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giovedì 01 Maggio 2025
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SCA – CQI, arriva l’accordo: parla Alberto Polojac, coordinatore SCA Italy sulla nuova partnership formativa: “Una notizia che ci ha colto all’improvviso, il 25 aprile”

MILANO – È recentissima la notizia che ha sancito la nuova partnership tra due organizzazioni chiave quando si parla agli addetti ai lavori del settore caffeicolo: la Specialty Coffee Association (SCA) e il Coffee Quality Institute (CQI), collaboreranno in sinergia per garantire un’offerta formativa che sia migliore e più accessibile per tutti gli operatori di questa industria. Un’evoluzione che però ha lasciato un po’ spiazzati molti professionisti, che deve essere necessariamente spiegata o almeno commentata: la voce di riferimento in questo caso è Alberto Polojac, coordinatore nazionale SCA Italy, Q Instructor per CQI, nonché a capo di Imperator, primo in-contry partner italiano selezionato proprio dal CQI e direttore della Bloom Coffee School, struttura presso la quale si sono svolti i primi corsi Q Arabica in lingua italiana.

Polojac, un primo commento a caldo sia come coordinatore Sca Italy e poi come unico certificatore in Italia per il CQI

“È arrivato abbastanza tutto all’improvviso ed è quindi un po’ difficile commentare, ma inizierei dicendo che le novità sono sempre da prendere in maniera positiva. Probabilmente come tempistiche e modalità, si poteva affrontare la cosa in maniera migliore e i trainer, i membri di entrambe le organizzazioni avrebbero potuto essere informati con maggiore anticipo. Quando abbiamo letto l’annuncio il 25 aprile, data un po’ simbolica, abbiamo potuto soltanto prenderne atto.

Mi permetto di dire una cosa: il Coffee Value Assessment (CVA), per quanto possa essere un buon sistema di valutazione, rispetto al cupping ha seguito uno sviluppo diverso. Quest’ultimo infatti, quando è stato creato negli anni ’80, diventando ufficiale nel 2004 con il Protocol, è partito da basi diverse: c’è stata condivisione da parte di un gruppo di lavoro, un’accettazione avvenuta nel tempo. Nel caso del CVA questo percorso graduale non c’è stato e per quanto un sistema possa essere valido, non dovrebbe prescindere dal confronto con chi lo utilizza senza che risulti invece un’imposizione dall’alto.”

Polojac, ma cosa cambierà, cosa resterà uguale?

“Non si sa cosa ne sarà del protocollo Q Arabica e Q Robusta, ma solo che ci sarà una nuova figura, ovvero quella del Q grader evoluto. Ci sono dei requisiti ulteriori per diventare instructor, che sono disponibili sul sito della SCA e includono la certificazione CVA, un Q Arabica o Robusta valido e il conseguimento del Sensory skills professional. Esiste un Fast track per poter richiedere di essere abilitato come trainer, una volta portati a termine questi step.

I pro di questa fusione? Ci sarà un’unica piattaforma per quanto riguarda l’accesso alla formazione, superando il duo polio di SCA e CQI, anche se si incorrerà nel rischio di tutti i monopoli, ovvero la mancanza di un vero confronto. Questa integrazione del Coffee Value Assessment, diventerà probabilmente il nuovo ordine di valutazione del caffè. È un fatto che lascia un po’ l’amaro, perché non nasce da un vero e proprio dialogo, o da una richiesta specifica da parte dei professionisti del settore.”

Ma fin qui che reazioni ha raccolto?

Polojac: “Ho passato il ponte del 25 aprile a cercare di rispondere alle richieste, ai dubbi delle persone. Il piano per ora resta questo: è possibile o frequentare l’Evolved Q Grader Lycence, oppure il classico percorso del CQI con 6 giorni di test. Per chi ha già la licenza, è sufficiente integrarlo con il Fast track.

Da parte mia posso dire che il programma di CQI ha acquisito una certa credibilità nel tempo, attraverso l’ascolto e la comunicazione aperta con i membri coinvolti, e questo è sinonimo della qualità dello stesso percorso formativo. Diventare instructor non era una strada facile, e la riconoscibilità a livello internazionale di questi titoli, non è da sottovalutare ancora adesso.

Parliamo di un percorso che prima si svolgeva in 6 giorni e che ora si riduce a due: va da sé che si rischia di svalutare un po’ la parte formativa professionale. Certo, il costo sarà anche minore.”

Ma per voi primo in-contry partner, cosa cambierà?

“Sarà da capire per noi che siamo stati il primo partner italiano selezionato da CQI com in-contry, che cosa significherà questa collaborazione. È parte del programma dei caffè certificati come CQI e non se ne sta però ancora parlando: la sensazione è che potrebbe giungere al termine. Questo passaggio determinerà un cambiamento, ma ancora non so bene di che tipo. La rapidità, senza preavviso, non mi permette di formulare una risposta completa.”

Koncentra, il semilavorato senza caffeina firmato Nous Energy: “Interessante anche per le aziende del caffè”

COMO – Nous Energy, la start-up fondata da under 30, punta allo sviluppo di ingredienti funzionali, sostenibili e innovativi. Il suo ultimo ingrediente, privo di caffeina ma capace di offrire gli stessi benefici sull’organismo – senza gli effetti collaterali – apre nuove opportunità per il settore. Questa innovazione è frutto del lavoro di Nous Srl, creatori di Koncentra. Un’opportunità anche per le aziende del settore caffè, per diversificarsi ulteriormente rispetto ai competitors.

Koncentra è l’ingrediente che sostituisce la caffeina senza farne sentire la mancanza: come siete arrivati a questa soluzione, in quanto tempo e con quali risultati a livello di effetto e sapore?

La caffeina è spesso associata al caffè, poiché la maggior parte di quella naturale viene estratta dai chicchi di caffè verde. Tuttavia, oltre alle problematiche legate alla supply chain, presenta un’altra criticità: il gusto, particolarmente amaro.

Koncentra è un semilavorato che, proprio come la caffeina, può essere integrato in bevande come energy drink, soft drink e integratori alimentari. Ciò che lo distingue, però, non è solo la funzionalità, ma anche la neutralità del gusto, che ne facilita l’integrazione nei prodotti finiti in modo impareggiabile.

Per questa ragione, Koncentra ha un sapore quasi neutro e privo di note marcate, permettendone l’utilizzo in qualsiasi formulazione, dalle bevande agli integratori.

Raggiungere questo risultato è stata una vera sfida: le materie prime utilizzate non sono di sintesi e presentano un profilo aromatico distintivo. Abbiamo quindi lavorato non solo sulla funzionalità di Koncentra, ma anche sul suo profilo organolettico, affinché si adattasse perfettamente alle ricette finali.

Da un lato, è stato necessario ottimizzare il processo produttivo per garantire l’efficacia del prodotto; dall’altro, abbiamo affinato la formulazione per eliminare retrogusti troppo marcati, ottenendo così un ingrediente versatile e facilmente implementabile.

Dopo tre anni e mezzo di ricerca, siamo ancora impegnati nell’ottimizzazione dei processi. Nel frattempo, abbiamo depositato un brevetto, attualmente in fase di valutazione presso l’EUIPO, la cui pubblicazione avverrà prossimamente.”

Potete svelare qualche dettaglio in più su Koncentra? A base di cosa è?

“Le materie prime utilizzate per ottenere **Koncentra** sono esclusivamente di origine naturale e agricola. In particolare, ci siamo concentrati su quattro ingredienti chiave: semi, radici e foglie. Il nostro lavoro ha richiesto numerosi tentativi, non solo per selezionare le materie prime più adatte, ma anche per comprendere come una combinazione agricola potesse adattarsi al processo produttivo specifico di **Koncentra**.

Dopo quasi 100 test, siamo riusciti a ottenere il risultato finale che risponde pienamente alle nostre esigenze.”

In che modo siete riusciti a ridurre lo spreco d’acqua del 60% e le emissioni di CO2 del 80%?

“La maggior parte della caffeina viene estratta attraverso un processo che prevede la decaffeinizzazione di una significativa percentuale dei chicchi di caffè. Tuttavia, questa filiera è estremamente dispendiosa in termini di consumo idrico.

Noi, invece, abbiamo scelto di affidarci a materie prime più sostenibili, provenienti da piante caratterizzate da una bassa richiesta d’acqua e da un’elevata resistenza. Questo approccio ci consente di ridurre significativamente gli sprechi idrici e di adottare un processo produttivo più efficiente e sostenibile.

La realizzazione di Koncentra non richiede sprechi o eccessi, soprattutto rispetto al trasporto e alla filiera del caffè quella dei nostri ingredienti è più corta, con molti meno intermediari. Questo ci permette di avere un maggiore controllo sulla qualità della materia prima e il rispetto dei produttori alle origini. Sono tutte certificate, non c’è sfruttamento del lavoro tanto meno minorile.”

“L’Eudr non toccherà le piantagioni delle materie prime da noi utilizzate.”

“Nelle zone in cui si coltivano le materie prime a noi necessarie, ci sono tante distese rimaste incontaminate ed è mantenuta una certa biodiversità. Non abbiamo problemi rispetto al regolamento europeo, come filiera e in relazione ai rischi della supply chain poco controllata”.

Con i costi alle stelle delle materie prime e la coltivazione di caffè messa a rischio da diversi fattori, Koncentra interessa anche le aziende trasformatrici del verde?

Sì, abbiamo già attirato grandi aziende produttrici di caffè. Ci vuole ovviamente del tempo per investire: quello che ci teniamo a sottolineare è che non siamo nemici, ma alleati per quanto riguarda eventuali sviluppi di bevande solubili calde per il settore Ho.Re.Ca ed eventuali tipi di caffè decaffeinato.

Siamo dei loro supporter, conosciamo i loro problemi e sappiamo che la differenziazione all’interno di un’azienda anche importante è qualcosa di molto ricercato. Siamo tifosi delle imprese che hanno una visione più ampia, e sono disposte a lanciare con la nostra collaborazione nuovi prodotti sul mercato. Con il tempo e la giusta comunicazione, si riuscirà a creare una collaborazione fruttuosa per tutti.”

Quali sono i vantaggi dell’uso di Koncentra?

“Principalmente c’è la possibilità di essere unici rispetto ai competitor: offrire prodotti come energy drink, bevande funzionali, bevande vegetali, integratori alimentari, qualcosa di nuovo, per il consumatore è sicuramente interessante.

Grazie all’implementazione di Koncentra, i prodotti che lo conterranno, saranno in grado di offrire effetti simili alla caffeina, privi però degli tipici effetti collaterali legati al suo consumo. L’adozione di Koncentra non è solo una scelta di marketing, ma si basa soprattutto sulla sua validità scientifica comprovata, dimostrata nel confronto diretto con la caffeina.

Ormai c’è una tendenza a ricercare prodotti funzionali, energetici, e maggiormente salutari.

Koncentra permette tutto ciò. E non solo: c’è anche l’aspetto legato alla sostenibilità che sta sempre più a cuore dei consumatori e così a noi. Stiamo cercando di comunicarlo ai nostri clienti di riferimento: il nostro target sono le aziende che sviluppano soft drink, bevande vegetali, energy drink, integratori alimentari in pillole e compresse, ma anche le imprese del settore caffeicolo. Naturalmente siamo ancora una start-up e ora siamo concentrati su questi primi obiettivi.

Abbiamo ricevuto dei feedback sia in Italia che all’estero: la partnership più rilevante al momento è con un’azienda straniera, ma in Italia ci sono tante realtà, medie, grandi e piccole, con cui abbiamo progettato il lancio di diversi prodotti. Il nostro Paese non è così restio come si può pensare. Basta avere i contatti giusti.”

265mila euro raccolti: e ora quali sono i prossimi sviluppi e su quali campi? Abbiamo letto che siete interessati alla trasformazione degli scarti… anche del caffè?

“Questi fondi ci hanno già permesso di fare diverse cose, validando a livello scientifico Koncentra. Abbiamo già fatto una prova su scala industriale. Per il 2024 un test ha provato che siamo in grado di sostenere una produzione fino a 12 tonnellate all’anno, che non è un volume così basso: con un chilo del nostro ingrediente si ottengono 4000 lattine (250ml o 330ml).

Il nostro obiettivo entro il 2028 è arrivare alle sessanta tonnellate, perché con la collaborazione di partner industriali vogliamo espanderci nel mercato americano dove abbiamo già riscontrato dei buoni riscontri. I numeri quindi saranno ben diversi da quelli che abbiamo affrontato fin qui, ma ci riusciremo con l’aiuto degli investitori. Nel giugno 2025 richiederemo poco più di due milioni di euro necessari per diventare sempre più competitivi.

Per quanto riguarda gli scarti, entro il 2028 vogliamo essere zero waste: vorremmo impiegare i nostri scarti nello sviluppo di nuovi prodotti. Stiamo attualmente analizzando la composizione dei nostri rifiuti e una volta scoperta, avremo le idee più chiare per capire come trasformarle insieme ai giusti partner.”

Koncentra: ci sono dosi consigliate al giorno?

“Il massimo di Koncentra giornaliera è di circa 2 grammi e mezzo. Gli effetti collaterali più comuni sono dei leggeri mal di testa, ma niente di così rilevante rispetto a quello che può provocare la caffeina se assunta in eccesso. Abbiamo già testato su esseri umani l’assunzione di Koncentra e fin qui le conseguenze di un sovra dosaggio sono minime, se non irrisorie. Abbiamo notato che Koncentra migliora le prestazioni date dalla caffeina di una media del 30% togliendo però gli effetti come ansia, problematiche gastrointestinali, tachicardia. Si può quindi consumare anche durante la sera, senza incorrere in disturbi del sonno.”

Quindi ora qual è il piano futuro?

“Partiremo dall’Italia con il lancio dei prodotti tra qualche mese, poi in Europa in Spagna, Portogallo, probabilmente Svizzera, Germania e negli Stati Uniti.“

Ma per le aziende scegliere di usare Koncentra rappresenta una spesa maggiore?

“Al momento, Koncentra ha un costo superiore rispetto alla caffeina, con un prezzo circa 35% più alto. Tuttavia, questo non rappresenta un ostacolo per le aziende che sviluppano nuove linee di prodotti caffeine-free.

Entro la fine del 2026, prevediamo di ridurre il costo del nostro ingrediente di circa 20%, avvicinandoci sempre più al prezzo della caffeina naturale. Questo ci permetterà di scalare ulteriormente e conquistare nuove quote di mercato.”

ofi, linea di finanziamento per 350 milioni di dollari, in Usa il caffè può essere finalmente etichettato come salutare

MILANO – Nuova infusione di finanziamenti per ofi (Olam Food Ingredients), divisione operativa del colosso singaporiano Olam Group, che opera nelle filiere di caffè verde, caffè solubile, cacao, spezie e noci. La società ha infatti ottenuto una linea di credito a termine per un valore complessivo di 350 milioni di dollari (americani) per una durata di 2 anni. Beneficiario della linea di credito sarà la controllata Olam Treasury Pte.

Lo strumento sarà inizialmente garantito da Olam Group Limited. Il prestito, che coinvolge DBS Bank e ICBC in qualità di lead arrangers, sarà utilizzato rifinanziare i prestiti in essere e per fini societari generali.

Il garante procederà al trasferimento a ofi Group limited successivamente all’Ipo e allo scorporo. L’Ipo di ofi era originariamente prevista per il secondo trimestre 2022, ma è stato rinviato a seguito delle tensioni internazionali seguite allo scoppio della guerra in Ucraina.

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Victoria Arduino alla Mixology Experience di Tuttofood con Andrea Villa, tre volte campione italiano di Coffee in good spirits

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Victoria Arduino sarà presente alla quarta edizione di Mixology Experience (hall 14 – stand D35), l’evento italiano dedicato alla beverage industry che si terrà in occasione di Tuttofood, in programma da 5 all’8 Maggio a Fiera Milano Rho.

Victoria Arduino alla quarta edizione di Mixology Experience

Al Mixology Experience  Victoria Arduino offrirà a baristi e mixologist le migliori innovazioni per l’estrazione di nuovi ingredienti healthy per cocktail come caffè, té e per scoprire l’esperienza live del PureBrewCoffee. In programma una serie di eventi e sessioni per baristi e mixologists con la partecipazione speciale di Andrea Villa, Campione italiano 2025 nella categoria Coffee in good spirit.

Durante la tre giorni Andrea Villa mostrerà come la tecnologia PureBrew di Victoria Arduino può ampliare il menù cocktail con ingredienti innovativi e healthy, in risposta alle esigenze della nuova generazione di consumatori. Villa lavorerà con due innovativi prodotti, E1 Prima EXP e PureBrew+, che consentono di preparare il PureBrewCoffee in modo facile e veloce.

E1 Prima EXP è una macchina professionale per caffè espresso a un gruppo in grado di estrarre anche il PureBrew cambiando semplicemente il portafiltro. Per le sue dimensioni compatte e le linee minimal, è lo strumento ideale per i coffee corner di hotel, hall di condomini, uffici e food truck che vogliono offrire un’esperienza ampia e ricca con un menu molto ampio fatto di espresso, bevande a base di latte, caffè filtro, tè, cocktail e mocktail.

Non perdere l’occasione di assaggiare il PureBrewCoffee, un caffè filtro con un profilo aromatico completamente nuovo, preparato con PureBrew+, il nuovo single brewer firmato Victoria Arduino. PureBrew+ offre un’esperienza di bevanda unica, con una combinazione perfetta tra qualità premium e tecnologia di estrazione innovativa.

La flessibilità di PureBrew+ consente di preparare non solo caffè, ma anche tè e infusi, senza rischio di contaminazioni. Il display consente di impostare fino a 12 ricette personalizzate, garantendo velocità, automazione e soprattutto la massima personalizzazione del risultato desiderato fino a 500 ml.

Durante l’evento Mixology Experience lo stand Victoria Arduino (hall 14 – stand D35) ospiterà una serie di importanti talk ed eventi con importanti player del settore per scoprire nuovi trend e nuove bevande da offrire ai tuoi clienti e far crescere il proprio business.

Capsule di caffè: la nuova delibera sulla gestione dei rifiuti per le imprese

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MILANO – Il Comitato dell’albo nazionale gestori ambientali, grazie alla deliberazione numero 3 del 14 aprile 2025 (è possibile consultarla qui),  ha permesso l’iscrizione nella categoria 1 per le imprese che trasportano rifiuti come capsule di caffè o altri infusi esausti.

Novità per i rifiuti costituiti da capsule di caffè

Questa iniziativa, come specificato dal documento,  è nata considerando la sempre maggior diffusione sul mercato delle capsule di caffè e perciò la necessità di intercettare, in un’ottica di economia circolare finalizzata al recupero e al riciclo, la relativa frazione esausta all’interno dei circuiti organizzati di raccolta differenziata.

La Tabella D2 presente nel documento viene perciò integrata con l’indicazione dei rifiuti costituiti da capsule di caffè o altri infusi esausti identificati dal codice EER 20 01 99.

Sempre più aziende si sono votate alla causa della sostenibilità. Un esempio tra tutti il Gruppo Nestlé in Italia (con il brand Nescafé Dolce Gusto) e illycaffè con RECAP, il primo progetto a livello nazionale focalizzato sul riciclo delle capsule in plastica (ne abbiamo parlato qui).

Da Lavazza a Gruppo Cimbali: le aziende familiari con manager esterni più influenti d’Italia

In Italia, oltre il 75% delle imprese familiari con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro è guidata da leader che appartengono alla famiglia, secondo l’Osservatorio AUB. Ci sono alcuni esempi in cui la guida di imprese di famiglie imprenditoriali italiane si salda con manager esterni, primi tra tutti Lavazza, illy e Gruppo Cimbali. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Anna Migliorati per Il Sole 24 Ore.

Famiglia e manager: il binomio perfetto per il futuro

MILANO – Famiglia e manager, un matrimonio ancora poco diffuso nelle imprese italiane, ma che potrebbe diventare cruciale nei passaggi generazionali che nei prossimi anni sono destinati a incidere nell’economia italiana. A patto che funzioni.

Prada che con la doppia anima di Patrizio Bertelli presidente e Andrea Guerra amministratore delegato riporta in mani italiane Versace è solo l’esempio che ha conquistato nelle ultime settimane le prime pagine dei giornali. Ma ci sono Lavazza, che supera i tre miliardi di euro in un anno difficile per il caffè.

Illy che solo pochi giorni fa in occasione della Milano Design Week ha presentato il nuovo sistema di capsule. Il Gruppo Cimbali, ancora nel mondo del caffè. Sapio, azienda brianzola leader nei gas industriali, protagonista del primo treno a idrogeno italiano, in Lombardia. Tutte storie in cui la guida di imprese che affondano nella storia di famiglie imprenditoriali italiane si salda con manager esterni. Ma non in tutti i casi è andata così.

In Italia, oltre il 75% delle imprese familiari con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro è guidata da leader che appartengono alla famiglia, secondo l’Osservatorio AUB. La leadership collegiale pesa circa il 10%, mentre solo in circa il 15% dei casi il leader arriva da fuori. Un quadro che vede l’Italia ancora molto diversa dal resto d’Europa. Secondo uno studio di ManagerItalia, nel 30% delle aziende familiari del Bel Paese c’è un solo manager esterno, contro l’80% di Francia, Germania e Spagna.

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Dietro un caffè si parla meglio che davanti a un Negroni: la Generazione Z attratta dalle bevande no alcol, particolare attenzione al brunch tra specialty coffee e mocktail

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MILANO – La Generazione Z sta rapidamente ridefinendo il concetto di aperitivo e, di conseguenza, anche quello del primo appuntamento. Secondo un’indagine condotta da Euromedia Research [1], ben il 46% dei consumatori italiani considera le bibite analcoliche come veri e propri comfort food, collocandole accanto a classici intramontabili come pizza, lasagne e cioccolato.

Ma quali sono i nuovi trend dell’aperitivo della Gen Z?

Le nuove generazioni, in particolare quelle tra i 18 e i 30 anni, sembrano apprezzare sempre di più cibi e attività che evocano sensazioni di benessere e familiarità.

Non sorprende quindi che i giovani stanno trasformando il brunch – o meglio ancora il brinner (dall’unione di brunch e dinner) – nel nuovo momento social per eccellenza. Lo confermano anche i dati Tinder in Italia, dove le menzioni in bio ai brunch è aumentata del 7% dal 2024 al 2025 [2].

Perché la Generazione Z ama il brunch:

  1. È un momento slow in una vita fast: niente sveglie all’alba, né attese infinite per la cena. Il brunch è la coccola del weekend, ma anche il nuovo rituale per chi lavora o studia in smart.
  2. Unisce tutti: piatti vegani, opzioni senza glutine o lattosio, combo dolce-salato, caffè specialty e mocktail raffinati. La tavola è sempre più inclusiva e rispettosa delle scelte (o necessità) alimentari.
  3. Non è solo cibo, è cultura: sempre più post sui social legati al brunch menzionano almeno una volta caffè o brioche. Per molti è il vero momento identitario, tra cappuccini d’avena e pain au chocolat fatti in casa.

E l’aperitivo? Mock is the new rock

Altro che spritz! Anche il trend dei mocktail è ormai una certezza, con la Gen Z che riduce (o elimina) l’alcol nelle proprie uscite. Come confermato dai dati di Tinder in Italia, dove le menzioni in bio ai drink sono diminuiti del 25% rispetto allo scorso anno [3]. Questo cambiamento fa parte di una tendenza più ampia evidenziata da Tinder già nel suo report Future of Dating del 2023: la crescita del fenomeno del “dry dating”—un movimento destinato a durare, guidato dalla Gen Z, verso connessioni più intenzionali e senza alcol.

Ma come si è evoluta questa tendenza no alcol? Il nuovo fenomeno a fare tendenza è lo zebra striping — la nuova frontiera del beverage: alternare cocktail e mocktail in una stessa esperienza gustativa, creando un equilibrio di sapori e sensazioni. Una sorta di “slow sipping” emozionale.

Questo comportamento riflette un cambiamento culturale verso un consumo più moderato e consapevole di alcol, in linea con l’attenzione crescente della Gen Z per la salute e il benessere.

Colazione batte aperitivo

Sempre più Gen Z preferisce la colazione fuori al classico aperitivo. Perché? È più economica, più varia e più sincera.

Dietro un caffè si parla meglio che davanti a un Negroni

E intanto nascono nuovi format: colazioni condivise, brunch matchati e community food events dove ci si incontra davvero. Ancora una volta, i dati di Tinder confermano il trend: nel 2025, le menzioni in bio alla “colazione” sono aumentate del 4,5% [4], mentre quelle relative all’”aperitivo” che sono diminuite del 16,5% [5].

Le tre ricette di Tinder per cavalcare l’onda dei trend e conquistare la pancia del tuo match e non solo.

 Mini quiche vegane alle verdure di stagione

Usa una base di pasta brisée vegana e riempila con un mix di verdure grigliate (tipo zucchine, peperoni, cipolla rossa) e una crema di tofu al basilico. Sono perfette da servire tiepide e si mangiano in due morsi!

Perfetto mix tra golosità e romanticismo. Bonus: si mangia con le mani, in perfetto stile brunch.

Avocado toast per tutti i gusti

Ecco alcune varianti dell’amatissimo avocado toast per una colazione salata da condividere con il tuo match:

  • Avocado, uovo o salmone e un formaggio spalmabile
  • Hummus, formaggio e paprika

Passion Virgin Mojito

Il classico mojito incontra l’intensità del frutto della passione per un drink analcolico dal sapore fruttato:

  • 50 ml polpa di passion fruit (o succo)
  • 20 ml succo di lime fresco
  • 10 ml sciroppo di zucchero di canna
  • 6-8 foglie di menta
  • 100 ml acqua frizzante
  • Ghiaccio tritato q.b.
  • N.B. Pestare menta e lime con lo sciroppo prima di aggiungere gli altri ingredienti

In conclusione, la Gen Z ha fame di relazioni autentiche, di cibo vero, di esperienze sensoriali nuove e no alcol. Il brunch, i mocktail e i piccoli gesti del mattino stanno diventando il nuovo linguaggio dell’intimità.

Note

1] Euromedia Research – Gli italiani e il comfort food (https://www.assobibe.it/progetto-euromedia-research-gli-italiani-e-il-comfort-food/) 18 Aprile 2024

[2] Dati interni di Tinder, derivati da contenuti aggregati delle bio degli utenti italiani, raccolti nel periodo da gennaio–aprile 2024 a gennaio–aprile 2025.

[3] Dati interni di Tinder, derivati da contenuti aggregati delle bio degli utenti italiani, raccolti nel periodo da gennaio–aprile 2024 a gennaio–aprile 2025.

[4] Dati interni di Tinder, derivati da contenuti aggregati delle bio degli utenti italiani, raccolti nel periodo da febbraio 2025 a marzo 2025.

[5] Dati interni di Tinder, derivati da contenuti aggregati delle bio degli utenti italiani, raccolti nel periodo da febbraio 2025 a marzo 2025.

Ferrero: Craig Barker nominato amministratore delegato per Regno Unito e Irlanda

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Craig Barker è il nuovo amministratore delegato per Ferrero UK & Ireland. Subentra a Philippe Steyaert, ora chief business officer a Lussemburgo. Con 30 anni nel settore dolciario, guiderà la crescita del gruppo tra nuovi investimenti e strategie globali. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione La Voce di Alba.

Il nuovo amministratore delegato di Ferrero UK & Ireland

MILANO – Ferrero UK & Ireland ha annunciato la nomina di Craig Barker come nuovo amministratore delegato regionale. Barker prende il posto di Philippe Steyaert, che ha assunto il ruolo di Chief Business Officer presso la sede centrale del gruppo a Lussemburgo.

Barker arriva da un incarico di primo piano: la guida delle operazioni di Ferrero nella regione Asia-Pacifico, dopo un lungo percorso internazionale all’interno dell’azienda dolciaria di Alba. Con 30 anni di esperienza nel settore – di cui 20 trascorsi in Ferrero – ha ricoperto ruoli di vertice in Asia-Pacifico, Australia, Nuova Zelanda e Asia settentrionale.

“Ho iniziato il mio percorso in Ferrero come direttore vendite nel Regno Unito 20 anni fa e sono lieto di tornare nella regione in un momento così dinamico”, ha dichiarato Barker come riportato su La Voce di Alba. “Ferrero UK & Ireland continua a crescere con marchi forti, innovazione di prodotto ed espansione in nuove categorie. Non vedo l’ora di lavorare a fianco del team di talento per continuare a portare gioia ai nostri clienti con i nostri marchi iconici”.

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Icam Cioccolato: finanziamento di 56 milioni per espandere lo stabilimento di Orsenigo e raddoppiare la capacità produttiva

Icam Cioccolato, azienda specializzata nella lavorazione del cacao e nella produzione del dolce, desidera ampliare lo stabilimento di Orsenigo, Como, con un finanziamento di 56 milioni da un pool di istituti di credito coordinato da Intesa Sanpaolo. L’investimento rappresenta il primo passo della nuova governance che vede Adelio Crippa come amministratore delegato.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Forbes.

Il progetto di Icam Cioccolato

ORSENIGO (Como) – Espandere lo stabilimento di Orsenigo, nel Comasco, con un finanziamento di 56 milioni da un pool di istituti di credito coordinato da Intesa Sanpaolo: è il progetto di Icam Cioccolato, azienda specializzata nella produzione di cioccolato e nella lavorazione del cacao, per raddoppiare la capacità produttiva.

icam
Adelio Crippa, dal 2024 è amministratore delegato di Icam Cioccolato di cui era già direttore generale (immagine concessa)

L’investimento è il primo passo della nuova governance, definita nell’estate 2024, che vede Adelio Crippa come amministratore delegato e l’ingresso nel cda della terza generazione della famiglia Agostoni-Vanini: il presidente Giovanni Agostoni, il direttore di produzione Luca Agostoni e Sara Agostoni come direttore acquisti e responsabile csr, più Roberto Vanini come direttore della qualità.

L’ambizioso progetto tecnologico coinvolge una serie di istituti – da Cassa Depositi e Prestiti a Crédit Agricole, fino alla Popolare di Sondrio, coordinati dalla direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo – che hanno puntato sul grande potenziale di espansione dell’azienda, anche a fronte di un contesto di mercato reso complesso da aumenti incontrollati delle materie prime. “Dei 56 milioni, 40 saranno impiegati nel progetto di ampliamento dello stabilimento e gli altri 16 per supportare finanziariamente l’ottimizzazione patrimoniale”, spiega Crippa come riportato su Forbes.

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Caffè e cacao, i produttori cambiano approccio e attendono il calo dei prezzi: le nuove strategie di Lavazza, Starbucks e Venchi

Dopo l’incremento di prezzo del 2024, quando le quotazioni hanno superato i 10 mila dollari per una tonnellata di materia prima, alcune imprese hanno cambiato approccio preferendo la prudenza: questo è, ad esempio, il caso dell’azienda specializzata in gelati e cacao Venchi. Anche alcuni grandi marchi nel mondo del caffè, tra cui Lavazza e Starbucks, stanno adottando tattiche più prudenti, riducendo le coperture a periodi brevi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Sara Bichicchi per il quotidiano Milano Finanza.

La strategia dei grandi marchi del caffè e cacao tra Lavazza, Starbucks e Venchi

MILANO – Il prezzo del cacao arriva da mesi di corsa che hanno avuto un impatto concreto sul carrello della spesa. Le uova di Pasqua, in particolare, dal 2021 hanno registrato un aumento del 31%. Proprio a causa delle quotazioni della materia prima, salita a un livello tale che i produttori di cioccolato, come racconta il Financial Times, hanno ridotto l’uso di coperture contro i rialzi.

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Le fave di cacao (Pixabay licensed)

A Londra le posizioni lunghe sul cacao sono scese al minimo degli ultimi 20 anni e una netta contrazione si è registrata anche a New York. Segno che gli operatori del settore credono che i prezzi non possano espandersi più di così.

A febbraio 2025 le quotazioni del cacao hanno fatto un balzo del 77,4% rispetto allo stesso mese del 2024. E il confronto con il 2020 è ancora più impetuoso: +262,9% (dati Federconsumatori). In termini assoluti significa che una tonnellata di cacao tra il 2024 e il 2025 è arrivata a costare oltre 10 mila dollari.

Il 23 aprile i futures con consegna a luglio trattano su un livello un po’ più basso, intorno agli 8.840 dollari alla tonnellata.

Nel 2024 i produttori di cioccolato avevano adottato una strategia di tutela dai rialzi attraverso dei futures di lunga durata. I futures sono derivati che consentono agli acquirenti e ai venditori di concordare il prezzo di una materia prima per una transazione futura. Un produttore di cioccolato può, quindi, acquistare futures sul cacao per assicurarsi un prezzo fisso, indipendentemente dalle fluttuazioni del mercato che può risentire, ad esempio, delle condizioni climatiche nei paesi di produzione delle fave di cacao (prevalentemente Costa d’Avorio, Ghana, Camerun e Nigeria).

Tuttavia, questi strumenti finanziari hanno costi elevati e nel 2025 molte aziende preferiscono farne a meno.

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