La conclusione di Tuttofood 2023 (immagine concessa)
MILANO – Si è chiusa una delle edizioni più partecipate dalla nascita di Tuttofood, con oltre 83mila presenze di visitatori professionali, il 20% internazionali da 132 Paesi. Le delegazioni più numerose sono arrivate, nell’ordine, da Spagna, Usa, Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Cina, Romania, Polonia, Regno Unito.
Numerose, sparse in quattro dei sei padiglioni le aziende del caffè che avevano scelto di essere presenti a Tuttofood. In totale 28 marchi.
Tra i quali Caffè Borbone, Cellini Caffè e Costadoro
La conclusione di Tuttofood 2023
In quattro giorni di intensi scambi, migliaia gli incontri di affari organizzati grazie alla piattaforma di matching tra i brand e i buyer selezionati, anche con la collaborazione di ITA/ICE Agenzia. Numerosi anche i giornalisti ed influencer dei media italiani ed esteri, sia tradizionali sia innovativi.
Molto apprezzato tanto dagli espositori quanto dagli operatori, in particolare, il nuovo concept espositivo: le macroaree che riunivano per affinità di filiera i settori verticali, rispecchiando la logica della distribuzione – fresco, largo consumo confezionato e surgelato-ittico – hanno reso più semplice ed efficace l’esperienza per visitatori e buyer, faciltando l’esplorazione e la scoperta di nuovi brand e nuovi prodotti.
Nuovi prodotti che quest’anno sono stati più presenti che mai, con tantissima innovazione in termini di sostenibilità, di packaging e di processo, nuove ricettazioni che anticipano le tendenze e rispondono alle esigenze di consumo in crescita – dal plant-based al ricco in proteine – e di formati ad alto contenuto di servizio che rispondono alla richiesta di praticità degli stili di vita attuali. L’innovazione sostenibile è stata celebrata anche dalla seconda edizione delBetter Future Award in collaborazione con GDOweek e MarkUp, che ha visto oltre 50 candidature. Diversi quest’anno gli ex aequo tra i premiati, a conferma dell’elevata qualità complessiva dei prodotti presentati.
Grazie all’alleanza tra Fiera Milano e Fiere di Parma, da quest’anno Cibus e Tuttofood danno vita a una piattaforma ancora più strategica, che supporterà in maniera più efficace le aziende che intendono puntare sull’internazionalizzazione per far crescere il loro business.
Il prossimo appuntamento è a Parma dal 7 al 10 maggio 2024. L’appuntamento con la decima edizione di Tuttofood è invece a fieramilano dal 5 all’8 maggio 2025.
La presenza dell’attore Brad Pitt nello spot De’ Longhi è una perfetta dimostrazione di come funziona la teoria del valore, secondo la quale stabilisce a quanto valore ha diritto ognuno che crea qualcosa per cui un cliente dimostra disponibilità a pagare. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Bernardo Bertoldi, docente di Family Business Strategy, Università di Torino, per Il Sole 24 Ore.
La teoria del valore nel management
MILANO – La teoria del valore, nel management una delle più rilevanti e meno applicate almeno in Italia; stabilisce a quanto valore ha diritto ogni attore di un sistema che crea qualcosa per cui un cliente dimostra disponibilità a pagare.
Tutto, infatti, inizia con un cliente che desidera qualcosa per cui ha una certa disponibilità a pagare (Willingness To Pay): il valore creato è dato dalla disponibilità meno il prezzo. Nel tempo “creare valore” è diventata una buzzword e questo è, forse, il motivo per cui la teoria del valore è così poco nota e ancor meno applicata: nessuno sa di cosa davvero sta parlando quando dice “creare valore”.
Fare strategia si riduce, però, a questo: come creare valore per un cliente trovando modi per aumentare la sua disponibilità a pagare e come catturarne la parte più grande possibile aumentando il prezzo.
Un attore di un sistema che crea valore ha diritto a catturarne una parte all’interno di una forchetta. Il massimo della forchetta è dato dal valore creato dal sistema meno il valore creato da tutti gli altri attori del sistema senza l’attore in questione. Il minimo è dato dal valore che l’attore potrebbe ottenere partecipando ad un altro sistema di creazione di valore.
Lo spot di De’ Longhi
Bisogna ammetterlo, non è semplice; infatti la teoria è capita da poche aziende: quelle che vanno meglio, di solito. Per fortuna l’arrivo di Brad Pitt nello spot di De’ Longhi ci aiuta a spiegarla. Nel settore del caffè il passaggio dal macinato alla capsula ha aumentato di 12,5 volte il prezzo e la disponibilità a pagare: una tazza di moka costava circa 8 centesimi, le prime capsule costavano 1€.
De Longhi con Inissima e altre belle macchine ha partecipato al sistema creato da Nestlè per sfruttare questo enorme cambiamento nella disponibilità a pagare.
All’inizio funzionalità ed affidabilità non erano sufficientemente buone e c’era bisogno di integrazione (ma questa è un’altra storia e un’altra teoria manageriale), il che ha probabilmente permesso a De Longhi per un po’ di tempo di catturare una parte del valore generato dal sistema capsula.
Una volta che il sistema capsula si è affermato la competizione si è spostata su personalizzazione o convenienza. In questo contesto il valore creato dal sistema capsula da tutti gli attori del sistema De Longhi incluso e senza De Longhi è diventato quasi uguale, le macchine per capsule sono poco differenti agli occhi del consumatore e quindi non influenzano la sua disponibilità a pagare; di conseguenza il massimo valore catturabile per De Longhi è diventato (più) piccolo.
Cosa poteva fare De Longhi? Restare nel sistema capsula sapendo che il massimo valore catturabile era piccolo e in diminuzione o prendere una decisione strategica “vera” e andare in un altro sistema di creazione di valore: quello dei grani. Lo spot con Brad Pitt che mostra la De Longhi Dinamica è il risultato di questa coraggiosa decisione strategica.
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MILANO – Il mondo del caffè ha una filiera lunghissima, e in molti non sanno che in questo campo le donne sono spesso protagoniste di minoranza, il che significa che la mano d’opera femminile è la più utilizzata nei paesi d’origine ma al contempo la meno considerata. Anche nel settore del trading, della distribuzione, della trasformazione e del servizio del caffè in molti paesi il ruolo femminile è considerato di secondo piano.
Master Coffee Grinder Championship a sostegno delle donne
Fabio Verona, creatore del campionato Master Coffee Grinder Championship, dice: “Consapevole di tutto ciò, non potevo rimanere impassibile ed è così che ho deciso di aderire al progetto dell’International Women’s Coffee Alliance coinvolgendolo direttamente attraverso il Campionato di macinatura, che diventa così anche etico e sostenibile”.
Fabio Verona continua: “Ho da poco terminato una piacevole chiacchierata con Talia Miceli, la presidente di Women in Coffee Italy, l’associazione italiana riconosciuta da IWCA, la rete globale a sostegno delle donne lungo tutta la filiera produttiva del caffè che raggruppa 33 realtà in tutto il mondo. Il loro scopo è di promuovere ed incoraggiare lo sviluppo della comunità internazionale delle donne che lavorano nel mercato del caffè, con l’obiettivo di aiutarle a emanciparsi, valorizzando il loro ruolo di imprenditrici, migliorando la loro vita e quella delle comunità di cui fanno parte”.
Il logo di International Women’s Coffee Alliance Italia (immagine concessa)
Il supporto non sarà solo di comunicazione, dichiara l’organizzatore; infatti, grazie al sostegno degli sponsor del MCGC (regolarmente iscritto come supporter), il vincitore riceverà l’iscrizione all’associazione, e tutti i roaster sponsor che decideranno di utilizzare un caffè facente parte della filiera che segue le linee guida della IWCA, avranno delle speciali agevolazioni.
In ogni tappa del campionato ci sarà inoltre la possibilità di incontrare un membro dell’associazione italiana e scoprire come rafforzare l’empowerment femminile nel processo produttivo del caffè.
Si ricorda che la prima selezione sarà il 17 giugno presso la Diemme Academy di Padova, e che i posti sono limitati. Chi fosse interessato ad iscriversi può farlo sul sito cliccando qui.
Da sinistra: Emanuele Tacchio, 3° classificato, Antonio Chillocci, 1° classificato e
BARLETTA (Barletta-Andria-Trani) – Si è svolta, in data 19 maggio 2023, presso la torrefazione Rosito di Barletta, la penultima tappa di selezione dell’VIII° edizione del Gran premio della caffetteria italiana. I baristi in sfida sono stati:
1. Davide Chiapparelli – Roma
2. Elena Cioce – Aversa (CE)
3. Antonio Lardaro – Sorrento (NA)
4. Antonio Chillocci – Nuoro
5. Emanuele Tacchio – Milano
6. Raffaele Moscato – Roma
7. Alessio Selci – Roma
Dopo le valutazioni dei giudici il podio del Premio si è così confermato:
1. classificato: Antonio Chillocci
2. classificato: Raffaele Moscato
3. classificato: Emanuele Tacchio
Il tutto è stato supervisionato dai giudici tecnici e sensoriali: Benedetto Rosito, Claudio Rutigliano ed Andrea Villa.
L’ultima tappa di selezione si terrà il 5 giugno a Brescia, dopodiché tutti e 15 i vincitori delle varie tappe si ritroveranno in sfida nella semifinale/finale del 13 e 14 ottobre, presso fiera Host a Milano.
Chi fosse interessato a competere può iscriversi attraverso il form della competizione cliccando quioppure contattando la segreteria alla mail segreteria@aicaf.com
Federica Pellegrini volto del progetto Women in Coffee (immagine concessa)
Chieri, Torino. Federica Pellegrini è il volto ufficiale di Women in Coffee, progetto di sostenibilità sociale di Caffè Vergnano a favore delle donne. La campionessa olimpionica ha affermato: “Partecipo solo a iniziative in linea con i miei valori, e questa lo è”. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Chiara Amati pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.
Federica Pellegrini, la sensibilità è rosa
CHIERI (Torino) – “Sono sempre stata una donna libera: di fare e scegliere. Fin da piccola. E ho sempre creduto di poter vivermela al pari di un uomo. Nel nuoto — sono entrata nella Nazionale maggiore nel momento in cui il successo era tutto al maschile e ho quasi ribaltato la situazione — e nel privato dove noi donne ci troviamo ancora nella condizione di dover dimostrare di essere all’altezza. Anche per questo motivo desidero mettere a fattor comune i miei valori, legandomi a progetti di cui sono convinta. Women in Food è tra questi”.
Classe 1988, veneta, Federica Pellegrini, ex nuotatrice con un palmares come pochi altri — 11 record del mondo (6 nei 200 stile libero in vasca lunga, 3 nei 400 stile libero in vasca lunga, 2 nei 200 stile libero in vasca corta), 26 ori internazionali, 3 medaglie olimpiche, 19 medaglie mondiali, 37 medaglie europee — è il nuovo volto di Caffè Vergnano.
E del progetto di sostenibilità sociale a favore delle agricoltrici nei Paesi di produzione del caffè, Honduras e Repubblica Dominicana. Il tutto in collaborazione con l’International Women in Coffee Alliance, progetto nato nel 2018 da un sogno di Carolina Vergnano che dell’azienda è Ceo.
L’annuncio è stato dato a Chieri, nella sede del centro di formazione Accademia Vergnano che rimanda concettualmente all’Academy di nuoto che Pellegrini inaugurerà verosimilmente il prossimo autunno, insieme al marito Matteo Giunta.
Federica Pellegrini: “Puntiamo all’uguaglianza di genere”
“Partecipo solo a iniziative in linea con i miei valori, e questa lo è — ha voluto rimarcare l’olimpionica —. Il mio obiettivo, prima con il nuoto e ora con altri strumenti, è oggi come ieri rompere dei tabù per rendere un po’ più facile la strada alle più giovani. L’uguaglianza di genere è un tema a me caro. Nello sport posso testimoniare come ci sia ancora un bel gap da colmare e questo nonostante le donne a ogni Olimpiade portino un contributo di medaglie eccezionale. Purtroppo temo che in Italia l’empowerment femminile non sia una tematica da affrontare soltanto nello sport, e quindi ben vengano progetti come Women in Coffee che contribuiscono a sensibilizzare le nuove generazioni”.
“È un immenso onore per Caffè Vergnano iniziare questa importante collaborazione con Federica Pellegrini a sostegno del progetto Women in Coffee in cui tutti noi, azienda e famiglia, crediamo molto — le ha fatto eco Carolina Vergnano —. Lo sport diffonde quotidianamente valori, come il principio dell’uguaglianza e delle pari opportunità, di cui da sempre Caffè Vergnano si fa portavoce. Federica è emblema di tutto questo e molto altro. È per me, infatti, simbolo di determinazione, etica e sacrificio. Rappresenta l’eccellenza del nostro paese e noi di Caffè Vergnano siamo molto orgogliosi di poter trasmettere, grazie anche al suo supporto, un messaggio così positivo per tutte le donne”.
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MILANO – Il noto marchio dei gelati da passeggio celebra il suo primo ventennio con una fitta attività di promozioni ed iniziative speciali. Il 24 maggio, chiunque si recherà nelle gelaterie Grom di Milano , Genova, Torino, Roma e nelle altre citta dove la catena di gelaterie è presente, tra le 15.00 e le 20.00, potrà gustare un gelato mini – monogusto su cono o coppetta – in omaggio.
Di seguito, il dettaglio delle gelaterie Grom a Milano dove avranno luogo i festeggiamenti per i 20 anni del marchio:
Via Alberto da Giussano, 1a
Corso XXII Marzo, 5
Piazza Argentina
Piazza Gae Aulenti, 8
Largo della Crocetta
San Babila, corso Monforte, 2
Assago – Milanofiori, Viale Milanofiori
Via Santa Margherita
Grom celebra 20 anni
Dunque Grom compie 20 anni. E per celebrare questo importante traguardo, la catena italiana che ha saputo fare della produzione del gelato un’arte attiverà una serie di promozioni, sconti e iniziative speciali in moltissime gelaterie del brand presenti in Italia.
Il 24 maggio, chiunque si recherà nelle gelaterie Grom di Milano tra le 15.00 e le 20.00, potrà gustare un gelato mini – monogusto su cono o coppetta – in omaggio.
Non solo: nelle gelaterie di Corso Monforte, Piazza Gae Aulenti e Via Giovanni Pierluigi da Palestrina sarà possibile partecipare alla pesca di alcuni coupon validi fino al 30 giugno esclusivamente nei punti vendita menzionati. A seconda del buono estratto, i clienti potranno usufruire delle seguenti promozioni:
1 vaschetta da 500 g in omaggio
20% sconto sulla vaschetta da 500 g
Ogni 20 del mese assaggio del gelato preferito
Sempre in occasione del ventennale, dal 24 al 31 maggio Grom proporrà il nuovo “Cono Buon Compleanno” in limited edition, disponibile in ogni gelateria italiana del marchio. Uno speciale cono compleanno che ha un protagonista d’eccezione, ovvero il gusto simbolo di Grom: il pistacchio.
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Uno studio condotto dall’Università di Tsukuba in Giappone afferma che consumare tè Oolong può aiutare a bruciare i grassi nel sonno indipendentemente dalla dieta e dall’esercizio fisico. La ragione? Il tè oolong avrebbe un effetto termogenico: aumenta la produzione di calore nel corpo attraverso la combustione dei grassi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Eugenio Spagnuolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport.
I benefici del tè Oolong
MILANO – Che il tè sia un aiuto naturale a bruciare grassi è risaputo: il contenuto di teina e caffeina (e non solo) lo rende amico del metabolismo. Ma che sia in grado di aiutarci a dimagrire mentre dormiamo è sorprendente. Eppure è proprio ciò che afferma uno studio condotto dall’Università di Tsukuba in Giappone, secondo cui bere un certo tipo di tè può aiutare a bruciare i grassi, indipendentemente dal livello di attività fisica e dalla dieta. Quale tè?
Si tratta del tè Oolong, diffuso tra Cina e Taiwan, che in termini di ossidazione e sapore si colloca tra il tè verde e quello nero. Viene prodotto attraverso un metodo unico, che prevede l’appassimento della pianta sotto il sole forte e l’ossidazione prima dell’arricciatura e della torsione. Come altri tè, anche il tè oolong contiene vitamine, minerali e utili antiossidanti.
Soprattutto, i ricercatori hanno scoperto che il tè oolong ha un effetto termogenico, ovvero aumenta la produzione di calore nel corpo attraverso la combustione dei grassi. Kumpei Tokuyama, dell’Università of Tsukuba che ha guidato la ricerca, afferma: “Sappiamo che il tè contiene composti che stimolano il metabolismo dei grassi. E l’oolong, che rappresenta solo il 2% dei tè del mondo, contiene gli stessi composti che si trovano nel tè verde, in quantità minori. Ma l’oolong sembra essere più efficace nel bruciare i grassi rispetto al tè verde, anche se entrambi contengono simili quantità di caffeina”.
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MILANO – Da giorni l’Emilia-Romagna è nel cuore e nella mente di tutti per il disastro scatenato dalla pioggia e dai fiumi ingrossati oltre ogni limite per l’alluvione. I territori di questa Regione stanno affrontando una situazione disastrosa e i gestori di bar e ristoranti si ritrovano a fare i conti con macerie, fango, strutture sommerse. Di questa situazione abbiamo parlato con Matteo Dalpozzo, che oltre a MammaMia, caffetteria di Imola in provincia di Bologna, segue anche Bernabé, locale situato a Faenza.
La sua testimonianza ha dato il via ad una catena virtuosa che si spera possa aiutare gli imprenditori a riaprire il più presto possibile e superare questi terribili momenti.
Dalpozzo lancia l’appello a tutta Italia
“Il mio locale principale si trova a Imola ed è al sicuro, perché fortunatamente la città è rimasta abbastanza protetta dall’alluvione.
Ed io la sto vivendo nel mio locale di Faenza che è stato allagato. Nella zona del centro è piovuto un metro d’acqua in una sola notte e ancora non siamo in grado di fare una stima precisa dei danni complessivi.
Il livello dell’acqua in città (foto concessa)
Per ora siamo riusciti soltanto a togliere il fango. Il maltempo ha devastato un’altra area che si trova oltre il fiume di Faenza, arrivando sino al mare e coinvolgendo molte città, in cui anche i secondi piani delle abitazioni sono stati sommersi.
Le condizioni dentro il locale (foto concessa)
Con i miei colleghi, la torrefazione Caffè Poli con cui collaboro, ci siamo confrontati insieme ad altri della community e abbiamo pensato come fare.
Alluvione: “La cosa principale adesso è permettere di riaprire i bar il prima possibile”
“Per ora abbiamo avviato una piccola raccolta fondi (qui) per acquistare alcune cose, ma la cosa ideale sarebbe attivare una catena per recuperare le attrezzature e poterle avere anche soltanto in prestito per un po’ di tempo.
Le strade allagate di Faenza (foto concessa)
Quindi, se qualche azienda che produce macchinari, dai macinacaffè alle macchine espresso sino alle lavastoviglie, potesse aiutarci a ripartire, sarebbe per noi fondamentale.”
Dalpozzo: “L’appello è per tutta la Romagna che è stata colpita duramente dall’alluvione”
“Nelle zone interessate per riaprire ci vorrà ancora molto tempo. Ora stiamo ricevendo alcuni contatti e disponibilità così poi potremo avviare un punto di raccolta in torrefazione e ridistribuire a chi ha bisogno.
Qualcuno ci ha già scritto e stiamo creando un file per muoverci al momento giusto. Alcuni locali ci impiegheranno qualche mese a tornare attivi.
Abbiamo giusto finito di pulire il nostro bar e stiamo cercando di dare una mano agli altri in città. ”
Per poter contribuire alla rete di supporto, potete contattare Matteo Dalpozzo al suo indirizzo email:
Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, esprime la propria vicinanza e solidarietà ai territori dell’Emilia-Romagna (immagine concessa)
ROMA – La Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, ha divulgato nella giornata di venerdì 19 maggio un documento sull’alluvione in Emilia Romagna che sta coinvolgendo i gestori di tantissimi Pubblici esercizi. In questo comunicato la Fipe esprime la propria vicinanza e solidarietà ai territori dell’Emilia-Romagna che stanno vivendo momenti drammatici per i disastrosi fenomeni metereologici che hanno colpito la Regione in questi giorni.
La Federazione si è impegnata attivando fin da subito una rete di solidarietà tra associati e Fipe territoriali per sostenere le attività di pubblico esercizio, gli imprenditori e i lavoratori che affrontano oggi enormi criticità contingenti e una prospettiva di vita stravolta in poche ore.
Quello dell’Emilia-Romagna, come è noto, è territorio ad alta vocazione turistica, nel quale le imprese ricettive e della ristorazione si apprestavano proprio in questi giorni a riprendere l’attività della stagione estiva.
Oltre alle profonde difficoltà trasversali all’intera popolazione che in tantissimi vivono purtroppo in queste ore, gli imprenditori del nostro settore vedono ancora una volta il loro lavoro messo letteralmente in ginocchio dagli eventi. A questo si aggiunge che è tutta la filiera dell’agroalimentare ad avere problemi serissimi di fornitura nei prossimi mesi, dal momento che le aziende agricole contano già qualcosa come 1 miliardo e mezzo di perdite.
“Seguiamo con apprensione gli eventi che stanno sconvolgendo numerose province dell’Emilia-Romagna e che hanno impatti fortissimi sul settore che Fipe rappresenta”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio.
Lino Enrico Stoppani continua: “Qui si tratta di attivare fin da subito aiuti materiali per superare questo drammatico momento e contributi concreti per ripartire (di nuovo): dalla sospensione dei tributi comunali sull’occupazione del suolo pubblico e al canone unico patrimoniale sui messaggi pubblicitari. Infine, un’associazione di rappresentanza degli imprenditori dell’attrattività territoriale come la nostra, non può mancare di sollecitare interventi di tutela del territorio e infrastrutture ambientali adeguate al futuro che ci aspetta a livello globale.”.
“Siamo vicini alle numerose città dell’Emilia-Romagna che stanno vivendo momenti drammatici”, ha dichiarato Matteo Musacci, vicepresidente nazionale di Fipe-Confcommercio e presidente regionale della Fipe Confcommercio dell’Emilia Romagna. “Intendiamo andare il prima possibile in quei territori per dare un segnale concreto di aiuto ai lavoratori e alle imprese della nostra terra, che sono l’anima di questa Regione generosa ed operosa. Migliaia di aziende hanno subito danni attualmente non quantificabili; tutti questi imprenditori devono sentire che non sono soli: Fipe-Confcommercio c’è” .
Arianna Massari (primo premio giuria giornalisti) Nayma Diomedi (primo posto giuria tecnica) e Giorgia Baudino (seconda classificata giuria tecnica)
BINASCO (Milano) – La 31ª edizione di Maestri dell’espresso junior, concorso a premi promosso da illycaffè e Gruppo Cimbali, è tornata in presenza venerdì 19 maggio, dopo gli anni svolti con l’ausilio del digitale, con 8 ragazzi accompagnati dai rispettivi docenti che sono arrivati in finale a giocarsi il titolo del 2023 dopo essersi distinti tra mille partecipanti.
Già un grande traguardo, che però deve nominare un solo vincitore. Il tutto, sotto il controllo imparziale di un rappresentante ufficiale per la tutela del Consumatore e della Fede Pubblica presso la Camera di Commercio, come ente terzo come verifica di ciò che accade nel corso di 9 mesi sino alla finale.
Maestri dell’espresso junior: una competizione che funziona anno dopo anno
Tra le rosse mura del Mumac – museo delle macchine del caffè del Gruppo Cimbali – la gara si è accesa sotto lo sguardo della giuria tecnica e poi dei giornalisti. La tensione si è tradotta in mani tremanti, voci interrotte sul microfono, un po’ di caffè versato per terra o sulle camicie di questi giovanissimi operatori: alcuni si davano manforte appena prima e dopo la performance.
Questa volta, tra chi ha assaggiato le tazze è tornato il direttore dell’Università del caffè di illy, Moreno Faina, dopo tanti anni lontano da questo ruolo. Anche lui ha vissuto insieme agli altri organizzatori, l’emozione di essersi incontrati finalmente di persona: ormai erano diversi anni che il concorso si era adeguato ai limiti pandemici e ci si era adattati a vedersi incorniciati da una webcam.
Silvia Vercellati (Mumac Academy Manager),Valentina De Angelis (Università del Caffè Subsidiary, e-learning and Office Manager) e Moreno Faina, (direttore Università del Caffè)
In mezzo al pubblico, ha ricordato agli studenti di come questo concorso sia un “Trampolino di lancio da sfruttare – e ha aggiunto un concetto importante – ho visto pochi prodotti perfetti, vi siete impegnati, ma ci sono stati tanti piccoli errori, la cui somma ha determinato un risultato medio, sicuramente interessante, ma sul quale si deve lavorare ancora un po’. Due cappuccini raramente erano uguali e anche per l’espresso, per cui servono 30 secondi, che però devono valorizzare i 15 mesi del chicco di caffè che sono stati necessari per questa prestazione. E non sempre è stato così. Per cui stimolo a far sì che anche la preparazione di un espresso diventi un obiettivo da rendere costante”.
La mattina, espressi, cappuccini, degustazioni e la sera, la sfida con le bevande vegetali
Una giornata completamente dedicata al servizio da parte di ragazzi tanto giovani quanto emozionati, che hanno dimostrato un fortissimo legame tra loro nonostante la competizione e soltanto poche ore passate insieme per conoscersi: tutti di fronte alla giuria sentono la pressione e devono misurarsi innanzitutto con la loro capacità di gestirla.
Alcuni sono riuscita ad esorcizzarla rendendola esplicita già all’inizio del proprio speech di fronte alla giuria, tenendo così a bada la tachicardia. O almeno ci si prova: il dosatore così piccolo dentro cui versare gli sciroppi si muove tremolante tra le dita dei giovani competitor, i vassoi arrivano al tavolo con il liquido che traballa fuori dai bicchieri o i cucchiaini che sfuggono e cedono alla gravità.
Ma anche quando il servizio non va alla perfezione, molti non si scompongono – o ci provano con tutte le forze rimaste – : chiedono scusa, e se il tempo glielo consente, tornano alla postazione e ripetono il servizio.
C’è una ragazza, soprannominata per il suo sangue freddo, Iron Lady, che seppur andata in overtime e non avendo completato le sei portate, non ha fatto una piega, anzi, ha continuato a raccontare e a raccontarsi ai giudici scherzando anche sul nome della sua ricetta, riuscendo a trasformare il suo errore in un modo per coinvolgere il pubblico.
Attitudine perfetta per chi vuole lavorare nel mondo dell’ospitalità.
Gli otto finalisti
Per cui, dopo aver dimostrato le proprie competenze tecniche sulle macchine e il macinino con l’erogazione di due espressi – uno in tazza e uno in bicchiere – e due cappuccini entrambi in tazza e aver affrontato l’analisi degustativa rispettando 15 minuti, si è passati al secondo scoglio da superare: la giuria dei giornalisti.
I quali hanno dovuto valutare gli 8 finalisti e le loro ricette, seguendo diversi parametri:
– Utilizzo degli ingredienti
– Esposizione della ricetta
– Originalità della proposta
– Estetica della presentazione
Protagoniste le bevande vegetali, dalla soia all’avena, sino al cocco e la mandorla, per delle soluzioni a base caffè. Dopo aver selezionato gli ingredienti, i concorrenti hanno preparato ciascuno il proprio drink: solo una di loro ha servito un cocktail caldo e soltanto una ha scelto una proposta alcolica.
Un ragazzo ha colpito con l’originale scelta dell’aglio come ingrediente, un altro si è spinto oltre la descrizione della ricetta condividendo con la giuria il suo progetto di lancio del prodotto.
Dopo 15 secondi ciascuno, con una sola ragazza che non è riuscita a preparare le sei porzioni entro il tempo concesso, i cocktail sono passati di fronte agli occhi dei giudici. Che alla fine si sono confrontati sui punteggi – da 1 a 5 – dati a ciascun ragazzo.
Tra una presentazione e l’altra, il clima nutrito di emozioni si è arricchito con la lettura di alcuni messaggi inviati da chi ha vinto le scorse edizioni di Maestri dell’espresso junior: una parola in comune a molti è futuro.
Come nel caso di Stefano Cevenini, Istituto Bartolomeo Scappi di Castel San Pietro Terme (Bologna), 1° classificato 2017: “Questa esperienza mi ha portato più consapevolezza di chi sono e di quello che so fare, ma soprattutto mi ha aperto gli occhi su quale sarà il mio futuro: il caffè in tutte le sue sfumature. Ho continuato a studiare, a formarmi e gareggiare.”
E infatti, nel 2019 lo ricordiamo come vincitore del concorso internazionale Espresso italiano champion.
I vincitori di Maestri dell’espresso junior
Dopo un’intera giornata passata a mettersi alla prova, il momento di decretare il vincitore per entrambe le perfomance.
A svelare il nome di primo e secondo classificato per la gara tecnica, il vincitore della passata edizione, Niccolò Mattei – mostrando il suo tatuaggio sul braccio, con la data della sua gara del 2022 con la formula della caffeina – dopo aver speso qualche parola di incoraggiamento per gli 8 finalisti, ha comunicato l’esito: prima classificata Nayma Diomedi (Istituto Einstein-Nebbia, Ancona, con il docente Alex Orologio) seconda un’altra ragazza, Giorgia Baudino (Istituto Paire, Cuneo, con il docente Davide Oglietti).
La vincitrice, Nayma DiomediGiorgia Baudino
A convincere la giuria dei giornalisti ancora una studentessa, Arianna Massari con il docente Antonio Grillo (Istituto Carlo Porta, Milano).
La premiata dalla giuria giornalisti Arianna Massari
La prima classificata avrà la possibilità di svolgere uno stage formativo, entro il 31 dicembre 2023, presso la illycaffè di Trieste per un periodo di 10 giorni lavorativi.
Il secondo classificato potrà partecipare al corso più completo scelto tra l’offerta formativa di Università del Caffè di Trieste.
Ma al di là dei premi, quello che è stato evidente per gli occhi e per i cuori di tutti i presenti, è che tutti gli otto finalisti hanno portato a casa una crescita personale e professionale fuori dal comune, che cambierà la vita di ciascuno di loro. Otto su mille, che ce l’hanno fatta.
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