Dalla coccola che scalda il Natale alle nuove sperimentazioni gourmet: perché il cioccolato resta il regalo più semplice e sorprendente di tutti. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale Mediaset Infinity.
Il cioccolato a Natale tra tradizione e innovazione
MILANO – Il cioccolato ha un potere quasi magico. Quello di mettere d’accordo tutti. Certo, ci si divide tra team al latte e team fondente, ma per chiunque è una coccola, un gesto – per se stessi o per gli altri – che mette subito di buon umore. Un po’ per una questione banalmente chimica (stimola la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e le endorfine, comunemente definiti ormoni della felicità), un po’ per una questione emotiva. È immediato, rassicurante.
Il Natale, con la sua ritualità fatta di incontri e piccoli vizi concessi, amplifica questo significato. Regalare cioccolato è un modo semplice per manifestare affetto, vicinanza. Una coccola concreta, che passa dal palato ma arriva dritta al cuore.
Ma se l’idea del cioccolato resta un grande classico per ogni stagione, ciò che mettiamo in confezione è cambiato. Le creazioni dei maître chocolatier oggi non si limitano più ai gusti sicuri classici: sono sempre più curate, più tecniche, più sorprendenti. A raccontarlo è la maître chocolatier belga Charlotte Dusart, che ha contribuito a definire le nuove direzioni del settore.
“Ogni anno le tendenze cambiano un po’, anche se c’è un fil rouge: deve essere un piacere per il palato”, spiega Dusart. “Bisogna creare qualcosa per cui, quando ne mangi un pezzo, ne vuoi subito un altro. Potremmo fare un cioccolatino alla carbonara, ma chi ha voglia di mangiarne due? Nessuno”. Una frase che chiarisce un punto spesso ignorato: l’innovazione funziona solo se resta golosa e vicina alle richieste delle persone.
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Si tratta di mini-dessert decorati e a dimensione di boccone creati dal maestro gelatiere nativo di Zagarise, in provincia di Catanzaro, a Roma da oltre vent’anni con le sue gelaterie a Trastevere e al Pigneto.
In occasione del periodo natalizio, dunque, ha realizzato dei mignon-gelato, elaborati rigorosamente a mano, declinati in diversi gusti e con ingredienti che seguono la stagionalità: il «Brontino»’ al pistacchio di Bronte, il «Romano» con nocciole di Carbognano, il «Mandorlino’»con mandorle grezze della Calabria, il «Venezuelano’»con massa di cacao del Venezuela, il «Brillo»’allo zabaione con marsala siciliano, il «Mandarino» con sorbetto di mandarino, il «Lamponcino» con sorbetto di lampone, il «Cubano» con cioccolato fondente dell’Equador e rum agricolo, il «Goloso» con arachide e caramello salato, l’«Esotico» con mango e passion, il «Gianduiotto» con chuao Domori e nocciole viterbesi.
Il maestro gelatiere sta già pensando alla serie estiva dei «Morroncini» magari in versione tropicale e a basso contenuto di zuccheri, un format – quello brandizzato dal campione del mondo di gelateria – su cui pare abbiano già messo gli occhi diversi mercati esteri per esportarlo in quei Paesi dove il gelato artigianale italiano sta grandemente spopolando.
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Una creazione sofficissima che unisce il lievitato della storica pasticceria al cacao firmato dalla storica azienda torinese. Ci sono solo duecento esemplari. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Rocco Moliterni per La Repubblica.
La Nuvola di cioccolato di Peyrano e Pasticceria Ghigo
TORINO – Il weekend dell’Immacolata vede protagonista l’inedito matrimonio goloso tra la Nuvola di Ghigo e il cioccolato di Peyrano. Il 6 e il 7 dicembre sarà infatti in vendita a Torino la nuova creazione ”Nuvola con gocce di cioccolato” frutto della partneship tra i due celebri marchi a base di dolcezze. Per chi non la conoscesse, la nuvola di Ghigo è un pandoro ricoperto di crema al burro e zucchero a velo, in questo caso arricchita dal finissimo cioccolato firmato Peyrano.
La delizia sarà prodotta in edizione limitata di solo 200 esemplari. Un intreccio del gusto che mette insieme bontà e ricercatezza.
“Ci piace – spiega Alessandro Pradelli, imprenditore oggi alla guida di Peyrano – collaborare con altri marchi di eccellenza. L’abbiamo fatto in passato a Modena con la Ferrari e Bottura e a Torino con il ristorante Del Cambio. Due mesi fa abbiamo proposto a Ghigo la nostra idea che è subito piaciuta. Abbiano fatto un po’ di prove ed ecco il risultato”. E il risultato è un pandoro di 650 grammi (sarà venduto al prezzo di 35 euro) morbido e accattivante in cui fanno capolino gocce di cioccolato di due diversi tipi.
“Abbiamo scelto – dice ancora Prandelli – da un lato il cioccolato gianduja realizzato con le nostre nocciole di Cravanzana e dall’altro un gran cru 100 per cento boliviano”. Rispetto alla Nuvola tradizionale sembra più eterea la copertura di crema al burro.
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Robot Memo entra ufficialmente nel club dei domestici del futuro: sparecchia, carica la lavastoviglie e non rompe nemmeno i calici buoni. Dopo anni di promesse mai mantenute, Sunday Robotics sostiene di aver trovato la formula giusta con Memo, il robot che impara dalle mani delle persone grazie a speciali guanti che racchiudono sensori.
Nel video di presentazione si muove tra tavoli, bicchieri e macchine del caffè come un perfetto aiutante di casa. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Euro News.
Memo, il robot domestico che afferra i bicchieri e carica la lavastoviglie
DENVER (USA) – Una start-up statunitense afferma ora che il suo ultimo robot può finalmente occuparsi dei lavori che le persone svolgono ogni giorno.
Sunday Robotics, con sede in California, sostiene di aver realizzato in meno di due anni un robot domestico capace di svolgere compiti di routine come sparecchiare un tavolo e caricare una lavastoviglie.
In un video diffuso dall’azienda, il robot su ruote Memo rimuove oggetti da un tavolo da pranzo e li ripone nella lavastoviglie. Nel video solleva anche due calici da vino con una mano, piega calzini e aziona una macchina del caffè espresso.
Sunday Robotics afferma che il sistema dei guanti è molto più economico della teleoperazione, ovvero il controllo di una macchina a distanza. Un guanto per Memo costa circa 200 dollari (circa 173 euro), contro i circa 20.000 dollari (circa 17.300 euro) di un robot teleoperato.
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La classica tazza di tè inglese (Foto di Terri Cnudde da Pixabay)
Il consumo di tè nero può sostenere il cuore e normalizzare la pressione sanguigna. Uno studio del 2023 ha rilevato che il consumo di questa bevanda è associato a un miglioramento della flora intestinale. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Ponas Medis.
I benefici del tè nero
MILANO – I nutrizionisti raccontano i benefici del tè nero per il cuore. Oltre al sapore e alla versatilità, questa popolare bevanda a base di caffeina ha una serie di benefici per la salute.
Come scrive Realsimple, i composti vegetali contenuti in questo tè hanno proprietà antiossidanti che rafforzano il sistema immunitario. “Gli antiossidanti agiscono eliminando i radicali liberi nel corpo e combattendo i danni alle cellule, contribuendo a ridurre l’infiammazione e il rischio di malattie croniche”, ha commentato il nutrizionista Jamie Adams.
Lo studio del 2025 ha rilevato che consumare più alimenti ricchi di flavonoidi, tra cui il tè nero, potrebbe ridurre la mortalità complessiva e il rischio di malattie croniche del 6-20%.
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A Pechino una caffetteria museale ha lanciato il cockroach cappuccino, espresso con polvere di scarafaggio e vermi tostati. È diventato virale, poi sospeso dalle autorità. Tra disgusti culturali, dubbi sanitari e sostenibilità, la bevanda divide il mondo e apre un nuovo fronte nel dibattito sul cibo del futuro. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Gianluca Ottavio per La Voce.
Il cockroach cappuccino
PECHINO – Una mano si abbassa sul banco. Il macinino vibra, non per aggiungere cacao o cannella, ma un velo sottilissimo di polvere ambrata: polvere di scarafaggio. È l’ultima audace (o bizzarra) tendenza che arriva da Pechino, una tazzina apparentemente comune, che cela un mix inedito: caffè espresso, polvere di scarafaggi, granella di vermi della farina tostati, un tocco di alghe.
Prezzo dichiarato tra 38 e 45 yuan (circa 5-6 dollari). Per alcuni provatori è “non così disgustoso” come avevano immaginato; per altri resta un confine che il palato non vuole oltrepassare. La bevanda è diventata virale e non solo in Cina.
Siamo nella caffetteria di un museo privato a tema insetti, noto nei media locali come il “Pantheon della Biodiversità” — ufficialmente Wanwu Museum — a Pechino. Il direttore, Dayuwan, in un’intervista ha spiegato che l’idea è nata “a fine giugno 2025” e ha preso ritmo solo in novembre, grazie a un’esplosione online: “Siamo un museo di insetti, ci sembrava naturale che anche il bar riflettesse il tema”. Le testate che hanno rilanciato la notizia — dalla South China Morning Post ai Straits Times — riferiscono che le vendite rimangono modeste (qualche decina di tazze al giorno) ma l’eco sui social è enorme.
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Il teologo Padre Paolo Benanti (immagine concessa)
TRIESTE – Si è conclusa a Trieste l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts – Coffee Megatrends, il summit B2B organizzato dalla famiglia Bazzara che, nei fastosi saloni del Savoia Excelsior Palace, ha riunito i protagonisti della filiera del caffè italiano, per una volta tutti insieme. E già questa è una notizia.
E possiamo già annunciare che, dai prossimi giorni, pubblicheremo uno ad uno tutti gli interventi al Trieste Coffee Expert.
Non solo un convegno, ma una sorta di regia collettiva della filiera. Un appuntamento pensato per fare rete e affrontare, in modo condiviso, quella che molti hanno definito la “tempesta perfetta” del settore: crisi, volatilità dei mercati, nuove regolamentazioni, trasformazione tecnologica, riposizionamento del made in Italy.
In due giornate di lavori, interamente trasmesse in diretta streaming in italiano e inglese e moderate dall’event director Andrea Bazzara, che ha anche coordinato il team dell’omonima torrefazione triestina nell’organizzazione dell’evento, produttori, torrefattori, associazioni di categoria e istituzioni si sono confrontati sulle tematiche più sensibili per il settore caffeicolo.
Michele Cannone con il premio di personaggio dell caffè dell’anno 2025 (immagine concessa)
L’evento, riservato ai professionisti e certificato Neutral Event, ha confermato Trieste come città del caffè e luogo privilegiato di dialogo per chi vede in esso non soltanto un prodotto, ma una leva culturale, economica e sociale.
Ad aprire l’edizione 2025 è stato Franco Bazzara – Presidente dell’omonima torrefazione triestina -, che nel saluto inaugurale ha evidenziato la crescita del summit: una platea quasi raddoppiata rispetto all’ultima edizione, un numero crescente di sponsor e partner e un pubblico collegato da oltre 23 Paesi in streaming, a implementare la vocazione internazionale dell’evento.
Bazzara ha ringraziato aziende, associazioni, fiere e istituzioni che sostengono l’iniziativa e ha salutato Cuba come Paese focus 2025, sottolineando come gli Stati Generali del Caffè e il Think Tank Torrefattori rappresentino due momenti chiave per rafforzare la coesione della filiera in una fase di profondi cambiamenti.
Massimiliano Fedriga (foto concessa)
La prima giornata, intitolata Beans of Change, si è aperta con un capitolo ad alta densità concettuale dal titolo AI & imprese: tra etica, vendite e industria del futuro. Il teologo francescano Padre Paolo Benanti, specialista del ramo e che ha un curriculum sterminato che trovate sotto in parte, ha introdotto il tema dell’algoretica, proponendo una riflessione sui risvolti etici dell’intelligenza artificiale e sulla necessità di mantenere l’essere umano al centro del governo degli algoritmi.
Ma chi è il francescano Padre Paolo Benanti che abbiamo potuto ascoltare al Trieste Coffee Exports? È un teologo, filosofo e accademico italiano. È professore di etica e bioetica, con un focus particolare sull’etica della tecnologia, sull’intelligenza artificiale (IA) e sul postumano, e insegna presso la Pontificia Università Gregoriana e all’Università LUISS. Ha anche ricoperto ruoli di consulenza importanti, come quello di consigliere di Papa Francesco sull’IA e di presidente della Commissione Nazionale per l’Intelligenza Artificiale in Italia. È presidente della Commissione Nazionale sull’Intelligenza Artificiale per l’informazione del governo italiano. È anche membro del New Artificial Intelligence Advisory Board delle Nazioni Unite.
La narrazione è proseguita con Paolo Andrigo (Accenture Song), che ha illustrato come la Gen AI stia trasformando la forza vendita, dando origine a una nuova generazione di agenti intelligenti capaci di supportare l’intero processo commerciale, dall’analisi del mercato alla generazione di lead fino al coaching personalizzato.
Da qui il passaggio naturale a Cristian Sartori (Siemens), che ha portato sul palco l’industria 5.0, raccontando l’ingresso del “cervello artificiale” nei mezzi produttivi tradizionali e i benefici in termini di efficienza, controllo dei processi e riduzione degli sprechi. Un Flash Talk di Anna Garneri (Matchplat) ha chiuso il quadro, ricordando quanto i micro-dati possano diventare una bussola strategica per le imprese del caffè.
Nel pomeriggio, il capitolo “Regenerative Coffee: sostenibilità, territori e responsabilità” ha riportato al centro terre, foreste e comunità. L’Ambasciatrice di Cuba in Italia, Mirta Granda Averhoff, ha presentato il Paese focus del Trieste Coffee Experts 2025, dove nel 1959 la superficie forestale era intorno al 12%, mentre nel 2022 ha raggiunto il 42%, grazie a un percorso di riforestazione che ha trasformato l’isola in un caso emblematico di sostenibilità ambientale e sociale.
Su questo sfondo si inserisce il progetto BioCubaCafé, raccontato con grande partecipazione da Michele Curto, che vede la partecipazione della Fondazione Lavazza e punta a sviluppare un caffè sostenibile a tutti i livelli, reso tracciabile da un sistema basato su blockchain capace di registrare numerosi parametri lungo la filiera.
A chiudere il cerchio è stata Claudia Carroccia (Olam Italia), che ha evidenziato come per le aziende del comparto la sostenibilità non sia più un plus, ma un requisito di accesso al mercato.
Il Flash Talk di Sara Corallo (HostMilano) ha proiettato questi contenuti nel contesto delle grandi fiere internazionali, dove il caffè diventa chiave di lettura dei nuovi consumi.
La linea di continuità tra innovazione e responsabilità è stata ripresa nel capitolo “Tech Driven Coffee: nuove tecnologie e nuovi consumi”, dove è emerso con forza il legame tra tecnologie avanzate e sostenibilità.
Enrico Metti (Brita) ha ricordato come la gestione dell’acqua, risorsa spesso data per scontata, sia centrale per la qualità in tazza e per il raggiungimento del Goal 6 dell’Agenda 2030.
Andrea Gilli (IMA Petroncini) ha raccontato l’evoluzione della macchinazione tra AI e robotica, con sistemi in grado di garantire tostature costanti e controlli in tempo reale.
Marco Schiavon (amministratore delegato di Caffè Borbone) ha portato poi un dato emblematico: l’Italia è il primo Paese al mondo per consumo pro capite di monoporzionato; un segmento in crescita, che l’azienda interpreta attraverso sistemi a cialde in carta compostabili, visti come veicolo per presentare l’espresso italiano all’estero in chiave sostenibile.
In chiusura, Andrea Cometa (Apulia Software) ha mostrato come il software possa diventare il “nervous system” delle torrefazioni contemporanee, integrando dati, qualità e produzione.
A seguire ha visto il suo esordio il nuovo panel lanciato da Bazzara: “Gli Stati generali del caffè”.
Obiettivo dichiarato: costruire un associazionismo sistemico, capace di mettere in dialogo tutte le anime della filiera – un tema caro ai Bazzara fin dalla prima edizione del Trieste Coffee Experts nel lontano 2014.
Introdotti da Patrizia Andolfatto che, per conto di Aries SPARL, ha parlato di Triestespresso Expo, e dal flash talk di Dario Fumi (Intesa Sanpaolo Agribusiness), Gli Stati Generali del Caffè, come ha sottolineato Andrea Bazzara, hanno rappresentato un momento utile per scattare una fotografia di un sistema in piena tempesta perfetta, riunendo sullo stesso palco le principali sigle associative della filiera.
Tre tavoli – dedicati al costo del futuro e all’equilibrio tra crisi, mercati, tendenze e opportunità, al rapporto tra tradizione ed evoluzione dell’espresso, e a una “sostenibilità sostenibile” fondata su un nuovo patto tra imprese, ambiente e consumatori – hanno visto confrontarsi sul palco presidenti e rappresentanti delle principali associazioni di settore, tra cui: Francesca De Feo (Comitato Italiano del Caffè – Unione Italiana Food), Massimiliano Fabian (Presidente dell’ECF, European Coffee Federation), Paolo Ghidotti (Presidente European Vending & Coffee Service Association), Omar Zidarich (Presidente del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè), Alessandro Borea (Presidente Istituto Espresso Italiano), Giorgio Caballini (Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale), Arianna Mingardi (Presidente Associazione Caffè Trieste), Roberto Nocera (Presidente UCIMAC, i costruttori italiani di macchine espresso), Eleonora Pirovano (IWCA – Women in Coffee Italy), Alberto Polojac (National coordinator di SCA Italy), Petra Zambelli (Fairtrade Italia).
La seconda giornata, “Italian Coffee Excellence”, ha spostato lo sguardo sul rapporto tra identità, mercati e narrazione. Nel capitolo “Italian Coffee Identity: tradizione, cultura e competitività dal chicco al mondo”, il direttore di Fondazione Symbola, Domenico Sturabotti, ha rilanciato il concetto “Coesione è competizione”, invitando il mondo del caffè a riscrivere il racconto del made in Italy in un contesto segnato dall’Italian sounding e da una competizione internazionale sempre più aggressiva.
In un’economia in rapido cambiamento – secondo Sturabotti –, vincono le imprese che investono in relazioni, capitale umano, innovazione, sostenibilità e radicamento nei territori. I dati mostrano che le aziende coese crescono di più in termini di produzione, export, occupazione, investimenti green e R&S, dimostrando che la capacità di fare rete non è un valore accessorio, ma una leva concreta di competitività per il made in Italy, caffè compreso.
Maurizio Giuli (Simonelli Group) ha applicato questo paradigma all’espresso italiano, evidenziando come l’industria dell’espresso italiano, pur crescendo a livello globale, debba rinnovare i propri modelli per restare competitiva in un mercato maturo e complesso. E sul fronte dell’export.
La sfida, ha spiegato Giuli, non è più solo nella qualità del prodotto, ma nella capacità di integrare marketing, internazionalizzazione e strategie differenziate per mercati, mentre Mario Rubino (Presidente Kimbo) ha mostrato come la sua azienda abbia saputo fare del radicamento partenopeo una leva narrativa e di mercato, trasformando una tradizione locale in un linguaggio contemporaneo e globale.
Il Flash Talk di Laura Tentoni (Sigep) ha collegato questi temi alle dinamiche del fuori casa e del dessert, dove il caffè dialoga con pasticceria e gelateria.
Con “Horizons of Made in Italy: trasparenza, maestria e sostenibilità” il summit è rientrato nel cuore della filiera.
Nel suo intervento, Rudi Albert (Alkaff) ha evidenziato come il nuovo Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) stia ridefinendo l’importazione di caffè verde, imponendo tracciabilità geografica a livello di parcella, verifica della legalità e sistemi digitali avanzati di monitoraggio.
Pur rappresentando una sfida per una filiera frammentata e poco digitalizzata, la norma, secondo Albert, offre nuove opportunità competitive ai produttori in grado di garantire trasparenza, sostenibilità e qualità certificata come risposta a una domanda crescente di fiducia da parte del consumatore.
Alessandro Garbin (IMF) ha valorizzato il concetto di intelligenza artigianale, dove il know-how del tostatore trova un alleato nelle tecnologie più avanzate.
Michele Cannone (Lavazza Group), durante l’intervento denominato “Greenovation”, ha descritto l’emergere di una “nuova normalità del caffè” post-pandemica, segnata da consumi meno frequenti ma più premium, da un pubblico giovane che traina il settore fuori casa e da format che privilegiano esperienzialità, qualità e praticità.
L’evoluzione del mercato – ha aggiungo Michele Cannone – vede crescere le espresso-based beverages, il cold coffee e i nuovi concept ibridi, mentre la competitività nei prossimi anni si giocherà su trasparenza di filiera, sostenibilità, ingredienti autentici, packaging responsabile e digitalizzazione dell’esperienza di consumo, mentre Alessandro Chelli (Trusty) ha mostrato come la certificazione e il controllo dati possano dare sostanza a queste promesse.
In chiusura è nato un altro format destinato a lasciare il segno: il “Think Tank Torrefattori”, 3 panel di confronto tra 9 torrefattori italiani, dai grandi player internazionali alle torrefazioni artigianali, dal nord al sud pensando alla rappresentanza regionale, per avere una fotografia di quella che è oggi la “penisola del caffè”.
Il dibattito si è concentrato sul nuovo prezzo della tazzina tra costi reali e percezione del valore, sulla necessità di una formazione continua e di uno storytelling all’altezza della complessità della filiera, e su un made in Italy reloaded che non si esaurisca nel marchio ma trovi coerenza nel messaggio.
A confrontarsi, tra gli altri, Franco Bazzara (Bazzara), Alessandro Borea (La Genovese), Michele Cannone (Lavazza Group), Arianna Mingardi (Amigos Caffè), Andrea Antonelli (Andrea Antonelli Roastery), Arturo Morettino (Morettino), Antonio Quarta (Quarta Caffè), Massimiliano Scala (Kimbo), Stefania Trombetta (Caffè Trombetta).
Come da tradizione, al termine della prima giornata è stato conferito il Premio “Personaggio del caffè”, assegnato quest’anno proprio a Michele Cannone, riconosciuto per la capacità di coniugare marketing internazionale, sostenibilità e valorizzazione dell’identità italiana del caffè.
I fratelli Mauro (sinistra) e Franco (destra) Bazzara consegnano a Michele Cannone (alcentro) il premio di Personaggio del caffè del 2025 (immagine concessa)
Una scelta che sintetizza lo spirito di questa edizione di Trieste Coffee Experts: leggere i megatrend senza perdere il legame con le radici, usare i dati senza smarrire l’umano, innovare tenendo insieme filiera, territorio e cultura.
In chiusura dei lavori, Andrea Bazzara ha sottolineato come le due giornate del Trieste Coffee Experts abbiano confermato la vocazione del summit come come luogo in cui il settore non soltanto si incontra, ma prova a scrivere insieme il copione del futuro del caffè.
Le idee emerse verranno ora rielaborate in un White Paper, un documento che sintetizzerà i contributi di relatori, associazioni e aziende, con l’obiettivo di alimentare la divulgazione della cultura del caffè di qualità.
Il Sales Manager Bazzara ha infine ringraziato relatori, sponsor, partner, media, pubblico in sala e collegato in streaming, oltre al Savoia Excelsior Palace e al team Bazzara, per aver reso possibile questa ottava edizione.
MILANO – La colazione, in Italia, non è più soltanto cappuccino e brioche consumati di fretta prima di andare al lavoro. Negli ultimi anni è diventata un vero rito sociale, un momento identitario, un segmento di mercato che cresce e che oggi più che mai rappresenta una delle leve più strategiche per il fatturato di un locale.
È su questa consapevolezza che DM Italia ha costruito “Il mattino ha l’oro in bocca”, l’evento dedicato a baristi, torrefattori e professionisti del settore che vogliono trasformare il servizio del mattino in un business solido, contemporaneo e organizzato.
Il 5 dicembre 2025, negli spazi di Joinus Milano e LAB Coffee Lovers, in Via Pompeo Leoni 1, la discussione ha preso forma con l’esperienza di Alessandro Giammatteo e la visione di Marco Pedron, due figure che, da prospettive diverse, condividono un obiettivo chiaro: aiutare gli operatori a capire cosa funziona davvero nel momento più delicato e affollato della giornata.
La colazione come abitudine stabile
Negli ultimi anni, infatti, la colazione fuori casa è diventata un’abitudine stabile soprattutto tra i giovani adulti: la fascia 25-34 anni è oggi quella che investe di più in questo momento della giornata.
Il consumo mattutino, da solo, vale il 74% dei clienti mensili di un locale, una percentuale che racconta meglio di qualunque altra cifra quanto sia cruciale saper gestire, con qualità e rapidità, la prima ondata di lavoro.
È un pubblico disposto a spendere fino a cinque euro per una colazione ben fatta, e sempre più curioso di provare alternative: dalle bevande vegetali, che registrano 200 milioni di litri consumati l’anno, alle proposte salate, sempre più richieste accanto al classico “caffè e cornetto”, che rimane la scelta preferita del 90% dei consumatori.
La colazione è meglio dell’aperitivo?
Il mattino si sta quindi trasformando in un momento più inclusivo dell’aperitivo: niente alcol, meno pressione sociale, più attenzione al benessere, maggiore voglia di scoprire sapori nuovi.
E, non da ultimo, l’estetica. La colazione è diventata instagrammabile, un piccolo rito personale che non ha bisogno di compagnia, ma che deve essere impeccabile nell’aspetto e nella presentazione.
I limiti del business
In questo scenario, però, molti locali fanno ancora i conti con limiti strutturali che compromettono la velocità, la qualità e la percezione del servizio. Il layout della postazione, ad esempio, è spesso sottovalutato: attrezzature distribuite senza logica, lavatazze posizionati troppo lontano, spazi di lavoro ristretti, superfici disordinate.
Tutti elementi che rallentano il flusso, abbassano la produttività e, soprattutto, si traducono in un servizio meno accurato. La prima vera trasformazione nasce proprio qui: nella costruzione di una postazione lineare, ergonomica, ottimizzata nei movimenti, dove l’efficienza non dipende soltanto dalla scelta delle attrezzature, ma da come esse dialogano tra loro e da come si inseriscono nel workflow quotidiano.
Il ruolo della pulizia
Un ruolo cruciale, in questa organizzazione, lo gioca anche il principio del clean as you go, ovvero la pulizia costante durante il servizio. Non si tratta semplicemente di igiene, ma di metodo: mantenere ordinata la postazione riduce i tempi morti, migliora la precisione nelle preparazioni, previene contaminazioni incrociate, trasmette professionalità al cliente e garantisce un ambiente di lavoro più sicuro.
È una regola che permette di mantenere il ritmo anche nei momenti di picco, evitando accumuli, errori e usura prematura delle attrezzature.
Ma cosa si aspetta il pubblico?
Il cliente di oggi si aspetta un’esperienza coerente, un equilibrio continuo tra qualità e rapidità, e ambienti curati che raccontino attenzione e identità. È un pubblico consapevole e informato, che riconosce immediatamente quando un locale ha investito in formazione, standardizzazione e cura dei dettagli.
I consigli di Marco Pedron
Le creazioni di Marco Pedron per l’evento
A questo proposito è arrivato poi l’intervento di Marco Pedron, che ha portato sul palco una riflessione tanto concreta: per distinguersi davvero, ha spiegato, bisogna superare la monotonia degli sfogliati tradizionali e aprirsi a contaminazioni capaci di sorprendere senza allontanare la clientela.
Da qui le sue sperimentazioni che uniscono impasti della tradizione italiana alla morbidezza e alle tecniche di cottura dei bao asiatici: farina circolare, impasti di veneziana trasformati in nuove forme, versioni vegane, reinterpretazioni al tiramisù.
Il messaggio finale
Il messaggio finale dell’evento è stato unanime: la colazione è una macchina complessa che vive di formazione continua, gestione del tempo, standard ripetibili, aggiornamento costante e crescita professionale.
È un rituale quotidiano che cambia velocemente e che premia chi sa ascoltare i trend, rinnovare l’offerta e curare ogni dettaglio, dalla ricetta fino alla disposizione degli strumenti.
BRUXELLES, Belgio – Giovedì 4 dicembre, la presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una revisione puntuale del regolamento dell’UE relativo ai prodotti a deforestazione zero (EUDR). L’obiettivo è semplificare l’attuazione delle norme vigenti e rinviarne l’applicazione per consentire agli operatori, ai commercianti e alle autorità di prepararsi adeguatamente.
A seguito delle preoccupazioni espresse dagli Stati membri e dai portatori di interessi in merito alla preparazione delle imprese e delle amministrazioni come anche alle questioni tecniche relative al nuovo sistema di informazione, i colegislatori hanno espresso sostegno alla semplificazione puntuale del processo di dovuta diligenza da parte della Commissione.
Hanno inoltre soppresso il “periodo di grazia” inizialmente proposto dalla Commissione per le grandi e medie imprese, optando invece per una chiara proroga della data di applicazione per tutti gli operatori fino al 30 dicembre 2026, con un ulteriore periodo di riserva di sei mesi per i micro e i piccoli operatori.
Elementi principali dell’accordo
Le due istituzioni avevano mandati molto simili per quanto riguarda la proroga della data di applicazione del regolamento e l’introduzione di ulteriori misure di semplificazione al fine di ridurre gli oneri amministrativi, preservando al tempo stesso gli obiettivi del regolamento.
Nel quadro dell’accordo, l’obbligo e la responsabilità di presentare la dichiarazione di dovuta diligenza richiesta riguarderà esclusivamente gli operatori che immettono per la prima volta il prodotto sul mercato. I colegislatori hanno convenuto che solo il primo operatore a valle nella catena di approvvigionamento sarà responsabile della raccolta e del mantenimento del numero di riferimento della dichiarazione di dovuta diligenza originale, anziché della sua trasmissione a valle della catena.
È stata inoltre chiarita la dichiarazione semplificata per i micro e piccoli operatori primari: questi presenteranno solo una dichiarazione semplificata una tantum e riceveranno un identificativo della dichiarazione, che sarà sufficiente ai fini della tracciabilità.
Entrambi i colegislatori hanno inoltre sottolineato l’importanza di garantire uno scambio continuo con gli esperti, i portatori di interessi e tutti gli operatori pertinenti in merito all’attuazione dell’EUDR. Ciò dovrebbe avvenire nell’ambito dell’attuale quadro del gruppo di esperti della Commissione/della piattaforma multilaterale dei portatori di interessi sulla protezione e il ripristino delle foreste del pianeta. Entrambe le istituzioni hanno inoltre convenuto di imporre alle autorità competenti di segnalare alla Commissione perturbazioni significative dei sistemi informatici per garantire il corretto funzionamento del sistema, assicurando allo stesso tempo flessibilità per ridurre al minimo gli oneri amministrativi.
Nel tentativo di ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi, i colegislatori hanno inoltre convenuto di eliminare alcuni prodotti stampati (come libri, giornali, immagini stampate) dall’ambito di applicazione del regolamento, rispecchiando il limitato rischio di deforestazione associato a tali articoli.
La Commissione europea è stata incaricata da entrambi i colegislatori di effettuare un riesame a scopo di semplificazione e di presentare una relazione entro il 30 aprile 2026. La relazione dovrebbe valutare l’impatto e gli oneri amministrativi dell’EUDR, in particolare per gli operatori più piccoli, e indicare le modalità per affrontare i problemi individuati, anche attraverso orientamenti e miglioramenti del sistema di informazione. La relazione dovrebbe essere corredata, se opportuno, di una proposta legislativa.
Prossime tappe
Prima di entrare in vigore e sostituire l’attuale regolamento sulla deforestazione, l’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato e adottato formalmente da entrambe le istituzioni.
Il Caffè del Birbantello 2025 nuovi pack canale Professional (immagine concessa)
NAPOLI – Caffè Borbone, azienda leader nel business della torrefazione e del caffè monoporzionato, presenta la nuova Special Edition de Il Caffè del Birbantello, quest’anno dedicata all’interpretazione del tema dell’insegnante-eroe, figura di riferimento che accompagna i bambini nella loro crescita personale e civica.
L’azienda ha scelto di ampliare il valore educativo del progetto sociale Il Caffè del Birbantello, nato nel 2022 a Napoli, tra i vicoli di Rione Sanità, integrandolo per la prima volta all’interno delle ore di educazione civicadella scuola primaria e creando un laboratorio di disegno strutturato come percorso didattico-formativo, realizzato in partnership con la divisione educational del gruppo Withub Spa.
Gli istituti coinvolti
L’iniziativa ha coinvolto cinque istituti scolastici: Istituto Ozanam (Napoli), Istituto Comprensivo Statale G. Mazzini-G. Modugno (Bari), Istituto Comprensivo Amerigo Vespucci (Firenze), Istituto Comprensivo A. Mazzi (Bergamo), Istituto Comprensivo Ardigò (Padova).
A settembre, i docenti hanno accompagnato i bambini in un percorso di riflessione sui valori civili, mostrando come il lavoro quotidiano di maestre e maestri insegni fin dal primo giorno di scuola il rispetto per gli altri.
Le idee si sono trasformate in disegni creativi, pieni di gioia, colori e speranza. Una giuria composta da rappresentanti di Caffè Borbone e della Fondazione Pesenti Ets – ente del terzo settore impegnato nella crescita culturale, civile e di genere delle nuove generazioni – ne ha selezionato uno per città, destinato a decorare le confezioni del caffè in cialda.
Gli elaborati
Gli elaborati raccontano, con stile e fantasia, gli insegnanti come veri e propri eroi:
Napoli: la maestra è una supereroina vestita di rosa, con mantello dello stesso colore, simbolo della sua forza e del suo affetto. La scritta “Perché la maestra ci insegna a comportarci in maniera giusta” ne sottolinea il ruolo positivo ed esprime il valore della figura dell’insegnante che non si limita a trasmettere conoscenze, ma insegna soprattutto il rispetto e la gentilezza, a scuola e nella vita quotidiana, anche quando la campanella suona e la lezione finisce.
Bari: la maestra è un’eroina dotata di molteplici poteri. Al contempo, ascolta, insegna, corregge e aiuta, sostenendo i bambini passo dopo passo.
Firenze: un’insegnante sorridente trasforma la matematica in gioco, spronando gli alunni con un incoraggiante “Bravi ragazzi!”, dimostrando così dedizione e attenzione al loro impegno.
Bergamo: il maestro è raffigurato con un mantello rosso e armato di libri, quaderni e matite, strumenti potentissimi per imparare e scoprire cose nuove e trasformare ogni lezione in un’avventura. La scritta “Super Maestro” sottolinea l’abilità straordinaria di rendere l’apprendimento stimolante e coinvolgente.
Padova: celebra un superpotere speciale, la capacità della maestra di trasmettere emozioni positive anche quando è giù di morale oppure è stanca, come raccontano due volti, uno triste e uno felice, accompagnati dalla frase “Il superpotere della maestra è avere sempre il sorriso anche se si sveglia triste”.
Le parole di Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone
“Il Caffè del Birbantello nasce per valorizzare la creatività dei bambini e riconoscere l’importanza di chi li accompagna ogni giorno”, afferma Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone.
“Questo progetto non è solo un’iniziativa educativa e sociale, ma un gesto concreto a sostegno della scuola e delle nuove generazioni. Portare i loro disegni sulle confezioni di caffè in cialda significa dare spazio alle loro emozioni, al loro sguardo sul mondo e alla spontaneità con cui raccontano ciò che li circonda.”
La Special Edition de Il Caffè del Birbantello è disponibile per l’acquisto in GDO, nei negozi specializzati di caffè e sull’e-commerce di Caffè Borbone fino a esaurimento scorte.
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