mercoledì 03 Dicembre 2025
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Luckin Coffee e Café Coffee Day: due storie parallele e opposte, tra Cina e India

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Luckin Coffee Brasile cina
Il logo di Luckin Coffee

MILANO – Café Coffee Day e Luckin Coffee sono i market leader, nel settore delle caffetterie a marchio, nei due più popolosi paesi del mondo, l’India e la Cina. Due storie, sotto certi versi, parallele, quelle di queste due catene. Entrambe segnate da vicende travagliate, anche se di natura diversa, in tempi recenti.

Con esiti però opposti, almeno al momento. La catena cinese si è lasciata infatti alle spalle gli scandali contabili e le difficoltà finanziarie di inizio decennio. Ed è ripartita alla grande bruciando le tappe. È di questi giorni il raggiungimento del traguardo storico dei 10 mila locali.

Il colosso indiano – dopo la vicenda tragica del suicidio del fondatore VG Siddhartha, avvenuto quattro anni fa – ha subito invece un pesante ridimensionamento della propria rete, che ha portato alla chiusura dei tre quarti dei suoi locali.

Ma andiamo con ordine. Luckin Coffee ha festeggiato, in questi giorni, l’apertura del suo locale numero 10 mila. A titolo di raffronto, Starbucks prevede di arrivare a 9 mila locali in Cina appena nel 2025, anche se bisogna comunque tenere conto della diversità dei format e dei modelli di business delle due catene.

A dare l’annuncio è stato il co-fondatore Yang Fei, con un post sull’onnipresente social cinese WeChat.

Nel post, un selfie dello stesso Fei scattato all’interno del negozio, che si trova in una zona pedonale della città di Xiamen, nella provincia del Fujian, sulla costa sud-orientale della Cina.

L’esercizio 2022 si è concluso per Luckin Coffee con un incremento di quasi i due terzi del reddito netto totale, che è volato a 13,3 miliardi di renminbi (1,75 miliardi di euro).

Per la prima volta dal 2020, l’azienda è tornato a un risultato in nero conseguendo un utile di 1,1562 miliardi di renminbi (152,4 milioni di euro).

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BWT è lo sponsor di Sca Educational Summit: Nancy Cordoba e l’analisi sensoriale

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Il logo Bwt Water + more

BUSAN (Corea) – Il primo giugno si è concluso lo Sca Educational Summit, la conferenza di due giorni con l’obiettivo di condividere con i trainer del caffè le ultime novità in fatto di conoscenze e tecniche di formazione. BWT, da sempre vicina a Sca nel ruolo di portatore di contenuti scientifici, ha contribuito alla formazione con seminari a tutti gli eventi in qualità di sponsor ufficiale.

BWT allo Sca Educational Summit

Il tema principale dell’ultima giornata ha riguardato in particolare lo studio che sta svolgendo la dottoressa Nancy Cordoba con il centro di ricerca e educazione presso Ohio State University, il quale analizza il concetto delle sensazioni di dolcezza che vengono percepite nell’analisi sensoriale del caffè.

Cordoba ha esordito parlando della sua esperienza da piccola crescendo in Colombia e il primo assaggio di caffe insieme a suo nonno. Essendo la prima volta che assaggiava la bevanda, ha subito percepito l’amaro del caffè.  Suo nonno, per bilanciare questa sensazione, le ha fatto mangiare una ciambella e questo binomio di dolcezza e amaro insieme l’ha accompagnata per molto tempo.

Cordoba riconosce che, nonostante le variabili geografiche negli assaggi di caffe, la dolcezza viene percepita universalmente come attributo desiderabile ed è una preferenza generale da parte del consumatore.

Lo studio che svolge la dottoressa analizza le varie composizioni chimiche che costituiscono la componente di dolcezza, in particolare i vari tipi di carboidrati come galattosio, mannosio, arabinosio, glucosio e fruttosio.

Tutti i presenti hanno partecipato allo studio in corso per capire come si riconosce la dolcezza nel caffè con due taste test: 10 assaggi da classificare in modalità rank-rating.

Per primo si sono classificati gli assaggi dal meno dolce al più dolce, ed in seguito si è dato un valore alla dolcezza riscontrata.

L’analisi è stata fatta in due step: dopo il primo test è stato distribuito a tutti un nose clip per escludere il senso dell’olfatto e poi l’esercizio è stato ripetuto.

Il risultato è stato unanime: è più facile riscontrare la dolcezza nel caffè quando tutti i sensi sono attivi. Questo risultato conferma l’importanza anche dei componenti volatili che quindi sono parte importante dell’esperienza sensoriale.

Best Coffee all’insegna dell’ambiente con i Fine Robusta sostenibili

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best coffee sostenibilità
Best Coffee all'insegna della sostenibilità (immagine concessa)

TARANTO – Best Coffee srl, azienda che importa caffè crudo da diversi anni, ha sempre sposato una filosofia di qualità e sostenibilità, attraverso diverse azioni come la ricerca di certificazioni che ne assicurano la tracciabilità e l’efficacia della stessa. Cosa vuol dire caffè sostenibile? Significa che il caffè diventa un mezzo, e non un fine, con ricadute positive dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Significa produrre nel rispetto dell’ambiente, e quindi anche non sfruttare le risorse ma riutilizzarle soddisfando i propri bisogni senza compromettere la vita di chi arriverà domani.

Best Coffee per la sostenibilità sociale

La sostenibilità sociale invece accresce i valori e di saperi: creare maggiore conoscenza tra i produttori affinché producano una migliore qualità di caffè e nel rispetto della natura, ottenendo così anche maggiori profitti. Ciò garantisce la sostenibilità economica: un caffè di migliore qualità viene pagato di più a chi lo coltiva, e ne cura la produzione di mercato. Questo crea un vantaggio reciproco e un circuito virtuoso: in questo modo l’azienda si assicura di offrire ai propri clienti un prodotto sempre migliore .

La Best Coffee srl persegue da sempre la ricerca della qualità sui caffè Arabica e Robusta, importando anche Fine Robusta sostenibili tra cui il Guatemala Finca Ona’ certificato RFA e WCP.

Perché un caffè si definisce Fine Robusta?

Trattasi di un caffè verde che deve avere zero difetti primari su un campione di 350 g e non più di cinque secondari . Inoltre su un campione di caffè tostato di 100 g è ammessa la presenza di massimo 3 chicchi di colore chiaro, i cosiddetti “quakers”.

Il punteggio finale assegnato inseguito all’assaggio in tazza di un Fine Robusta dev’essere maggiore o uguale agli 80 punti.

Cosa si intende per caffè certificato RFA ?

Un caffè è certificato Rainforest Alliance significa quando è stato prodotto in base a standard rigorosi che proteggono l’ambiente e sostengono le comunità locali dando valore ai produttori.

Cosa si intende per caffè Woman’s Coffee Project ?

Quando un caffè è certificato WCP ha come obiettivo sostenere le donne produttrici dando loro e ai loro figli la possibilità di una vita dignitosa in piantagione, dove le difficolta’ sono molteplici.

La Best Coffee srl ha contraddistinto i sacchi di questi caffè con il colore rosa per indicare la delicatezza e la forza delle incredibili donne guatemalteche produttrici di questo Fine Robusta straordinario, sia per le qualita’ organolettiche, che per la resa in tazza, un caffè aromatico ma corposo.

Lavazza: Oasi iTierra! il 1° concept di aree break all’Università Bocconi

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lavazza bocconi
Il nuovo concept di area break Oasi iTierra! (immagine concessa)

MILANO – Da sempre pioniera nei canali in cui opera, Lavazza conferma di voler proporre soluzioni innovative anche per il mondo OCS e Vending e accetta la sfida di migliorare e rendere valoriale il momento della pausa caffè, sempre più rilevante nella giornata di ognuno. Oasi iTierra! è un progetto innovativo che nasce con l’obiettivo di trasformare il modo in cui viviamo il momento di break, portando il consumatore in uno spazio nuovo, ingaggiante, tecnologico e attento alla sostenibilità.

Il progetto Oasi iTierra! di Lavazza

All’interno di queste aree si possono gustare le capsule per vending machine Blue iTierra! For Planet Espresso Bilanciato compostabili*, che rappresentano l’unione tra qualità e sostenibilità. Anche nella proposta di prodotto la volontà è stata quella di optare per una soluzione allo stesso tempo consapevole e di valore.

Nelle Oasi iTierra! l’attenzione alla sostenibilità la troviamo sia nel prodotto offerto sia nell’ambiente che ci circonda: spazi dal design contemporaneo modulabili e integrabili in qualsiasi ambiente lavorativo, con materiali 100% naturali, senza plastica o resine ma solo con legno, cemento e vetro che rendono le oasi delle vere e proprie isole verdi dall’atmosfera tropicale, dotate di purificatori d’aria, diffusori di aromi e ricche di piante e verde vivo.

Grazie all’implementazione di ciascuna di queste aree break, Lavazza si impegna a piantare più di 1.000 alberi in diverse parti del mondo a supporto di progetti di riforestazione in collaborazione con Tree-Nation. Con la prima Oasi iTierra! sono già stati piantati 1.300 alberi a sostegno del progetto “Eden Reforestation Projects” in Mozambico.

Condividendo i medesimi obiettivi, Lavazza ha deciso di sviluppare il progetto in collaborazione con la società di progettazione integrata Progetto CMR, per ideare soluzioni flessibili, efficienti e sostenibili partendo da un’approfondita analisi delle esigenze dell’utente finale e con l’obiettivo di realizzare un progetto di design e ad alto valore aggiunto.

La prima Oasi ¡Tierra! inaugurata in occasione dell’Earth Day, è stata installata presso la biblioteca dell’Università Bocconi di Milano, grazie al coinvolgimento di Orasesta, azienda leader nella distribuzione automatica. Per la presentazione del progetto, Lavazza ha coinvolto il comico Vittorio Pettinato che, tramite i suoi canali social, ha presentato questo nuovo concept di area break.

Per coinvolgere ed ingaggiare i consumatori, all’interno dell’area, è stato realizzato un pannello interattivo che propone diversi contenuti sul mondo ¡Tierra! e guida alla sua scoperta semplicemente inquadrando un QR code.

In ottica di continua innovazione, infine, Oasi ¡Tierra! vede l’integrazione dell’App Piacere Lavazza, l’app di loyalty omnicanale di Lavazza, che consente attraverso la missione check-in dedicata di ottenere chicchi extra nell’ambito della raccolta punti in-App. L’esperienza dell’utente si arricchisce, inoltre, grazie all’integrazione con AWorld. Sarà infatti possibile aumentare la consapevolezza del proprio impatto ambientale calcolando la propria impronta green e tramite le meccaniche di missioni dedicate su App sarà possibile mettersi alla prova e intraprendere un percorso di educazione e formazione verso l’adozione di comportamenti sostenibili.

* Capsule compostabili certificate per il compostaggio industriale secondo lo standard EN 13432:2000 da TUV AUSTRIA.

La scheda sintetica di Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 2,7 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, e con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

La scheda sintetica del Progetto CMR

Progetto CMR è una società specializzata nella progettazione integrata – architettura, ingegneria e design – con l’obiettivo di realizzare progetti flessibili, efficienti ed ecosostenibili partendo da un’approfondita analisi delle esigenze dei propri clienti. Grazie a un team multidisciplinare che comprende architetti, ingegneri, esperti di pianificazione degli spazi, project manager, designer, esperti di sostenibilità e tecnici, la società è in grado di seguire il progetto dalla fase di concept fino alla sua realizzazione, di fornire consulenze che spaziano dalla pianificazione urbana all’architettura, dal progetto di interni fino al dettaglio del design di prodotto.

Progetto CMR, nata nel 1994, si appresta a festeggiare i suoi primi 30 anni di vita e di successi, ottenuti coniugando specializzazione, integrazione e innovazione, che la posizionano tra le prime società di progettazione in Italia con un fatturato di oltre 36 milioni di euro. Una realtà vivace e cosmopolita che vede lavorare insieme più di 200 professionisti di 19 diverse nazionalità, guidati con passione dai tre soci: l’architetto Massimo Roj, l’Ingegner Marco Ferrario e l’architetto Antonella Mantica, da direttori e direttrici di dipartimento, da  manager e da project leader.

La sua sede centrale è a Milano ed ha uffici in diverse città nel mondo: Roma, Atene, Pechino, Hanoi, Istanbul e Jakarta. Progetto CMR è inoltre partner di EAN – European Architect Network.

Starbucks punta a 9000 coffeeshop e oltre 90.000 dipendenti in Cina per il 2025

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Il logo di Starbucks

MILANO – L’obiettivo di Starbucks è quello di raggiungere 9000 punti vendita e oltre 90.000 dipendenti in Cina entro il 2025: a dichiararlo l’amministratore delegato della catena Laxman Narasimhan nella sua prima visita ufficiale a Shanghai.

L’obiettivo di Starbucks in Cina

“Novemila è solo un obiettivo stabilito e non ci fermeremo lì. Il mercato cinese è molto importante e speriamo che la Cina diventi il primo mercato mondiale per Starbucks”, ha aggiunto il ceo come riportato dal portale Borsa Italiana.

Il numero non sembrerebbe solo un miraggio considerando che, al momento, la catena di caffetterie conta oltre 6200 store in 244 città del Paese, in cui hanno trovato lavoro circa 60.000 dipendenti. Nel premercato, il titolo di Starbucks guadagna lo 0,5%.

Il Caffè Sacher inaugura a Trieste, il primo al di fuori dell’Austria. E sui prezzi scoppia la polemica innescata dal sindaco Dipiazza

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sacher torte trieste
Una torta Sacher (immagine: Pixabay)

Inaugurato a inizio giugno il primo Caffè Sacher in Italia in via Dante Alighieri di Trieste. Il locale è incentrato sulla vasta offerta dolciaria con al centro la classica torta Sacher. Per quanto riguarda i prezzi, si parla di 8,90 euro per una fetta di torta Sacher; 20 euro sempre per una porzione abbinata ad una bevanda non alcolica e all’acqua di accompagnamento.

Si può notare negli interni lo stile dominato dall’horror vacui: tendaggi, tappezzerie e mobili pesanti e sfarzosi, dominati dal rosso imperiale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Trieste News.

Il Caffè Sacher a Trieste

TRIESTE – Non una folla, ma un’ordinata epperò lunghissima fila per l’apertura soft, più volte annunciata, contraddetta e rinviata, del Caffè Sacher di via Dante Alighieri di Trieste, avvenuta alle prime luci dell’alba del 1 giugno 2023. Un locale austriaco, dolcissimo scrigno delle torte di cioccolato fatte a Vienna, in una via intitolata al padre della lingua italiana, all’interno a propria volta dello storico negozio di scarpe Rosini, aperto dal lontano 1912.

Il Caffè Sacher è il primo locale di questo genere al di fuori dell’Austria; altre volte erano stati tentati simili esperimenti, ad esempio il Sacher shop a Bolzano, ma solitamente il locale non sopravvive ai primi anni di attività. Trieste, in virtù di un turismo austro-tedesco cresciuto di qualità e flussi, può forse contraddire quest’assunto, dimostrare come la Sacher possa radicarsi anche al di fuori dell’ombra di Vienna.

Il locale si presenta come multiforme, incentrato va da sé sulle offerte dolciarie: caffè di ogni specie e tipologia, in particolare le dolcissime varianti viennesi, dolci di ogni forma e dimensione, compresa ovviamente la classica torta Sacher, spedita dalla capitale austriaca sino a Trieste e venduta nell’iconica scatola di legno, senza però trascurare il salato, con ostriche, champagne e prosciutti locali dall’Istria e dal Friuli.

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Il sindaco di Trieste Dipiazza sui prezzi del Caffè Sacher: “Se hai soldi vai, se no guardi” E scoppia la polemica

In margine alla presentazione della pasticceria da segnalare una dichiarazione del sindaco di Trieste. “Se hai i soldi vai, se no guardi”. E scoppia la polemica. Si tratta della risposta che il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha dato alla tv locale TeleQuattro che gli chiedeva un commento sugli alti prezzi del Caffé Sacher, che ha aperto in città, dopo una lunga attesa. È il primo della catena che apre fuori dall’Austria.

“Basta polemiche, se hai i soldi vai, se no guardi” ha detto il sindaco, vantando però “grande orgoglio” per l’apertura di un negozio della tradizione austriaca e viennese in particolare. Polemiche si sono verificate per i prezzi alti fissati dal negozio: una fetta della originale torta è venduta praticamente a 10 euro; alti anche i costi di altri prodotti.

“Vorresti un Ferrari? Ma non lo puoi permettertelo, e allora se passa sei lì a guardarlo” rincara la dose il sindaco di Trieste Dipiazza. “È un grande orgoglio – aggiunge – che sia stata scelta Trieste per aprire il Caffè Sacher e nessuno pensa alla cifra enorme che è stata investita per aprire il locale”. Il sindaco era lì il primo giorno di apertura, “orgoglioso anche dell’amicizia con il proprietario. Voleva offrimi una fetta ma io ho voluto pagarla”, ha tenuto a precisare. Anche sul tariffario troppo alto Dipiazza ha voluto fare delle precisazioni: “Vai a cena nei ristoranti e ti chiedono cifre mai viste, davvero non riesco a capire questa polemica”.

L’opinione di Ernst Knam

Della vicenda ne ha parlato anche l’esperto di cioccolato, il pasticcere Ernst Knam, ricordando che la pasticceria non produce beni di prima necessità. Inoltre ha detto, come riportato da Streetfood News: “Già c’è crisi, occorre mantenersi competitivi sul mercato per lavorare bene”.

Knam ha affermato che queste cifre non fanno altro che allontanare le persone dalla pasticceria e ha aggiunto sul prezzo: “Per consumarla seduti non sono troppi. Poi ogni azienda fa le sue valutazioni. Il food cost varia da locale a locale”.

Il pasticcere propone la sua torta Sacher a 40 euro al chilo, un prezzo ben diverso da quello del Caffè Sacher. Ernst ha dichiarato infine su Streetfood News: “Gli ingredienti alla base sono sempre farina, zucchero, uova, latte..va bene il rincaro ma quando si supera una certa soglia diventa difficile giustificare il prezzo al cliente”, dunque secondo l’esperto la pasticceria deve essere accessibile alla maggior parte delle persone. 

Il ristorante bistellato Amelia ha addebitato il conto di 170 euro al gruppo che non si è presentato a cena: vinta la causa

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bilancia amelia giustizia
La bilancia della giustizia (immagine: Pixabay)

A volte i clienti dei ristoranti prenotano e non si presentano. Uno strumento per contrastare questa cattiva abitudine è richiedere i dati della carta di credito e addebitare una penale. È ciò che ha fatto il ristorante bistellato spagnolo Amelia a San Sebastián, il quale ha detratto al gruppo il costo dell’intero menù che, all’epoca, era di 170 euro. Uno dei commensali che non si è presentato ha deciso di adire le vie legali per recuperare i soldi ma il tribunale ha dato ragione al ristoratore. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giovanni Vigna pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.

Il no show

SAN SEBÁSTIAN (Spagna) – I ristoratori non hanno tanti strumenti per difendersi dai clienti che tirano il bidone, prenotando senza poi presentarsi nel locale. Una delle carte che gli chef possono giocare per contrastare questa cattiva abitudine è richiedere i dati della carta di credito e addebitare una penale in caso di no show, termine con cui vengono definiti questi spiacevoli episodi.

Il no show può risultare molto costoso per il gestore del locale in termini di risorse e tempo perso. Ne sa qualcosa il ristorante bistellato Amelia di San Sebastián, in Spagna che, nel 2021, aveva ricevuto la prenotazione di tre clienti che non si erano più fatti vivi.

Il caso

Il locale dello chef Paulo Airaudo ha detratto dalla loro carta di credito il costo dell’intero menu che, in quel momento, era di 170 euro. Uno dei commensali fantasma ha deciso di adire le vie legali per recuperare i soldi ma il tribunale ha dato ragione al ristoratore.

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Carenza di personale nell’horeca a Imperia, Fipe: “I locali in seria difficoltà”

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Bar, ristoranti e alberghi sono in lotta con la carenza di personale stagionale per affrontare l’estate; un’emergenza che in questi mesi non ha trovato soluzione nonostante l’impegno costante nella ricerca da parte dei titolari delle attività. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giorgio Giordano per il quotidiano Il Secolo XIX.

La carenza di personale nel settore della ristorazione

IMPERIA – L’estate è alle porte e ancora una volta esplode il problema della carenza di personale per ristoranti bar e hotel (ma anche negozi e spiagge). Sostanzialmente una replica perfetta di quanto accaduto la scorsa estate con tutto il settore degli operatori turistici in grave crisi.

Lo conferma Enrico Calvi, titolare del ristorante Salvo Cacciatori a Imperia e presidente provinciale di Fipe, l’associazione dei pubblici esercenti: “È un problema gravissimo che non riguarda solo il Ponente, la nostra associazione sta affrontando il dibattito a livello nazionale. Mancano cuochi, camerieri, lavapiatti, i locali sono in seria difficoltà”.

Spiega Barbara Biale direttrice provinciale di Confartigianato: “Si parla di centinaia di addetti stagionali. Anche a fronte di buoni stipendi non si riescono a reperire sul mercato del lavoro”.

Gli ultimi dati relativi alla primavera emersi proprio da uno studio di Confartigianato parlavano della necessità di oltre 3.200 lavoratori per soddisfare il fabbisogno delle imprese della provincia. Di queste 2.600 nel settore dei servizi, che in totale si compone di circa 23.000 addetti, il 29% della forza lavoro provinciale. Le professioni più difficili da rintracciare sono proprio quelle che ruotano intorno alla ristorazione.

Un’emergenza che in questi mesi non è rientrata nonostante l’impegno costante nella ricerca da parte dei titolari delle attività. Il tempo medio per trovare un collaboratore adatto è di 3-4 mesi. Le paghe part-time si attestano tra gli 800 e i 1.000 euro, i full-time oscillano tra 1.100 e 1.800 euro. I più qualificati come cuochi e maitre arrivano a guadagnare 1.800-2.000 euro.

Andrea di Baldassare, titolare del Big in piazza Bresca e presidente di Confcommercio Sanremo, aggiunge un elemento sostanziale: “Molti miei colleghi stanno pensando di ritoccare gli orari di apertura proprio per adattarli alla mancanza di personale, non sarà facile coprire tutti i turni. Ma ancora più che i numeri in meno a spaventare è la preparazione di chi si propone, ci sono troppi improvvisati senza esperienza, la qualità del servizio così si abbassa. Stiamo attivando un progetto per aprire nuovi canali di ricerca e individuare gli addetti necessari, che però si concretizzerà solo la prossima estate”.

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illycaffè è partner di Vivero de Atitude, il programma socio-ambientale brasiliano

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aldir texeira illycaffè
Aldir Texeira, Director-General of Experimental Agricola do Brasil (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè, prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione B-Corp, è partner di Viveiro de Atitude (Vivaio di Atitude), il programma socio-ambientale sviluppato in Brasile dalla Cooperativa do Cerrado Mineiro di monteCCer, che riunisce i produttori di caffè di Monte Carmelo nello stato di Minas Gerais, con l’obiettivo di creare iniziative e progetti per la conservazione del Bioma Cerrado e, contestualmente, creare valore sociale.

illycaffè in collaborazione con Viveiro de Atitude

Il vivaio di Atitude produce ogni anno più di 140 specie autoctone, con lo scopo di renderle disponibili all’intera comunità, per ripiantarle nelle aziende agricole limitrofe o nelle aree urbane del territorio.

La piantumazione di piante autoctone nel territorio favorisce la protezione delle fonti acquifere e del bioma della regione del Cerrado. Attraverso programmi di educazione ambientale sostenuti da illycaffè, il progetto consente di aumentare la superficie delle foreste, preservare le sorgenti e conservare la biodiversità, elementi fondamentali per contrastare gli effetti del cambio climatico e quindi tutelare la produzione di caffè di qualità.

Ogni anno il vivaio vende circa 60mila piantine e devolve il ricavato alle istituzioni locali, che lo impiegano per sviluppare progetti sociali. Grazie ai fondi raccolti, in questi anni è stato possibile creare servizi di doposcuola per i bambini e costruire spazi adatti alle esigenze dei più anziani. In tre anni sono più di 17mila le persone che hanno beneficiato direttamente del progetto.

“La crescita sostenibile non può prescindere dalla difesa dell’ambiente e della comunità, elementi che dovrebbero sempre più alimentarsi a vicenda, producendo un circolo virtuoso – spiega Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè – sosteniamo Vivero de Atitude fin dagli esordi perché crediamo nel valore della collaborazione e della condivisione della conoscenza per sviluppare progetti che favoriscono la creazione di valore sociale e ambientale nel lungo periodo”.

 Come Società Benefit, illycaffè crede nella necessità di costruire un sistema in grado di rigenerarsi da solo, garantendo il benessere delle persone e del Pianeta. Per questo l’azienda lavora mano nella mano con i produttori di caffè, formandoli alla qualità sostenibile e supportando i progetti che creano valore per la comunità e per l’ambiente.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.

Fabbri 1905 lancia l’offerta di gelati per l’estate 2023

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pirata salomone fabbri 1905
Pirata Salomone (immagine concessa)

BOLOGNA  Grande pancia e baffi all’insù, Salomone, Pirata Pacioccone, testimonial negli anni ’60 dei Caroselli Fabbri che con il suo “Porta Pasiensa!” è entrato nella memoria collettiva degli Italiani, ritorna in versione gelato, grazie al kit composto da Snackolosi Croccante all’amarena Fabbri abbinato a cioccolato bianco o cioccolato al latte. Kit versatile che consente ai Maestri gelatieri di spaziare dalla creazione di magnifici gelati, a mousse, semifreddi e glassature di dolci.

I gelati Fabbri 1905

E, per conquistare definitivamente i bambini, divertenti gadget, come zainetti decorabili e sorprendenti tattoo di Salomone e della sua simpatica ciurma, sono proposti da Fabbri ai gelatieri in abbinamento al kit dei prodotti.

Anche la frutta sarà protagonista dell’estate 2023: l’azienda bolognese propone i gusti PescaloscaFragoroso e Bananito, dove  pesca, fragola e banana completano la base composta da latte, panna e yogurt negli omonimi kit.

I gusti snack

Nella memoria di ciascuno è custodito il ricordo di un dolce, di una merenda, di uno snack o di un biscotto a cui si è particolarmente legati. Ora è possibile ritrovarli sorprendentemente in un gelato. Fabbri 1905 ha creato gli Snackolosi, una gamma di variegature che permettono ai gelatieri di proporre in vaschetta i gusti degli snack più amati da generazioni di italiani, aggiungendo emozione al piacere di un gelato.

Le due novità più recenti sono Snackolosi Caramello Crunchy Salato e Snackolosi Choco-Fondente Crunchy Salato, entrambe caratterizzate da granelli di zucchero salato, una speciale inclusione croccante che arricchisce i variegati dell’azienda Fabbri e risponde a un forte trend di mercato che vede i cristalli di zucchero salato presenti in moltissime proposte molto gradite al pubblico.

snackolosi choco fabbri
Choco-Fondente Crunchy Salato (immagine concessa)

Il primato dell’innovazione va certamente a Snackolosi Croccante Amarena Fabbri dove l’Amarena Fabbri a “tocchetti” è abbinata a una crema anidra al latte con il 15% di inclusioni di croccante alla nocciola e mandorle. Un gusto particolare e reso unico da questi abbinamenti che ha conquistato anche il pubblico internazionale dell’ultimo Sigep dove ha debuttato.

Per chi, invece, preferisce le variegature lisce la scelta cade su Nutty Wow, crema anidra da proporre tal quale in vaschetta o come cremino.

Ultimissime nate, entrambe vegane, sono Nutty Wow Pistacchio, con il 35% di pistacchio, e Nutty Wow Cioccolato Fondente, con il 18% di cacao magro monorigine Ghana.

Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.