Un miele al cioccolato senza zuccheri aggiunti nato da scarti di cacao, ultrasuoni e api senza pungiglione, capace di unire gusto e sostenibilità: ecco l’idea di un gruppo di ricercatori in Brasile. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Ilaria Rosella Pagliaro per Green Me.
Il miele al cioccolato dal Brasile
MILANO – In Brasile un gruppo di ricercatori ha trovato un modo sorprendente per unire due mondi che difficilmente penseremmo di vedere insieme: il miele e il cioccolato. Non in quella forma zuccherosa da spalmare sul pane, ma in una versione completamente naturale, dove la dolcezza è solo quella delle api e il profumo arriva dai gusci delle fave di cacao.
Sì, proprio quegli scarti che nessuno considera, e che invece si sono rivelati una miniera di composti preziosi.
L’idea è stata tanto semplice quanto geniale: usare il miele come unico solvente, senza alcol e senza prodotti chimici, per estrarre dai gusci di cacao molecole come la teobromina, la caffeina e i composti fenolici, tutte sostanze note per i benefici cardiovascolari e le proprietà antiossidanti.
Felipe Sanchez Bragagnolo, primo autore dello studio sviluppato all’Università di Campinas, lo racconta quasi con un sorriso: il sapore è quello che colpisce subito, ma il contenuto nutrizionale rende il prodotto molto più interessante di quanto sembri a un primo assaggio.
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TRIESTE – Con un incontro specificamente dedicato al mondo della scuola, si è recentemente inaugurato nell’Aula Magna del liceo scientifico Oberdan il ciclo 2025-2026 dei Cenacoli del caffè, organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste e giunti ormai alla nona edizione.
E protagonisti principali di questo primo appuntamento sono stati proprio gli studenti e i docenti dell’Istituto che, sulla base delle loro dirette esperienze, sono intervenuti sul tema “Trieste Città del caffè. Un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento degli studenti del Liceo Oberdan”.
Questa particolare “premiere caffeicolo-scolastica”, aperta dai saluti del Dirigente vicario Denis Greco Gambino a nome della Dirigente scolastica Chiara Cacucci, del presidente dell’Associazione Gianni Pistrini e del Presidente del Consiglio Comunale Francesco Di Paola Panteca – che ha sottolineato l’eccellenza del glorioso Istituto “Oberdan” con i suoi oltre 100 anni di vita, nonché la grande importanza del caffè nello sviluppo dei traffici commerciali e portuali di Trieste, elogiando in tale contesto “la meritoria azione divulgativa e informativa condotta dall’Associazione Museo del Caffè” -, è quindi entrata nel vivo con le relazioni di quattro studenti che hanno dettagliatamente illustrato il percorso conoscitivo avviato nel mondo della “preziosa bevanda” con l’ausilio di ricerche storiche e di appositi viaggi di approfondimento.
Ha introdotto Tommaso Albino spiegando “Perché questo progetto al Liceo Oberdan di Trieste?”, seguito da Mia Mathee che ha parlato su “Il caffè nella storia di Trieste” e da Laura Lucchetta che ha raccontato “L’esperienza alla Scuola Superiore SZU (Schulzentrum Ungargasse) di Vienna”; infine Anja Devescovi su “La scoperta di Vienna e dei suoi Caffè”. E’ seguita una interessante discussione con i docenti Erminio Murano e Massimo De Forville nel corso della quale è stata comunemente rimarcata la positività dei nuovi rapporti instaurati con i coetanei austriaci.
Da rilevare come, nell’ambito del medesimo progetto, era giunto in precedenza a Trieste un gruppo di studenti viennesi, svolgendo allo stesso Liceo “Oberdan” analoghe attività e visitando la città e i nostri caffè.
Le conclusioni dell’incontro sono state tratte dal “vice” di AMDC Doriano Simonato che ha messo in luce la “significativa validità di un’iniziativa che si è rivolta in special modo a quel nostro mondo giovanile e della scuola che, fino dalla costituzione della AMDC, è uno degli obiettivi e fini statutari precipui dell’Associazione”, indirizzando quindi un sentito ringraziamento alla direzione dell’Istituto di via Paolo Veronese per la disponibilità dimostrata alla realizzazione dell’evento.
Il nuovo ciclo dei “Cenacoli”, organizzato stavolta attorno al tema-guida “Oltre l’Espresso: Viaggio nelle Culture del Caffè”, rientra anch’esso nel progetto di divulgazione umanistica “Il Caffè, una storia di successo nella cultura regionale ed europea”, promosso dalla AMDC, con il finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e contributi de “Le Fondazioni Casali ETS” e Banca 360 FVG. Il programma si dispiegherà con otto incontri a cadenza mensile fino a giugno del prossimo anno, coordinato da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria) assieme al vicepresidente di AMDC Doriano Simonato.
Il prossimo Cenacolo avrà luogo giovedì 11 dicembre, alle ore 17.30, ritornando nella tradizionale sede dell’Hotel Savoia Excelsior (Riva del Mandracchio 4), e vedrà ancora una volta graditissimo ospite della AMDC il collezionista Lucio del Piccolo che tratterà uno dei temi di sua maggior esperienza e specializzazione: “Design e tradizione nella moka: un simbolo di cultura italiana”.
Paolo Griffa spiega il suo punto di vista (foto concessa)
AOSTA – Il Caffè Nazionale ripreso in mano da Paolo Griffa ha già lasciato il segno più volte in questi anni dalla sua rinascita, grazie principalmente alla visione dello chef, che ha portato in alto la bandiera del caffè di qualità, specialty, all’interno di questo spazio.
Restando coerente con questa filosofia strettamente fondata sulla qualità da ritrovare anche nella tazzina, l’iniziativa organizzata nel locale lo scorso 29 novembre, che ha fatto molto scalpore sui titoli di tanti giornali: 50 euro per un caffè, nell’evento guidato dal campione italiano barista Daniele Ricci.
Tutti i dettagli di quello che veniva offerto si trovano già in questo articolo, ma forse si avverte il bisogno di ascoltare Paolo Griffa rispetto ad una scelta che ha fatto e fa ancora molto discutere tra i consumatori finali.
Griffa, dietro la scelta di proporre un caffè così pregiato, a quel prezzo, coinvolgendo anche un campione, cosa c’è stato?
Panama Geisha (foto concessa)
“Quest’anno, durante la Panama Competition è accaduto un evento fuori dal comune: il lotto di caffè presentato da La Finca Esmeralda, è stato valutato dai giudici con un punteggio di 98.1, battendo il proprio record di 96.5, rendendolo un caffè ancora più leggendario (il primo è stato venduto a 15mila euro al chilo e il secondo a 30mila).
Ogni loro produzione, così come avviene con il vino, corrisponde a dei nano lotti per raccontare meglio l’espressione del territorio, parcellizzandolo. Uno di questi è il lotto Nido che ha vinto il campionato, il raccolto numero 7, a mano e tenuto separato dagli altri.
Collaborando noi da tempo con Difference Coffee (realtà londinese fondata dall’imprenditore Amir Gehl che seleziona, acquista e tosta piccoli lotti di caffè provenienti dalle più prestigiose farm, n.d.r.), abbiamo avuto la possibilità di avere a disposizione il numero 8, ovvero quello gemello del numero 7.
Abbiamo allora fatto una scelta, cioè quella di mettere in comunicazione questi produttori eccezionali che coltivano specialty coffee unici con i consumatori. Attraverso un’operazione di marketing pura, abbiamo proposto in degustazione un chilo di caffè numero 8.
Per chi si è stupito del costo, bisogna pensare che il numero 7 è stato acquistato negli Emirati Arabi e poi venduto a 900 euro alla tazzina a Dubai. Da 22 chili sono usciti 400 caffè andati subito sold out.
A differenza di ciò che è accaduto in quelle zone, noi abbiamo fissato un costo politico di 50 euro per recuperare le spese. E qui abbiamo confermato ciò che già sapevamo in parte: l’Italia non è ancora pronta, abbiamo scoperto. Per altri prodotti si comprende la differenza di qualità, ma la stessa consapevolezza non esiste ancora sul caffè, la sua lavorazione, selezione.”
“Abbiamo voluto aprire un dibattito attorno a tazzine a cui non siamo abituati.”
“Hanno partecipato persone arrivate da tutta Italia, da Roma, Venezia, Milano. Un successo dovuto anche al fatto che questa è stata la sola quantità di questo caffè 8 giunto in Italia, pagato da Difference Coffee 6/7000 al chilo circa.
Si sono iscritti circa 30 appassionati e professionisti. Tra questi, ci sono stati anche clienti locali che si sono voluti concedere questa esperienza e il riscontro è stato proprio un effetto wow, evidenziato ulteriormente dal confronto con il nostro Brasile specialty.
Abbiamo voluto per questa occasione coinvolgere Daniele Ricci proprio con l’obiettivo di mantenere invariata l’altissima qualità: il caffè all’origine eccellente è stato rispettato dal lavoro di Difference Coffee che ce lo ha consegnato intatto. Non potevamo che affidare il passaggio finale dell’estrazione all’esperienza di un campione. Abbiamo così rispettato la filiera dalla A alla Z.”
Avete ricevuto più critiche o supporto?
Tazzina & Caffe Panama Geisha (foto concessa)
“I colleghi ci hanno tutti sostenuti, tanti ne hanno parlato in maniera aperta e curiosa. Poi le critiche certo sono arrivate, ma sono banali: ci sono caffè per tutte le fasce di prezzo e basta scegliere con discernimento.
Il caffè è ancora visto come prodotto commerciale e popolare, ma ha un’evoluzione come tanti altri prodotti di qualità. Abbiamo scelto di offrire gli specialty a chi lo può comprendere, a partire dalla nostra soluzione base che è alla portata di tutti, a due euro, sino a quelli più costosi. Siamo democratici in questa nostra verticale.
Attualmente ancora sono rimasti dei grani del lotto 8 che decideremo come utilizzare.”
Griffa, al netto di tutto, ripeterà l’esperimento?
“Possibile. Magari con altri caffè selezionati, riproveremo in futuro. Per il momento speriamo di aver messo in luce alcune informazioni davvero importanti sul mondo caffè: tutti noi abbiamo ancora moltissimo da imparare, più facciamo divulgazione meglio è!”
TRIESTE – Il presidente di Bazzara e ideatore, insieme al fratello Mauro, del Trieste Coffee Experts, invitano a seguire in streaming l’ottava edizione del summit per non perdere gli interventi dei principali relatori e la prima edizione dei due nuovi format: Gli Stati Generali del Caffè e il Think Tank Torrefattori.
In questi mesi – racconta Franco – dopo le numerose conversazioni avute da sud a nord con operatori e colleghi, è emerso con grande chiarezza un sentimento condiviso: il Trieste Coffee Experts sta diventando un punto di riferimento sempre più forte, un aggregatore capace di mettere insieme le tante sfaccettature attraverso cui si esprime il mondo del caffè italiano.
Alla fine della precedente edizione, le aziende presenti hanno sottolineato a gran voce la necessità di realizzare Gli Stati Generali del Caffè: un passo naturale e perfettamente coerente con l’obiettivo storico dei Bazzara, quello di contribuire a unire il comparto e rafforzare i legami lungo l’intera filiera.
Mauro, dal canto suo, spiega di aver sentito forte l’esigenza di creare uno spazio dedicato alle torrefazioni italiane, un luogo di confronto autentico, soprattutto in un momento delicato come quello attuale. “Da qui è nato il Think Tank Torrefattori – afferma – pensato per avvicinare le torrefazioni da nord a sud e favorire una visione comune.”
L’organizzazione di questa edizione – continua Franco – ha richiesto un impegno significativo, portato avanti negli ultimi due anni.
“Come mi ricorda spesso mia moglie – racconta con un sorriso – a volte sembra quasi più semplice organizzare Sanremo. Trieste è la città del caffè, ma non è certo semplice quando si tratta di gestire eventi di questa portata, come forse lo può essere Roma, Napoli o Milano.”
Il forte interesse verso l’evento, che quest’anno vede oltre 23 Paesi esteri rappresentati, ci ha portato purtroppo a dover rifiutare numerose richieste di partecipazione, nonostante l’ampliamento degli spazi e della capienza.
A sostenere il summit c’è anche la città di Trieste. La collaborazione con il Presidente della Camera di Commercio di Trieste e Gorizia, Antonio Paoletti, che supporta la sezione di Beans of Change della prima giornata, il sostegno di Promo Turismo FVG e la sinergia con Arianna Mingardi e l’Associazione Caffè Trieste – la più antica d’Italia – hanno permesso di collegare al summit anche la decima edizione del Trieste Coffee Festival, ampliando la visibilità dell’evento verso il pubblico B2C.
Durante la sessione inaugurale verranno inoltre trasmessi i video-saluti del Governatore Massimiliano Fedriga, del Sindaco Roberto Dipiazza, dell’Assessore all’Ambiente Fabio Scoccimarro e del Presidente della Camera di Commercio di Trieste e Gorizia, Antonio Paoletti: un segno concreto della vicinanza delle istituzioni al progetto.
Questa edizione avrà tra l’altro Cuba come Paese Focus, rappresentata dall’Ambasciatrice Mirta Granda Averhoff: un’occasione per valorizzare una terra meravigliosa, abitata da gente splendida.
Infine, i Bazzara rivolgono un forte ringraziamento ai Partner, vero motore del summit, che con il loro sostegno contribuiscono alla costante crescita dell’evento:
Official Partner: Amigos Caffè, IMA Petroncini, Demus, Colombini, Pacorini, Opem, Trusty, Mokito, Best Food Importers, Bomocaf.
Premier Partner: Comitato Italiano del Caffè, Intesa Sanpaolo Agribusiness
Guest: ofi, Blenda, BioCuba Café
Technical Sponsor: La San Marco, Savoia Excelsior Palace
Supporter: TriestEspresso Expo, Trieste Coffee Festival, Asachimici – PulyCaff, Nuova Simonelli, Ricambi Gardosi, Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, Confcommercio Trieste, Matchplat, Italian Food News, Istituto Espresso Italiano, ASEAN Coffee Show, GR8 Coffee Festival, Horeca, Cafeex, Camera di Commercio Italiana per l’Olanda, CafeShow Vietnam, Hotelex Shanghai, FHC China, Cafexpo Honduras, Marrakech Coffee & Tree Festival.
“L’appuntamento è in diretta streaming bilingue sul sito ufficiale del Trieste Coffee Experts: sarà un’occasione per seguire da vicino i protagonisti del settore, vivere il clima del summit anche da casa e scoprire i nuovi format dedicati al futuro del caffè italiano.”
La cover del calendario (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
TORINO – Cosa rende l’italianità un elemento immateriale eppure così riconoscibile in tutto il mondo? Con il calendario 2026 Lavazza prosegue il racconto iniziato a livello globale con la campagna Pleasure Makes Us Human scegliendo di narrare l’insieme di elementi che rendono lo stile di vita italiano così unico e peculiare.
Per farlo, ha affidato la direzione creativa del progetto all’agenzia Armando Testa, con cui prosegue un sodalizio consolidato nel tempo dal successo di campagne globali, e allo sguardo di Alex Webb, fotografo della prestigiosa agenzia fotografica Magnum Photos, tra i più originali street photographer contemporanei, celebre per il talento compositivo e la sensibilità cromatica.
Lo scatto di gennaio (immagine concessa)
Il lancio del calendario vede per questa edizione un palcoscenico d’eccezione: per la prima volta, Lavazza presenterà al pubblico il suo calendario in occasione di Art Basel Miami Beach, una delle fiere d’arte moderna e contemporanea più importanti al mondo, appuntamento imprescindibile per galleristi, collezionisti e appassionati d’arte di ogni latitudine.
“Siamo estremamente orgogliosi di essere official partner di Art Basel Miami Beach e partecipare a questo momento unico dove poter raccontare la nostra lunga relazione con il mondo dell’arte e della fotografia.” – spiega Francesca Lavazza, board member del Gruppo Lavazza. “L’arte contemporanea rappresenta un linguaggio universale capace di connettere sensibilità, culture e generazioni in ogni angolo del mondo. Attraverso le sue molteplici espressioni, essa ci invita a riflettere sulla complessità del presente, esaltandone la bellezza e rivelandone le contraddizioni. Lavazza, da sempre impegnata nella promozione della cultura, ha saputo intrecciare visione e responsabilità sociale in un percorso che valorizza l’arte come strumento di dialogo e trasformazione. In questo contesto, la partecipazione ad Art Basel Miami Beach costituisce una tappa significativa del nostro impegno nel sostenere e celebrare la creatività”.
Lo scatto di febbraio (immagine concessa)
Per il nuovo calendario, Alex Webb ha realizzato le sue fotografie costruendo un personale “Grand Tour” in alcune suggestive location italiane, componendo una narrazione visiva calda, intensa e sofisticata, lontana dai cliché. Pleasure Makes Us Human è il concept che intesse gli scatti, in un racconto dove l’osservazione della vita reale si arricchisce di rimandi sottili al cinema, alla fotografia, alla pittura, traducendo con eleganza e ironia momenti del vivere quotidiano all’italiana.
A tal proposito dice Webb: “Ho sempre pensato che l’Italia avesse una certa tradizione estetica, che attraversa i secoli ed è viva ancora oggi. Una caratteristica che ho sempre percepito nella mia relazione con questo Paese.” Una qualità palpabile che si può ritrovare semplicemente passeggiando tra le strade, negli scorci delle città e negli angoli meno conosciuti, tra la sua gente. Una caratteristica che Webb unisce alla propria sensibilità, realizzando dodici scatti per i mesi dell’anno, a cui si aggiungono il dettaglio pensato per la cover e la back cover.
Marzo (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Sono scatti ambientati in luoghi non consueti e compongono un ritratto inaspettato, dove il caffè si rivela come un elemento imprescindibile della convivialità e del piacere di ogni giorno. Il talento di Webb per la luce e il colore costruisce una continuità narrativa in contesti differenti, dove la sua capacità di cogliere l’imprevedibile guizzo di un momento, la vitalità di una situazione inaspettata, riesce a far emergere un ritratto ipnotico di una realtà vibrante.
Dice Webb: “Ho cercato di seguire la luce, i colori e i movimenti delle persone, catturando immagini che trasmettessero un certo livello di energia e risonanza. Come fotografo, tendo a vedere la bellezza, l’arte e il piacere anche nei piccoli gesti e nei momenti semplici, come bere caffè”.
Nei dodici mesi del Calendario, gli attimi colti dall’obiettivo di Webb si snodano tra l’apertura su un prezioso angolo lacustre animato dalla leggerezza dei giochi dei bambini a un delizioso bar in centro città, dove un momento di pausa rivela un imprevedibile lato ludico; dallo studio artistico, dove si tramanda un’arte antica come quella della modellazione del gesso, alla bocciofila, che diventa un ritrovo per un pubblico del tutto peculiare di sacerdoti; dallo scorcio sulla cittadina di mare dove il colore riempie le strade al pranzo in trattoria, un appuntamento irrinunciabile nelle abitudini quotidiane, per fare tappa in una barberia in stile liberty e, infine, per godersi un momento di festa durante la celebre processione dedicata a Santa Rosalia a Palermo; il tutto pervaso da un’atmosfera gioiosa e dai colori caldi che richiamano l’estate, la stagione per eccellenza di scoperta dell’Italia anche da parte di chi italiano non è.
Aprile (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Ma che cos’è davvero l’italianità, quell’inesplicabile insieme di elementi che rendono unico il carattere del Bel Paese, oggi?
Lavazza, azienda che affonda le proprie radici in Italia, con lo sguardo aperto verso il mondo, si è fatta nel tempo ambasciatrice del caffè e della sua ritualità a ogni latitudine.
Con il calendario 2026 ha scelto di raccontare un’atmosfera, una sensibilità e un insieme di costumi inconfondibili e, al contempo, sempre presenti. Michele Mariani, Executive Creative Director del Gruppo Armando Testa, dice: “Abbiamo voluto raccontare un viaggio nell’italianità, evitando ogni stereotipo. Lo abbiamo immaginato come un percorso in dodici tappe, ognuna espressione di un’umanità diversa, che ci ha permesso di esplorare in profondità le molteplici sfumature del piacere. Un concetto, quello del piacere, che appartiene da sempre al dna di Lavazza. Così è nato un itinerario ideale attraverso un’Italia più autentica, concreta e sincera”.
Maggio (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Gli scatti evocano la leggerezza della vita dolce: i ritmi rallentano, la spontaneità si fa spazio, ogni istante può racchiudere un momento di piacere che va ricercato nel tessuto del tempo quotidiano e ne rivela il valore intimo e prezioso.
Il piacere di incontrarsi, dello stare insieme, il piacere della conversazione e della buona tavola, l’attimo in cui l’incalzare della giornata lascia spazio al rito del caffè: si tratta di piccoli momenti di felicità alla portata di tutti, qualcosa di cui ognuno può fare esperienza nelle proprie giornate e che fanno parte di quel patrimonio comune che è lo stile di vita italiano.
Giugno (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Naturalmente in compagnia di una tazzina di caffè, quest’anno più che mai protagonista degli scatti, una punteggiatura che dona espressività ad ogni momento e può trasformarlo in una piccola festa.
E se pensiamo all’italianismo espresso, che anche all’estero indica una precisa tipologia di caffè, capiamo quanto questa bevanda sia parte costituente della cultura italiana, tanto da diventarne una bandiera a tutte le latitudini.
Luglio (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Sempre Francesca Lavazza spiega: “Il caffè è una scintilla, è sempre l’inizio di qualcosa. È un momento condiviso che si può raccontare ma si può anche assaporare. E, in questo caso, è un piacere fatto di piccoli gesti, legato alla spontaneità dell’essere italiani. Una spontaneità che è apertura e accoglienza.” Ma c’è anche una dimensione più raccolta, meno appariscente ma altrettanto importante legata al caffè: “È un gesto che diventa più intimo quando si desidera un momento per sé, un tempo in cui ci si prende cura delle relazioni, della propria famiglia, dei propri amici. Rappresenta davvero un universo di relazioni che abbraccia tutto il mondo all’interno di una tazzina.”
Agosto (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Con la presentazione del calendario 2026 in occasione di Art Basel Miami Beach, Lavazza conferma il proprio interesse verso l’arte e la solida presenza all’interno del panorama della cultura visiva attuale.
Settembre (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Con un’attenzione particolare alla fotografia, grazie alla straordinaria produzione del Calendario che è arrivato ormai alla trentaquattresima edizione, coinvolgendo i più grandi talenti fotografici del mondo, Lavazza fa proprio il racconto del contemporaneo.
Ottobre (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Lavazza coglie inoltre lo spirito dinamico del tempo attraverso l’obiettivo fotografico e attraverso autori che hanno saputo interpretarne i valori, arricchendone la narrazione con il proprio talento e la forza di una visione sempre originale.
Novembre (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
L’appuntamento con Art Basel Miami Beach arriva quindi a coronamento di un lungo percorso di attività nel campo artistico, durante il quale Lavazza ha realizzato significative collaborazioni con alcune delle istituzioni e degli interpreti più importanti a livello nazionale e internazionale.
Dicembre (immagine concessa) CREDITS_CMYK_CA00
Tra le collaborazioni: la Triennale e il MUDEC di Milano, la Collezione Peggy Guggenheim, i Musei Civici di Venezia, il Guggenheim Museum di New York e Centro Italiano Fotografia – Camera di Torino. Un impegno costruito nel tempo che rende Lavazza non solo ambasciatrice del caffè nel mondo, ma anche portatrice di bellezza e di creatività.
MILANO – Conab rivede al rialzo del 2,4% la sua stima sul raccolto 2025/26 del Brasile, che si è concluso lo scorso settembre. Secondo la quarta stima ufficiale dell’agenzia del ministero dell’agricoltura – i cui dati sono stati diffusi ieri, giovedì 4 dicembre 2025 – la produzione è stata di 56,5 milioni di sacchi, in crescita del 4,3%. Si tratta del terzo raccolto brasiliano più abbondante di sempre, secondo soltanto a quelli del 2018 e del 2020.
Questa volta, Conab ha ritoccato verso l’alto sia il dato dei robusta che quello degli arabica.
La produzione di arabica è stimata ora in 35,7631 milioni di sacchi, in calo del 9,7%.
Quella di robusta nel dato record di 20,7722 milioni, in crescita del 42,1%. A fronte di un lieve calo (-1,2%) delle superfici produttive, a 1,85 milioni di ettari, la produttività è cresciuta del 5,5%, a 30,4 sacchi/ha.
La produttività degli arabica ha segnato una flessione dell’8,4%, a 24,1 sacchi/ha. Quella dei robusta è cresciuta del 42,3% sfiorando i 56 sacchi/ha.
Arabica
La produzione di arabica – oltre a risentire della ciclicità negativa – è stata penalizzata dai periodi di siccità, che ne hanno ridotto ulteriormente il potenziale produttivo.
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MILANO – È lo stesso autore, Jonathan Gagné, che si rivolge ai suoi possibili lettori per per annunciare l’uscita del suo secondo libro, The Physics of Espresso. Dopo il primo libro dell’autore, The Physics of Filter Coffee, questa seconda opera di quasi 200 pagine racchiude il complesso mondo che sta dietro a una bevanda che coinvolge vari temi, prodotti e attrezzature, ciascuno con le proprie caratteristiche fisiche.
The Physics of Espresso di Jonathan Gagné
Tra i numerosi argomenti trattati, la chimica dell’acqua l’estrazione, il libro si concentra sulla scienza della percolazione e poi, naturalmente, un posto d’onore è riservato alla macinatura, alla pressione e ai profili da ottenere.
Non manca nemmeno l’ultimo anello della catena, ovvero una parentesi sulla conservazione del caffè al fine di preservarne il più possibile la freschezza.
Questo libro, frutto di diversi anni di ricerca, mira a dare un contributo scientifico al mondo del caffè, e funge sia da guida pratica (sono stati condotti diversi esperimenti) che teorica per i baristi.
Per comprendere queste pagine piene di termini tecnici (è persino necessario un glossario preliminare per comprendere appieno ciò di cui si parla), abbiamo parlato direttamente con l’autore.
Il libro è già in vendita nello store di Scott Rao. Per maggiori informazioni basta cliccare qui. Viene spedito in molti Paesi del mondo.
Per ordini in grandi quantitativi o per ragioni editoriali — traduzioni comprese — potete scrivere a Scott qui scottrao.com. Si segnala che per le traduzioni è necessario disporre già di una rete di distribuzione significativa nei Paesi interessati.
Un appunto logistico: in alcuni Paesi le tariffe di spedizione risultano oggi particolarmente elevate — ad esempio Emirati Arabi Uniti e Cile — perciò, se vi trovate in una di queste aree, può essere utile rivolgersi a una torrefazione o a un distributore locale di attrezzature per caffè per proporre un ordine collettivo e così contenere i costi.
L’autore informa che Scott Rao non ricava alcun guadagno sulle spese di spedizione: il prezzo che appare sul sito corrisponde a quanto effettivamente pagato per recapitare il volume.
Giuseppe Lavazza è il Presidente del Gruppo Lavazza e del Comitato italiano del caffè in Union Food (immagine concessa)
Ferrero e Lavazza sono stati premiati dal comitato Leonardo come eccellenze del made in Italy. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Rai News.
Lavazza e Ferrero simboli del made in Italy
MILANO – Ci sono anche due imprenditori piemontesi tra i premiati nella 28a edizione dei Premi Leonardo: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incontrato tra gli altri, anche Giovanni Ferrero, Presidente Esecutivo del Gruppo Ferrero, a cui è stato conferito il Premio Leonardo 2025; Giuseppe Lavazza, Presidente di Gruppo Lavazza per il Premio Leonardo Sostenibilità e Innovazione 2025.
Giovanni Ferrero è presidente esecutivo del Gruppo Ferrero
A loro, insieme ad altre eccellenze del made in Italy, sono stati consegnati i riconoscimenti nell’ambito dell’edizione 2025 dei Premi Leonardo, assegnati dal Comitato Leonardo alle aziende in grado di interpretare il valore del saper fare italiano e di rappresentare il meglio del Made in Italy, con l’obiettivo di promuoverlo e valorizzarlo.
Il Comitato Leonardo è nato nel 1993 su iniziativa di Ice, l’Istituto del commercio estero, Confindustria e di un gruppo di imprenditori e che opera con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il Premio Leonardo International 2025 è stato assegnato ad un imprenditore che sta investendo in Piemonte: si tratta di Byung Joon Han, co-fondatore e amministratore delegato di Silicon Box, azienda specializzata nell’assemblaggio di semiconduttori, che a breve avvierà i lavori per costruire un impianto definito di “interesse strategico nazionale” di “advanced packaging e chiplet integration” da 600mila metri quadrati che sorgerà alle porte di Novara, nella zona di Agognate.
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Nel cuore di Torino, all’angolo tra Corso Vittorio Emanuele II e Corso Re Umberto, sorge un luogo che incarna come pochi il fascino intramontabile della città: Caffè Platti 1875. Nato come liquoreria “Principe Umberto” e trasformato poi in caffè dai fratelli Platti, è diventato un simbolo culturale del Novecento torinese. Entrare da Platti significa fare un salto nel tempo, tra stucchi, specchi dorati e arredi in stile Luigi XVI che raccontano eleganza e memoria.
Le sue sale hanno visto passare scrittori, imprenditori, studenti e sportivi, diventando scenario di incontri, idee e rivoluzioni silenziose. Oggi, a quasi 150 anni dalla sua nascita, Platti continua a essere un viaggio nel tempo dove storia, gusto e tradizione si intrecciano con il presente. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicate su Viaggiare.
Caffè Platti 1875 compie 150 anni
TORINO – Nata nel 1875, negli anni del primo Risorgimento, come liquoreria “Principe Umberto”, l’attività fu rilevata dai fratelli Ernesto e Pietro Platti, che la trasformarono in un caffè destinato a diventare un punto di riferimento sociale e culturale per tutto il Novecento.
Varcare la soglia di Platti significa fare un salto indietro nel tempo: gli interni, arredati in stile Luigi XVI dalla ditta Valabrega, ricoprono pavimenti e pareti con raffinati stucchi, lampadari originali, decorazioni dorate, un bancone in legno intarsiato anni Venti, grandi specchi incorniciati e tonalità pastello che donano al locale un’eleganza discreta e senza tempo.
Una storia senza tempo
Tra le sue mura e intorno ai suoi tavoli, Platti ha attraversato tre epoche: l’Unità d’Italia, le due guerre mondiali e il boom industriale; è stato testimone vivace delle trasformazioni di Torino. Per decenni gli studenti del vicino liceo classico D’Azeglio intellettuali, artisti, imprenditori, politici e scrittori hanno scelto Platti per riflettere, incontrarsi, scrivere o semplicemente sorseggiare una cioccolata calda.
Tra questi ricordiamo personalità del calibro di Cesare Pavese, che spesso si concedeva una pausa tra le sale o davanti a un tavolino del caffè, magari discutendo con l’editore Giulio Einaudi, oppure Luigi Einaudi — futuro Presidente della Repubblica — che amava leggere con calma tra quelle pareti. Anche il senatore Giovanni Agnelli e il fondatore del marchio Lavazza erano frequentatori abituali, così come importanti rappresentanti dell’imprenditoria e della società torinese.
E accanto a storia, letteratura e imprenditoria, Platti vanta anche un legame con lo sport: è proprio davanti alle sue vetrine che, il 1º novembre 1897, alcuni studenti del liceo classico D’Azeglio decisero di fondare quella che sarebbe diventata la Juventus FC, rendendo il locale parte integrante della storia del calcio italiano.
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USMATE VELATE (Monza Brianza) – IPA Porcellane, azienda specializzata nella produzione di porcellana dura italiana per l’industria del caffè, è stata iscritta nel Registro speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale, istituito presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Il riconoscimento premia esclusivamente i marchi che possono vantare almeno cinquant’anni di utilizzo continuativo e che rappresentano una parte significativa della storia produttiva del Paese, valorizzando al tempo stesso il legame con il territorio e il know-how manifatturiero italiano.
Per IPA Porcellane, attiva dal 1955 e punto di riferimento per torrefattori, baristi e professionisti dell’horeca, l’ingresso nel Registro dei Marchi Storici conferma un percorso di continuità industriale e di specializzazione
Dalla sede di Usmate Velate, in Brianza, l’azienda serve oggi clienti in Italia e all’estero con una gamma completa di tazze, tazzine e articoli in porcellana progettati specificamente per il servizio del caffè.
L’iscrizione consente all’azienda di utilizzare, a fini commerciali e promozionali, il logo “Marchio Storico di interesse nazionale”, rafforzando la riconoscibilità del brand e la sua collocazione fra le eccellenze del Made in Italy legate al mondo del caffè.
«Questo riconoscimento ci riempie di orgoglio perché racconta, in un simbolo, settant’anni di lavoro in fabbrica, di progettazione condivisa con i torrefattori e di evoluzione insieme al mercato del caffè» commenta Amedeo Sala di IPA Porcellane.
«Allo stesso tempo, è uno stimolo a guardare avanti: disponiamo di una capacità produttiva importante, frutto di un impianto altamente automatizzato e di un teamesperto, che possiamo ancora esprimere a pieno supportando nuove collaborazioni e nuovi progetti in Italia e all’estero».
Nel corso dei decenni, IPA Porcellane ha puntato su una forte integrazione tra competenza artigianale e tecnologie produttive, sviluppando internamente gran parte dei propri processi e curando ogni fase, dalla progettazione delle linee fino alla decorazione sotto smalto, pensata per garantire durata, resa estetica e costanza qualitativa del prodotto finito.
Con l’ingresso nel Registro, IPA Porcellane rafforza quindi il proprio posizionamento come player storico del comparto, pronto a valorizzare ancora di più la filiera del caffè.
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