giovedì 04 Dicembre 2025
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Nescafé Dolce Gusto presenta la gamma di espresso ispirata alle città del Bel Paese

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italia concorso nescafé
Il concorso "Vinci una vacanza in Italia" (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – Venezia, Roma, Bologna, Torino, Palermo: l’Italia è un gioiello da scoprire da nord a sud, tra bellezze naturali, architettoniche e culturali. Anche da italiani però capita spesso che si è girato il mondo ma non si è mai stati nella città accanto. A rimediare ci ha pensato Nescafé Dolce Gusto, che ha creato un poker di caffè espressi – la gamma di ispirazione italiana – dedicata a icone come Milano, Roma, Napoli e Palermo, 4 flavours in grado di soddisfare i palati più esigenti.

E ora offre anche un’opportunità imperdibile con il concorso “Vinci una vacanza in Italia” che, fino al 30 aprile, permetterà a due fortunati ogni settimana, di vivere 3 giorni in una località a loro scelta alla scoperta del nostro Bel Paese.

Il concrso di Nescafé Dolce Gusto

Nescafé Dolce Gusto ha ideato oltre 30 bevande diverse per poter creare un coffee shop direttamente a casa tua. Per questo, basterà recarsi al supermercato o sul sito e trovare quella che si preferisce. Basta scegliere il prodotto che si desidera, visitare il sito www.dolce-gusto.it, registrarsi nella sezione Premio e inserire il codice che si trova sulla confezione. In pochi minuti si scoprirà se preparare la valigia, perché si rientra tra i fortunati che vivranno un viaggio magico tra le bellezze italiane.

Per leggere il regolamento e le condizioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la nutrizione, la salute e il benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé celebra 110 di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite  e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet,  Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Per scoprire di più basta cliccare qui.

NKG Bero: scopriamo i segreti dentro il laboratorio di Genova e nel magazzino di Carcare

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Deborah Righeschi, responsabile qualità e Shirlene Shinaider, responsabile laboratorio (immagine concessa)

GENOVA – La meticolosità della preparazione del “Porte aperte”, ne abbiamo riferito qui, e anche qui, della NKG Bero Italia non ha riguardato soltanto il tono alto e i contenuti delle relazioni tecniche affidate agli specialisti Federico Amicarelli e Donato Pensa. No, è andato anche al dettaglio degli assaggi, alla brasiliana ed in espresso, dei migliori caffè presentati.

Un assaggio affidato alla super esperta Deborah Righeschi, responsabile della qualità e del laboratorio di analisi e ricerca NKG Bero Italia, uno dei 4 Q Grader Arabica e Robusta d’Italia.

L’evento “Porte aperte” di NKG Bero Italia

E non è tutto perché, tra una relazione e l’altra, Fabio Frontani, che della NKG Bero Italia è il ceo, ha fatto allestire un ricco buffet con specialità liguri. Un pranzo speciale a base di, ovviamente d’apertura, focaccia tipica ligure seguita da farinata di ceci, focaccia al formaggio, polpettone genovese e torta di carciofi.

Il laboratorio di Deborah Righeschi sembra l’antro della maga, dove si svolgono gli assaggi e si preparano le miscele secondo le specifiche richieste dei numerosi torrefattori. Un lavoro di grande precisione e particolarmente complesso alla cui base occorre un palato sopraffino.

La presentazione dell’assaggio di cinque dei caffè che sono appena stati presentati da Donato Pensa inizia con una calibrazione dei presenti sui 4 gusti principali.

Sui vassoi sono pronti 16 bicchierini per ciascuno, preparati dalla specialista brasiliana Shirlene Shinaider. Tutti bianchi identificati da lettere. La prima prova consiste nell’individuazione di ciascun gusto, dolce, salato, amaro e acido, a cui sono attribuiti dei codici differenti. Abbastanza facile, necessario per la calibrazione.

Poi si entra nel difficile

Perché i restanti 12 bicchierini contengono sì dolce, salato, amaro e acido ma di intensità differenti: rispettivamente bassa, media e alta intensità. Difficile ma fattibile indicare per ogni tripletta i gusti considerando la relativa intensità. Infatti qualcuno, bravo o abituato, azzecca tutte le prove. Chi ha sbagliato corregge e riassaggia.

Il secondo esercizio, sempre di calibrazione, serve a individuare e distinguere, in quattro tazze, Arabica naturale, Arabica lavata, Robusta naturale e Robusta lavata. Di ogni tazza vanno indicate le caratteristiche predominanti. Come dolcezza, amarezza, corpo, pulizia, neutralità, ecc.

La veloce calibrazione si conclude con un terzo esercizio di triangolazione. Per ogni tripletta di tazze, preparate con i 4 caffè provati nell’esercizio precedente, si doveva indicare il codice di quella considerata diversa. Un po’ più facile degli altri.

Per tirare le conclusioni di quanto appreso ecco emergere altre tazze preparate da Shirlene Shinaider. Cinque tazze davanti a ciascun torrefattore. In tazza Guatemala Tikal, Honduras San Andres, Costa Rica San Anselmo, Messico Turquesa e Guatemala Washed Rousta.

Come dire dalla presentazione di Donato Pensa all’assaggio delle specialità annunciate, all’assaggio in tazza nel giro di qualche mezzora, in locali adiacenti.

Il cupping si è rivelato ancora più difficile e complesso dei precedenti ed ha messo a dura prova i sensi degli assaggiatori. Ma c’erano dei veri specialisti che, a questo punto si sono disvelati

Sì perché delle 5 origini andavano indicati su una scheda complessa: aroma, flavor, acidità, corpo, dolcezza, pulizia e retrogusto con punteggi da 1 a 10.

Difficile non fare confusione, ma gli specialisti ne sono usciti a testa alta per la soddisfazione di Deborah Righeschi che è abituata ad assaggiare anche 100 tazze differenti al giorno e quindi non trema davanti a un cupping di sole 5 tazze.

Per alcuni dei presenti un grande mare di caffè.

Per concludere la lunga giornata una cena ancora a base di specialità liguri: frisceu di verdure, carciofi fritti, acciughe fritte e mandilli de sea al pesto.

Passata la notte, per alcuni molto breve causa iperdose di caffeina, a meditare sulla giornata di informazioni ed assaggi ecco la parte pratica della giornata di Porte aperte: la visita al magazzino NKG Bero Italia di Carcare, sulle colline di Savona.

Superato il muro d’acciaio del traffico bloccato sulla A10, Gianluca Arculeo, responsabile del reparto logistica di NKG Bero Italia, introduce alle problematiche legate al magazzino ed al trasporto

“La logistica rappresenta un aspetto estremamente complesso e sempre più importante, anzi fondamentale, per l’attività di tutti noi, ma spesso non è conosciuto ed in qualche modo viene dato per scontato” – esordisce Arculeo – “Un grande lavoro oscuro che sta dietro ogni sacco di caffè”.

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Gianluca Arculeo, responsabile del reparto logistica di NKG Bero Italia

Viene quindi descritta con parole semplici ma in modo esaustivo l’intera filiera logistica, dall’origine, passando per il trasporto marittimo, all’arrivo del container a terra, all’introduzione a magazzino fino alla distribuzione alla torrefazione.

D’obbligo fare un rapido excursus sul mercato dei noli e sulla “tempesta perfetta” che ha portato gli stessi, nel 2021, a raggiungere livelli estremamente alti e difficoltà di imbarco mai avute in precedenza (nonostante tutto, Arculeo tiene a precisare, in più del 95% dei casi NKG Bero Italia ha comunque rispettato le tempistiche contrattuali di imbarco e di consegna)

Un’ attenzione particolare viene posta sui sigilli, che Arculeo successivamente mostra anche fisicamente sui sacchi a magazzino, di colori differenti a seconda dell’origine. “I sigilli – spiega Arculeo – garantiscono nel modo più assoluto il torrefattore, nostro cliente, che lungo tutta la filiera il sacco non sia stato né manipolato né manomesso. Inoltre il codice QR permette al torrefattore di avere accesso alla scheda tecnica del caffè “.

A conclusione della presentazione, Arculeo enumera qualche interessante dato e statistica di un Gruppo che “ogni anno movimenta l’equivalente di circa 50.000 container”

Specifica Arculeo: “La merce che facciamo arrivare in Italia per i nostri clienti transita da quattro porti principali: Genova il 55%, Napoli 23%, Trieste 19%, Pozzallo 2% altri 1%”.

Queste sono solo alcune delle preziose informazioni che vengono trasmesse ai clienti durante la presentazione, al termine della quale il gruppo di lavoro si trasferisce all’interno del magazzino per prendere visione dell’apertura e dello scarico di un container di India (i sacchi all’interno riportano rigorosamente i sigilli di cui Arculeo più volte ha fatto menzione) e per visionare fisicamente gli oltre 12.000 sacchi disposti con un ordine quasi maniacale in scaffali numerati, su pallets e provvisti di codici a barre. Più che in un magazzino di caffè, sembra piuttosto di trovarci in una clinica svizzera, tale è l’ordine e la pulizia.

Il decaffeinato

Marco Parodi, commerciale caffè sdoganati, ci mostra una sezione del magazzino dove capeggia un pannello con scritto “caffè decaf”: “Oltre al decaffeinato preparato con i metodi tradizionali a diclorometano ed acetato di etile, NKG Bero Italia si pregia di poter mettere a disposizione dei propri clienti anche un prodotto lavorato con metodo CO2, quindi senza l’aggiunta di solventi. Le richieste dei nostri clienti per questo prodotto sono ogni anno sempre più elevate”, argomenta Parodi.

Zona specialty, una goccia nel mare

Poche centinaia di sacchi contro le migliaia degli altri prodotti tradizionali.

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Marco Parodi, trader caffè sdoganati (immagine concessa)

Parodi fa un’analisi del mercato dei caffè speciali: “Per adesso, in Italia, la richiesta rispetto al totale del mercato del caffè è davvero minima; dobbiamo quindi essere prudenti nelle scelte degli acquisti perché si tratta di caffè estremamente più delicati e pregiati degli altri e non possiamo farli invecchiare troppo. Anche in questo segmento, di cui ha la responsabilità la collega Deborah Righeschi, siamo comunque players importanti”.

“Oltre ai caffè disponibili nel nostro magazzino di Carcare – spiega Parodi – possiamo avvalerci del magazzino del Gruppo NKG ad Amburgo, fornito di oltre 120 referenze di specialty, così da poter soddisfare ogni necessità dei nostri clienti più esigenti”.

Quali sono gli aspetti che la NKG Bero riserva ai suoi clienti? Arculeo non ha dubbi ed elenca nell’ordine: “Serietà, riservatezza, professionalità, tracciabilità massima e risposte immediate”.

“I tempi delle consegne sono rapidi: un giorno soltanto – spiega Arculeo – nelle zone attorno ai magazzini. Chiediamo sette giorni per i trasporti dal Nord al Sud Italia”.

“I clienti? Oltre il 98% è soddisfatto del nostro servizio. Questa soddisfazione generale vale un traffico di 7.362 consegne effettuate nel 2022 ed un fatturato globale di 260 milioni di euro”.

scarico magazzino container
Lo scarico di un container presso il magazzino di Carcare (immagine concessa)

Il magazzino è aperto a tutti i clienti: “Non c’è nulla da nascondere, i clienti lo sanno e spesso vengono qui. Tutto il nostro lavoro è all’insegna dell’etica, della trasparenza e dell’organizzazione sostenuta dai documenti della tracciabilità”.

Ma perché un magazzino dedicato per un trader di verde pur così importante come NKG Bero?

“Perché il magazzino garantisce operatività – spiega Arculeo – e risposte immediate, permettendoci la massima efficienza in termini di tempo e servizio”.

Per concludere, quale è il segreto del Suo reparto? “Entusiasmo – spiega Arculeo. – Sia nell’operatività quotidiana sia nel trovare soluzioni speciali alle specifiche necessità. Con l’obiettivo di soddisfare sempre il cliente”.

Barista Sapiens debutta a Milano: presentazione da Cafezal, sabato 25 marzo

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Dario Ciarlantini (foto concessa) barista sapiens
Dario Ciarlantini (foto concessa)

MILANO – Abbiamo parlato di recente qui dell’ultimo sforzo come autore firmato da Dario Ciarlantini e Antonio V. Malvasi con la collaborazione di Lauro Fioretti, edizioni Gribaudo, marchio della scuderia Feltrinelli: parliamo del manuale Barista Sapiens, che arriva a Milano, da Cafezal, per esser presentato al pubblico. L’appuntamento per tutti gli appasionati e gli addetti ai lavori è per sabato 25 marzo in viale Premuda 14 nell’hub specialty, alle 15.

Un pomeriggio di esplorazione del mondo dietro non solo alla tazzina, ma anche al bancone di una caffetteria.

Barista Sapiens: a Milano il lancio

Anticipa un po’ Ciarlantini: “Ci saranno un paio di sorprese, con degli ospiti speciali che si uniranno all’evento per presentare il libro.

Da Cafezal (foto concessa)

Abbiamo scelto Cafezal per il lancio milanese, perché è un locale che serve caffè di qualità, che da sempre presta un’estrema attenzione al cliente. Qui è rappresentata la quinta onda che si fonda molto sul rispetto del barista come professionista e sulla sua formazione.

E Barista Sapiens parla proprio ad un barista della nuova generazione, consapevole, così come lo intendono da Cafezal, un professionista vero e proprio.

Questa sarà la prima presentazione a Milano, che è stata possibile grazie anche al sostegno di Cafezal nell’organizzazione dell’evento con La Feltrinelli

L’idea è quella di coinvolgere un pubblico più consapevole rispetto alla bevanda e ci auguriamo di portare alla lettura del manuale, non tanto il barista, ma il consumatore finale.

La copertina di Barista Sapiens (foto concessa)

Per questo l’esperienza vuole esser interattiva: nell’ultima presentazione abbiamo discusso per 45 minuti e le persone ancora avevano domande da porci.

Insieme alla presentazione del manuale è previsto un momento dedicato all’assaggio di un buon caffè, di alta qualità ma non troppo lontano dal gusto più italiano, adottando proprio la scheda descritta in Barista Sapiens. Abbiamo strutturato così il lancio, sempre per incuriosire il pubblico e proporre un format diverso dal solito.”

Scuola Galdus con Thimus: ecco l’esperimento con le neuroscienze, commodity e specialty messi a confronto

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Uno degli studenti della Galdus durante l'esperimento (foto concessa)
Uno degli studenti della Galdus durante l'esperimento (foto concessa)

MILANO – Da Brescia a Milano, la tecnologia EEG entra nelle scuole professionali: un incontro tra Thimus e la Scuola Galdus (due realtà che abbiamo raccontato nel dettaglio) che ha fatto luce sul funzionamento del cervello nell’assaggio. Una giornata di formazione diversa dal solito, ottimo segnale che qualcosa, anche dalle basi, si sta muovendo verso l’innovazione.

Non proprio una novità per la Scuola Galdus

Ente di formazione accreditato presso Regione Lombardia, che da oltre 10 anni progetta e realizza corsi di Alta Formazione post Diploma (IFTS e ITS), con quell’attitudine verso il nuovo, il trasversale, che contraddistingue la sua offerta formativa in un continuo stimolo per gli studenti, prossimi professionisti dell’ospitalità.

In questo contesto fertile, Thimus ha condiviso le sue competenze nel campo delle neuroscienze culturali in ambito food & beverage, con l’IFTS Beverage Specialist, in un ciclo di incontri arrivato alla terza lezione. Cervello, cultura, comportamento: le lezioni hanno esplorato le relazioni complesse che esistono tra questi fattori, simulando in prima persona i test così come avverrebbero dentro il laboratorio.

Thimus ha proposto agli studenti Galdus di testare e comparare uno specialty a una classica miscela tostata scura, Robusta/Arabica, ovviamente indossando il caschetto EEG
Da una parte quindi una commodity da sbarco, 50% robusta e 50% arabica, dall’altra un monorigine naturale dell’Uganda, con un’accentuata acidità e un ricco bouquet di frutta esotica, spezie e anice.

Il salto rispetto alla lezione standard, proiettati verso il futuro, è breve. I ragazzi hanno sperimentato da attori principali le altre possibilità di un lavoro a contatto con il pubblico: c’è tanto su cui riflettere dietro alla comunicazione di un prodotto.

Durante i test (foto concessa)

E così inizia il vero e proprio test: grazie all’attività degli elettrodi sono stati registrati i dati neurofisiologici scaturiti della percezione visiva, olfattiva e gustativa.

A seguire, l’analisi dei risultati per evidenziare eventuali discrepanze tra il pensato e il dichiarato. Un gioco che, però, ha delle ricadute didattiche importanti. In azione e in sinergia con gli alunni, Carol Bersanini, Technical Account Manager & Software Specialist e Martina Sansone, Neuroscience Specialist & Data Analyst in Thimus.

I risultati sono sorprendenti

Tenendo conto che il gruppo di tester era già piuttosto allenato all’assaggio di caffè pregiati, leggendo i dati si è potuto notare che la memoria del gusto legata all’espresso tradizionale, con le miscele tostate scure, ha determinato una lieve preferenza verso la miscela commerciale: l’acidità più spinta nello specialty ha dato come esito a livello celebrare il segnale che c’è ancora troppo familiarità nel background, anche da parte di chi non è un neofita di questi gusti estremi.

Hanno commentato così l’intero processo Davide Franzini – docente di tecniche di comunicazione e marketing e responsabile ricerca e sviluppo di settore – ed il docente di caffetteria Sergio Canetti:” Abbiamo scelto di svolgere un test particolare, senza cadere nella tentazione di confrontare alla miscela commerciale un buon brasiliano, dolce, profumato, cioccolatoso e invece provare, vista l’incredibile possibilità offertaci
da Thimus, ad indagare ad un livello di analisi più avanzata.

I risultati sono stati fonte importante di riflessione. La considerazione generale è sul gradimento formulato dal cervello emotivo: eravamo convinti che le forti acidità e la complessità dello specialty dell’Uganda fossero decisamente più difficili da codificare
sensorialmente e che avremmo riscontrato un maggior apprezzamento per la miscela.

Quando in realtà i dati hanno riportato un gradimento del 50.002% per la miscela e del 49.098% per l’africano (quindi quasi in stato di parità).

Ci aspettavamo invece una vittoria a mani basse dello specialty in assaggio, ma siamo rimasti stupiti per altri due dati:

– Ancora (seppure di pochissimo), la familiarità del prodotto premia la miscela, evidentemente ripescando ancora un background preistorico, atavico, dove l’acidità era ancora una percezione di allerta.

– L’impegno del cervello nell’esplorazione delle sensazioni ottenute da un assaggio, decisamente alto per la miscela. Inizialmente ci sembrava cozzasse contro i dati di gradimento e familiarità restituiti dal caffè commerciale, poi abbiamo ragionato sul fatto che i ragazzi, già in fase di formazione come coffee expert, hanno indirizzato una gran parte delle loro attività cerebrali nel ricercare profumi e sapori che nella miscela
in realtà non ci sono.”

Buone notizie però: decisamente più gradito il monorigine dell’Uganda nel test dell’indice di gradimento compilato e in particolare nell’aftertaste, che poi è uno dei dati più importanti perché suggerisce che lo specialty stimola il desiderio di berlo di nuovo ed acquistarlo.

La strada quindi è tracciata, si tratta soltanto di farci – cerebralmente – l’abitudine.

Alla domanda: perché per Thimus è importante prendere parte a progetti formativi rivolti ai giovani?

In fase di valutazione (foto concessa)

Arriva pronta la risposta degli altri protagonisti di questa esperienza: “Perché è un modo di far conoscere ciò che noi già facciamo all’interno del contesto di ricerca a livello internazionale. Pensiamo sia importante condividere con le nuove generazioni il nostro modo di fare ricerca in modo da poter avere delle nuove risorse umane sempre più consapevoli e informate sul mondo food & beverage.

Il nostro è un approccio molto innovativo e crediamo che per uno studente sia interessante conoscere modi diversi di fare ricerca”.

E gli studenti della Scuola Galdus? Sarà piaciuta questa giornata quasi fantascientifica?

Wendy, 26 anni allieva IFTS Beverage Specialist: “Nella terza lezione con Thimus abbiamo analizzato gli stimoli provenienti da un caso studio che tocca lo specialty coffee. Ho trovato interessante la tematica tanto da volerla applicare in un futuro nel mio lavoro”

E si aggiunge Camilla, 19 anni, allieva IFTS Beverage Specialist: “Questa terza lezione mi ha colpito molto perché abbiamo avuto modo di mettere in pratica quanto appreso durante le prime lezioni teoriche. Nel settore food & beverage, in cui voglio lavorare, le neuroscienze consentono di approfondire il livello di gradevolezza di una bevanda o di una pietanza”.

Mattia, 21 allievo IFTS Beverage Specialist nella Scuola Galdus non è da meno: “Durante questi incontri ho avuto la possibilità di vedere e di provare in prima persona, la raccolta dati che normalmente avviene su un campione specifico e che consente di ottenere risposte attendibili in base agli stimoli”.

Un feedback decisamente positivo da entrambe le parti: si parte dalle nuove generazioni a costruire i professionisti del futuro, e anche le collaborazioni con aziende all’avanguardia come Thimus.

Insieme per rivoluzionare e scrivere i prossimi anni di un settore che deve continuamente aggiornarsi.

Wmf Professional presenta True Flavour: bicchieri in cristallo per il caffe caldo

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Wmf Professional
Il bicchierino da 90 ml per l'espresso (foto concessa)

MILANO – Servire bevande calde o bollenti nel cristallo da oggi diventa più semplice e sicuro, grazie a True Flavour, una linea di tazze e bicchieri creata per il fuori casa da Wmf Professional, la divisione prodotti professionali della multinazionale tedesca, oggi parte del colosso francese Groupe Seb. Il tutto grazie a un innovativo processo produttivo sviluppato in collaborazione con esperti di caffetteria.

Un lavoro di progettazione approfondito, sul piano dei materiali, ma anche del design e della funzionalità, che ha consentito di individuare le forme ideali per servire espressi, cappuccini, cold brew e altre bevande e preparazioni a base caffè, calde o fredde, nei diversi dosaggi.

Ma la linea True Flavour è studiata per presentare in modo accattivante e sicuro anche e infusi caldi.

I quattro diversi tipi di bicchieri la rendono infatti adatta all’utilizzo in tutte le tipologie di locali del fuori casa: dai bar ai ristoranti, dalle sale da tè alle pasticcerie.

“Fino a oggi, i bicchieri in vetro non a doppia parete non erano particolarmente indicati per le bevande calde” spiega Carsten Kulcke, direttore generale di proHeq GmbH, società tedesca operante nel settore dell’ospitalità.

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Caffè Borbone è l’espresso del Comicon 2023 a Napoli e a Bergamo, 23-25/06

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Borbone

NAPOLI – Anche quest’anno Caffè Borbone, marchio di riferimento nel business della torrefazione e del caffè porzionato, sarà presente a Comicon 2023, il festival internazionale della cultura pop per la prima volta in programma con un doppio appuntamento, a Napoli dal 28 aprile al 1° maggio, e a Bergamo, città che con Brescia è la “Capitale ttaliana della cultura 2023”, dal 23 al 25 giugno.

Caffè Borbone a Comicon

Al Truck Caffè Borbone i partecipanti della manifestazione, una delle più amate del settore a livello europeo, tra una mostra e uno show cosplay avranno l’occasione di gustarsi la pausa caffè con il vero espresso napoletano e apprezzare tutte le sfumature aromatiche delle diverse miscele che l’azienda partenopea propone, scegliendo tra le varietà migliori.

I più creativi, purché non professionisti, sono invitati a prendere parte al concorso di Fumetto e Grafica Imago promosso da Caffè Borbone in collaborazione con l’Associazione Culturale Imago, nata da un’idea dello scrittore Maurizio Ponticello, per la realizzazione di un disegno o un fumetto ispirato al tema “Il mondo lo salvo io! Il Pianeta è il futuro di tutti: il futuro siete voi!”.

L’obiettivo è sensibilizzare le giovani generazioni sull’importanza di adottare uno stile di vita responsabile ed eco-sostenibile nel rispetto del territorio attraverso azioni quotidiane, dal riciclo alla riduzione degli sprechi di energia e acqua.

I partecipanti che hanno compiuto il 18° anno d’età possono candidarsi anche alla sezione Premio speciale Caffè Borbone”. Le opere che una giuria dedicata riterrà più originali per esecuzione e creatività saranno utilizzate per decorare i bicchierini riciclabili di una limited-edition del Kit-eco dell’azienda, in cui comparirà anche la firma dell’autore o dell’autrice. Inoltre, i vincitori avranno l’opportunità di intraprendere una collaborazione lavorativa presso l’ufficio grafico di Caffè Borbone a Caivano (Napoli).

Per consultare il regolamento completo, visitare questo link.

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna).

Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato. Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.

L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100%, l’incarto totalmente riciclabile nella raccolta della carta e la capsula compostabile Don Carlo che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

llycaffè: il Soft Can è prodotto dell’anno nella categoria caffè

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illycaffè soft can
Moka Pulcina ad induzione in formato da 3 tazze con 3 tazzine espresso e Soft Can tostatura scura (immagine concessa)

MILANO – Il Soft Can di illycaffè, azienda B Corp fondata a Trieste nel 1933 e riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità sostenibile, si è aggiudicato il riconoscimento prodotto dell’anno 2023 nella categoria caffè. Il Soft Can è l’innovativa confezione morbida da 185 grammi di caffè macinato, dal design rinnovato ed essenziale, che consente di mantenere inalterato l’aroma dell’unico blend illy.

Soft Can di illycaffè riceve il riconoscimento di prodotto dell’anno 2023

A differenza delle tradizionali confezioni morbide, il Soft Can è sottoposto alla pressurizzazione, il metodo di conservazione che trattiene gli aromi del caffè all’interno del barattolo, fissandoli ed esaltandoli, preservando nel tempo la freschezza del prodotto.

Si tratta di un packaging pratico, studiato per ridurre l’impatto ambientale, che può essere utilizzato anche come ricarica, inserendosi perfettamente all’interno dell’iconico barattolo illy da 250 grammi.

“Il Soft Can è un prodotto che sintetizza perfettamente la relazione virtuosa che esiste in azienda fra l’innovazione e la sostenibilità – commenta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè – Sono fiera del riconoscimento eletto prodotto dell’anno 2023 perché premia la bontà del percorso che illycaffè ha intrapreso da anni nella creazione di un modello di business sostenibile per le persone e per l’ambiente, realizzato attraverso l’implementazione di processi e prodotti innovativi, mantenendo sempre inalterata la qualità del suo caffè”.

Selezionato come prodotto dell’anno* da una giuria di 12mila consumatori, per la qualità e per l’alto livello di sostenibilità e innovazione, il Soft Can è disponibile nei diversi profili di tostatura Classico, Intenso, Forte e nella versione Decaffeinato.

* Ricerca su 12.000 consumatori svolta da Circana, su selezione di prodotti venduti in Italia. prodottodellanno.it cat. Caffè

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa e in ufficio. Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè. Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè. Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile.

Il modello di business dell’azienda

Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies. Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto. Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 120 artisti internazionali. Nel 2021 l’azienda ha impiegato 1305 persone e ha un fatturato consolidato pari a circa €500 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 205 in più di 40 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

Bruno Vanzan su Black Sinner: “Rappresenta un nuovo modo di percepire il caffè”

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black sinner vanzan liquore
Adriano Costigliola e Bruno Vanzan con il Black Sinner (immagine concessa)

MILANO – È recente il lancio dell’ultima creazione firmata da Bruno Vanzan e Adriano Costigliola, il liquore al caffè Black Sinner. Una novità per il settore, che nella mixology tra alcol e chicco sta trovando una nuova possibilità di sviluppo. Ne abbiamo parlato con il diretto interessato, che ci ha fatto quasi assaggiare con le sue parole, l’ultimo prodotto con 100% Arabica.

La domanda che tutti si stanno chiedendo: perché Bruno Vanzan si è interessato al caffè per Black Sinner. È un prodotto che ha imparato a conoscere nel suo lavoro?

“La risposta si trova nella mia stessa carriera: circa 10 anni fa ho iniziato a collaborare con aziende anche di livello mondiale di caffè e questo mi ha permesso di confrontarmi con professionisti del settore del chicco. Per questo, la passione che unisce le persone attorno ad una bevanda che io stesso bevo con i vari metodi di estrazione, mi ha fatto realizzare che ci fosse una mancanza di un prodotto che fosse di alta qualità e naturale, che rispecchiasse il mio percorso imprenditoriale da una parte e del gusto nella mixology dall’altra.

Da qui l’idea di intraprendere due anni fa una strada che ci ha portato al lancio di Black Sinner seguendo i pilastri della sostenibilità, dell’uso di prodotti totalmente naturali, senza coloranti e stabilizzanti aggiunti, con una miscela 100% Arabica (una selezione di Etiopia Sidamo e Colombia Superior).”

100% Arabica, due monorigine: etiope Sidamo e Colombia Superiore. Come siete arrivati alla selezione di questi due ingredienti per il blend finale, come e con chi li avete tostati?

Black Sinner, l’ultima creazione alcolica (foto concessa)

“La scelta delle due monorigine è frutto della ricerca di un gusto finale che ci eravamo posti come obiettivo. Volevamo attribuire a questo liquore al caffè una predominanza di frutta secca, liquirizia, con una nota acida. Le due miscele ci sono sembrate le più idonee allo scopo. La tostatura è la classica a tamburo a calore indiretto. La cosa interessante è che seguiamo noi come casa madre tutto il processo, dal chicco, alla tostatura, all’infusione successiva.”

Due anni di ricerca per realizzare Black Sinner con Castigliola: con chi avete collaborato e quali sono stati gli aspetti più sfidanti dell’intero processo?

“Due anni e mezzo di ricerca sono serviti allo scopo di non aggiungere stabilizzanti. Sappiamo che il caffè, se non stabilizzato, rischia di ossidare e rovinarsi. Quindi i nostri test ci hanno portato in qualche modo a sviluppare un’innovazione vera e propria per la bevanda, con un metodo di infusione in acqua a 82° gradi circa: si scarta così una pare inferiore di sostanze organiche che depositano, per prendere solo quella superiore e ciò ci permette di avere una bevanda stabile nel tempo.

Come avete bilanciato due ingredienti così predominanti nel gusto, come caffè e alcol? Qual è il risultato finale?

“Il bilanciamento del gusto è stato raggiunto dopo numerose prove. Volevamo soprattutto che il consumatore percepisse un prodotto con carattere, attraverso una volumetria alcolica di 27 volumi. Perché pensiamo che la miscelazione moderna abbia bisogno di una bevanda in cui la percezione al palato sia dominante, sempre mantenendo un giusto bilanciamento con la miscela caffè: utilizziamo una grammatura molto elevata di caffè per litro, tripla rispetto ai liquori al caffè in commercio oggi.

Questo è indicativo anche di quanto volessimo il caffè come protagonista di Black Sinner. I 27 volumi sono stati tagliati in modo corretto affinché chi lo assaggia, sia neet con ghiaccio che in miscelazione, trovi un prodotto equilibrato, che descrive l’artigianalità e la genuinità di un prodotto made in Italy.”

Delle due ricette che avete pensato per miscelare il Black Sinner, una prevede la moka: da dove nasce l’idea? Si può fare anche a casa da quelli che con la pandemia si sono riscoperti Home barista?

“La moka è un po’ il simbolo della famiglia e della mattina, il suo profumo ispira alla convivialità. Volevamo quindi dare un tocco di made in Italy a una delle ricette più conosciute nel mondo, l’Espresso Martini nato in UK. La moka rappresenta un rafforzamento del caffè, che è anche di un ingrediente che può esser miscelato. Pensiamo che l’Espresso Martini nella sua evoluzione italiana e di servizio nei grandi ristoranti, possa diventare il Moka Martini con l’uso di Black Sinner, in due parti, una di moka, senza più l’aggiunta di vodka e di zucchero.”

Black Sinner potrebbe esser un prodotto importante per far uscire dai confini della colazione verso l’aperitivo, il caffè?

“Rappresenta forse un nuovo modo di percepire il caffè. A livello mondiale è già visto non soltanto come qualcosa di legato alla colazione, ma come una bevanda da bere anche miscelata mentre si pasteggia (senza problemi in Uk e Usa bevono l’Espresso Martini durante la cena). Black Sinner dà qualità alle abitudini che in qualche modo già esistono.”

Dove è possibile acquistarlo e a che prezzo?

“Siamo distribuiti da Stock Italia facendo un lavoro sull’ On trade vuole innanzitutto far diffondere Black Sinner nell’horeca. Per il consumatore finale che lo vuole usare a casa, può esser ordinato online su tutte le piattaforme di riferimento.”

Caffè Rivoire di Firenze arriva a Milano e assume venti persone

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Il Duomo di Milano (Foto di Dimitri Vetsicas da Pixabay)

MILANO – Lo storico marchio della caffetteria fiorentina Rivoire sbarca a Milano con tre nuovi locali, il primo dei quali aprirà entro Pasqua: si tratta di un un flagship shop in zona Brera, in via Formentini 9, proprio nel cuore del capoluogo lombardo. Lo stile degli store verrà modellato grazie ad un richiamo dell’arte rinascimentale fiorentina aggiungendo un tocco di modernità.

Il bar caffetteria Rivoire a Milano

L’intento di Carmine Rotondaro, proprietario della sede a Firenze, è quella di rievocare l’atmosfera del locale d’origine e accompagnare i clienti milanesi alla scoperta del brand.

In questa prima fase di espansione è previsto l’inserimento di circa 20 nuovi professionisti: chef de partie con esperienza, ristoranti fine dining, gourmet o stellati; commis di cucina; commis di sala; chef de rang; cassieri e hostess.

Per accedere alle selezioni e candidarsi basta cliccare qui

Museo Lavazza: il ruolo delle donne nella filiera in Chicchi di Inclusione

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nuvola lavazza carbon neutrality
La Nuvola Lavazza

La mostra fotografica “Chicchi di inclusione” approfondisce il ruolo femminile e i passi avanti fatti sulla parità di genere nella filiera di produzione, anche grazie alle azioni intraprese dalla Fondazione del Gruppo Lavazza, presso la Nuvola in via Bologna 32. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Torino Oggi.

La mostra fotografica del Museo Lavazza di Torino

TORINO – “Chicchi di inclusione“: è questo il titolo della mostra fotografica organizzata dal Museo Lavazza di Torino e in programma fino a fine marzo presso la “Piazza Verde” della Nuvola, sede del gruppo in via Bologna 32. L’ingresso è gratuito, tutti i giorni dalle 8 alle 18.

L’esposizione analizza il ruolo femminile nella filiera di produzione del caffè, approfondendo progressi e criticità legati alla parità di genere nel settore: “Il Gruppo Lavazza – spiegano gli organizzatori – crede che l’uguaglianza di genere sia un motore di cambiamento in grado di accelerare il percorso verso lo sviluppo sostenibile e la crescita economica responsabile in tutto il mondo, non soltanto nei paesi produttori di caffè. La mostra, attraverso le foto e i dati forniti dalle più autorevoli organizzazioni internazionali e nazionali, si propone di mettere in luce i passi compiuti e ciò che ancora rimane da cambiare”.

Le azioni della Fondazione

L’iniziativa, inoltre, vuole evidenziare le azioni intraprese dala Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus per raggiungere questo obiettivo, tra cui 32 progetti in 20 paesi di 3 continenti per un totale di 146mila coltivatori beneficiari.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.