lunedì 01 Dicembre 2025
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Provincia di Rimini: in vendita Caffè dell’Arco: “Offerte concrete solo dai cinesi”

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mercato cinese santarcangelo
La bandiera cinese (credits: Commons - Wikimedia)

Il Caffè dell’Arco, uno dei ritrovi storici di Santarcangelo, è in vendita. Il titolare Roberto Zaghini ha affermato di aver ricevuto offerte concrete sono da cinesi. D’altra parte a Santarcangelo, come nel resto della provincia, diversi bar negli ultimi anni sono stati rilevati da cinesi. Anche a Milano si è registrato un fenomeno analogo con il tempo in cui molti bar sono finiti sotto proprietà di imprenditori cinesi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del quotidiano Il Resto del Carlino.

La vendita del Caffè dell’Arco

SANTARCANGELO DI ROMAGNA (Rimini) – Il locale è a due passi da piazza Ganganelli. Ed è uno dei ritrovi storici di Santarcangelo. Eppure “da quando abbiamo deciso di cedere l’attività, le uniche offerte concrete sono arrivate solo da cinesi”.

Lo dice senza polemica Roberto Zaghini, ex consigliere comunale, titolare da una quindicina di anni del Caffè dell’Arco di via Pascoli, che insieme al socio ha deciso di mettere in vendita il bar.

“La scelta è dovuta a motivi assolutamente personali – spiega subito Zaghini – Io sono arrivato alla pensione (l’ex consigliere ha compiuto 65 anni a settembre) e credo sia il momento di ritirarmi. Mio figlio gestisce già un altro bar e il mio socio non se la sente di occuparsi del Caffè dell’Arco da solo”.

Ecco perché, da alcune settimane, il bar è in vendita. Fino a quando non ci sarà un nuovo gestore, “il locale resterà aperto. Non abbiamo alcuna fretta, andremo avanti noi fino a quando non cederemo l’attività”.

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Svizzera: il caffè servito al bar raggiunge il prezzo più alto di sempre, media a 4,12€

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tè svizzera cioccolato caffè svizzeri pasticceria
La Svizzera

Il caffè al bar in Svizzera si paga in media 4,49 franchi, circa 4,12 euro, con un aumento di 10 centesimi in più rispetto al 2022. L’anno prossimo il prezzo potrebbe subire un ulteriore aumento. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano Il Corriere del Ticino.

L’aumento del costo della tazzina in Svizzera

LUGANO (Svizzera) – Mai così caro il caffè al bar, perlomeno nella Svizzera tedesca: il caffè lungo, la bevanda calda più gettonata nei ritrovi pubblici a nord delle Alpi, costava quest’anno in media 4,49 franchi, vale a dire 10 centesimi (+2%) in più che nel 2022. E l’anno prossimo potrebbe aumentare ancora.

La progressione del 2023 è la più forte degli ultimi dieci anni e va ad aggiungersi a quella già elevata (9 centesimi) dell’anno scorso, ha indicato oggi CafetierSuisse, l’associazione dei ristoratori del ramo, sulla base di un sondaggio di 650 locali pubblici.

Dal 2013 il caffè è diventato del 36% più caro.

In generale le zone rurali hanno prezzi sensibilmente inferiori a quelli delle città. Questo aspetto è per esempio ben visibile nei dati del canton Zurigo, che presenta la massiva varietà: il caffè meno caro era venduto a 3,00 franchi, quello più costoso a 6,50 franchi.

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Bibite Sanpellegrino lancia Celerybration, il cocktail analcolico di Natale

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Celerybration sanpellegrino
Celerybration (immagine concessa)

MILANO – Non è Natale senza aperitivi, pranzi e cene di un certo spessore e non è Natale senza tutti quei sapori e profumi tipici che lo contraddistinguono: cannella, zenzero, vaniglia, mandorle, arance, uvette. Tuttavia, esistono anche alcuni ingredienti a cui non viene reso il giusto onore: tra questi c’è il sedano, utilizzato per preparare il cocktail analcolico Celerybration, che rende omaggio alle festività.

Il nome è infatti un gioco di parole che strizza l’occhio alla celebrazione della festa ma anche a questo ingrediente, che nel drink viene sapientemente mixato in un equilibrio di sapori e freschezza con Ginger Beer Sanpellegrino.

Celerybration è il cocktail analcolico ideato e realizzato dalla bar manager del locale Gucci Giardino 25 di Firenze, Martina Bonci, che abbraccia appieno i valori della Sobrietà all’italiana, la tendenza arrivata da oltreoceano di chi sceglie proprio la sobrietà come stile di vita.

Il drink analcolico – parte della drink list di Giardino – si inserisce anche nell’esclusiva selezione sobria delle Bibite Sanpellegrino, una selezione di cocktail ideata per godersi ogni occasione, senza il consumo di alcol.

Questo cocktail vuole essere una celebrazione delle feste, in particolare del periodo natalizio: il momento dell’anno in cui si passa da una cena ad un brindisi, ci si immerge nei festeggiamenti e si perde la concezione dello spazio e del tempo.

Il Celerybration nasce, quindi, come cocktail ideale da sorseggiare tra una tavolata e l’altra: un drink fresco, leggero ed immediato, perfetto per questa atmosfera di gioia. La sua natura analcolica lo rende adatto a tutti i palati, cosicché ognuno possa avere la possibilità di brindare in modo gustoso e divertente.

Nel cocktail analcolico Celerybration le note speziate e piccanti di Ginger Beer Sanpellegrino si combinano in un perfetto equilibrio con il fragrante gusto aromatico dell’analcolico Seedlip Garden.

Ad aggiungere poi un tocco di freschezza al drink ci sono, appunto, l’acqua di sedano ed il limone, entrambi ingredienti che rendono il cocktail leggero e adatto ad accompagnare i pasti natalizi.

Come creare il Celerybration

Per realizzare il Celerybration è necessario preparare per prima cosa l’acqua di sedano, ricavata pulendo i gambi di sedano e frullandoli insieme all’acqua e al ghiaccio.

Successivamente, bisognerà concentrarsi sulla preparazione dello sciroppo di polline, ottenuto unendo in una pentola zucchero ed acqua e coprendo a seguire la superficie della stessa con il polline, cuocendo a fuoco basso. Dopo aver filtrato il risultato, basterà lasciarlo riposare una notte.

A questo punto, occorrerà versare nello shaker lo sciroppo di polline, il succo di limone, l’acqua di sedano ed aggiungere Seedlip Garden: dopo aver shakerato una prima volta con del ghiaccio, bisognerà rimuoverlo e shakerare una seconda volta per poter creare la spuma.

A questo punto, versare il composto nel bicchiere ed unirlo al Ginger Beer Sanpellegrino per completare il cocktail. Come tocco finale, la Bar Manager consiglia di guarnire il Celerybration con una foglia di sedano per dare al drink un’ulteriore nota di vivacità.

Grazie al nuovo cocktail analcolico Celerybration è dunque possibile godersi i momenti di festa all’insegna del cibo, affiancando alle pietanze natalizie una ventata di freschezza e leggerezza, sempre senza rinunciare alla sobrietà.

Ingredienti

• 50 ml Seedlip Garden
• 22.5 ml sciroppo polline
• 30 ml succo limone
• 45 ml acqua di sedano
• Top Ginger Beer Sanpellegrino

  • Garnish: foglia di sedano
  • Metodo: Shake

Preparazione acqua di sedano

Pulire 10 gambi di sedano togliendo gli scarti, tagliare in quadratini, frullare con 200 ml di acqua e 350 gr di ghiaccio, filtrare con filtro chinoise e imbottigliare.

Preparazione sciroppo di polline

Unire in una pentola 700 gr di zucchero con 400 ml di acqua, mescolare molto bene, coprire la superficie della pentola con polline granulato e cuocere a fuoco lento (nel caso di piastra a induzione potenza 2) fino a ebollizione, lasciare sul fuoco per altri 2 minuti, filtrare con filtro chinoise e lasciare riposare una notte.

Preparazione Celerybration

Versare nel tin piccolo dello shaker lo sciroppo di polline, il succo di limone, l’acqua di sedano e Seedlip. Shakerare per 15 sec con del ghiaccio. Aprire, pulire e dare una seconda shakerata senza ghiaccio per creare un po’ di spuma. Versare nel bicchiere e finire con Ginger Beer Sanpellegrino.

Associazione museo del caffè di Trieste: 2° appuntamento per i Cenacoli del caffè con Matteo Carzedda

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matteo carzedda TRIESTE
Matteo Carzedda, ricercatore in Economia agraria ed estimo rurale al dipartimento di scienze economiche, aziendali, matematiche e statistiche dell'Università di Trieste (immagine concessa)

TRIESTE – Secondo appuntamento giovedì pomeriggio 7 dicembre, all’Hotel Savoia Excelsior, con il nuovo ciclo 2023-2024 dei Cenacoli del caffè organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste presieduta da Gianni Pistrini: con inizio alle ore 17.30, Matteo Carzedda parlerà su “Caffè, farfalle e comunità”, un intervento sul legame tra caffè e territorio non esclusivamente dal punto di vista produttivo ma anche nella sua dimensione identitaria, consci come i sistemi di produzione e consumo dei prodotti agroalimentari partecipino sensibilmente alla definizione dell’identità e della cultura dei popoli.

aMDC Trieste ritorna con il 2° appuntamento dei Cenacoli del caffè

Il relatore, che verrà introdotto dall’ingegner Marino Petracco, tratterà anche della complessità crescente determinata da mutamenti globali sempre più rapidi, dal cambiamento climatico alle problematiche economiche, che ci inducono a nuove e importanti sfide, prima fra tutte quella della sostenibilità.

Matteo Carzedda è ricercatore in Economia agraria ed estimo rurale al Dipartimento di scienze economiche, aziendali, matematiche e statistiche dell’Università di Trieste e i suoi interessi e studi riguardano in particolare la sostenibilità dei sistemi alimentari, le filiere alimentari alternative e lo sviluppo rurale.

Ha precedentemente collaborato con l’Università di Udine ed è stato visiting PhD student all’Università di Lubiana. Ha partecipato a progetti di ricerca internazionali e nazionali ed è stato membro del Comitato tecnico-scientifico per la redazione della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

L’attuale settima edizione dei Cenacoli, dedicata al tema “Aria, terra, fuoco, acqua: caffè, un viaggio tra gli elementi”, è coordinata da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria e cultrice del mondo del caffè) e organizzata da Giulio Rebetz e Piero Ambroset. Come di consueto l’ingresso sarà libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Il successivo appuntamento sarà poi, con il Nuovo Anno, il 4 gennaio 2024, con Roberto Nocera, direttore generale de “La San Marco” S.p.A. di Gradisca d’Isonzo nonchè presidente nazionale dell’associazione dei costruttori di macchine e attrezzature per caffè, sul tema “Dominare l’energia del fuoco per servire la magnifica bevanda”.

Tutti gli appuntamenti potranno venir seguiti anche on line sul portale web dell’Associazione o tramite il profilo Facebook aMDCTrieste.

The Milan Coffee Festival, conclusa l’edizione 2023: una splendida cornice per molti dei protagonisti della nostra filiera

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Il logo di The Milan Coffee Festival lags (foto dal sito)
Il logo di The Milan Coffee Festival (foto dal sito)

MILANO – Dopo tre giornate dedicate alla bevanda in tutte le sue forme, dalla coltivazione del chicco all’espresso, dal filtro alle bevande base latte, si è chiuso il The Milan Coffee Festival: un’edizione particolarmente inclusiva, che ha racchiuso tra gli spazi del Superstudio Più di Via Tortona 27 a Milano competizioni, sessioni di cupping, incontri con i coltivatori, nuove tecnologie a disposizione degli operatori.

The Milan Coffee Festival ha colpito anche quest’anno

Riuscendo a coinvolgere i micro roasters di tutta Italia con le loro proposte specialty: il profumo di chicchi macinati si è fatto sentire lungo tutti gli stand, trasformandosi presto nell’odore più marcato della parte food.

Non è mancato neanche il momento dedicato alla meditazione: provare per credere, il caffè filtro caldo tra le mani ha avvolto tutti i sensi creando una bolla aromatica che ha trasportato i partecipanti.

Tostatrici e macchine superautomatiche in azione hanno trovato una vetrina nel The Milan Coffee Festival, insieme ai macinacaffè di ultima generazione.

Sotto gli occhi di un pubblico di appassionati sia italiani che, in tanti, stranieri, il made in Italy del caffè si è fatto sentire, anche spaziando oltre l’espresso, sconfinando nella mixology e nelle ricette alcoliche a base caffè.

Insomma, la Fiera chiude le porte per il 2023, ma il dialogo attorno al caffè e all’espresso di qualità sembra sempre aperto.

Luca Ventriglia: “Il Coffee Value Assessment di Sca va oltre il sistema a punti di valutazione non oggettivo”

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luca ventriglia
Il giudice Luca Ventriglia

MILANO – Tra i professionisti che si sono messi in gioco nelle due giornate di formazione dedicate al Coffee Value Assessment introdotto dalla Specialty coffee association, anche Luca Ventriglia: il trainer e sensory judge del World Coffee Events ha condiviso la sua esperienza a contatto nella pratica di questa novità che sempre più assume le proporzioni di un cambiamento epocale di paradigma.

Ventriglia: un’immersione nel Coffee Value Assessment

“Innanzitutto faccio una dovuta premessa: questo protocollo riguarda il cupping, ovvero la tecnica che si utilizza quando si seleziona il caffè alla brasiliana.

Il corso che abbiamo seguito presso il campus di Simonelli Group si è focalizzato sul nuovo Coffee Value Assessment for cuppers, composto da diversi moduli che preferibilmente dovrebbero essere svolti separatamente: quello descrittivo-oggettivo per Batch Brew, French Press o cupping o tazza singola, poco importa – sulle intensità della fragranza del macinato fresco, poi sull’aroma quando avviene l’infusione, infine sulla parte legata ai flavour dall’aftertaste alla dolcezza, sino all’acidità segnando quali dei descrittori risultano in tazza – e poi quello soggettivo o affective che si può fare solo in cupping – con le note personali, si valuta in base alla funzione per cui serve il caffè.

Se si vuole ad esempio acquistare per la torrefazione delle origini con delle caratteristiche specifiche, si darà una valutazione mirata al risultato che si deve ottenere a livello aziendale -.

Fino ad ora l’idea che c’è sempre stata rispetto al cupping era quella di svolgere la calibrazione, in modo che sullo stesso tavolo, ci si potesse confrontare in gruppo, spesso però influenzando il giudizio l’uno dell’altro.

Questo nuovo protocollo non farà male al mercato, perché grazie ad esso stiamo effettivamente lavorando in base a quello che serve, senza esser influenzati da altri cuppers professionisti.

La realtà è che ognuno assaggia pensando al suo mercato di riferimento e ora è possibile compilare una scheda rispettando le proprie esigenze.

Sicuramente è rivoluzionario per il mercato di acquisto.

Se poi devo pensare al consumatore finale, l’applicazione del Coffee Value Assessment potrebbe servire in un certo senso a fare un po’ di cultura attorno alla bevanda.

Questo perché, insieme alle prime due schede che ho precedentemente spiegato, ne esiste una terza, chiamata estrinseca proprio in quanto comprende tutto ciò che determina la storia del caffè in assaggio (la farm, com’è cresciuta la pianta, il metodo di raccolta, la sua sostenibilità, e qualsiasi nozione interessante che quel caffè può regalare). Anche questa parte emotiva può influenzare la valutazione dell’affective.

Bene, questo racconto potrebbe spingere in primis alcuni torrefattori a trasmettere queste conoscenze ai propri clienti.

Quindi in definitiva il Coffee Value Assessment si può rivelare un buon strumento per andare oltre il sistema del punteggio assegnato da un panel di giudici come avveniva in precedenza: la soglia dell’80 per lo specialty ora non c’è più.

Ancora oggi si determina un punteggio, ma che viene determinato dalla scheda affective e non da quella descrittiva: per me potrà valere 85 punti, per qualcun altro che ha un fine diverso dal mio, potrebbe corrispondere ad appena 60.

Ventriglia: E dunque la domanda che si fanno in molti è, adesso, cos’è lo specialty?

Facciamo un passo indietro per comprendere come quel metodo che ci sembrava oggettivo, aveva delle criticità. La CQI, organizzazione che attribuisce il punteggio ai caffè, conta tra i suoi certificati meno di 300 caffè: questo significa che il resto degli specialty venivano classificati da Q-grader interni alle aziende.

Questo comportava il paradosso di poter trovare lo stesso identico caffè con magari 4 punteggi diversi, a seconda del torrefattore che lo vende (ad un prezzo più o meno alto).

Il consumatore di fronte ad un prodotto etichettato in un caso come 91 e nell’altro come 80 (di solito comunque il punteggio poteva differire tra Q graders di 4-6 punti nei caffè tradizionali, mentre sui moderni sistemi di lavorazione è anche maggiore), non sapendo che si tratta alla base della stessa materia prima, perché in realtà il punteggio era stato liberamente gestito dalle valutazioni interne alle aziende, sceglieva quello con il numero più alto in quanto percepito come migliore.

Ecco che SCA si è accorta di questa discrepanza e si è chiesta: quanto è reale allora quel numero?

Il problema è che noi ci affidavamo a dei punteggi, che purtroppo non era effettivi né tanto meno oggettivi.

Una volta capito questo, non sono stato più spaventato da questo nuovo protocollo. Tante volte nella mia carriera mi è stato servito un caffè come buonissimo da 90 punti, specialmente nelle gare e poi assaggiandolo, non era così stupefacente.

Con questo Coffee Value Assessment, c’è una maggiore trasparenza; ovviamente troveremo delle schede diverse rispetto a prima, ma potremo seguire ciascuno i propri obiettivi.

Cosa cambierà nel mondo delle gare?

Le schede in realtà hanno già subito delle modifiche nei campionati dal 2023.

Abbiamo sicuramente rivoluzionato quello che è il modo di valutare la parte dei flavor. Quando parliamo di acidità si sente abbastanza la differenza e quindi si può considerare questo come un elemento piuttosto oggettivo.

L’aspetto invece più legato alla storia presentata dal competitor, sarà più soggettivo: in questo caso lo sfidante avrà più spazio per descrivere il suo caffè.

Sotto alcuni punti di vista dei flavor, se prima non trovavo un’esatta corrispondenza tra la descrizione e ciò che si trova in tazza, si perdeva un punto, ora il giudizio è meno rigido: il valore è conferito più alla parte descrittiva del competitor.

Si cerca sempre il caffè particolarmente buono, ma non è detto che se si va sul mercato del caffè e si acquista il più costoso, questo determina automaticamente la vittoria.

In conclusione, cosa può esser considerato specialty coffee?

La risposta è: ciò che per te è specialty, lo è in fase di valutazione.

Poi sarà il cliente che darà il feedback e deciderà se la tua scelta è stata più o meno azzeccata.”

Mascherpa: come e quando il tiramisù e il cupping di specialty Peacocks parlano al consumatore finale

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Matteo Pavoni da Mascherpa
Matteo Pavoni da Mascherpa

MILANO – Quale miglior modo di far uscire lo specialty dalla nicchia, se non avvicinandolo con un dolce tipico della tradizione italiana a base caffè? Parliamo naturalmente del tiramisù, che trova la sua perfetta espressione nelle porzioni servite da Mascherpa a Milano.

Questa attività avviata nel 2018, seguendo la passione nata a Los Angeles di Giuseppe per lo specialty e di Giovanna, sua madre, per la pasticceria, si è trasformata in uno spazio piccolo e intimo in cui concedersi una coccola, dal cibo alle bevande.

Le attrezzature per filtro da Mascherpa

Un pubblico soprattutto composto da turisti di passaggio, ma anche di appassionati di tiramisù – realizzato con cura nel laboratorio da Giovanna – che hanno voglia di sperimentare il caffè filtro. Dietro al bancone, una La Marzocco GS3 e un Malkohenig Ek43. Il caffè servito? La firma è di Matteo Pavoni, con Peacocks Coffee.

Ed è proprio lui che, sfruttando l’evento del The Milan Coffee Festival, ha organizzato una sessione di cupping per raccontare le varietà alternative all’Arabica e Robusta a chi ancora non le conoscesse.

Da Mascherpa in assaggio: India Excelsa Black Honey, India Excelsa Natural + yeast. Colombia Eugenoide Inmaculad e South Africa Racemosa

Il macinato pronto per il cupping

Otto grammi di macinato per 150 ml di acqua a 98 gradi.

Dettagli che però sono stati svelati solo all’ultimo, dopo aver provato uno a uno le soluzioni in tazza senza conoscerne le origini e le caratteristiche.

Tra i presenti, forte la presenza di stranieri, trainati dalla corrente del The Milan Coffee Festival e approdati da Mascherpa per completare l’esperienza caffeinica anche fuori dal Superstudio Più.

Pavoni, Cicerone d’eccezione in questo viaggio sensoriale

Che lascia spazio, anzi invita alle domande. Alcuni si fanno avanti riconoscendone degli aspetti organolettici particolari: spunta fuori persino un sentore di salsiccia arrotolata che fa sorridere tutti.

Compagna di avventure di Pavoni anche Renata di This Side Up, azienda olandese importatrice di verde con uno sguardo attento alla costruzione di legami diretti con i coltivatori e quindi di una filiera trasparente e tracciabile.

Questa esperienza ha reso possibile provare qualcosa che per un micro roaster è lavoro di routine, a dei clienti che, seppur in parte già inseriti nel mondo del caffè, non sempre possono entrare in contatto con delle varietà così particolari.

Un evento fuori dalla nicchia, che ha trasformato il consumatore finale in un cup taster, anche soltanto per una serata.

L’indagine di Nestlé: in Uk, un consumatore su quattro ignora l’origine del caffè che beve ogni giorno

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UK Regno Unito Covid
Un mug con l'effige dell'Union Jack (immagine di Jack Edgar da Pixabay)

MILANO – I sudditi di sua maestà britannica bevono sempre più caffè, ma pochi conoscono a fondo il prodotto che consumano: lo dice un’indagine condotta il mese scorso da OnePoll, per conto di Nestlé Uk, su un campione di duemila consumatori di oltremanica.

I britannici sono ormai grandi bevitori di caffè: il consumatore medio ne sorseggia 657 tazze all’anno apprezzandone le proprietà rinfrancanti (48%) ed energizzanti (27%).

Non sempre, però, è consapevole dell’origine della bevanda che ha nella sua tazza. Un intervistato su quattro dichiara infatti di non avere idea della provenienza del caffè che beve.

Quasi uno su due (48%) ignora il tempo e la fatica necessari perché il chicco raccolto in piantagione diventi una fumante tazza di caffè.

Quasi uno su cinque (19%) afferma di non essere sicuro di sapere come viene prodotta la bevanda.

Una minoranza (4%) crede addirittura che il caffè sia coltivato nel Regno Unito! Mentre il 45% ammette di dimenticarsi facilmente che il caffè è un prodotto naturale ricavato da una pianta tropicale.

Ma quali sono i driver di scelta più importanti? Secondo l’indagine, il consumatore britannico guarda innanzitutto al prezzo, al tipo di caffè e alle proprie preferenze personali in termini di gusto. Seguono il grado di tostatura e l’aroma.

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Chris Kornman rimappa l’evoluzione geografica e mondiale dell’Arabica in un poster

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World History and Geography of Arabica Cultivars
World History and Geography of Arabica Cultivars

MILANO – Royal Coffee, importatore di caffè verde californiano, ha realizzato una versione aggiornata dell’albero genealogico del caffè, trasformandola in una mappa genetica aggiornata delle cultivar delle Arabica più famose a livello mondiale. Il risultato è visibile in un’infografica intitolata World History and Geography of Arabica Cultivars. Un oggetto piuttosto interessante sia per appassionati che per professionisti.

World History and Geography of Arabica Cultivars è stata sviluppata da Chris Kornman

Autore del libro di cui abbiamo parlato qui, Green Coffee: A Guide for Roasters and Buyers, nonché direttore didattico di The Crown: Royal Coffee’s Lab & Tasting Room di Oakland, California.

Per la prima volta, l’evoluzione genetica del caffè può essere contestualizzata visivamente utilizzando punti di riferimento storici e i dati geografici meticolosamente ricercati e citati in un testo di accompagnamento.

Questa è una fotografia, il racconto dell’evoluzione delle coltivazioni, della selezione, della distribuzione, della mutazione e dell’ibridazione delle cultivar più comuni di Arabica, con il contesto delle date e delle località.

Qui è possibile leggere l’excursus completo ripercorso dal creatore, con tanto di riferimenti bibliografici.

Racconta Chris Kornman

“Da un po’ di tempo mi sto dedicando alla storia del caffè e all’improvviso mi sono ritrovato a tirare fuori tutti i riferimenti possibili. C’era un’enorme lacuna nell’albero genealogico dell’Arabica comunemente conosciuto nel nostro settore.

Dove sono avvenute queste mutazioni e ibridazioni? Chi ne era responsabile? E quando si sono verificate?

Le informazioni, raccolte in vari giardini botanici e banche genetiche in tutto il mondo, possono essere relativamente difficili da consultare e ancor più da rintracciare. Come un detective pazzo alle prese con un caso irrisolto, ho iniziato a fissare dei punta spilli che rappresentavano cultivar dall’Etiopia allo Yemen, dall’Indonesia al Brasile e al Costa Rica.

È diventato chiaro che la portata del progetto si era spostata da un “grafico veloce” a una vera e propria indagine sulla storia, la geografia e l’orticoltura del caffè.”

Le stampe e le copie digitali sono disponibili sul sito web di Royal Coffee e offline presso The Crown al 2523 di Broadway a Oakland, CA.

Premio Fernando Napoli – Braccetto di platino 2023: vince la caffetteria Break Time di Bisceglie con più di 200.000 espressi in 1 anno

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premiazione fernando
La cerimonia di premiazione (immagine concessa)

LAVELLO (Potenza) – Si è svolta il 30 novembre 2023, nella splendida cornice del Resort 5 stelle Lusso San Barbato e poi presso lo stabilimento della Torrefazione Don Fernandos Caffè di Lavello, la cerimonia di assegnazione del premio Fernando Napoli – Braccetto di platino 2023.

Vincitore del premio è stata la caffetteria Break Time di Bisceglie (Ba) di Giuseppe e Antonella Cantone, per aver somministrato più di 200.000 espressi in un solo anno mantenendo un elevatissimo standard di qualità durante lo stesso periodo, meritando infatti anche il Certificato di eccellenza dalla stessa torrefazione Don Fernandos.

Break Time si aggiudica il Premio Fernando Napoli – Braccetto di platino 2023

Madrina dell’evento è stata la signora Nora Mauriello Napoli, membro del CDA della Don Fernandos, che ha consegnato il premio nelle mani dei vincitori.

Qui di seguito le parole del Presidente ingegnere Angelo Napoli a commento della cerimonia: “Consideriamo questo premio un riconoscimento all’impegno, all’attenzione e al sacrificio quotidiano che tutti i nostri clienti prestano al loro difficilissimo lavoro. L’insegnamento di chi mi ha preceduto, mio padre Fernando Napoli, è allo stesso tempo semplice e durissimo ed è il seguente: non ci sono due modi per fare un lavoro ma solamente uno, il migliore possibile”.

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Il premio (immagine concessa)

Angelo Napoli continua: “Questo è il motivo per cui abbiamo deciso, a partire da quest’anno, di istituire una serie di eventi e premi legati alla qualità che portano il suo nome. I signori Cantone di Bisceglie rappresentano infatti un esempio della più sana impresa familiare italiana, persone capaci di ambire a risultati elevati, di creare un team di talenti e con essi raggiungerli. Il nostro desiderio e la nostra ambizione è di diventare quei partner dei nostri clienti in grado di aiutarli a raggiungere i risultati a cui ambiscono nella caffetteria moderna.”