mercoledì 03 Dicembre 2025
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Lags battle: conclusa la 2° tappa della competizione Latte art a Firenze

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Da sinistra: Giuseppe D'Arco, Manuel Verdini e Giulia Giovon (immagine concessa)

FIRENZE – Mercoledì 03 maggio 2023 presso la Viper Arena di Firenze si è svolta la seconda tappa di selezione italiana di The Lags Battle del circuito Latte art grading system con il supporto del Lags Certification Point Espresso Academy di Firenze. Il Lags, che sta crescendo sempre più – non solo in Italia ma anche in moltissimi Paesi del mondo – continua ad organizzare competizioni marchiate Lags che sono divenute strumento fondamentale per far crescere sempre di più questa spettacolare disciplina che è la Latte art.

18 Lags Warrior, Baristi professionisti ed esperti nella latte art che si sono sfidati a colpi di lattiera sui pattern del disciplinare di gara.

Su tre diverse categorie, verdi, rossi e neri solo uno campione per livello si è aggiudicato la pole position per accedere alla nazionale italiana ad Host di ottobre 2023.

L’evento è stato presentato direttamente dal fondatore del Lags Luca Ramoni, che con il team di giudici autorizzati Lags (Nicola Manzo, Zhonghua Hu, Simone Cattani e Simone Celli) hanno decretato i baristi con le migliori mani per accedere alla Final Arena.

I vincitori delle singole categorie sono stati:

  • Livello verde: Giuseppe D’Arco (Campania)
  • Livello rosso: Giulia Giovon (Piemonte)
  • Livello nero: Manuel Verdini (Marche)

L’evento Lags Battle è riuscito in maniera ottimale grazie alle aziende che lo hanno supportato:

  • Espresso Academy che come Lags Point ha supportato l’organizzazione dell’evento The Lags Battle
  • Metallurgica Motta
  • Brita Italia
  • Asachimici-Pulycaff
  • Ipa
  • Centrale del Latte di Brescia
  • Qwarzo
  • Toschi
  • Ferri 1905
  • Clean Express
  • Rancilio Group
  • Dm Italia

Un evento davvero entusiasmante, la seconda delle quattro tappe di selezione italiana. La prossima che si giocherà a Napoli il 29 maggio 2023.

L’istituto alberghiero di Ladispoli organizza la cerimonia del caffè etiope

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caffè etiope rituale
Il rituale del caffè etiope (immagine: Pixabay)

L’istituto alberghiero di Ladispoli ha organizzato il 3 maggio una giornata di focus e formazione incentrata sulla cerimonia del caffè etiope. Secondo Flavio Di Donato, general manager Caffè Fantini, la più antica tecnica di filtro al mondo della bevanda ha origini etiopi ed è chiamata buna: un complesso rituale che prevede diversi passaggi e che richiede 90 minuti di preparazione. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale d’informazione L’agone nuovo.

La cerimonia del caffè etiope dell’istituto alberghiero Ladispoli

LADISPOLI (Roma) – E’ la seconda bevanda più consumata al mondo ed è stata al centro, mercoledì 3 maggio, di un’importante giornata di studio all’alberghiero di Ladispoli, grazie ad un’iniziativa promossa dal professor Bruno Virgili, docente di enogastronomia dell’Istituto di via Federici, con la partnership dell’Associazione culturale CiboFuturo.

“La formazione dei giovani che hanno scelto le professioni alberghiere è un compito che spetta alle scuole. – hanno spiegato i relatori Flavio Di Donato, general manager Caffè Fantini e Angelo Fanton, presidente CiboFuturo – Ma la comprensione della missione del cuoco e del cameriere italiano è un’importante sfida, verso la quale tutti gli operatori della filiera del cibo, dai produttori ai professionisti, sentono un dovere morale. Dal 2010 – aggiungono – il nostro gruppo ora rappresentato dall’Associazione culturale CiboFuturo porta avanti il progetto Chefuturo per contribuire, con apporti culturali, a costruire insieme un futuro migliore per i nostri giovani”.

Sollecitare e sensibilizzare gli studenti alla creazione di una propria identità professionale attraverso un innovativo modello didattico, con un approccio inclusivo e un occhio attento al tema della sostenibilità ambientale ed economica: questi gli obiettivi di una serie di attività ed iniziative che nascono per potenziare conoscenze e competenze degli allievi degli istituti alberghieri.

“Nel nostro Istituto puntiamo da sempre ad arricchire l’offerta formativa con incontri e giornate di studio finalizzate all’approfondimento dei più attuali scenari del settore Food & Beverage. – ha sottolineato la dirigente scolastica Prof.ssa Vincenza La Rosa – Per una formazione competitiva e adeguata al mercato del lavoro, è essenziale proporre ai nostri studenti una conoscenza approfondita del loro ambito professionale, attenta alle tendenze e agli sviluppi più innovativi. Desidero dunque ringraziare il Prof. Virgili per questa straordinaria occasione di apprendimento”.

E mercoledì 3 maggio ad occupare la scena è stato il caffè nella cornice originale e suggestiva delle tradizioni etiopi. “Spesso siamo portati a credere che l’unica modalità di preparazione di questa bevanda sia l’espresso – ha spiegato Flavio Di Donato – ma la tecnica più usata al mondo è invece quella del filtro e la più antica è l’etiope, chiamata “buna”: un complesso rituale che prevede diversi passaggi. I chicchi di caffè, quando ancora sono verdi, – ha aggiunto Di Donato – vengono raccolti, tostati e fatti fermentare in una caffettiera di argilla chiamata “jabena”: una preparazione lunga e lenta che richiede circa 90 minuti. Si tratta di una delle influenze più riconoscibili della cultura araba su quella etiopica”.

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Il Polo del Gusto completa l’acquisizione di Achillea: al vertice Fabrizio Molinari come a.d. e il presidente Giacomo Biviano

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Fabrizio Molinari, amministratore delegato di Achillea (immagine concessa)

TRIESTE – Il Polo del Gusto, la sub-holding del Gruppo illy che raggruppa tutti i marchi extra- caffè, ha finalizzato l’acquisizione di Achillea, azienda piemontese specializzata nella produzione di succhi di frutta, soft drinks e spalmabili da ingredienti rigorosamente biologici.

L’operazione è stata completata nel corso della seduta del CdA della sub-holding di giovedì 28 aprile. L’amministratore delegato di Achillea è Fabrizio Molinari, mentre Giacomo Biviano assumerà l’incarico di Presidente a partire dal 10 maggio.

Commenta Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto: “Siamo felici di annunciare la chiusura del processo di acquisizione di Achillea, un Brand che per storia e posizionamento si inserisce perfettamente nella famiglia del Polo del Gusto. Fondata negli anni ‘80, Achillea è stata una delle primissime aziende italiane a scommettere su una produzione da ingredienti esclusivamente biologici. Siamo certi che Achillea saprà interagire con grande efficacia con tutti i prodotti della Famiglia del Polo del Gusto, puntando a crescere sia all’estero che nel settore horeca, dove il Polo è particolarmente forte.”

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Giacomo Biviano assumerà il ruolo di presidente di Achillea dal 10 maggio (immagine concessa)

L’Azienda Montana Achillea è un marchio top premium del settore food&beverage, con sede a Paesana (CN), specializzata in prodotti a base di frutta 100% biologica – succhi, soft drinks, spalmabili.

Si tratta di una società benefit, la cui produzione rigorosamente bio si basa su principi di qualità e sostenibilità condivisi da tutti i marchi del Polo del Gusto: ricetta corta, filiera controllata, packaging riciclabile, imballaggi ridotti al minimo, riuso degli scarti, solo per citarne alcuni.

Fondato nel 2019, il Polo del Gusto è la sub-holding del Gruppo illy che riunisce tutti i marchi extra caffè: eccellenze del settore Food&Beverage che si distinguono per la qualità assoluta del prodotto finale e per la spiccata sensibilità agli aspetti dell’impatto ambientale. Oltre ad Achillea, ne fanno oggi parte: Agrimontana (frutta lavorata), Dammann Frères (tè pregiati), Domori (cioccolato superfine), Pintaudi (biscotti e prodotti da forno). Domori ha acquisito inoltre due storici marchi di cioccolateria inglese, Prestat (2019) e Rococo Chocolates (2022).

Restworld, la sfida per alimentare il passaparola fra lavoratori della ristorazione e candidarsi per il lavoro 15/05-15/06

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La challenge di Restworld (immagine concessa)

TORINO – Restworld s.r.l annuncia l’avvio di una challenge su Instagram della durata di trenta giorni dal 15 maggio al 15 giugno 2023. La challenge coinvolgerà, sulla base di alcuni criteri che devono essere soddisfatti, un massimo di 50 persone che avranno la possibilità di guadagnare una somma che va da 50 fino a 1.000€.

Restworld s.r.l. è una startup innovativa nata a Torino, che ha l’obiettivo di trovare e selezionare risorse umane da inserire nel personale di locali che operano nel settore Ho.Re.Ca. Oggi, Restworld conta una community di quasi 70.000 worker e vanta un portafoglio clienti di 800 ristoranti, bar e hotel di tutta Italia, che si affidano alla piattaforma per trovare il personale di cui necessitano. Restworld si impegna ad operare in modo etico e trasparente, e ha l’obiettivo di aiutare le persone a trovare offerte lavorative consone alle leggi nazionali.

Lo scopo della challenge è quello di generare un passaparola positivo che porti sempre più utenti a registrarsi alla piattaforma e a candidarsi alle offerte lavorative disponibili.

In vista della stagione estiva, Restworld vuole investire parte dei propri ricavi nelle persone che già operano nel settore della ristorazione. I partecipanti avranno a disposizione oltre 200 posizioni lavorative aperte da condividere con le proprie reti di conoscenti, amici e gruppi.

Ogni giorno ai partecipanti verrà inviato un report con cui poter monitorare i propri avanzamenti; Restworld riconoscerà delle percentuali per ogni contatto generato dai partecipanti, permettendogli di arrivare a guadagnare un massimo di 1.000€.

I requisiti per poter partecipare alla challenge sono:

  • Esperienza lavorativa nel settore della ristorazione di almeno 2 anni a Roma, Milano, Torino, Genova o Bologna oppure esperienza di almeno 2 anni in ristorazione stagionale.
  • Conoscere almeno 10 persone che lavorano nella ristorazione.
  • Essere all’interno di almeno un gruppo Whatsapp, Telegram o Facebook di ristorazione oppure avere una pagina Instagram a tema ristorazione con almeno 2.500 follower.

I partecipanti che avranno compilato il form di iscrizione, una volta ammessi e confermato il loro interesse, parteciperanno ad un webinar il 15 maggio alle ore 15:00 dove verranno spiegate le regole della challenge e avranno accessi alle rispettive piattaforme.

Il pagamento verrà effettuato ai singoli partecipanti alla fine dei 30 giorni tramite bonifico e con ricevuto d’acconto se non possessori di Partita IVA o tramite fattura se possessori di Partita IVA.

Qui il form per candidarsi.

La startup israeliana Remilk introduce il caseificio senza mucche: il latte è prodotto tutto in fabbrica

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bicchiere latte remilk avena indonesia
Un bicchiere di latte (immagine: Pixabay)
La startup israeliana Remilk ha messo sul mercato prodotti caseari da laboratorio senza allevamento di mucche: così per produrre la stessa quantità di latte di una fattoria serve il 99% in meno di suolo, si abbattono le emissioni e si risparmia acqua. L’iniziativa ricorda il latte sintetico prodotto grazie alle stampanti 3D in America (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte della notizia pubblicata sul portale La Repubblica.

Il latte sintetico della startup Remilk

“Un caseificio vero. Ma niente mucche”. La startup israeliana Remilk apre la nuova era del latte. E lo fa in laboratorio, meglio infabbrica. Non ci sono animali, non ci sono sostituti vegetali a simulare il cibo più tipico della nostra infanzia e oggi più diffuso (si stima che al mondo siano ancora 6 miliardi le persone che consumano latte vaccino e prodotti caseari). Al loro posto la scienza, attraverso un sofisticato processo di fermentazione di precisione, utilizzando lieviti opportunamente modificati, è riuscita a riprodurre proteine analoghe a quelle contenute nel latte di mucca.

Come avviene: in pratica il gene responsabile della produzione di proteine del latte vaccino viene inserito nel lievito sul quale agisce come una sorta di “manuale delle istruzioni”, insegnandogli come produrre le proteine in modo efficiente.

Il lievito viene quindi messo all’interno di fermentatori, dove si moltiplica velocemente producendo vere e proprie proteine del latte, identiche a quelle prodotte dalle mucche, che vengono poi combinate con vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali (quindi senza colesterolo o lattosio), per formare ogni latticino. I suoi ideatori assicurano che il risultato sia indistingubile rispetto all’originale animale.

Di recente Remilk ha ottenuto negli Stati Uniti lo status di GRAS sulla base dei requisiti definiti dalla Food and Drug Administration (FDA): un riconoscimento che attesta la sicurezza del prodotto per il consumo umano e che ne sancisce la possibilità di ingresso nel mercato statunitense. Una vera e proprio rivoluzione: anche per questo ha avviato la costruzione di un mega stabilimento in Danimarca, destinato alla produzione, per un volume paragonabile a quello di circa 50 mila mucche.

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Fabbri 1905 debutta a Mixology Experience con cocktail d’autore

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Il dry gin Fabbri 1905 (immagine concessa)

BOLOGNA – Fabbri 1905 torna alle sue origini con la partecipazione a Mixology Experience. Infatti, la storia dell’azienda bolognese inizia negli primi del ‘900 quando la Premiata Distilleria G. Fabbri lanciò il cordiale primo maggio, l’Amaro Carducci e il Virov, il liquore a base di uovo e marsala.

Nel tempo l’azienda bolognese si è impegnata su altri fronti e oggi ritorna nel mondo della mixology con il gin, il bitter, gli sciroppi alla frutta, i dolcificanti liquidi e i garnish come la famosissima Amarena Fabbri.

Calendario di Fabbri 1905

La partecipazione di Fabbri 1905 a Mixology Experience si arricchisce di diverse masterclass curate da bartender di fama internazionale che si terranno nello stand dell’azienda – C08.

Domenica 7 nel pomeriggio Mattia Pastori preparerà il Fabbri Italian Collins con Fabbri Dry Gin, succo di limone, Mixybar Plus Zucchero Italiano e soda; e un cocktail con Mixybar Gold Sugar.

Lunedì 8 pomeriggio – martedì 9 mattina guest star Federica Geirola, Lady Amarena Italia 2021 con il suo Yumi con cui ha vinto Lady Amarena Italia e un altro cocktail

Lunedì 8 maggio ore 12.00 Gianni Cocco realizzerà Cappuccino Estivo Jakyll/Hyde, una preparazione con caffè e Fabbri Dry Gin.

Le novità

A Mixology Experience Fabbri 1905 presenterà le novità dell’anno dedicate al mondo dei cocktail bar.

Nella gamma Mixybar Plus le novità sono i gusti ananas e mirtillo.

La gamma di sciroppi Fabbri Mixybar Plus si caratterizza per l’impiego di ingredienti naturali lavorati con le tecnologie più avanzate, come per esempio impianti ultraclean per il riempimento di cui al momento dispone solo l’industria farmaceutica.

L’Azienda si approvvigiona, infatti, di ingredienti prima scelta frutto di rigidi e severi capitolati di qualità e sottoposti a regolari controlli periodici. Qualità che si ritrova anche nell’acqua utilizzata per la lavorazione che è purissima e incontaminata poiché proviene da antichi pozzi profondi oltre 250 metri.

Gli impianti di lavorazione di ultima generazione sono in grado di rispettare e salvaguardare la parte nobile della frutta. Il trattamento termico innovativo è adeguato alla carica microbiologica di ogni ingrediente riuscendo così a rispettarne i valori nutrizionali e gli aspetti organolettici. Inoltre, la fase di riempimento è realizzata in impianti ultraclean che lasciano inalterato la fragranza del sapore della frutta.

Ananas Plus è uno sciroppo dal colore giallo vivo con riflessi caldi e dalla trama fitta che, una volta diluito, assume una tonalità opalescente. Lo sciroppo contiene il 61% di succo di ananas raccolti da selezionati produttori che dona al naso il bouquet di note intense del frutto appena tagliato. Al palato è dolce, morbido e molto equilibrato con una persistente chiusura di frutta tropicale matura. Si abbina perfettamente con i migliori distillati tropicali.

Mirtillo Plus ha una trama fitta color rubino intenso con sfumature rosso scuro. Diluito mantiene il suo colore naturale in una tonalità più trasparente.

Il 32% di succo di mirtillo regala al naso sentori molto intensi di bacche, profumi di sottobosco e di piccoli frutti rossi maturi. Al palato è delicatamente fresco, di buona e profonda struttura. Equilibrato, piacevolmente morbido e avvolgente. Finale con persistenti note fruttate. Una volta diluito restituisce fedelmente acidità e sapori del succo di mirtillo (senza note devianti verso la mora e altri frutti di bosco).

Gli zuccheri

La gamma degli zuccheri per mixology si arricchisce di tre nuove referenze della linea Mixybar: Zucchero Italiano Plus, Gold Sugar Plus e Zero Zuccheri.

Zucchero Italiano Plus è un prodotto nato dalla collaborazione con Italia Zuccheri – Coprob, l’unica filiera di oltre 7.000 aziende agricole dello zucchero interamente italiana. Zucchero italiano Plus è un vero e proprio nettare dal gusto rotondo che rivela un’intensità zuccherina unica. Questo zucchero liquido è stato appositamente formulato per sciogliersi istantaneamente in qualsiasi bevanda calda o fredda, per un uso pratico e veloce con un gusto eccezionale.

Gold Sugar Plus è a base di zucchero della qualità Demerara, lo zucchero di canna delle Mauritius, una piccola isola sperduta nell’Oceano Indiano, fra i maggiori paesi produttori di zucchero al mondo. La canna da zucchero trova il suo habitat migliore nelle piantagioni mauriziane, dove è baciata dal sole e cullata dall’umidità. La qualità Demerara è uno zucchero di canna grezzo, a grana grossa e dal caratteristico colore dorato, poiché non è sbiancato e quindi privo di residui chimici da raffinazione, ricavato dal puro succo di canna da zucchero. Questo conferisce al Gold Sugar Plus uno splendido e vivace giallo ambrato con riflessi che evocano l’oro antico. Diluito assume sfumature dorate. Al naso regala ricche note di caramello, liquirizia, carrube e frutta cotta. Al palato è dolce e morbido con ricordi erbacei, speziati e vegetali. Il Gold Sugar Plus con il suo sapore autentico e il suo potere dolcificante, ha un carattere intenso e fruttato. Le sue note profumate perfettamente bilanciate, sono una risorsa sensoriale per chi vuol dare un tocco elegante ed esotico alle ricette.

Zero Zuccheri, dal sapore deliziosamente ricco e complesso, si abbina perfettamente a tutte le preparazioni calde o fredde come caffè, cioccolato e cocktail, senza lasciare alcun restrogusto tanto da renderlo irriconoscibile rispetto al classico saccarosio. Perfetta soluzione nel classico caffè shakerato per chi vuole zero calorie senza compromettere il gusto.

Gin Fabbri, il territorio in una bottiglia

Il Gin Fabbri è nato negli Anni ’30 da una ricetta del fondatore Gennaro Fabbri. Oggi, un secolo dopo, Fabbri Dry Gin ritorna in una veste nuova, ma ispirata all’originale, e introducendo nello scenario odierno dei gin la nota distintiva del purissimo distillato di Amarena Fabbri.

Per realizzare il Fabbri Dry Gin le singole botaniche 100% naturali (bacche di ginepro, scorze di arancia amara, radici di angelica, semi di coriandolo, cardamomo, radice di liquirizia), vengono distillate singolarmente. Segue poi il marriage, un periodo di riposo durante il quale le singole molecole si “abbracciano”. A questo punto viene miscelato il distillato di Amarena Fabbri che l’azienda estrae “in purezza”.

L’operazione di appartenenza al territorio si completa con la bottiglia realizzata da Vetreria Etrusca, fedele riedizione di quella degli Anni ‘20 e oggi conservata nel Museo aziendale il suo elegante e raffinato disegno déco ricorda, nelle “spalle”, i classici portici di Bologna, Patrimonio Unesco.

Percorsi

La visita a Mixology Experience sarà facilitata dai percorsi tematici che si snodano all’interno del Salone. Fabbri 1905 è presente con i suoi prodotti nei percorsi:

Aperitivi&Co Experience con Marendry Bitter, Fabbri Dry Gin, Ciliegie Speciali, Mixybar, Plus, Amarena Fabbri, Zenzero Fabbri e Gum Nero

Juniper Experience con Fabbri Dry Gin.

Coffee Mixology con Mixybar, Plus, Mixybar Zero, Amarena Fabbri, Zenzero Fabbri, Mixyfruit, Gourmet Sauce, Gum Nero.

No-Low alcohol con Mixybar, Plus, Mixybar Zero, Amarena Fabbri, Zenzero Fabbri, Mixyfruit, Gum Nero.

Agave Experience con Agave Bio.

Trieste Coffee Experts by Bazzara ritorna il 25 e il 26 novembre

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Torna a novembre il Trieste Coffee Experts (immagine concessa)

TRIESTE – Svelate le date e la location dell’atteso Trieste Coffee Experts – TCE, il summit della Bazzara Caffè dedicato all’universo del caffè organizzato da Andrea Bazzara, Sales Manager. L’evento si terrà il 25 e il 26 novembre 2023 nell’elegante location del Savoia Excelsior Palace – Starhotels Collezione, l’hotel di lusso situato nel cuore di Trieste dal fascino senza tempo, un luogo incantevole che si apre come una finestra sul mare, affacciato sul suggestivo Golfo di Trieste a pochi passi da Piazza Unità d’Italia.

Presentato in anteprima durante e in collaborazione con la fiera TriestEspresso Expo, il TCE celebrerà in questo 2023 la sua 6° edizione; un’idea nata dalla caratteristica più significativa dei fratelli Bazzara, quella di fare rete nel comparto e di diffondere cultura del caffè italiano, consapevoli che è fondamentale fondere le energie per il successo comune. Si parlerà di futuro per il settore e saranno tanti i relatori presenti, un ricco weekend in cui tanti esperti apporteranno il loro importante contributo sul caffè, che ha radici profonde ma che continua ad evolversi in modo sempre più rapido.

Tra i presenti in qualità di relatore anche Carles González, coffee competence & product manager di Rancilio Group, tra gli sponsor dell’evento che con il suo contributo dal titolo “La valorizzazione dell’espresso attraverso la tecnologia” supporta la diffusione della cultura del caffè e del Made in Italy nel mondo.

“Trieste Coffee Expert è un punto di riferimento per l’intero settore, un momento di confronto tra i diversi attori dell’industria e l’occasione per condividere idee intorno al caffè su temi di grande attualità come la sostenibilità e la tecnologia, che sono parte dei valori di Rancilio Group. Condividiamo lo spirito di questo importante evento organizzato da Bazzara che riunisce a Trieste il gotha dell’universo caffè.” afferma Carles González.

A supporto della cultura del caffè e del fare rete in Italia: ClubHouse, Cafeex Shanghai China, Simonelli Group, Asachimici Pulycaff, BWT, IMA Coffee Petroncini, Rancilio Group, Brita, M25 Consulting, Asean Cafe Show Thailand, Colombini Group, Demus, Warsaw Expo Poland.

La fase organizzativa è già in pieno atto, il TCE è pronto ad essere centro di interessanti dibattiti per tutti i professionisti del caffè, volti a stimolare la riflessione e trattare le tendenze emergenti e gli argomenti di maggiore rilevanza per l’industria del caffè. Sarà un evento unico anche per gli appassionati che vorranno aggiornarsi o trasformare questa passione in lavoro e conoscenza.

Tante novità e tanti altri gli sponsor dell’evento, ma quali saranno i temi affrontati? Proprio perché la Bazzara crede fortemente nella diffusione della cultura del Made in Italy di cui il ‘rito del caffè espresso’ fa inevitabilmente parte, il summit, che, come detto, quest’anno tornerà a riunire attorno una tavola rotonda alcuni tra i maggiori esponenti del settore caffeicolo e affini, avrà come tema principale il futuro del caffè orientato principalmente all’innovazione e alla sostenibilità.

Dal titolo “Innovation & Sustainability Oriented”, l’evento si svolgerà nel dettaglio in due giornate, la prima, quella di sabato 25 novembre, verrà dedicata ai workshop, la seconda, di domenica 26 novembre, invece, ad una serie di speech in cui sarà possibile assistere ad importanti interventi che riguarderanno la cultura, l’innovazione e la transizione digitale del caffè.

E non solo Italia, il summit potrà essere seguito anche dall’estero grazie a degli interpreti che in diretta trasferiranno in diversi Paesi la conferenza in streaming.

“Da qui inizia ufficialmente il countdown. Ricordiamo sempre che il concetto di fondo è ‘fare rete’, rimanere connessi tra noi per poter trasferire le conoscenze del settore tramite il contributo di diversi professionisti a chi è appassionato e, ancora meglio, a chi si appassionerà. Noi siamo pronti” conclude Andrea Bazzara.

Alessandro Galtieri, tutto ma proprio tutto sul cold brew: “E fra il 2023 e il 2027 il mercato che potrebbe superare i 2 miliardi $”

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Alesssandro Galtieri con in mano un bicchiere di caffè cold brew (immagine concessa)

MILANO – Come quasi sempre avviene l’estate ci sorprenderà. Aspettiamoci di botto giornate torride in cui cambieranno le richieste dei consumatori che andranno a caccia del refrigerio rappresentato da un caffè freddo, auspicabilmente di qualità e magari di respiro internazionale per intercettare anche i desideri dei turisti.

Il cold brew – ovvero il caffè estratto a freddo – tiene sempre più banco tra professionisti, addetti ai lavori per la bontà del risultato in tazza: caffè mai amaro e sempre dolce anche senza zucchero. Una proposta vincente sotto tutti i punti di vista?

Abbiamo chiesto il parere di un campione ed esperto, Alessandro Galtieri, che ha dedicato un libro di grande successo, proprio ai metodi alternativi di estrazione: “Oltre l’espresso” .

Galtieri ci parli di questo metodo e del perchè della sua progressiva affermazione

“Nelle caffetterie di tutto il mondo, l’infuso di caffè freddo sta diventando una delle bevande più popolari.

L’industria lo sta spingendo forte e la cosa non sorprende, visto che Roast Magazine riporta un aumento del 460% delle vendite al dettaglio di caffè freddo negli Stati Uniti dal 2015 al 2017, e che secondo Research and Markets, fra il 2023 e il 2027, il valore del mercato del caffè freddo potrebbe crescere di oltre 2 miliardi di dollari.”

Ci sono diverse argomentazioni a sostegno della promozione del cold brew:

“C’è l’opinione quasi unanime che sia più morbido e meno amaro dei tradizionali caffè preparati a caldo. Il caffè preparato caldo è tacciato di essere molto più acido del caffè preparato a freddo, e alcuni dicono che il caffè preparato a freddo ha anche un sapore più dolce proprio a causa della sua minore acidità. Anche il corpo è percepito come più pieno e piacevole e inoltre pare che faccia anche bene alla salute.”

Ma è davvero così? Personalmente ho qualche considerazione in merito:

“I primi a diffondere l’affermazione che il cold brew sia più dolce del caffè preparato a caldo pare che siano stati Dunkin’ Donuts e Starbucks, catene nelle quali l’amarezza nelle estrazoni a caldo a volte si fa sentire.

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Alessandro Galtieri e la Capo Giudice Ania Oleksak, sul palco del mondiale Brewers Cup Boston 2019 in cui si classificò terzo al mondo (foto concessa)

Il valore di pH del caffè preparato a caldo e a freddo non evidenzia differenze significative ma l’acidità titolabile è maggiore nel caffè preparato a caldo, per questo la percezione del gusto acido è effettivamente più intensa che nel cold brew. Che questo giustifichi una maggiore percezione della dolcezza, però, non ha un supporto nell’esperienza sensoriale; anzi, nella mia esperienza è vero l’opposto, le tazze percepite più dolci, sono anche le più acide, leggasi fruttate.

Per quanto riguarda il corpo, il confronto fra caffè preparato a caldo e a freddo è spesso falsato. Di solito il cold brew viene consumato ad una concentrazione maggiore rispetto al caffè filtro; questo può giustificare una maggiore sollecitazione del tattile.

Gli argomenti su cui si basano le teorie sulla maggiore salubrità del cold brew rispetto all’hot brew riguardano la presenza di alcaloidi (caffeina, trigonellina) e polifenoli antiossidanti (acidi clorogenici). Da uno studio pubblicato sul giornale scientifico Nature, emerge che il cold brew, oltre ad una minore quantità di acidi titolabili, possiede anche una minore concentrazione di acidi clorogenici, il che si traduce in una minore attività antiossidante.

Ciò premesso, mi unisco al coro entusiasta dell’industria del caffè per le nuove piacevoli e stimolanti occasioni di consumo che offre questo diverso modo di preparare il caffè.”

Va bene la granulometria della moka, quella più facile da reperire anche per il coffee lover?

“La granulometria del cold brew è solitamente di grandi dimensioni per ridurre la quantità di particelle in sospensione, e per via dello spessore generalmente elevato del letto di caffè. La macinatura commerciale per la moka è invece piuttosto fine. Il problema principale, però è la distribuzione della dimensione del particolato. Temo che i caffè commerciali pre-macinati possano bloccare il flusso del liquido attraverso il letto di caffè nella fase di filtrazione, rendendo frustrante il risultato.”

Quali sono i caffè più vocati?

“Caffè selezionati e filiera di qualità, tostatura che esalta il gusto e non certamente scura e monocorde, per il resto è questione di gusti e di uso che se ne fa. Un caffè straordinario da bere al naturale potrebbe non essere il più indicato o ricco di personalità per l’impiego in una ricetta.”

E le dosi? Quali sono quelle giuste?

“Le dosi di caffè e acqua che vengono utilizzate condizionano principalmente la forza della bevanda. Le giuste dosi sono quelle che ci permettono di ottenere la concentrazione che ci piace. Spesso nelle caffetterie si usano rapporti molto forti per una ragione pratica.

Per preparare il cold brew occorrono generalmente tempi molto lunghi, in caso di consumi elevati un bar potrebbe rimanere sprovvisto di cold brew pronto per il servizio. Per questo è possibile preparate infusioni molto concentrate per poi essere diluite, avendo cosi maggiore disponibilità di prodotto.

In effetti si trovano grandi differenze nelle ricette del cold brew, con rapporti che possono spaziare fra 1 parte di caffè per 14 di acqua fino a 1 parte di caffè per 4 di acqua.”

C’è anche un metodo di preparazione spettacolare a colonna con il ghiaccio, vero?

“Il drip cold brew è un metodo per preparare il caffè a freddo che prevede il lento gocciolamento dell’acqua attraverso il letto di caffè macinato.

Per prepararlo occorre un dispositivo che in genere consiste di un contenitore per l’acqua, un filtro per il caffè e un recipiente per raccogliere la bevanda. Alcuni modelli composti di alte torri di legno contenenti beute e spirali di vetro sono molto scenografici e molto costosi peraltro, per cui occorre fare bene i conti prima di investire.
Tecnicamente il ciclo è più breve rispetto all’infusione e risultato è una tazza spesso più pulita.”

Il cosiddetto metodo Toddy, invece?

Toddy è l’azienda leader nella la produzione di dispositivi per la preparazione del cold brew ed ha scelto il metodo ad infusione o una combinazione di infusione e filtrazione (steep-and-release) per le sue attrezzature. Il principio è semplice; si mettono il caffè macinato e l’acqua fredda in infusione e si aspetta che le componenti idrosolubili dissolvano nel liquido. Occorrono lunghe ore perchè ciò avvenga ma la preparazione è semplice e il risultato, costante.”

Ma si potrebbe utilizzare un recipiente qualsiasi e fare la successiva filtrazione col V60?

“È possibile utilizzare qualunque contenitore per ottenere un’infusione, il problema è la filtrazione, se si desidera una bevanda priva di particelle in sospensione. Filtrare l’infuso di caffè freddo attraverso un V60 o analogo, può rivelarsi frustrante, in quanto è molto facile che il transito dell’infuso attraverso la carta si blocchi dopo poco.

Da non trascurare anche il tempo di esposizione dell’infuso con l’aria, nell’attesa della filtrazione, il cold brew non è immune dall’ossidazione.”

Il cold brew contiene più caffeina dell’espresso?

“È sempre molto difficile dire quale metodo di preparazione fornisca una bevanda più o meno ricca di caffeina perché i parametri possono essere molto diversi all’interno di ogni metodo. La quantità di caffeina presente in un caffè dipende principalmente dal tipo di caffè e dalla dose utilizzata per prepararlo. Poi, si; ci possono essere differenze nella quantità di caffeina estratta fra un metodo e l’altro ma io credo che siano abbastanza ridotte. Per dirlo con certezza, però, occorrono esami di laboratorio.”

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Alessandro Galtieri mostra il manuale “Oltre l’espresso” sui metodi di estrazione alternativi, disponibile su Amazon (immagine concessa)

Cold brew o caffè freddo: pregi e difetti

“A differenza del cold brew, il caffè freddo è preparato a caldo e poi raffreddato, mentre come amo dire il cold brew è un caffè che non è mai stato caldo. È meglio l’uno o l’altro? La diversa temperatura delle due bevande si traduce in una differente miscela di composti dissolti ed estratti; o perlomeno una diversa concentrazione degli stessi composti. Che cosa è meglio o peggio resta a discrezione di ognuno. Purtroppo, nell’esperienza comune, il caffè freddo al bar è piuttosto deludente.

Cerchiamo di immaginare il perché: il caffè al bar, in Italia, è sinonimo di espresso, a nessuno, in un bar generalista, verrebbe in mente di preparare il caffè in un altro modo. Questo metodo di estrazione, che produce una bevanda dal volume estremamente ridotto, si scontra con il fatto che la piacevolezza di una bevanda fredda sta anche nella soddisfazione di berne ampi sorsi, cosa impossibile con l’espresso. Per questo i baristi tendono a preparare espressi molto lunghi per il caffè freddo, rendendo la bevanda estremamente sgradevole.

Questo retaggio è del tutto favorevole alla bevanda preparata a freddo, che può essere preparata con le giuste proporzioni, o diluita a piacere, senza macchiarsi della colpa di diluire l’espresso; pratica che per molti costituisce sacrilegio.”

Il cold brew funziona per le bevande e cocktail a base caffè?

“Fino a poco tempo fa il caffè veniva miscelato solo con creme, panne, e schiume; mentre nella mixology era utilizzato quasi esclusivamente per i cocktail after dinner. Il cold Brew si è rivelato un potentissimo stimolo per la creatività di baristi e bartender, che hanno usato questa bevanda per creare fantasiosi e deliziosi signature drink.

Probabilmente si sarebbero potuti produrre drink analoghi anche con caffè caldo raffreddato ma sta di fatto che prima della diffusione del cold brew non sono stati concepiti. Quindi, ringraziamo il cold brew per avere liberato la nostra fantasia.”

Ha senso preparare il cold brew per poi scaldarlo nel microonde (o con l’acqua bollente) per berlo caldo?

“Sì, credo che abbia molto senso in certe situazioni. La conservazione del caffè preparato a caldo è un grosso problema in quanto la qualità della bevanda decade in brevissimo tempo. Il cold brew, invece, è molto stabile se conservato a bassa temperatura. Se abbiamo una bevanda concentrata, possiamo semplicemente diluirla con acqua bollente per ottenere la bevanda calda, se invece abbiamo una bevanda già pronta per essere bevuta, possiamo riscaldarla dolcemente nel microonde.

Se riscaldato però, il cold brew rivela tutti i suoi limiti organolettici rispetto al caffè preparato a caldo. I fanatici del caffè freddo sono avvisati.”

Wcr lancia un catalogo online con le caratteristiche delle principali varietà di robusta

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catalogo WCR
Il logo del World Coffee Research

MILANO – Un catalogo online, accessibile gratuitamente, che censisce quasi cinquanta varietà di robusta, per aiutare i produttori a scegliere quella più adatta. Lo ha realizzato il World Coffee Research (Wcr), l’organizzazione no profit californiana, che promuove la ricerca collaborativa e lo sviluppo scientifico nel settore del caffè, a supporto dei produttori e delle popolazioni rurali.

Fondato nel 2012, il Wcr conta sul sostegno di oltre 170 aziende operanti nel settore del caffè, compresi i market leader mondiali dell’industria della torrefazione.

La sua mission comprende lo sviluppo di strumenti e risorse a sostegno del lavoro dei coltivatori, degli agronomi, dei selezionatori, dei torrefattori e dei responsabili politici.

Il Robusta Variety Catalog (disponibile a questo link) va ad affiancarsi all’analogo catalogo delle varietà di arabica, che il Wcr ha lanciato sin dal 2016.

Disponibile in inglese e spagnolo, esso offre i profili di 47 varietà di robusta – da origini quali Brasile, India, Indonesia, Uganda, Messico e Vietnam – declinati in base a oltre una ventina di variabili, tra cui: rendimento potenziale, statura, crivello dei chicchi, esigenze nutritive, origini, suscettibilità ai parassiti e alle malattie, ecc.

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IMF espone a Interpack la nuova versione della torrefattrice industriale automatica

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IMF RM120
Torrefattrice industriale automatica RM120 (immagine concessa)

DÜSSELDORF – IMF rafforza la propria presenza in Europa e nel mondo partecipando alla fiera internazionale dell’industria del processo e del packaging, Interpack 2023, principale destinazione per scoprire e toccare con mano tecnologie avanzate per il futuro della produzione alimentare e molto altro, in programma dall’4 al 10 maggio 2023 al Messe Düsseldorf, Germania.

IMF presente a Interpack

Durante l’esposizione sarà possibile ammirare uno dei modelli innovativi di torrefattrice industriale automatica IMF RM120 con spietratrice in acciaio. Tutti i modelli IMF sono dotati di un particolare sistema di ricircolo di aria calda pulita attraverso un’unica caldaia a doppia funzione, che consente di generare l’energia necessaria per il processo di tostatura e allo stesso tempo di ridurre le emissioni, garantendo così un notevole risparmio energetico con significativa riduzione dei costi di produzione.

Il controllo dei profili e l’impostazione dei parametri di tostatura sono garantiti dal software di gestione integrato sia nei modelli di taglia industriale sia in quelli di più piccola capacità, particolarmente adatte per specialty coffee.

Il team dell’azienda sarà a disposizione dei visitatori per far conoscere le soluzioni tecnologiche che si possono adottare nella progettazione di un’intera linea dedicata alla torrefazione, oltre alle peculiari caratteristiche innovative che rendono la tecnologia dell’azienda un prodotto unico nel suo genere.

imf macchine
Un particolare delle macchine IMF (immagine concessa)

Visitate lo stand IMF D59, Hall 4 al Messe Düsseldorf, Germania.