sabato 04 Maggio 2024
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Fairtrade Italia, 1° Bilancio sociale: 3.800.000 euro per lo sviluppo delle comunità in Asia, Africa e America Latina, in calo il caffè, cresce il cacao

Thomas Zulian, direttore commerciale dell'associazione: “Anche se per alcune materie prime ci sono stati dei cali nei volumi, complessivamente il Fairtrade ha tenuto: in tempi di significativa contrazione del mercato, e aumento dei costi sia per le aziende che per le famiglie, abbiamo comunque un dato di vendita superiore allo scorso anno. Lo dobbiamo a nuovi inserimenti di prodotto, e alle buone performance del non food. Questo ci fa sentire quanto le persone ripongano fiducia nella nostra attività, un modello economico e commerciale che valorizza il ruolo degli agricoltori e delle buone pratiche agricole”

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MILANO –  Lo scorso anno gli italiani hanno speso 580 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade. Il dato è stato diffuso a Milano nella sede di Emergency in via Santa Croce 19, in occasione dell’evento di presentazione del primo Bilancio sociale di Fairtrade Italia, il documento che fotografa tutte le attività svolte nel corso del 2022, valorizzando l’impatto sulla collettività.

2.400 referenze certificate tra cui scegliere: si tratta di frutta fresca come banane e ananas, ma anche caffè, cioccolato, cereali per la colazione, barrette, biscotti, frutta secca, fiori recisi, abbigliamento in cotone e molto altro. I marchi Fairtrade si possono trovare infatti su un’ampia gamma di prodotti in supermercati, ipermercati, negozi di vicinato, mense e altri luoghi di ristorazione collettiva e distributori automatici. La Grande distribuzione organizzata si conferma tuttavia il canale di diffusione prevalente.

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Il caffè e lo zucchero

In controtendenza rispetto all’andamento del mercato convenzionale e dopo un decennio di crescita, le vendite di zucchero si fermano a 4.667 tonnellate, segnando un -11% rispetto allo scorso anno. Similmente, anche il caffè registra una contrazione del -9% con 759 mila chilogrammi.

Il cacao

Resta una delle materie prime Fairtrade più consumate, grazie all’ampia possibilità di utilizzo in diverse categorie merceologiche: cioccolato, biscotti, prodotti da forno in generale e gelati, oltre al cacao in polvere. Complessivamente i volumi di venduto hanno corrisposto a 9.756.051 chilogrammi segnando un +9% rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2022 è continuato lo sviluppo di nuove tipologie di prodotto grazie al marchio Fairtrade Sourcing Ingredient.

Il non food che promette bene

In termini di percentuali l’aumento più importante è quello di due categorie merceologiche non food, il cotone (+78% per 713.000 chilogrammi) e le rose recise (+37% per 9 milioni di steli venduti), dalle quali ci si aspettano buone performance anche per il 2023.

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Giuseppe di Francesco, presidente Fairtrade Italia

Uno dei cardini economici del sistema Fairtrade è il “Premio” ovvero un extra che gli agricoltori ricevono a fronte delle quantità di prodotto venduto, per attivare progetti e iniziative a favore della comunità. E nel corso del 2022, il Premio generato dalle vendite in Italia dei prodotti con i Marchi Fairtrade è stato pari a 3,8 milioni di euro: solo le vendite di prodotti a base di cacao hanno contribuito con più di 2 milioni, mentre quelle di banane per quasi 700.000 euro.

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Il Premio generato (dati concessi)

“Anche se per alcune materie prime ci sono stati dei cali nei volumi, complessivamente il Fairtrade ha tenuto: in tempi di significativa contrazione del mercato, e aumento dei costi sia per le aziende che per le famiglie, abbiamo comunque un dato di vendita superiore allo scorso anno. Lo dobbiamo a nuovi inserimenti di prodotto, e alle buone performance del non food. Questo ci fa sentire quanto le persone ripongano fiducia nella nostra attività, un modello economico e commerciale che valorizza il ruolo degli agricoltori e delle buone pratiche agricole”, ha dichiarato Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia.

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Thomas Zulian, direttore commerciale di Fairtrade Italia, espone l’andamento del mercato

Fairtrade si conferma il marchio etico più riconosciuto al mondo

Questi trend di mercato si inseriscono in una generale fiducia da parte dei consumatori europei nel Marchio, che persiste negli anni. Infatti, secondo una recentissima ricerca Globescan condotta in 12 paesi (tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi, Austria, Francia) il 70 per cento degli intervistati riconosce il Marchio, e di questi l’86 per cento ne ha fiducia. “Fairtrade si conferma il Marchio etico più riconosciuto, di cui le persone hanno fiducia” (ne abbiamo parlato qui). Inoltre il 79 per cento degli intervistati ha dichiarato che ha un’impressione positiva di un brand quando è presente l’etichetta Fairtrade, mentre il 43 per cento dichiara che avrebbe un’impressione negativa di un brand se smettesse di utilizzare il Marchio.

All’evento di presentazione del primo Bilancio Sociale Fairtrade, sono intervenuti Giuseppe Di Francesco, Presidente di Fairtrade Italia, Benedetta Frare, Responsabile Comunicazione Fairtrade e Thomas Zulian, Direttore Commerciale. Hanno partecipato inoltre Marco Fasciglione, ricercatore di diritto internazionale e tutela dei diritti umani al CNR, e Maija Lumme, del Centro di eccellenza sui diritti umani, l’ufficio che per il sistema Fairtrade segue gli sviluppi relativi alla Direttiva europea sulla Due Diligence sui diritti umani e ambientali per le aziende. Fairtrade infatti, oltre ad occuparsi delle attività di advocacy su questi temi, si sta attrezzando per accompagnare le aziende già partner e quelle nuove nell’applicazione di questo percorso.

La Due Diligence

Giuseppe Di Francesco, presidente Fairtrade Italia: “Nella giornata di oggi parliamo di sostenibilità e di diritti sociali e ambientali. La difesa dei diritti è ciò che facciamo tutti i giorni garantendo condizioni commerciali più giuste per i lavoratori e migliorare la dignità della loro vita.”

Marco Fasciglione, ricercatore di diritto internazionale e tutela dei diritti umani al CNR, componente del consiglio direttivo di Human Rights International Corner: “La sostenibilità è un tema fondamentale. Con la nuova direttiva europea sulla Corporate Sustainability Due Diligency, che dovrebbe essere attuata a breve, per limitare gli squilibri di produzione e distribuzione della filiera nella scala globale generati dall’attività delle imprese. Questi squilibri hanno un impatto negativo sulla tutela dei diritti fondamentali umani dei lavoratori e ambientali (ne abbiamo parlato qui)”.

Grazie alla nuova normativa si potranno arginare questi problemi grazie a quattro azioni:

  • identificare e valutare gli impatti negativi, reali o potenziali, sui diritti umani.
  • Integrare nuove soluzioni e agire in base ai risultati raccolti
  • Tracciare le risposte che conducono a una filiera più equilibrata
  • Comunicare e sensibilizzare il modo in cui sono stati affrontati gli impatti

Fasciglione continua: “L’obiettivo della direttiva è perciò intervenire su questi squilibri creando un unico comun denominatore normativo, level playing field, applicabile per tutti gli operatori delle imprese che operano nel mercato europeo”.

Il racconto delle attività a supporto delle aziende lungo le filiere agricole è proseguito con la presentazione della case history di una nuova collaborazione con Alce Nero

Dopo decenni di partnership sulle filiere internazionali infatti, nel 2022 le due realtà hanno avviato un progetto che riguarda le produzioni italiane focalizzato sulla due diligence per i diritti umani, che anticipa alcuni di quelli che presumibilmente saranno i requisiti della Direttiva Europea.

“Come Alce Nero stiamo lavorando alla definizione di una strategia di sostenibilità che includa i principi della Due Diligence in tutta la catena di approvvigionamento e di filiera. In particolare, in collaborazione con Fairtrade, stiamo integrando gli aspetti legati alla sfera dei diritti umani dei lavoratori, previsti dalla Human Rights Due Diligence (HRDD), lungo la filiera del pomodoro: da un lato, costituendo una policy aziendale mirata e dall’altro, inserendoli nel programma di valutazione dei fornitori, favorendo quindi anche la loro sensibilizzazione su questi temi. L’implementazione di questa progettualità, seppure in fase embrionale e che a tendere verrà valutata anche per altre filiere del marchio, anticipa la Direttiva Europea relativa alla CSDD” ha dichiarato Greta Gubellini, Agronoma Team Sostenibilità Alce Nero.

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Sara Agostoni, global procurement director in Icam, Carlotta Trombetta, head of quality & welfare in Costadoro e Laura Fiorini, Senior communication manager in Lidl Italia

È seguita una tavola rotonda con la partecipazione di Laura Fiorini, Senior communication manager in Lidl Italia; Sara Agostoni, Global Procurement Director in Icam; Carlotta Trombetta, head of quality & welfare in Costadoro, che hanno illustrato esempi di partnership realizzate insieme a Fairtrade negli ultimi anni

Carlotta Trombetta afferma: “Siamo diventati da marzo una società B Corp, una certificazione che un’azienda ottiene 80 punti eseguendo un test di impact assesment. Il caffè viene però coltivato dall’altra parte del mondo ed è stato imperativo migliorare sotto questo aspetto. La nostra partnership con Fairtrade è stata un valore aggiunto per la nostra azienda e la missione verso la sostenibilità. La nostra società non si impegna solo a cercare il profitto ma anche nel perseguire una politica ambientale e sociale generando valore anche grazie a Fairtrade che condivide i nostri stessi valori”.

A conclusione dell’incontro Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia, ha consegnato a Coop Alleanza 3.0, la cooperativa presente nelle regioni della fascia adriatica, dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia, il Premio Fairtrade Best Partner 2022 per aver contribuito alla diffusione e alle vendite dei prodotti certificati, per aver diffuso tra i propri soci l’importanza dell’acquisto di prodotti sostenibili e per le attività culturali e di comunicazione portate avanti insieme in questi anni.

“La sinergia tra Coop Alleanza 3.0 è Fairtrade è una componente imprescindibile nel nostro modo di essere Cooperativa. Le nostre scelte sono infatti guidate dal principio dello sviluppo armonico, dall’idea che un’altra economia è possibile, che la spesa giusta sia possibile”. dichiara il vicepresidente vicario di Coop Alleanza 3.0, Andrea Volta

“Questo è realizzabile anche attraverso la proposta sui nostri scaffali ai consumatori; una proposta fatta di oltre 100 prodotti che hanno la bontà del reddito giusto per i lavoratori impegnati nella loro realizzazione, i valori positivi del contrasto alle discriminazioni di genere e del rifiuto del lavoro minorile oltre al rispetto per l’ambiente e la biodiversità. Abbiamo la profonda consapevolezza che non ci può essere sviluppo che non sia equo, solidale e sostenibile”.

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Da sinistra: Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia, Andrea Volta, il vicepresidente vicario di Coop Alleanza 3.0 e Luciano Nicolis amministratore delegato di Nicofrutta

A ricevere il Premio Fairtrade Partner anche l’azienda veronese Nicofrutta, che si occupa dell’importazione di frutta fresca, per aver sviluppato il mercato dell’ananas Fairtrade in Italia, per la partnership e la positiva collaborazione che ha saputo instaurare con i produttori. “Questo riconoscimento del nostro lavoro ci motiva molto. Negli ultimi cinque anni abbiamo lavorato duramente per rafforzare i nostri produttori e le loro organizzazioni apportando cambiamenti e affrontando le nuove esigenze dei mercati e dell’Unione Europea, ad esempio attraverso l’innovazione, rimuovendo la CO2 nella produzione agricola di ananas e con la ricarbonizzazione dei suoli”, ha dichiarato Luciano Nicolis amministratore delegato di Nicofrutta.

di Federico Adacher

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