giovedì 04 Dicembre 2025
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Evoca rinnova l’impegno alla sostenibilità aderendo a Science Based Targets

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evoca group
Evoca Group (immagine concessa)

VALBREMBO (Bergamo) – Nel 2022 Evoca ha avviato il suo progetto di transizione sostenibile “The Taste of Sustainability“, guidato e misurato secondo criteri ESG.
Il massimo rispetto per l’ambiente, per gli individui, per la società di oggi e di domani è al centro della strategia di Evoca e l’impegno dell’azienda riguardo la riduzione delle emissioni di carbonio e la propria impronta ambientale trova oggi un’importante conferma nell’adesione al progetto della Science Based Targets initiative (SBTi), che indica percorsi chiaramente definiti per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

Evoca con Science Based Targets initiative

Gli impegni del percorso SBTi sono vincolanti e dimostrano l’intenzione dell’organizzazione nel definire obiettivi precisi che verranno poi presentati per convalida ai tecnici dell’SBTi, prima di essere comunicati a tutti gli stakeholder di Evoca.

L’iniziativa SBTi è una partnership tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF) che ad oggi conta l’adesione di più di 4.000 aziende in tutto il mondo. Nel nostro Paese le realtà impegnate in questo ambizioso progetto sono circa 100. Evoca è la prima azienda italiana a farlo nel settore delle macchine da caffè professionali.

Spiega Giusi Bonini, chief sustainability officer del Gruppo: “In Evoca ci piace far seguire alle parole i fatti. Il nostro purpose ‘Great coffee to inspire a better world, anywhere and anytime’ esprime la determinazione a fare la nostra parte nel rendere il mondo un posto migliore per le generazioni presenti e future. Stiamo agendo con decisione per ridurre l’impronta di carbonio di tutte le nostre attività e della catena del valore, collaborando attivamente con clienti e fornitori per raggiungere questo risultato. Siamo entusiasti di impegnarci per definire e raggiungere obiettivi basati sulla scienza: è un onore entrare a far parte della comunità SBTi e dare il nostro contributo per portare il mondo verso un futuro carbon-free”.

Oltre all’impegno preso con l’SBTi e la comunicazione dei propri obiettivi che seguirà, l’anno 2023 vedrà altre importanti milestone nella strategia ESG dell’azienda, come l’avvio di un approccio sistemico per valutare il ciclo di vita del prodotto sin dalla sua fase di progettazione e la pubblicazione del primo Report di Sostenibilità.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica dell’azienda

Evoca Group è un leader mondiale nella produzione di macchine professionali per il caffè e uno dei principali operatori internazionali nei settori horeca e OCS. Evoca commercializza i suoi prodotti attraverso più brand (Necta, Wittenborg, Saeco, Gaggia, Ducale, SGL, Newis, Cafection, Visacrem, Futurmat e Macas), ognuno con la sua identità individuale ed altamente sinergici con la missione di Evoca. Oggi Evoca conta più di 10.000 clienti in oltre 140 Paesi in tutto il mondo.

Con la sede in Italia (Valbrembo – Bergamo), Evoca è presente a livello globale con 9 siti produttivi, 6 centri di ricerca e sviluppo e ha registrato oltre 600 brevetti. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

BWT lancia nella Giornata mondiale dell’acqua il concorso creativo usando delle bottiglie riutilizzabili

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BWT per la Giornata mondiale dell'acqua (immagine concessa)

MILANO – In occasione della giornata mondiale dell’acqua, BWT invita a proteggere la risorsa più preziosa, l’acqua, e lancia un concorso davvero speciale. A partire dal 22 marzo, BWT stimola tutti a diventare creativi con le bottiglie riutilizzabili ed ottenere la possibilità di vincere fantastici premi.

Le regole del concorso BWT

  • Scattare una fotografia insieme alla bottiglia BWT
  • Caricare la fotografia su instagram e taggare  @bwtglobal  + #bwtchangemaker
  • Si hanno fino a 3 settimane di tempo (fino al 12 aprile)  per aggiudicarsi la migliore fotografia e vincere fantastici premi

Se non si possiede una bottiglia BWT, nessun problema: per tutto il periodo dell’iniziativa, l’azienda offre a tutti la Climate Bottle personalizzabile ad un prezzo speciale.

Ma le iniziative BWT non si fermano qui. Per ogni immagine caricata, l’azienda si impegna a donare  1€ al b.water mission, per dare a tutti nel mondo accesso ad acqua da bere sicura.

b.waterMISSION è un progetto di AQUA Pearls For You and Planet Blue Foundation.

Il progetto ha l’obiettivo di costruire pozzi in zone prevalentemente rurali del Gambia e della Tanzania, garantendo così l’accesso all’acqua potabile. Per maggiori informazioni cliccare qui.

Tutte le informazioni sul concorso si trovano sull’account Instagram @bwtglobal e qui.

Gianpiero Calzolari, presidente Granarolo: “Allungare la durata del latte così da evitare gli sprechi”

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latte art cappuccino
Latte art su un cappuccino, un classico uso del latte in caffetteria

BOLOGNA – Granarolo, azienda simbolo del latte italiano con un fatturato di 1,4 miliardi di euro, si impegna a sostenere la lotta contro lo spreco. La cooperativa con sede a Bologna ha deciso di valutare la sostituzione del latte fresco con un prodotto nuovo e pastorizzato caratterizzato da una data di scadenza di dieci giorni dall’apertura del cartone: quattro giorni in più rispetto al limite temporale stabilito dalla legge italiana.

Il prodotto non può essere definito fresco secondo i criteri vigenti, tuttavia ha una vita più lunga e risulta perfetto per le esigenze dei consumatori sempre più attenti al risparmio e all’evitare sprechi non necessari.

Una buona notizia anche per tutti gli utlizzatori professionali.

Granarolo contro lo spreco alimentare con il latte pastorizzato

Gianpiero Calzolari, presidente Granarolo, ha dichiarato all’Ansa: “In un’ottica di lotta allo spreco, l’azienda è impegnata da tempo in un processo virtuoso di allungamento della durata del nostro latte fresco di filiera, rispetto a quanto stabilito dalla legge italiana che impone un termine di sei giorni. Non potendo arrivare all’abrogazione della legge, che abbiamo tentato di ottenere, abbiamo immesso sul mercato un latte a 10 giorni da latte crudo di Alta Qualità che non si può chiamare fresco, ma che incontra un’esigenza del consumatore, avere un latte a più lunga vita per evitare lo spreco”.

Calzolari continua: “Si tratta di seguire una naturale evoluzione del mercato e dell’atteggiamento di consumatori sempre più attenti ad evitare gli sprechi, come fa anche la nostra azienda nell’ideazione di ogni prodotto o nell’identificazione di ogni nuovo processo. In quest’ottica, da mesi Granarolo lavora con processi verticali sulla sostenibilità, massimizzando l’impegno sul fronte della ricerca innovativa, dell’evoluzione agricolo allevatoriale, della logistica – conclude Calzolari – lo sviluppo di tali processi sarà al centro delle attività del nuovo Innovation Center che sorgerà a Bologna, a fianco del nostro stabilimento entro il 2024″.

Simon Kucher: “Nel food&beverage, frenata dei consumi: riduzione della spesa per il 40% degli italiani”

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Francesco Fiorese, partner e managing director di Simon Kucher Italia (immagine concessa)

MILANO – Nel settore del food&beverage il 48% degli operatori del settore prevede una performance 2023 peggiore rispetto al 2022, attendendo un rialzo dell’inflazione al consumo fino all’8.8%. Nel corso dell’anno circa il 40% dei consumatori italiani prevede di ridurre la spesa e la frequenza di acquisto – soprattutto dolciumi e bevande alcoliche – con una conseguente minore fedeltà ai brand e successiva sostituzione di gran parte di essi con private label. È quanto emerge dallo studio “Trend food&beverage nel 2023” di Simon Kucher, società di consulenza strategica, riconosciuta come leader mondiale nella consulenza sul pricing.

La ricerca di Simon Kucher

Secondo la ricerca, nel 2023 tra il 37% e il 47% degli italiani si rivolgerà a brand e negozi meno costosi o smetterà di acquistare determinati prodotti. L’82% degli operatori prevede infatti un aumento delle vendite di private label a discapito dei marchi più famosi. A ciò si aggiunge l’evidenza che i consumatori non sono pienamente soddisfatti dei prodotti attualmente offerti con la diretta conseguenza della sempre più sentita necessità da parte delle aziende di innovare, soprattutto nel comparto degli alimenti confezionati e freschi.

Alla luce dell’attuale contesto gli operatori food&beverage devono quindi far fronte ad alcune sfide quali il rallentamento economico, margini e profitti più bassi, minore fedeltà ai brand, nuove abitudini ed esigenze dei consumatori.

Le strategie di mercato

 Il 2023 è l’anno del consumer first e da ciò ne deriva che le aziende del settore sono chiamate a progettare innovative strategie consumer-centric concentrandosi su 3 principali aree di investimento:

Prodotto

Per rispondere all’85% dei consumatori in tutto il mondo che nell’ultimo anno ha adottato abitudini di consumo più green, il settore F&B dovrà abbracciare scelte che vadano in questa direzione.

L’86% delle famiglie italiane preferisce acquistare brand sostenibili e il 44% dei consumatori appartenenti alla Generazione X e ai baby boomers in Italia hanno cambiato significativamente le loro abitudini di consumo. La ricerca mette in luce che il 43% dei clienti è disposto a pagare un prezzo più alto per acquistare prodotti sostenibili, percentuale che cresce al 68% se l’aumento è moderato.

Da questo deriva la necessità di pensare a nuovi format, nuovi canali e nuovi prodotti. Il 65% dei consumatori sceglie infatti cosa acquistare in base alla sostenibilità della confezione e il 19% è pronto a rinunciare a un prodotto se non è sostenibile.

Personalizzazione

 La pressione sui margini rende critico allocare efficacemente le risorse di marketing su azioni mirate, le aziende devono quindi concentrarsi sul fornire messaggi minimalisti e touchpoint interattivi attraverso personalizzazione, video marketing, automazione e partnership.

Queste ultime sono considerate dal 76% delle realtà un elemento centrale nella strategia di mercato. Le collaborazioni tra brand possono svilupparsi sotto molteplici forme, dalle campagne marketing congiunte, a packaging e brand comuni, fino allo sviluppo congiunto di nuovi prodotti. I co-branding nel settore del F&B rappresentano un’opportunità per innovare il portafoglio e incrementare le vendite.

Dal punto di vista del pricing, il prezzo dei beni esposti a scaffale sarà di importanza critica per il 36% degli operatori del settore. Numerosi player della GDO ha già adottato la strategia dei prezzi dinamici aumentando i margini fino al 3% e gli sprechi fino al 40%.

Coinvolgimento

Per gli operatori del settore è diventato indispensabile adottare un approccio multicanale per integrare nuove opzioni di acquisto su piattaforme online e social media, offrendo un’esperienza personalizzata e integrata su tutti i canali. In Italia si prevede infatti che nel 2023 le vendite online nel settore alimentare raggiungeranno i 2,9 miliardi di euro (+12,1%) e in quello delle bevande circa 1 miliardo (+11,8%).

Tra gli strumenti volti a coinvolgere il proprio pubblico acquisiscono particolare rilevanza i programmi fedeltà, nei quali sono già coinvolti quasi il 43% degli italiani. Il 68% dei consumatori, infatti, acquista di più dai brand di cui è iscritto a una qualsiasi forma di loyalty.

“Anche se le previsioni indicano che quest’anno l’Italia eviterà la recessione, si stima che nel 2023 il PIL crescerà solo dello 0.4%. In un contesto di mercato sfidante, le aziende devono adeguarsi adottando nuove strategie per acquisire clientela” commenta Francesco Fiorese, partner e managing director di Simon Kucher Italia. “La tecnologia gioca un ruolo fondamentale: l’analisi dei big data permette di identificare le tendenze attuali anticipando quelle future; prevedere la domanda fornisce il vantaggio competitivo per adeguare i prezzi in modo dinamico; il metaverso e gli NFT rendono possibile raggiungere nuovi clienti affermando la propria presenza anche nel mondo digitale”.

La scheda sintetica di Simon-Kucher

Simon-Kucher è una società di consulenza strategica globale, riconosciuta come leader mondiale nella consulenza sul pricing. Fondata a Bonn in Germania nel 1985 e presente in Italia dal 2007, Simon Kucher è oggi una realtà globale con un fatturato di oltre 500 milioni di euro (al 31/12/2022) e oltre 2000 professionisti dislocati in 27 Paesi nel mondo.

Le attività della società si concentrano in particolare in ambito di strategia commerciale, marketing, pricing e vendite seguendo un approccio unico, denominato TopLine Power, che punta a supportare lo sviluppo dei clienti lavorando sull’incremento dei ricavi e degli utili, anziché sul taglio dei costi.

Così Starbucks Oleato debutta negli Stati Uniti tra attese e polemiche

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Howard Schultz presenta Oleato sul palco dello Starbucks Reserve Roastery di Piazza Cordusio 3 a Milano (immagine concessa)

MILANO – Oleato, il caffè all’olio d’oliva di casa Starbucks, arriva da oggi (23 marzo) anche negli Usa. Il lancio avverrà inizialmente in poche location selezionate, comprese le iconiche Reserve Roasteries di Chicago, Seattle e New York. A partire da lunedì prossimo sarà invece la volta di oltre 500 locali, tra Los Angeles e Seattle.

Si passerà quindi, in tempi brevi, al resto del paese. La gamma ricalca quella presentata in anteprima a Milano, che ha debuttato nelle caffetterie italiane.

Comprende specialità come l’Oleato Caffè Latte ($6,75), l’Oleato Golden Foam Cold Brew ($6,45) e l’Oleato Iced Shaken Espresso ($6,75). Starbucks offrirà inoltre una Oleato Tasting Experience nei locali Reserve, con prezzi compresi tra i 50 e i 60 dollari.

È anche possibile chiedere l’aggiunta di un cucchiaio di olio Partanna o di Golden Foam (fior di latte e olio), pagando rispettivamente 1 o 2 dollari per il supplemento. E per il dopo cena c’è anche l’Oleato Golden Foam Espresso Martini.

Starbucks sostiene che Oleato, per le modalità di preparazione e l’utilizzo esclusivo del rinomato olio siciliano, creerà un’esperienza di degustazione unica.

Come spiega la cfo Rachel Ruggeri, la nuova gamma di bevande fornirà ai clienti un’occasione in più per andare nei negozi Starbucks ad assaggiare delle specialità non riproducibili in casa.

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Ecco quali sono i cinque elementi che cercano i clienti al supermercato

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mauro anastasi bain and company consumi supermercato
Mauro Anastasi, partner Bain & Company (immagine concessa)

MILANO – Quando un cliente vuole acquistare in un punto vendita, non tutti gli episodi della sua esperienza sono ugualmente importanti. Cinque sono, secondo la nuova ricerca di Bain & Company ItaliaNet Promoter Store” i momenti cruciali – quelli che hanno la capacità di incidere maggiormente sull’esperienza della clientela – in positivo e negativo, e che li spinge a riacquistare nello stesso punto vendita.

La ricerca Bain & Company Italia “Net Promoter Store” sui consumi

Ecco cosa emerge dalla ricerca di Bain, che analizza l’esperienza di acquisto dei clienti in diversi verticali del retail in Italia, tra cui le principali catene italiane di supermercati: i clienti del nostro Paese desiderano un’esperienza eccellente e la valutano su cinque precisi momenti di acquisto. La scelta dei prodotti freschi è particolarmente importante – frutta e verdura, macelleria, pescheria, gastronomia e latticini – ma anche il momento del pagamento alle casse risulta determinante.

“Un’esperienza positiva dei clienti ha un impatto particolarmente significativo sulle performance commerciali di queste realtà: in Italia, un cliente soddisfatto spende di più e visita il negozio più frequentemente, con un aumento delle vendite fino al 45% rispetto a chi rimane deluso dall’esperienza”, spiega Mauro Anastasi, Partner Bain & Company.

Nella GDO, per esempio, nel Nord del Paese, i clienti apprezzano maggiormente l’esperienza in pescheria e l’offerta di frutta e verdura, mentre nel Mezzogiorno danno massima priorità alla sezione macelleria e alla cassa.

Le abitudini degli italiani

“A tutte queste fasi di acquisto”, prosegue Anastasi, “i clienti italiani hanno dato delle valutazioni estremamente diversificate, in base all’insegna di riferimento e all’area geografica in cui effettuano l’acquisto. Complessivamente, i clienti di Lazio, Marche e Toscana mostrano la soddisfazione maggiore, mentre i clienti siciliani e sardi sono quelli che riportano le esperienze di acquisto peggiori. C’è tuttavia un elemento in comune tra i consumatori: la centralità del fresco rispetto al secco. L’ortofrutta, in particolare, è molto rilevante: per un player della GDO sarebbe sufficiente allineare questo episodio a quanto offerto dal miglior performer per generare un incremento dei ricavi complessivi di oltre il 2%”.

Non solo: sempre nella GDO, per esempio, il divario tra la realtà leader nel soddisfare i propri clienti e tutte le altre è particolarmente ampio, con un Net Promoter Score che differisce di 20 punti.

Parte di questo gap è determinato, ad esempio, dai tempi di attesa in cassa: i clienti più insoddisfatti da questo punto di vista sono quelli che fanno la spesa in Sicilia, a Roma e nel Nord-Ovest

“In questo caso, monitorare la coerenza delle fasi di acquisto e la distribuzione geografica di queste esperienze, anche in relazione ai costi di ciascun episodio di acquisto, è particolarmente utile per comprendere dove e come intervenire. La soluzione è infatti selezionare le proprie aree critiche per NPS e/o per livello dei costi e scegliere pochi episodi chiave in cui investire per costruire una capacità distintiva rispetto ai propri competitor”, continua l’esperto.

Questo lavoro è particolarmente importante in una fase di incertezza economica come quella attuale, in cui i clienti danno maggior valore alla propria spesa ed in cui i retailer sono spesso costretti a controllare i costi: è questo il momento per ripensare le interazioni con i propri clienti e focalizzare gli sforzi laddove il ritorno risulta maggiore.

“In un momento in cui i retailer sono alla ricerca di nuove soluzioni per avere successo in un mercato sempre più complesso è cruciale dedicare ai propri clienti l’attenzione necessaria. Con l’obiettivo di supportare le realtà del settore nella comprensione dei comportamenti della clientela, Bain ha sviluppato un nuovo strumento – il Net Promoter Store – che mette in relazione le esperienze del cliente con il livello di costi per ciascun episodio (comparato rispetto alle best practices) e permette di individuare specifiche leve operative e priorità di investimento per le realtà del mondo retail”, conclude Anastasi.

Vending, Confida: con l’assemblea del 20/5 al Museo dell’Alfa Romeo di Arese “accelera verso il futuro”, iscrizioni entro il 28 marzo

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Il programma dell'Assemblea Confida (immagine presa dal sito)

MILANO – Il prossimo 20 maggio dalle ore 10, presso il Museo Storico dell’Alfa Romeo di Arese alle porte di Milano, si terrà l’Assemblea Generale di Confida (Associazione italiana distribuzione automatica). Il titolo scelto per l’Assemblea 2023 è “Acceleriamo verso il futuro” in quanto affronterà il tema delle sfide future del settore della distribuzione automatica.

L’Assemblea Generale di Confida al Museo dell’Alfa Romeo di Arese

L’Assemblea 2023 di Confida sarà organizzata in un luogo iconico che un tempo ospitava uno stabilimento produttivo dell’Alfa Romeo e oggi è un moderno Centro Congressi e un Museo con un percorso espositivo di 4.800 metri quadrati, suddivisi in sei piani, che ripercorre la storia del celebre marchio italiano delle quattro ruote attraverso 256 vetture e 150 motori storici.

Il Museo è molto vicino a Milano e comodo da raggiungere in auto perché è situato all’uscita Arese dell’autostrada A8 (“Milano Laghi”), in una posizione strategica anche rispetto agli aeroporti (il più vicino è Malpensa). In ogni caso, per gli associati che arriveranno in treno o aereo a Milano, Confida organizzerà una navetta.

Rimangono solo pochi giorni per partecipare all’evento: chiunque fosse interessato deve dare una conferma entro il 28 marzo.

Prevista una visita guidata al Museo.

L’intelligenza artificiale aiuta la raccolta fondi crowdfunding con Produzione dal Basso

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crowdfunding
Una rappresentazione del crowdfunding (immagine: Pixabay)

La piattaforma Produzioni dal Basso lancia un servizio gratuito che sfrutta ChatGpt per impostare le campagne di crowdfunding. Con alcuni elementi di base in un form, Gpt elabora un piano per la campagna, con testi promozionali, target di raccolta e social da utilizzare. Sempre più aziende del settore del caffè e del beverage food hanno utilizzato con successo il crowdfunding tra cui Forno Brisa e Frankly, catena italiana di bubble tea. Leggiamo di seguito la prima parte della notizia di Alessia Maccaferri pubblicata su Il Sole 24 Ore.

Un supporto per i fundraiser

MILANO – Uno strumento di supporto alle associazioni e ai fundraiser impegnati nelle campagne di crowdfunding. Nasce con questo intento Virtual Manager, un servizio messo a disposizione della sua community, ma non solo, da parte della piattaforma di crowdfunding Produzioni dal Basso. Inserendo pochi elementi di base in un form, Gpt elabora un piano per la campagna, con testi promozionali, target di raccolta e social da utilizzare. Uno strumento che permette di affinare l’efficacia in chi prima si affidava al fai-da-te e di sgravare di un’incombenza di base i curatori delle campagne.

“Noi cerchiamo di guardare a tutto ciò che è innovazione, studiarne pregi e difetti e poi metterla a disposizione gratuitamente della nostra community. Lo abbiamo già fatto altre volte, per esempio con Data Crowd che permette di analizzare i dati una campagna di crowdfunding – spiega Angelo Rindone, che ha fondato nel 2005 Produzioni dal Basso, la prima piattaforma italiana di crowdfunding – Inoltre noi siamo una piattaforma orizzontale che oggi ospita 350 progetti, non possiamo offrire a tutti aiuto diretto.”

Angelo Rindone continua: “Per cui abbiamo pensato di costruire, attraverso questo strumento, un percorso di campaign management, di accompagnamento nella campagna. Può aiutare soprattutto i fundraiser e le associazioni meno esperte a trovare un iniziale spunto sui numeri, il target, il piano editoriale ecc.”.

 

Rohan Bopanna: il più anziano campione ATP di tennis grazie al caffè

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tennis Rohan Bopanna
Una racchetta di tennis (immagine concessa)

Con la vittoria a Indian Wells in doppio con Matthew Ebden, il 43enne Rohan Bopanna è il tennista più anziano a vincere un torneo ATP 1000. Il segreto? “Bevo tanto caffè indiano”. Leggiamo di seguito la prima parte della notizia pubblicata di Fabrizio Grasso per il portale Tag43.

L’amore di Rohan Bopanna per il caffè

MILANO – Rohan Bopanna ha scritto un’altra pagina di storia del tennis. Sabato scorso, a 43 anni, il giocatore indiano ha trionfato in doppio con l’australiano Matthew Ebden a Indian Wells, diventando il più anziano campione di un torneo ATP 1000. Infranto il record del canadese Daniel Nestor, che nel 2015 vinse a Cincinnati con Roger Vasselin all’età di 42 anni. “Non a caso chiamano questo torneo il Tennis Paradise”, ha detto l’atleta del Bangalore durante la premiazione.

“Sono davvero felice, abbiamo affrontato le migliori coppie in circolazione”. Già prima della finale, dove hanno incrociato i numeri 1 del seeding Koolhof/Skupksi, Bopanna/Ebden avevano eliminato i campioni in carica John Isner e Jack Sock in semifinale e la coppia Auger Aliassime/Shapovalov nei quarti. Per Bofors, come lo chiamano i colleghi nel circuito, è il decimo successo in carriera, il quinto in Ohio. E per la sua longevità ringrazia il caffè.

Per dimostrare ancora una volta che l’età è solo un numero, Rohan Bopanna fa affidamento su una buona tazza di caffè indiano ogni giorno. Ex numero 3 del mondo in doppio, Bofors è proprietario assieme alla sua famiglia di una piantagione nel distretto di Coorg, nel Karnataka indiano.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Arriva l’Hair Bar: il locale che combina cappuccino e messa in piega nel bar a Milano

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Il Duomo di Milano (Foto di Dimitri Vetsicas da Pixabay)

Bar o parrucchiere? Entrambi. A Milano c’è un locale che fa shampoo e piega e nel mentre offre alle clienti una bevanda a propria scelta. Si tratta dell’Hair Bar. L’obiettivo è stato fin da subito quello di far sì che i clienti si sentissero in una urban SPA piuttosto che in un  negozio di parrucchieri. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Milano Città Stato.

L’Hair Bar a Milano

MILANO – Nel centro città, precisamente in via Turati 3, si trova l’Hair Bar: dove si può combinare la cura dei capelli a un buon caffè, succo di frutta o addirittura ad un po’ di bollicine. Gli ideatori di questo bar, o parrucchiere, innovativo sono Francesca Seralvo e Enrico Stigliano che, dopo un viaggio a New York, hanno deciso di portare in Italia un concept diverso per il servizio shampoo e piega.

L’obiettivo è stato fin da subito quello di far sì che i clienti si sentissero in una urban SPA piuttosto che in un semplice negozio di parrucchiera, rendendo quindi l’esperienza del sistemarsi i capelli unica.

Un parrucchiere che non fa taglio e colore, un bar che ti fa la piega. Milano Hair Bar è un misto di idee che si sono riunite in un unico luogo: un salone dai colori pastello realizzato dallo studio di design Paloma Architects. In un’atmosfera chic, Hair Bar basa la sua offerta sui tempi rapidi, lava e fa la piega nel giro di 20 minuti, 40 minuti quando ci mette tanto, andando quindi incontro alle esigenze di una città sempre in movimento e dove velocità è la parola d’ordine.

Il salone nasce infatti per quelle persone che non hanno molto tempo e che magari hanno i capelli scompigliati dopo la palestra, o necessitano di un ritocchino in pausa pranzo per essere perfettamente in ordine per la riunione dopo.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui