Il rito del tè in Cina (immagine presa dal sito CRI Online)
Per celebrare l’inizio della Giornata internazionale del tè del 21 maggio è stato organizzato un evento volto a promuovere l’identità culturale della bevanda presso il Centro Culturale Cinese di Bruxelles in Belgio. Leggiamo di seguito la notizia pubblicata sul portale d’informazioni CRI Italiano.
La giornata del tè a Bruxelles
BRUXELLES – In occasione della prossima Giornata internazionale del tè del 21 maggio, ha preso il via presso il Centro Culturale Cinese di Bruxelles l’evento “Raduno di letterati: Il tè e il mondo” organizzato congiuntamente dal Ministero cinese della Cultura e del Turismo, dall’Ambasciata cinese in Belgio e dalla Missione cinese presso l’Ue.
L’attività, aperta al pubblico dal 5 maggio al 9 giugno, promuove il dialogo tra le civiltà attraverso mostre tematiche, mostre fotografiche, video, esposizioni di servizi da tè e rappresentazioni artistiche.
Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)
MILANO – Noel Gallagher ha dichiarato che Friends e la cultura del caffè per lui sono la causa del calo di vendite dei dischi: “Ci si siede comodi a bere caffè troppo caro e parlare di cavolate. Da quando sono nati i bar, la cultura è scomparsa”. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Rolling Stone.
Noel Gallagher contro Friends e la cultura del caffè
In un’intervista al Daily Star, l’ex Oasis ha parlato di come i cambiamenti nelle abitudini di spesa abbiano influenzato il modo in cui le persone supportano gli artisti, in particolare da quando i servizi di streaming danno accesso a tutta la musica gratuitamente.
Di più: ha spiegato che fatica a capire come le persone spendano tranquillamente i loro soldi nei bar – che si sono moltiplicati dopo la sitcom, dove i personaggi si ritrovavano al Central Perk –, ma non per la musica: “Le persone inorridiscono dal fatto di dover pagare per ascoltare musica! Ma se devono spendere 20 dollari per due caffè, nessun problema. Non riesco a comprenderlo in nessun modo”.
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Da sinistra: Paolo Marcesini, direttore di Italia Circolare, Luigi Morello, presidente Iei e Gianpaolo Braceschi, direttore generale Iei (immagine concessa)
MILANO – Venerdì 5 maggio si è svolta la prima giornata dedicata alla sostenibilità indetta dall’Istituto espresso italiano (Iei), nella sede dello Studio notarile Advant NCTM in Via Agnello 12, in occasione dell’edizione 2023 di Iei Connect, l’appuntamento volto ad approfondire e a mettere a confronto i principali attori della filiera dell’espresso italiano.
Nell’agenda, molti spunti di discussione: dalla crescita economica del settore, all’educazione e formazione per gli attori di tutta la filiera, passando per l’evoluzione sociale, ambientale. Obiettivo comune: trovare soluzioni per il miglioramento in vista del 2030: il concetto di sostenibilità è stato affrontato in maniera trasversale.
L’incontro ha visto la presenza di partner di rilievo che hanno lasciato contributi e spunti di riflessione dai vari aspetti della ricca e sconfinata filiera del caffè.
La sostenibilità al centro del confronto di IEI Connect
Dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza a Nestlé Italia, Italia Circolare, Brita Italia poi ancora Advant NCTM, Hewlett Packard e 9ren People: tutti si sono potuti confrontare, ciascuno portando la propria esperienza sul tavolo del dibattito, tenendo sempre il focus sul tema della giornata.
Un aspetto esplorato insieme, essenziale in questo periodo di cambiamento, è l’opportunità per le torrefazioni di collaborare insieme alle università per tracciare nuove traiettorie orientate verso la tutela dell’ambiente.
Non sono mancati poi numerosi casi aziendali per evidenziare la circolarità dell’economia fino ad arrivare a parlare delle sfide future, passando anche per l’energia e l’acqua.
Gianpaolo Braceschi, direttore generale Iei, ha preso la parola: “Questa giornata è incentrata sul tema dell’attenzione all’ambiente. Sin dalla sua nascita l’espresso nasce come un prodotto sostenibile considerando che per erogarlo si usa poca materia prima e il risparmio energetico è evidente rispetto ad altri tipi di metodi di preparazione del caffè.
La sostenibilità coinvolge qualsiasi aspetto dell’industria, anche lo studio e la realizzazione di nuove attrezzature: l’Istituto ha voluto inserire già da tempo il tema della stabilità termica grazie alle certificazioni Premium che garantiscono, tra le altre cose, un maggiore impegno verso la consapevolezza ambientale”.
Un futuro più verde
Luigi Morello, presidente Iei, afferma: “Siamo nati 25 anni fa come Associazione, poi siamo diventati società benefit, perseguendo gli obiettivi di sostenibilità nell’ambito dell’Agenda ONU 2030.
Per fare questo, ci siamo concentrati su 3 aree: people, planet e partnership. Le aziende associate Iei hanno la volontà e l’orgoglio di comunicare ai consumatori e a tutti gli stakeholder l’impegno profuso. Il percorso è lungo e non c’è un punto d’arrivo, l’obiettivo è tendere al miglioramento continuo, misurandoci costantemente insieme e con trasparenza”.
Morello continua: “Siamo tanti, ormai già 37 aziende fanno parte dell’Istituto espresso italiano: se nel nostro piccolo applicassimo delle buone norme all’insegna della sostenibilità, ciò rappresenterebbe un buon segnale per i consumatori. Il nostro compito è di sensibilizzare e, ovviamente, continuare a sensibilizzarci. Da una ricerca dell’Università Bocconi, il 21% dei consumatori è interessato alle pratiche sostenute dalle aziende: perciò è proprio al consumatore finale che dobbiamo rivolgerci.”
Il talk sulla sostenibilità Iei (immagine concessa)
Morello aggiunge: “Un altro tassello di grande importanza è la comunicazione. Ci sono molte aziende che si impegnano arduamente nel settore della sostenibilità ma non sempre questo poi viene comunicato con l’importanza che merita. Solo l’80%, anche di chi si spende duramente per l’ambiente, viene raccontato: questo è uno dei settori che ci siamo ripromessi di migliorare.”
La sostenibilità nelle torrefazioni italiane
Morello conclude: “C’è di più: la commissione europea ha adottato la proposta di direttiva sulla due diligence delle imprese in materia di sostenibilità, progetto che vuole garantire l’attenzione all’ambiente socio-ambientale delle filiere attraverso obblighi di rendicontazione. Ciò porterà tutta la filiera a diventare più green. Anche le aziende più piccole, fornitrici di quelle più grandi, dovranno essere preparate al grande salto della transizione ecologica se vogliono essere ben inserite nell’industria.”
La prima presentazione è stata condotta da Valentina Bramanti e Sara Triachini dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza con la ricerca “La sostenibilità come strumento di valore per le torrefazioni italiane”.
Come la sostenibilità impatta la filiera del caffè
“L’attenzione all’ambiente è un’opportunità per amplificare i benefici che già le imprese hanno nei confronti del territorio: questo può avere degli impatti positivi dal punto di vista sia ambientale sia economico e sociale. D’altro canto, viviamo un mondo mosso da continui cambiamenti repentini e un’azienda deve anche preoccuparsi dell’impatto che una cattiva gestione delle pratiche riconducibili alla sostenibilità può generare sul valore stesso dell’impresa”.
“Ad esempio, pensando al tema del cambiamento climatico, c’è una duplice direzione: le aziende possono impattare negativamente sull’emissioni di gas per l’effetto serra ma, d’altra parte, il cambio di temperatura dovuta ad un mancato rispetto verso l’ambiente può diventare un boomerang dal punto di vista della produzione e mettere in difficoltà gli agricoltori che sono di fatto il primo anello della filiera“.
“C’è quindi un rapporto molto stretto di causa ed effetto in cui la sostenibilità ha un forte impatto sulle aziende sia in negativo che in positivo. Stesso argomento per quanto riguarda il lato umano in cui viene valorizzato il benessere delle comunità a valle della filiera: un mancato rispetto del lato umanitario verso i lavoratori porta ad un danneggiamento della reputazione dell’azienda e al pagamento di più di una sanzione oltre ad essere, ovviamente, un crimine”.
Le aziende sono al centro di un sistema che sta spingendo verso un’unica direzione: la transizione sostenibile. In questo, un peso molto alto è imposto dall’Unione Europea che ha approvato il Green Deal, un patto per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Nell’ambito di tutte le normative che l’Unione ha approvato ce ne sono tre che sono significative:
Regulation on deforestation-free products: ha come obiettivo quello di combattere la perdita di biodiversità collegate al fenomeno della deforestazione. La norma impatta anche sul mondo del caffè e prevede la possibilità di vendere nei confini dell’Unione solamente prodotti sui cui è stata effettuata la due diligence. Le aziende che vorranno quindi vendere il caffè all’interno dell’Unione Europea, dovranno preoccuparsi del fatto che quest’ultimo non provenga da terreni deforestati.
Corporate sustainability due diligence directive: questa norma è ancora in attesa di approvazione e riguarda in primis aziende di grande dimensioni con più di 250 dipendenti. La legge prevede di identificare e prevenire impatti negativi dell’azienda sia sull’ambiente e sia sui diritti umani.
CSRD: La Corporate Sustainability Reporting Directive estende l’obbligo alla rendicontazione non finanziaria.
Queste tre direttive dimostrano che non è più sufficiente essere sostenibili all’interno dei confini aziendali: bisogna preoccuparsi anche di chi sta a valle della filiera”.
Finanziamenti e prestiti
“Questo si riflette anche sulla questione dei finanziamenti: fino a poco tempo fa le aziende venivano infatti valutate solo dal punto di vista dell’affidabilità economica, mentre già da ora le banche potranno richiedere dei questionari di sostenibilità in cui viene domandato quanto si è performanti nell’ambito ecologico e sociale.”
Sara Triachini espone i risultati della ricerca di sostenibilità nell’ambito di alcune torrefazioni italiane (49 in totale): “Gli ambiti indagati sono stati divisi in: reporting e comunicazione, strategia, etica e integrità, comunità, filiera, prodotto-consumatori e ambiente. Il 39% delle aziende analizzate detiene pratiche di sostenibilità inconsapevoli, mentre il 4% ha saputo sfruttare la sostenibilità come fonte di vantaggio competitivo. Molti dati della ricerca sono però ottimistici: l’85,5% delle aziende dichiara infatti di comunicare la composizione di Arabica e Robusta in percentuali, oltre la provenienza del caffè e il profilo organolettico della miscela. Il 51% delle aziende afferma inoltre di fornire informazioni sull’impatto ambientale sul packaging e sul sito web.”
“In conclusione, abbiamo riportato alcuni spunti di miglioramento che possono essere riassunti in: un monitoraggio dei consumi energetici aziendali, una maggiore valorizzazione del personale, una miglior cooperazione tra aziende per una filiera del caffè sempre più sostenibile, e la costruzione di un sito web come strumento di comunicazione”.
Impegni concreti a favore dell’ambiente
Arriva poi il turno della dottoressa Marta Schiraldi, head of she & sustainability Nestlé Group Italy and Malta con il suo talk “Nescafé: impegni concreti per la filiera del caffè”.
“Abbiamo una grande responsabilità nei confronti dell’intera azienda con ogni decisione che dobbiamo prendere. Il Nescafé Plan prevede l’investimento di oltre un miliardo di franchi svizzeri (più di un miliardo di euro) entro il 2030. Con questa spesa vorremmo non solo tutelare l’ambiente ma anche creare un valore positivo in tutti gli ambiti della filiera. Noi desideriamo perciò non solo guidare la progressiva trasformazione sostenibile dell’azienda ma lavorare anche sul miglioramento dell’aspetto sociale dei lavoratori nei campi di caffè”.
“I nostri agronomi, ad esempio, lavorano a stretto contatto con i coltivatori. Entro il 2030 ci impegniamo a far crescere il 50% del nostro caffè con tecniche di agricoltura rigenerativa, volta al ripristino della salute del suolo. Tra i nostri obiettivi c’è il raggiungimento della realizzazione del 100% di packaging riciclabili e riutilizzabili. Lavoriamo anche su un altro progetto chiamato Lifecycle Assesment Tool, un supporto a scelte più consapevoli di prodotti e macchine in termini di emissioni”.
“Oltre a ciò, aiutiamo i lavoratori a valle a far crescere colture sempre più resilienti, distribuendo piantine in grado di resistere agli effetti del cambiamento climatico. Dal 2020 sono state donate 250 milioni di queste piante: entro il 2030 si raggiungeranno i 400 milioni.”
Attenzione all’ambiente e ai lavoratori a valle della filiera
Schiraldi conclude: “Da un punto di vista sociale, incoraggiamo le donne ad assumere posizioni di leadership nelle proprie comunità e nelle organizzazioni di agricoltori. Tutto il Nescafé prodotto in Etiopia è approvvigionato responsabilmente e proviene da aziende agricole che rispettano l’ambiente in cui operano. La tracciabilità e la conformità sono verificate da organizzazioni indipendenti come, ad esempio, Fairtrade e Rainforest Alliance. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’utilizzo di tecniche di telemetria che dispongono di un minore consumo di energia e un supporto tecnico rapido e mirato”.
La parola passa quindi a Paolo Marcesini, direttore di Italia Circolare con il talk dal titolo “L’esperienza circolare del caffè”: “L’invito che faccio alle aziende è quello di non aspettare l’obbligo della rendicontazione non finanziaria per porsi il tema di cosa sia la sostenibilità e di come impatta l’azienda: è imperativo riflettere su cosa significhi per tutti essere sostenibili. Siamo ancora in una fase di transizione ma ciò che dobbiamo fare è riformare tutta la filiera. L’economia circolare è il tentativo spesso disperato di recuperare i materiali cambiando radicalmente la natura stessa dei nostri stakeholder. È uno dei motivi per cui parliamo spesso di packaging: stiamo chiedendo ai consumatori di restituirci in forma di materia ciò che loro acquistano per consumare.”
L’importanza dell’economia circolare
“In Italia, la percentuale di materiale che abbiamo recuperato e abbiamo trasformato in prodotti è del 13%. In molti Paesi del mondo questo numero è di gran lunga al di sotto della media ed è imperativo cambiarlo. Se l’Italia, e gli altri Paesi, raddoppiassero questa percentuale, gli accademici ci informano che la circular economy potrebbe aiutarci a fermare la crisi climatica che è sempre più incombente: questo compito spetta anche all’industria del caffè. È importante lavorare la materia di cui è composto il caffè per ottenere prodotti o sottoprodotti che possano rigenerare il suolo e aiutare a sistemare un sistema di diseguaglianze sociale.”
È quindi il turno di Carlotta Trombetta, head of quality & welfare Costadoro con la relazione “Movimento B Corp per piccole e medie imprese”: “La nostra azienda è composta da 100 collaboratori e operiamo in un ambiente competitivo. Abbiamo lavorato sin da subito sulla governace e messo su carta la dichiarazione strategica a partire dall’economia circolare. Costadoro ha ottenuto infatti la certificazione B Corp che verifica e assicura i più alti standard di performance sociale e ambientale. Il nostro sogno è quello di essere un’azienda in cui le generazioni più giovani possano rispecchiarsi e promuovere un’educazione sempre più all’insegna della sostenibilità.”
Da sinistra: Carlotta Trombetta, head of quality & welfare Costadoro, Luigi Morello, presidente Iei e Gianpaolo Braceschi, direttore generale Iei (immagine concessa)
Una scelta non più facoltativa
Enrico Metti, sales director Brita Italia, parla del ruolo dell’acqua all’interno della sostenibilità: “L’uso attento delle risorse naturali è una componente essenziale dell’attività imprenditoriale dell’azienda. L’acqua ottimizzata Brita ha una carbon footprint 27 volte minore rispetto a quella in bottiglia. Sono state risparmiate 300.000 tonnellate di CO2 grazie ai clienti dell’azienda. Brita sostiene inoltre WDC per la protezione degli oceani e ha lanciato la campagna Less plastic is more. La nostra filosofia è incentrata anche sul product impact misurato in quante bottiglie di plastica vengono evitate grazie all’utilizzo di acqua filtrata Brita.”
“Nel 2022 abbiamo registrato il risparmio di 5 miliardi di bottiglie di plastica immesse nel mercato grazie all’utilizzo dei nostro prodotti. Per quanto riguarda i nostri impegni, nel 2025 sostituiremo oltre 6,5 miliardi di bottiglie d’acqua prevenendo in questo modo l’emissione di 1 milione di tonnellate di CO2 grazie ai nostri prodotti. Vogliamo proteggere il nostro pianeta focalizzandoci in quattro aree in parte già menzionate: prodotti materiali, packaging, riciclo ed emissioni”.
Enrico Metti, sales director Brita Italia, Luigi Morello, presidente Iei e Gianpaolo Braceschi, direttore generale Iei (immagine concessa)
“Brita ratifica la propria sostenibilità con EcoVadis, il più grande fornitore al mondo di valutazioni sull’ecologia aziendale. La valutazione è condotta da parte di esperti EcoVadis esterni secondo un punteggio “sì o no” in quattro aree: ambiente, impiego di risorse umane, etica e partnership sostenibili. L’Italia ha un consumo pro-capite di 150 metri cubi e il secondo paese per consumi dopo la Grecia. Questo consumo è quasi il doppio rispetto a quello della media europea. Da ciò si evince che anche il risparmio di acqua è sempre più imperativo e sempre meno una scelta”.
Le nuove normative sull’ambiente
Francesca Bonino, responsabile practice ESG Advant NCTM, prende la parola: “Le normative in passato proponevano che l’operatore non facesse danni all’ambiente. Ora le norme sono leggermente cambiate e ci informano non solo di non farne altri ma di riparare quelli già fatti”.
Da sinistra: Francesca Bonino, responsabile practice ESG Advant NCTM, Luigi Morello, presidente Iei e Gianpaolo Braceschi, direttore generale Iei (immagine concessa)
I fattori ESG dell’Unione Europea si possono sintetizzare in fattori ambientali, sociali e di governance. Il rispetto di questi fattori porta ai fondamenti del piano d’azione per il finanziamento della crescita sostenibile composta a sua volta da:
Un nuovo orientamento dei flussi di capitale verso un’economia più sostenibile
Integrazione della sostenibilità nella gestione del rischio
Una promozione della trasparenza a lungo termine
“Di conseguenza, per prepararsi all’ESG, le imprese devono implementare, tra le altre cose, pratiche inclusive per le risorse umane e adottare misure di mitigazione delle ipotizzabili conseguenze del cambiamento climatico e, nel medio termine, redigere un piano completo verso la sostenibilità”.
Federico Bruno BBL, Technology e Marcello Novelli, Hewlett Packard Enterprise, parte della nota azienda informatica HP, prendono la parola con il loro talk “La trasformazione digitale sostenibile: un valore aggiunto per la filiera del caffè”.
Marcello Novelli afferma: “Il momento per la sostenibilità è adesso. Partire oggi vuol dire garantirsi un futuro quantomeno per i prossimi cento anni. L’efficienza porta guadagno poiché riuscire a fare di più con meno risorse non solo ci permette di essere più etici da un punto di vista morale, ma ci permette anche di risparmiare dei soldi. C’è di più: i clienti stanno diventando sempre più attenti alla sostenibilità e sono più propensi all’acquisto di prodotti rispettosi dell’ambiente. Essere green porta quindi a più di un vantaggio. Più di una società di consulenza prevede che le aziende sostenibili avranno risultati di business due volte e mezzo migliori rispetto a coloro che non sapranno adattarsi alla rivoluzione ambientale”.
Sostenibilità e tecnologia
“La sostenibilità sta sempre diventando più un imperativo anche dal punto di vista digitale, con un 7% dell’energia consumata da Internet e dal comparto IT. Per mantenere le promesse mantenute in campo ecologico dobbiamo perciò risolvere anche il problema del consumo energetico digitale.
Per ripensare la sostenibilità sotto questo punto di vita, bisogna liberare più risorse possibili per gestire la trasformazione digitale basata sul modello data-first: dotarsi perciò di strumenti per misurare il consumo energetico dei componenti e dei servizi anche all’interno della filiera del caffè. Le tecnologie digitali permettono quindi la smaterializzazione e la virtualizzazione dei processi rendendoli in questo modo più sostenibili. Perciò, l’utilizzo della tecnologia all’insegna della sostenibilità aiuterebbe in questo caso non solo l’azienda ma anche il pianeta.”
I vantaggi economici e sociali
Angelo Meroni e Alfonso Lia, sales manager di 9Ren contribuiscono al tema della giornata con il talk “Energia elettrica sostenibile, impianti fotovoltaici”.
“9Ren vuole accrescere il vantaggio competitivo delle aziende individuando nuove prospettive di mercato con il supporto di strumenti commerciali e finanziari e per far questo è indispensabile ragionare in termini di sostenibilità. Ci occupiamo anche di impianti fotovoltaici, settore che ha visto una crescita esponenziale a causa della guerra tra Russia e Ucraina.
Ci sono alcuni dati interessanti a favore di una politica aziendale più green. Ad esempio, secondo il Sole 24 Ore, chi investe nel settore ambientale ha un aumento di fatturato superiore rispetto a chi non lo fa. Il mercato premia le realtà che agiscono e fanno gli investimenti da un punto di vista sostenibile. In più, il 61% dei consumatori è disposto a modificare le abitudini di spesa per ridurre l’impatto ambientale”.
“I vantaggi di un’azienda sostenibile sono molteplici: minori costi di produzione e, sicuramente, meno legami agli andamenti geopolitici e andamenti di mercato. Da non trascurare anche il vantaggio sui mercati in cui cresce la domanda di prodotti a elevata qualificazione ambientale. Ormai viviamo in un contesto sempre più stringente che richiede alti standard anche da un punto di vista sostenibile ed è necessario evolversi per continuare a garantire il benessere dell’azienda e, ovviamente, del pianeta”.
Iei Next
Durante l’evento, oltre al punto di vista dei relatori, è stato possibile anche ascoltare quello dei giovani professionisti di Iei Next, il gruppo dell’Istituto espresso italiano che ha esposto l’opinione della nuova generazione sulla filiera del coffee business.
Da sinistra: Alessandro Maurilli, Antonio Grifò, Simone Devoto, Valeria Manilla, Carlotta Trombetta e Ruggero Auteri (immagine concessa)
Il gruppo Iei Next ha visto come protagonisti: Antonio Grifò e Valeria Manilla di Rancilio Group, Simone Devoto di Caffè Saturno, Carlotta Trombetta di Costadoro e Ruggero Auteri di Essse Caffè.
I giovani rappresentanti della filiera del caffè hanno discusso della sostenibilità a 360 gradi con la conduzione del giornalista Alessandro Maurilli e tutti hanno convenuto che rappresenti uno dei temi più importanti su cui focalizzarsi.
Un altro argomento discusso è stata l’importanza della formazione delle aziende sulla comunicazione e sulla sostenibilità etica ed economica.
MILANO – MUMAC Academy, centro di formazione di Gruppo Cimbali per i professionisti del caffè, pubblica il calendario dei corsi di giugno, che include il livello intermedio del modulo Barista Skills, certificato dalla Speciality Coffee Association, e il lancio del corso di Coffee in good spirits, Taste of Summer.
Coffee Mixology – Taste of Summer a Roma | 5 giugno 2023
Corso di Coffee In good spirits – Summer Edition – dedicato a chi desidera apprendere le basi di Mixology, conoscere come il modo del caffè si sposa con il mondo dei cocktail e introdurre delle nuove preparazioni nel proprio locale. Il corso, ricco di dimostrazioni pratiche, è tenuto da Davide Spinelli, ambassador di MUMAC Academy, AST e Q-Grader, classificatosi con ottimi risultati ai campionati italiani nelle categorie Brewing, Barista e Coffee in good spirits di Sca.
Barista Skills Intermediate Sca a Milano | 7 e 8 giugno 2023
Secondo livello di formazione barista, tenuto da Davide Spinelli, indicato a chi ha già frequentato il corso base o lavora già come barista. L’obiettivo del corso è facilitare il barista nell’impostazione del lavoro, nel controllo dei costi, nella gestione di un servizio veloce, costante e di qualità attraverso una conoscenza dettagliata sul caffè e sulla sua estrazione con attrezzature professionali.
È possibile iscriversi ad ogni corso al seguente link.
La scheda sintetica di MUMAC Academy
MUMAC Academy è il centro di formazione di Gruppo Cimbali per professionisti e coffee lover. Punto di riferimento per la promozione della cultura del caffè e trend setter fin dalla sua fondazione nel 2014, MUMAC Academy ha formato più di 16.000 persone con oltre 40 moduli nell’offerta formativa e 1.500 giorni di corsi in presenza e online.
L’Accademia, infatti, supporta la crescita professionale all’interno del settore fornendo gli strumenti fondamentali per elevare le proprie competenze, migliorare l’attività e avviare la carriera di barista attraverso un’ampia varietà di corsi guidati da docenti di fama internazionale. Con un Training Centre all’avanguardia e un’esclusiva Sensory Room, MUMAC Academy offre corsi teorici e pratici sulle tecniche di preparazione e degustazione della bevanda più famosa al mondo in tutte le sue declinazioni.
Il logo per il sessantesimo anniversario dell'Ico creato dal designer italiano Giulio Vinaccia
MILANO – L’Ico rivede ancora le sue cifre su produzione e consumi e riscrive così la storia di questi ultimi anni. Il nuovo report mensile dell’Organizzazione londinese conferma una sostanziale revisione al rialzo dei dati sui consumi degli ultimi anni, compresi quelli segnati dalla pandemia. E ridefinisce i saldi tra domanda e offerta nel periodo a cavallo dell’ultimo decennio.
Il tutto, mentre gli indicatori evidenziano una forte ripresa dei prezzi trainata, in primo luogo, dai robusta. La media mensile dell’indicatorecomposto si è rivalutata, ad aprile, del 5% risalendo a 178,57 centesimi: il livello più alto dallo scorso settembre.
Vola l’indicatore dei robusta, che cresce dell’8,7% e raggiunge quota 115,70 centesimi, livello massimo da giugno 2011. Sul fronte degli arabica, brasiliani naturali, colombiani dolci e altri dolci si rivalutano rispettivamente del 4,4%, 4,3% e 3,2%. Forti rialzi anche per gli indicatori delle borse: New York guadagna il 6,3%, Londra addirittura il 9,1%.
Il rally è iniziato a fine marzo ed è durato sino alla terza settimana di aprile, trovando supporto nei fondamentali. Il ripiegamento dell’ultima settimana viene attribuito dal report al rivalutarsi del dollaro nei confronti del real brasiliano.
Le novità di maggiore rilievo arrivano però – come già detto – dall’ulteriore revisione delle cifre su produzione e consumi. Già il mese scorso mese, l’Ico aveva rivisto considerevolmente al rialzo la stima sui consumi dell’annata trascorsa prefigurando un deficit di offerta ben più ampio rispetto a quanto precedentemente indicato.
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MILANO – Si svolge fino al 9 maggio presso Superstudio Maxi in via Moncucco 35 Mixology Experience – International Bar & Beverage Trade Show, organizzata da Bartender.it di cui Bargiornale è media partner. All’interno dell’ampia area espositiva di oltre 10mila metri quadri è nuovamente presente la sezione Coffee Mixology in cui si alterneranno momenti di cultura del caffè specialty, dimostrazioni con diverse tecniche estrattive e workshop a sottolineare il ruolo di protagonista del caffè nella miscelazione con più tecniche e per ogni momento della giornata.
Main sponsor di quest’area è Victoria Arduino in collaborazione con Ditta Artigianale; la prima con l’esclusiva Pure Brew Technology che si accompagna alla macchina espresso Black Eagle Maverick, la seconda con una ricca proposta di miscele e monorigini, a cominciare dal blend Mamma Mia, per arrivare al pregiato Colombia Candy Geisha, che colpisce per la sua ricchezza aromatica e la complessità.
La tecnologia Pure Brew è un metodo innovativo che permette di estrarre il caffè sia in modalità espresso sia filtro, con cui Andrea Villa, Trainer Aicaf, campione italiano Coffee in Good Spirits 2022 e parte del CBC – Coffee and Beverage Community di Victoria Arduino, realizzerà estrazioni in filtro di caffè, tè e cascara di cacao abbinate alla mixology.
La masterclass
Martedì 9 alle 13,30 sul Main Stage alcuni nomi di spicco si confronteranno sul tema Coffee mixology: nuove sinergie con gli specialty coffee; relatori Flavio Angiolillo titolare con il socio Marco Russo del gruppo Farmily, Francesco Zini master distiller in Tripstillery, Franscesco Sanapo titolare della roastery e delle caffetterie specialty Ditta Artigianale, Andrea Villa campione italiano Coffee in Good Spirits 2022, Nicola Olianas, Branca global ambassador.
Di seguito il programma di lunedì e martedì di Coffee Mixology
Lunedì 8 maggio con tanto specialty
11,00 – Botaniche esotiche e caffè in cocktail che danno energia – Francesco Corona, 5 volte campione italiano CIGS e terzo classificato al mondiale 2009, è titolare del locale Coffee and Good Spirits – Cuneo. Diverse botaniche sono abbinate all’estrazione in due cocktail che uniscono spezie africane e caffè in mix che danno energia.
12,00 – Quale acqua per il caffè – Elena Scordamaglia, marketing specialist e Brita water sommelier. C’è acqua e acqua in base al contenuto di sali minerali ai prodotti per il suo trattamento (a cominciare dal cloro) ai composti organici; guida all’individuazione del migliore mix per ottenere un ghiaccio cristallino ed eccellenti estrazioni.
13,30 – Coffee drink ad atmosfera zero: un uso innovativo del sottovuoto nel bere miscelato – Gianni Cocco, maestro del caffè Aicaf e consulente per aziende e locali. Propone un’esperienza che unisce tradizione e innovazione. Utilizza infatti tecniche e strumentazioni nuove come il sottovuoto e l’agitatore magnetico per realizzare il suo drink che segue il filone gustativo classico del “leccese soffiato”.
15,00 – Le varie forme del cacao: la mixology e il food pairing – Andrea Villa, trainer Aicaf, titolare del locale M10cafè, campione italiano di Coffe in Good Spirits 2022 e fa parte del CBC – Coffee and Beverage Community di Victoria Arduino. L’esperienza dell’esclusiva Pure Brew Technology che si accompagna alla macchina espresso Black Eagle Maverick di Victoria Arduino con estrazioni in filtro di cascara di cacao abbinate alla mixology.
17,00 – La cascara, la scorza esterna del caffè da scarto a ingrediente nella mixology – Gian Andrea Sala, titolare della caffetteria, torrefazione e scuola Spirit of Coffee a Urgnano (BG). Nei suoi drink è protagonista la cascara, ovvero la scorza esterna che fino a poco fa costituiva un residuo della spolpatura delle drupe di caffè, estratta con Pure Brew o posta in infusione con mezcal.
Martedì 9 maggio a tutto specialty
10,00 – Presentazione del libro Barista Sapiens – la guida definitiva all’espresso e al cappuccino perfetti – Dario Ciarlantini, consulente e formatore per il mondo del bar e della caffetteria, di cui ha una lunga esperienza. Il suo libro guida lungo tutta la filiera del caffè, con semplicità, e con informazioni complete che permettono di affrontare al meglio la professione (o per chi è già nel settore, di approfondire le proprie conoscenze e perfezionarsi) e i corsi base e intermedio delle certficazioni di Sca.
11.00 – Cocktail analcolici con il caffè; utilizzare i distillati a gradazione zero – Simone Amenini e Emanuele Ventura. Simone è head of quality control e direttore della Scuola del Caffè presso Ditta Artigianale e Hario Café a Firenze; Emanuele head bartender di tutti gli store di Ditta Artigianale in cui opera dal 2021. L’intervento prende il via con diversi metodi di estrazione (cold brew, Pure Brew) che diventano basi per drink con distillati zero alcol.
14,00 – Fra tradizione e innovazione nella mixology: estrazioni rapide e di qualità con il nuovo filtro PureBrew di victoria Arduino – Andrea Villa, trainer Aicaf, titolare del locale M10cafè, campione italiano di Coffe in Good Spirits 2022 e fa parte del CBC – Coffee and Beverage Community di Victoria Arduino. L’esperienza dell’esclusiva Pure Brew Technology che si accompagna alla macchina espresso Black Eagle Maverick di Victoria Arduino con estrazioni in filtro tè abbinate alla mixology.
C’è una sola caffettiera napoletana al mondo ad aver vinto tre scudetti ed è quella di Tommaso Starace, storica figura della squadra del Napoli, simbolicamente magazziniere azzurro. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazioni Area Napoli.
La caffettiera di Tomasso Starace, magazziniere del Napoli
NAPOLI – Il caffè a Napoli è un rito, è un modo per dire ad un amico “ti voglio bene” e dunque per passare qualche istante con lui. “Prendiamoci una tazzulella ‘e caffè”, è un modo di dire vediamoci. C’è anche l’espressione “vediamoci davanti ad un caffè”, ovvero confrontiamoci serenamente. Ed è anche una pausa dal lavoro, dallo studio o da qualcosa che comunque ci provoca stress e dunque un po’ di carica non fa male, anzi, ci aiuta a ripartire.
Come scrive il Corriere dello Sport, c’è una sola caffettiera napoletana al mondo ad aver vinto tre scudetti: è quella di Tommaso Starace, storica figura della squadra, simbolicamente magazziniere azzurro, ma in realtà molto di più del ruolo che ricopre. La sua mega macchina del caffé ha vinto tre scudetti: due con Maradona e adesso con Spalletti e soci.
Tommaso Starace ha parlato durante la festa scudetto dallo stadio Maradona e ha affermato: “Il segreto di un buon caffè è farlo con il cuore, come i calciatori giocano con il cuore sempre”.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Mia Magica Napoli, la limited edition da collezione (immagine concessa)
NAPOLI – Caffè Borbone, marchio di riferimento nel business della torrefazione e del caffè porzionato, dedica alla città di Napoli Mia Magica Napoli, una limited edition per ricordarne uno dei momenti più gloriosi dei suoi ultimi trent’anni. La limited edition, disponibile in cialde compostabili, festeggia Napoli sia nel packaging, con i suoi colori e con le frasi celebrative, sia nel gusto, con un caffè dal sapore deciso e rotondo. Un aroma che contiene tutta la vivacità di Napoli, città eclettica dall’anima solare, viva, creativa e passionale, e l’autenticità del vero e inimitabile espresso.
Mia Magica Napoli è una limited edition da collezionare
Grafiche multi-soggetto personalizzano l’involucro di carta delle singole cialde con 30 frasi diverse ispirate a Napoli, alla sua storia e alla sua identità. Che non è solo fede calcistica, ma molto di più.
Mia Magica Napoli è acquistabile in confezioni da 100 pezzi sul sito ufficiale di Caffè Borbone, nei negozi specializzati e in GDO.
La scheda sintetica di Caffè Borbone
Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna).
Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato. Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.
L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in ricerca & sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100%, l’incarto totalmente riciclabile nella raccolta della carta e la capsula compostabile Don Carlo che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.
MILANO – I numeri del primo trimestre di illycaffè confermano la traiettoria di crescita riportata nello scorso esercizio. I ricavi sono in ulteriore progressione organica del 13,2% anno su anno, trainati da tutti i mercati (spicca il +27% degli Usa) e i canali distributivi (+26,3% nell’horeca).
Il rafforzamento sul fronte del fatturato, unitamente a una maggior efficienza operativa, si è riflesso in un progresso a due cifre anche per l’ebitda. A poco più di un anno dall’insediamento alla guida operativa dell’azienda della famiglia Illy e partecipata al 20% dal fondo di private equity Rhone Capital, l’amministratore delegato Cristina Scocchia ha fatto il punto con il quotidiano Milano Finanza.
Scocchia, quali aspettative avete per il prosieguo dell’esercizio?
“Nonostante il caffè verde sia ancora venduto attorno a 195-200 dollari per libbra e malgrado non si siano ancora del tutto calmierati i prezzi delle materie prime, il primo trimestre è in linea con lo scorso anno, il che mi rende fortemente ottimista. Credo che ci confermeremo ancora in crescita”.
Risultati che avete ottenuto senza scaricare eccessivamente il costo del caro vita sul consumatore finale…
“A gennaio 2022 abbiamo ritoccato il listino prezzi del 3%. Quest’anno, a marzo, abbiamo fatto altrettanto. Un 6% d’aumento medio nell’ultimo biennio, a fronte di costi cresciuti in una forchetta del 17-20%.
Ne sono fiera: quella di scaricare a valle il meno possibile il costo delle materie prime è stata una scelta molto responsabile. Il tutto pur mantenendo una marginalità a doppia cifra. Stiamo lavorando molto sulla crescita, soprattutto quella internazionale, e stiamo aumentando l’efficacia operativa dell’azienda. Sono queste due due leve a permetterci di minimizzare l’effetto dell’aumento dei prezzi sullo scaffale”.
Scocchia, entro fine anno aggiornerete il Piano strategico. La crescita per linee interne rimarrà un dogma o guarderete anche a possibile m&a?
“In 90 anni di storia il gruppo non ha mai fatto acquisizioni, ma mai dire mai. Il mandato che abbiamo ricevuto è di perseguire un piano di crescita organica, ma se ci saranno opportunità di certo le valuteremo”.
Tra le indicazioni del Piano, spicca la volontà di crescere in misura consistente negli Usa. Sarà confermata?
“Sono il nostro secondo mercato, danno il 15% dei ricavi e pesano la metà dell’Italia: è fondamentale che crescano e puntino al raddoppio. L’idea è crescere nell’horeca, dove stiamo facendo una campagna per acquisire nuovi clienti premium. Nella gdo abbiamo selezionato clienti alti di gamma -nomi del calibro di Kroger e WholeFoods- e nell’online puntiamo molto su Amazon. In maniera selettiva, quindi, stiamo rafforzando la distribuzione sia nel mass market sia nell’horeca. Non abbiamo invece in programma aperture dirette”.
Quale strategia adotterete per guadagnare quote di mercato in Cina, che oggi vale il 2% dei ricavi?
“Siamo presenti soprattutto sull’e-commerce, ma la verità è che per noi la Cina è ancora un mercato vergine. Uno degli obiettivi del 2023 sarà cercare di capire quale strategia adottare per crescere offline in quel mercato, sui segmenti horeca e modern trade. Il problema non è dove spingere, ma in che modo farlo: abbiamo una filiale che possiamo far crescere, oppure possiamo puntare su partnership con player locali. Queste sono le due opzioni sul tavolo”.
Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)
Raggiunto l’accordo fra Consiglio e Parlamento comunitario: caffè, cacao, legno, olio di palma e altri materiali non potranno essere commercializzati nell’Unione Europea se per produrli sono stati abbattuti degli alberi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica.
I nuovi controlli e sanzioni dell’Unione Europea sui prodotti derivati dalla deforestazione
MILANO – Olio di palma, soia, caffè, cacao, capi di bestiame, legname e gomma, ma anche derivati come carne bovina, mobili, cioccolato e carta. Molti prodotti che contribuiscono alla deforestazione non saranno più importabili e commercializzabili nell’Unione europea. Con 552 voti favorevoli, 44 contrari e 43 astenuti, l’Unione Europea ha adottato nuove regole contro la deforestazione.
Obiettivo è combattere il cambiamento climatico ripensando totalmente, almeno nelle intenzioni, tutto il sistema di produzione a tutela della biodiversità. La nuova legge obbliga le aziende che commerciano una lunga lista di materie prime a garantire che i prodotti venduti nell’UE non abbiano portato alla deforestazione e al degrado forestale in nessuna parte del mondo dopo il 31 dicembre 2020. Multe previste per chi non rispetta le regole: fino al 4% del fatturato dell’azienda, del professionista o dei diversi operatori.
Consumatori più consapevoli
Tra il 1990 e il 2020 è stata persa un’area più grande dell’Unione Europea. Secondo il WWF la Ue è responsabile del 16% della deforestazione associata al commercio internazionale, seconda nel mondo solo alla Cina. Le analisi della Commissione abbassano questa cifra al 10%: comunque abbastanza per prendere misure drastiche.
Christophe Hansen (PPE, LU), relatore della legge, dopo la votazione ha dichiarato: “Fino ad oggi, gli scaffali dei nostri supermercati sono stati troppo spesso pieni di prodotti ricoperti dalle ceneri delle foreste pluviali bruciate e degli ecosistemi irreversibilmente distrutti e che avevano spazzato via i mezzi di sussistenza di popolazioni indigene. Troppo spesso ciò è accaduto senza che i consumatori lo sapessero. Sono sollevato dal fatto che i consumatori europei possano ora essere certi che non saranno più inconsapevolmente complici della deforestazione quando mangeranno la loro tavoletta di cioccolato o si godranno un meritato caffè”.
La nuova legge, continua Hansen “non è solo fondamentale nella nostra lotta contro il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, ma dovrebbe anche sbloccare la situazione di stallo che ci impedisce di approfondire le relazioni commerciali con Paesi che condividono i nostri valori e le nostre ambizioni ambientali”. Il Parlamento ha inoltre ottenuto una definizione più ampia di degrado forestale che include la conversione di foreste primarie o foreste che si rigenerano naturalmente in foreste di piantagioni o in altri terreni boschivi.
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