lunedì 01 Dicembre 2025
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Nespresso celebra il Cappuccino day l’8 novembre con il lancio di Kit Barista per creare ricette a base di latte e caffè

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nespresso Eric Favre capsule
Logo Nespresso

MILANO – L’8 novembre si festeggia il Cappuccino day, l’occasione perfetta per celebrare l’amata bevanda a base di latte e caffè, considerata – in Italia e nel mondo – una tra le più apprezzate a colazione e non solo, purché realizzata a regola d’arte. E proprio per questa giornata, Nespresso ha pensato al kit Barista, ideale per tutte e tutti gli amanti del cappuccino e delle ricette a base di latte e caffè, che potranno gustare la loro bevanda preferita anche a casa.

Nespresso celebra il Cappuccino day

Grazie a questo kit, che contiene Aeroccino4 e il Grembiule Barista, la creazione di un cappuccino nelle sue versioni chiaro e scuro, caffè macchiato, latte macchiato e di tante altre ricette a base di latte e caffè non è mai stata più semplice.

Aeroccino4 è l’accessorio indispensabile, versatile e pratico, per chi vuole preparare un caffè con latte perfetto, a casa come al bar, e concedersi un piacevole momento di relax scoprendo nuove sfumature di gusto.

Aereoccino4 è ideato per preparare due tipi di schiuma di latte, calda o fredda, e gustare il proprio caffè preferito in modo ancor più speciale grazie ad una schiuma di latte densa e cremosa.

Caratterizzato da un design elegante, Aeroccino4 garantisce una straordinaria semplicità di utilizzo, che permette di ottenere in pochi secondi una deliziosa schiuma di latte, versando il latte nell’apposito contenitore e selezionando il pulsante desiderato. E non finisce qui: perfetto anche come regalo per amici e parenti, il kit contiene anche il Grembiule Barista, l’accessorio perfetto da indossare durante le preparazioni delle ricette a base di latte e caffè.

Quale migliore occasione del Cappuccino day, allora, per scoprire nuove e deliziose ricette? Chiunque, grazie al kit Barista di Nespresso, potrà celebrare nel migliore dei modi il proprio amore per la combinazione di gusti più semplice e buona di tutte, quella tra latte e caffè. Con il Grembiule Barista e grazie ad un solo e semplice clic sull’Aeroccino4, non resta che sperimentare e lasciarsi sorprendere da nuovi gusti.

Le ricette Nespresso

Cappuccino Scuro

Una bevanda ricca e cremosa, in cui il gusto deciso del caffè si fonde alla perfezione con una densa schiuma di latte, per un cappuccino proprio come al bar.

• Schiuma di latte 60 ml
• Barista Creations Scuro per Original Line 25 ml
Come preparare questa ricetta?

  • Step 01 – Versare 60 ml di latte freddo (4 °C) nell’Aeroccino4 e preparare la schiuma per il cappuccino.
  • Step 02 -Versare la schiuma di latte ottenuta con Aeroccino4 in una tazza adatta per un cappuccino.
  • Step 03 – Completare la ricetta erogando 25 ml di Barista Creations Scuro per Original Line sulla schiuma di latte.

Cappuccino con latte di soia e castagne

La dolce crema di castagne e il latte di soia, completati dall’intensità di Barista Creations Corto per Original Line, daranno vita ad un cappuccino insolito dal tocco autunnale.

  • Crema di castagne 10 ml
  • Latte di soia 115 ml
  • Barista Creations Corto per Original Line 40 ml

Come preparare questa ricetta?

  • Step 01 – Prima di tutto, versare 115 ml di latte di soia direttamente nell’Aeroccino 4 e preparare la schiuma per il cappuccino.
  • Step 02 – Versare la crema di castagne sul fondo di una tazza adatta per un cappuccino.
  • Step 03 – Infine, versare la schiuma di latte di soia calda nella tazza e completare la ricetta erogando 40 ml di Barista Creations Corto per Original Line preparato come Espresso.

Latte al miele con pinoli

Quando il miele si unisce ai pinoli e al caffè, si crea un tripudio di dolcezza per una calda coccola.
• Latte 1,5% grassi parzialmente scremato 250 ml 100 ml
• Miele 20 g
• Pinoli 5 g
• Barista Creations Bianco Doppio per Vertuo Line 80 ml

  • Step 01 – Versare 250 ml 100 ml di latte freddo all’1,5% di grassi parzialmente scremato direttamente nell’Aeroccino 4.
  • Step 02 – Chiudere il coperchio, premere per un istante il pulsante Cappuccino per la preparazione della schiuma di latte.
  • Step 03 – Aggiungere 20 gr di miele sul fondo della tazza e versare il latte schiumato.
  • Step 04 – Erogare 80 ml di Barista Creations Bianco Doppio per Vertuo Line direttamente nella tazza e guarnire pinoli e miele.

Cappuccino soia e curcuma

Un cappuccino dolce, perfetto per accompagnare un risveglio lento.
• Latte di Soia 150 ml
• Sciroppo d’agave 10 g
• Polvere di Curcuma 3 g
• Polvere di cannella 5 g
• Barista Creations Bianco Piccolo per Vertuo Line 40 ml

  • Step 01 – Versare 150 ml di latte di soia freddo direttamente nell’Aeroccino 4 e aggiungere 3 g di polvere di Curcuma.
  • Step 02 – Chiudere il coperchio, premere per un istante il pulsante Cappuccino per la preparazione della schiuma di latte.
  • Step 03 – Aggiungere 10 g di sciroppo d’agave in una tazza adatta per un cappuccino.
  • Step 04 – Erogare 40 ml di Barista Creations Bianco Piccolo per Vertuo Line direttamente nella tazza.
  • Step 05 – Versare la schiuma calda direttamente sul caffè e guarnire con sciroppo d’agave e cannella.

Prezzi e disponibilità

Il kit Barista di Nespresso è disponibile per l’acquisto nelle Boutique Nespresso, sito e-commerce, App e tramite Servizio Clienti a partire dal 2 ottobre 2023 e fino al 31 dicembre 2023.

Il Kit Barista comprende Aeroccino4, del valore di 89€, e il Grembiule Barista, del valore di 21€, ad un prezzo complessivo di 90€ anziché 110€

Per maggiori informazioni visitare il sito di Nespresso.

La scheda sintetica di Nespresso

Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con più di 150.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei paesaggi circostanti.

Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.

Nel 2022, Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 7.300 aziende che soddisfano gli elevati standard B-Corp di responsabilità sociale, ambientale e di trasparenza. Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 83 Paesi e ha oltre 14.000 dipendenti.

Nel 2022, ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio di 791 Boutique. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

Tanzania Coffee Board aprirà caffetterie mobili per aumentare il consumo della bevanda al 15% entro il 2025

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La bandiera della Tanzania

Tanzania Coffee Board pianifica di aprire diverse caffetterie mobili nei comuni per incrementare il consumo locale di caffè al 15% entro il 2025, rispetto all’attuale 7%. Le caffetterie mobili in questione saranno caratterizzate da attrezzature moderne. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Africa24.it.

L’obiettivo di Tanzania Coffee Board

TANGA (Tanzania) – Tanzania Coffee Board (TCB) intende aprire caffetterie mobili nelle città e nei comuni. L’obiettivo è quello di portare il consumo locale di caffè al 15% entro il 2025, rispetto all’attuale 7%. Le caffetterie mobili saranno dotate di attrezzature moderne per la semplice preparazione di bevande a base di caffeina.

Queste includeranno cappuccino, caffè latte, americano ed espresso e saranno a disposizione dei consumatori ovunque ne abbiano bisogno.

Lo ha rivelato qui nel fine settimana il direttore del TCB per la promozione e il controllo della qualità, Frank Mlay, durante un incontro con i media. Secondo il direttore, la mossa mira anche ad aumentare il mercato interno del caffè prodotto localmente e a ridurre la dipendenza dal mercato estero.

Secondo Mlay, oltre il 90% del caffè coltivato in Tanzania viene prodotto per l’esportazione, il che non è comunque uno svantaggio.

Tuttavia, il funzionario ha sfidato le parti interessate a identificare le aree adatte per le caffetterie mobili.

“L’idea è di vendere il caffè come si vendono i gelati per strada, ma in modo decente e igienico”, ha sottolineato.

Secondo Mlay, le prime caffetterie nell’ambito del programma saranno allestite nel corso del prossimo anno finanziario 2023/24.

“Gli investitori devono disporre di attrezzature moderne per la preparazione di bevande a base di caffeina. Ci rivolgiamo ai giovani per consentire loro di ottenere un reddito”, ha aggiunto.

Prima che il programma prenda il via, il TCB formerà coloro che intendono aprire e gestire i negozi mobili di caffè.

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India: calo della produzione del tè Darjeeling, gli acquirenti si rivolgono al Nepal

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Lavazza in India
La bandiera indiana

La produzione di tè in India è stata recentemente colpita da un calo della produzione e della domanda mentre gli acquirenti si rivolgono ad alternative più economiche provenienti dal vicino Nepal. I produttori di tè Darjeeling accusano il Nepal e il suo accordo di libero scambio con l’India di essere uno dei motivi principali per comprimere la loro quota di mercato. L’opinione degli esperti sul motivo dietro il calo della produzione tuttavia si divide. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Oltre la Linea.

Il calo della produzione del tè in India

CALCUTTA, India – I famosi giardini del tè Darjeeling, nello stato indiano del Bengala Occidentale, creano immediatamente immagini pittoresche di nuvole che fluttuano su dolci colline ricoperte di cespugli di tè dove le donne, avvolte in parei colorati, raccolgono foglie di tè che raccolgono in cesti intrecciati legati alla schiena.

Ma c’è un’altra realtà dietro quelle immagini da cartolina: un calo della produzione e della domanda mentre gli acquirenti si rivolgono ad alternative più economiche provenienti dal vicino Nepal, mettendo in pericolo il futuro di un’area, e dei suoi lavoratori, un tempo nota per la produzione dello “champagne dei tè”.

“Il futuro del tè Darjeeling è cupo e la fine sembra vicina se la situazione rimane la stessa”, ha avvertito Subhasish Roy, direttore della Arya Tea Estate a Darjeeling. “Diverse migliaia di persone perderanno i loro mezzi di sussistenza e questo patrimonio andrà perduto per sempre”.

L’iconica industria del tè Darjeeling fu avviata dagli ex governanti britannici che ripiantarono cespugli sulle colline indiane dalla Cina a metà del 19° secolo. Oggi, secondo il Tea Board of India, l’organismo apicale dell’industria del tè.

Gli esperti del tè attribuiscono diverse ragioni al calo della produzione, incluso un calo di quasi il 40% da quando i giardini sono stati convertiti al biologico per soddisfare la domanda degli acquirenti, ha affermato Sanjay Choudhry, il proprietario della piantagione di tè di Ringtong.

“Stiamo anche affrontando una grave carenza di manodopera poiché le giovani generazioni non sono pronte per entrare nel settore e la migrazione è dilagante. Il cambiamento climatico è un’altra ragione del calo della produzione”, ha aggiunto.

Calo delle esportazioni

Il tè di alta qualità si rivolge principalmente ai mercati internazionali di Russia, Giappone, Iran, Stati Uniti e paesi europei. Ma negli ultimi cinque anni si è verificato un calo delle esportazioni verso queste nazioni.

Nel 2022, Darjeeling ha esportato 3,02 milioni di kg di tè, ovvero il 45,48% di tutta la produzione, in calo rispetto a 3,71 milioni di kg o 48,24% della produzione nel 2018, secondo il Tea Board.

Anche l’esportazione complessiva di tè indiano è scesa a 226,98 milioni di kg nel 2022 da 251,91 milioni di kg nel 2017.

I produttori di tè Darjeeling accusano il vicino Nepal e il suo accordo di libero scambio con l’India di essere uno dei motivi principali per comprimere la loro quota di mercato.

Secondo il Tea Board, nel 2022, il Nepal ha esportato circa 15 milioni di kg di tè ortodosso in India, rispetto ai 10 milioni di kg dell’anno precedente. Il tè ortodosso si riferisce alla foglia di tè sfusa prodotta utilizzando metodi tradizionali o ortodossi, tra cui spiumatura, arrotolamento ed essiccazione.

A Darjeeling, le piantagioni di tè hanno fabbriche per la lavorazione delle foglie di tè. In Nepal si tende a vendere le foglie di tè alle fabbriche.

Le piantagioni di tè indiane, a differenza di quelle del Nepal, sono anche tenute a fornire benefici come fondi di previdenza, mance e strutture mediche, tra gli altri, facendo aumentare i costi.

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Caffè degli specchi di Trieste, i 3 robot Pina passano ai tavoli: “Si viene qui per servizio e personale: ora c’è tempo da dare al cliente”

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I robot camerieri in Piazza Unità (foto concessa) caffè degli specchi
I robot camerieri in Piazza Unità del Caffè degli Specchi (foto concessa)

TRIESTE – L’avanguardia passa dalle idee e dal coraggio di alcuni imprenditori che seguono una visione ben precisa, senza lasciarsi spaventare da rischi e investimenti: ne è una prova concreta la scelta di Riccardo Faggiotto, che nello storico Caffè degli specchi di Trieste in Piazza Unità, ha fatto il primo passo verso un concetto di ospitalità umana, ma tecnologica, con l’inserimento del robot cameriere.

Si chiama Pina.

Una bella storia, almeno così la definisce lo stesso Faggiotto: “Mi sono ispirato all’Emilio del 1994, il giocattolo che ci avevano regalato per Natale. In quel robottino c’era già un concetto era in erba che poi io ho sviluppato nel Caffè degli specchi: meno fatica per il personale, che deve muoversi in un locale che totalizza più di un milione di tazzine all’anno di caffè solo al banco.

I numeri ci sono e c’era bisogno di un sostegno.

Ricordiamo che Riccardo Fagiotto è un esperto quando si parla di gestione di locali, in più storici, nella città di Trieste: nelle sue mani anche Bomboniera 1836 e Antico Ristorante Tommaseo 1830. Il che lo rende, se non altro, un imprenditore specializzato in queste attività con alle spalle un bel po’ di storia.

Il video del robot cameriere ha fatto il giro del web: come siete arrivati a questa scelta per il Caffè degli specchi?

“Si tratta di un progetto partito anni fa, che poi abbiamo avviato effettivamente soltanto in questi giorni quando siamo stati pronti.

Sono innanzitutto un appassionato di tecnologia e ho sempre amato l’innovazione. Il mondo sta andando avanti e noi con esso.

Una volta non c’era neppure l’energia elettrica, e poi è arrivata: il Caffè degli specchi porta questo nome proprio per il fatto che si usavano queste vetrate riflettenti per illuminare i locali.

Siamo sempre stati al passo coi tempi, anche per esempio nell’introduzione dei palmari: il caffè storico non è un museo, ma è un luogo in cui si scrive la storia.”

Come vi siete mossi per realizzare Pina?

Un’altra immagine dei Pina (foto concessa)

“Abbiamo collaborato con Retail Solution che ci ha accompagnato negli anni in questi progetti un po’ folli.

Ringrazio Michele Primavera, il titolare, che ci ha supportato molto.

Avevamo l’idea e loro ci hanno fornito il prodotto finito.

Da lì è stato un periodo di test sul campo: abbiamo misurato i movimenti, le pendenze, la velocità, la batteria per farlo interagire con lo spazio. Ora Pina può durare sino a 16 ore di lavoro non stop e consuma leggermente di più di un elettrodomestico.

È dotato di sistemi che gli permettono di risparmiare energia, di rallentare o velocizzare il suo cammino: è un robot che continua ad apprendere.

Qual è la sua funzione esatta al Caffè degli specchi?

“Fa da assistente personale al cameriere e lo segue ai tavoli. Spieghiamo noi il prodotto al cliente.

Quindi quando qualcuno ha terminato uno spritz, può contare sul robot che arriva a raccogliere il bicchiere sporco: il cameriere che è magari già in confidenza con il consumatore, carica solamente sul robot, e intanto può dedicarsi alla comunicazione intanto che Pina porta tutto via.

Non lo abbiamo dunque introdotto per mancanza di personale, anzi riceviamo un gran numero di persone che vogliono lavorare con noi.

Il nostro obiettivo era quello di dare un maggiore spazio al lato umano del servizio.”

Siete aperti dal 1839 e ora questa innovazione tecnologica: il personale e i clienti hanno reagito bene?

“I clienti sono curiosi, si fanno i selfie insieme e fa effetto naturalmente, così come quando viene inserita una novità e come ogni volta che si inizia per primi. Da anni si paga da noi un euro con la carta, siamo stati i primi con le casse automatiche.

Anche il personale si muove bene intorno a Pina e sono ben contenti di fare meno strada, meno lavoro e di avere il tempo di fare ciò che noi uomini siamo portati a fare: usare l’intelligenza emotiva, l’empatia.

Essere camerieri è questo.

Si viene al Caffè degli specchi per i servizi, ma anche per il personale. Qui ci sono dei ragazzi che lavorano 13 anni. E ora c’è tempo per stare con i clienti. Le persone devono stare con le persone.”

Costa più un robot di sala o il personale?

“Il robot costa 15mila euro. Bisogna avere coraggio, come sempre nell’imprenditoria. Ho voluto credere nella tecnologia, perché ritengo che così facendo, si possa aumentare il servizio e di conseguenza anche le vendite.

Al momento ne abbiamo tre e abbiamo intenzione di implementare. Seppur introdotti da poco, si vedono già dei risultati: si fa più cassa, proprio valorizzando il contatto umano. La tecnologia può andare a braccetto con la ristorazione.”

Secondo lei questa è la via del futuro?

“Volendo o nolendo questo è il futuro. Mi ricordo quando ero bambino al casello, c’erano le persone, ora ci sono le macchine.

Anzi, sarebbe da iniziare a considerare i robot come il personale a livello fiscale. Nei prossimi 10 anni si dovrà decidere cosa fare a riguardo.

Ora i ragazzi possono curare meglio il servizio e dare una coccola in più al cliente. Si verrà nei locali per conoscere le persone e fare due parole.

Noi siamo sempre attivi, non ci piace stare fermi e gli investimenti mantengono in vita.”

Rcoffee, la start-up che produce pellet dai fondi di caffè, la società: “Ogni 1000 kg di scarti riciclati, salvati 600kg di CO2 dall’atmosfera”

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Il team dietro Rcoffee. Da sinistra: Matteo Villani, chief financial officer, Arash Moazenchi, ceo, Marco Oliva, chief operating officer (immagine concessa)

ROMA – Sostenibilità ed economia circolare sono le parole chiave che descrivono oggi più che mai gli sforzi delle aziende della filiera del caffè per la creazione di un mondo sempre più all’insegna del rispetto ambientale. La start-up Rcoffee, che ha la sede a Roma, sceglie di specializzarsi proprio su questo aspetto: l’obiettivo ultimo del progetto consiste nel riciclo dei fondi di caffè esausti per poi trasformarli in pellet, combustibili naturali al 100%.

Il progetto Rcoffee

Rcoffee sarà in grado di riciclare grandi quantità di materiale grazie alle collaborazioni con società di distribuzione automatica, le quali generano centinaia di tonnellate di fondi di caffè ogni anno.

C’è di più: Rcoffee sarà in grado di riciclare anche il materiale derivante dalle capsule grazie alla collaborazione con White Star, un’azienda che ha brevettato un macchinario in grado di separare l’alluminio e la plastica dal fondo di caffè (ne abbiamo parlato qui).

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Il sacchetto di pellet di Rcoffee (immagine concessa)

Facendo ciò, Rcoffee sarà in grado di trasformare i fondi di caffè in pellet, mentre le società che producono le capsule potranno riciclare le componenti restanti.

I vantaggi derivanti dal consumo del pellet prodotto dal caffè rispetto a quello tradizionale sono molteplici.

Secondo gli studi condotti dall’Università della Tuscia, il pellet realizzato con i fondi di caffè ha un potere calorifico del 15% maggiore rispetto alla sua alternativa in legno con un miglioramento in termini di efficienza.

Un secondo aspetto riguarda le emissioni di CO2: la combustione dei fondi di caffè genera il 5,41% di CO2 contro il 6,43% del pellet tradizionale.

Lo scopo principale dell’iniziativa è quello di trasformare gli scarti in vere e proprie risorse nel pieno spirito dell’economia circolare.

Il prodotto proposto dalla società non è ancora disponibile per la distribuzione ma il piano è stato pensato sin da subito nei minimi dettagli.

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I pellet derivanti dai fondi di caffè (immagine concessa)

Il team è composto dai tre founder, Arash Moazenchi (ceo), Matteo Villani (chief financial officer) e Marco Oliva (chief operating officer) tutti studenti presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.

Il mercato dei pellet

Il mercato del pellet, ricorda Rcoffee, è in costante sviluppo e il Bel Paese, insieme al Regno Unito, rientra tra i maggiori consumatori.

Le biomasse legnose (legna da ardere e pellet) rappresentano il 35% delle energie rinnovabili utilizzate in Italia e sono la sua prima fonte green.

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La start-up Rcoffee (immagine concessa)

Nel nostro Paese sono presenti quasi 2.200.000 stufe a pellet (numero più alto nell’Unione Europea).

La loro vendita è aumentata esponenzialmente negli ultimi 10 anni, passando dal 6% al 59%, a dimostrazione della fertilità del mercato.

Prendendo in considerazione la quantità di pellet consumato in Italia, con il suo impianto Rcoffee (7000kg/h), in futuro, sarà in grado di soddisfare lo 0,4% della domanda.

Il progetto ha lo scopo di offrire un prodotto innovativo, ecologico ed efficiente a prezzi concorrenziali, in maniera tale che le famiglie possano far fronte ai rincari energetici che, aggiunge l’azienda, con tutta probabilità, saranno destinati a durare.

Per quanto riguarda i fondi di caffè

Per ogni 1000 kg di fondi di caffè riciclati saranno salvati 600kg di CO2 dall’atmosfera, andando così ad abbassare ulteriormente quello che è l’impatto ambientale del prodotto dell’azienda.

Un altro punto a favore del pellet riguarda l’energia grigia, ovvero il fabbisogno di energia primaria non rinnovabile rispetto al calore utile fornito.

logo rcoffee
Il logo del progetto (immagine concessa)

Gli impianti a pellet presentano una quota altamente ridotta di energia grigia, pari al 20%. Questo è dovuto al ridotto bisogno di energia non rinnovabile nella fase di produzione.

Come riferimento, si pensi che la quota di energia grigia fatta registrare da una caldaia a gas supera il 100%.

La produzione

Le materie prime che Rcoffee necessita per la produzione del prodotto sono i fondi di caffè e una piccola quantità di segatura. Nel passaggio preliminare, come accennato in precedenza, la start-up collaborerà con diversa società di vending per la raccolta degli scarti.

L’impianto avrà una capacità di circa 300 kg/h e nel primo anno verrà utilizzato per metà del suo massimo potenziale.

L’intero processo di produzione sarà eseguito in uno stabile: il progetto mira a non esternalizzare alcun procedimento al fine di ridurre al minimo i costi e gestire in prima persona il processo tecnico.

Il prodotto arriverà al consumatore finale in una prima fase attraverso la vendita su e-commerce con la possibilità di poter acquistare direttamente presso l’impianto.

Andrej Godina: “L’Italia ha bisogno di caffetterie specializzate dove i baristi siano esperti della filiera”

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andrej godina
Andrej Godina

Continua la riflessione di Andrej Godina su come creare maggiore consapevolezza del caffè in Italia con il terzo articolo. Secondo Godina, l’Italia del caffè, per valorizzare l’espresso, deve di scardinare alcuni punti chiave che il mondo del vino e della birra hanno già saputo fare ormai molto tempo fa.

Ad esempio, aggiunge l’esperto, le birrerie e le enoteche hanno fatto un lavoro meticoloso, costante e capillare di formazione di prodotto al consumatore con degustazioni mirate, differenti proposte in carta, prezzi differenziati: questa è direzione in cui anche il mondo del caffè deve dirigersi.

Leggiamo di seguito l’opinione di Andrej Godina.

Come creare maggiore consapevolezza del caffè in Italia

di Andrej Godina

MILANO – “Come creare maggiore consapevolezza del caffè in Italia? Il terzo passo riguarda la sostenibilità economica del bar e la sua evoluzione in “caffeteca”. Il caffè nel fuori casa viene consumato principalmente al lavoro e al bar dove di solito c’è una sola scelta di caffè, fatta eccezione dell’opzione decaffeinato.

Al ristorante sono pochissimi gli chef illuminati che offrono una carta dei caffè sfruttando il formato mono porzionato che permette di avere a magazzino diverse referenze pronte all’uso.

Sfortunatamente il bar non è un locale specializzato in caffè ma è un luogo dove vengono offerti prodotti su tutto l’arco della giornata con una generale scarsissima competenza. Mi chiedo come sia possibile che non ci sia una maggiore attenzione al caffè considerando che, in media, questo rappresenta circa un terzo del fatturato del bar.

Ovviamente, come sempre, ci sono delle eccezioni come per esempio le poche caffetterie specialty presenti sul territorio nazionale che rappresentano però solo uno scarso 0,3%. Da questa situazione non sfuggono neanche alcuni ristoranti stellati che non danno alcuna importanza al caffè di fine pasto, non fanno alcuna ricerca di prodotto, e offrono addirittura caffè di bassa qualità con retrogusti che sono spesso solamente amari, astringenti e difettati”.

Andrej Godina: “L’Italia del caffè, per uscire da questo oblio, necessita di scardinare alcuni punti chiave che il mondo del vino e della birra hanno già saputo fare ormai molto tempo fa”.

“Le birrerie e le enoteche hanno fatto un lavoro meticoloso, costante e capillare di formazione di prodotto al consumatore con degustazioni mirate, differenti proposte in carta, prezzi differenziati.

In Italia abbiamo quindi bisogno di aprire tante “caffetterie”, negozi specializzati di vendita e somministrazione di caffè dove il barista è un esperto di filiera e di prodotto in grado di estrarre lo stesso caffè con diversi metodi di estrazione.

Il caffè giornaliero non è semplicemente una dose di caffeina mascherata da caffè espresso ma al contrario è un rito sensoriale fatto di migliaia di compositi chimici di cui più di 1500 sono aromi. Chiamare questi negozi caffetterie non rende perfettamente l’idea di qualcosa di innovativo, ecco perché prediligo il termine “caffeteca”.

Oggi il bar non riesce ad essere economicamente sostenibile, per tutta una serie di ragioni, probabilmente la prima delle quali è l’ignoranza del gestore sui basilari concetti imprenditoriali di conduzione d’azienda come per esempio il calcolo preciso del food cost, costruire un’offerta coerente su tutte le linee di prodotto, essere consapevoli della necessità di una formazione continua di prodotto ma anche sulle tecniche di vendita e di servizio al cliente.

Il margine di guadagno che il bar ottiene dalla vendita del singolo espresso, facendo riferimento a uno scontrino di 1,2 euro, è pressoché nullo. Basterebbe aumentare il prezzo, scremare la clientela, offrire un prodotto migliore con maggiore formazione e consapevolezza, per ottenere un guadagno più grande.

Il barista crede ancora nel falso mito di dover vendere un numero maggiore di caffè, possibilmente al prezzo più basso possibile. Questa strategia imprenditoriale, a sua insaputa, invece di farlo guadagnare di più lo porta a svendere il prodotto “sotto costo”, come fanno i supermercati.

Vendere più caffè a un prezzo basso genera un aumento di costi talmente elevato che la vendita del caffè potrebbe divenire non più conveniente.

Meglio quindi una strategia di prezzo che consenta al bar di vendere il giusto numero di caffè con il margine di profitto più elevato senza far lievitare troppo i costi, soprattutto quelli del personale.

Il modello “caffeteca” risponde all’esigenza di rendere sostenibile l’attività di caffetteria con personale altamente formato ed esperto. Nella caffeteca non esiste più la “regola dell’1”, cioè quella di una sola marca, un solo prodotto e un solo prezzo, ma al contrario vige la regola di una grande varietà di bevande offerte.

Rispetto all’enoteca la caffeteca presenta la complicazione dell’erogazione della bevanda, il caffè tostato è un prodotto semilavorato che deve essere estratto. Lo stesso caffè può presentarsi in bevanda con differenti flavori che sono modulati dal barista attraverso la scelta di diversi parametri di estrazione”.

Andrej Godina: “Proviamo ora a costruire assieme una carta dei caffè per una caffeteca”.

“Iniziamo a considerare due caffè di origine Etiopia, uno lavato e l’altro naturale, a loro volta tostati con due colori diversi, uno più chiaro per esaltare l’acidità e uno più scuro per avere più dolce e più corpo.

Abbiamo quindi 4 caffè che possono essere estratti con la macchina espresso, con la moka, con la french press, con la chemex, con il syphon, con il Hario V60, con il cold brew.

Otteniamo 4 caffè offerti in 7 estrazioni, quindi con un totale di 28 opzioni. A questo punto aggiungiamo due variabili di estrazione che sono in grado di modificare il flavore della bevanda: 2 acque, una più povera di sali e una maggiormente ricca di residuo fisso e due temperature di estrazione, una più bassa per ottenere una bevanda leggermente sotto estratta e una temperatura più elevata in grado di estrarre di più. Abbiamo a questo punto 28 opzioni che possono variare per tipologia di acqua e per diversa temperatura dell’acqua, quindi 28 x 2 x 2 = 112 caffè diversi”.

Questi 112 caffè provengono da due versioni di caffè prodotto dal medesimo paese di origine. Inseriamo qualche altro paese di origine prendendo in considerazione i maggiori paesi di produzione al mondo: Brasile, Vietnam, Colombia, Indonesia, Ethiopia e Honduras. In questo modo le 112 opzioni sopra menzionate si moltiplicano sugli altri paesi di origine arrivando al seguente numero: 112 x 6 = 672.

“Direi che con questo semplice esempio otteniamo un numero che supera di gran lunga l’offerta media di un’enoteca!

A differenza del vino e della birra le caffeteche hanno qualche complicazione in più in particolare quello della conservabilità del caffè tostato. Le bottiglie di vino hanno una longevità di shelf-life lunghissima che rende molto facile lo stock di magazzino e le offerte di referenze al bicchiere. Il caffè, invece, richiede un tostato fresco, conservato bene e che deve essere erogato al momento”.

Il problema della conservazione dei chicchi può essere risolto su due diversi livelli:

1. Il primo con la conservazione del caffè in mono porzioni pre-dosate da macinare al momento, conservate in frigo o in freezer. La temperatura bassa permette una shelf-life molto più lunga rispetto a un prodotto conservato a temperatura ambiente.

2. Il secondo con la conservazione sotto vuoto a bassa temperatura di mono porzioni pre-dosate di caffè verde da tostare su ordinazione. Per tutti i metodi di estrazione, eccetto l’espresso, è permesso usare un caffè tostato freschissimo, bastano solo 24 ore di degassamento.

“I caffè più rari e costosi possono essere conservati sottovuoto per anni e tostati con tostini di ultima generazione come per esempio Ikawa, un tostino convettivo in grado di replicare all’infinito e con estrema precisione qualsiasi curva di tostatura.

La app di Ikawa permette di condividere facilmente le curve di tostatura che possono essere disegnata dalla torrefazione o dal venditore di caffè verde permettendo al barista di tostare il caffè quando i suoi clienti lo ordineranno.

In conclusione di questo terzo articolo le parole chiave che riassumono le azioni da mettere urgentemente in campo sono una formazione imprenditoriale ai gestori del bar, in particolare sui food cost e sulla gestione del prodotto caffè, un’azione di filiera per uscire dalla morsa della “regola dell’1” e la proposta di un nuovo modello di caffetteria dal nome “caffeteca””.

                                                                                                              Andrej Godina

Prezzi del caffè in saliscendi, ma le previsioni della Banca Mondiale sono negative

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MILANO – Prezzi del caffè arabica sull’ottovolante: alle stelle nell’ultima seduta del mese trascorso, in calo altrettanto repentino nella giornata di Ognissanti. Il contratto per scadenza dicembre della borsa newyorchese è volato martedì 31 ottobre a 167,30 centesimi, in rialzo di 820 punti (+5,2%): un guadagno giornaliero di questa portata non si vedeva da settimane.

Ma già all’indomani, la bolla si è sgonfiata: nella seduta di ieri, il contratto ha lasciato infatti sul campo 750 punti (-4,5%) tornando sotto la soglia del dollaro e 60 e chiudendo a 159,80 centesimi.

Questi alti e bassi improvvisi riflettono l’ipersensibilità e la volatilità del mercato, alla luce di un quadro che rimane incerto, sia sul fronte dei fondamentali economici generali che di quelli specifici legati al caffè.

L’impennata di martedì è stata motivata – a detta degli analisti – principalmente da due fattori

Da un lato, le forti tensioni a breve sul fronte dell’offerta, che si riflettono anche in una situazione di mercato inverso tra la scadenza dicembre 2023 e marzo 2024.

Dall’altro, l’assottigliarsi degli stock della borsa newyorchese, ieri a nuovi minimi storici. Un problema, quest’ultimo, destinato ad acuirsi con le norme più restrittive in materia di certificazione delle scorte, che stanno entrando in vigore.

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Indagine Fipe sulla ristorazione commerciale nel 3° trimestre: clima di fiducia a 86,7, sotto la soglia 100 dopo oltre un anno

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Il clima di fiducia (dati concessi)

MILANO – Il clima di fiducia scende sotto la soglia 100 dopo oltre un anno. Si attesta a quota 86,7, nel III trimestre 2022 era 109,5. I giudizi sulle prospettive di breve termine sono segnati dal pessimismo. Le valutazioni sul terzo trimestre sono caratterizzate da un segno negativo dei saldi.

Le performance economiche

Il saldo grezzo delle risposte relativo all’intero comparto segna -15,2%, in flessione rispetto al 2022 ma quasi in linea con lo stesso periodo del 2019.

Identica situazione per il saldo sulle performance delle singole imprese (-3,9%).

La clientela

I giudizi sull’andamento dei flussi di clientela sono in linea con quelle sul fatturato. Il saldo perde ventitré punti rispetto a quanto rilevato nel 2022 e diciassette punti rispetto al 2019.

I costi

I costi di approvvigionamento mantengono lo stesso profilo di una anno fa, i saldi tra risposte positive e negative segnano un -0,7% rispetto al II trimestre del 2022.

Per i prezzi di vendita il saldo è +16,5 ma registra una flessione del -20,5% se confrontato con lo stesso periodo dell’anno precedente.

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(dati concessi)
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(dati concessi)

L’occupazione

 Le valutazioni sulla dinamica dell’occupazione sono negative. Il saldo è -7,7% inferiorie ai livelli del 2022 quando il saldo era nullo.

1 A seguito del lockdown non è stata effettuata l’analisi sul II trimestre 2020

Le aspettative

Le aspettative per il IV trimestre 2023 sono caratterizzate da incertezza dovuta alla congiuntura economica che attraversa il Paese. Atteso un rialzo dei listini in conseguenza del continuo aumento dei costi energetici.

Il clima di fiducia

L’indicatore sintetico del clima di fiducia nel III trimestre scende bruscamente a 86,7 in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

pulyCAFF al Trieste Coffee Festival con due giornate all’insegna del pulito

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L'esperto del pulito Davide Mazzetto (immagine concessa)

TRIESTE – È in corso e si chiuderà il 5 novembre il Trieste Coffee Festival, l’evento diffuso che ha l’obiettivo di diffondere una sempre più corretta cultura del caffè e di promuoverne un consumo consapevole. Attraverso numerosi appuntamenti coinvolge crudisti, torrefattori, produttori, esperti del settore nonché curiosi e appassionati di ogni età ai quali propone laboratori, eventi sul mondo del caffè e competizioni.

Suo ideatore è Alberto Polojac, responsabile acquisti e qualità di Imperator.

pulyCAFF al Trieste Coffee Festival

Come sempre, dove sono protagoniste la cultura e la qualità del caffè, pulyCAFF è presente con i suoi prodotti che assicurano la pulizia della macchina espresso e del macinacaffè, basi essenziali per estrazioni ed emulsioni eccellenti. Per questo è sponsor tecnico dell’intera manifestazione e si farà notare in due giornate.

Sabato 4 novembre l’appuntamento tra le 10 alle 18 è presso il Villaggio del caffè in Piazza Borsa, con l’evento Le botteghe del caffè, che vedrà la presenza di corner espositivi di alcune torrefazioni. pulyCAFF sarà presente con un esperto del pulito di lunga data, Davide Mazzetto, per spiegare i vantaggi di macchine ben pulite nella realizzazione di un espresso, un cappuccino o un filtro, a casa come al bar, e i prodotti che Asachimici ha messo a punto per le diverse esigenze di pulizia.

pulycaff verde
Il flacone pulyMILK verde (immagine concessa)

Sono tutti rispettosi delle macchine, dell’operatore e sempre più dell’ambiente, sia per formulazione nella linea Verde” sia per le confezioni: quelle di pulyMILK sono 100% R-Pet, ovvero totalmente realizzate con plastica riciclata.

Tra le 16 e le 18 si svolge il Moka Contest, gara di moka aperta al pubblico. In 10 minuti di tempo ogni partecipante deve comunicare ai giudici la ricetta (grammi di caffè e acqua utilizzati) per effettuare la sua estrazione. Vince chi offre la tazza più piacevole e in linea con i parametri di un buon caffè ottenuto con quella che in molte case è “l’amica caffettiera”.

Domenica 5 novembre pulyCAFF sarà di nuovo al Villaggio del caffè accanto ai concorrenti di una classica competizione triestina, assicurando macchine sempre pulite a ogni concorrente e rapidi consigli sul pulito dopo ogni prova.

Tra le 15 e le 18 si svolge il Capo in B Championship, gara tra i baristi del territorio per il migliore cappuccino in bicchiere, una delle preparazioni preferite dai triestini. La competizione prevede la valutazione dei caffè da parte di una giuria di esperti che analizzeranno l’aspetto visivo, le proporzioni tra caffè e schiuma e il gusto di quattro preparazioni, che dovranno essere realizzate in un tempo massimo di 5 minuti.

Le prove saranno inframmezzate da pillole di pulito a cura di pulyCAFF e da un concentrato di un Puly Day, le giornate sul pulito che l’azienda di Vescovato (CR) organizza in tutta Italia, in cui spiegherà e mostrerà con un’ampia parte pratica, perché e come pulire la macchina espresso e il macinacaffè, con suggerimenti per il bollitore e la macchinetta di casa.

Una importante memo: anche la moka si pulisce. Come? Lo svelerà l’esperto del pulito Davide Mazzetto nel corso del Trieste Coffee Festival.

Per seguire le iniziative dell’azienda basta cliccare qui.

Repa e Parts Town a Host hanno presentato una rete di vendita globale a oltre 1200 professionisti

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Repa e Parts Town presenti a Host 2022

CESENA – Centri logistici automatizzati, soluzioni per i partner oem, rete di vendita globale, webshop completi e intuitivi, customer care altamente qualificato. Questi i punti focali del servizio Repa e Parts Town, presentati a Host 2023 da un team internazionale che ha accolto oltre 1200 professionisti del settore, tra nuovi visitatori, clienti e partner oem, in 450 metri quadrati di spazio espositivo.

Repa e Parts Town a Host 2023

In un contesto che vede nella velocità di riparazione delle attrezzature un fattore cruciale per garantire la continuità del servizio, le soluzioni sviluppate da Repa e Parts Town, aziende leader nella distribuzione di ricambi per ristorazione, refrigerazione, caffè, vending, elettrodomestici a livello mondiale, consentono di trovare e ricevere il ricambio giusto in tempi rapidissimi.

Questo è possibile grazie all’ampia gamma di ricambi originali sempre disponibili a magazzino, alle molteplici funzioni di ricerca dei webshop, alla logistica avanzata e ad un servizio di assistenza tecnica fortemente specializzato.

Nei cinque giorni di fiera, i visitatori hanno potuto approfondire, con numerosi touchscreen, le partnership attive con gli oem più importanti sul mercato e la vasta rete di vendita globale.

Visori di realtà virtuale all-in-one hanno consentito l’esplorazione dei centri di distribuzione altamente automatizzati di Cesena (Italia), Bergkirchen (Germania), Cannock (Regno Unito) e Addison, IL (USA), per toccare con mano il cuore del servizio di distribuzione dei ricambi.

“Semplificare l’attività quotidiana di clienti e partner oem e sostenerne la crescita, rappresenta un punto centrale della presenza di Repa e Parts Town nel mercato della ristorazione e del caffè”, afferma Alexander Wiegand, ceo di Repa, che aggiunge: “Tutte le soluzioni sviluppate sono volte ad offrire una gestione completa della gamma di ricambi originali a beneficio dei costruttori e a consentire interventi tempestivi ai tecnici di centri assistenza e catene di fast food. Con l’esposizione a Host 2023 abbiamo voluto testimoniare la nostra costante tensione all’innovazione e la presenza capillare sul territorio, nell’ambito di un network globale.”

La scheda sintetica di Repa

Repa è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature. Dal 2022 Repa è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC.

I clienti di Repa beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di Repa Italia, Repa Deutschland, Repa France, Repa Iberia, ATEL e Big Warehouse. Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, Repa fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque.

La scheda sintetica di Parts Town Unlimited

Parts Town è il distributore leader, ad altissima innovazione tecnologica, di ricambi originali OEM (Original Equipment Manufacturer) per la ristorazione, gli elettrodomestici e le apparecchiature HVAC. Quando si verifica un problema con qualsiasi apparecchiatura Parts Town è pronta a intervenire con la gamma di ricambi più ampia del pianeta, una tecnologia innovativa e un’esperienza cliente senza uguali.

Le soluzioni personalizzate vanno a beneficio dei tecnici di tutti i tipi di attrezzature, nonché di ristoranti indipendenti e di catene, scuole, strutture sanitarie e ricettive.

Grazie alla collaborazione con i principali produttori di ricambi per la ristorazione, gli elettrodomestici e l’HVAC, Parts Town migliora la catena di fornitura, aumenta le vendite di ricambi originali oem e fa sì che l’attività di ogni cliente funzioni alla perfezione.

Parts Town collabora anche con rivenditori di attrezzature e forniture di tutte le dimensioni per offrire un one-stop shop attraverso il suo marketplace “Parts Town”.