MILANO – Il Consiglio UE ha adottato il mandato negoziale su una revisione mirata dell’EUDR. L’obiettivo? Rinviare l’attuazione della discussa norma per consentire agli operatori, ai commercianti e alle autorità di prepararsi adeguatamente. Se ne parlerà a Strasburgo in una delle due prossime sessioni plenarie che sono in programma dal 24 al 27 novembre o dal 15 al 18 dicembre.
A seguito delle preoccupazioni degli Stati membri e delle parti interessate riguardo alla preparazione delle imprese e delle amministrazioni, nonché di questioni tecniche legate al nuovo sistema informativo che ha già dato segni di non essere all’altezza, il Consiglio sostiene inoltre la semplificazione mirata del processo di due diligence proposta dalla Commissione.
C’è di più: è stato proposto di introdurre un rinvio uniforme di un anno dell’applicazione del regolamento per tutti gli operatori, fino al 30 dicembre 2026, con un ulteriore margine di sei mesi per gli operatori di micro e piccole dimensioni.
Il periodo di grazia, inizialmente proposto per le imprese grandi e medie, è stato perciò eliminato, optando invece per una estensione della data di applicazione per tutti gli operatori, indipendentemente dalle loro dimensioni.
Perciò, secondo la posizione del Consiglio:
Le disposizioni dell’EUDR si applicherebbero dal 30 dicembre 2026 per gli operatori medi e grandi e dal 30 giugno 2027 per gli operatori piccoli e micro.
L’obbligo e la responsabilità di presentare lo statuto di due diligence richiesta ricadrebbe esclusivamente sugli operatori che immettono per primi il prodotto sul mercato.
Gli operatori e commercianti a valle non dovrebbero più presentare dichiarazioni di due diligence separate, ma solo i primi operatori a valle dovrebbero conservare e trasmettere il numero di riferimento della dichiarazione iniziale
Gli operatori primari micro e piccoli presenterebbero solo una dichiarazione semplificata
Il Consiglio ha perciò incaricato la Commissione europea di effettuare, entro il 30 aprile 2026, una revisione di semplificazione per valutare l’impatto dell’EUDR e il peso amministrativo sugli operatori, in particolare micro e piccoli operatori. Se necessario, la revisione dovrebbe essere accompagnata da una proposta legislativa.
Sulla base di questo mandato e della procedura di urgenza si andrà in plenaria già mercoledì 26 novembre, con l’obiettivo di raggiungere un accordo finaleprima che l’EUDR vigente diventi applicabile il 30 dicembre 2025.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (fonte: Wikimedia Commons - https://audiovisual.ec.europa.eu/en/reportage/P-052484)
MILANO – Con il mandato negoziale approvato dal Consiglio Europeo si prefigura un’ulteriore proroga di un anno e una semplificazione delle norme della legge UE anti-deforestazione (Eudr). Quali sono a questo punto gli scenari? Grazie alla procedura d’urgenza, i tempi saranno notevolmente accelerati. Dobbiamo tenere a mente una serie di date.
La prima è quella di oggi, venerdì 21 novembre, termine ultimo per la presentazione di eventuali emendamenti da parte dei partiti.
Si tratta comunque di un passaggio cruciale, poiché alcuni gruppi politici (in particolare il Ppe, secondo alcuni osservatori) potrebbero decidere di presentare degli emendamenti sulle scadenze o su altri punti.
Si andrà in plenaria mercoledì 26 novembre (12:00–13:00 CET). Due gli esiti possibili:
Il Parlamento approva il testo del Consiglio, senza aggiungere ulteriori emendamenti. In tal caso, la proposta del Consiglio passa e il rinvio, nonché le semplificazioni, sono cosa fatta.
Il Parlamento approva, ma recepisce anche degli emendamenti. A questo punto – come è accaduto l’anno scorso – si dovrebbe procedere a un trilogo (riunione tripartita informale alla quale partecipano i rappresentanti del Parlamento, del Consiglio e della Commissione il cui] obiettivo è cercare rapidamente un accordo su un insieme di emendamenti accettabili per il Parlamento e il Consiglio, che successivamente deve ancora essere approvato da ciascuna delle tre istituzioni conformemente alle rispettive procedure interne, ndr.). In tal caso si tornerebbe poi in plenaria a metà dicembre, per approvare in extremis il nuovo testo.
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Il barista robot di Cofe+ Robot Café in azione a Hostmilano
MILANO – HostMilano si è confermata anche per l’edizione 2025 come la piattaforma internazionale di riferimento per l’intera filiera dell’ospitalità con 2.050 espositori provenienti da 52 Paesi e oltre 700 hosted buyer altamente profilati da tutto il mondo hanno partecipato all’evento.
Tra le nazionalità presenti impossibile non notare la Cina con una presenza di 77 aziende, di cui 34 nel settore del caffè, tè e vending machine.
Da tempo la Cina, che fornisce componenti non soltanto elettronici a tutto il mondo, è diventata sinonimo di tecnologia e innovazione. Non sorprende che un’azienda cinese sia stata la prima al mondo a proporre l’originale caffè robotico Cofe+.
Il Cofe+ Robot Café di Shanghai Hi-Dolphin Robot Technology Company opera 24 ore su 24, può preparare un caffè in 50 secondi ma anche categorie di bevande differenti con 70 gusti.
C’è di più: può produrre stabilmente oltre 1.000 tazze di caffè al giorno e un singolo operatore può gestire fino a 10 macchine senza problemi e con poco sforzo. Le possibilità sembrano davvero infinite: il caffè per ogni estrazione è macinato al momento ed è presente l’opzione della stampa in 3D per immagini e testi sulla crema del cappuccino.
L’intelligenza artificiale a HostMilano
Il costo oscilla tra i 40.000 e i 50.000 dollari a seconda delle diverse soluzioni. È progettato per ogni tipo di scenario: dai parchi, alle stazioni della metro fino ad arrivare alle attrazioni turistiche.
In molti Paesi, come la Nuova Zelanda (ne abbiamo parlato qui), il bar robotico Cofe+ di ultima generazione è già una realtà.
Anche i costi d’uso sono azzerati: basti pensare che, in media, basta soltanto una persona per gestire fino 10 coffee shop automatizzati con soli 30 minuti di manutenzione giornaliera, secondo il costruttore.
Inoltre, il sistema di gestione COFE+ ha un software evoluto che consente l’accesso remoto per manutenzione o altro. Infatti integrandosi con un sistema IoT, si può ottenere l’accesso online completo a statistiche complete in tempo reale su flusso di cassa, ricavi e inventario dei materiali.
E per rimanere in tema intelligenza artificiale, a pochi passi dallo stand Cofe+, la Tailandia ha proposto l’innovativa vending machine self-service robotizzata sotto il marchio Tao Bin.
Sempre nella zona degli espositori asiatici grande enfasi è stata data alla scelta degli ingredienti premium per la creazione delle bevande. Per quanto riguarda i caffè specialty, vengono usati principalmente le miscele Geisha Colombia El Diviso, Mandarin Colombia e Brazil Lao Blend.
Iced Cappuccino preparato dal robot barista Tao Bin
Anche il tè gioca un ruolo decisivo con il matcha Uji, Nishio e Shizuoka. Con oltre 70 bevande disponibili, tra smoothie, protein shake, tè e caffè, sempre Tao Bin offre una grande esperienza di personalizzazione: il cliente può scegliere temperatura, dolcezza, origine dei chicchi di caffè, latte, dolcificare con stevia o miele per creare la propria bevanda preferita.
Oggi Tao Bin è già presente in Tailandia, Hong Kong e Singapore.
Ma la Cina e l’Asia non sono soltanto sinonimo di robotica e intelligenza artificiale. Cafeva, fornitore leader di soluzioni di pulizia ecocompatibili specificamente progettate per le macchine da caffè con oltre 20 anni di esperienza, ne è la prova.
L’azienda con sede a Guangzhou in Cina offre prodotti eco-friendly come le innovative Grinder Cleaning Tablets composte al 90% da mais e completamente biodegradbili, vincitrici del premio 2025 SMART Label destinato ai prodotti più innovativi in mostra a HostMilano2025.
Ma c’era anche Moins Coffee che si occupa dell’industrializzazione di caffè specialty liofilizzato. Semplicemente sciogliendo la confezione in acqua è possibile gustare il proprio caffè premium senza aggiunta di zucchero.
L’azienda gestiste l’intera filiera produttiva a partire dalla coltivazione e fino ad arrivare alla consegna al consumatore finale.
Il brand produce annualmente all’incirca 10.000 tonnellate di chicchi di caffè tostati e 200 milioni di porzioni di caffè liofilizzato con cinque fabbriche attive in Cina con la sede principale a Qingdao.
La qualità rimane una costante in tutto il portfolio di prodotto di Moins Coffee: tutte le ricette, come afferma la stessa azienda, sono controllate meticolosamente da team composto da Q-grader.
La vending machine Tao Bin
La Cina da sempre è stata il simbolo della millenaria cultura del tè. Tuttavia la coltivazione del caffè è diventata con il tempo una realtà sempre più presente.
La regione dello Yunnan produce oltre il 95% del caffè di tutta la Cina grazie alla geografia del territorio: altipiani di 2000 metri, terreno fertile e un clima subtropicale.
Il caffè in Cina è sempre più popolare anche grazie alle nuove generazioni. La domanda di chicchi di alta qualità aumenta di anno in anno del 15%. Ed è proprio da questa necessità che nasce YD Selects, trader di caffè verde situato nel Regno Unito.
In particolare, YD Selects si occupa di specialty coffee. Nelle regioni dello Yunnan, secondo l’azienda, la quota di caffè specialty è salita da poco meno del 10% nel 2020 a oltre il 30% nel 2024. L’obiettivo principale è ovviamente quello di collegare Cina e Europa.
Nicola Mulè è l’autore del romanzo di La mia metà del chicco, presentato alla fabbrica museale del caffè Morettino di Palermo (ne abbiamo parlato qui). Il romanzo narra la storia di Nicola che per anni ha cercato di proteggersi dal dolore causato dalla prematura scomparsa della madre, allontanandone il ricordo. L’inaspettato ritrovamento di alcuni chicchi di caffè nei luoghi più impensati della casa di famiglia dà avvio a un viaggio nei ricordi della sua vita, dall’infanzia fino alle soglie della maturità, per mezzo di un racconto corale delle tradizioni e dei valori che guidano la sua famiglia.
Un viaggio che lo conduce ad elaborare il lutto.
Per saperne di più abbiamo parlato direttamente con l’autore.
Mulè, da quale esigenza è nato questo romanzo?
“Il libro non vuole essere l’ennesima autobiografia autocelebrativa ma è il tentativo di esplorare il mio passato. La storia parte dalla morte di mia madre, un evento da cui mi sono protetto da adolescente nascondendomi. Facevo finta di non sapere cosa fosse accaduto nonostante i segnali della malattia fossero piuttosto evidenti a casa.
Ho eretto quindi un muro protettivo senza lasciar trapelare miei sentimenti. Dopo i 40 anni capisco che era il momento di andare avanti e affrontare il trauma della morte. Soprattutto volevo dare a mia figlia un’immagine caratteriale ed emozionale della nonna. Questo romanzo è, infine, il mio modo per cercare di capire come reagire al meglio ad un lutto e affrontare la realtà”.
Mulè, che sensazione ha avuto quando ha completato la storia del romanzo?
“Sicuramente è stato catartico e ho ritrovato il coraggio di affrontare determinate emozioni. Ora sono un adulto più sereno e in pace. Il giuramento che ho fatto da bambino quando morì mia madre fu non piangere più: così è stato per molto tempo fino a quando ho riacquisito la capacità di provare di nuovo le emozioni.
A chiunque stia cercando di superare un lutto consiglierei di raschiare il fondo del barile: è necessario fare i conti con la realtà e non fuggire. È importante affrontare il dolore per poi uscirne più forti di prima.
Esattamente come un soldato in guerra che perde un arto e la cui vita sarà completamente diversa, bisogna riorganizzarsi e vivere la propria esistenza al meglio nonostante le perdite”.
Nel romanzo il caffè gioca un ruolo importante ai fini della trama. Qual è il suo rapporto personale con l’espresso?
“Ho un legame molto stretto con il chicco. Mia madre mi cantava una ninna nanna da bambino per farmi addormentare che si chiamava “Il chicco di caffè”. La mamma aveva inoltre organizzato una piccola caccia al tesoro facendomi trovare diversi chicchi nascosti in casa”.
Che cos’altro c’è nel suo libro?
“Vorrei precisare che il ricavato delle vendite del libro verrà devoluto all’Associazione Milano Taxi 25 della Zia Caterina che si occupa di dare sostegno ai bambini malati, una realtà importante il cui impegno va sostenuto. È uno spazio di ascolto, un rifugio dove ragazzi, adulti e anziani possono trovare qualcuno disposto a tendere l’orecchio e il cuore.
Vorrei inoltre aggiungere che non mi sarei mai aspettato il successo che ha avuto questo libro. Giro in Italia nelle scuole e nelle Università e da chiunque voglia accogliermi. A volte, nelle giornate più piene, mi sono ritrovato ad affrontare due presentazioni nella stessa mattinata. Nel mio profilo Instagram racconto il viaggio del progetto, le donazioni e le presentazioni. Se potete, seguite il profilo, aderite al progetto, aiutateci a portare un po’ di luce dove serve di più.”
Progetti per il futuro?
“Mi ero ripromesso di smettere dopo questo romanzo ma le regole sono fatte per essere infrante. Per ora non posso rivelare altro”.
BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Simonelli Group annuncia il raggiungimento del livello Gold nella valutazione EcoVadis 2025, classificandosi tra il top 5% delle aziende a livello globale per performance in ambito sostenibilità.
EcoVadis è una delle piattaforme di rating sulla sostenibilità più riconosciute a livello internazionale, con oltre 150.000 imprese valutate in tutto il mondo. Il modello di analisi considera quattro aree chiave: ambiente, etica, diritti umani e lavoro, approvvigionamento sostenibile.
Il livello Gold attesta un impegno solido, strutturato e verificato nell’adozione di pratiche responsabili in tutte queste dimensioni.
Un riconoscimento strategico per gli stakeholder
Il risultato ottenuto non è solo un traguardo interno, ma un asset strategico che rafforza la credibilità di Simonelli Group verso tutti gli stakeholder. Per i clienti rappresenta un segnale di qualità e responsabilità, rendendo SG un partner competitivo nei mercati orientati alla sostenibilità.
Per partner e fornitori è un modello di riferimento lungo la catena del valore, mentre per la comunità e le istituzioni attesta un’operatività etica e attenta all’impatto ambientale e sociale. Questo riconoscimento accresce reputazione, competitività e fiducia, valorizzando l’impegno di Simonelli Group verso una crescita sostenibile.
Un traguardo frutto del lavoro di squadra
Nel corso dell’ultimo anno Simonelli Group ha lavorato con determinazione per migliorare ulteriormente la propria performance rispetto al 2024.
Il raggiungimento del livello GOLD rappresenta un riconoscimento tangibile del lavoro quotidiano e dell’impegno diffuso all’interno dell’organizzazione.
Stefano Macchi, consigliere delegato alla sostenibilità (immagine concessa)
MILANO – Rhea Vendors Group, tra i principali produttori al mondo di macchine per la pausa caffè, presenta il Bilancio di sostenibilità 2024, che per la prima volta include l’intero perimetro internazionale del Gruppo.
Il documento rappresenta un passo importante nel percorso di integrazione della sostenibilità nel modello di business, consolidando l’impegno dell’azienda verso la creazione di valore condiviso per persone, comunità e ambiente.
“Con questo secondo Bilancio di Sostenibilità, esteso per la prima volta a tutte le nostre sedi internazionali, vogliamo condividere una visione integrata del nostro impegno globale. Siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo verso il pianeta e le persone, e continueremo a promuovere un modo di fare impresa che unisca qualità, benessere e sostenibilità.
La nostra ambizione è contribuire alla diffusione di uno stile di vita più consapevole, offrendo esperienze di convivialità che rispettino l’ambiente e valorizzino le relazioni umane” commenta Andrea Pozzolini, ceo di Rhea.
Il bilancio di Rhea (immagine concessa)
Highlights
65 anni di storia
Presenza internazionale con 11 filiali estere
Oltre 90 Paesi serviti nel mondo
401 collaboratori a livello globale
99% contratti a tempo indeterminato
100% energia da fonti rinnovabili (Italia e Austria)
-18 tonnellate di materiali impiegati
57 iniziative di sostenibilità pianificate
8 direttrici di R&D orientate alla sostenibilità
Adesione al United Nations Global Compact
Un impegno che cresce: l’adozione degli ESRS e il Piano di Sostenibilità aggiornato
Nel 2024, Rhea ha avviato il passaggio dagli standard GRI agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), allineandosi alle nuove direttive europee in materia di rendicontazione (CSRD).
Il Bilancio 2024 rappresenta quindi un primo passo formale verso un’informazione sempre più completa, trasparente e coerente con le priorità ESG del Gruppo.
I numeri di Rhea (immagine concessa)
Parallelamente, l’azienda ha aggiornato il Piano Strategico di Sostenibilità 2024–2026, che oggi include 57 iniziative articolate su sette pilastri principali: cultura e strategia, governance, impatti ambientali, prodotti e servizi, catena del valore, persone e comunità.
Tra le azioni completate nel corso dell’anno figurano l’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite, il calcolo del Life Cycle Assessment (LCA) di prodotto e la creazione del Comitato ESG per presidiare in modo strutturato la governance della sostenibilità.
rhea ESG: un virtuoso meccanismo per favorire la sostenibilità
Nel 2024 l’azienda ha lanciato l’iniziata “rhea ESG”, volta a stimolare e sostenere comportamenti virtuosi per rendere più sostenibile il settore della distribuzione automatica, mettendo a disposizione degli aderenti un contributo da destinare al finanziamento di politiche di sostenibilità.
I modelli di macchina utilizzati per veicolare l’iniziativa generano emissioni di CO2 significativamente inferiori rispetto agli equivalenti non ESG, dimostrando l’efficacia delle scelte progettuali adottate in termini di riduzione dell’impatto ambientale:
il sistema di riscaldamento a induzione brevettato Varitherm, la struttura modulare e l’impiego di materiali riciclati e riciclabili.
Ogni macchina rhea ESG è dotata di un QR code informativo che consente a clienti e consumatori di accedere a contenuti dedicati sulla sostenibilità del prodotto, promuovendo una nuova consapevolezza lungo tutta la filiera.
“Con questa iniziativa vogliamo attivare un circolo virtuoso tra fornitori, clienti e consumatori finali – spiega Pozzolini – per trasformare la distribuzione automatica in un laboratorio condiviso di innovazione sostenibile.”
Le persone al centro
Rhea conferma anche nel 2024 la centralità delle persone come leva di crescita sostenibile.
Il 99% dei contratti è a tempo indeterminato e l’azienda ha ampliato i programmi di formazione, con percorsi dedicati allo sviluppo sia delle competenze tecniche (hard skills) sia di quelle trasversali (soft skills). Per favorire l’inserimento e la condivisione dei valori aziendali, è stata inoltre introdotta la figura del buddy per i neoassunti, con l’obiettivo di rafforzare il senso di appartenenza e collaborazione all’interno dell’organizzazione.
Particolare attenzione è rivolta alla parità di genere: la certificazione UNI/PdR 125:2022 è stata conseguita e mantenuta, con una presenza femminile del 33% nel Consiglio di Amministrazione e un divario retributivo di genere complessivo pari all’8,3%, in miglioramento rispetto al 9,0% registrato nel 2023.
Questo risultato, che si distingue positivamente rispetto alle medie nazionali (oltre il 20%) ed al contesto europeo (13%), testimonia l’impegno concreto dell’azienda nel promuovere equità e nel monitorare costantemente eventuali differenze legate al genere.
Governance e trasparenza
Nel 2024, Rhea ha rafforzato il proprio sistema di governance della sostenibilità istituendo un Comitato ESG, coordinato dal Consigliere delegato alla sostenibilità Stefano Macchi, con il compito di monitorare l’attuazione del Piano e garantire coerenza tra strategia, obiettivi e risultati.
Il Gruppo è dotato di un Codice Etico e di un sistema di whistleblowing, che consente ai dipendenti e ai collaboratori di segnalare in modo riservato e protetto eventuali comportamenti irregolari.
Questi strumenti costituiscono un presidio fondamentale sulla condotta d’impresa, contribuendo a mitigare rischi reputazionali e legali.
“Il Bilancio di Sostenibilità 2024 è la conferma tangibile della nostra volontà di anticipare le evoluzioni normative e di consolidare una cultura d’impresa basata su etica, trasparenza e innovazione sostenibile,” conclude Stefano Macchi, Consigliere delegato alla sostenibilità.
“Essere una comunità che promuove il benessere delle persone è il nostro intento condiviso. Attraverso il nostro lavoro, i nostri prodotti e le nostre scelte, vogliamo contribuire alla diffusione di uno stile di vita più sostenibile.”
La responsabilità sociale
Rhea considera da sempre centrale il proprio ruolo sociale nei territori in cui opera. La convinzione che non possa esistere crescita solida e duratura senza il benessere delle comunità locali ha guidato l’azienda nello sviluppo di iniziative concrete e coerenti con i propri valori, capaci di generare impatto positivo.
Negli anni, Rhea ha costruito un rapporto sinergico con il tessuto sociale locale, sostenendo realtà che promuovono inclusione, cultura, sport, solidarietà e cura. Questo impegno è oggi oggetto di un percorso di evoluzione strategica, volto a raccogliere tutte le iniziative sotto un unico cappello valoriale e identitario, con l’obiettivo di strutturare una strategia di restituzione alla comunità coerente e riconoscibile, sia a livello locale sia internazionale.
Un impegno per il futuro
Con il Bilancio di Sostenibilità 2024, Rhea rafforza e amplia il proprio impegno verso una crescita sempre più responsabile e innovativa.
Un percorso in continua evoluzione, guidato dalla convinzione che sostenibilità e benessere delle persone siano le fondamenta di un futuro condiviso e duraturo.
Il bilancio di sostenibilità 2024 è disponibile sul sito di Rhea qui.
La scheda sintetica di Rhea Vendors Group
Rhea Vendors Group, fondata da Aldo Doglioni Majer nel 1960, è tra i più importanti produttori al mondo di macchine per la pausa caffè. Da oltre sessant’anni, Rhea si contraddistingue per la forte impronta internazionale, design di altissimo livello, tecnologia all’avanguardia ed eccellenza del made in Italy.
Con headquarter e produzione in provincia di Varese e filiali in 10 paesi esteri, Rhea ha il vanto di diffondere la cultura della pausa caffè in 100 Paesi di tutto il mondo. Da player del mondo del vending a precursore nell’utilizzo della distribuzione automatica nei settori del new retail, hotellerie e out of home, Rhea conferma la propria vocazione a interpretare e anticipare un mercato in continua evoluzione.
Le nuove proposte di Rhea rivoluzionano il concetto dell’ospitalità, in contesti sia business che residenziali, con una proposta di valore per accrescere l’esperienza della pausa caffè.
RIMINI – Per il biennio 2026/2027, Best Coffee sarà il fornitore ufficiale del caffè verde dei Campionati Italiani Roasting, mentre Casadio (brand di Cimbali Group) supporterà i Campionati Italiani Barista e Latte Art con l’Ermes Dual, il macinacaffè ufficiale per entrambe le competizioni.
Questa doppia partnership garantirà ai concorrenti materie prime e attrezzature di altissimo livello, valorizzando sia il lavoro dei torrefattori sia la precisione dei baristi in gara.
Best Coffee, selezionatore di origini sostenibili e di qualità, accompagnerà i Campionati Italiani Roasting 2026/2027 mettendo a disposizione il caffè verde ufficiale.
“Siamo onorati di essere stati scelti come fornitori ufficiali di caffè verde per le gare di tostatura al SIGEP 2026 e 2027. Vedere il nostro caffè protagonista sul palco della competizione ci riempie di orgoglio e gratitudine.
Un riconoscimento che premia il nostro impegno quotidiano nella selezione di origini sostenibili e di qualità, al servizio della comunità del caffè”, dichiarano Stefania e Carmen Galeandro, Best Coffee Srl.
Casadio (Cimbali Group) sarà invece sponsor tecnico dei Campionati Italiani Barista e Latte Art per il biennio 2026/2027 con l’Ermes Dual, il nuovo macinadosatore a doppio utilizzo – single shot e on demand – progettato per offrire precisione, versatilità e costanza anche nei contesti più esigenti. Ermes Dual vuole rappresentare un nuovo standard della macinatura professionale, garantendo performance affidabili dall’espresso ai metodi filtro.
“È un privilegio avere due aziende così prestigiose al nostro fianco per i Campionati Italiani 2026-2027.” Dichiara Filippo Vidiz, Coordinatore della comunicazione di SCA Italy.
“Questo dimostra come le gare SCA abbiano un forte valore per brand importanti della Coffee Industry e come siano anche un’occasione importante di lancio e di visibilità per i prodotti. Il compito del nostro chapter è quello di offrire ai competitor il massimo in termine di performance e con Casadio e Best Coffee abbiamo raggiunto l’obiettivo”.
BRESCIA – Si è da poco concluso il viaggio di Alessandro Borea, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI), in Etiopia, culla del caffè e terra ricca di storia, biodiversità e innovazione. L’esperienza, nata dalla collaborazione tra IPD No e IPD Import ProMotion Desk, ha rappresentato un’occasione unica per approfondire la conoscenza diretta delle origini del caffè e delle evoluzioni che stanno interessando la filiera locale.
Alessandro Borea: il racconto
“Arrivare in Etiopia significa tornare là dove tutto ha avuto inizio,” racconta Alessandro Borea. “La prima giornata tra i piccoli esportatori di Addis Abeba e la sessione di cupping presso Enku Coffee mi ha permesso di assaporare profili aromatici straordinari, frutto della ricchezza genetica degli heirloom locali e della crescente attenzione dei giovani professionisti etiopi alla tracciabilità e alla qualità”.
Il viaggio si è poi spostato a sud-ovest, nella regione di Jimma, tra altipiani verdi e villaggi immersi tra le piantagioni. “Jimma è il cuore pulsante di una tradizione millenaria che oggi si apre al futuro,” prosegue Borea.
“Le cooperative storiche e le nuove realtà imprenditoriali lavorano insieme per innovare senza spezzare il filo con la tradizione. Visitare aziende modello come Haider Abamecham, Limmu Kossa e Dehab Specialty Farm, camminare nelle foreste tra le piante di caffè, osservare le pratiche di selezione e fermentazione, mi ha fatto comprendere quanto la biodiversità e la sostenibilità siano la vera ricchezza di queste terre”.
In Etiopia il caffè cresce spesso in contesti forestali e semi-forestali, integrato nella vegetazione naturale e protetto dagli alberi d’ombra.
Le varietà coltivate, i cosiddetti landraces, rappresentano un patrimonio genetico unico al mondo esempio anche per l’Italia da valorizzare ancora di più nella promozione del caffè. “Credo fermamente che il futuro del caffè di qualità passerà dalla capacità di esaltare questa diversità”, ancora Alessandro Borea.
La piantagione Tega Tula Coffee
L’ultima tappa del viaggio è stata la visita alla piantagione Tega Tula Coffee, emblema di una nuova generazione di specialty farm dove innovazione, sostenibilità e ospitalità si fondono armoniosamente.
“Trascorrere due giorni immersi tra le piante di caffè, nel lodge della piantagione, ci ha permesso di vivere in prima persona l’evoluzione della filiera etiope: una realtà capace di produrre caffè lavati, naturali e anaerobici, puntando sempre all’eccellenza, solo conoscendo a fondo le origini possiamo davvero comprendere e guidare il futuro del caffè”, conclude il presidente dell’Istituto Espresso Italiano.
Il Museo Lavazza di Torino diventa più accessibile per la Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Elena Marchisio per il portale Il Giornale del Piemonte e della Liguria.
L’iniziativa del Museo Lavazza di Torino
TORINO – Il Museo Lavazza di Torino inaugura Il Museo è Aperto, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, il 3 dicembre. Il progetto nasce dalla volontà di rendere l’esperienza museale il più possibile accessibile e inclusiva e l’iniziativa è stata ideata e sviluppata in coerenza con la visione culturale e sociale del gruppo, all’interno del programma IncluVisity, dedicato alla promozione della diversità, dell’equità e dell’inclusione.
Il progetto propone un nuovo modo di vivere il museo, pensato per accogliere pubblici con esigenze diverse e offrire strumenti che superino barriere sensoriali, cognitive e comunicative, quali: audio-racconti narrativi accessibili tramite Qr-code in rilievo, percorsi tattili per persone cieche e ipovedenti, video in Lis e sottotitoli per persone sorde o con difficoltà uditive, mappe in Caa (Comunicazione aumentativa alternativa) per persone con disabilità cognitive, neurodivergenze, ma anche per bambini e bambine che si avvicinano alla lettura.
Ogni sala è dotata di punti informativi ad alto contrasto e inclinazione facilitata, mentre tutti i materiali sono disponibili online nella landing page dedicata, presente sul sito del Museo Lavazza, che permette di preparare la visita in anticipo o viverla da remoto. Il Museo Lavazza si propone dunque come uno spazio dove l’accessibilità non è un’aggiunta, ma è un principio fondante.
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Bari è tra le città italiane, insieme a Parma e Pescara, che ha registrato gli aumenti di prezzo più elevati per la tazzina di caffè. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Carlo Testa per il quotidiano Il Corriere della Sera.
L’aumento del prezzo del caffè in Italia
BARI – Insieme a Parma e Pescara, Bari è tra le città italiane con i rincari più pesanti per la tazzina di caffè negli ultimi quattro anni.
È quanto emerge da uno studio condotto dal Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) in collaborazione con Assoutenti in occasione della Giornata internazionale del caffè che si è celebrata il primo ottobre. Dai dati viene fuori che a Bari il caffè è aumentato del 40% rispetto al 2021.
In termini di effetti sulle tasche degli italiani, l’aumento dei prezzi dell’espresso determina un aggravio di spesa non indifferente – spiega Assoutenti – La pausa al bar rappresenta un appuntamento fisso quotidiano per milioni di cittadini, al punto che in Italia vengono servite ogni anno 6 miliardi di tazzine nei locali pubblici della Penisola.
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