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giovedì 01 Maggio 2025
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Papa Francesco: i ricordi di don Luigi Ciotti che gli regalò il caffè e del gelataio preferito

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ROMA – Papa Francesco continua ad essere ricordato tra aneddoti e scorci di vita narrati da persone che hanno occupato un posto di rilievo nel corso della sua carriera. Don Luigi Ciotti, prete e fondatore dell’organizzazione Libera. Ciotti è il sacerdote che ha parlato a Bergoglio su progetto di commissione antimafia della Santa Sede per valutare se anche i componenti del crimine organizzato potessero essere scomunicati.

Il pacco di caffè donato a Papa Francesco da don Luigi Ciotti

Ciotti racconta, come riportato dall’intervista a Torino Cronaca, di quando incontrò per la prima volta il Santo Padre donandogli un pacco di caffè proveniente da una piccola torrefazione del capoluogo subalpino di suoi amici.

Dopo aver ricevuto il caffè papa Bergoglio trovò l’indirizzo sul sacchetto e scrisse di suo pugno un biglietto al torrefattore per ringraziarlo. Ciotti si augura che il Conclave possa proseguire la filosofia inclusiva di Bergoglio per creare una Chiesa sempre più unita.

Ma gli aneddoti del pontefice legati al mondo del bar non finiscono qui. Pochi giorni fa il portale dell’Ansa ha rivelato il gusto preferito del Papa quando prende il gelato. Si tratta del dulce de leche. È stato Sebastian Padron, titolare argentino della gelateria a pochi passi dal Vaticano aperta otto anni fa, ad affermarlo.

Al pontefice mandava anche torte di compleanno. Bergoglio, per ringraziarlo, ha pubblicizzato la gelateria all’interno del Vaticano.

“Quando ho ringraziato il pontefice per avermi portato tutto il Vaticano in gelateria lui mi ha risposto “sì la gente te la mando, ma fatti pagare, nemmeno lo sconto, è un lavoro, l’amicizia è un’altra cosa”” ha raccontato Padron sempre sul portale dell’Ansa.

Roma: ecco il nuovo drink basato sul liquore Caffè Sport Borghetti al cocktail bar Il Serpente

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Il nuovo drink Turbo Caffè proposto dal cocktail bar Il Serpente di Roma si basa sul Caffè Sport Borghetti, liquore nato nel 1860 davanti alla stazione di Ancona e da una quarantina d’anni prodotto dai Fratelli Branca, quelli del Fernet. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Marco Cremonesi per il quotidiano Il Corriere della Sera.

Il nuovo drink Turbo Caffè

ROMA – Antonio Parlapiano è tornato. Con il bar che ci mancava. Si chiama Il Serpente, è nel cuore di San Lorenzo, a Roma, e in realtà è lì da più di trent’anni. Era un pub in cui si andava a vedere le partite e si beveva la birra. Ora, però, è un cocktail bar, ma del vecchio bar sport sono rimasti lo spirito, lo stile e i prezzi umani.

In breve: serve soltanto cocktail classici, niente roba fighetta. E, botta di genio, ha anche un menu da bar sport. Con tanti drink che si bevevano un tempo nei bar di quartiere (oggi dimenticati). Il tutto, però, con il tocco e l’estro di Parlapiano, che è uno degli uomini di bar più importante degli ultimi decenni: è il cofondatore del Jerry Thomas, lo speakeasy che ha cambiato la storia dei cocktail bar in Italia. E allora, pesco dal menu che si è inventato il Turbo caffè. Semplice, come il Campari con l’aranciata amara e la Bicicletta, che fanno scattare in noi che li abbiamo bevuti a suo tempo l’effetto Amarcord.

Il Turbo Caffè si basa sul Caffè Sport Borghetti, nato nel 1860 davanti alla stazione di Ancona e da una quarantina d’anni prodotto dai Fratelli Branca, quelli del Fernet. Sia detto per inciso: il Caffè Sport Borghetti è prodotto non con chissà quali marchingegni, ma in caffettiere alte fino al soffitto. Grazie a Branca, il liquore con il suo tipico bottiglino di plastica, è stato ed è il re di tutti gli stadi italiani. “Credo — dice Antonio al Corriere della Sera — che qualcuno ancora ricordi l’uso primaverile di mescolare il Borghetti con la gazosa prima di andare allo stadio”. Al Caffé Sport si aggiunge un altro prodotto, la Brasilena, bibita gasata al caffè nata quarant’anni fa a Girifalco, in Calabria, e poi dal sud dell’Italia sconfinata in Cina, Usa, Australia e molti altri paesi ancora.

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Prunella Meschini racconta tutti gli effetti collaterali dei prezzi di Borsa sul settore specialty coffee

LIVORNO – Appena tornata da un viaggio in piantagione in Colombia e dal Producer & Roaster Forum in Honduras, Prunella Meschini, titolare della torrefazione di Livorno Le Piantagioni del Caffè, riflette sull’andamento dei prezzi di Borsa e condivide il suo pensiero, frutto di lunghe conversazioni avute in origine con produttori ed esportatori.

di Prunella Meschini

“Come azienda abbiamo fatto diventare lo specialty coffee la nostra vita e ora crediamo che questo tipo di prodotto debba svincolarsi dalla Borsa e dalle sue fluttuazioni”

“Naturalmente per specialty vogliamo oggi intendere un caffè valutato tale per le sue caratteristiche intrinseche ed estrinseche, secondo quanto stabilito dal Coffee Value Assessment di SCA. Non vogliamo quindi riferirci soltanto al punteggio (cupping score) e all’analisi organolettica perché lo specialty deve essere anche un prodotto quanto più sostenibile possibile, giusto, oltre che buono.”

Le recenti, velocissime, fluttuazioni dei prezzi di Borsa mettono in difficoltà tutti gli attori che costituiscono la filiera del caffè. I consumatori comprano le proprie bevande base-caffè a prezzo fisso e quindi la qualità offertagli, in momenti come questi, spesso si abbassa così da compensare il maggior costo sostenuto per acquistare la materia prima in origine.

I produttori, ogni qualvolta la Borsa è bassa, non guadagnano a sufficienza (se non vendendo specialty coffee) e quando invece la Borsa è alta, spesso disinvestono sulla qualità e sulla conseguente creazione di valore. Gli intermediari, tra cui i torrefattori, si trovano a gestire una tempesta di costi variabili che, a monte (produttori) e a valle (consumatori), è ancorata invece a prezzi fissi.

Lo specialty coffee differisce oggettivamente dai caffè commerciali, sia per contenuto valoriale che per profilo organolettico. Nonostante questo il suo prezzo è ancora, quantomeno in gran parte, correlato agli andamenti della Borsa.

Noi siamo convinti che se il mondo dello specialty si svincolasse dalla Borsa, gli attori della catena del valore del caffè di qualità potrebbero creare, tra loro, relazioni solide, durature, basate sulla commercializzazione del prodotto caffè fisico e non legate ad un titolo di Borsa, il cui valore è influenzato da stressanti dinamiche finanziarie.

Svincolare i caffè di qualità dall’andamento della Borsa presuppone un cambio di mentalità da parte di tutta la catena del valore dello specialty a partire dal fatto che, oggi, il produttore si concentra sulla Borsa prima che sul valore del suo prodotto, perché è sulla Borsa che, da sempre, vende il suo caffè, l’esportatore e l’importatore vivono di hedging (strategia di gestione del rischio utilizzata da trader per proteggersi da movimenti di mercato sfavorevoli) perché concentrati su interpretare e gestire i movimenti di borsa, il torrefattore che vende specialty non riesce creare sufficiente consapevolezza nel proprio cliente, poiché assorbito dalle dinamiche di variazione di prezzo del caffè verde; il consumatore non sa qual è il reale motivo per cui il caffè non può essere un prodotto economico e questo accade perché nessun attore a monte è sufficientemente concentrato sul fargli percepire il valore del caffè.

Un cambio di mentalità che riteniamo necessario poiché volto a garantire un futuro equo a tutta la catena del valore dello specialty coffee.”

Meschini: “Un cambio di mentalità che seppur complesso, ritengo essere quantomeno pensabile, tant’è che sto avendo conversazioni sul tema con produttori con cui già lavoriamo.”

“E così nel mentre alcuni produttori e/o esportatori capaci di accogliere questo punto di vista cominciano a vagliare quest’ipotesi, noi torrefattori di specialty dobbiamo imparare a comunicare il valore del caffè al consumatore finale, affinché egli diventi consapevole di cosa sta bevendo e di conseguenza sia disposto a pagare un prezzo realmente equo per tutti.

E’ importante che il consumatore capisca che lo specialty coffee, prima ancora di essere un prodotto affascinante di cui noi appassionati ci innamoriamo, rappresenta, per i produttori, una fonte di sostentamento.

Rispetto al caffè commerciale, lo specialty ha un maggior valore che permette ai produttori di spuntare un prezzo di vendita più remunerativo. Ma se questo maggior prezzo non viene effettivamente riconosciuto a causa delle dinamiche finanziarie che caratterizzano la Borsa, i produttori tendono a disinvestire sul caffè di qualità, ripiegando sulla produzione di caffè commerciale che è meno costoso (in termini di costi di produzione) ma è altresì poco rispettoso dell’ambiente.

Quindi scrolliamoci di dosso un po’ del nerdismo che caratterizza il nostro amato mondo specialty e crea, seppur senza dolo, distanza tra produttore e consumatore. Alleniamoci ad avvicinare il produttore al consumatore parlando di quanto sia magico il mondo dello specialty ma anche discutendo di prezzi, motivandone le variazioni non solo sulla base delle fluttuazione di Borsa ma, soprattutto, come conseguenza di fenomeni concreti.

Come, ad esempio, l’incremento di consumo da parte di paesi storicamente non consumatori (esempio: Cina e India) e il cambiamento climatico con i suoi devastanti effetti sulla produzione di caffè…effetti che, purtroppo, ho toccato con mano fin troppe volte negli ultimi anni.

Prunella Meschini dialoga con uni farmers durante un cupping (foto concessa)

Perchè, oggi più che mai, crediamo che il futuro del caffè risieda nella diminuzione della produzione di caffè commerciale e, contemporaneamente, nell’incremento del numero di produttori che decidono di effettuare una transizione da commerciale a specialty, che è l’unico prodotto capace di rispettare maggiormente l’ambiente e le persone che lavorano lungo tutta la filiera.

Per far sì che questo avvenga, è necessario che il maggior valore correlato allo specialty coffee sia riconosciuto e compreso dal consumatore. È necessario che i bisogni di tutta la filiera dello specialty coffee vengano rispettati e questo è fattibile solo se il prodotto specialty comincia ad essere trattato al di fuori dei meccanismi di Borsa che regolano lo scambio del caffè commerciale.”

Prunella Meschini

Nestlé: trimestrale migliore delle attese con fatturato a 24 miliardi di euro, Nespresso vola a 1,7 miliardi

MILANO – Risultati superiori alle aspettative per Nestlé, che registra ricavi in crescita nel primo trimestre del 2025, nonostante la debolezza di alcuni mercati, e conferma la guidance per l’intero anno. La multinazionale elvetica – numero uno mondiale nel settore alimentare e nel caffè – ha compensato il calo dei volumi di vendita attraverso gli aumenti di prezzo di alcuni tra i suoi prodotti più popolari, come le barrette Kit-Kat e il solubile Nescafé.

Il fatturato del gruppo si è attestato a 22,6 miliardi di franchi svizzeri (23,98 miliardi di euro), in crescita del 2,3% su base annua e leggermente al di sopra dei 22,5 miliardi attesi dagli analisti.

La crescita organica di Nestlé – cioè al netto di acquisizioni, dismissioni ed effetti valutari – ha raggiunto il 2,8% (contro un consensus del 2,5%), sostenuta da un Rig (crescita interna reale, ossia l’impatto sulle vendite degli incrementi o decrementi a volume, ponderati per il valore relativo dell’unità venduta) pari allo 0,7% e un 2,1% di pricing.

Nei primi tre mesi dell’anno, Nestlé ha continuato a fare i conti con i rincari delle materie prime, in particolare caffè e cacao

Con un +5,1%, il caffè è secondo soltanto al dolciario (+8,9%) in termini di crescita organica. Al di fuori di queste due merceologie, la crescita organica è stata modesta, ma il Rig è sempre stato positivo.

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La Spaziale alla fiera Specialty Coffee Expo di Houston con il debutto negli Usa della S9 Compact EKOMAT

CASALECCHIO DI RENO (Bologna) – Dal 25 al 27 aprile prossimi, La Spaziale è tra i protagonisti della fiera Specialty Coffee Expo 2025 di Houston, uno degli appuntamenti internazionali più attesi dagli operatori del caffè specialty. Un’occasione strategica per incontrare professionisti del settore, presentare le ultime soluzioni tecnologiche e rafforzare il dialogo con il mercato americano, da sempre attento alla qualità e all’innovazione made in Italy.

La Spaziale alla Specialty Coffee Expo 2025 di Houston

La fiera SCAA rappresenta da sempre un crocevia fondamentale per intercettare le nuove tendenze del caffè nel mondo, e l’edizione 2025 si preannuncia come una delle più dinamiche degli ultimi anni, con particolare attenzione alla sostenibilità, all’efficienza energetica e alla digitalizzazione dei processi di estrazione e servizio.

In questo contesto, La Spaziale coglierà l’occasione per svelare una novità pensata appositamente per il mercato statunitense: una nuova macchina in versione compatta.

“La nuova S9 Compact rappresenta il nostro impegno costante nell’innovare senza perdere l’identità che ci contraddistingue; abbiamo ascoltato il mercato americano e tradotto le sue esigenze in una macchina compatta, sostenibile e tecnologicamente avanzata”, dichiara Simone Maccagnani, vice presidente dell’azienda a capo della filiale americana.

La nuova S9 Compact EKOMAT, questo il nome della nuova macchina, coniuga dimensioni contenute con una tecnologia evoluta.

Con uno stand (N°1352) che unisce eleganza e funzionalità, siamo sicuri che La Spaziale attirerà l’attenzione di operatori del settore, baristi e torrefattori da tutto il continente, curiosi di scoprire le ultime novità e le caratteristiche della nuova macchina da caffè che vedrà la luce proprio a Houston. La macchina si inserisce in un segmento in forte crescita: quello delle soluzioni compatte e performanti, ideali per locali con spazi ridotti ma che non vogliono rinunciare alla qualità dell’estrazione tipica del nostro brand.

Innovazione al servizio dell’operatore

La S9 Compact EKOMAT è progettata per garantire performance elevate anche in contesti ad alto flusso. Tra le caratteristiche distintive della macchina e le funzionalità avanzate che ne costituiscono il cuore dell’innovazione, spiccano:

  • Termoregolazione elettronica, adottata già in versioni 2 o 3 gruppi, ma novità assoluta in una macchina compatta. Un sistema di controllo avanzato della temperatura attraverso una sonda elettronica direttamente in caldaia. Questo permette di controllare con la massima accuratezza la temperatura in caldaia e poterla regolare in qualsiasi momento per garantire un ottimo e costante risultato in tazza.
  • MAT (Milk Adjustable Temperature): il controllo automatico della temperatura del latte durante la montatura, per una consistenza e qualità della crema sempre perfetta, ideale per il mercato americano dove la cultura del latte art e del cappuccino è sempre più importante.
  • Acqua miscelata e temporizzata: una tecnologia che consente la miscelazione tra acqua calda e fredda e la temporizzazione dell’erogazione, assicurando il massimo risultato per ogni preparazione – dal classico americano alle infusioni.
  • Funzione ECO (Energy Saving): un sistema intelligente di gestione energetica che ottimizza i consumi in base al reale utilizzo, garantendo un risparmio energetico senza compromettere la prontezza operativa.

Con questo lancio, La Spaziale rafforza ulteriormente la sua presenza oltreoceano, confermandosi come punto di riferimento per chi cerca affidabilità, innovazione e stile made in Italy e lo SCAA 2025 per l’azienda sarà un buon palcoscenico per far assaporare le prime novità: vi aspettiamo a Houston, stand 1352.

AICS al MACFRUT di Rimini porta la Coffeea Zanguebariae e non solo: l’invito mercoledì 7 maggio a tutti i torrefattori

RIMINI – L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) porta il caffè a MACFRUT, fiera internazionale che rappresenta l’intera filiera ortofrutticola, dalla produzione al commercio, dalle tecnologie pre e post raccolta al packaging, dalla logistica ai servizi. Una manifestazione che si sviluppa su otto padiglioni e prevede la partecipazione di oltre 1.300 espositori a Rimini, presso l’ente fieristico (il medesimo che ospita il SIGEP) da martedì 6 a giovedì 8 maggio.

L’AICS anche quest’anno, sarà presente con uno stand al padiglione B4 posizione 07

Per presentare progetti in Etiopia, Mozambico, Uganda e Cuba. Saranno in Fiera anche produttori di caffè.

Presso lo stand di AICS si potranno apprezzare in degustazione diversi caffè, durante entrambe le giornate di martedì e mercoledì, sia con metodo espresso sia in moka, a seconda della richiesta. Grazie alla partnership con La Spaziale, lo spazio sarà dotato di una macchina a due gruppi e quattro macinatori on demand.

Il programma nel dettaglio dell’iniziativa

Mercoledì, alle ore 13, sarà organizzata la presentazione di quindici caffè con metodo cupping, provenienti da Etiopia e Mozambico.

L’Etiopia sarà presente sia con la Sidama CFCU sia con la Oromia CFCU, due Coffee Union ben note nel mondo del caffè poiché esportano tra i migliori chicchi etiopi. Allo stand AICS, saranno rappresentate da cinque caffè di foresta, con metodo naturale, lavato e macerazione carbonica.

Una socia di una cooperativa del Progetto AICS a Cuba (foto concessa)

Anche Cuba si presenterà con un caffè caratterizzato da una forte identità, mentre l’Uganda sarà presente con un produttore di Robusta naturale.

Inoltre, vera novità di queste sessioni di assaggio, il Mozambico, che sarà a Rimini con le regioni di Vumba, Gorongosa e Ibo: produttore che solitamente non è presente alle fiere di settore e che è invece molto interessante: da qui l’invito ai torrefattori a non lasciarsi sfuggire questa occasione unica.

Tutti i progetti sono sviluppati all’interno o a lato dei rispettivi Parchi Nazionali, con Gorongosa che raggiunge picchi di 1800 mt slm. Saranno presentati i caffè arabica di queste due aree.

Ibo è un’isola che rientra nel famoso Quirimbas National Park di Cabo Delgado, famosa nel settore per la coltivazione della Coffea Racemosa, in passato rientrante nel progetto Presidi Slow Food e presentata durante l’evento fieristico dell’anno passato.

Quest’anno, AICS porterà in Fiera la Coffea Zanguebariae, un albero tipico delle isole di Ibo e Quirimba.

Racconta la genesi di questo progetto, Alessio Baschieri, tecnico di filiera: l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) porta il caffè all’interno della manifestazione tra i progetti dedicati al settore ortofrutticolo e agritech perché molti di questi produttori sono anche coltivatori di caffè.

Da qui la decisione di organizzare diversi appuntamenti dedicati a questo prodotto che non è caratteristico di una fiera come MACFRUT.

Una scelta che ha tre scopi: il primo, portare caffè di altissimo livello all’esterno di fiere di addetti ai lavori; il secondo è poter avere esperienza diretta della grande biodiversità nella quale sono immersi i cafficoltori dei progetti di cooperazione, biodiversità che può e deve essere strumento per fare fronte al cambio climatico.

Infine, avere l’opportunità di conoscere anche il caffè prodotto in Mozambico, il quale non partecipa a nessun appuntamento del settore. Questo Paese sarà presente anche con varietà Arabica, oltre alla novità Zanguebarie.

L’essicazione del caffè Zanguebarie sul letto africano (foto concessa)

I chicchi che le due Union etiopi stanno preparando per l’evento sono da competizione, certamente ricercati e ben adatti ad una fiera caffeicola frequentata da operatori e curiosi del settore, ma che raramente si potrebbero degustare all’esterno di questi eventi.

La Coffee Zanguebarie, ancora tutta da esplorare

Si tratta di un arbusto di dimensioni simili alla Coffea Arabica che cresce a livello del mare sulle isole di Ibo e Quirimba, all’interno del Parco Nazionale Quirimbas di Cabo Delgado, circondato da oltre 400 km di barriera corallina, vicino al confine con la Tanzania.

L’arcipelago è noto principalmente per la produzione del Caffè di Ibo (Coffea Racemosa), che si distinse già nel 1906 con la Gold Metal Diploma per le sue caratteristiche aromatiche uniche. L’albero di grande fusto, le ciliegie sottili ed allungate danno semi piccoli dalle cuspidi pronunciate.

La Coffea Zanguebarie è molto simile alla Racemosa, e spesso viene confusa: scoperta nel 1790, deve in realtà il suo nome all’isola di Zanzibar poiché è un albero indigeno dell’area compresa tra sud Tanzania, Nord Mozambico e Zimbabwe. Cresce bene in foreste aride di latifoglie, a bassa quota, comprese le zone costiere, tanto da trovare ecosistema particolarmente favorevole nelle isole di Ibo e Quirimba.

Proporremo sicuramente la Zanguebarie anche in espresso, ma il momento clou sarà sicuramente nel tavolo con le altre perle dai parchi di Vumba e Gorongosa, oltre ai noti caffè etiopi.”

La partecipazione al tavolo di assaggio è libera per chi sarà presente all’interno dell’ente fieristico.

Per informazioni sugli eventi, chiedere ad Alessio Baschieri (3284975500).

Nuova Simonelli Technicians Competition: ecco i primi finalisti per la gara del 29 aprile

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Saranno 8 tecnici provenienti da diversi Paesi del Middle East, i primi finalisti della Nuova Simonelli Technicians Competition che si terrà a Dubai il prossimo 29 aprile. Il programma dell’azienda, in collaborazione con REPA, Cafetto, SCA Specialty Coffee Association UAE e BWT, intende premiare le competenze e l’impegno dei tecnici nel mondo delle macchine per caffè espresso.

I finalisti della Nuova Simonelli Technicians Competitions

L’evento, che si terrà all’interno dell’Experience Lab Nuova Simonelli in Dubai, vedrà sfidarsi 8 tecnici provenienti da importanti aziende del Middle East. I tecnici si confronteranno in prove reali: dalla diagnosi di malfunzionamenti alla regolazione fine delle macchine per ottenere il massimo delle performance. Sarà l’occasione, per i concorrenti, di mostrare sul campo competenza, precisione e passione e, per tutti coloro che assisteranno, di lasciarsi coinvolgere e imparare o migliorare nuove tecniche.

Tutti i dettagli e info sul programma Nuova Simonelli Technicians Competition possono essere trovati qui

Se ci si vuole mettere alla prova e partecipare alla prossima “Nuova Simonelli Technicians Competition” basta cliccare qui e la pagina Instagram @nuovasimonelliofficial per essere sempre aggiornato e conoscere le nuove sfide dedicate ai tecnici in giro per il mondo.

SCA Italy: tutto sul sistema modulare di certificazioni internazionali, esperienze immersive e nuovi strumenti di valutazione

MILANO – Nel mondo del caffè di qualità, la Specialty Coffee Association (SCA) rappresenta lo standard più alto in termini di formazione, certificazione e sviluppo professionale. Con un programma didattico strutturato, riconosciuto a livello internazionale, la SCA forma baristi, torrefattori, assaggiatori e altri professionisti del settore, offrendo un percorso educativo completo, rigoroso e costantemente aggiornato.

In Italia, l’attività formativa della SCA è promossa e coordinata da SCA Italy, che cura l’organizzazione dei corsi, la rete dei formatori autorizzati (AST) e le attività educative sul territorio nazionale.

L’offerta formativa si articola in un sistema modulare, progettato per coprire ogni fase della filiera del caffè: dalla coltivazione alla trasformazione, fino alla preparazione finale. Un aspetto distintivo è la possibilità di ottenere veri e propri diplomi professionali. Dal 2024, sono disponibili gli SCA Skills Diplomas, che attestano la preparazione specialistica in diverse aree del settore. Ogni diploma si ottiene attraverso corsi avanzati appartenenti a tre programmi principali: Coffee Skills Program (CSP), Coffee Sustainability Program e Coffee Technicians Program.

I diplomi attualmente attivabili sono:

  • Café Diploma, per chi gestisce caffetterie e vuole approfondire l’esperienza specialty dal punto di vista operativo e creativo.
  • Roastery Diploma, per torrefattori che puntano all’eccellenza nella tostatura e qualità del prodotto finito.
  • Coffee Trade Diploma, dedicato a chi opera nel commercio del caffè verde, con focus su valutazione, contrattualistica e dinamiche di mercato.
  • Sustainable Coffee Diploma, rivolto a chi lavora nei temi della sostenibilità lungo tutta la catena del valore.

Al termine di ciascun percorso viene rilasciato un diploma ufficiale accompagnato da un badge digitale, utile per arricchire curriculum, profili professionali e social media.

Il Coffee Skills Program è il pilastro centrale dell’offerta SCA. Include sei moduli, ognuno sviluppato su tre livelli (Foundation, Intermediate, Professional): Introduction to Coffee, Barista Skills, Brewing, Sensory Skills, Green Coffee e Roasting. Ogni modulo prevede esami teorici e pratici, con certificazioni riconosciute a livello internazionale. Questo programma permette ai professionisti di acquisire competenze approfondite e aggiornate, costruendo un profilo solido e credibile nel mercato globale del caffè.

Il Coffee Sustainability Program affronta le principali sfide ambientali, sociali ed economiche del settore. Suddiviso in tre livelli (Foundation, Intermediate, Professional), il programma alterna teoria e pratica tramite progetti applicativi, casi studio e momenti di confronto. L’obiettivo è formare professionisti in grado di guidare il cambiamento verso una filiera sempre più sostenibile.

Il Coffee Technicians Program è progettato per chi si occupa dell’installazione, manutenzione e riparazione delle attrezzature da caffè. Comprende sei moduli: Foundation Electrical Technicians, Foundation Hydraulics Technicians, Foundation Water & Preventive Maintenance, Intermediate Diagnostics and Repair Technicians, Intermediate Water Repair Technicians e Advanced Equipment Support Technicians. Ogni modulo combina teoria e pratica, con esami finali e certificazioni riconosciute a livello internazionale.

Tra le novità introdotte nel 2024, spicca il corso Coffee Value Assessment (CVA). Pensato per assaggiatori e professionisti dell’analisi sensoriale, il CVA permette di formarsi e calibrarsi sulle nuove schede d’assaggio e sul protocollo aggiornato che ha sostituito la precedente cupping form. Un passo avanti decisivo nella definizione e valutazione della qualità del caffè specialty.

Tutti i corsi SCA sono tenuti da Authorized SCA Trainers (AST), professionisti qualificati secondo criteri rigorosi e uniformi a livello globale. Questo garantisce standard didattici elevati e coerenza nei contenuti formativi ovunque nel mondo.

A completare l’offerta, SCA Italy propone esperienze immersive nei paesi d’origine del caffè. Dal 6 al 12 luglio 2025 si svolgerà Coffee Routes – Brasile, un viaggio formativo nella regione di Carmo de Minas. I partecipanti potranno vivere ogni fase della filiera, dal vivaio alla raccolta, dalla selezione all’esportazione, lavorando fianco a fianco con i produttori locali.

“Abbiamo voluto offrire un’occasione di formazione che fosse anche un’esperienza concreta sul campo. In Brasile lavoreremo fianco a fianco con i produttori, per comprendere da vicino cosa significa coltivare qualità. Sarà un viaggio partecipativo, pensato per creare connessioni forti tra chi il caffè lo produce e chi, ogni giorno, lo racconta, lo serve o lo analizza”, afferma Francesca Bieker, coordinatrice education di SCA Italy.

Le prenotazioni per Coffee Routes – Brasile 2025 sono aperte fino al 30 aprile. Per informazioni è possibile scrivere a education@scaitaly.coffee.

Frequentare i corsi della SCA significa investire nel proprio futuro. Le certificazioni sono riconosciute e richieste dalle aziende del settore, che vedono nei percorsi SCA una garanzia di aggiornamento, competenza e serietà professionale. In un contesto in continua evoluzione, la formazione SCA si distingue per completezza, profondità e visione. Concepita come un’opportunità di crescita tecnica e culturale, si basa su standard internazionali e su una visione del caffè come cultura, scienza e impresa sostenibile.

Tutte le informazioni sono sul sito www.scaitaly.coffee.

Iginio Massari Alta Pasticceria celebra la festa della mamma con i nuovi prodotti

MILANO – Quest’anno, Iginio Massari Alta Pasticceria celebra la festa della mamma, che ricorre domenica 11 maggio, con una collezione che vuole rappresentare un invito a vivere un’esperienza indimenticabile, un gesto d’amore che si traduce in sapori esclusivi e raffinate creazioni.

Iginio Massari per la festa della mamma

Ogni dolce per la mamma è pensato per regalare un momento di pura gioia, un viaggio sensoriale che celebra l’unicità dell’amore materno. La cura nella selezione delle materie prime, l’equilibrio tra tradizione e innovazione, e l’attenzione al dettaglio si fondono per creare emozioni dolci, indimenticabili ed esclusive.

Il cuore della collezione è la Torta festa della mamma, un’opera d’arte racchiusa in una pregiata scatola di legno in edizione limitata. La sorpresa sta nello scoprire i suoi tre strati: la croccantezza delle mandorle e nocciole, l’aroma avvolgente della vaniglia, e la morbidezza del cremino alla nocciola con la vivacità dei cubetti di limone canditi. A coronare questa sinfonia di sapori, una glassa di cioccolato bianco e mandorle, impreziosita da nocciole tritate e un delicato cuore decorativo.

Per chi desidera un assaggio di freschezza e delicatezza, le speciali gelée sono disponibili online, nelle pasticcerie e nei pop-up store, in confezioni da 9 e 16 pezzi. Gelsomino, orchidea, violetta, cuore di panna e fragola sono i gusti esclusivi pensati per coccolare il palato e celebrare la femminilità.

Le gelatine (immagine concessa)

Le praline, in cinque prelibati gusti – mandorla cruda e vaniglia, cremino fondente, pistacchio salato, cuore di cioccolato bianco con ripieno alla nocciola e cuore di cioccolato al lampone con ripieno alle mandorle e vaniglia – offrono un’esplosione aromatica in ogni piccolo boccone. Disponibili in confezioni da 16 e 25 pezzi, rappresentano un regalo prezioso e raffinato.

Un tocco di colore e allegria è racchiuso nei macarons, con i gusti vaniglia, rosa e limone, disponibili nelle Pasticcerie e nei pop-up Store.

Nelle sole pasticcerie, l’esperienza si arricchisce ulteriormente con la monoporzione yogurt e fragola a forma di cuore, un’edizione speciale che combina la leggerezza della mousse allo yogurt e fragole con la golosità della mousse al cioccolato bianco, il tutto avvolto in una glassa a specchio lilla e decorato con fragole fresche e cioccolato bianco.

Altra esclusiva delle Pasticcerie è la torta vaniglia e lampone, anch’essa in edizione speciale a forma di cuore: una bavarese alla vaniglia, ruolò inzuppato con bagna al lampone, mousse al lampone, rifinita con glassa a specchio lilla e decoro di cioccolato bianco, per un’armonia di sapori e consistenze.

Il celebre maritozzo (immagine concessa)

Infine, per una pausa o risveglio all’insegna della dolcezza, l’iconico maritozzo di Iginio Massari Alta Pasticceria si trasforma in un’edizione limitata esclusiva per la Festa della Mamma, farcito con mousse yogurt e fragola. Disponibile nelle Pasticcerie, da Maritz a Milano e nei pop-up store, è il modo perfetto per iniziare la giornata con un sorriso.

Sul sito iginiomassari.it è disponibile l’elenco completo degli indirizzi delle pasticcerie di Brescia, Milano, Verona, Torino, Firenze e Roma e dei Pop-Up Store attivi in tutta Italia.

Michele Ferrero: 100 anni dalla nascita dell’inventore della Nutella

Il 26 aprile 1925 è nato Michele Ferrero, l’uomo che ha reso Alba, in provincia di Cuneo, un punto fermo nel settore dolciario di tutto il mondo. “Cent’anni guardando avanti”, ha fatto scrivere la moglie Maria Franca Fissolo acquistando una pagina su alcuni quotidiani. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Floriana Rullo per il quotidiano Il Corriere della Sera.

I cento anni dalla nascita di Michele Ferrero

ALBA (Cuneo) – Se la Nutella si trova quasi ovunque è grazie alla sua intuizione. Avrebbe compiuto cent’anni esatti Michele Ferrero, l’uomo che ha reso Alba un punto fermo nel settore dolciario di tutto il mondo. “Cent’anni guardando avanti”, ha fatto scrivere la moglie Maria Franca Fissolo acquistando una pagina su alcuni quotidiani: una fotografia di Michele Ferrero sorridente e la scritta “26 aprile 1925, Michele Ferrero, 100 anni guardando avanti”.

Quando arrivò alla guida dell’azienda, la Ferrero esisteva già. Nel Dopoguerra era un’azienda strutturata, grazie ai coniugi Piera e Pietro che avevano trasformato la pasticceria di famiglia in una piccola fabbrica ad Alba, nel Cuneese.

Ma fu proprio lui, figlio della coppia, a farla diventare un nome rinomato nel mondo, in grado di produrre e vendere ovunque.

“Quando parli con un individuo, ricorda: anche lui è importante”, diceva ai suoi collaboratori. Perché quando si parla di Michele Ferrero (nato a Dogliani, in provincia di Cuneo il 26 aprile 1925 e morto nel 2015 all’età di ottantanove anni) si parla di un imprenditore tanto innovativo e visionario quanto estremamente riservato.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.