martedì 19 Agosto 2025
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Matteo Beluffi a Milano, con l’Hub dedicato alla comunicazione delle aziende, con caffetteria specialty e non solo

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matteo beluffi
L'angolo caffetteria (foto concessa)

MILANO – Matteo Beluffi ha novità sul territorio milanese con uno spazio pensato in primis per la creazione di contenuti social aziendali in cui è stato ricreato un bar per i contenuti di OLTRE e non solo. Un luogo suddiviso in caffetteria specialty, una parte home barista con un angolo mixology e una cucina da casa per sviluppare i contenuti di pasticceria legati a IN-VECE dell’uovo.

Beluffi avvia un locale su strada, chiuso al pubblico

L’Hub disposizione degli operatori (foto concessa)

“Nato anche come HUB di incontro e ispirazione per il futuro, un punto di riferimento del mondo vegetale per professionisti del settore come baristi, pasticceri, aziende o imprenditori con i quali condividiamo visione e ricerca o che sono semplicemente interessati ai progetti che stiamo portando avanti per Horeca e Industria.

Lo spazio dall’interno (foto concessa)

Diamo quindi la possibilità, su appuntamento, di conoscerci, scoprire e degustare sia il mondo vegan applicato alla pasticceria, con focus su IN-VECE dell’uovo, sia la linea specialty di OLTRE Specialty Coffee.

Lo spazio si presta anche per collaborazioni aziendali del mondo food & beverage o attrezzature attraverso la creazione di contenuti ad hoc che rispecchiano i nostri valori.

Per poter esplorarlo e chiedere ulteriori informazioni, è possibile contattare Matteo Beluffi all’indirizzo beluffi.m@belcosrl.com

Sant’Eustachio il Caffè: la storica torrefazione romana apre anche a Malta

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Il logo della torrefazione (immagine presa da Facebook)

La storica torrefazione Sant’Eustachio il Caffè della Città Eterna arriva a Malta con una vasta proposta di dolci e caffè per l’estate del 2025 nel quartiere San Julian. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Lavinia Martini per il portale d’informazione Cibo Today.

Sant’Eustachio il Caffè a Malta

ROMA – Mentre molti italiani sono in viaggio tra le isole più affascinanti del Mediterraneo, potranno incontrare anche un caffè romanissimo, quello di Sant’Eustachio. Succede a Malta, dove è stata appena inaugurata una sede della storica torrefazione aperta a Roma, nello specifico nel quartiere San Julian.

Qui la famiglia Gauci – che a Malta si occupa di distribuire le cucine a marchio Lube – dopo aver visitato per tante volte Roma e proprio la caffetteria di Piazza Sant’Eustachio ha deciso di portare in franchising il marchio fuori dai confini italiani.

Lo racconta la famiglia Ricci, capitanata dal signor Raimondo, insieme con i figli Federica e Carlo (c’è anche lo zio Roberto, fratello di Raimondo, che da anni vive in Brasile dove lavora a stretto contatto con i produttori di caffè). Dal 1999 i Ricci si prendono cura di questa longeva eredità, presente già all’estero con una serie di rivenditori ufficiali, e per ora solo con uno store in Corea del Sud, a Busan.

Il nuovo store maltese ha sia una parte take away che alcune sedute interne per consumare in loco. La proposta è molto simile a quella dell’originale locale romano. Tranne il Gran Caffè, prodotto di punta di Piazza Sant’Eustachio, una ricetta ancora segreta di un caffè a metà fra un espresso e un doppio e prerogativa del locale romano, i caffè e le bevande al caffè sono già quelle amate dai turisti di mezzo mondo.

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Fipe ed Edulia dal Sapere Treccani presentano il corso formativo per i futuri imprenditori della ristorazione

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Il nuovo corso (immagine concessa)

ROMA – Edulia dal Sapere Treccani e Fipe-Confcommercio presentano un percorso formativo gratuito online e in presenza rivolto alle scuole secondarie di secondo grado per formare i futuri imprenditori della ristorazione. In partenza da ottobre 2025, preiscrizioni già aperte su https://fipe.edulia.it/.

Il nuovo corso

Formare i futuri imprenditori della ristorazione, consapevoli delle opportunità e delle sfide del settore, dove oggi è richiesto un equilibrio fra creatività, competenze e adattabilità, è l’obiettivo di “Educare all’imprenditorialità – La ristorazione come opportunità d’impresa”, un percorso educativo gratuito firmato Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi – ed Edulia dal Sapere Treccani e rivolto a tutte le classi delle scuole secondarie di secondo grado, in partenza ufficialmente a ottobre per l’anno scolastico 2025-2026, dopo un’edizione pilota. Le preiscrizioni sono già aperte sul portale https://fipe.edulia.it/.

Un corso unico nel panorama italiano, in formula ibrida, online e in presenza, che unisce alla gratuità la qualità Treccani e l’autorevolezza nel settore di FIPE-Confcommercio e dei suoi esperti, valido per la formazione docenti e per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) degli alunni, grazie alla certificazionedel Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Webinar tematici, moduli online on demandformazione in presenzahackathon finale dove presentare la propria idea imprenditoriale nel settore: “Educare all’imprenditorialità – La ristorazione come opportunità d’impresa” è un percorso che si svolge nel corso dell’anno scolastico caratterizzato da un approccio pratico, dinamico e interattivo all’apprendimento e da una didattica più partecipativa e orientata al mondo del lavoro, utile per l’ideazione e la progettazione di idee imprenditoriali concrete.

Nei prossimi mesi saranno disponibili contenuti differenziati per docenti, studentesse e studenti, che avranno l’opportunità di confrontarsi con le sfide e le complessità del mercato attuale e avere strumenti operativi e culturali per comprenderlo come spazio di iniziativa e innovazione. Sono già online alcuni moduli formativi realizzati da professionisti quali Roberta Parollo, specializzata nel marketing turistico e alberghiero, e Nicoletta Polliotto, Digital Project Manager di Muse Comunicazione ed esperta di Food & Restaurant Marketing, e testimonianze ispirazionali di imprenditori e manager del settore come Tunde Pecsvari (Macha Cafè), Daniela Gazzini (Vivi Food & Lifestyle), Alessandro Premoli (Autogrill-Avolta) e Delia Ciccarelli (McDonald’s).

L’edizione pilota – alla quale hanno partecipato oltre 600 studenti – si è svolta da novembre 2024 a maggio 2025, per concludersi con un hackathon finale a Roma, presso la sede dell’Istituto Treccani, dove alcuni studenti selezionati da tre istituti della capitale, suddivisi in sei gruppi di lavoro, dopo aver ricevuto le istruzioni per svolgere il compito e guidati dai tutor di Edulia Treccani, hanno avuto l’opportunità di mettere in pratica le conoscenze acquisite elaborando un concept originale di idea imprenditoriale nel settore della ristorazione, ciascuno diverso per target, modello di business e identità di marca e presentarlo  davanti a una giuria di esperti.

Vincitori sono risultati gli studenti dell’Istituto Pellegrino Artusi di Roma – che ha ottenuto un buono del valore di 1.500 euro per l’acquisto di derrate alimentari mentre un buono di 100 euro è andato a ciascun componente del gruppo vincitore – grazie al progetto “Radici”, idea imprenditoriale strettamente connessa al tema della sostenibilità e con protagonista il pane e il suo riutilizzo in cucina in modo creativo e versatile.

Caffè torrefatto nel canale horeca: nel 2024 vendite a 738,3 milioni, +4,4%, report di Competitive Data

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

MILANO – Competitive Data ha rilasciato l’edizione 2025 del report caffè nel canale horeca, dove analizza l’andamento del mercato nell’ultimo triennio, con le previsioni fino al 2029. Le torrefazioni considerate nel report detengono una quota di mercato aggregata del 87,6% a valore, del 81,3%  a volume, e sviluppano un fatturato aggregato totale (tutti i canali, tutti i prodotti) di 4.870,0 milioni di euro.

L’andamento del mercato e lo scenario competitivo

Nel 2024 le vendite di caffè torrefatto nel canale horeca hanno fatto registrare una crescita a valore del +4,4%, per attestarsi a 738,3 milioni di euro, grazie all’ulteriore crescita dei prezzi medi che hanno controbilanciato la flessione a volume.

Il repentino rialzo dei costi del caffè verde, con il raggiungimento dei massimi storici per l’Arabica, uniti alle criticità logistiche (ed ulteriori costi in più) legate al conflitto mediorientale, hanno messo in seria difficoltà le torrefazioni, che hanno potuto trasferire solo parzialmente tali aumenti sui listini.

Il quadro è stato reso ancor più difficile da tassi di interesse che non hanno completato la discesa, un accesso al credito ancora poco favorevole, e cambiamenti penalizzanti nelle abitudini di consumo.

In tale situazione, in un mercato che si basa su aiuti agli esercenti di varia natura, l’equilibrio economico dell’attività di vendita è stato messo sotto pressione, con l’attenzione interamente rivolta al capitale circolante e alle coperture necessarie per garantire la normale operatività aziendale.

Numerose torrefazioni sono entrate in crisi, soprattutto quelle già compromesse dal punto di vista patrimoniale e finanziario, che non hanno avuto altra scelta se non incrementare in maniera consistente i prezzi di vendita in tempi brevi, ed al contempo rivedere la politica di sconti, condizioni, servizio.

Mentre ne hanno tratto vantaggio le torrefazioni più solide, che hanno potuto calmierare meglio gli aumenti di listino, mantenere costante il livello di servizio, e sottrarre clientela alle prime, di fatto trasformando un contesto difficile in opportunità.

La concorrenza di prezzo si è ulteriormente inasprita, complice un canale, quello dei bar, in saldo negativo per altri 4.337 punti vendita nel 2024.

Le performance migliori le fanno registrare quelle torrefazioni che già nel 2023 e 2022 mostravano indici di competitività molto alti (indicatore composito che include anche attività di innovazione e sostenibilità) e nel 2024 non solo guadagnano quote di mercato, ma al loro interno c’è anche chi riesce a migliorare i margini.

Un risultato eccezionale se confrontato con il preconsuntivo delle medie del canale horeca per il 2024 che mostra indicatori reddituali scesi ai livelli del 2022.

La mappa dell’elasticità degli esercenti horeca rispetto al prezzo praticato dai torrefattori, calcolata per il 2024, mostra solo pochissime regioni con buon livello di anelasticità (la quantità domandata varia in proporzione minore rispetto alla variazione del prezzo).

Il potenziale dei mercati esteri

Il calcolo del potenziale dei mercati esteri più attrattivi per il caffè italiano nel canale horeca nel 2025, che tiene in considerazione non solo del consumo pro capite di caffè, ma anche del reddito medio, crescita specialty, tariffe, reti distributive, ed altre numerose variabili, vede ancora prevalere il Vecchio Continente con cinque Paesi e, nonostante la questione dazi, gli USA rimangono nelle prime posizioni; ma è da evidenziare soprattutto l’ingresso tra i primi dieci posti di ben tre Paesi dell’area asiatica.

Se poi guardiamo ai 7 anni successivi sono cinque i Paesi dell’area asiatica ad entrare nella classifica delle top 10 per potenziale di mercato.

Il potenziale delle regioni italiane

Sebbene nel complesso il potenziale regionale per il 2025 decresca man mano che si scenda  dal Nord verso il Sud e Isole riscontriamo notevoli differenze all’interno delle singole aree, con punteggi anche molto diversi, ad esempio, tra Calabria e Sicilia, o tra Trentino Alto Adige e Piemonte, Marche e Toscana e così via. Nel complesso chi migliora maggiormente la propria  attrattività nel 2025 è l’area del Triveneto.

Le previsioni 2025-2029

A differenza dell’anno scorso, quando già a luglio davamo quasi per definito il 2024, quest’anno a testimonianza del quadro estremamente complesso in cui le aziende si trovano ad operare, le differenze sono sensibili fin dal 2025, a seconda che si verifichi lo scenario base o quello peggiore.

Il 2026 è l’anno su cui dovrebbe poggiarsi la base per un successivo rilancio nel caso di scenario base, mentre per quello peggiore dovremo aspettare il 2027, per arrivare alla forbice massima di 60 milioni di euro di differenza tra i due scenari nel 2029.

Ulteriori approfondimenti sono disponibili qui.

La scheda sintetica di Competitive Data

Competitive Data (www.compedata.com)  è una società specializzata nella realizzazione di ricerche di mercato e nella consulenza strategica di marketing; i suoi servizi supportano le aziende nei processi di analisi, valutazione, e scelta, delle decisioni più efficaci e appropriate per crescere, in Italia e all’estero, attraverso una lettura intelligente dei dati, l’interpretazione dei risultati raggiunti, e l’impiego di metodologie tradizionali unite a quelle più innovative legate al mondo digitale.

Caffè Borbone: nel primo semestre ricavi a 184,5 milioni, +10,7%, continua la crescita all’estero +18%

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Caffè Borbone logo
Il nuovo logo di Caffè Borbone

MILANO – Il consiglio di amministrazione di Italmobiliare S.p.A., la finanziaria che ha una partecipazione al 60% in Caffè Borbone dal 2018, ha riportato i risultati aggiornati al 30 giugno 2025. Nel corso del primo semestre prosegue la crescita del Gruppo. A livello aggregato, i ricavi delle Portfolio Companies Industriali sono cresciuti del 12,3% a 739,3 milioni di euro, con margine operativo lordo pari a 43,4 milioni.

In particolare, tra le principali portfolio companies industriali, si notano i ricavi in aumento del 10,7% a 184,5 milioni di euro per Caffè Borbone, la cui marginalità è stata condizionata dall’elevato prezzo della materia prima caffè, che si conferma prima marca per volumi di vendita nel monoporzionato sul mercato italiano.

I ricavi di Caffè Borbone

Continua inoltre la crescita dell’estero, che fa registrare un +18% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Anche nel primo semestre 2025 perdura il complesso scenario competitivo che vede il settore del caffè condizionato dall’elevatissimo costo della qualità Robusta, che ha raggiunto quota 5.800 $/tonnellata.

Il margine operativo lordo è pari a 23,3 milioni di euro, in flessione rispetto ai 37,4 milioni di euro del corrispondente periodo dell’esercizio precedente a causa di maggiori costi per l’acquisto della materia prima caffè per 26,7 milioni di euro, per buona parte compensati dalle politiche di prezzo adottate dalla società.

Al netto di ammortamenti per 6,5 milioni di euro, il risultato operativo è pari a 16,7 milioni di euro.

La posizione finanziaria netta al 30 giugno è negativa per 59,6 milioni di euro, nel semestre la generazione di cassa è positiva per 9,7 milioni di euro.

Starbucks, ricavi trimestrali a 8,22 mrd (+4%), Jde Peet’s, vendite semestrali 5,045 mrd (+19,8%), dazi Usa sul caffè brasiliano al 50%

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Starbucks
I loghi delle due multinazionali

MILANO – Le borse premiano i titoli di Starbucks e Jde Peet’s, dopo la pubblicazione, rispettivamente, dei dati trimestrali e semestrali delle due società. Il tutto, mentre l’amministrazione Trump conferma i dazi al 50% sull’import di caffè brasiliano. Starbucks ha reso note martedì 29 luglio, alla chiusura dei mercati, le cifre per il trimestre conclusosi il 29 giugno.

I risultati (in parte) superiori alle attese hanno spinto il titolo al rialzo del 4,6% nel premarket, anche se la quotazione si è ridimensionata nel prosieguo della giornata. I ricavi netti consolidati hanno raggiunto, nel terzo trimestre di esercizio, i 9,5 miliardi di dollari (8,22 miliardi di euro), in crescita del 4%.

Un dato che supera le previsioni di Wall Street, di 9,3 miliardi. Nelle 13 settimane, la più grande catena di caffetterie del mondo ha aperto 308 nuovi locali arrivando a un totale di 41.097, per oltre la metà (53%) a gestione diretta. Usa e Cina sono i massimi mercati di Starbucks, con rispettivamente 17.230 e 7.828 locali.

Le note dolenti cominciano però quando guardiamo alle vendite a parità di perimetro, che hanno segnato un calo del 2%, contro il -1% del trimestre precedente e il -1,5% previsto da Bloomberg. Si tratta del sesto semestre consecutivo in negativo.

In nord America, i ricavi netti di Starbucks sono cresciuti del 2%, a 6,927 miliardi di dollari (5,99 miliardi di euro), grazie a un +5% nei ricavi dei negozi a gestione diretta

Ma le vendite a parità di perimetro sono scese del 2%, per effetto di un -3% nelle transazioni a parità di perimetro solo parzialmente compensato da un incremento dell’1% nello scontrino medio.

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Trieste Coffee Experts: continuano le adesioni all’evento con Pacorini e Flex Packaging

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Andrea Bazzara (immagine concessa)

TRIESTE – Cresce l’attesa per l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts – in programma il 6 e 7 dicembre presso l’Hotel Savoia Excelsior Palace -, ma continua a crescere anche il numero di sponsorizzazioni e di ospiti di assoluto rilievo, ai quali con oggi si aggiungono le importanti realtà di Pacorini Global Group e Flex Packaging.

Così Andrea Bazzara ha voluto commentare queste nuove e gradite presenze: “Il Trieste Coffee Experts ora può contare su due altre nuove partnership di primissimo piano, grazie agli accordi di collaborazione siglati con il gruppo globale Pacorini e con Flex Packaging, importante azienda nella produzione di imballaggi ”.

Fondato nel 1933 a Trieste, Pacorini Group da oltre 90 anni offre servizi logistici per una vasta gamma di materie prime e di merci varie: imbarco/sbarco, magazzinaggio, lavorazioni industriali e trasporto. Pacorini Group sosterrà il Trieste Coffee Experts in qualità di Official Sponsor della manifestazione.

Flex Packaging nasce nel 1988 per realizzare imballaggi flessibili poli-accoppiati in bobine sacchetti e doypack per il settore food e non-food, specializzandosi nel settore Caffè.
La Flex Packaging si è dimostrata sin dal principio in linea con i massimi standard di settore, attraverso certificazioni che garantiscono prodotti e materiali in termini di sicurezza igienico-sanitaria e che assicurano un contatto salubre con gli alimenti (BRC IoP standards).

Il direttore vendite di Flex Packaging, Gennaro Del Percio (immagine concessa)

Il direttore vendite di Flex Packaging, Gennaro Del Percio, ha voluto commentare così la scelta di collaborare con il Trieste Coffee Experts: “Come Flex Packaging abbiamo ritenuto opportuno dare il nostro supporto al Trieste Coffee Experts, che anche per questa ottava edizione si conferma un punto di riferimento e di importante aggregazione per il settore. Crediamo nel valore del confronto tra operatori e nella possibilità di costruire insieme risposte concrete a un momento particolarmente delicato, segnato da profondi cambiamenti”.

In conclusione: “Sostenere eventi come quello dei Bazzara significa contribuire a rafforzare la filiera e promuovere una visione comune capace di affrontare le sfide attuali con una maggiore forza e consapevolezza.”

I partner dell’evento (immagine concessa)

Oscar Farinetti da Kimbo: “Oggi una tazzina di caffè al bar non dovrebbe costare meno di € 2,50”

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Mario Rubino insieme a Oscar Farinetti (immagine concessa)

NAPOLI – La grande esperienza di Oscar Farinetti, imprenditore visionario e fondatore di Eataly, nonché scrittore e figura di riferimento internazionale nel mondo della cultura enogastronomica di qualità, nasce proprio nel settore del caffè: “Mio padre, partigiano e idealista, aveva fondato nel 1967 una torrefazione di caffè e la aveva chiamata UniEuro. Fu proprio in quella torrefazione che io incominciai a lavorare nel 1978. Imparai così le differenze tra i vari caffè crudi del mondo. Imparai l’importanza della qualità sia delle materie prime che in fase di trasformazione”.

Con queste premesse ha accolto l’invito di Mario Rubino, presidente altrettanto visionario di Kimbo, ad un incontro ufficiale ma informale, seguito dalle telecamere dell’agenzia giornalistica Ansa, sul tema “La qualità del caffè e il suo giusto prezzo”.

I due imprenditori Mario Rubino e Oscar Farinetti (immagine concessa)

L’idea di Rubino nasce dall’esigenza, oggi più attuale che mai, di raccontare ancora una volta ai consumatori il valore della filiera del caffè, fatta di competenza, responsabilità e passione. Una filiera che parte dalla materia prima, nelle zone equatoriali del pianeta, e che arriva nei negozi e nei bar in formato tazzina, senza mettere sufficientemente in luce la complessità di un processo di trasformazione purtroppo ancora poco noto ai consumatori.

“In un momento in cui il mercato del caffè è fortemente segnato da criticità legate all’aumento dei costi del caffè crudo e alla pressione sui prezzi di vendita per tutte le note crisi internazionali, noi di Kimbo abbiamo scelto con forza di non scendere a compromessi – è stata la premessa a Farinetti di Mario Rubino – perché siamo convinti che la qualità, costruita con impegno lungo tutta la filiera, sia un valore da difendere”.

Invitando Oscar Farinetti in azienda, Mario Rubino ha inteso affidare ad una voce autorevole, esterna e imparziale, il compito di spiegare al grande pubblico perché la qualità ha un valore, e perché oggi più che mai è importante riconoscerlo e sostenerlo, anche a costo di qualche sacrificio, sia per i torrefattori che per i consumatori.

“In Italia il prezzo del caffè espresso è sempre stato calmierato proprio per l’importanza che riveste per noi italiani. Ma se dovessimo guardare ai costi reali, oggi una tazzina di caffè al bar non dovrebbe costare meno di 2,50 euro” – è stata la dichiarazione, ferma e diretta, di Farinetti – “L’Italia è l’unico paese della fascia per così dire occidentale in cui la tazzina di caffè è sottopagata. Solo Grecia e Portogallo hanno un prezzo simile a quello italiano. Tenere il prezzo di una tazzina di caffè al bar a 1,20, al Sud, o magari a 1,50, al Nord, non è sostenibile e non è giusto”.

Oscar Farinetti in visita da Kimbo (immagine concessa)

C’è di più: “Quanto paghiamo al bar per una qualsiasi bibita, se non addirittura per un bicchier d’acqua? Si tratta peraltro di prodotti peraltro già pronti per l’uso, che bisogna solo versare. Che dire del caffè, che invece ogni volta deve essere “cucinato”? Il barista è il cuoco del caffè, ed è ora di riconoscere il giusto valore a tutta la filiera. Così come nessuno si aspetterebbe una bottiglia di vino d’eccellenza a pochi euro, anche la tazzina di caffè dovrebbe essere riconosciuta come il risultato di una filiera complessa e artigianale”.

“Il barista è il responsabile dell’ultimo miglio, deve saper valorizzare e raccontare tutta la complessità che c’è dietro una tazzina. È per questo che abbiamo intensificato negli utlimi anni le attività del Kimbo Trainign Center che ormai non sono dirette solo ai professionisti ma anche agli appassionati di caffè. Perché solo un consumatore più esperto ed esigente riuscirà, proprio come è avvenuto nel mondo del vino, a pretendere e comprendere una qualità in tazza eccellente. E sarà disposto anche a riconoscere il giusto valore al caffè che sta bevendo”.

Oscar Farinetti insieme al team Kimbo (immagine concessa)

Dopo l’incontro al Kimbo Training Center con Alessandra, Mario e Paola Rubino, e con Luca Amabile e Gerardo Evangelista, rispettivamente seconda e terza generazione della famiglia che ha fondato l’azienda nel 1963, Farinetti ha voluto fare visita ai laboratori di ricerca, controllo e qualità dove, con la quality manager Maria Cristina Tricarico, ha curiosato tra le centinaia di pregiati Arabica e Fine Robusta che danno vita alle varie miscele Kimbo, per poi seguire tutte le fasi industriali nei vari reparti della produzione a confronto con Francesco Cavallo, direttore industriale sviluppo impianti e RSPP di Kimbo.

Oscar Farinetti da Kimbo (immagine concessa)

“Non avevo mai visitato una torrefazione napoletana” – ha affermato Farinetti – “e non vedevo l’ora di farlo proprio in Kimbo perché sono affascinato dalla tostatura scura, quella capacità di spingere il punto di cottura al punto massimo possibile per far esprimere al caffè tutte le sue meraviglie. Il caffè è un mondo pieno di storie che devono essere assolutamente raccontate. Soprattutto dai napoletani, che hanno fatto del caffè un momento rituale di incontro tra le persone. A Napoli – ha concluso Farinetti, rivolgendosi a Rubino ed esprimendo tutta la sua ispirazione per la civiltà ateniese socratica – avete preso la parte di vitalità energetica del caffè e l’avete fatta diventare simbolo dell’incontro umano. Per non parlare del caffè sospeso: invenzione della solidarietà sociale”.

Il prezzo dietro una tazzina di caffè (immagine concessa)

Impegnato costantemente proprio nella attuazione di progetti di solidarietà sociale (con il Carcere di Secondigliano, la Diocesi ed il Conservatorio di Napoli), Mario Rubino ha concluso: “Per noi, senza la qualità non si va avanti. Il costo del caffè verde, la materia prima che compone i nostri caffè, è aumentato del 300% negli ultimi 24 mesi, a causa del cambiamento climatico, dei fattori geopolitici, ma anche per l’incremento del consumo mondiale. Oggi i prezzi del caffè sono mediamente raddoppiati, ma prometto ai nostri cari, affezionati consumatori che, se mai i prezzi del caffè crudo, i dazi e il mercato internazionale ce lo consentiranno, noi di Kimbo faremo di tutto, mantenendo la qualità, per offrire sempre il nostro caffè al prezzo più giusto per tutti”.

A corredo dell’incontro, Kimbo ha elaborato un’infografica (vedi allegato) che mostra come si suddivide il prezzo di una tazzina di caffè da 2 euro, per offrire uno spunto concreto di riflessione sul reale valore della qualità.

Per vedere il servizio video dell’agenzia Ansa basta cliccare qui

Coca-Cola: Donald Trump ha convinto il colosso ad usare zucchero di canna

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Il logo della Coca-Cola

Entro la fine del 2024, Coca-Cola lancerà la nuova versione della bevanda dolcificata con zucchero di canna americano. Il presidente Donald Trump ha rivendicato il fatto di aver convinto il colosso a sostituire lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) con vero zucchero di canna. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Leonardo Pasquali per il portale everyeye.

La formula della nuova Coca-Cola approvata da Trump

MILANO – Coca-Cola ha annunciato che lancerà entro la fine dell’anno una versione della sua iconica bevanda dolcificata con zucchero di canna americano. La notizia, diffusa durante la presentazione dei risultati trimestrali dell’azienda, arriva a pochi giorni dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Il tycoon ha rivendicato il fatto di aver convinto il colosso a sostituire lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS) con vero zucchero di canna. Sui social, il 16 luglio, scriveva così: “Ho parlato con Coca-Cola per usare vero zucchero di canna nella Coke venduta negli Stati Uniti, e hanno accettato di farlo. Ringrazio chi di dovere in Coca-Cola. Sarà una buona mossa da parte loro – vedrete. È semplicemente migliore!”.

Il ceo di Coca-Cola, James Quincey, ha però chiarito, come riportato da eveyeye, che l’iniziativa non rappresenta una sostituzione completa della formula tradizionale: “Si tratta davvero di una strategia del tipo ‘e’ e non ‘o’”, ha dichiarato agli investitori. “Continueremo a utilizzare molto dello sciroppo di mais che già impieghiamo”, le sue parole riportate dalla redazione del Guardian. Secondo l’azienda, la nuova versione con zucchero di canna sarà un’alternativa destinata a soddisfare “l’interesse dei consumatori per esperienze differenziate”.

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Mars pronta ad investire 1,74 milioni negli Stati Uniti entro il 2026

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Il logo Mars

L’azienda dolciaria Mars investirà altri 2 miliardi di dollari (circa 1,74 miliardi di euro) nella produzione negli Stati Uniti entro il 2026. Il nuovo finanziamento sosterrà la realizzazione di uno stabilimento da 240 milioni di dollari (208,8 milioni di euro) per Nature’s Bakery a Salt Lake City, nello Utah. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione MarketScreener.

L’investimento di Mars negli Stati Uniti

MILANO – Il gigante dei dolciumi e snack Mars ha annunciato martedì l’intenzione di investire ulteriori 2 miliardi di dollari nelle sue operazioni negli Stati Uniti entro il prossimo anno, rafforzando così l’impegno continuo dell’azienda nell’espansione della produzione sul territorio americano.

Il produttore delle celebri barrette Twix e MilkyWay ha già investito oltre 6 miliardi di dollari nella manifattura statunitense negli ultimi cinque anni e il nuovo finanziamento sosterrà la realizzazione di uno stabilimento da 240 milioni di dollari per Nature’s Bakery a Salt Lake City, nello Utah.

Il nuovo impianto, la cui inaugurazione è prevista per mercoledì, creerà oltre 230 nuovi posti di lavoro nella regione e avrà la capacità di produrre circa un miliardo di barrette all’anno, ha dichiarato Mars.

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