lunedì 01 Dicembre 2025
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Fairtrade e Satelligence per la mappatura satellitare delle aziende agricole contro la deforestazione

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Fairtrade insieme a Satelligence (Crediti fotografici: Juan Nicolás Becerra Manrique – Archivio Fairtrade)

PADOVA Fairtrade International annuncia una nuova partnership con Satelligence, organizzazione leader a livello mondiale nell’uso della tecnologia per la gestione dei rischi legati alle filiere di commodity sostenibili. Obiettivo dell’accordo è aumentare il monitoraggio satellitare delle aree boschive e delle aziende agricole di tutte le organizzazioni di produttori di cacao e caffè Fairtrade a livello globale.

Fairtrade e Satelligence per il monitoraggio satellitare

L’iniziativa mira a collegare le cooperative Fairtrade con dati sulle aziende agricole dei propri membri e sui rischi di deforestazione, in modo che le cooperative possano condividere questi dati con i partner commerciali e in questo modo possano controllare al meglio la gestione delle foreste[1].

La partnership Fairtrade-Satelligence e il piano di espansione aiuteranno anche le organizzazioni di agricoltori Fairtrade (oltre un milione di coltivatori di caffè e cacao che coltivano 2,5 milioni di ettari) a soddisfare i requisiti del Regolamento sulla deforestazione dell’Unione Europea (EUDR), per mantenere l’accesso a importanti mercati in Europa.

“Questa partnership si concentra su qualcosa di molto importante: l’accesso ai dati per la gestione del rischio delle imprese del settore, dati che decreteranno quale cacao e quale caffè potranno entrare nel mercato dell’UE”, ha dichiarato Jon Walker, senior advisor per il cacao in Fairtrade International.

Walker aggiunge: “Chiunque abbia i dati, ha la chiave per l’accesso al mercato. Molte grandi aziende hanno già i propri sistemi di monitoraggio che coprono le cooperative da cui acquistano, ma non necessariamente condividono ciò che vedono con le cooperative stesse[2]. Le disuguaglianze nelle relazioni commerciali non possono che aumentare se le organizzazioni agricole dipendono dai loro partner commerciali per l’accesso a queste informazioni. La partnership Fairtrade-Satelligence permetterà alle organizzazioni di avere accesso ai dati e di intervenire in caso di rischio identificato”.

La collaborazione partirà da un gruppo di organizzazioni di Ghana e Costa d’Avorio che hanno già testato le funzionalità del sistema lo scorso anno, ed entro il 2025 mira a coinvolgere tutti i coltivatori di caffè e cacao Fairtrade.

“Il nostro obiettivo è far sì che gli agricoltori dispongano dei dati di cui hanno bisogno per andare avanti in un contesto normativo in continua evoluzione, contribuendo così alla sostenibilità delle loro imprese e comunità”, ha dichiarato Arisbe Mendoza, direttrice dell’unità Global Impact per Fairtrade International. “La partnership fornisce un sistema di monitoraggio satellitare collaudato, unito al supporto tecnico di Fairtrade per interpretare e gestire i dati su base continuativa. Si tratta di un passo importante nel nostro percorso per portare maggiore trasparenza nelle catene di approvvigionamento”.

Come funzionerà la collaborazione nella pratica

Le organizzazioni di produttori forniranno i dati di geolocalizzazione per ogni appezzamento agricolo dei loro membri.

La piattaforma di Satelligence verificherà le informazioni di geolocalizzazione per garantirne la qualità. In secondo luogo, il sistema rileverà qualsiasi attività di deforestazione all’interno dei confini dei membri e se le aziende agricole si trovano o meno in aree protette.

Inoltre, segnalerà la deforestazione nei pressi dell’azienda agricola, un’informazione importante che contribuirà alla valutazione del rischio delle cooperative. Infine, il sistema genererà dei report che le cooperative potranno utilizzare autonomamente e fornire ai loro clienti o potenziali clienti.

“Ci impegniamo per un futuro più inclusivo e sostenibile, offrendo ai piccoli proprietari agricoli gli strumenti più avanzati”, ha dichiarato Niels Wielaard, ceo di Satelligence. “Siamo orgogliosi di collaborare con Fairtrade, e di fare la nostra parte per prevenire l’ulteriore emarginazione degli agricoltori, facilitando l’accesso ai mercati dimostrando che i loro prodotti sono privi di deforestazione”.

Niels Wielaard aggiunge: “Molte aziende non sono ancora pronte per l’EUDR, ma le cooperative Fairtrade saranno all’avanguardia. È un impegno considerevole, ma realizzabile. Ci auguriamo che il mondo investa di più nei piccoli agricoltori, in particolare per sostenere chi fa la cosa giusta nelle regioni vulnerabili e ad alto rischio di deforestazione”.

Dalla scorsa estate lo Standard del Cacao Fairtrade è allineato ai requisiti del Regolamento UE sulla deforestazione: le aziende agricole di dimensioni superiori a quattro ettari o in aree ad alto rischio devono utilizzare una mappatura poligonale, mentre le aziende agricole più piccole e quelle in aree a basso rischio possono utilizzare singoli punti di geolocalizzazione. È importante notare che Fairtrade richiede anche che i traders sostengano le organizzazioni di produttori da cui acquistano negli sforzi di monitoraggio e prevenzione della deforestazione, sia attraverso un sostegno materiale che finanziario. Lo standard del caffè Fairtrade è in fase di revisione per includere requisiti simili.

L’aumento della capacità di monitoraggio della deforestazione fa parte degli sforzi di Fairtrade per aumentare la consapevolezza dell’importanza che i contadini e i lavoratori abbiano più potere come partner commerciali e nei negoziati sulle normative che li riguardano.

Perdere l’accesso ai mercati principali, come quello dell’Unione Europea, sarebbe devastante per i piccoli coltivatori di caffè e cacao che dipendono principalmente da questi prodotti per il loro sostentamento.

Tuttavia, se la loro realtà economica non viene adeguatamente compresa, la legislazione rischia di portare a conseguenze indesiderate, come un aumento dell’uso illegale delle terre da parte dei contadini, o la ricerca di altre fonti di guadagno. Questo potrebbe compromettere l’originale obiettivo della EUDR stessa, oltre a minacciare la sostenibilità economica del sistema e la tutela delle foreste.

“Il Regolamento sulla deforestazione è un passaggio essenziale, ma le conseguenze che ne avranno gli agricoltori sono ancora incerte” ha spiegato Walker “La Commissione Europea deve portare avanti degli sforzi coordinati per stabilire, paese per paese, la capacità di risposta e l’impatto sui settori specifici, in collaborazione con stakeholder locali. È opportuno notare che grazie alla tecnologia, come quella satellitare, continua a migliorare il monitoraggio. Tuttavia le cause della deforestazione hanno più livelli, come cattive leggi e governance inadeguate, le limitate possibilità economiche e la povertà della popolazione. Migliorare le condizioni di vita dei contadini con redditi dignitosi deve essere parte dell’approccio verso comunità più sostenibili e la tutela delle foreste”.

[1] Le cooperative di coltivatori di cacao sono realtà che possono avere anche migliaia di associati, piccoli agricoltori che coltivano pochi ettari di terreno. La partnership vuole permettere alle cooperative di avere dati precisi sull’origine del cacao dei propri membri.

[2] La medesima organizzazione può vendere il proprio cacao a più di un compratore, che possono o meno aver già attivato un proprio sistema di monitoraggio a cui però le cooperative stesse non accedono.

Il flagship store Slitti di Firenze si prepara al Natale con le praline all’espresso

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Il flagship store Slitti a Firenze (immagine concessa)

FIRENZE – Chocolate-lover a rapporto: il Natale è alle porte, tra le giornate che si accorciano sempre più, le prime luminarie che accendono le vie principali delle città e gli alberi addobbati che fanno capolino dalle finestre delle case, stanno ufficialmente arrivando le Feste.

Slitti a Firenze

Quest’anno a stuzzicare il palato di chi sta programmando una vacanza alla scoperta dei sapori italiani è Slitti, una delle più premiate cioccolaterie artigianali italiane, simbolo del cioccolato di pregio non solo nel Belpaese ma nel mondo, nonché tappa immancabile nel suo store a Firenze per chi è alla ricerca di un regalo capace di conquistare anche il palato più esigente o vorrebbe gustare le pluripremiate specialità.

Slitti a Firenze, tappa fissa per una coccola al cioccolato: le specialità da non perdere, secondo il maitre chocolatier Andrea Slitti

Slitti ha recentemente inaugurato a Firenze il suo primo flagship store, in Piazza dell’Olio 6.

Un locale accogliente, nel cuore pulsante della città, curato nei minimi dettagli, dal design elegante e raffinato, dove a fare da padrone sono le rifiniture in marmo e ottone e le nuances di colori in palette con i prodotti di punta del marchio, ma anche la carta da parati con le fave di cacao a decorare gli ambienti.

Uno spazio che, per la cura verso i dettagli e l’attenzione al cliente, rappresenta in pieno l’animo più profondo di Slitti e del suo maitre chocolatier Andrea Slitti, oggi alla guida della Fabbrica di Monsummano Terme.

Ed è proprio Andrea Slitti che, in occasione del Natale alle porte, ha deciso di selezionare tre prodotti di punta della collezione cioccolato, tutti gluten-free, ideali da assaporare nella tappa al monomarca di Firenze, per un regalo o da proporre in famiglia.

  • Fiore all’occhiello della produzione Slitti sono le creme spalmabili, Riccosa, Gianera, Slittosa e Nocciolata, al cui fine gusto contribuisce la qualità della materia prima proveniente da Ecuador, Perù, Venezuela, Jamaica, Santo Domingo e Madagascar. La prima, Riccosa, ha recentemente ottenuto il prestigioso premio “Platinum Award” al Winehunter Award 2023;
  • Seguono le praline, conservate in confezioni regalo assortite adatte per un pensiero goloso e al tempo stesso capace di soddisfare anche il palato più esigente. Ce ne sono per tutti i gusti: Espresso, Cappuccino, Caffè Sambuca, Caffè Turco (vincitrici del Premio Tavoletta d’Oro 2023), Irish Coffee e Caffè Cocco, tutte lavorate artigianalmente e senza glutine;
  • Ultime, ma non per importanza, le Tavolette Gran Cacao e in particolare la pluripremiata al 73%, vincitrice del Premio del Ventennale di Compagnia del Cioccolato all’ultimo Taste Firenze, inventate dal Maitre Slitti per incontrare ogni esigenza di gusto e sapore: dalle più classiche Tavolette Lattenero 45% per arrivare alla più estrema “Gran Cacao” Dark Chocolate Bar 100%, realizzata con fave di cacao dal Centro America, la cui acidità mista a scioglievolezza lascia in bocca un aroma inconfondibile.

Andrea Slitti afferma: “Vorremmo che il nostro monomarca a Firenze diventasse sempre più una tappa imperdibile per i numerosi turisti, ma anche i residenti, che scelgono di concedersi una coccola, approfittando delle vacanze natalizie e della pausa dalla frenesia quotidiana. Questo perché assaggiare il nostro cioccolato significa scoprire il sapore più puro del cacao, risultato di una lavorazione artigianale, svolta con passione e maestria, che in tutto il mondo ci riconoscono”.

“L’invito, per tutti coloro che stanno progettando le prossime vacanze di Natale, è di prevedere qualche giorno nella nostra terra, la Toscana, regalandosi un viaggio all’insegna di una tradizione gastronomica senza eguali”, conclude Andrea Slitti.

A cafè without words: ecco il bar in Giappone dove è vietato parlare anche per ordinare

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Tokyo (immagine: Pixabay)

A Tokyo, in Giappone, c’è un bar dove ai clienti e al personale è vietato comunicare con le parole anche per le ordinazioni. Il locale, che sin da subito si prospetta come il paradiso di chiunque si definisca introverso, prende il nome di “A cafè without words“. Non è possibile scrivere l’ordinazione su un foglio, usare foto sul telefono o servirsi di altri supporti audiovisivi: l’idea del bar è di promuovere una società creativa che invita le persone a sperimentare forme alternative di comunicazione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Commenti Memorabili.

Il bar “A cafè without words”

TOKYO – Quando si va in un bar o in un qualsiasi locale ci si ritrova tra amici per prendere un caffè, stare insieme e fare quattro chiacchiere. In Giappone c’è un bar dove non è consentito conversare.

O meglio, è possibile ordinare una consumazione ma senza proferire parola. Ai clienti è infatti vietato parlare all’interno del locale. La regola ovviamente vale anche per i dipendenti che lavorano dietro al bancone.

Il bar non poteva che chiamarsi “A cafè without words” (un caffè senza parole) e si trova nel quartiere di lusso Harajuku a Tokyo.

Una volta varcata la soglia è vietato parlare e per ordinare è necessario comunicare a gesti con lo staff. Non è possibile scrivere l’ordinazione su un foglio, usare foto sul telefono o servirsi di altri supporti audiovisivi.

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Pingwoo: a Parigi la caffetteria con i cappuccini a forma di gatto

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Uno dei caffellatte offerti da Pingwoo (immagine presa da Facebook)

Pingwoo è il nome di una piccola e affascinante caffetteria in rue Saint-Lazare, nel 9° arrondissement di Parigi. È un caffè-mensa con possibilità di brunch il sabato, con un’offerta di cucina fusion fatta in casa accompagnata dai suoi famosi caffellatte che ricordano dei gatti di ispirazione asiatica. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale Sortir a Paris.

Il coffee shop Pingwoo a Parigi

PARIGI – Pingwoo è un po’ un UFO sulla strada, con la sua facciata colorata e ultra-flashy che ti sveglia. Per rallegrarci e far uscire le nostre teste parigine dall’asfalto, Pingwoo ha avuto l’idea di creare uno spazio interamente verde per staccare la spina dal tran tran quotidiano.

All’ingresso, ma soprattutto nella sala da pranzo al piano superiore, il ristorante rivela un ambiente molto fiorito.

Un’idea affascinante per trasportarci in un altro luogo per un pasto o uno spuntino gourmet.

Pingwoo è anche un eccellente coffee shop. All’arrivo, la pasticceria interna, in continua evoluzione, attira la nostra attenzione. Torte di chiffon, crostate al cioccolato e crumble ci invitano.

E naturalmente non possiamo perdere i caffellatte di gatto kawaii che stanno facendo impazzire internet. Dai caffellatte al cioccolato viennesi alle loro controparti al chais e al matcha, sono uno schianto.

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Altromercato, il bilancio: +131% di confezioni vendute a Natale 2022 rispetto al 2019

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altromercato confezioni regalo
Negli anni il numero di aziende che si sono rivolte ad Altromercato per l’acquisto di regali solidali è aumentato, sino a raggiungere le 112 aziende del 2022 (immagine concessa)

MILANO – Altromercato, la principale realtà di commercio equo e solidale italiana e tra le più grandi al mondo, da tempo promuove un Natale sostenibile tra le aziende e per i propri dipendenti. Una formula che continua a crescere a testimonianza di una sempre maggiore attenzione all’eticità nelle scelte aziendali, anche sotto le feste.

Il progetto Altromercato

Il progetto che Altromercato dedica alla regalistica aziendale ha visto un’importante accelerazione delle confezioni regalo vendute che passano dalle 5.756 del 2019 alle 13.310 del 2022, registrando una crescita del +131%.

Negli anni il numero di aziende che si sono rivolte ad Altromercato per l’acquisto di regali solidali è aumentato, sino a raggiungere le 112 aziende del 2022.

“Anche il Natale di quest’anno vuole essere un momento per realizzare un gesto concreto nella costruzione di una società più equa e inclusiva alla quale possono contribuire anche le aziende con un regalo scelto non solo col cuore, ma anche con la testa. Una scelta che lascia il segno e che contribuisce a un cambiamento importante per il futuro di tutti.” afferma Valeria Calamaro, responsabile marketing e sostenibilità Altromercato.

Con le proposte di regalistica aziendale di Altromercato la cultura sostenibile delle aziende può crescere e lasciare un segno concreto. Infatti, l’acquisto permette di sostenere due progetti: uno in America Centrale e uno in Italia, pensati per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e per costruire una società più equa e inclusiva.

Il progetto We love Italy sosterrà l’acquisto di un importante macchinario che consentirà alla cooperativa sociale Pietra di Scarto in Puglia di ampliare la propria linea di produzione. Inoltre, consentirà loro anche di destagionalizzare la produzione di pomodori e passate, garantendo così la continuità lavorativa alle persone impiegate e la creazione di ulteriori posti di lavoro per persone in situazione di fragilità.

Il progetto Eroi del clima sosterrà centinaia di coltivatori di caffè di Soppexcca in Nicaragua duramente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, rafforzando il sistema agroforestale e rinnovando le piante di caffè, ormai secche e poco produttive, con specie più resistenti ai cambiamenti climatici, nonché piantando migliaia di nuovi alberi da frutto per aumentare la biodiversità degli ecosistemi e del territorio e la sovranità alimentare delle famiglie.

La scheda sintetica di Altromercato

Altromercato Impresa Sociale Soc. Coop. è la principale realtà di Commercio equo e solidale italiana e tra le più grandi al mondo.

È un’organizzazione formata da 91 soci e più di 200 botteghe che gestisce da 35 anni rapporti con 140 gruppi di produttori in oltre 40 paesi, nel sud e nel nord del mondo.

Il lavoro di oltre 450mila contadini e artigiani viene rispettato ed equamente retribuito, perché si basa su una filiera trasparente e tracciabile, che tutela i produttori, l’ambiente e garantisce la qualità dei prodotti.

Altromercato propone prodotti che hanno una caratteristica comune: sono buoni per chi li sceglie e per chi li produce. La sua gamma si compone di prodotti alimentari, molti dei quali biologici, anche freschi e una selezione di prodotti tipici italiani – Solidale Italiano, una linea di igiene e cosmesi naturale – Natyr, articoli di artigianato per la casa e ricorrenze On Earth Etichal Home, abbigliamento e accessori della linea di moda etica On Earth.

Le principali referenze sono presenti nello shop online, in 1500 punti vendita della Grande Distribuzione, 2000 negozi specializzati bio, oltre che in ristoranti, mense scolastiche, bar ed erboristerie, Gruppi di Acquisto Solidale.

Con Altromercato si alimenta un’economia sana, un circolo virtuoso – dal produttore al consumatore – che dura da 35 anni, uno stile di vita sostenibile per tutti.

Prunella Meschini sul nuovo C.V.A. di SCA: “Soltanto con i numeri, non si era sicuri di una selezione oggettiva della qualità della materia prima”

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prunella meschini
Prunella Meschini titolare de Le Piantagioni del caffè

MILANO – Prunella Meschini ha voluto informarsi, recandosi di persona all’incontro tenutosi presso il Campus Simonelli Group. Due giornate aperte con l’obiettivo di fornire chiarimenti sul Coffee Value Assessment (C.V.A.) introdotto da SCA.

Meschini ha condiviso il suo pensiero e la sua esperienza rispetto a questi cambiamenti:

“Per trovare risposta ai dubbi che avevo in merito, ho voluto seguire, insieme ad uno dei nostri collaboratori, entrambe le giornate di formazione organizzate nella sede di Simonelli Group.

Faccio una dovuta premessa: è vero che il cambiamento è sempre qualcosa che spaventa l’essere umano che tende quindi, per spirito di sopravvivenza, a resistervi…pertanto questi sono stati due giorni vissuti con titubanza, perché si tratta di lasciare un sistema che è stato in vigore sino ad oggi da diversi anni e che ora viene rivoluzionato.

La SCA cupping form ed il Green Grading form utilizzati finora rappresentano lo schema su cui ci siamo basati innanzitutto per poter contare su un linguaggio comune con i paesi d’origine.

La cosa che mi ha stupito in positivo è aver potuto scoprire gli studi che la SCA ha svolto al fine di sviluppare il Coffee Value Assessment, secondo cui è stato dimostrato che abbiamo sempre definito come tendenzialmente oggettivi dei parametri che spesso non lo sono così tanto.

Però c’è da dire anche che, finora, poter contare su una definizione canonica di specialty e quindi affidarsi alla soglia psicologica degli “oggettivi” 80 punti, ci ha dato un po’ di sicurezza, e tutto ciò verrà meno con questo protocollo.

Sono tornata a casa con ancora qualche dubbio e il principale è: il Coffee Value Assessment sarà adottato anche dal Coffee Quality Institute (CQI), che è uno degli enti che si occupa oggi della formazione degli assaggiatori a livello internazionale?

La risposta che ho ricevuto non ha del tutto chiarito la questione: il CQI, in quanto ente differente dalla SCA, deciderà in autonomia se applicare o meno questo nuovo sistema di valutazione.

Ed ecco l’altro dubbio: passare da una situazione in cui più o meno si riusciva a definire lo specialty in base ad un punteggio, ad una sua abolizione, che effetti avrà?

La SCA ha visto attraverso diverse analisi che, fino ad oggi, si è dato valore a qualsiasi caffè quasi esclusivamente basandosi sul punteggio, escludendo ufficialmente (ma non sempre ufficiosamente) alcuni fattori che in alcuni mercati hanno una grande rilevanza come le certificazioni, la tracciabilità.

La mia sensazione è che questo sistema sia stato creato per mettere in luce tutti i punti che possono contribuire, quasi a mo’ di concerto, ad identificare la qualità della materia prima.

Avvalendosi dei soli numeri, fin qui non si era sicuri che comunque fosse una selezione oggettiva.

E allora si è cambiato il paradigma alla base, lasciando inalterato il fine ultimo che è quello di creare quanto più valore possibile all’interno di tutta la filiera del caffè.

Il caffè d’ora in poi verrà valutato non solo in modo oggettivo (Descriptive Form) ma anche in modo soggettivo (Affective Form), tenendo a mente quale potrebbe essere la sua potenziale funzione (es: questo caffè che sto assaggiando adesso, potrebbe soddisfare il mio bisogno di lanciare sul mercato un caffè filtro?).

Così in assaggio mi darò come obiettivo innanzitutto la mia preferenza rispetto ad una potenziale destinazione del caffè che sto assaggiando, conscia del fatto che questa potrà variare in funzione delle culture a cui si appartiene.

Un altro punto su cui si potrebbe far luce è legato ai sondaggi: il bacino a cui ci si è rivolti per compilarli, è composto dai soli soci SCA o è stato aperto a persone al di fuori dell’associazione?

Non si sa anche se si pensa che la maggior parte dei destinatari siano soci SCA. La SCA ha inviato il sondaggio a diverse categorie che rappresentano i vari profili della filiera, ma non è in grado di individuare quanti di questi interlocutori sono soci SCA.

SCA mi rassicura dicendo che, per poter essere autorizzati a rispondere al questionario, si doveva obbligatoriamente essere degli utilizzatori reali e assidui della SCA Cupping Form utilizzata fino ad oggi.

Mi è piaciuto molto che, nel C.V.A., sarà possibile descrivere i caffè avvalendosi di 9, semplici, macro-categorie e 5 sapori (tastes). Personalmente credo che questa semplificazione potrebbe portare ad una valutazione più veloce ed intuitiva dei vari caffè.

Inoltre nel C.V.A Descriptive ed Affective ci sarà uno spazio bianco più ampio rispetto alla precedente versione della Cupping form così da poter arricchire le proprie valutazioni.

Con questo nuovo sistema sarà importante imparare ad utilizzare la Descriptive form come strumento di allineamento tra gli assaggiatori appartenenti ad una stessa azienda, cosicché si calibrino in merito al profilo organolettico dei prodotti venduti dall’azienda stessa.

In fin dei conti, se si sarà in grado di spiegare bene le caratteristiche che si preferiscono a livello gustativo ad un qualsiasi produttore di caffè, che presumibilmente avrà gusti diversi dai nostri, forse sarà più facile comunicare rispetto a quando ci si basava solo su un punteggio, ad esempio di 83, che però non significava molto in termini di risultati organolettici in tazza.

Dall’altra parte il C.V.A. potrebbe diventare un’arma a doppio taglio, in quanto sdoganerebbe il consumo di caffè a prescindere dall’effettiva qualità: se a me piace il caffè quasi bruciato, come faccio a convincere l’italiano medio che quello non è buono, che il caffè che sta bevendo non è un caffè di qualità?

La SCA ha rivisto la definizione di specialty: per la SCA diventa “specialty coffee is a coffee or coffee experience that is recognized for its distinctive attributes, resulting in a higher value within the marketplace”.

Si parla di coffee experience che è una concezione molto più ampia rispetto al singolo prodotto caffè e sicuramente dai confini meno definiti.

E anche per i produttori l’abolizione del punteggio (inteso come dato oggettivo) potrebbe essere problematico: ma SCA ha riferito che i produttori ai quali è stato presentato il nuovo C. V. A., si sono mostrati esaltatissimi.

Questo perché oggi, nella grande maggioranza dei casi, è pia l’illusione che i coltivatori vengano pagati di più se al loro caffè associano un punteggio maggiore rispetto a quello associato dall’importatore.

Quindi ad oggi una risposta vera e propria sulle possibili ripercussioni del Coffee Value Assessment, ancora, non c’è, perché è troppo presto. Forse è prematuro fare un bilancio già adesso.

Speriamo che il C.V.A non crei ulteriori problemi sul piano della formazione: alle giornate nel Campus di Simonelli Group non erano in molti presenti per informarsi tra i tanti AST italiani. Mi sarei aspettata una maggiore partecipazione.

Per concludere, in queste due giornate di presentazione ho trovato una spiegazione abbastanza convincente, quindi parte del mio scetticismo iniziale si sta ridimensionando. Ovviamente parto dal presupposto che se professionisti del calibro di chi è a capo della SCA sono arrivati a queste conclusioni, le ragioni e gli studi a supporto di un cambiamento così grande saranno conseguentemente solidi.

World Coffee Championships di Taipei si chiudono con Poidomani tra i 6 finalisti di Coffee in good spirits: ecco tutti i vincitori

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Marco Poidomani tra i 6 finalisti mondiali a destra (foto concessa).jpg

MILANO – Il Taiwan International Coffee Show è stato animato dal 17 al 20 novembre dai World Coffee championships (WCC): world latte art, world coffee in good spirits e world coffee roasting. Anche l’Italia ha raggiunto Taipei con i suoi rappresentanti per ogni categoria, rispettivamente: Stefano Nodari, Marco Poidomani e Roberto Breno.

Sia Stefano Rodari che Robero Breno non sono arrivati in finale, impresa riuscita invece a Marco Poidomani, che si è piazzato sesto tra i finalisti.

World Coffee championships: ecco i vincitori

Dopo tre giorni di intensa competizione, l’annuncio del campione del mondo di Roasting 2023: Taufan Mokoginta, Indonesia.

I primi quattro classificati sono i seguenti:
1. Taufan Mokoginta, Indonesia
2. Talha Erdinc Bas, Turchia
3. Andrew Coe, Stati Uniti
4. Yoshiyuki Nakamura, Giappone

Carmen Clemente con il nuovo world latte art champion (foto concessa)

Classifica finale del Campionato mondiale di Latte Art: vince LiangFan
1. LiangFan, Cina
2. Lu Daoqiang, Cina
3. Bala – Shao Sing Lin, Taiwan
4. Ryan Liew, Malesia
5. Pachara Tubtimchai, Thailandia
6. Jervis Tan, Singapore

Classifica finale del campionato mondiale Coffee in Good Spirits: primo classificato Ratislav Kasar
1. Rastislav “Rasty” Kasar, Regno Unito
2. Tanpong, Thailandia
3. Danny Andrade, Australia
4. Christos Klouvatos, Grecia
5. Sion Wu, Taiwan
6. Marco Poidomani, Italia

Futures degli arabica in altalena, Londra arretra

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Il logo dell'Ice

MILANO – Futures dei caffè arabica in continua altalena: dopo la brusca caduta delle due sedute precedenti, il front month (dicembre) della borsa newyorchese si è nuovamente impennato nella giornata di ieri, lunedì 20 novembre, guadagnando 695 punti e risalendo a 177,90 centesimi. Intraday a 179,60, non lontano dai massimi di metà settimana scorsa.

Il contratto per scadenza marzo, che attrae ormai i volumi maggiori chiude, a sua volta, a 171,15 centesimi, in ripresa di 450 punti.

Mercoledì 15 novembre, dicembre aveva superato la soglia del dollaro e 80 centesimi chiudendo a 180,80, massimo dalla metà di giugno.

Secondo ribasso consecutivo invece per l’Ice Robusta. La scadenza gennaio ha perso ieri ulteriori 16 dollari terminando la giornata a 2.505.

Nella seduta di giovedì 16 novembre, il contratto era volato a 2.566 dollari eguagliando il massimo di settembre.

Entrambi i mercati risentono della bassissima entità delle scorte certificate, che contribuisce ad accentuare la volatilità del momento. Gli stock di New York erano pari ieri a 289.699 sacchi, livello minimo dal 1999.

Di poco migliore la situazione di Londra, le cui scorte si attestano a 3.931 lotti, pari a 655.167 sacchi.

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Trieste Coffee Experts: tutto pronto per il summit Bazzara, 25-26/11, su sostenibilità e innovazione

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Premiazione del Coffee Personality of the Year Award a Gianfranco Carubelli di Asachimici-Pulycaff (immagine concessa)

TRIESTE – Tutto pronto per la sesta edizione del Trieste Coffee Experts, il summit biennale organizzato dalla Bazzara Caffè che questo weekend – nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 novembre – riunirà alcuni dei più importanti protagonisti del settore caffeicolo per dialogare e individuare le migliori strategie per affrontare le sfide del mercato. La conferenza si svolgerà all’interno della Sala Imperatore del Savoia Excelsior Palace – Starhotels Collezione.

Il ritorno del Trieste Coffee Experts

Dalle 13.30 alle 19.30 nella giornata di sabato e dalle 9.30 alle 13.30 in quella di domenica, ben 80 professionisti si confronteranno sui temi anticipati dal titolo di questa edizione 2023: “Future coffee: Sustainability and Innovation Oriented”, dove la sostenibilità sarà protagonista della prima giornata e l’innovazione della seconda.

Lo streaming darà la possibilità di seguire il Trieste Coffee Experts in tutto il mondo, essendo il summit diventato un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati e un momento chiave per l’intera industria del caffè. Sarà possibile seguire gli interventi in italiano ed inglese, grazie alla traduzione simultanea, al sito sul quale è dedicata un’apposita sezione.

La sostenibilità nella filiera del caffè

Oggi tutto ruota attorno all’argomento sostenibilità, che per forza di cose rappresenta il focus su cui si stanno concentrando i reparti ricerca e sviluppo di quelle aziende lungimiranti che vogliono fare innovazione, non solo per ottenere un vantaggio competitivo in termini commerciali ma anche per essere in grado di generare benessere per tutto l’ecosistema all’interno del quale operano, garantendo così le basi per guardare al futuro con fiducia e serenità.

Gli speech, affidati a dirigenti di aziende leader del settore, consentiranno di prospettare il futuro del caffè, un futuro caratterizzato tanto da abiti digitali quanto da attenzione a valori nuovi o andati perduti.

Tanti i nomi delle quasi 50 grandi aziende che, in qualità di sponsor diamante, rubino e smeraldo e media partner, saranno a fianco di Bazzara Caffè per supportare l’iniziativa.

Tutte importanti realtà in cui la creazione del valore d’impresa è rimasta impressa nel tempo grazie agli obiettivi comuni o la partecipazione a progetti per l’orientamento al risultato condiviso: fare squadra per celebrare la cultura del caffè, simbolo del Made in Italy.

Un valore che si riflette anche sull’intera organizzazione, attraverso la condivisione con tutti i soggetti coinvolti.

Riuscire ad allineare i valori, stimolando il senso di appartenenza da parte di tutte le risorse interessate, ovvero il “fare rete”, focus da sempre dei Bazzara, è infatti uno degli intenti del summit.

Tantissimi gli importanti ospiti presenti tra cui ricordiamo Massimo Renda (Caffè Borbone), Rudi Albert (Alkaff), Michele Cannone (Lavazza) e Carlo Barbi (Clubhouse).

Passando poi da Tamara Gómez Marín (Console Generale del Costa Rica in Italia) con “Lo sviluppo sostenibile nella cultura del caffè nel Costa Rica” a Riccardo Borsatti (Siemens) e a Massimiliano Fabian (ex Presidente ICO) con “L’azione dell’ICO per un mondo sostenibile del caffè”. E ancora, da Thomas Zulian (Fairtrade Italia) con “Le risposte di Fairtrade alle sfide della filiera” a Eleonora Pirovano (International Women’s Coffee Alliance Italia) con “L’empowerment femminile nella filiera del caffè”.

Da Carlos Gonzalez (Rancilio) con “La valorizzazione dell’espresso attraverso la tecnologia” a Marco Bortolussi (Pininfarina) con “Sostenibilità: l’imperativo del design” per il tema Tecnologia ed innovazione sostenibile per le torrefazioni.

Molti relatori, infatti, si focalizzeranno proprio sulla situazione odierna per guardare con maggiore fiducia al futuro.

Non mancheranno poi i momenti conviviali durante le due giornate, dai coffee break, con il caffè Bazzara Dodicigrancru appena premiato Miglior Caffè da Selezione agli Luxury Food&Beverage Quality Awards 2023, all’atteso lounge del sabato sera assieme a molte altre sorprese. Per conoscere il programma completo clicca qui.

La sostenibilità si conferma come pilastro dell’evento, infatti il summit è certificato Neutral Event.

L’azienda Up2You – startup green tech e B-Corp certificata – ha attestato che l’energia derivata dalle attività svolte durante i “due giorni”, compresi i viaggi di spostamento dei relatori e tutti i servizi offerti, verrà compensata attraverso il pacchetto Biodiversity, strumento che permette di compensare le proprie emissioni con progetti certificati incentrati sulla protezione delle biodiversità.

A questo proposito, Bazzara Caffè afferma la sua decennale posizione a favore dei progetti di sostenibilità, che in questo caso sono certificati secondo lo standard primario a livello internazionale (Verified Carbon Standard).

L’azienda è, infatti, impegnata nella conversione di tutti gli ambiti aziendali verso un sistema virtuoso di gestione che rispetti i più alti standard e obiettivi in termini di sostenibilità.

Queste iniziative includono il cambio di ragione sociale in società Benefit, le numerose certificazioni di prodotto, tra cui quella Rainforest e Fairtrade, e il nuovo percorso verso una realtà plastic free per contribuire all’abbattimento dell’impatto ambientale, assieme alla menzione speciale per l’ambiente ottenuta da Bazzara come realtà regionale virtuosa nel 2021.

Ricordiamo, infine, che durante il summit verrà consegnato il premio “Coffee personality of the year 2023”, un’onorificenza – ideata nel 2014 dai fratelli Bazzara per colmare un vuoto istituzionale – che si propone di gratificare e motivare ulteriormente coloro che si distinguono nell’industria del caffè, contribuendo costantemente al suo miglioramento. x

Inoltre, verrà consegnato anche un’elegante quanto raro riconoscimento: la riproduzione del volume “Dante Guarneriano”, uno dei codici da collezione più antichi e unici dell’Inferno di Dante Alighieri, realizzato tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400, impreziosito da miniature attribuibili a Bartolomeo di Fruosino.

Si ringraziano le istituzioni e i media per la vicinanza, il fondamentale supporto degli sponsor, e tutti gli amici e appassionati di caffè che parteciperanno da remoto all’evento grazie allo streaming.

Per quest’ultimo ricordiamo il collegamento al seguente link, sabato 25 novembre dalle ore 14 alle 18.15 e domenica 26 novembre dalle ore 10 alle 13.15.

Fipe, bar: l’inflazione (+4,0%) continua a decelerare, incrementi solo per la pasticceria e gli snack

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(dati concessi)

ROMA – L’inflazione nei servizi di ristorazione scende al +4,7% dal +5,1% di settembre. Anche i prezzi della ristorazione commerciale rallentano dal +5,4% al +4,9%. La dinamica dell’inflazione generale registra una importante decelerazione dovuta in gran parte alla variazione tendenziale dei prezzi dei beni energetici, che nell’ ottobre 2022 registrarono forti aumenti dei prezzi.

Si mantengono vivaci i prezzi dei servizi di alloggio che registrano una variazione tendenziale del +12,2%. Leggiamo la nota informativa del Centro Studi Fipe.

L’inflazione nei bar

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Il profilo inflazionistico dei bar (dati concessi)

Il profilo inflazionistico del bar (+4,0%) continua a decelerare rispetto a quanto rilevato nei mesi precedenti.

Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano ancora i prodotti di pasticceria e gelateria (+4,9%) e gli snack al bar (4,3%).

Ristoranti

I prezzi nei ristoranti tradizionali e nelle pizzerie decelerano rispetto a quanto rilevato il mese scorso.

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Il profilo dei bar (dati concessi)

La variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si attesta a +4,3% per i ristoranti e +4,6% per le pizzerie.

I prezzi della gastronomia registrano +4,3% e il delivery +7,6% rispetto a ottobre 2022.

Mense

I prezzi delle mense registrano una variazione dell’1,0%. Sono ancora le mense scolastiche a frenare l’inflazione del comparto con una variazione tendenziale dello 0,5%.

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I prezzi delle mense (dati concessi)