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giovedì 14 Novembre 2024
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Cristina Scocchia, illycaffè: “L’obiettivo è crescere nei mercati di Usa e Cina”

L'amministratore delegato: "Nonostante il caffè verde sia ancora venduto attorno a 195-200 dollari per libbra e malgrado non si siano ancora del tutto calmierati i prezzi delle materie prime, il primo trimestre è in linea con lo scorso anno, il che mi rende fortemente ottimista. Credo che ci confermeremo ancora in crescita"

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MILANO – I numeri del primo trimestre di illycaffè confermano la traiettoria di crescita riportata nello scorso esercizio. I ricavi sono in ulteriore progressione organica del 13,2% anno su anno, trainati da tutti i mercati (spicca il +27% degli Usa) e i canali distributivi (+26,3% nell’horeca).

Il rafforzamento sul fronte del fatturato, unitamente a una maggior efficienza operativa, si è riflesso in un progresso a due cifre anche per l’ebitda. A poco più di un anno dall’insediamento alla guida operativa dell’azienda della famiglia Illy e partecipata al 20% dal fondo di private equity Rhone Capital, l’amministratore delegato Cristina Scocchia ha fatto il punto con il quotidiano Milano Finanza.

Scocchia, quali aspettative avete per il prosieguo dell’esercizio?

“Nonostante il caffè verde sia ancora venduto attorno a 195-200 dollari per libbra e malgrado non si siano ancora del tutto calmierati i prezzi delle materie prime, il primo trimestre è in linea con lo scorso anno, il che mi rende fortemente ottimista. Credo che ci confermeremo ancora in crescita”.

Risultati che avete ottenuto senza scaricare eccessivamente il costo del caro vita sul consumatore finale…

“A gennaio 2022 abbiamo ritoccato il listino prezzi del 3%. Quest’anno, a marzo, abbiamo fatto altrettanto. Un 6% d’aumento medio nell’ultimo biennio, a fronte di costi cresciuti in una forchetta del 17-20%.

Ne sono fiera: quella di scaricare a valle il meno possibile il costo delle materie prime è stata una scelta molto responsabile. Il tutto pur mantenendo una marginalità a doppia cifra. Stiamo lavorando molto sulla crescita, soprattutto quella internazionale, e stiamo aumentando l’efficacia operativa dell’azienda. Sono queste due due leve a permetterci di minimizzare l’effetto dell’aumento dei prezzi sullo scaffale”.

Scocchia, entro fine anno aggiornerete il Piano strategico. La crescita per linee interne rimarrà un dogma o guarderete anche a possibile m&a?

“In 90 anni di storia il gruppo non ha mai fatto acquisizioni, ma mai dire mai. Il mandato che abbiamo ricevuto è di perseguire un piano di crescita organica, ma se ci saranno opportunità di certo le valuteremo”.

Tra le indicazioni del Piano, spicca la volontà di crescere in misura consistente negli Usa. Sarà confermata?

“Sono il nostro secondo mercato, danno il 15% dei ricavi e pesano la metà dell’Italia: è fondamentale che crescano e puntino al raddoppio. L’idea è crescere nell’horeca, dove stiamo facendo una campagna per acquisire nuovi clienti premium. Nella gdo abbiamo selezionato clienti alti di gamma -nomi del calibro di Kroger e WholeFoods- e nell’online puntiamo molto su Amazon. In maniera selettiva, quindi, stiamo rafforzando la distribuzione sia nel mass market sia nell’horeca. Non abbiamo invece in programma aperture dirette”.

Quale strategia adotterete per guadagnare quote di mercato in Cina, che oggi vale il 2% dei ricavi?

“Siamo presenti soprattutto sull’e-commerce, ma la verità è che per noi la Cina è ancora un mercato vergine. Uno degli obiettivi del 2023 sarà cercare di capire quale strategia adottare per crescere offline in quel mercato, sui segmenti horeca e modern trade. Il problema non è dove spingere, ma in che modo farlo: abbiamo una filiale che possiamo far crescere, oppure possiamo puntare su partnership con player locali. Queste sono le due opzioni sul tavolo”.

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