martedì 25 Novembre 2025
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Fairtrade International presenta il report sulle filiere del cacao in Costa d’Avorio, Sierra Leone e Ghana

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Novità per il mondo Fairtrade

PADOVA – Fairtrade International diffonde la quarta edizione del rapporto di monitoraggio del programma per il cacao dell’Africa Occidentale (WACP), un documento che fa il punto sull’omonimo programma attivato da Fairtrade nel 2016 e che mira a offrire ai coltivatori di cacao strumenti per migliorare la loro attività.

Il programma si concentra sulla formazione e sui servizi alle organizzazioni agricole specialmente negli ultimi anni, in cui l’industria del cacao ha visto numerose sfide acuirsi. Il cambiamento climatico, il fenomeno meteorologico El Niño, che ha generato grosse perdite in agricoltura, il numero di alberi malati in aumento, la competizione per il lavoro della terra rispetto ad altre attività economiche più redditizie, come l’estrazione illegale di oro, stanno ponendo grosse minacce al settore.

Il rapporto Fairtrade International sul cacao

Anni e anni in cui i coltivatori di cacao sono stati retribuiti meno dei costi di produzione hanno ridotto la loro capacità di rispondere a queste problematiche. In questo frangente Fairtrade ha sostenuto una significativa crescita nella formazione dei soci delle organizzazioni agricole in Costa d’Avorio, Ghana e Sierra Leone: nel 2023, un totale di 48.876 partecipanti, di cui 11.812 erano donne, il 24 percento, con un aumento del 22 percento rispetto ai dati raccolti nel 2022.

L’aumento riflette il successo di un approccio “a cascata”: Fairtrade Africa forma un gruppo di responsabili delle cooperative e agricoltori, i quali portano poi le nozioni acquisite nelle proprie organizzazioni e comunità per replicare autonomamente i moduli di formazione. In questo modo si accresce il numero dei beneficiari, consolidando le competenze all’interno delle organizzazioni.

Gli argomenti chiave della formazione sono diritti umani e dovuta diligenza ambientale, deforestazione, tracciabilità e trasparenza. I moduli sono specificamente progettati per il contesto del cacao dell’Africa occidentale e vengono regolarmente aggiornati.

Oltre a un’analisi approfondita della formazione, del supporto tecnico, del peer-to-peer learning e delle vendite per le piccole organizzazioni di coltivatori, il rapporto si è concentrato anche su programmi e case study.

Ad esempio la Fairtrade Young Cooperative Managers Academy, attiva in Ghana e Costa d’Avorio, che fornisce ai giovani competenze imprenditoriali attraverso incarichi pratici, formazione e affiancamento. Dwomor Boahene, membro dell’Asunafo North Cooperative Union, ha definito l’Accademia “un’esperienza che cambia la vita”. Oltre ad essere stato eletto membro del Consiglio di Sorveglianza/Comitato di Controllo all’interno della sua organizzazione, Dwomor ha formato le donne nelle comunità circostanti in modo che possano gestire le proprie piccole imprese e aprire conti di risparmio.

Un altro programma attivo in Costa d’Avorio è la Women’s School of Leadership (WSOL), un percorso di formazione che vuole migliorare le competenze di leadership di base delle donne e l’applicazione delle disposizioni sui diritti umani in materia di questioni di genere. L’iniziativa sta mostrando segni di grande progresso. Dal 2017, 205 laureate e laureati hanno condiviso le loro conoscenze e competenze con oltre 10.000 membri della comunità.

Alla Women’s School of Leadership gli studenti e le studentesse affrontano temi come lo sviluppo personale, il genere, la leadership, la diversificazione dei redditi, la gestione dei progetti, la negoziazione strategica, la gestione finanziaria e l’imprenditorialità. Dora Atiiga, laureata della WSOL, Kukuom Union, ha capito il suo ruolo di donna nella sua famiglia e nella sua comunità: nella cittadina di Asibrem non c’era un asilo per i bambini e quindi ha deciso di aprirne uno con le conoscenze e le competenze apprese alla WSOL.

Avviando questa scuola, Atiiga ha aiutato ad alleviare il carico di cura sui genitori della sua comunità. L’iscrizione alla scuola è aumentata da 14 bambini e due membri del personale ai 110 bambini e sei membri del personale.

Fairtrade ritiene che le cooperative abbiano un ruolo cruciale nella sostenibilità e nella crescita del settore del cacao. Perché ciò accada, è importante che gli agricoltori che appartengono alla cooperativa partecipino e ne abbiano fiducia.

Nel 2023, il 99 percento degli agricoltori ghanesi intervistati e il 92 percento degli agricoltori ivoriani pensavano di poter esprimere liberamente il loro pensiero nella loro cooperativa.

Con la crescita positiva e progressiva del WACP, Fairtrade continuerà ad affiancare le piccole organizzazioni agricole sul campo in attesa delle nuove richieste normative del Regolamento sulla Deforestazione dell’UE e della Dovuta Diligenza sui diritti umani e ambientali. Anche grazie alla partnership con l’azienda del settore Satelligence, che fornirà alle cooperative accesso ad analisi di rischio di deforestazione di alta qualità.

I dati per il rapporto WACP sono stati raccolti attraverso interviste con la direzione delle piccole organizzazioni produttrici e interviste a livello familiare con i loro soci.

La scheda sintetica di Fairtrade

Fairtrade è un grande movimento internazionale per la sostenibilità, i diritti umani e ambientali e una famiglia di Marchi di Certificazione. I marchi si trovano su prodotti come caffè, cacao, banane, ananas, tè coltivati o realizzati a condizioni che migliorano la qualità di vita degli agricoltori in Asia, Africa e America Latina. Fairtrade assicura un prezzo stabile alle organizzazioni agricole, il Prezzo Minimo Fairtrade, che permette di coprire i costi medi di una produzione sostenibile.

Inoltre, le organizzazioni ricevono una somma aggiuntiva, il Premio Fairtrade, per attivare progetti di interesse per le comunità agricole ad esempio per potenziare le tecniche produttive, acquistare mezzi o prodotti per l’agricoltura, costruire strade e infrastrutture, coprire spese per l’istruzione dei bambini e delle bambine, costruire ambulatori medici, pozzi per l’acqua potabile a beneficio delle loro comunità.

Complessivamente Fairtrade nel mondo rappresenta 1,9 milioni di agricoltori in 75 paesi. Parallelamente, sugli scaffali di negozi e supermercati di oltre 150 paesi nel mondo sono in vendita più di 30.000 prodotti finiti a marchio Fairtrade. Fairtrade International è l’organizzazione capofila del network. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Fairtrade Italia

Fairtrade Italia rappresenta i Marchi di Certificazione Fairtrade nel nostro paese dal 1994. Lavora in partnership con le aziende italiane, le supporta nell’approvvigionamento di materie prime certificate e nel consolidamento delle filiere dove sono stati rispettati i diritti dei lavoratori e dell’ambiente.

Attualmente in Italia sono in vendita circa 2.400 prodotti Fairtrade e il valore delle vendite di prodotti con almeno un ingrediente Fairtrade è di 580 milioni di euro. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Iiac rafforza la posizione in Cina ed è ospite d’onore della Free Trade Zone di Kunshan

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Cerimonia di consegna della menzione speciale da parte di Iiac al governo di Kunshan. Da sinistra: Chen Liyan, sindaca di Kunshan, Zhou Wei, segretario del Communist Party of China (CPC), Carlo Odello, presidente Iiac, Jerry Weng, presidente del Coffee And Beverage Committee of China - National Food Industry Association (immagine concessa)

KUNSHAN – Iiac – International institute of coffee tasters è stato ospite d’onore delle autorità cinesi della Free Trade Zone di Kunshan, cuore produttivo dell’industria del caffè cinese. Nella Free Trade Zone di Kunshan è infatti importato il 60% del caffè verde destinato al mercato cinese e prodotto il 60% del caffè tostato per il mercato nazionale.

Iiac ha consegnato il 16 maggio scorso alle autorità del governo di Kunshan la menzione speciale di “Capital of the International Coffee Industry” nell’ambito della cerimonia di apertura di Cofair 2024.

Il riconoscimento mira a rafforzare i legami tra Iiac e i vertici della Free Trade Zone di Kunshan in cui hanno sede aziende primarie del settore tra cui Starbucks, Luckin Coffee, Yizheng e Zhenjin. La Free Trade Zone di Kunshan si pone peraltro in una posizione strategica tra le città di Shanghai e di Suzhou.

“Il riconoscimento di Iiac alla città di Kunshan sottolinea la visione integrata delle autorità di Kunshan per sostenere lo sviluppo dell’industria del caffè cinese fornendo a quest’ultima condizioni favorevoli grazie alla Free Trade Zone di Kunshan – ha dichiarato Carlo Odello, presidente Iiac – E’ inoltre un ulteriore tappa nel rapporto che ci lega all’industria cinese del caffè e alle autorità del governo che stanno lavorando in sinergia con questa”.

Da quest’anno Iiac ha rafforzato la propria presenza con un proprio team dedicato di specialisti basati a Shanghai e una rete di formatori a livello nazionale che include professionisti cinesi di spicco. “Grazie alla nostra presenza fissa e in loco lavoriamo sul mercato cinese quotidianamente, essendo in grado quindi di sostenere lo sviluppo dell’industria tramite il nostro know-how trentennale – ha continuato Odello – Questo ci pone in una posizione assolutamente privilegiata perché non abbiamo intermediari ma possiamo osservare direttamente l’evolversi della situazione e sviluppare le nostre attività in modo più efficace e veloce”.

Secondo diverse stime il valore del mercato cinese del caffè potrebbe attestarsi nel 2024 a circa 30 miliardi di dollari, mentre il numero dei coffee shop avrebbe raggiunto 50.000 unità in tutto il paese.

“Il mercato cinese è particolarmente complesso perché vicino alle grandi catene, prima tra tutte Luckin Coffee con più di 16.000 locali, convivono migliaia di locali indipendenti. Senza dimenticare l’importanza assoluta dell’e-commerce, a cui le aziende dedicano una parte importante delle loro risorse umane e tecnologiche, e i segmenti ready-to-drink e instant coffee – ha commentato Odello – C’è sicuramente spazio e interesse anche per i marchi italiani a patto che comprendano a fondo le esigenze di un mercato molto distante da ciò a cui siamo abituati in Italia e si pongano in un’ottica estremamente dinamica”.

La scheda sintetica di Iac – International institute of coffee tasters

Iiac – international institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè.  Dalla sua fondazione IIAC ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo.

Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese. IIAC è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Palermo Coffee Festival: torna l’evento dedicato agli specialty coffee, al vino e all’olio, 01/06

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Il ritorno del Palermo Coffee Festival (immagine concessa)

PALERMO – Torna il Palermo Coffee Festival, la prima manifestazione in Italia interamente dedicata al mondo degli specialty coffee e alle filiere sostenibili del caffè, dell’olio e del vino, giunta quest’anno alla seconda edizione. Appuntamento sabato 1 giugno, dalle 10 alle 18 all’Orto Botanico di Palermo. Il festival è organizzato da Morettino, in collaborazione con CoopCulture e Orto botanico di Palermo.

Tra i viali dell’Orto botanico in scena circa 50 espositori selezionati tra le migliori micro roastery d’Italia, cantine vinicole siciliane e produttori di olio Evo. Al loro fianco presenti artigiani produttori di farine da grani antichi, di frutti tropicali, di tè e tabacco, di piante aromatiche officinali, di distillati siciliani fino al Cioccolato di Modica, che si ritroveranno insieme per raccontare una storia inedita di Sicilia, un’occasione unica per condividere idee e visioni con i veri protagonisti di tali intuizioni, in un teatro naturale di straordinaria bellezza come l’Orto botanico.

Il Palermo Coffee Festival

Lo scopo del Palermo Coffee Festival è quello di creare e diffondere cultura del caffè, bevanda tanto diffusa in Italia quanto poco conosciuta e valorizzata, mettendola a confronto con le filiere del vino e dell’olio, che grazie alla dedizione dei produttori e alla loro opera di divulgazione nel tempo, sono riusciti a creare consapevolezza e curiosità attorno ad esse.

Tante le similitudini tra il mondo del caffè, in particolare quello degli Specialty Coffee, micro lotti d’altura di caffè selezionati e di altissima qualità, e quelli del vino e delle produzioni agricole che saranno al centro del festival.

Il tema della seconda edizione del festival è “La Sicilia inedita”, fatta da visionari e coraggiosi produttori che hanno creduto nella nostra terra scommettendo su nuove colture o riscoprendo quelle perdute, valorizzandole e raccontandone l’identità. Da questa visione nasce il progetto sperimentale di coltivazione del caffè nativo siciliano, portato avanti da Morettino in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Palermo e l’Orto botanico, che sarà uno dei temi trattati durante l’evento.

“Siamo davvero entusiasti di poter realizzare la seconda edizione del Festival – racconta Andrea Morettino, quarta generazione della storica famiglia di torrefattori – che abbiamo voluto dedicare alla “Sicilia inedita”, secondo una visione che parte dalla sua straordinaria biodiversità e dalle sue profonde radici, ma che vuole guardare al suo futuro. La Sicilia è una terra unica che continua ad ispirarci ed a sorprenderci. Il caffè? Un simbolico momento di incontro, di dialogo e di piacere, che va gustato con il giusto tempo e la giusta consapevolezza”.

Andrea Morettino (immagine concessa)

Il festival è inserito nel calendario ufficiale degli eventi dell’Orto Botanico e di CoopCulture, che per l’occasione hanno creato un biglietto speciale per la visita del sito di 5 euro, ridotto rispetto alla normale tariffa di ingresso all’Orto botanico, che permetterà la partecipazione gratuita all’evento e la visita agli splendidi giardini. E’ possibile acquistare il biglietto online sul sito di CoopCulture o il giorno del festival in biglietteria.

Le masterclass

“Etica Slow Food, le coltivazioni di caffè in Sicilia e il clima che cambia” sarà il tema della masterclass dedicata alle filiere sostenibili del caffè e ai progetti della Slow Food Coffee Coalition, che apre la seconda edizione del Palermo Coffee Festival, alle 10.30 nell’area Ficus Magnolia. Si confronteranno Andrea Morettino, Erminia Nodari della Slow Food Coffee Coalition e Andrej Godina, tra i massimi esperti di Specialty Coffee in Italia e curatore della Guida del Camaleonte.

A seguire, dopo il grandissimo successo riscontrato nella prima edizione, tornano le masterclass di confronto caffè-vino, per esplorare le similitudini sensoriali tra le due bevande, in degustazioni uniche nel loro genere mai svolte prima in Italia. A guidarle sarà uno tra i principali esperti di vino in Sicilia: Luigi Salvo, sommelier AIS e giudice nei concorsi internazionali. Al suo fianco Andrej Godina, che condurrà i partecipanti nel confronto tra gli aromi del vino e quelli del caffè, e Arturo Morettino. Appuntamento alle 12 e alle 15, sempre nell’Area Ficus Magnolia.

La masterclass di caffè e vino (immagine concessa)

Si conclude alle 17 con una masterclass imperdibile: “Distillazione live del London Dry Gin siciliano”, guidata da Giuseppe La Fauci, maestro distillatore di Distilleria Giovi che, armato di alambicco, illustrerà tutti i passaggi nella creazione del Gin dalla materia prima al distillato.

La partecipazione alle masterclass è gratuita, ma riservata ad un numero limitato di persone, per cui è necessario prenotarsi sul sito palermocoffeefestival.it. Solo una email di risposta confermerà l’avvenuta prenotazione.

Educational e live show

Spazio anche ai Live Show e agli Educational. Nella Coffee Arena, dalle 10 alle 18, Sca Italy, l’associazione no profit con sedi in tutto il mondo che promuove la cultura degli Specialty Coffee, organizza “Coffee Boom”: giochi, quiz e momenti di approfondimento per imparare a dare il giusto valore al caffè che beviamo.

Alle 17 Andrej Godina e il team della Guida delle torrefazioni d’Italia inviteranno i partecipanti a scoprire tutti gli aromi contenuti in una tazza di caffè, con il “Gioco della Ruota degli Aromi”.

Durante tutta la giornata poi sarà possibile assistere ai Live show di due big del mondo del caffè: Federico Pinna, Campione italiano Barista 2024, e Matteo Beluffi, Campione italiano Latte Art e Brand Ambassador Alpro.

Si parlerà anche di Olio Evo con l’educational a cura della giornalista Maria Antonietta Pioppo, Wine master sommelier e Degustatrice ufficiale di olio Evo, con “Scopri la cultivar” e “Indovina l’intruso”, alle 11 nell’aria dei banchi di assaggio.

Alle 12 il Live show del maestro gelatiere Antonio Cappadonia, con la degustazione del gelato artigianale al caffè biologico Morettino.

I laboratori

L’educazione alla sostenibilità inizia fin da piccoli. Al Palermo Coffee Festival tornano i laboratori di Orto Capovolto, che alle 11 e alle 16 insegneranno ai bimbi a disegnare usando il caffè e a coltivare le carote sfruttando i benefici dei fondi di caffè. Il ticket per i laboratori può essere acquistato online sul sito di CoopCulture.

 L’Orto botanico e la visita al campo sperimentale del caffè

Icona del patrimonio storico culturale di Palermo, l’Orto botanico è un luogo unico al mondo. Dieci ettari di giardini tropicali nel cuore della città, con oltre 12 mila specie botaniche provenienti da tutto il mondo, che nel tempo sono riuscite ad adattarsi al clima siciliano. Qui, negli storici Giardini Coloniali agli inizi del Novecento le prime sperimentazioni di coltivazioni del caffè, che oggi a distanza di 120 anni si è deciso di riprendere en plein air, grazie alla collaborazione tra Orto Botanico, Università di Palermo e la torrefazione Morettino che da anni porta avanti il progetto della piantagione sperimentale di caffè in Sicilia. Durante l’evento sarà possibile visitare i giardini botanici, ammirare le storiche piante di Coffea Arabica alte oltre 3 metri e custodite nella Serra Carolina, e il Campo sperimentale del caffè che ospita 25 piante di Coffea Arabica.

Il programma

Coffee arena – piazzale Ucria

10 – 18 | Coffee Boom: giochi, quiz e momenti di approfondimento per imparare a dare il giusto valore al caffè che beviamo con Sca Italy

10 – 18 | Live show Vegan Latte Art con Matteo Beluffi, Campione italiano Latte Art e Brand Ambassador Alpro

Banchi di assaggio – Viale centrale

10 – 18 |Walk around tasting nelle aree Caffè, vino, olio e altre eccellenze

10 – 18 | Live show da Bugan Coffee con Federico Pinna, Campione italiano Barista

11 | Olio Evo Educational con Maria Antonietta Pioppo: “Giocando con le cultivar: trova l’intruso”

12 | Live show Antonio Cappadonia – degustazione del gelato artigianale al caffè biologico Morettino

17 | Live show con La Guida del Camaleonte “Gioco della Ruota degli Aromi”

Coffee masterclass – Area Ficus Magnolia

10.30 | Masterclass “Etica Slow Food, le coltivazioni di caffè in Sicilia e il clima che cambia”. Dibattito e degustazione di caffè della Slow Food Coffee Coalition con Andrea Morettino, Erminia Nodari (Slow Food Coffee Coalition) e Andrej Godina (Caffesperto)

12| Masterclass Caffè e vino a confronto: Degustazione sensoriale con Luigi Salvo (AIS Sicilia), Andrej Godina e Arturo Morettino.

15 |Masterclass Caffè e vino a confronto: Degustazione sensoriale con Luigi Salvo (AIS Sicilia), Andrej Godina e Arturo Morettino.

17 | Masterclass “Distillazione live del London Dry Gin siciliano. Conduce Giuseppe La Fauci, maestro distillatore Distilleria Giovi”

Kids coffee lab – aula didattica

11 | Laboratorio per bambini a cura di Orto Capovolto: Coffee Painting. Laboratorio artistico-creativo per creare un acquerello utilizzando i fondi di caffè (età 2+)

16 | Laboratorio per bambini a cura di Orto capovolto: Per fare un Orto…Laboratorio di orticultura creativa per imparare a coltivare le carote grazie ai benefici dei fondi di caffè (età 5+)

Cioccolato di Modica: in Sicilia potrebbe arrivare l’impianto per la produzione di pasta amara di cacao

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Le fave di cacao (Pixabay licensed)

A causa dei fenomeni speculativi legati al mondo finanziario ed ai meccanismi che stabiliscono il valore delle merci del cacao, prende corpo la possibilità di passare dalla fase che prevede la produzione di pasta amara di cacao in un impianto localizzato proprio nel territorio di Modica.

L’impianto in questione potrebbe essere una soluzione agli effetti provocati dalla ridotta capacità di fornitura di cacao dall’Africa causata da problematiche agronomiche. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Economy Sicilia.

L’impianto di produzione a Modica

MODICA (Ragusa) – Gli effetti provocati dalla minor capacità di fornitura di cacao da parte di Costa D’Avorio e Ghana, Paesi che da soli rappresentano circa il 70% della produzione mondiale, come conseguenza di problematiche agronomiche, dei cambiamenti climatici in corso e della diffusione di numerosi patogeni tipici dell’albero del cacao, ha innescato preoccupanti fenomeni speculativi legati al mondo finanziario ed ai meccanismi a questo connessi (future) che stabiliscono il valore delle merci.

Il dato allarmante rileva che la quotazione già in crescita a gennaio di circa 4.000 USD/Ton. è schizzata a marzo 2024 alla quotazione record di 10.000 USD/Ton. Tutto ciò senza che l’economia reale dei produttori di cacao abbia un benché minimo beneficio, tutt’altro.

A questo punto prende corpo la possibilità di passare dalla fase della progettazione di massima a quella del progetto esecutivo “Pasta Amara Modica”; un progetto già valutato nel corso del 2017 da parte del Direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica Nino Scivoletto insieme al dottor Davide Guarnaccia, Direttore scientifico comparto nutraceutico della Laerbium ed Esperto di cacao e Cioccolato, che prevede la produzione di pasta amara di cacao in un impianto localizzato proprio nel territorio di Modica.

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Latte art grading battle: Manuel Verdini, Fabio Wu e Marco Rendace vincono la terza tappa

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I vincitori della terza tappa (immagine concessa)

PARETE (Caserta) – La terza tappa della competizione Latte art grading battle si è conclusa a Parete, Caserta, in collaborazione con Caffè Saka. Diversi talentuosi artisti provenienti da ogni angolo d’Italia hanno preso parte a questa sfida. L’evento è stato curato da Andrea Villa e ha visto la partecipazione di quattro giudici esperti: Nicola Manzo, Maurizio Boi, Stefano Cevenini e Fabio Proietto, i quali hanno proclamato i vincitori nelle categorie verde, rossa e nera.

La terza tappa della Latte art grading battle

  • Vincitore livello nero:  Manuel Verdini
  • Vincitore livello rosso:  Fabio Wu
  • Vincitore livello verde:  Marco Rendace

Sono stati presenti numerosi partner dell’evento, tra cui Caffè Saka, Rancilio, Hemro, Recappuccio, Pulycaff, Motta, Clean Express, Brita, Ferri dal 1905, Toschi, Qwarzo e IPA, che hanno offerto premi e cadeau.

L’ultima tappa di selezione si terrà a Ragusa in Sicilia il 5 giugno 2024. Le iscrizioni chiuderanno giovedì 16 maggio 2024.

Per iscriversi basta cliccare qui

Coupe du Monde de la Pâtisserie 2025: Raimondo Esposito, Vincenzo Daloiso e Alessandro Fiorucci rappresenteranno l’Italia

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Da sinistra: Alessandro Fiorucci, Vincenzo Daloiso, Alessandro Dalmasso e Raimondo Esposito (immagine concessa)

MILANO – Dopo il brillante argento conquistato lo scorso gennaio a Parigi durante la Coupe d’Europe de la Pâtisserie 2024, dal duo composto da Raimondo Esposito e Vincenzo Daloiso, e guidato dal presidente del Club Italia, Alessandro Dalmasso, gli allenamenti proseguono senza sosta, in vista della finale della Coupe du Monde de la Pâtisserie 2025, la più grande vetrina del settore a livello internazionale.

Proprio per approdare al grande evento di Lione – previsto il 23 e 24 gennaio 2025 nel contesto del Sirha – e considerando i tempi stringenti e le cruciali dinamiche di squadra, il direttivo del Club Italia ha definito così il terzo componente: Alessandro Fiorucci, identificato come il profilo più affine e propenso all’impegno immediato richiesto, facente parte di coloro che si sono distinti nei recenti concorsi nazionali.

I preparativi per la Coupe du Monde de la Pâtisserie 2025

Secondo classificato al Campionato italiano di pasticceria seniores 2023, organizzato da Conpait a Sigep, il pasticciere romano classe 1991 e figlio d’arte – con mamma e nonno artisti e papà architetto – è nutrito da una profonda passione e una forte tensione verso la formazione tecnica. Dopo molteplici esperienze in varie realtà della capitale, oggi è attivo presso la pasticceria-bistrot F.lli Lattanzi, sempre a Roma.

Grazie ad uno spirito ambizioso e all’attitudine al lavoro di squadra, Alessandro va ad affiancare Raimondo Esposito e Vincenzo Daloiso, così da formare il Team Italy che rappresenterà la nostra nazione durante le 10 ore di competizione mondiale, con le quattro prove di degustazione e le tre prove artistiche.

Al momento gli allenamenti si focalizzano sullo sviluppo di nuove tecniche artistiche e nuovi abbinamenti di gusti che possano stupire la giuria internazionale e incidere sull’evoluzione del settore.

A sostenere il trio in questo impegnativo percorso di allenamenti, tutto il Club Italia è presente, sempre coeso e proiettato verso il futuro, in una visione plurale di evoluzione tecnica ed artistica del Made in Italy.

Inoltre dal 2023, proprio per confermare un progetto sempre più stimolante ed ambizioso, il Club Italia ha definito il gruppo di allenatori composto dai campioni del mondo Emmanuele Forcone, Francesco Boccia e Fabrizio Donatone (vincitori nel 2015), Lorenzo Puca, Andrea Restuccia e Massimo Pica (vincitori nel 2021), con il coordinamento del presidente del Club stesso, Alessandro Dalmasso.

Gli intenti del Club Italia

Su volontà di Gabriel Paillasson, fondatore nel 1989 della Coupe du Monde de la Pâtisserie, nell’aprile 2000 è stato istituito il Club Italia della Coupe du Monde de la Pâtisserie, con la finalità di selezionare, preparare ed accompagnare la squadra e la delegazione italiana a Lione.

Tutte le attività di promozione, selezione ed allenamento sono possibili grazie al sostegno e alla collaborazione di più protagonisti che credono nell’iniziativa, in primo luogo i soci fondatori del Club Italia, nonché partner: Agrimontana, CAST Alimenti, Conpait, Pasticceria Internazionale (Chiriotti Editori), Valrhona.

Senza dimenticare i partner ufficiali, grandi realtà di settore che con il Club Italia hanno creduto e credono nell’eccellenza dell’alta pasticceria tricolore: AMPI, Capfruit, Carpigiani, Corman, Debic, DRG Comunicazione, Eridania, Gedi Online, Gelecta, Gruppo Eurovo, Illy, Ilsa, Irinox, Molino Dallagiovanna, Olitalia, Sigep, Silikomart, Zanolli.

Un sentito ringraziamento va anche ai partner che, mettendo a disposizione strumenti, ingredienti e materiale per il miglior svolgimento degli allenamenti, contribuiscono al successo del Team: Artebianca, Bravo, Dynamic, Iceland, Sirman, Testo, Volcke Aerosol Italy.

Per saperne di più basta cliccare qui

Parla Federica Eterno, owner ed export manager di Simfed: “Anche se molto giovane, sono un punto di riferimento per chi lavora con me nell’azienda”

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Federica Eterno, owner e export manager di Simfed (immagine concessa)

MILANO – Federica Eterno, owner ed export manager di Simfed con i marchi Pop Caffè e Myspresso, capitana l’azienda ragusana specializzata nella selezione e tostatura del verde per la produzione di cialde e capsule indirizzate nel canale GDO attraverso il brand Myspresso e nel normal trade, con Pop Caffè.

Un percorso che Simfed sta intraprendendo sorretta da una struttura rinnovata ai suoi vertici: di recente è l’ingresso di tre nuove figure apicali rappresentati da Pietro Fici come direttore generale, Antonino Tripodi come responsabile GDO Italia e Daniele Grilli da responsabile vendite normal trade Italia.

Tutto pronto per crescere su un mercato che ancora non ha smesso di essere prediletto dai consumatori a casa.

Dal 1999 a oggi, il monoporzionato che è il vostro core business, come si è evoluto in termini di volumi e in relazione al tema sostenibilità?

“Nel corso degli ultimi anni questo settore sicuramente ha subito un’evoluzione importante per volumi e sostenibilità: il primo punto si spiega in quanto rappresenta ancora oggi un modo comodo per poter gustare un caffè di qualità e in porzioni individuali, rispondendo così alle esigenze del consumatore moderno che vive a ritmi frenetici.

La sostenibilità poi è diventata centrale negli ultimi tempi e c’è molto da fare. È un obiettivo importante quanto complesso, perché è difficile trovare ancora oggi un prodotto al 100% sostenibile che conservi la qualità del caffè.

Se effettivamente Nespresso c’è riuscita con il suo ultimo prodotto appena lanciato, sarebbe una rivoluzione per tutto il settore: ad oggi come Simfed non siamo riusciti a trovare un materiale che sia efficace anche in termini di qualità.

In ogni caso il monoporzionato resta un trend in crescita: oggi tutti abbiamo una macchinetta a casa e per questo rivoluzionare l’intero sistema alla base – come hanno provato a fare con Coffee B – non è sostenibile economicamente per le aziende che hanno già investito.

C’è da considerare inoltre che le capsule 100% compostabili hanno dei costi maggiori per chi le produce che inevitabilmente si riverserebbero sul consumatore finale.

Scendendo nel dettaglio di Simfed, la nostra produzione è per il 90% monoporzionato (capsule e cialde) e per il 10% in grani. Ad oggi il consumatore dei grani a livello domestico è più specializzato: i chicchi costano di più specialmente in questo momento e bisogna sapere usare gli strumenti per valorizzarli in tazza.

Le capsule invece vanno per la maggiore perché riprendono i brand più importanti oggi sul mercato. Un andamento particolare invece riguarda le cialde, che si consumano maggiormente nel Sud Italia e questo dipende sia dal fatto che il risultato finale è un prodotto più cremoso, con una buona percentuale di Robusta, sia perché esiste un’alta concentrazione di macchine a cialde che sono proprio realizzate al Sud.

La nostra cialda è in carta filtro compostabile e può essere buttata nell’umido e per il tema della sostenibilità potrebbe dunque intercettare un target diverso: per questo potremmo prevedere una loro crescita.

Al momento stiamo cercando soluzioni sostenibili anche per quanto riguarda il packaging o
nell’uso di tecnologie che hanno un impatto minore dal punto di vista energetico.”

Quali sono i volumi di questo mercato?

“Il mercato delle cialde e delle capsule rappresenta oggi il 40% di quello totale nel settore caffè, ma è un trend sempre più in crescita. La produzione di caffè monoporzionato, inclusa l’esportazione di capsule specialty, è cresciuta del 3,4% nel 2022, mentre nel 2023 la crescita è stata all’incirca del 2%.

Nello specifico, rispetto all’anno precedente, nel 2023 le capsule sono cresciute all’incirca di +8 punti percentuali, bene anche per il mercato delle cialde compostabili che mostrano dei trend positivi e si attestano intorno al +15% a volume.

Per quanto riguarda il mondo delle capsule speciality, invece, è un trend in crescita molto interessante, e i volumi si aggirano intorno al +1-2% annuo, nel nostro mercato di riferimento, mentre all’estero la crescita è molto più veloce.”

Una domanda più orientata su di lei, così giovane e già owner e export manager di Simfed: ci racconta il suo percorso professionale che l’ha portata ai vertici di un’azienda così importante?

“Il mio percorso personale è dato da un’esperienza diretta sul campo, impegno e passione per l’industria alimentare. Sono cresciuta all’interno dell’ambiente familiare di Simfed e ho avuto sin da piccola la possibilità di esser coinvolta nelle attività aziendale.

Questo mi ha permesso di sviluppare una comprensione profonda del settore. A questo possiamo aggiungere che sono curiosa per natura e questa mia caratteristica sicuramente mi ha portato ad informarmi sul business e l’industria.

Mi sono così laureata in ambito manageriale e la mia stessa formazione mi ha portata all’esplorazione di nuove culture, mercati, delle abitudini dei consumatori in luoghi diversi.

Oggi, sicuramente, ricopro un ruolo di leadership ed è molto gratificante: pur essendo molto giovane sono un punto di riferimento per chi lavora con me. Dopo un’esperienza all’estero ho avuto campo libero e questo ha creato un’immagine di me apicale, un ruolo che non mi turba: sono anzi determinata e voglio fare sempre di più.”

Simfed può produrre circa 30 tonnellate di caffè giornaliero: è un problema per le emissioni rilasciate nel processo?

“E’ una capacità produttiva importante ed è una fortuna. Produciamo e mandiamo quasi giornalmente queste quantità ad alta rotazione, ma questo non deve spaventare: contiamo su agenzie specifiche che si occupano dei controlli sulle emissioni ogni tot mesi e quindi siamo garantiti e certificati. Anche la canna fumaria è stata realizzata in modo da ridurre al minimo i fumi.”

Simfed attraverso i marchi Pop Caffè, Expré e My Espresso, è presente rispettivamente nel Vending e GDO: quale di questi canali è più in espansione per quanto riguarda il monoporzionato e i grani?

“I nostri tre brand al momento sono presenti in tutta Italia in modo molto omogeneo. Per ora lo sviluppo da implementare è nella GDO. Oggi il normal trade (negozi specializzati di capsule) rappresenta un ambiente più specifico e specializzato che garantisce una maggiore selezione e qualità dei prodotti e attira per questo una fascia di consumatori più attenti, disposti a pagare di più per un caffè green.

La GDO ha una crescita più lenta e il nostro brand si sta evolvendo per attirare l’attenzione di nuovi buyers.

Con questo obiettivo abbiamo riformato negli ultimi mesi la nostra struttura organizzativa con l’entrata dei nuovi manager, tra cui il responsabile commerciale GDO Italia che appunto ci sta aiutando ad espanderci su questo canale.

Abbiamo avuto delle difficoltà ad affermarci nei supermercati, perché purtroppo è un campo in cui si tende a fare una guerra sui prezzi che noi non vogliamo cavalcare. Dall’altra parte, sugli scaffali si trovano i grandi brand: noi dobbiamo inserirci nel mezzo tra questi due poli e già per il 2025 vorremmo aumentare almeno del 20-25% nel GDO.”

Cosa richiedono maggiormente i vostri clienti? La torrefazione e creazione di miscele o il loro incapsulamento?

“A oggi, molti clienti richiedono le nostre miscele che costituiscono una buona gamma di qualità: 5 blend più una linea di bevande solubili. Il private label rappresenta un 20% del fatturato e siamo flessibili: cerchiamo con il cliente di sviluppare dei prodotti che sono il più personalizzato possibile, sia per quanto riguarda i pack che le miscele stesse.

L’80%, invece, è formato dai clienti che vogliono direttamente delle miscele a marchio Pop Caffè da vendere nei propri negozi. Si è ribaltata la situazione rispetto ai nostri inizi, quando le percentuali erano inverse (20% con il nostro brand, 80% di personalizzazione). Questo è stato frutto dei nostri sforzi per rendere il nostro brand riconoscibile.

L’anno scorso il nostro fatturato è stato di 18 milioni.”

Quali sono le innovazioni di questo particolare mercato e quali sono le strategie messe in campo da Simfed per cavalcarle (magari anticipandole)?

“Come accennato prima, i due principali temi su cui tutti stiamo insistendo sono la sostenibilità e le innovazioni tecnologiche. Come Simfed stiamo investendo su soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e quindi l’introduzione di capsule al 100% compostabili o di programmi di riciclo efficienti. Per quanto riguarda i nuovi prodotti ci stiamo muovendo verso creazioni che soddisfino le esigenze specifiche dei consumatori, con nuove miscele e l’indicazione di diversi Paesi d’origine.”

Avete mai pensato di occuparvi anche di capsule specialty?

“Faccio una premessa: è vero che anche le capsule specialty sono un trend in crescita – i numeri che ho citato prima ne sono una dimostrazione – e per questo stiamo osservando l’andamento di questo mercato che però, al momento, resta troppo di nicchia. Ora le condizioni critiche del mercato del crudo non ci permettono di sviluppare anche questo segmento. Non sarebbe per noi sostenibile economicamente, per ora.”

Avete pensato o penserete ad un sistema di raccolta e smaltimento delle capsule esauste?

“Ci stiamo ancora lavorando e continuiamo a studiare l’implementazione di un sistema di raccolta e smaltimento, cercando di offrire un modo semplice e responsabile per gestire le capsule esauste. Trovare la maniera di strutturare una filiera di fine vita è difficile e per adesso dobbiamo appellarci al senso civico del singolo cittadino.”

È un momento molto difficile per tutte le torrefazioni, prezzi alti, margini ridotti: voi come state affrontando la situazione?

“È vero: stiamo affrontando un periodo complesso tra rincari sul crudo, le tensioni sul Mar Rosso che allungano i tempi di consegna. Noi di Simfed stiamo affrontando questo contesto con determinazione: abbiamo garantito una fornitura costante, evitando le mancanze e garantendo la stessa qualità della materia prima.

Abbiamo chiuso dei contratti anticipando le tempistiche e così ora non ci troviamo scoperti.

Paradossalmente, proprio in questo momento critico per tanti, noi stiamo incrementando le vendite del 20% anche perché abbiamo deciso di assorbire una parte dei costi per avere un minore impatto sul consumatore finale, riducendo i nostri margini.

Certo siamo stati costretti ad applicare dei piccoli aumenti sul nostro listino, ma li abbiamo limitati il più possibile. Continuiamo a crescere grazie ai nostri clienti che si fidano di noi.”

Conab: produzione del Brasile in ulteriore ripresa (+6,8%) a 58,81 milioni di sacchi nell’annata 2024/25

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Conab produzione Brasile
Il logo di Conab

MILANO – Migliorano le prospettive produttive del Brasile, ma il raccolto di robusta potrebbe rivelarsi inferiore alle aspettative iniziali: Conab ha presentato, ieri mattina (23 maggio), i risultati della seconda stima ufficiale del raccolto brasiliano 2024/25, che è iniziato a marzo e si concluderà a settembre.

La produzione è ora stimata in 58,81 milioni di sacchi: circa 800 mila in più rispetto a quanto indicato nella prima stima diffusa a gennaio.

Più ottimistiche le previsioni per gli arabica, elevate di quasi 1,4 milioni di sacchi; più pessimistiche quelle sui robusta, tagliate di 600 mila sacchi circa.

Ma andiamo con ordine: come già detto, la produzione è stimata in 58,81 milioni di sacchi: il 6,8% in più rispetto al 2023 e il 15,5% in più rispetto alla precedente annata positiva del 2022, che fu però condizionata negativamente dagli eventi climatici degli anni precedenti.

Nella tabella sottostante, il riepilogo generale della stima Conab (cliccare sulle tabelle per ingrandirle)

La produzione di arabica è stimata in 42,1 milioni di sacchi: l’8,2% in più rispetto a un anno fa. La produttività raggiungerà i 27,7 sacchi/ha, in crescita a sua volta del 5,9%.

L’area produttiva è di 1,52 milioni di ettari, in parziale espansione (+2,2%) sull’annata precedente. Di seguito, la tabella con la stima relativa agli arabica.

La produzione di robusta sale a 16,71 milioni di sacchi: un incremento del 3,3%. La produttività raggiunge i 43,6 sacchi/ha (+4,5%). L’area produttiva segna una lieve contrazione (-1,1%), a 383.600 ettari. Ecco la stima per i robusta.

Stato per stato

La produzione del Minas Gerais cresce del 4,1%, a 30,2 milioni di sacchi, per effetto di un incremento dell’1,4% della produttività, che raggiungerà i 27,2 sacchi/ha e di un’espansione dell’area produttiva del 2,6%, a 1,11 milioni di ettari.

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Matteo Borea: “Ecco come aumentare l’incasso nel proprio bar del 135%”

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matteo borea
Matteo Borea

Matteo Borea, Barista Coach e terza generazione della torrefazione La Genovese di Albenga (Savona), spiega in un’approfondita e interessante analisi come far crescere il proprio business grazie ai consigli di Jay Abraham, consulente internazionale di marketing e business strategy. Borea, in particolare, si focalizza su tre punti evidenziati da Abraham: aumentare il numero dei clienti, incrementare il valore medio di vendita e, infine, accrescere la frequenza di acquisto dei clienti. Leggiamo di seguito la sua analisi.

Come far crescere la caffetteria

di Matteo Borea

ALBENGA (Savona) – “Scommetto che la tua prima reazione quando pensi a come aumentare i guadagni del tuo coffee shop è qualcosa tipo: “Devo trovare più clienti. Subito.” È naturale, è l’istinto. È come quando ti trovi davanti ad un orso bruno incazzato e la tua prima reazione è correre veloce come il vento urlando aiuto.

È ora di scuotere questo vecchio modo di pensare e agire come il Barista che decide di sostituire il caffè scadente con una miscela premium.

Jay Abraham, una sorta di Yoda del marketing, ci illumina con una saggezza tanto semplice quanto illuminante ma troppo spesso ignorata: esistono solo tre modi per far crescere un business. E sono questi:

1) Aumentare il numero dei clienti

2) Aumentare il valore medio di vendita

3) Aumentare la frequenza di acquisto dei clienti

Ti sembra ovvio? Eppure sono certo che se continui a leggere ti sentirai un’idiota per non averci pensato prima (come è successo a me). Quello che sto per dirti deve diventare la tua nuova bibbia, solo che, a differenza dei buoni vecchi precetti biblici, questa non ti puoi permettere di ignorarla senza subire le conseguenze.

La maggior parte dei gestori di coffee shop (ma anche di altri business) si impantana nella caccia al cliente nuovo, ignorando le pepite d’oro che già hanno sotto il naso.

E questo, lascia che te lo dica, è un tragico, gigantesco, colossale errore.

Ti farebbe schifo incassare il 135% in più in soli 3 mesi?

Allora leggi qui di seguito perché non solo ti spiegherò come utilizzare le 3 strategie di J. Abraham ma ti dimostrerò, numeri alla mano, esattamente come ottenere il 135% in più di incasso in 3 mesi sfruttando al massimo le risorse che hai già e senza spendere una fortuna.

Strategia 1 – Come aumentare il numero di clienti

Prima di saltare a piedi uniti su questa strategia come un bambino su una pozzanghera, calma e gesso. Aumentare il numero dei clienti è l’obiettivo ovvio, la tentazione irresistibile per ogni proprietario di coffee shop che si rispetti.

Vuoi che il mondo intero passi dalla tua porta, ordini un doppio Espresso, e si innamori del tuo arredo in stile industrial chic. Capisco, davvero. Ma ecco la verità nuda e cruda come un chicco di caffè verde: questa strategia può rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Prima di tutto, non svendere l’anima per qualche like in più sui social o per far sedere qualche culo in più sulle tue sedie. Le tue promozioni e eventi devono gridare “Noi siamo noi” e non “Siamo disperati, per favore venite”. Collabora con business che fanno cose fighe come te, crea eventi che fanno dire ai tuoi clienti, “Wow, dovevo esserci!”, e mostra sui social cosa rende unico il tuo caffè.

E attento a non trasformare il tuo team in un branco di zombie sopravvissuti a una maratona di lavoro. Aumentare i clienti senza avere le risorse per gestirli è come invitare cento persone a cena e poi scoprire che hai solo due bistecche nel frigo. Risultato? Un disastro annunciato.

Attirare nuovi clienti è spesso una battaglia costosa. Pubblicità, promozioni, eventi speciali e chi più ne ha più ne metta, tutti questi costano non poco denaro e risorse. Basti pensare ai costi del personale. Investire in una forza lavoro in più senza una strategia solida di rientro può portarti in un territorio finanziario pericoloso, dove la crescita delle vendite non tiene il passo con l’aumento delle spese.

Questo non vuol dire che non dovresti cercare nuovi clienti. Ma ti sfido a pensarci come parte di un piano più ampio, più equilibrato, che tenga conto anche del mantenimento e della crescita del valore di quelli che hai già.

È un po’ come preparare un espresso perfetto: la dose, macinatura, la temperatura, tutto deve essere bilanciato al punto giusto.

In breve: vuoi più clienti? Fai in modo che ogni nuovo arrivo non solo venga nel tuo locale, ma che si innamori di quello che fai. Altrimenti, è solo un numero in più oggi e un cliente in meno domani.

Strategia 2 – Aumentare il valore medio di vendita

Parliamoci chiaro: aumentare i prezzi è la prima cosa che salta in mente quando pensi a come far spendere di più ai tuoi clienti, vero? Alzi il prezzo di un cappuccino di qualche centesimo e voilà, marginalità maggiore. Questa è una di quelle decisioni che possono sembrare geniali ma in realtà è come giocare alla roulette russa: prima o poi, la pallottola parte e per qualcuno si mette male.

Invece di precipitarsi a giocare con i prezzi, cosa che può facilmente alienare la tua clientela fedele, pensa in termini di valore.

“Come puoi aumentare il valore di ciò che vendi, in modo che i clienti siano felici di spendere di più?”

Scriviti questa domanda dove puoi leggerla ogni giorno. E fallo.

Attenzione a non cadere anche nel trabocchetto del taglio costi alla talebana e di fare economia sulla qualità. Sono strade che possono sembrare allettanti ma che portano ad un vicolo cieco.

Invece di semplicemente alzare i prezzi, utilizza le tecniche di cross-selling e up-selling. No, non sono le solite americanate e se lo stai pensando ti consiglio vivamente di cambiare subito approccio.

Queste tecniche consentono di aumentare il valore dello scontrino medio offrendo ai clienti opzioni complementari o superiori di ciò che già stanno acquistando. E il bello è che non ti costano nulla se non la paura di “proporre”.

Basta con il solito caffè accompagnato da un biscottino triste (gratis). Se vuoi davvero fare up-selling e cross-selling che si rispetti, devi uscire dai tuoi schemi mentali e non si tratta di fare piroette o inventare supercazzole. Si tratta di “chiedere” e offrire qualcosa che aumenti il valore dell’esperienza.

Togliti dalla testa l’idea che offrire un’alternativa, proporre un prodotto in accompagnamento o qualcosa di nuovo equivalga a rubare. Si, perché questa è la verità. Se abbiamo paura a “vendere” è perché pensiamo che vendere sia sbagliato, sia fregare il cliente, sia manipolarlo.

Prima ti allontani da questo condizionamento limitante, meglio è.

Per esempio, se un cliente ordina un caffè, perché non suggerire un dolcetto fatto in casa con cui si abbina perfettamente? O perché non proporre di sperimentare una tazza di qualità superiore o un’estrazione alternativa per un piccolo extra? Non lo fai mai, ma se lo facessi il tuo incasso cambierebbe di molto alla fine dell’anno.

Valorizza l’esperienza, non solamente il prodotto”.

Un altro modo per aumentare il valore medio di vendita è elevare l’esperienza complessiva del cliente. Questo potrebbe significare anche investire nell’ambiente del tuo locale, migliorando l’atmosfera o anche la qualità del servizio. Senza dover per forza spendere un patrimonio. Investi in qualità e innovazione e vedrai che non appena i tuoi clienti percepiranno il valore aggiunto, non avranno problemi a spendere qualcosa in più.

I problemi sono solo nella tua testa.

Strategia 3 – Aumentare la frequenza di acquisto

Questa è la strategia più sottovalutata, lasciata in un angolo mentre tutti corrono dietro ai nuovi clienti. Dimentica l’idea che i clienti entrino nel tuo coffee shop per caso.

No, il tuo locale non è una fermata del bus, è una destinazione.”

Aumentare la frequenza con cui i tuoi clienti abituali tornano è come trovare una miniera d’oro nello sgabuzzino. Parliamo di far tornare le persone più spesso, senza dover spendere un patrimonio in pubblicità.

Inizia con il conoscere davvero i tuoi clienti. Non in modo superficiale, ma capire cosa amano del tuo locale, cosa odiano, e cosa li farebbe tornare più spesso. Hai mai pensato di chiedere direttamente a loro? Magari con un questionario anonimo che possano compilare mentre sorseggiano il loro caffè preferito.

Potresti scoprire che desiderano dettagli che non avevi considerato, o servizi che pensavi inutili ma che in realtà attirerebbero come magneti. Una volta che hai queste informazioni, agisci. Se i tuoi clienti amano i dolci, daglieli. Se scopri che amano passare da te per una pausa veloce, organizzati.

E non dimenticare i programmi di fidelizzazione. Sono un classico per una ragione: funzionano. Rendi il passaggio al tuo coffee shop una parte irrinunciabile della loro giornata. Offri piccoli incentivi per una visita nel pomeriggio, un dolce gratuito con l’acquisto di un caffè dopo le 15:00, o una promozione per chi porta un amico.

Offri promozioni imperdibili, prodotti gratis dopo un certo numero di acquisti, o accesso a eventi esclusivi. Fai sentire i tuoi clienti parte di qualcosa di speciale, e loro non solo torneranno, ma porteranno anche i loro amici e colleghi.

Ora, aumentare la frequenza di acquisto non è solo una questione di offrire qualcosa in più, ma di creare una vera e propria esperienza che i tuoi clienti non vedono l’ora di ripetere. È qui che il gioco si fa interessante, perché non stai più solo vendendo caffè; stai costruendo una comunità.

La svolta

Se pensi che il tuo business debba ricevere una bella scossa, allora osserva attentamente questa tabella e lascia che siano i numeri a parlare, perché, come ben sai, i numeri non mentono mai.

incasso borea
L’ipotesi di aumento mensile (dati concessi)

Guardiamo a tre scenari differenti, estratti direttamente dalla tua attività quotidiana, che dimostrano l’efficacia di questo approccio:

Nell’ipotesi 1 incrementi solo il numero dei clienti del 10% ogni mese (se ce la fai). Dopo tre mesi, l’incasso aumenta 33%.

Nell’ipotesi 2 aumenti del 5% al mese sia il numero dei clienti sia lo scontrino medio e la frequenza di acquisto. Il risultato? L’incasso salta a +55.%. Già meglio, vero?

Osserva ora l’ipotesi 3. Sei audace e aumenti tutte e tre le variabili del 10% al mese. L’effetto è esplosivo: l’incasso aumenta del 135%. Ti fanno schifo €23.500 in più? Io non credo…

Ora, se il tuo obiettivo è dare una vera e propria svolta al tuo coffee shop (e al cassetto), non c’è dubbio su quale strada percorrere. Lavorando su tutti gli aspetti del tuo business, l’interesse composto trasforma la crescita in modo esponenziale. Non stiamo parlando di piccoli cambiamenti; stiamo guardando a una trasformazione radicale.

Non è questione di credere a me; guarda i numeri, fai i tuoi calcoli e vedrai che questa è la strada da seguire se vuoi che il cassetto della tua cassa inizi a cantare.

“Ricorda, i più grandi successi non vengono dalla capacità di seguire la corrente, ma dall’ardire di nuotare contro”.

Se sei arrivato fino a questo punto è perché sai di poter migliorare e probabilmente vuoi spingerti oltre. Se vuoi scoprire strategie specifiche, approfondire come personalizzare ulteriormente la tua offerta e sei pronto a fare una revisione completa del tuo approccio al business ti consiglio di valutare una consulenza di bar management con me”.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

MUMAC celebra la Notte degli archivi con l’edizione speciale del Coffee Escape, 07/06

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mumac coffee
L'edizione speciale del MUMAC Coffee Escape (image provided)

BINASCO (Milano) – Venerdì 7 giugno, dalle 18:30 alle 23:00, MUMAC, Museo della Macchina per caffè di Cimbali Group, aprirà le sue porte in concomitanza con la nona edizione de la Notte degli archivi, realizzata dall’associazione culturale Archivissima, il cui tema di quest’anno è #Passioni.

In occasione della Notte degli archivi 2024, MUMAC annuncia un’edizione speciale del suo evento esclusivo MUMAC Coffee Escape, che solo in questa occasione prevede un turno aggiuntivo fino alle ore 23.00.

Questa speciale proposta, prevista per tutti i partecipanti di ogni turno inserito a calendario, offrirà a tutti gli appassionati di conoscenza e di intrattenimento ludico-culturale un’opportunità unica per esplorare e approfondire ancor più la propria passione per il mondo del caffè attraverso un’esperienza interattiva e coinvolgente: la MUMAC Coffee Escape Special Edition.

L’iniziativa è stata progettata appositamente per celebrare la Notte degli Archivi, integrando elementi storici e culturali con l’arte della preparazione del caffè, creando una straordinaria occasione per immergersi nell’affascinante mondo del caffè e della sua storia con un’avventura intrigante che porterà i partecipanti a risolvere l’enigma finale e a svelare i segreti nascosti nel cuore del museo.

Infatti, al termine della Special Edition, e solo in questa occasione, sarà possibile non solo risolvere gli enigmi che consentiranno di sventare un imminente crimine, oggetto della MUMAC Coffee Escape, ma anche di scoprire il punto di origine dove tutto ha avuto inizio: l’importante archivio storico del museo.

Insomma, un tassello aggiuntivo all’esperienza che interessa quello che è il luogo preposto a conservare, studiare e divulgare la conoscenza della storia della macchina per caffè espresso professionale.

MUMAC Coffee Escape è la prima escape room all’aroma di caffè ideata da MUMAC, il più importante museo che racconta l’evoluzione storica delle macchine per caffè espresso, e da MUMAC Academy, centro di formazione e luogo di riferimento per professionisti del mondo del caffè e coffee lover. Un’esperienza unica nel settore, che tutti gli appassionati di caffè o di escape room, ma non solo, possono vivere in un luogo inedito: un mandante, un crimine da sventare, un oggetto prezioso ed un luogo lontano sono gli intriganti ingredienti di MUMAC Coffee Escape.

L’esperienza è articolata in due diverse tipologie, Mystery e Investigation, che permettono di vivere l’esperienza su due diversi gradi di complessità e durata: con la proposta Mystery – della durata di un’ora– l’avventura si snoda esclusivamente all’interno delle 7 sale espositive di MUMAC, con la proposta Investigation, della durata massima totale di due ore è previsto l’accesso all’interno delle esclusive aree esperienziali di MUMAC Academy.

Un terzo luogo, l’Archivio storico, dove la passione per il mondo del caffè trova il punto di origine, sarà protagonista della Special Edition (per tutti i turni previsti nella serata e per tutte le tipologie di Coffee Escape scelta, senza costi aggiuntivi).

Le prenotazioni possono essere effettuate sul sito ufficiale cliccando qui.

La scheda sintetica di MUMAC – Museo della Macchina per Caffè di Cimbali Group

Nato nel 2012 in occasione del centenario della fondazione dell’impresa da parte di Giuseppe Cimbali a Milano, il museo, grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni, è la più importante esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con oltre 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Cimbali Group situato a Binasco (Milano) racconta più di 120 anni di storia e dell’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche del design e dello stile dei prodotti e dei costumi legati al consumo della bevanda.

Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario con circa 1.300 volumi tematici e di un archivio con decine di migliaia di documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi, utili a ricostruire la storia della macchina per caffè espresso. MUMAC produce contenuti culturali originali quali mostre, tavole rotonde e volumi divulgativi (tra cui il libro SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions), organizza iniziative educational dedicate a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, propone corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lovers.