Le classiche edicole diventeranno veri e propri chioschi in cui comprare oltre i quotidiani anche prodotti alimentari. Ciò è reso possibile dalla proposta di legge Misure a sostegno della stampa e delle edicole, approvata dal Consiglio regionale della Puglia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Foggia Today.
L’evoluzione delle edicole pugliesi
BARI – Le tradizionali edicole si trasformano in chioschi multiservice e, accanto a quotidiani e periodici, potranno vendere anche prodotti alimentari e non, installare apparecchi automatici e finanche somministrare al pubblico alimenti e bevande.
A consentirlo è la proposta di legge ‘Misure a sostegno della stampa e delle edicole’, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Puglia.
Il primo firmatario è il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro, ma è stata sottoscritta da numerosi altri consiglieri.
La legge lancia un salvagente ad un settore in profonda sofferenza, ultimo anello di una catena, quella editoriale, che sta subendo da anni una crisi strutturale che ha portato ad una brusca contrazione delle vendite di giornali cartacei.
Lo spirito che muove la legge è, dunque, quello di consentire alle edicole pugliesi di ampliare la merceologia posta in vendita e i servizi offerti alla clientela, trasformando i punti vendita della stampa in veri e propri punti multiservizio per i cittadini.
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Gli scienziati dell’ETH Zurigo hanno sviluppato un cioccolato più salutare e sostenibile utilizzando l’intero frutto del cacao, incluso il guscio: questa innovazione promette di ridurre l’impatto ambientale e aumentare il reddito degli agricoltori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Ilaria Rosella Pagliaro per Green Me.
Il cioccolato più salutare prodotto dalla Svizzera
MILANO – Un cioccolato più salutare e sostenibile è stato inventato in Svizzera, e no, non c’è stato bisogno di Umpa Lumpa, fiumi di cioccolato o gomme magiche. I ricercatori dell’ETH Zurigo hanno rivoluzionato il modo di fare cioccolato, creando una dolcezza che potrebbe cambiare per sempre l’industria.
Grazie a questa scoperta, ogni parte del frutto del cacao viene utilizzata, riducendo gli sprechi e aumentando il reddito degli agricoltori.
Generalmente, per le nostre tavolette di cioccolato vengono estratti solo i semidi cacao e la polpa. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che anche il guscio del baccello di cacao può essere utilizzato, sostituendo lo zucchero granulato. La nuova ricetta prevede l’uso dell’endocarpo, lo strato interno del guscio del frutto, miscelato con parte della polpa che circonda i semi, per creare una dolce gelatina di cacao.
Kim Mishra, autore principale dello studio pubblicato sulla rivista Nature Food, spiega: “Ciò significa che gli agricoltori possono non solo vendere i semi, ma anche asciugare il succo della polpa e dell’endocarpo, macinarlo in polvere e venderlo. Questo permetterebbe loro di generare reddito da tre flussi di creazione di valore. E più valore si crea dal frutto del cacao, più sostenibile diventa”.
La produzione
Creare una ricetta perfetta per un alimento desiderato come il cioccolato richiede molta sperimentazione. Gli scienziati dell’ETH, in collaborazione con la start-up Koa e il produttore di cioccolato svizzero Felchlin, hanno trovato che il prodotto può contenere fino al 20% di gel di cacao, paragonabile alla dolcezza del cioccolato convenzionale con circa il 5-10% di zucchero aggiunto. Il cioccolato fondente regolare può contenere circa il 40% di zucchero in polvere.
Secondo i ricercatori, il nuovo prodotto a base di frutto del cacao è più salutare, grazie a un contenuto più elevato di fibre e a una percentuale ridotta di grassi saturi.
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MILANO – La passione per il caffè di qualità non conosce confini: ne è un esempio concreto Joanna Zerafa che nel suo Zizi Cafè a Malta ha deciso di servire specialty dalla Sicilia, esclusivamente targato Etna Roaster. Una collaborazione nata proprio dall’amore comune per questa materia prima e che si è tradotta in uno spazio da segnare nelle mappe dei coffeelovers in viaggio.
Joanna Zerafa è maltese e dopo tanti anni di studio all’estero ha sentito il bisogno di aprire qualcosa in proprio che fosse a contatto con la gente. Il suo primo battesimo sul caffè avviene a Melbourne, dove ha lavorato anche come barista e dove, racconta lei “Il caffè è qualcosa di serio”.
Zizi Café, dal soprannome di suo padre che in maltese significa carezza, vede la luce nell’ottobre 2021
Lo Zizi Café (foto concessa)
La realtà in cui si inserisce questa caffetteria specialty non è particolarmente avanzata sulla cultura del caffè: “Di specialty coffee shop se ne trovano soltanto due-tre realmente specializzati. In questo vuoto ho intravisto un’opportunità per promuovere un prodotto che è riuscito a farmi apprezzare il caffè. Volevo uno spazio, che per quanto piccolo fosse – Zizi Café è circa di 30 metri quadri – potesse diventare un posto intimo, familiare.”
Nonostante questa mancata diffusione dello specialty a Malta, la barriera posta dai consumatori non è stata particolarmente insormontabile: “E’ bastato servire una bevanda davvero buona per convincere i clienti, che hanno subito notato la differenza tra quello che di solito bevevano e quello che si serve allo Zizi Café. Quando parlo con le persone, si accorgono che c’è una solida formazione e conoscenza del prodotto alle spalle.”
Difatti l’offerta dello Zizi Café promette un’esperienza completa e diversificata
“Propongo origini diverse, dall’Etiopia al Kenya, dal Brasile alla Colombia sino all’Uganda e poi una miscela con Robusta (India Africa, Brasile, Etiopia, Uganda) e un blend 100% Arabica (Brasile, India Colombia Etiopia).
Un espresso in miscela in single shot costa 1.50, mentre le singole origini che servo solo in double shot costano 3.50. Qualcuno le vende a prezzi ancora più elevati di quelli che abbiamo fissato noi, con la differenza che la qualità non è al nostro stesso livello.
Non faccio solo espresso ma anche filtro, che qualcuno ogni tanto ordina.
Anche i tempi necessari per estrarre questi metodi alternativi non è un reale problema: la mia è una caffetteria dai ritmi lenti e qui le persone sanno già che devono aspettare per godersi buon caffè. I miei clienti non cercano una bevanda commerciale, ma sono più consapevoli della qualità.
Qui vengono tanti artisti musicali e il mio stesso ragazzo è musicista.
Il packaging d’artista (foto concessa)
Per questo abbiamo disegnato un pacchetto per il caffè del Kenya e sul sito si può ascoltare un brano fatto con i rumori d’ambiente della caffetteria. Abbiamo organizzato qualche serata in cui abbiamo servito un cocktail infuso con il caffè.”
Da Zizi Café la macchina espresso un’Appia Life Nuova Simonelli e il macinacaffè è l’All ground
Per quanto riguarda la questione personale, non sembra essere molto distante da quello che si trova in Italia: “Adesso che ho trovato un partimer formato le cose vanno meglio. Quest’anno sarà la prima volta che la caffetteria resterà aperta nonostante io vada via per qualche giorno.
È difficile ance a Malta trovare personale: la paga è solitamente bassa e molti che arrivano dal Nepal e dall’India vengono sfruttati. Ero contraria a questo modus operandi. Per fortuna la partimer che lavora con noi si è proposta da sola per lavorare con noi. Il ruolo del barista è stato sempre sottovalutato, ma ora con lo specialty coffee le cose stanno un po’ cambiando.“
Il pubblico del Zizi Cafè è variegato: “Vengono persone di tutte le età e genere: all’80% chi entra da noi lo fa ogni giorno anche più volte. A Marsa ci sono più maltesi che turisti”.
Nel futuro prossimo di Zizi Café?
“Abbiamo pensato ad organizzare in futuro dei workshop sull’aeropress, sul tasting, con gruppi di massimo 10 persone.
Inoltre, al contrario di quello che abbiamo fatto sino ad ora, stiamo pensando di tenere aperto tutti i giorni, anche il giovedì. Vorrei implementare altri eventi con la musica, e realizzare altri pacchetti disegnati da noi.”
MILANO – Remo Ottolina, il presidente di Altoga, Associazione torrefattori-importatori caffè, ha parlato con Radio 24 (Il Sole 24 Ore Radiocor) delle dinamiche che regolano il caro caffè e di come il fenomeno sarà diverso per tutte le aziende coinvolte in base a diversi fattori. Ottolina, sempre a Radio 24, spiega che portare sul prodotto i rincari della materia prima porterebbe in difficoltà le aziende soprattutto su alcuni mercati esteri, dove l’elemento prezzo diventa particolarmente significativo.
Leggiamo di seguito le considerazioni di Remo Ottolina con Radio 24 e riportate dal portale Borsa Italiana.
Remo Ottolina sul caro caffè
“Il caro caffè non è per tutti, sia per il prodotto che per il rincaro della tazzina. Il fenomeno sarà variegato e diverso secondo la realtà delle aziende coinvolte” spiega Ottolina a Radio 24.
Ottolina aggiunge: “C’è chi ha già ritoccato i listini, ci sono anche aziende che hanno dichiarato di voler aspettare, evidentemente perché hanno scorte a sufficienza per scommettere su un rintracciamento dei mercati”.
Il presidente di Altoga dichiara a Radio 24: “Le quotazioni di Robusta sono aumentate del 100% dallo scorso anno. L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per il caffè espresso, che utilizza una buona componente di Robusta che da’ la cremosità e gli conferisce corpo”.
Ottolina rivela sempre a Radio 24: “Chiaramente la mancanza di prodotto e i prezzi ci mettono in difficoltà. Ma portare sul prodotto i rincari della materia prima ci porterebbe complicazioni soprattutto su alcuni mercati esteri, dove l’elemento prezzo diventa particolarmente significativo”.
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MILANO – Daniele Dell’Orco è un antropologo culturale e ricercatore, specializzato nel settore alimentare con l’obiettivo di preservare e valorizzare la biodiversità agricola e selvatica. Nel 2013 fonda il laboratorio di Cacao Crudo, la prima azienda in Italia a produrre cioccolato crudo, situato poco lontano da Roma, a Palestrina (ne abbiamo parlato qui).
Dell’Orco è già comparso nelle nostre pagine parlando del suo progetto e dell’innovativo metodo produttivo che prevede l’uso esclusivo del pregiato cacao Criollo dall’Amazzonia Peruviana.
Dell’Orco parla quest’oggi del legame tra la tostatura del cacao, la salmonella e lo sviluppo dell’acrilammide, una pericolosa e cancerogena tossina spesso presenti nel cioccolato della grande industria e, in misura minore, nel caffè.
Secondo un parere non ufficializzato del Ministero della Salute, riporta Dell’Orco, la tostatura del cacao non equivale a togliere ogni pericolo dalla contaminazione da salmonella (che generalmente si pensa sia una diretta conseguenza della lavorazione a crudo) ma, al contrario, pone un altro problema che è quello dello sviluppo dell’acrilamide. Leggiamo di seguito l’opinione dell’esperto del cioccolato Daniele Dell’Orco.
Qual è il legame tra la tostatura del cacao e l’acrilammide?
“La tostatura in generale potrebbe portare allo sviluppo dell’acrilamide in diversi prodotti. Questo è un tema che riguarda soprattutto i prodotti da forno, il caffè e il cacao. Molti cioccolatieri credono che non tostare il cacao porti in automatico ad un problema microbiologico, in particolare alla salmonella.
Per togliere ogni dubbio abbiamo richiesto un parere al Ministero della Salute, che in seguito non è stato ufficializzato, il quale, in sintesi, spiegava che che effettuare la tostatura del cacao non equivale a togliere ogni pericolo dalla contaminazione da salmonella ma, al contrario, pone un altro problema: lo sviluppo dell’acrilammide.
Se si effettua un lavoro sbagliato nella tostatura, o si usano materie prime che hanno preso molta umidità, si potrebbe ottenere, ad esempio, un prodotto pieno di ocratossine, sostanze pericolose che possono portare persino allo sviluppo del tumore al fegato.
La tostatura perciò non è sinonimo di un cioccolato salutare poiché non toglie le impurità del prodotto. La tostatura può, in linea di massima, ridurre il rischio di salmonella ma se successivamente il prodotto viene gestito male i batteri possono riemergere.
Queste informazioni non sono ancora ben distribuite al grande pubblico e, spesso, neanche ai cioccolatieri stessi”.
In che misura è distribuito il problema dell’acrilammide oltre il settore del cacao?
“Se dovessero uscire delle leggi che limitano la vendita di prodotti con l’acrilamide o mettono livelli che giustificano il consumo di quest’ultima, molti prodotti verrebbero tolti. Anche il settore del caffè si porta dietro lo stesso problema ma in quantità molto inferiori poiché con l’utilizzo dell’acqua si riscontra meno acrilamide.
Ma una fetta biscottata dorata, colore risultato proprio dalla presenza di acrilamide, è molto più pericolosa del caffè.
Il cioccolato con un’alta percentuale di fave tostate comporta lo stesso problema presente nella fetta biscottata. Anche molti nutrizionisti e biologi riconoscono il problema ma risulta difficile cambiare l’approccio di produzione industriale di certi prodotti”.
MILANO – Prezzi dei robusta nuovamente alle stelle nei mercati del caffè: la situazione sempre critica in Vietnam, con una siccità che continua a fare danni, torna a mettere in tensione il mercato londinese, che si riavvicina ai massimi storici di aprile. In una settimana segnata dalla diffusione di report, stime, previsioni e statistiche riguardanti i principali paesi produttori, entrambe le borse tornano a salire.
Il rally di Londra (+10,6% rispetto al venerdì precedente) contribuisce a dare supporto anche a New York, che si rivaluta, a sua volta, del 5,6%.
Il contratto per scadenza luglio dell’IceRobusta ha guadagnato, nella seduta di venerdì 24 maggio, $73 chiudendo a 3.892 dollari, livello massimo dai primi del mese.
Nella seduta di giovedì si è raggiunto un intraday di 3.994 dollari, nuovamente vicino alla soglia stellare dei 4.000 dollari per tonnellata, superata per quasi due settimane nella seconda metà del mese scorso.
New York ha conosciuto un andamento più alterno. Il contratto principale (luglio) è volato a un massimo di 220,45 centesimi nella seduta di metà settimana, per perdere quasi il 2,2% (480 punti) nella giornata di giovedì, complici i dati positivi della seconda stima Conab per quanto riguarda il raccolto di arabica.
La settimana si è conclusa però in ripresa di 260 punti, a 218,25 centesimi, in una seduta il cui andamento è stato sostenuto soprattutto da fattori tecnici, oltre che dal già citato supporto fornito dalla borsa londinese.
Cosa succederà alla ripresa settimanale? Per saperlo dovremo aspettare sino a martedì, poiché oggi, lunedì 27 maggio, entrambi i mercati del caffè osserveranno una giornata di chiusura: l’Ice Arabica per la ricorrenza del Memorial Day e l’Ice Robusta per la festività dalla Spring bank holiday.
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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)
A Napoli gli esercenti dei locali potranno allestire sedie e tavolini anche sulle strisce blu a patto di pagare l’importo della sosta. Grazie alle nuove procedure online sarà più facile fare domanda. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Pierluigi Frattasi per il portale Fanpage.
Le nuove regole dei dehors a Napoli
NAPOLI – Ok a tavolini e sedie di bar e ristoranti anche sulle strisce blu, ma i gestori dei locali dovranno pagare oltre all’occupazione di suolo anche l’importo della sosta. Sarà più facile fare domanda, grazie alle nuove procedure online. Mentre dovranno essere eliminate le barriere architettoniche da gazebo e dehors.
Sono solo alcune delle nuove linee guida del nuovo Regolamento per l’occupazione di suolo pubblico del Comune di Napoli, approvato giovedì 23 maggio 2024, dalla giunta comunale guidata dal sindaco Gaetano Manfredi.
La Giunta comunale, su proposta dell’assessora al Turismo e alle Attività produttive, ha recepito nel “Regolamento per l’occupazione di suolo pubblico antistante gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e di vendita al dettaglio di prodotti alimentari confezionati e/o artigianali” il Disciplinare (approvato dalla Giunta nel luglio 2023) a seguito dello studio condotto dal tavolo scientifico.
Un lavoro a cui avevano contribuito i rappresentanti dell’Università Federico II, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, della Camera di Commercio, oltre che dell’Amministrazione comunale Coordinata dal prof. Mario Losasso.
Sono state definite specifiche regole tecniche ed estetiche per i dehors, a cui gli esercenti dovranno attenersi.
Il Regolamento individua 4 macro tipologie di dehor, distinte in base al tipo di attrezzatura impiegata e all’impatto sullo spazio pubblico:
Tipo A: allestimenti con arredi di base senza elementi di copertura.
Tipo B: allestimenti di tipo A con elementi complementari di copertura (ombrelloni e tende).
Tipo C: allestimenti di tipo A con eventuali chiusure superiori stabili, sistemi di delimitazione e/o elementi di livellamento con possibilità di chiusura su tre lati.
Tipo D: allestimenti di tipo A con struttura chiusa su più lati fino alla linea di gronda dell’elemento di copertura rigido.
I dehors di tipo C e D dovranno rispettare le norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche e risultare accessibili alle persone con limitata capacità motoria.
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ROMA – Il clima di fiducia scende nuovamente sotto la soglia 100 dopo oltre un anno. Si attesta a quota 87,6, nel I trimestre 2024. I giudizi sulle prospettive di breve termine sono segnati da incertezza. Leggiamo di seguito la nota informativa del Centro Studi della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi.
Le performance economiche (a seguito del lockdown non è stata effettuata l’analisi sul II trimestre 2020)
Le valutazioni sul primo trimestre sono caratterizzate da un segno negativo dei saldi. Il saldo grezzo delle risposte relativo all’intero comparto segna -5,6%, in flessione rispetto al 2023. Peggiore la situazione sulle performance delle singole imprese dove il saldo registra -19,4%.
Fipe: la clientela
I giudizi sull’andamento dei flussi di clientela sono in linea con quelle sul fatturato. Il saldo perde quarantuno punti rispetto a quanto rilevato nel 2023.
I costi
I costi di approvvigionamento e di vendita vengono dati in leggera flessione. I giudizi sulla dinamica dei prezzi delle materie prime registrano un decremento nei saldi delle risposte del 3,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre sui prezzi di vendita il decremento dei saldi è del 24%.
L’occupazione
Le valutazioni sulla dinamica dell’occupazione nel I trimestre sono sostanzialmente stabili (+0,9%) ma nel confronto con il 2023 il saldo è inferiore di 8,7 punti.
Le aspettative
Le aspettative per il II trimestre 2024 sono caratterizzate da un cauto ottimismo. Atteso un ulteriore rialzo dei listini.
Il clima di fiducia
L’indicatore sintetico del clima di fiducia nel I trimestre scende a 87,2 e si riposiziona sugli stessi livelli del III trimestre 2023.
CONEGLIANO (Treviso) – Dersut comunica che sono terminati i lavori per la realizzazione della nuova sede aziendale: un moderno stabilimento articolato in tre corpi, architettonicamente differenziati, che consentirà di dedicare i giusti spazi a tutte le aree aziendali, dalla produzione agli uffici, dal settore commerciale al settore della formazione.
La nuova sede di Dersut
La storica sede di Via Tiziano Vecellio non consentiva, infatti, di ampliarsi ulteriormente e l’azienda, in costante crescita e sviluppo, necessitava di nuovi spazi.
Da sinistra: Lara, Giorgio e Giulia Caballini (immagine concessa)
Un cantiere di oltre 31 mila metri quadrati, iniziato nel 2022, per un ambizioso progetto: migliorare l’efficienza del lavoro e della produttività e stimolare nuove idee per la sostenibilità e per il riuso dei materiali.
La costruzione della nuova sede è stata l’opportunità per valorizzare, a beneficio anche del territorio e della comunità, l’intera area localizzata in prossimità di altre realtà commerciali e produttive, che, al momento dell’acquisto da parte di Dersut, si presentava come una campagna abbandonata; sono state, infatti, realizzate anche importanti opere di urbanizzazione, come un percorso ciclopedonale, un’area adibita a parcheggio pubblico con postazioni per la ricarica delle auto elettriche, un parco verde ed uno spazio attrezzato per lo sgambamento dei cani di prossima cessione al Comune.
Il logo dell’azienda (immagine concessa)
In un’ottica di sostenibilità ambientale, tenuta sempre in grande considerazione dall’azienda, sono stati installati c.a. 280kW di pannelli fotovoltaici per alimentare uffici e produzione.
I lavori, però, non sono ancora finiti: il progetto prevede anche la realizzazione di una serra didattica per la coltivazione di piante di caffè e la ristrutturazione della vecchia casa colonica presente all’interno dell’area per trasferirvi il celebre Museo del caffè; in attesa del trasferimento il Museo resterà nella vecchia sede di Via Tiziano Vecellio, aperto, come sempre, a gruppi e comitive, su prenotazione.
La famiglia Caballini di Sassoferrato, con un po’ di nostalgia, saluta la sede storica, che lascia dopo ben 70 anni, ed è pronta a portare avanti la passione per il caffè con questa nuova avventura.
Il design dell’azienda (immagine concessa)
Dalla prossima settimana l’azienda sarà, infatti operativa nella nuova sede di Via San Giuseppe 46, sempre a Conegliano, città alla quale la famiglia è da sempre fortemente legata e nella quale ha voluto fermamente restare. Non è un caso che i colori giallo e blu del gonfalone e della bandiera della città siano anche quelli del logo della storica e rinomata torrefazione coneglianese.
A Milano, in piazza Beltrade 2, a pochi passi dal Duomo, apre la pasticceria e caffetteria Minuto Bauli. La specialità dello store sarà proprio il Minuto, un piccolo pandoro realizzato dai pasticceri Bauli. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Milano Today.
La pasticceria e caffetteria Minuto Bauli a Milano
MILANO – Bauli apre in centro a Milano Minuto Bauli, pasticceria e caffetteria che offre ai clienti il Minuto, uno speciale formato di pandoro in miniatura realizzato dai pasticceri Bauli e farcito al momento. Per la realizzazione dei Minuti servono pochi ingredienti, ma ben due giorni di lavorazione.
All’interno del nuovo negozio Bauli, che si trova in piazza Beltrade 2 a Milano a due passi dal Duomo, sono presenti i forni di lievitazione e cottura a vista. I Minuti vengono sfornati davanti al cliente e offerti direttamente caldi. Ogni dolce può essere farcito con diverse tipologie di crema e granella, mangiato direttamente in negozio dove sono stati inseriti alcuni tavoli con sedie, oppure portato via.
In occasione dell’inaugurazione della pasticceria vicino via Torino, Enrico Bauli ha raccontato a MilanoToday che il Minuto Bauli di piazza Beltrade è il primo di questo format ad aprire nel centro di una città. Scegliendo proprio Milano.
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