martedì 25 Novembre 2025
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L’Istituto espresso italiano conduce il survey sui cambiamenti nelle imprese, Luigi Morello: “Il mondo del caffè investe per il futuro”

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luigi morello iei istituto espresso
Luigi Morello, presidente Iei (immagine concessa)

BRESCIA – Riuso dei prodotti di scarto, sostenibilità, ricerca, ma anche attenzione al capitale umano e al consumo domestico dove la moka trova sempre meno spazio sostituita da macchine che usano caffè in grani. Sostenibilità, sguardo al consumatore di domani, formazione, ricerca. Sono solo alcune delle parole chiave che accomunano le imprese italiane che guardano al futuro, senza perdere d’occhio il passato.

L’espresso italiano è infatti una grande tradizione che rende unico il modo di vivere il made in Italy nel mondo, ma con il cambiare dei tempi, anche le storiche aziende che producono quella che è una vera e propria icona italiana tengono d’occhio i cambiamenti economici e sociali.

 “Il mondo del caffè sta affrontando importanti temi per il futuro, tra cui la sostenibilità, il tema delle risorse umane e l’esplorazione di nuovi segmenti di mercato. Le aziende Iei, devo dire sono molto virtuose da questo punto di vista, soprattutto sono aziende dinamiche che guardano al futuro con attenzione operando investimenti importanti anche in questi momenti difficili”, la considerazione del presidente dell’Istituto espresso italiano, Luigi Morello.

Vediamo nello specifico come cambia l’asset di alcune delle imprese del settore dell’espresso italiano, prese a campione da Iei in una survey interna per capire l’evoluzione delle aziende.

Capitale umano e sostenibilità ambientale

Lo evidenzia Giulio Trombetta, presidente e ceo di Caffè Costadoro, “è sempre più fondamentale un’attenzione all’ambiente con progetti di riutilizzo di alcuni scarti, uso di materiali compostabili e riciclabili, recupero dei fumi, ma c’è anche l’attenzione alle persone, a partire dai dipendenti e nel 2023 abbiamo ottenuto la certificazione B Corporation che certifica le aziende con alti standard sociali e ambientali». Continua Trombetta, “I maggiori investimenti sono sul capitale umano in azienda, oltre che sul prodotto, da nuova filosofia aziendale, che vuole essere sempre più premium e non un’esigenza specifica del consumatore».

L’economia circolare dell’espresso: fondi di caffè riutilizzati in partnership con un lanificio per creare colori naturali

Cambiamenti anche in casa Dersut dove, spiega la marketing manager Giulia Caballini “dal 2021 abbiamo intrapreso un percorso che coinvolge in particolare il reparto produzione, per migliorare gli aspetti tecnico – organizzativi ma soprattutto la comunicazione tra colleghi e lo spirito di squadra”.

L’attenzione principale di Dersut è poi rivolta alla sostenibilità. “Abbiamo presentato due bilanci di sostenibilità e a ottobre 2023 è stato rinnovato il Rating di legalità ottenendo un risultato in crescita rispetto al precedente. I prossimi futuri obiettivi sono l’analisi del risk assessment e dell’Lca”. Sostenibilità che si traduce anche in economia circolare.

“Grazie alla collaborazione con il Lanificio Bottoli di Vittorio Veneto, i fondi di caffè vengono utilizzati per tingere in maniera naturale i tessuti con una tecnica innovativa”.

Impianti sempre più sostenibili e uno sguardo a come cambiano i consumatori di espresso italiano

Dall’esperienza della sua azienda di famiglia, la Caffè Milani, Elisabetta Milani sottolinea come la sostenibilità sia il filo conduttore dell’azienda. “Tra i temi in fase di sviluppo ci sono quelli legati alla sostenibilità sociale, ambientale che economica”.

Cambiamenti che si traducono anche “negli impianti produttivi e di confezionamento per restare sempre al passo con i tempi e con i nuovi materiali per il packaging”. In termini di mercato, Caffè Milani “concentra le forze sull’esportazione” e per rispondere ai nuovi modi di consumo in quanto “in questi ultimi anni i prodotti in grani hanno avuto un incremento, a discapito della moka e delle capsule; quindi, abbiamo focalizzato l’attenzione su una linea di prodotti dedicata a questa richiesta anche in termini di pezzatura con confezioni ridotte rispetto al classico pacco di caffè in grani da un chilo”.

Ricerca e tecnologia per rendere più efficiente, ma anche meno impattante a livello ambientale, la produzione

Dal 2022, Giulia ed Emanuele Monti di Ims sono diventati co-ceo dell’azienda, che ha “investito nel proprio reparto tecnico sia in tecnologie ma soprattutto in nuove risorse oltre al consolidamento di un team affiatato con un assetto aziendale ben strutturato per continuare il processo di miglioramento”, spiegano. Ims ha “concentrato gli investimenti in nuove tecnologie di produzione anche in direzione di una maggiore efficienza energetica. Ha iniziato inoltre un percorso di sostenibilità ed ottenuto il report di verifica Esg con Cerved”. E se la sostenibilità e la tecnologia sono importanti, lo è anche la tazzina. “Grazie a tre brand ambassador (Davide Spinelli, Simona Rey, Moritz Hofner) analizziamo e sviluppiamo prodotti sotto il profilo tecnico progettuale, sensoriale e di utilizzo”.

La via del biologico per aprire a nuovi mercati e un bilancio di sostenibilità che parte dalle risorse umane

A La Genovese, evidenzia Alessandro Borea “abbiamo ampliato la nostra gamma di prodotti sostenibili e biologici in risposta alla domanda del mercato. Inoltre, l’azienda ha implementato nuove tecnologie per migliorare l’efficienza operativa nel reparto produttivo, legata anche al risparmio energetico. Altre direzioni di cambiamento includono l’espansione in nuovi mercati geografici, l’adozione di pratiche aziendali sostenibili, come la stesura del bilancio di sostenibilità, l’aggiornamento delle politiche interne per migliorare la cultura aziendale e la gestione del personale. Per quanto riguarda il personale, negli ultimi anni abbiamo allargato l’organico investendo in figure giovani da formare”.

Tra le attività anche lo studio delle tendenze del settore come il caffè in grani per uso casalingo, l’analisi del comportamento dei consumatori e la valutazione delle esigenze non soddisfatte.

Meno Co2 nella produzione dell’espresso grazie a macchine più sostenibili. Tra i cambiamenti imposti dal mercato, Giovanni Giaquinta marketing manager Dalla Corte, individua “l’aumento della domanda di macchine più efficienti e sostenibili, l’espansione del mercato online e l’interesse crescente per l’esperienza del consumatore”.

Cambiamenti anche dettati dalle mutate esigenze sociali e per questo “abbiamo lanciato il progetto Planet per abbattere le emissioni di Co2 e investiremo in innovazione tecnologica per migliorare le prestazioni delle macchine, la sostenibilità per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti e l’esperienza del cliente per offrire un servizio più personalizzato e coinvolgente”.

Esperienza simile per la La San Marco che con l’ingresso nel gruppo Seb, commenta Raffaele Garbin, ha potenziato la capacità di innovare e rispondere alle esigenze del mercato globale. E gli investimenti vanno nella direzione di proporre macchine per caffè espresso sempre più competitive e all’avanguardia. Punta tutto sul mercato, G.I.Fi.Ze. in quanto, evidenzia Francesca Arcuri, “Filicori Zechini ha cercato di dare maggior impulso all’export e al canale della grande distribuzione organizzata e su questo lavoriamo anche per il prossimo futuro”.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di più di 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.

Narratori del gusto: Massimo Giordani è il nuovo presidente

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I membri degli organi di governo dei Narratori del gusto recentemente eletti e, al centro, il nuovo presidente Massimo Giordani (immagine concessa)

NEGRAR DI VALPOLLICELLA (Verona) – Il consiglio di amministrazione dei Narratori del gusto si è riunito nella splendida cornice di Casa Sartori per eleggere il nuovo presidente, i vicepresidenti e l’amministratore delegato. Dopo due mandati che hanno visto una solida crescita dell’Associazione, Luca Sartori ha proposto come nuovo presidente Massimo Giordani, che è stato eletto all’unanimità.

Sartori garantisce la continuità assumendo la carica di vice-presidente, insieme a Monica Panzeri. Luigi Odello mantiene il ruolo di amministratore delegato.

Massimo Giordani diventa presidente di Narratori del gusto

Massimo Giordani: “Ricoprire il ruolo di presidente dei Narratori del gusto è una responsabilità importante, soprattutto dopo il grande lavoro svolto durante la presidenza di Luca Sartori. Oggi, gli associati dei Narratori del gusto sviluppano un fatturato aggregato di oltre sette miliardi di euro, un volume d’affari importante in un settore che rappresenta il meglio dell’italianità. Metterò a disposizione tutta la mia esperienza nel settore del marketing e della comunicazione per aiutare i nostri associati a cogliere le opportunità che i Narratori del gusto offrono, grazie alle competenze di cui sono portatori. Ci tengo a sottolineare anche l’attenzione che i Narratori del gusto avranno verso strumenti innovativi, come i modelli di intelligenza artificiale, che certamente contribuiranno allo sviluppo di nuovi progetti.”

Con questa affermazione, il neoeletto presidente ha messo l’accento sul ruolo strategico che marketing, comunicazione e innovazione tecnologica hanno per affrontare le molteplici sfide dei mercati.

Chi è Massimo Giordani

Massimo Giordani, innovation manager, docente a contratto presso l’Università di Torino e l’Università di Pisa, è fondatore dell’agenzia Time & Mind, presidente dell’Associazione Italiana Sviluppo Marketing, nonché appassionato divulgatore sulle tematiche dell’innovazione digitale e sulle loro implicazioni socio-economiche. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

 

Fipe: l’inflazione nella ristorazione scende al +3,3% dal +3,4% di marzo e torna su livelli del 2022

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Prezzi al consumo per l'intera collettività (dati: Centro Studi Fipe)

ROMA – L’inflazione nei servizi di ristorazione scende al +3,3% dal +3,4% di marzo. Anche i prezzi della ristorazione commerciale rallentano dal +3,4% al +3,3%. La dinamica dell’inflazione generale scende a +0,8%, la lieve decelerazione risente perlopiù della dinamica tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e dei servizi relativi ai trasporti. In leggero rallentamento risultano anche i prezzi dei Beni alimentari. Leggiamo di seguito la nota pubblicata dall’Ufficio Studi Fipe.

Fipe: bar

Il profilo inflazionistico del bar accelera a +3,5%. Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano solamente i prodotti di pasticceria e gelateria (+4,2%).

Il profilo inflazionistico del bar (dati: Centro Studi Fipe)

Ristoranti

I prezzi nei ristoranti tradizionali rallentano al +3,5% e le pizzerie al +3,0% rispetto a quanto rilevato il mese scorso. I prezzi della gastronomia e del delivery scendono rispettivamente a +3,6%, e +1,6% rispetto ad aprile 2023.

I prezzi dei ristoranti (dati: Centro Studi Fipe)

Mense

I prezzi delle mense registrano una variazione del 3,2%.

I prezzi delle mense (dati: Centro Studi Fipe)

 

La Federazione al festival dell’economia di Trento con la tavola rotonda sulle politiche di welfare, 24/05

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Fipe al festival dell’economia di Trento (immagine concessa)

TRENTO – Quanto è sostenibile oggi il mondo del lavoro? In che stato è il panorama contrattuale italiano? La contrattazione collettiva potrebbe essere uno strumento idoneo per affrontare le criticità del contesto in cui viviamo? Parte da queste domande la tavola rotonda dal titolo “Nuove politiche di welfare e contrattazione collettiva”, promossa da Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, e Confcommercio Trentino nell’ambito del festival dell’economia di Trento, organizzato dal Gruppo 24 ORE e da Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento, con la collaborazione del Comune e dell’Università di Trento. L’evento si terrà venerdì 24 maggio alle 12:00 nella Sala Falconetto di Palazzo Geremia.

Fipe al festival dell’economia di Trento

All’iniziativa interverranno, oltre a Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio, Luigi Abete, presidente dell’Associazione imprese culturali e creative, Valentina Cardinali, ricercatrice dell’INAPP, Elisabetta Colacchia, direttrice People & Organization di Enel, Ilaria Maria Dalla Riva, presidente Presidente del Casl – Comitato per gli Affari Sindacali e del Lavoro, e Michele Tiraboschi, professore di Diritto del Lavoro presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Il dibattito sarà coordinato da Sebastiano Barisoni, Vicedirettore esecutivo di Radio 24.

“All’atteso appuntamento con il rinnovo del contratto collettivo, il settore della ristorazione e dei pubblici esercizi si presenta attraversato da profondi cambiamenti, che riflettono l’impatto profondo dei grandi temi che plasmano oggi il mondo del lavoro in tutti i settori: la conciliazione vita privata/lavoro, la formazione e l’aggiornamento professionale, gli investimenti sul welfare sono forse i più immediati e rilevanti, ma non certo gli unici”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio.

Stoppani aggiunge: “Di fronte a queste sfide e ai precari equilibri del presente, la contrattazione collettiva, sempre più spesso considerata uno strumento superato, emerge nella sua essenziale necessità: per imboccare la strada giusta, però, occorre superare le rigidità e gli anacronismi che spesso imbrigliano la contrattazione, e ricercare invece soluzioni innovative e adeguate ai tempi, agli animi e ai costumi”.

L’iniziativa sarà l’occasione per mettere sul tavolo le sfide odierne del mondo del lavoro, dalla questione del rinnovo dei contratti collettivi, ormai visti (erroneamente) come obsoleti per rispondere alle esigenze dei lavoratori, alle nuove macro tendenze che si osservano negli altri settori, una su tutte la settimana lavorativa di quattro giorni introdotta da diversi soggetti del mondo bancario, e che comportano effetti e conseguenze, seppur anche indiretti, da non sottovalutare per quanto riguarda i pubblici esercizi.

Nuove sensibilità e valori si stanno facendo largo in un contesto che è sempre più competitivo e pluralizzato: è fondamentale riconoscere i nuovi trend per tempo, in modo da essere pronti ad adattarsi e sfruttare le nuove opportunità che il cambiamento offre.

Fipe sui dehors: “Valore per la comunità e driver per gli investimenti: serve una progettazione urbana”

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Fipe sui dehors (immagine concessa)

ROMA – “Il 42% dei pubblici esercizi, tra il 2020 e il 2023, ha investito per allestire o ammodernare i dehors dei propri locali, per un valore che tocca i 700 milioni di euro. Parliamo di circa 110.000 imprese che hanno agito per rispondere alle nuove esigenze di consumo della clientela nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano”. Lo ha dichiarato il vice direttore generale di Fipe-Confcommercio, Luciano Sbraga, che è intervenuto in Audizione dinanzi la X Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 1486 Caramanna sui Dehors.

La posizione di Fipe sui dehors

La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione e ha i meriti non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita.”

“A tal proposito – ha sottolineato il vice direttore generale – da sempre sosteniamo la necessità di un cambiamento di paradigma che segni il passaggio dall’attuale occupazione di suolo alla progettazione dello spazio pubblico. Il problema – ha spiegato Sbraga – non sono i Pubblici Esercizi, tantomeno i dehors, ma l’assenza di una progettazione integrata dello spazio urbano in grado di permettere la coesistenza armonica di tutti gli elementi che lo compongono, inclusi i locali con i loro dehors”.

“Una convinzione, questa, confermata anche dalle opinioni di cittadini da cui emerge un giudizio generalmente positivo nei confronti degli spazi esterni di locali, bar e ristoranti. A tal riguardo il caso di Roma è emblematicoNonostante una crescita intensa e veloce delle installazioni di dehors a seguito dell’emergenza sanitaria ed a causa di politiche estremamente restrittive adottate in precedenza , oltre il 70% dei cittadini ritiene che i dehors siano un punto di ritrovo dove prima non c’era nulla, che riqualifichino persino il patrimonio edilizio preesistente, che migliorino l’estetica dell’ambiente urbano e che rappresentino degli importanti presidi di legalità e sicurezza lungo le strade della città”, ha concluso Sbraga.

Roma: presenti 3000 plateatici in più dall’era pre covid

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Tremila dehors in più, cioè equivalenti 1.200 parcheggi in meno. Così, dall’emergenza Covid a oggi, bar e ristoranti del Centro hanno guadagnato spazi esterni sottraendoli alle auto, scrive il dorso romano del Corriere della Sera. A Roma, rispetto al 2020, la superficie occupata dagli arredi esterni di bar e ristoranti è aumentata del 519%.

Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale Radio Colonna.

I dehors a Roma

I numeri, soprattutto quelli dei quartieri più centrali di Roma, danno il quadro di quanto l’espansione dei dehors, decisa ai tempi del Covid per alleggerire la crisi di ristoranti e bar, abbia impattato sul traffico cittadino, come contribuirà a fare anche la norma, pensata dal ministro Urso, di renderli strutturali, se dovesse andare in porto.

A Roma, rispetto al 2020, la superficie occupata dagli arredi esterni di bar e ristoranti è aumentata del 519%, ovvero 112.122 metri quadrati contro i 21.609 del periodo pre-pandemia, è il dato del Centro a fare ancora più impressione: 46.932 metri quadrati concessi ai dehors per mettere in pratica il distanziamento anti-Covid, vale a dire più 413% dello spazio.

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Cannavacciuolo chiude definitivamente il cafè & bistrot di Novara

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ristoratori Cannavacciuolo
Lo chef Antonino Cannavacciuolo

Il Gruppo Cannavacciuolo ha deciso di chiudere il locale da una stella michelin Cannavacciuolo cafè & bistrot di Novara. La dichiarazione è giunta in seguito alle polemiche sollevate dall’ex sindaco di Novara e attuale segretario provinciale della Lega Nord, Massimo Giordano che ha denunciato lo stato di abbandono del locale situato accanto al Teatro Coccia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Pambianco News.

La chiusura del Cannavacciuolo cafè & bistrot di Novara

NOVARA – Gruppo Cannavacciuolo chiude il Cannavacciuolo cafè & bistrot di Novara, aperto dal 2015 e titolato di una stella Michelin. Con l’inizio del nuovo anno il locale non aveva riaperto e questi mesi di chiusura “ci sono serviti per vagliare ogni possibilità, dal proseguimento del lavoro svolto in questi anni alla valutazione di profondi cambiamenti”, hanno annunciato Antonino e Cinzia Cannavacciuolo. “Abbiamo infine deciso di chiudere il Cannavacciuolo Cafè & Bistrot di Novara, un pezzo della nostra storia a cui rimarremo per sempre legati”.

L’annuncio è arrivato dopo la discussione che nei giorni scorsi ha coinvolto l’ex sindaco di Novara e attuale segretario provinciale della Lega Nord Massimo Giordano che ha denunciato su Facebook il fatto che il locale, situato accanto al Teatro Coccia, fosse rimasto chiuso per mesi senza alcuna spiegazione e in stato di semi abbandono. “Locale chiuso da mesi, serrata, angolo buio e teatro con le ‘pive nel sacco’”, afferma Giordano sulla sua pagina social. “Inaccettabile questa cosa soprattutto da chi va in televisione a fare trasmissioni per il rilancio dei locali in difficoltà, mentre il proprio viene abbandonato”.

Di tutta risposta il gruppo Cannavacciuolo ha dichiarato di aver spostato maggiormente il suo focus “sullo sviluppo hospitality e retail: ci siamo resi conto che il cafè & bistrot non poteva più rappresentare uno spazio di crescita costante, perché poco in linea con il nostro presente, e abbiamo ritenuto giusto lasciarlo andare per concentrare le energie su tutti gli altri progetti”.

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Nestlé Italia lancia la campagna corporate “Il nido che condividiamo”

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Un frame della campagna (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – Al via “Il nido che condividiamo”, la nuova campagna corporate di Nestlé dedicata al mercato italiano che porta nuovamente in vita il posizionamento “Good food, Good life”, con cui il Gruppo esprime tutto il suo impegno in favore della nutrizione, del Pianeta, delle persone e del yerritorio e che approfondisce la sua promessa, mostrandone il volto più emozionale e valoriale.

Perché, con una vasta scelta di brand e prodotti che accompagnano ogni momento della giornata, Nestlé è una presenza costante nelle case degli italiani, come un membro della famiglia su cui sappiamo di poter contare, sempre pronto a darci ciò di cui abbiamo bisogno. Con la massima attenzione alla qualità e una certezza di cura che si rinnova ogni giorno.

La nuova campagna corporate di Nestlé per il mercato italiano

Una cura che fa parte di Nestlé sin dalle sue origini e che è impressa nel logo nato agli albori della sua storia. Era il 1868 quando il fondatore Henri Nestlé, trasferitosi in Svizzera dalla Germania, lanciò il logo della sua azienda appena nata, a partire dal significato del proprio cognome in tedesco: “little nest”, piccolo nido. Da allora Nestlé ha fatto una lunga strada, diventando l’azienda alimentare leader nel mondo, e presente in Italia da oltre 110 anni.

Il nido diventa così il simbolo e il senso profondo del suo impegno nella campagna integrata ideata da Serviceplan Italia, agenzia creativa parte della House of Communication di Milano. La campagna sarà On Air per tre mesi non consecutivi su Connected TV, YouTube e social media (Facebook e Instagram).

“Con questa nuova campagna abbiamo voluto tornare alle nostre origini e ai valori che sono alla base del nostro impegno quotidiano. Nestlé è un’azienda che affonda le proprie radici nella cura e nella protezione, concetti racchiusi nel nostro iconico logo del nido, metafora della famiglia, della nutrizione e della crescita, che riflette il nostro sforzo costante e il nostro impegno a garantire il benessere dei consumatori attraverso prodotti sicuri, sani e nutrienti” ha dichiarato Manuela Kron, direttrice corporate affairs e marketing consumer communication del Gruppo Nestlé in Italia.

Stefania Siani, ceo e cco di Serviceplan Italia, commenta: “È un onore per noi tradurre la storica vocazione del Gruppo Nestlé in una campagna che esplora il significato del suo logo. Perché la casa è il nostro nido, e il nido di Nestlé è la casa di tutti”.

Nestlé lavora ogni giorno per offrire a miliardi di persone prodotti equilibrati e nutrienti, che sappiano rispondere ai nuovi stili di vita e alle crescenti esigenze dei consumatori. Nell’ultimo anno abbiamo migliorato il profilo nutrizionale di oltre 500 prodotti tra alimenti e bevande attraverso un’intensa e costante attività di Ricerca e Sviluppo condotta dai suoi 23 Centri di Ricerca presenti in tutto il mondo.

La gamma di prodotti Nestlé è costituita da alimenti per le diverse fasi della vita e per differenti bisogni, tra cui la nutrizione infantile, l’età adulta, prodotti a fini medici speciali per supportare l’invecchiamento in buona salute, alimenti a base vegetale e prodotti per gli animali domestici.

Credits

  •  Agenzia: Serviceplan Italia
  • Ceo e cco: Stefania Siani
  • Executive creative directors: Giuliana Guizzi e Salvatore Giuliana
  • Account supervisor: Monica Rovaris
  • Copywriter supervisor: Alessandra Andrea Tondi
  • Art director supervisor: Arianna Cacciapuoti
  • Casa di produzione: CandyGlass

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé ha celebrato 110 anni di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

illycaffè lancia Strawberry Kiss, la nuova ricetta a base cold brew

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Strawberry Kiss (immagine concessa)

TRIESTE – Per rinfrescare le giornate estive, illycaffè, leader globale del caffè di alta qualità sostenibile, propone Strawberry Kiss: una nuova ricetta a base di cold brew, il soft drink naturale a base caffè preparato con il sistema di estrazione a freddo che esalta l’unico blend illy 100% Arabica.

illycaffè lancia Strawberry kiss

Realizzata dall’Università del Caffè in collaborazione con gli esperti illy e proposta in esclusiva per i monomarca illy in Italia e nel mondo, Strawberry Kiss rappresenta una combinazione irresistibile di sapore e profumo, un’innovativa esperienza di gusto capace di immergere piacevolmente in un’atmosfera pop, divertente e rinfrescante.

La nuova ricetta, preparata con l’originale Cold Brew Flat, è arricchita dal sapore intenso e avvolgente delle fragole unito allo sciroppo di zucchero e alla freschezza del lime e della menta.

Disponibile a partire dal 22 maggio, Strawberry Kiss è una bevanda unica a cui ogni consumatore potrà aggiungere il proprio tocco: mescolando la purea di fragole al cold brew, avrà luogo effetto scenografico, che conferirà un intenso tocco di rosso.

Completa lo stile di questa esclusiva proposta una speciale esperienza di somministrazione che sarà fruibile unicamente nei punti vendita illy di Monte Napoleone Milano e Giardini Reali Venezia, in cui solo ed esclusivamente con il servizio al tavolo, la ricetta sarà accompagnata da un delizioso macaron al cioccolato e da un assaggio di panna montata.

Ma non è tutto: la ricetta può essere facilmente ricreata anche a casa. Basta versare in un bicchiere precedentemente raffreddato 35 ml di cold brew in lattina; frullare 50 g fragole fresche, 10 ml sciroppo di zucchero e un cubetto di ghiaccio; mescolare gli ingredienti frullati con il Cold Brew e infine aggiungere un rametto di menta fresca, del lime grattugiato e una spolverata di zucchero a velo.

Strawberry Kiss è molto più di un semplice caffè: è un modo alternativo ed esperienziale per degustare il ricco profilo aromatico del blend illy abbinato alla delicatezza e freschezza tipica di una ricetta estiva a base di Cold Brew illy.

La scheda sintetica di illycaffè

 illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

Camparino in Galleria ospita il Bamboo Bar di Bangkok e il Library Bar di Toronto, 27/05

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locali storici
Camparino in Galleria (immagine concessa)

MILANO – Il 27 maggio 2024, Camparino in Galleria – lo storico locale nel cuore di Milano – ospiterà due eccellenze della mixology internazionale: il Bamboo Bar di Bangkok rappresentato dalla Bar Manager Chanel Adams e il Library Bar di Toronto, con James Grant – Director of Beverage for Fairmont Royal York.

Camparino in Galleria con il Bamboo Bar di Bangkok e il Library Bar di Toronto

Nella serata di lunedì 27 maggio, sotto la guida di Tommaso Cecca, Global Head of Camparino Licensing and Mixology, tra le mura dello storico Camparino in Galleria e, in particolare, nella Sala Spiritello, gli ospiti avranno la possibilità di provare una drink list speciale, preparata ad hoc per creare un’atmosfera internazionale e contaminata dall’influenza di due dei bar più rinomati nel panorama della mixology.

Smoked Plum Marnier, Lemongrass Coconut Highball, Kaffir Lime Daisy, Birds of Paradise, Chinato Caraibi, Toronto Sunset, Milano Vice e Amalfi Ti sono solo alcuni dei cocktail disponibili durante la serata – proposte audaci e sensorialmente interessanti capaci di creare un’atmosfera d’altri tempi.

Un evento che, grazie alla mixology, sarà in grado di trasportare gli ospiti in un viaggio senza confini, fatto di due tappe principali.

Il Library Bar, luogo d’incontro senza tempo caratterizzato dall’ambiente metropolitano di Toronto: una vera e propria eccellenza guidata dal pluripremiato Director of Beverage James Grant, la cui ispirazione deriva dalla letteratura e dal cinema, discipline che influenzano un’esperienza di cocktail indimenticabile e caratterizzata da ingredienti unici, audaci e raffinati. In qualità di World Class Global Bartender of the Year 2021 e di Canada’s 100 Best Bartender of the Year 2022, Grant porterà la sua competenza e la sua creatività senza pari anche nella Casa dell’aperitivo Milanese per eccellenza.

Il Library Bar (immagine concessa)

Ma non è tutto, a rendere la serata ancora più speciale ci sarà anche Chanel Adams, Bar Manager dell’unico e inimitabile Bamboo Bar di Bangkok, nominato tra i 50 Best Bars dell’Asia nel 2022, il locale è una celebre istituzione di Bangkok, un luogo senza tempo capace di conservare l’atmosfera sensuale degli anni Cinquanta e il cui acclamato team di mixologist elabora magistralmente drink e cocktail che si adattano all’evoluzione del tempo mantenendo la loro tradizionalità.

Il Bamboo Bar di Bangkok (immagine concessa)

L’inizio dell’evento è previsto per le ore 18:30, l’accesso è gratuito con prenotazione consigliata.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

La scheda sintetica del Camparino in Galleria

Il Camparino in Galleria è lo storico locale fondato nel 1915 in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano da Davide Campari. Il locale venne aperto di fronte al Caffè Campari, l’esercizio che Gaspare Campari, padre di Davide e creatore dell’omonimo bitter, aveva fondato nel 1867. Entrato fin dalla nascita nel cuore dei milanesi e simbolo stesso dell’aperitivo per la città, il locale ha festeggiato nel 2015 i suoi primi 100 anni di storia. Nell’autunno del 2019, dopo un restyling degli spazi, si ripresenta al pubblico con un’identità e un’offerta rinnovate, tese a consacrarlo come punto di riferimento a livello internazionale per gli amanti della mixology e dell’innovazione gastronomica.

La scheda sintetica del Campari Group

Campari Group è uno dei maggiori player a livello globale nel settore degli spirit, con un portafoglio di oltre 50 marchi che si estendono fra brand a priorità globale, regionale e locale.

Le priorità globali includono: Aperol, Appleton Estate, Campari, SKYY, Wild Turkey e Grand Marnier.

Il Gruppo, fondato nel 1860, è il sesto per importanza nell’industria degli spirit di marca. Ha un network distributivo su scala globale che raggiunge oltre 190 Paesi nel mondo, con posizioni di primo piano in Europa e nelle Americhe.

La strategia del Gruppo punta a coniugare la propria crescita organica, attraverso un forte brand building, e la crescita esterna, attraverso acquisizioni mirate di marchi e business.
Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni, Campari Group conta 22 impianti produttivi in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 23 paesi. Il Gruppo impiega circa 4.000 persone.

Le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano N.V. (Reuters CPRI.MI – Bloomberg CPR IM) sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2001. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.