare con responsabilità e mantenere pratiche sostenibili è finalmente riconosciuto. Sapere che il nostro caffè arriva in Europa con la nostra storia e con certificazioni come Carbon Neutral ci riempie di orgoglio. E la cosa più importante è che abbiamo voce in questo processo.”

Logo Prohcas (foto concessa)

Le piantagioni del gruppo PROHCAS uniscono tradizione e tecnologia: adottano sistemi agroforestali certificati, utilizzano biofertilizzanti naturali e proteggono le fonti d’acqua e le aree boschive.

Grazie alla digitalizzazione e alla georeferenziazione, ogni lotto è tracciato e verificato, garantendo la piena conformità con il nuovo Regolamento Europeo sulla deforestazione (EUDR).

INLOHER: dal beneficio all’esportazione

INLOHER Coffee Exports, con sede a Lepaera, Lempira, da anni guida la trasformazione della cafficoltura honduregna verso un modello rigenerativo.

Logo Carbon Neutral (foto concessa)

La certificazione Carbon Neutral, rilasciata da CTG Certificaciones Técnicas Globales, riconosce un percorso di sette anni di lavoro continuo: dalla misurazione e riduzione delle emissioni fino alla compensazione attraverso sistemi agroforestali e piantagioni forestali proprie.

Azioni chiave:
– Uso efficiente e ricircolo dell’acqua nel beneficio ecologico.
– Energia rinnovabile nei processi di essiccazione e classificazione.
– Trattamento completo delle acque mielate.

– Riduzione graduale dei combustibili fossili.
– Piantagioni miste di specie native e caffè sotto ombra.

Questo impegno tecnico è completato dalle certificazioni Biologica (Mayacert) e Fair Trade (FLO-Cert), che integrano dimensioni ambientali, sociali ed economiche in un’unica narrativa di valore.

“Esportare il primo caffè honduregno con tripla certificazione non è un traguardo, ma un punto di partenza. Dimostra che quando tutti gli attori si impegnano, la tracciabilità diventa un vero strumento di trasformazione,” spiegano da INLOHER.

Best Coffee Srl: il custode della qualità e della fiducia

Nel cuore del sistema logistico europeo, Best Coffee Srl assume un ruolo fondamentale: quello del crudista moderno, importatore di caffè verde che non si limita a comprare, ma custodisce l’integrità dell’intera filiera.

“L’importatore oggi non può più essere solo un intermediario. È il garante della qualità, dell’etica e della trasparenza. Nel nostro caso, seguiamo ogni fase del processo, dalla selezione delle piantagioni honduregne fino alla partenza dei container per l’Italia,” spiegano da Best Coffee.

L’azienda collabora con cooperative che adottano pratiche agricole rigenerative e sistemi di compensazione del carbonio, garantendo che ogni lotto sia documentato, misurato e certificato.

Ogni fase — coltivazione, beneficio, spedizione e stoccaggio — è registrata e verificabile, offrendo ai torrefattori europei un prodotto monitorabile in ogni dettaglio.

“Essere crudista oggi significa costruire relazioni, non transazioni. Significa creare fiducia, promuovere pratiche che rigenerano il suolo e assicurare che il valore economico rimanga nei territori d’origine.”

Il modello genera valore condiviso su tre livelli:
Ambientale: riduzione e compensazione delle emissioni di CO₂, tutela della
biodiversità.
Sociale: inclusione di donne e giovani, rafforzamento delle comunità produttrici,
formazione tecnica.
Economico: stabilità commerciale, fidelizzazione dei clienti e accesso ai mercati
premium in Europa.

“Il caffè Carbon Neutral non è solo un prodotto sostenibile; è una storia collettiva che unisce produttori, certificatori, importatori e consumatori in una stessa visione di futuro.”

Especially Coffee: l’arte di tostare con uno scopo

Ad Alba, nel Piemonte, il torrefattore Luca Paolucci, fondatore di Especially Coffee Roaster, rappresenta la sintesi perfetta tra scienza, arte e coscienza.

Especially Coffee (foto concessa)

“Il sistema di filiera certificata e tracciabile è il risultato di una decisione collettiva: offrire un caffè che parli di qualità e responsabilità. Collaborare con INLOHER e Best Coffee ha significato abbracciare un modello in cui ogni attore ha un nome, un volto e un obiettivo comune.”

Luca sottolinea che la sostenibilità non termina in piantagione, ma arriva fino alla tazza:

“Il caffè Carbon Neutral richiede un approccio integrale. Dall’energia utilizzata nella torrefazione al packaging compostabile, ogni scelta conta. Abbiamo ridotto l’uso di plastica, utilizziamo energia pulita e raccontiamo al consumatore la storia dietro ogni chicco.”

“Il consumatore moderno cerca autenticità. Quando sa chi ha coltivato il suo caffè, quando è stato raccolto e come è stato lavorato, l’esperienza cambia. Il gusto diventa identità.”

“Ogni Paese ha le proprie sfide, ma la forza di questo modello — trasparenza, rispetto, qualità — è universale. L’esperienza honduregna dimostra che la sostenibilità reale è possibile quando la filiera si comporta come una comunità, non come un mercato.”

La voce del consumatore: un caffè che racconta storie

Il sommelier Federico Bosco, del ristorante Tota Virginia, chiude il cerchio con la prospettiva del consumatore consapevole:

“Il caffè, come il vino, è un universo di sfumature. Ho scoperto che dietro un caffè tracciabile ci sono persone, valori e scelte consapevoli. Preferisco investire in un prodotto che rispetta chi lo produce e che mi invita a scoprire sapori autentici. È questa la differenza tra bere un caffè… e viverlo.”

Conclusione

La tracciabilità non è una moda: è il nuovo linguaggio del valore.

La tracciabilità con INHOLER (foto concessa)

Quando ogni attore — dal produttore al consumatore — si riconosce parte di un’unica storia, il caffè smette di essere un prodotto e diventa un’esperienza etica, culturale ed economica.

INLOHER, insieme a Best Coffee, Especially Coffee e PROHCAS, dimostra che la sostenibilità è redditizia quando è condivisa, e che la vera innovazione nel caffè non risiede nella tecnologia o nel packaging, ma nella coerenza collettiva.

“Se il futuro del caffè vuole essere sostenibile, deve iniziare dall’essere tracciabile. E se vuole essere tracciabile, deve essere profondamente umano.”

Fonti per approfondire: https://prohcas.com/
https://inlohercoffee.com/certificaciones-y-trazabilidad/
https://www.instagram.com/especially_coffee_roaster?igsh=cTZqaHc2bXg2ODRo

Qua in inglese.

La generazione Z e il rapporto con il caffè: l’analisi di JoinUs a Milano e di San Salvador a Roma

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Il bancone di JoinUs

MILANO – Il rapporto tra la generazione Z e il caffè continua a essere al centro dell’attenzione. Un’indagine commissionata dall’Istituto espresso italiano e condotta dal professor Furio Camillo con Sylla mostra come, per gli adolescenti, la qualità del caffè rappresenti il principale criterio nella scelta di un bar: lo afferma il 73,9% degli intervistati (ne abbiamo parlato qui).

La generazione Z, tutti i ragazzi nati tra il 1997 e il 2012, si dimostra perciò particolarmente sensibile sia alla qualità che alla sostenibilità dei prodotti.

Eppure, come riferisce Isabel Keane sul suo articolo per l’Independent, molti giovani tendono a evitare i locali troppo affollati, dichiarando di provare una forte ansia al momento dell’ordinazione al bancone. Secondo una ricerca Philips, questa sensazione è condivisa dal 47% dei partecipanti.

Per approfondire il legame tra espresso e le nuove generazioni, abbiamo raccolto le testimonianze di JoinUs, caffetteria e hub di cultura del lavoro nato nel cuore di Milano promosso dall’ente di formazione Galdus, e della storica torrefazione San Salvador, punto di riferimento nel panorama della Città Eterna con le radici che affondano nel 1901 (ne abbiamo parlato qui).

JoinUs, caffetteria e spazio multifunzionale inaugurato nel novembre 2024, accompagna i giovani nel loro percorso di crescita scolastica, professionale e personale. Quale luogo migliore perciò per osservare le abitudini della generazione Z?

Davide Franzini, coordinatore di JoinUs, afferma: “ I ragazzi più giovani sono più aperti e meno vincolati alla tradizione culturale. Il buon caffè nasce dove c’è una struttura mentale più elastica e curiosa. È molto più facile accendere in loro il desiderio di approfondire il mondo del chicco e, di conseguenza, sono più propensi a sperimentare di più e ad assaggiare caffè lontani dalla comfort zone.

JoinUs è innanzitutto uno spazio di innovazione e orientamento, diverso dai classici locali. Da questo punto di vista c’è una costruzione del rapporto particolarmente curata ed approfondita. In parte siamo noi che, in base anche a quello che il cliente ordina, proponiamo delle alternative”.

Franzini aggiunge: “Da noi iniziano ad andare molto i filter coffee richiesto da ragazzi che prima, abitualmente, chiedevano l’americano. Proponiamo una vasta gamma di caffè e prodotti: c’è molto da esplorare nel menù JoinUs.  Devo dire che i più giovani amano molto anche il e noi abbiamo una buona offerta di tè specialty.  Raccontiamo ai clienti le origini delle bevande e proponiamo, infine, gli assaggi.

Inoltre bevande come l’ice latte, l’ice coffee, il flat white, ovviamente lavorati con una grande perizia tecnica, sono particolarmente graditi. Ho notato una forte propensione dell’ospite a fare domande, a fermarsi, a sedersi e a partecipare: questo è anche ottimo modo per fare formazione.

Ciò vale per tutti i clienti però, effettivamente, i ragazzi più giovani risultano più curiosi e aperti rispetto all’adulto o all’anziano”.

E per quanto riguarda l’ansia da ordinazione? “Forse parlare di ansia è esagerato, ma è innegabile che i cambiamenti della struttura sociale sono molto più rapidi e repentini oggi. È naturale che i più giovani hanno un altro modo di intendere la socialità e il classico scambio conviviale del bar tradizionale italiano si è inevitabilmente perso.  Ho notato che i giovani si muovo spesso in gruppo ed è difficile che arrivi un ragazzo da solo a studiare o lavorare. Eccetto questo, ho notato una grande curiosità nei confronti del caffè e non sembrano particolarmente chiusi da evitare addirittura di ordinare al bancone”.

Franzini riflette sul ruolo della formazione del barista: “Un ruolo decisivo, per far avvicinare i giovani al mondo del caffè, è attribuito alla figura del barista, un professionista a 360 gradi, capace non solo di preparare un prodotto ma anche di gestire emozioni e relazioni. La recente esperienza il 6 e il 7 novembre all’evento di orientamento giovanile MIND tenutosi a Rho Fiera, con 18.000 presenze, ha confermato quanto una figura con background nell’ospitalità possa essere percepita come affidabile e carismatica dagli studenti”.

Franzini aggiunge: “Uno dei relatori più apprezzati è stato un ragazzo con un’estrazione lavorativa da cameriere a conferma dell’importanza della formazione. Il nostro, per molti versi, è uno dei mestieri più complessi del mondo ma anche tra i più interessanti dal punto di vista della gestione umana. Nessuno come un uomo temprato nell’ospitalità è in grado di prendere lo stato emotivo del cliente e di trasformarlo in benessere”.

Da maggio, prosegue Franzini, è nato inoltre OrientaTalenti, iniziativa che coinvolge scuole, aziende, università, educatori e professionisti nel tentativo di offrire ai giovani un panorama più ampio possibile di opportunità e strumenti per definire il proprio percorso. Una delle realtà fondatrici dell’iniziativa è proprio Galdus.

JoinUs continua a sviluppare le sue tre anime: il locale aperto al pubblico, lo spazio dedicato a masterclass e incontri e, infine, l’hub di ricerca e sviluppo.

A breve nascerà inoltre House of Human, progetto di ricerca e sviluppo del prodotto legato al caffè e al reparto food.  “La cosa più bella”, conclude Franzini, “è vedere con quanta energia e responsabilità i ragazzi interpretino questa missione”.

Guardando sempre al futuro della generazione Z nel mondo del caffè, è in partenza la terza edizione dell’unico corso europeo post-diploma di alta formazione dedicato alla filiera del caffè specialty, organizzato in collaborazione con SCA Italy e con trainer di fama internazionale come docenti tra cui Paolo Scimone, Alberto Polojac, Chiara Bergonzi, Davide Spinelli, Andrea Villa e Giuseppe Musiu.

Il programma si rivolge a giovani che aspirano a ruoli imprenditoriali e artigianali in un settore in continua evoluzione, ma anche a titolari di pasticcerie e caffetterie intenzionati a innalzare il livello della loro offerta. Le iscrizioni sono aperte fino al 12 dicembre. Per maggiori informazioni basta cliccare qui e contattare orientamento@galdus.it.

Il punto di vista della torrefazione e caffetteria San Salvador

Martina Berrettoni della storica torrefazione San Salvador, inserita nella Guida Bar d’Italia del Gambero Rosso (ne abbiamo parlato qui), ha offerto una lettura chiara dei cambiamenti in atto nella Città Eterna. “I ragazzi di oggi tendono a comprare caffè destinati a macchine diverse rispetto al passato: il caffè filtro è molto richiesto, così come lo sfuso per le piccole macchine per l’espresso domestico. In particolare, oggi va di tendenza la De’ Longhi con il suo marketing aggressivo che raggiunge tutti. In generale, c’è un ritorno concreto alla ricerca di qualità: il cliente giovane guarda con attenzione al prodotto, inoltre sperimenta e utilizza strumenti diversi, dall’espresso ai metodi in filtro”.

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L’esterno della torrefazione San Salvador (immagine concessa)

Un aspetto fondamentale è l’attenzione alla sostenibilità: “Vendendo caffè sfuso, forniamo una bustina per il prodotto macinato. Molti ragazzi tornano con la stessa bustina per riempirla di nuovo oppure portano direttamente il barattolo da casa. Sono attenti allo spreco: è una differenza davvero evidente rispetto alle generazioni precedenti”.

Al bancone, la tendenza è chiara: “Sperimentano di più i caffè monorigine, i nostri specialty. Vogliono conoscere qualità diverse, fanno domande, si interessano. Nonostante costino più del caffè classico da 1,20 euro, la nostra miscela di base è tuttavia una qualità 100% Arabica, i clienti più giovani sono disposti a pagare anche 2,50 euro per un espresso differente. Questo li porta poi ad acquistare il caffè in pacchetto o a farselo macinare al momento. È un approccio nuovo che vediamo soprattutto tra generazione Z e millennial: hanno una mente più aperta rispetto al cliente tradizionale”.

San Salvador propone regolarmente caffè specialty diversi, ruotandoli ogni tre o quattro mesi. “Li cambiamo per dare spazio a nuove tipologie e avere un’offerta sempre diversa. I ragazzi cercano proprio questo: novità, sperimentazione, varietà”.

Un altro segnale generazionale è l’uso dei pagamenti digitali: “Pagano tutto con telefono, Smart Watch, Satispay anche per un caffè da 1,20 euro. Girano senza borse, solo con l’essenziale, e non chiedono la bustina: mettono tutto nello zaino, oppure portano il loro barattolo. L’attenzione alla sostenibilità si vede anche da gesti piccoli come questi”.

Per i giovani, il bar non è solo un luogo di passaggio: “Lo vivono come spazio sociale. Molto spesso si fermano con il computer, danno appuntamento ad amici o colleghi, lavorano o studiano qui. È un po’ come succede nei bistrot all’estero: il bar come luogo conviviale, non solo come servizio rapido.”

L’interno di San Salvador (immagine concessa)

Alla domanda sulla presunta ansia da ordinazione diffusa tra la generazione Z, Berrettoni offre una lettura più sfumata: “Ansia è una parola forte. Direi piuttosto indecisione. Ricevono tantissimi stimoli e informazioni dai social, soprattutto Instagram. Hanno mille input dai social e vogliono provare tutto. Sono indecisi, ma anche più coraggiosi: sperimentano volentieri”.

Convincere un cliente anziano a provare uno specialty risulta molto più difficile. “Per alcuni è inconcepibile spendere un po’ di più per un etto di caffè. I ragazzi invece, pur partendo dall’indecisione, alla fine provano. Ed è un’ottima notizia: c’è un ritorno vero nella ricerca della qualità”.

Il passaparola, conclude, gioca un ruolo importante. “Tra i giovani funziona tantissimo. Forse anche il nostro inserimento nella Guida del Gambero Rosso ha contribuito: è stata una bella sorpresa ritrovarci accanto a nomi importanti della scena romana”.

Report Ico: così le leggi dell’uomo e della natura incidono sui prezzi del caffè

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prezzi del caffè ico report
Il logo dell'Ico

MILANO — Leggi umane e leggi della natura incidono entrambe sui mercati del caffè: dal report mensile Ico, diffuso nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 9 dicembre, emerge che – durante novembre – i principali driver dei prezzi del caffè sono stati, da un lato, le piroette di Washington sui dazi, dall’altro la furia degli eventi climatici che si sono abbattuti sull’Asia, colpendo anche i due massimi paesi produttori di questo continente.

Le prime hanno avuto un effetto bearish sui mercati; i secondi un effetto bullish.

Alla fine, le rispettive spinte si sono bilanciate a vicenda determinando variazioni nei prezzi più contenute rispetto ai mesi precedenti, anche se la volatilità è rimasta elevata.

La media mensile dell’indicatore composto Ico è cresciuta così dell’1,2%, a 330,44 centesimi

Le variazioni di segno positivo si sono registrate tutte sul fronte degli arabica, con colombiani dolci, altri dolci e brasiliani in crescita dell’1,4%, 1,6% e 1,8%, rispettivamente a 408,75, 410,31 e 380,17 centesimi.

Pressoché invariato (-0,1%) l’indicatore dei robusta, che chiude il mese con una media di 214,91 centesimi.

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Il caffè al centro del dibattito su Rai3, da Franco Berrino a Francesco Cavallo, Kimbo: “Le miscele non nascondono i difetti del caffè ma esaltano gli aromi”

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L'impianto industriale di Kimbo (immagine concessa)

MILANO – Il caffè è al centro della nuova puntata di Indovina chi viene a cena, il programma di Sabrina Giannini dedicato alla filiera alimentare e sostenibilità. L’inchiesta ha coinvolto figure di primo piano come il nutrizionista e epidemiologo Franco Berrino, l’assaggiatore Gianni Tratzi e il torrefattore Dario Fociani, offrendo uno sguardo ampio sulle molte facce della bevanda più amata dagli italiani.

Berrino, che è stato inoltre direttore della Medicina preventiva e predittiva dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, apre la puntata tra luci e ombre del caffè: “È affascinante, ma presenta alcune criticità tra cui lo sviluppo di dipendenza, l’accelerazione del battito cardiaco e sensazione di debolezza. Subito dopo l’assunzione del caffè la glicemia sale, per poi scendere rapidamente e si va incontro all’ipoglicemia. Inoltre stimola fortemente lo stomaco e il pancreas”.

Il dottor Franco Berrino (foto concessa)
Il dottor Franco Berrino (foto concessa)

Berrino sottolinea come la bevanda sia sconsigliata in caso di gastrite o reflusso, pur riconoscendone il ruolo nel favorire il movimento intestinale, con un effetto però problematico per chi soffre di incontinenza.

Malgrado ciò, osserva Berrino: “Chi lo consuma tende ad avere una mortalità più bassa. Uno studio in Inghilterra mostra che si muore di meno a patto di non aggiungere lo zucchero nel caffè. Nel nostro studio in Italia su 50.000 persone, più si beve caffè più ci si ammala di malattie coronarie. Nel resto d’Europa, al contrario, si nota una protezione nei confronti delle malattie cardiovascolari associata al consumo del caffè. Verosimilmente questo è dovuto al modo diverso di preparare la bevanda: noi abbiamo l’espresso e la moka, il resto del mondo utilizza un filtro che trattiene le sostanze nocive al cuore.  Come contromisura, propongo di tornare a estrarre il caffè con il filtro di carta. Il caffè attiva inoltre il processo di autofagia che previene le malattie neurodegenerative”.

Sul fronte delle quantità di caffè, si ricorda che il limite consigliato si aggira sui 400 milligrammi di caffeina al giorno. Un espresso ne contiene circa 30. Sei tazzine, o quattro caffè americani, rientrano nella soglia di sicurezza per il benessere fisico.

L’oncologo e nutrizionista Matteo Garutti invita però a considerare l’apporto totale di caffeina proveniente anche da tè, cioccolato e bibite, oltre agli effetti sul sonno, se consumato nel tardo pomeriggio.

La puntata si sposta poi sul mondo dello specialty coffee. Dario Fociani, fondatore di Aliena Coffee Roasters, spiega che questa categoria nasce da frutti raccolti completamente maturi, al contrario di molti prodotti commerciali: “Uno specialty deve avere meno di tre difetti secondari per chilo e nessun difetto primario”. Da qui il prezzo elevato, che può superare i 50 euro al chilo. “Vogliamo far passare l’idea che il caffè è un frutto. Per questo le miscele, nella nostra visione, non valorizzano il lavoro del produttore”.

Mattia Barbano di Orso Nero insiste sul valore culturale della bevanda: “Non è solo un’abitudine, ma un alimento vero e proprio”.

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Gianni Tratzi, co-fondatore di Idealcup, fondatore di Mezzatazza e Q Arabica Grader (immagine concessa)

Anche Gianni Tratzi, assaggiatore e fondatore di Mezzatazza, conferma che la materia prima dello specialty è generalmente superiore rispetto al caffè tradizionale. Nella sua sessione d’assaggio in alcuni bar di Milano, Roma e Napoli, le valutazioni si sono attestate tra il quattro e il cinque su dieci.

La seconda parte del servizio conduce invece nella torrefazione Kimbo. Il direttore industriale sviluppo impianti & rspp., Francesco Cavallo, difende il ruolo della miscela: “Non è un modo per nascondere i difetti di qualità. Al contrario, esaltano le caratteristiche dei singoli elementi della miscela”.

“Tostiamo il caffè fino a 250 gradi: questa è una caratteristica del nostro caffè tostato. Portiamo il chicco al limite, fermandoci prima della bruciatura”.

Prosegue: “Sui macinati la marginalità si è ridotta tantissimo per via dell’effetto prezzo indotto dalla crisi del mercato internazionale sul caffè. Inoltre i macinati sono un prodotto mass market che va in GDO dove c’è una pressione economica imposta davvero forte”.

Per guardare il programma completo basta cliccare qui

Nel Notiziario torrefattori di dicembre trovate tante storie straordinarie

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Notiziario torrefattori
La copertina del numero di dicembre del Notiziario Torrefattori

È in spedizione il numero di dicembre del notiziario mensile del Gruppo italiano torrefattori caffè. Sopra potete vedere in anteprima la copertina del numero natalizio. Sotto il sommario con tutti gli articoli che potrete leggere.

TRIESTE – E così il notiziario torrefattori annuncia il numero più bello e più atteso di tutto l’anno: lo Speciale di Natale! Quest’anno trovate la lettera ai soci, tanti nuovi iscritti e un momento unico: quello dedicato agli anniversari delle aziende che fanno parte del Gruppo.

Qualcuno dirà “sono solo numeri”, ma voi sapete quanta fatica, impegno e tenacia si nasconde dietro a quei traguardi. Quei numeri sono un segno, il Vostro segno: buon anniversario e buona continuazione.

Di seguito tutti gli argomenti trattati in questo numero speciale:

Lettera ai soci
4 – I saluti del Presidente del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè
Vita associativa
5 – Nuovi soci

31 – 45, 80, 105, 120, 135: quando i numeri sono storie straordinarie

Gli esperti di settore
7 – La silverskin nuovo asset strategico per le torrefazioni italiane
10 – Prevenzione della contaminazione fisica negli alimenti – Parte 1
19 – Italian Coffee Style e biodiversità: l’Italia del caffè incontra la produzione del caffè nelle Filippine
22 – Perché l’acqua decide la qualità e la sicurezza del caffè
25 – Il caffè a rischio: il clima rischia di compromettere un intero settore
Fiere ed eventi
12 – I nostri eventi in Asia
Le aziende informano
16 – Coffeefrom: dai fondi di caffè nuovi materiali e nuovi modi di produrre
Consulente
28 – Progettazione, implementazione e monitoraggio di un sistema di gestione privacy efficace in una torrefazione
Scadenzario fiscale
34 – Mese di dicembre 2025

REPA presenta Fix & Go, la selezione di ricambi essenziali per rendere più rapide le riparazioni delle cucine professionali

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Fix & Go (immagine concessa)

CESENA – REPA presenta “Fix &Go: Essential Van Stock Parts for Professional Kitchens”, l’accurata selezione di oltre 2.700 ricambi essenziali, che non possono mancare nei furgoni dei tecnici per la riparazione rapida di forni, frigoriferi, abbattitori di temperatura e tutte le apparecchiature delle cucine professionali.

La selezione è disponibile in formato digitale, nel catalogo interattivo consultabile dall’app e dal webshop REPA e in formato cartaceo. Questi articoli essenziali coprono la maggior parte delle esigenze di riparazione quotidiana e permettono ai tecnici di risolvere più problemi in una sola visita.

Per rendere più facile e veloce la ricerca del ricambio giusto, la selezione “Fix & Go” è organizzata per applicazione: regolazione, elettricità, moto ventilazione, refrigerazione, lavaggio, gas, meccanica e consumabili.

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Il centro logistico Repa (immagine concessa)

Grazie all’elevata disponibilità a magazzino e alla logistica avanzata di REPA, tutti i ricambi sono pronti per la spedizione.

“Avere sempre a disposizione, nel proprio furgone, lo stock necessario alle riparazioni fondamentali è particolarmente importante per i tecnici che vogliono soddisfare le aspettative dei ristoratori, aiutandoli a mantenere un servizio senza interruzioni”, afferma Valeria Ricci, Direttore EPA (Essential Parts & Accessories) di REPA, che aggiunge: “Ecco perché abbiamo selezionato con cura questi ricambi essenziali dal nostro ampio portafoglio, sulla base delle reali esigenze degli operatori della ristorazione.”

“Fix & Go” sottolinea il costante impegno di REPA nel semplificare il lavoro quotidiano dei tecnici dei centri assistenza, garantendo di poter trovare e ricevere rapidamente il ricambio giusto per riparare qualsiasi tipo di apparecchiatura.

La scheda sintetica di REPA

REPA è il principale distributore europeo di ricambi per apparecchiature per la ristorazione e la refrigerazione, macchine per il caffè e distributori automatici e partner di fiducia dei costruttori di apparecchiature (OEM), in grado di fornire il pezzo giusto al momento giusto.

Con il più grande stock di ricambi originali e universali al mondo, materiali di consumo e accessori, distribuiti da un network di centri logistici altamente automatizzati in tutta Europa e oltre, REPA garantisce i tempi di consegna più rapidi del settore.

Funzionalità potenziate dall’AI, immagini a 360°, disegni esplosi, manuali tecnici e altre funzioni di ricerca disponibili sulla piattaforma e-commerce e sulla app rendono semplice l’identificazione e l’ordine di ogni articolo.

Un team di esperti del settore aiuta i clienti, in oltre 20 lingue, a trovare la soluzione perfetta per ogni riparazione.

Con REPA, la manutenzione quotidiana delle apparecchiature per la ristorazione non è mai stata così semplice. REPA è la divisione europea di Parts Town Unlimited.

Iginio Massari e l’ombra dell’Intelligenza Artificiale: il Maestro avverte il rischio di un futuro senza umanità

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Iginio Massari

Iginio Massari, intervistato da Stefania Virone Vittor, non si limita più a parlare di pasticceria: oggi riflette con preoccupazione sull’avanzata dell’Intelligenza Artificiale, una tecnologia che riconosce come innovativa ma potenzialmente destabilizzante.

Nei suoi racconti e nei suoi scritti emerge il timore che l’automatizzazione spinta possa ripetere gli errori della storia, togliendo all’uomo la responsabilità del pensare e del fare. La parabola dell’Impero Romano, che cita spesso come avvertimento, diventa così metafora del rischio moderno. Leggiamo in seguito alcune parti dell’intervista pubblicata su La Cucina Italiana.

Iginio Massari: «Se l’IA non viene controllata, non perderemo un impero, ma il mondo intero»

BRESCIA – Alla prima domanda, Massari mi ferma e racconta l’evoluzione radicale del mestiere di pasticciere. «Sessant’anni fa bastava un pezzo di pane e, quando non c’era il burro, lo strutto con un po’ di zucchero era già un ottimo dolce», ricorda. Poi aggiunge: «Oggi la pasticceria è conoscenza, è scienza, è leggerezza, volume ed eleganza».

È proprio sull’idea di eleganza che si sofferma: «La bellezza è un elemento chiave, poiché del bello l’uomo non è mai sazio». La pasticceria, continua, è un linguaggio ricco di simbologia, un tempo usata per consacrare pasti sacri e profani, anche se negli ultimi vent’anni molta di questa simbologia si è persa.

E ammonisce: «Se non ricordiamo il nostro passato, non vediamo dove siamo arrivati nel presente e probabilmente non sapremo mai come andremo a finire nel futuro».

L’ombra dell’intelligenza artificiale: una minaccia per l’umanità?

Massari non è un pessimista, ma ciò che accade nel mondo lo preoccupa, soprattutto da padre e nonno. Anche se non ha più l’età del boomer, comprende benissimo il valore della tecnologia e il suo ruolo nel progresso. In pasticceria, infatti, è sempre stato all’avanguardia per strumenti e macchinari.

Eppure, l’avanzata dell’intelligenza artificiale lo inquieta: «Mi lascia molti dubbi perché l’uomo fa sempre gli stessi errori». E richiama un paragone storico con l’Impero Romano: «La comodità di non fare, di non pensare e di avere tutto pronto portò alla sconfitta», ricorda. Poi avverte: «Se l’IA non viene controllata, non perderemo un impero, ma il mondo intero».

Non è un timore senza fondamento: «L’intelligenza artificiale ogni sei mesi raddoppia il suo potere e si stima che nel 2050 possa arrivare a 12.000 come punteggio di intelligenza totale… probabilmente saremo schiavi della stessa intelligenza».

Il futuro del gusto: robot, laboratori e artigiani ribelli

Nel racconto Il labirinto delle verità, Massari immagina un futuro gelido, popolato da «chef-robot che creano piatti calibrati al milligrammo», «robot agricoli» e «l’omologazione del gusto». Ma in questo scenario spuntano anche «artigiani ribelli» che vivono il pane come simbolo di resistenza.

La speranza non manca e passa proprio attraverso il cibo. E il Maestro, pragmatico, aggiunge una riflessione che può spiazzare: «La nostra Terra non potrà sfamarci per sempre, e quella è la soluzione per il futuro – già oggi il burro, come la carne, vengono creati in laboratorio». E rilancia: nel giro di trent’anni, anche la frutta potrebbe essere interamente prodotta in laboratorio. Scommettiamo?

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Il gelato Magnum debutta in Borsa a New York, Londra e Amsterdam con capitalizzazione di 7,8 miliardi

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gelati confezionati istituto inflazione gelato altroconsumo
Un gelato confezionato (immagine: Pixabay)

L’esordio del titolo dei famosi stecchi gelato Magnum è avvenuto a 12,2 euro per azione, poco sotto il prezzo di riferimento fissato a 12,8 euro, per una capitalizzazione di 7,8 miliardi. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Gian Maria De Francesco per Il Giornale.

L’entrata di Magnum in Borsa

MILANO – Erede di un secolo di storia e ormai presente in ottanta Paesi, la Magnum Ice Cream Company ha debuttato in Borsa ad Amsterdam, Londra e New York come la più grande azienda indipendente del settore. L’esordio del titolo dei famosi stecchi gelato è avvenuto a 12,2 euro per azione, poco sotto il prezzo di riferimento fissato a 12,8 euro, per una capitalizzazione di 7,8 miliardi.

A fine seduta è stato registrato un rialzo dell’1,3% a 12,97 euro, segnale che il mercato ha iniziato ad assorbire l’impatto dell’uscita dei fondi indicizzati dopo lo spinoff da Unilever, che invece ha perso l’1,8% a 47,73 euro.

La separazione era stata annunciata oltre un anno fa e rientra nel piano di ristrutturazione del gruppo anglo-olandese, che punta a diventare “un’azienda più semplice e più focalizzata”. Unilever, che continuerà a detenere il 19,9% del capitale, sostiene che la divisione gelati – 7,9 miliardi di fatturato nel 2023 – possa rendere di più da sola.

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Caffè e creatina: ecco il mix che aumenta energia fisica e mentale

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

Caffè e creatina sono un ottimo binomio che porta al miglioramento di focus, forza e recupero fisico: lo spiega la dottoressa Elisa Puma, medico rigenerativo e consulente nutrizionale con studio a Milano. Leggiamo di seguito l’approfondimento sul tema grazie ad un estratto dell’articolo di Marzia Nicolini per Men’s Health.

I benefici del caffè insieme alla creatina

MILANO – Se il caffè è il tuo start button mattutino e la creatina è il tuo alleato irrinunciabile in palestra, potresti aver pensato di unirli in un’unica routine. Una scelta comoda, certo.

Ma è anche efficace? Per anni è circolata l’idea che la caffeina annullasse gli effetti della creatina, generando più confusione che chiarezza. Oggi, però, la ricerca racconta tutt’altra storia. E potrebbe farti scoprire un’abitudine semplice che migliora focus, forza e recupero. Questo allora è quello che devi fare per aumentare i benefici del caffè ogni mattina.

Creatina e caffeina lavorano su due fronti diversi, ma complementari. Quel che si dice un’ottima sinergia. La creatina, immagazzinata nei muscoli come fosfocreatina, interviene quando occorre energia immediata: sprint, scatti, sollevamenti pesanti. “È uno degli ergogenici più studiati: ottimizza la produzione di ATP (=la valuta energetica delle tue cellule), aumenta forza e capacità di recupero”, spiega la dottoressa Elisa Puma, medico rigenerativo e consulente nutrizionale con studio a Milano.

“La caffeina, invece, ti tiene sveglio agendo sul sistema nervoso centrale: blocca i recettori dell’adenosina, alza dopamina e noradrenalina, e ti rende più reattivo. Il risultato di aggiungere creatina al tuo espresso è un boost di concentrazione e una soglia di fatica più alta, perfetti prima di un intenso allenamento”, aggiunge Puma.

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Migros e Lindt trovano l’accordo: il cioccolato torna sugli scaffali per Natale

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Il logo di Lindt & Sprüngli

Migros e Lindt & Sprüngli hanno raggiunto un accordo nella disputa sui prezzi, consentendo il ritorno dei prodotti Lindt sugli scaffali Migros e Denner durante il periodo natalizio. Le due aziende stanno definendo gli ultimi dettagli, ma la distribuzione riprenderà nei prossimi giorni.

La trattativa era nata perché Migros chiedeva prezzi d’acquisto più bassi dopo il calo del costo del cacao. Per ora i prezzi di vendita resteranno invariati, con possibili revisioni nel 2026. Intanto, molti consumatori avevano commentato che Migros dispone già del valido marchio interno Frey e non aveva bisogno di insistere su Lindt. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicate su Swissinfo.

Migros e Lindt: fine vertenza prezzi, cioccolato torna su scaffali

ZURIGO – “È stata trovata una soluzione”, ha indicato oggi all’agenzia Awp un portavoce di Lindt & Sprüngli. Al momento si stanno ancora negoziando gli ultimi dettagli, ha aggiunto.

“Il cioccolato tornerà sugli scaffali nei prossimi giorni”, ha confermato un’addetta stampa di Migros. Da metà ottobre, a causa delle trattative in corso, in alcuni negozi si erano verificate carenze dei prodotti in questione.

La catena di supermercati voleva ottenere prezzi di acquisto più bassi a causa del calo dei costo del cacao sui mercati mondiali. Per il momento le tariffe alla vendita rimango invariate, ha affermato la portavoce. “Eventuali adeguamenti saranno valutati il prossimo anno”.

Migros sostiene di aver condotto trattative con Lindt & Sprüngli per garantire “prezzi equi e comprensibili”. L’obiettivo è quello di far sì che “i clienti non paghino troppo per un prodotto di marca”.

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