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mercoledì 12 Giugno 2024
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Parla Federica Eterno, owner ed export manager di Simfed: “Anche se molto giovane, sono un punto di riferimento per chi lavora con me nell’azienda”

La owner ed export manager: "I due principali temi su cui tutti stiamo insistendo sono la sostenibilità e le innovazioni tecnologiche. Come Simfed stiamo investendo su soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e quindi l’introduzione di capsule al 100% compostabili o di programmi di riciclo efficienti. Per quanto riguarda i nuovi prodotti ci stiamo muovendo verso creazioni che soddisfino le esigenze specifiche dei consumatori, con nuove miscele e l’indicazione di diversi Paesi d’origine.”

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MILANO – Federica Eterno, owner ed export manager di Simfed con i marchi Pop Caffè e Myspresso, capitana l’azienda ragusana specializzata nella selezione e tostatura del verde per la produzione di cialde e capsule indirizzate nel canale GDO attraverso il brand Myspresso e nel normal trade, con Pop Caffè.

Un percorso che Simfed sta intraprendendo sorretta da una struttura rinnovata ai suoi vertici: di recente è l’ingresso di tre nuove figure apicali rappresentati da Pietro Fici come direttore generale, Antonino Tripodi come responsabile GDO Italia e Daniele Grilli da responsabile vendite normal trade Italia.

Tutto pronto per crescere su un mercato che ancora non ha smesso di essere prediletto dai consumatori a casa.

Dal 1999 a oggi, il monoporzionato che è il vostro core business, come si è evoluto in termini di volumi e in relazione al tema sostenibilità?

“Nel corso degli ultimi anni questo settore sicuramente ha subito un’evoluzione importante per volumi e sostenibilità: il primo punto si spiega in quanto rappresenta ancora oggi un modo comodo per poter gustare un caffè di qualità e in porzioni individuali, rispondendo così alle esigenze del consumatore moderno che vive a ritmi frenetici.

La sostenibilità poi è diventata centrale negli ultimi tempi e c’è molto da fare. È un obiettivo importante quanto complesso, perché è difficile trovare ancora oggi un prodotto al 100% sostenibile che conservi la qualità del caffè.

Se effettivamente Nespresso c’è riuscita con il suo ultimo prodotto appena lanciato, sarebbe una rivoluzione per tutto il settore: ad oggi come Simfed non siamo riusciti a trovare un materiale che sia efficace anche in termini di qualità.

In ogni caso il monoporzionato resta un trend in crescita: oggi tutti abbiamo una macchinetta a casa e per questo rivoluzionare l’intero sistema alla base – come hanno provato a fare con Coffee B – non è sostenibile economicamente per le aziende che hanno già investito.

C’è da considerare inoltre che le capsule 100% compostabili hanno dei costi maggiori per chi le produce che inevitabilmente si riverserebbero sul consumatore finale.

Scendendo nel dettaglio di Simfed, la nostra produzione è per il 90% monoporzionato (capsule e cialde) e per il 10% in grani. Ad oggi il consumatore dei grani a livello domestico è più specializzato: i chicchi costano di più specialmente in questo momento e bisogna sapere usare gli strumenti per valorizzarli in tazza.

Le capsule invece vanno per la maggiore perché riprendono i brand più importanti oggi sul mercato. Un andamento particolare invece riguarda le cialde, che si consumano maggiormente nel Sud Italia e questo dipende sia dal fatto che il risultato finale è un prodotto più cremoso, con una buona percentuale di Robusta, sia perché esiste un’alta concentrazione di macchine a cialde che sono proprio realizzate al Sud.

La nostra cialda è in carta filtro compostabile e può essere buttata nell’umido e per il tema della sostenibilità potrebbe dunque intercettare un target diverso: per questo potremmo prevedere una loro crescita.

Al momento stiamo cercando soluzioni sostenibili anche per quanto riguarda il packaging o
nell’uso di tecnologie che hanno un impatto minore dal punto di vista energetico.”

Quali sono i volumi di questo mercato?

“Il mercato delle cialde e delle capsule rappresenta oggi il 40% di quello totale nel settore caffè, ma è un trend sempre più in crescita. La produzione di caffè monoporzionato, inclusa l’esportazione di capsule specialty, è cresciuta del 3,4% nel 2022, mentre nel 2023 la crescita è stata all’incirca del 2%.

Nello specifico, rispetto all’anno precedente, nel 2023 le capsule sono cresciute all’incirca di +8 punti percentuali, bene anche per il mercato delle cialde compostabili che mostrano dei trend positivi e si attestano intorno al +15% a volume.

Per quanto riguarda il mondo delle capsule speciality, invece, è un trend in crescita molto interessante, e i volumi si aggirano intorno al +1-2% annuo, nel nostro mercato di riferimento, mentre all’estero la crescita è molto più veloce.”

Una domanda più orientata su di lei, così giovane e già owner e export manager di Simfed: ci racconta il suo percorso professionale che l’ha portata ai vertici di un’azienda così importante?

“Il mio percorso personale è dato da un’esperienza diretta sul campo, impegno e passione per l’industria alimentare. Sono cresciuta all’interno dell’ambiente familiare di Simfed e ho avuto sin da piccola la possibilità di esser coinvolta nelle attività aziendale.

Questo mi ha permesso di sviluppare una comprensione profonda del settore. A questo possiamo aggiungere che sono curiosa per natura e questa mia caratteristica sicuramente mi ha portato ad informarmi sul business e l’industria.

Mi sono così laureata in ambito manageriale e la mia stessa formazione mi ha portata all’esplorazione di nuove culture, mercati, delle abitudini dei consumatori in luoghi diversi.

Oggi, sicuramente, ricopro un ruolo di leadership ed è molto gratificante: pur essendo molto giovane sono un punto di riferimento per chi lavora con me. Dopo un’esperienza all’estero ho avuto campo libero e questo ha creato un’immagine di me apicale, un ruolo che non mi turba: sono anzi determinata e voglio fare sempre di più.”

Simfed può produrre circa 30 tonnellate di caffè giornaliero: è un problema per le emissioni rilasciate nel processo?

“E’ una capacità produttiva importante ed è una fortuna. Produciamo e mandiamo quasi giornalmente queste quantità ad alta rotazione, ma questo non deve spaventare: contiamo su agenzie specifiche che si occupano dei controlli sulle emissioni ogni tot mesi e quindi siamo garantiti e certificati. Anche la canna fumaria è stata realizzata in modo da ridurre al minimo i fumi.”

Simfed attraverso i marchi Pop Caffè, Expré e My Espresso, è presente rispettivamente nel Vending e GDO: quale di questi canali è più in espansione per quanto riguarda il monoporzionato e i grani?

“I nostri tre brand al momento sono presenti in tutta Italia in modo molto omogeneo. Per ora lo sviluppo da implementare è nella GDO. Oggi il normal trade (negozi specializzati di capsule) rappresenta un ambiente più specifico e specializzato che garantisce una maggiore selezione e qualità dei prodotti e attira per questo una fascia di consumatori più attenti, disposti a pagare di più per un caffè green.

La GDO ha una crescita più lenta e il nostro brand si sta evolvendo per attirare l’attenzione di nuovi buyers.

Con questo obiettivo abbiamo riformato negli ultimi mesi la nostra struttura organizzativa con l’entrata dei nuovi manager, tra cui il responsabile commerciale GDO Italia che appunto ci sta aiutando ad espanderci su questo canale.

Abbiamo avuto delle difficoltà ad affermarci nei supermercati, perché purtroppo è un campo in cui si tende a fare una guerra sui prezzi che noi non vogliamo cavalcare. Dall’altra parte, sugli scaffali si trovano i grandi brand: noi dobbiamo inserirci nel mezzo tra questi due poli e già per il 2025 vorremmo aumentare almeno del 20-25% nel GDO.”

Cosa richiedono maggiormente i vostri clienti? La torrefazione e creazione di miscele o il loro incapsulamento?

“A oggi, molti clienti richiedono le nostre miscele che costituiscono una buona gamma di qualità: 5 blend più una linea di bevande solubili. Il private label rappresenta un 20% del fatturato e siamo flessibili: cerchiamo con il cliente di sviluppare dei prodotti che sono il più personalizzato possibile, sia per quanto riguarda i pack che le miscele stesse.

L’80%, invece, è formato dai clienti che vogliono direttamente delle miscele a marchio Pop Caffè da vendere nei propri negozi. Si è ribaltata la situazione rispetto ai nostri inizi, quando le percentuali erano inverse (20% con il nostro brand, 80% di personalizzazione). Questo è stato frutto dei nostri sforzi per rendere il nostro brand riconoscibile.

L’anno scorso il nostro fatturato è stato di 18 milioni.”

Quali sono le innovazioni di questo particolare mercato e quali sono le strategie messe in campo da Simfed per cavalcarle (magari anticipandole)?

“Come accennato prima, i due principali temi su cui tutti stiamo insistendo sono la sostenibilità e le innovazioni tecnologiche. Come Simfed stiamo investendo su soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e quindi l’introduzione di capsule al 100% compostabili o di programmi di riciclo efficienti. Per quanto riguarda i nuovi prodotti ci stiamo muovendo verso creazioni che soddisfino le esigenze specifiche dei consumatori, con nuove miscele e l’indicazione di diversi Paesi d’origine.”

Avete mai pensato di occuparvi anche di capsule specialty?

“Faccio una premessa: è vero che anche le capsule specialty sono un trend in crescita – i numeri che ho citato prima ne sono una dimostrazione – e per questo stiamo osservando l’andamento di questo mercato che però, al momento, resta troppo di nicchia. Ora le condizioni critiche del mercato del crudo non ci permettono di sviluppare anche questo segmento. Non sarebbe per noi sostenibile economicamente, per ora.”

Avete pensato o penserete ad un sistema di raccolta e smaltimento delle capsule esauste?

“Ci stiamo ancora lavorando e continuiamo a studiare l’implementazione di un sistema di raccolta e smaltimento, cercando di offrire un modo semplice e responsabile per gestire le capsule esauste. Trovare la maniera di strutturare una filiera di fine vita è difficile e per adesso dobbiamo appellarci al senso civico del singolo cittadino.”

È un momento molto difficile per tutte le torrefazioni, prezzi alti, margini ridotti: voi come state affrontando la situazione?

“È vero: stiamo affrontando un periodo complesso tra rincari sul crudo, le tensioni sul Mar Rosso che allungano i tempi di consegna. Noi di Simfed stiamo affrontando questo contesto con determinazione: abbiamo garantito una fornitura costante, evitando le mancanze e garantendo la stessa qualità della materia prima.

Abbiamo chiuso dei contratti anticipando le tempistiche e così ora non ci troviamo scoperti.

Paradossalmente, proprio in questo momento critico per tanti, noi stiamo incrementando le vendite del 20% anche perché abbiamo deciso di assorbire una parte dei costi per avere un minore impatto sul consumatore finale, riducendo i nostri margini.

Certo siamo stati costretti ad applicare dei piccoli aumenti sul nostro listino, ma li abbiamo limitati il più possibile. Continuiamo a crescere grazie ai nostri clienti che si fidano di noi.”

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