Firmato a Roma il rinnovo del CCNL per i dipendenti dei settori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo (immagine concessa)
ROMA – Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, comunica che, dopo un’impegnativa negoziazione, è stato firmato con le organizzazioni sindacali il Contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti dei settori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale e del turismo.
Il contratto è stato sottoscritto, oltre che dalla Federazione Fipe , anche da Legacoop Produzioni e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi e Agci-Servizi.
Scaduto il 31 dicembre 2021, il CCNL interessa oltre 300mila imprese e si applica a oltre un milione di lavoratori.
Tra le principali novità, l’aumento in busta paga di 200 euro a regime, il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa e una durata di tre anni e mezzo, con scadenza il 31 dicembre del 2027.
“Il rinnovo di questo CCNL, che rappresenta il terzo Contratto di lavoro più applicato nel nostro Paese dopo quello del Terziario e del settore Metalmeccanico, rappresenta un risultato importante in vista dell’ormai imminente avvio della stagione estiva. Aver sottoscritto il contratto in questo contesto, dopo i danni delle tante recenti emergenze, è segno di responsabilità sociale, capacità di visione, competenza tecnica e coraggio di tutte le Parti presenti al tavolo negoziale”, ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio.
Lino Enrico Stoppani: “Il Contratto di lavoro costituisce un presidio di legalità per operare in un mercato con regole chiare, migliorare la qualità dei servizi resi alla collettività e dare maggiori tutele ai lavoratori. Dopo aver subito lo shock del post pandemia – ha proseguito Stoppani – il settore si sta riprendendo e questo è un segnale importante per contribuire a rafforzare l’attrattività di un ambito produttivo che, con oltre 54 miliardi di euro di valore aggiunto, costituisce uno dei settori strategici e di punta del made in Italy.”
In particolare, le Parti hanno previsto una significativa revisione della classificazione e dell’inquadramento del personale, fermi dagli anni Novanta, per renderli più rispondenti alle mutate esigenze del mercato e alle nuove tipologie di offerta. Sono state rafforzate inoltre le normative in materia di diritti individuali delle lavoratrici e dei lavoratori, come le misure di contrasto alle violenze e alle molestie nei luoghi di lavoro e i congedi per le donne vittime di violenza.
“Una contrattazione lunga, ma equilibrata quella che si è conclusa nelle scorse ore e che ci ha portato ad ottenere un eccellente risultato per l’intero comparto con un aumento salariale doppio rispetto al precedente rinnovo del 2018” – ha commentato Cristian Biasoni, vice presidente Fipe-Confcommercio con delega al lavoro e presidente Aigrim, Associazione delle imprese di grande ristorazione Multilocalizzate. – Abbiamo così dimostrato un grande senso di responsabilità verso le persone che operano nel settore, che svolgono un lavoro impegnativo e da tempo chiedevano una piattaforma contrattuale aggiornata”.
Biasoni aggiunge: “L’Italia è il secondo mercato della ristorazione in Europa con un valore annuo di oltre 100 miliardi di euro, un distretto strategico per il Paese, perché inserito nella filiera agroalimentare e turistica, che vale circa il 13% del PIL nazionale. Con questo contratto le imprese, oltre a ridare vigore ad un settore che è fiore all’occhiello del nostro Paese, si impegnano a riversare nel tessuto economico italiano oltre 5 miliardi di euro nei prossimi tre anni e mezzo”.
Jessica Rosval nel progetto illy Chef Ambassador (immagine concessa)
TRIESTE – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile conferma, anche nel 2024, la partnership con The world’s 50 best restaurants, la classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo che rappresenta uno degli eventi gastronomici più attesi da addetti ai lavori e appassionati.
L’inconfondibile blend 100% Arabica illy è stato protagonista come coffee partner esclusivo di tutti gli eventi ufficiali 50 Best, che si sono tenuti dal 3 al 5 giugno a Las Vegas, come i #50BestTalks – che per questa edizione hanno esplorato il concetto di oro culinario nelle sue varie forme con l’evocativo titolo “Treasure Hunt!” – la Chefs’ Feast, fino all’appuntamento più atteso: la cerimonia di premiazione che, proseguendo il suo format itinerante, quest’anno si è svolta presso la suggestiva cornice del Wynn Las Vegas.
illycaffè insieme a The world’s 50 best restaurants
Due gli chef Ambassador illy che si sono riconfermati in classifica: al 19esimo posto Niko Romito, che con il suo Reale a Castel di Sangro, ha dimostrato ancora una volta la sua maestria culinaria e il suo impegno per l’eccellenza e al 50esimo posto con il suo omonimo ristorante a Senigallia, Mauro Uliassi, noto per la sua creatività e per l’abilità nel trasformare ingredienti di alta qualità in piatti sorprendenti.
“Siamo lieti di aver riconfermato il nostro supporto a The World’s 50 Best Restaurants, l’evento che promuove l’eccellenza globale nel mondo dell’alta gastronomia, in cui il caffè e la sua cultura giocano un ruolo fondamentale” afferma Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. “Siamo qui anche per supportare e celebrare i nostri Chef Ambassador che fanno parte di questa prestigiosa classifica e per continuare con loro un percorso ancora più virtuoso, all’insegna dell’innovazione e della qualità”.
La lista dei 50 migliori ristoranti è il risultato dei voti della World’s 50 best restaurants academy, un gruppo influente e allargato di 1.080 esperti internazionali del settore della ristorazione provenienti da ogni parte del mondo. La giuria di ogni regione è composta da giornalisti e critici gastronomici, chef, ristoratori e food lover, ognuno dei quali ha a disposizione 10 voti.
La classifica è quindi una guida autorevole sulle tendenze gastronomiche del momento e sulle migliori destinazioni nel mondo, per imperdibili esperienze d’alta cucina.
In qualità di partner ufficiale della manifestazione, l’azienda illy ha offerto a tutti gli ospiti, durante i 3 giorni di eventi, illy Cold Brew, un’esperienza di caffè freddo ottenuta grazie all’infusione a freddo del migliore caffè illy 100% Arabica.
illy Cold Brew preserva tutti gli aromi del blend illy, esaltandone il gusto senza l’aggiunta di zuccheri, aromi, coloranti e conservanti. Un’alternativa originale, gustosa e senza calorie, ideale anche come base per cocktail originali.
Jessica Rosval nel progetto illy Chef Ambassador
Un esclusivo brunch presso la suite Tower dell’Hotel Wynn, dedicato alla scoperta dell’unico blend 100% Arabica di illy che nasce selezionando solo l’1% dei migliori chicchi di caffè arabica coltivati sostenibilmente, è stato inoltre l’occasione per annunciare l’ingresso di Jessica Rosval nel progetto illy Chef Ambassador, l’iniziativa dedicata agli appassionati di caffè e di alta cucina di cui la nota chef canadese diventa, a partire da giugno 2024, ambasciatrice internazionale.
Tanti gli ospiti intervenuti, da Lara Gilmore, agli Chef stellati come Niko Romito, ai giornalisti internazionali e influencers come Chiara Maci e Nicole Modic, che hanno partecipato alla degustazione guidata dal Master Barista illy, Giorgio Milos.
Nell’ambito della partnership, con il supporto dei docenti dell’Università del Caffè, la chef Jessica Rosval avrà la possibilità di combinare gli ingredienti del blend illy – 9 delle migliori qualità di pura Arabica di 9 diverse origini – realizzando il suo caffè personale.
Seguendo le orme di Massimo Bottura e di tanti altri chef stellati e sostenibili, Jessica Rosval combinerà così i diversi elementi per raggiungere l’equilibrio che meglio riflette il suo stile e le sue preferenze sensoriali in termini di gusto e aroma, dando vita a un blend unico che incarni al contempo anche i valori di sostenibilità e massima qualità di illy.
Canadese naturalizzata italiana, Jessica Rosval è una giovane chef di talento che, dopo diversi anni nella brigata dell’Osteria Francescana, è oggi alla guida della cucina di Casa Maria Luigia – la luxury guest house creata dallo chef Massimo Bottura e dalla moglie Lara Gilmore nella campagna emiliana – e di Al Gatto Verde, nuovo ristorante che sorge all’interno del cortile dell’Acetaia Maria Luigia, dove propone una cucina contemporanea fatta di fuoco e magia attraverso l’utilizzo del barbecue.
Jessica ha ricevuto il premio “Champions of Change” di The World’ s 50 Best Restaurants 2024 con Roots, il ristorante sociale fondato a Modena nel 2022 impegnato nell’empowerment e nell’inserimento lavorativo delle donne migranti. Modello di impresa sociale che illycaffè sostiene fin dalla sua nascita, Roots opera come spazio di co-working di giorno e ristorante di sera ed è stato ideato dalla stessa Jessica Rosval e da Caroline Caporossi, fondatrici dell’Association for the Integration of Women.
“Jessica Rosval ha da tempo dato dimostrazione non solo della sua creatività in campo culinario, ma anche del suo impegno verso la creazione di modelli di sostenibilità sociale capaci di aiutare e valorizzare le persone. Come illy, propone un’esperienza gastronomica di eccellenza mettendo al centro il fattore umano” ha dichiarato Cristina Scocchia, ceo di illycaffè. “Per questo motivo siamo molto felici di annunciare il suo ingresso nel programma illy Chef Ambassador e, ancor di più, di farlo nell’ambito di questo prestigioso evento simbolo dell’alta ristorazione”.
Sofia Vergara per il lancio di ¡Díos Mio! Coffee (immagine presa da Instagram)
LOS ANGELES – Sofia Vergara, attrice, produttrice e modella colombiana naturalizzata statunitense, nota soprattutto per il suo ruolo nella serie televisiva Modern Family, è entrata nell’industria del caffè con il brand personalizzato ¡Díos Mio! Coffee (tradotto dallo spagnolo con l’esclamazione “mio Dio!”). La linea è composta da tre miscele: Sweetness (dolcezza), Strength (forza) e Balance (equilibrio).
Vergara spiega le origini dietro all’idea alla rivista People: “La creazione di ¡Díos Mio! Caffè nasce da una necessità personale. Quando si tratta di bere caffè, il mio standard qualitativo è molto elevato e non riuscivo a credere quanto fosse difficile trovare un caffè di qualità a Los Angeles”.
L’attrice ha collaborato direttamente con la National federation of coffee growers of Colombia (Federazione nazionale dei coltivatori di caffè della Colombia) per assicurarsi che ogni chicco provenisse dalla Colombia, il suo Paese d’origine.
In occasione del lancio del brand, Sofia Vergara ha posato nuda su Instagram con solo i chicchi di caffè a coprirle le parti più intime.
Vergara, dopo aver presentato il marchio di caffè, ha rivelato a People: “È emozionante mettere in risalto le coltivatrici di caffè in Colombia che lavorano instancabilmente e meticolosamente. Bere una buona tazzina è da tempo una tradizione nella nostra vita quotidiana e mi piace che finalmente possiamo condividere ¡Díos Mio! Coffee”.
Sofia Vergara con la tazzina di ¡Díos Mio! Coffee (Instagram: diosmiocoffee)
La miscela Sweetness è caratterizzata da una tostatura leggera e si ispira all’abbraccio della nonna. Ciò crea una tazza morbida e fruttata con un pizzico di acidità.
La miscela Balance riporta sapori di frutta secca, cioccolato bianco e zucchero di canna. Il nome e i sapori si ispirano alle donne che conciliano lavoro, famiglia e passione per il caffè.
Strength, la tostatura scura, rende omaggio alle donne colombiane nella coltivazione del caffè. Sentori di cacao e sapore affumicato emergono nella miscela da una caramellaizzazione eccessiva.
Sul sito di ¡Díos Mio! Coffee è possibile leggere la storia delle donne dietro la creazione della miscela.
Alcune lavoratrici colombiane della filiera del caffè come Alicia, Delia e Cecilia hanno dato il via alla rivoluzione del chicco di cui ¡Díos Mio! Coffee si fa portavoce. C’è di più: l’azienda offre la possibilità di diventare amigo (abbonato) del Cafecito Club e supportare la vasta comunità di coltivatrici del caffè (per maggiori informazioni basta cliccare qui).
Tutte e tre le versioni sono disponibili in grani interi e macinati, K-Cup e cialde Nespresso. I coffee lover possono ordinare i prodotti online da Walmart.com o dal sito ¡Díos Mio!.
Vergara ha recentemente dimostrato le sue qualità nel riconoscere il gusto di un caffè di qualità in una serie di clip pubblicate sull’account Instagram di Netflix a febbraio per il suo ruolo nella serie televisiva Griselda.
Nei video, la star ha sorseggiato cinque diverse tazze di caffè. La sfida era nell’indovinare il tipo di chicco e il metodo di preparazione.
In ogni round, beveva il caffè e tentava di indovinare la risposta. Da un caffè Folgers erogato da una macchina a goccia a una tazza di Cafe Bustelo in un Keurig, Vergara ha superato tutti e cinque i test rivelandosi una vera esperta del chicco.
RAGUSA – Si è conclusa l’ultima tappa di selezione italiana, svoltasi a Ragusa, per il circuito internazionale dei campionati di Latte art grading system. L’evento si è tenuto presso il BrazilCafé, punto di certificazione Lags in Sicilia, che ringraziamo calorosamente per il prezioso supporto nell’organizzazione.
L’ultima tappa del Latte art grading system
L’evento è stato orchestrato con grande cura e professionalità da Maurizio Boi e Fabio Proietto, con il supporto organizzativo di Marco Randazzo, che hanno anche ricoperto il ruolo di giudici.
Grazie alla loro competenza e imparzialità, sono stati decretati i vincitori delle categorie verde e rossa. Il podio è stato così definito:
Vincitore del livello rosso: Giuseppe D’Arco
Vincitore del livello verde: Raffaele Moscato
Tra i numerosi partner dell’evento si trovano: BrazilCafé, Rancilio, Hemro, Pulycaff, Motta, Clean Express, Brita, Ferri dal 1905, Toschi, Qwarzo e IPA, che hanno contribuito con premi e omaggi, rendendo l’evento ancora più speciale.
Tutti i finalisti delle quattro tappe di selezione The Lags Battle sono ora attesi per la sfida conclusiva che si terrà il 3 luglio a Brescia, presso La Torrefazione Agust, punto di certificazione Lags.
In questa finale nazionale si sfideranno i partecipanti dei livelli verde, rosso, nero e oro, promettendo una competizione di altissimo livello.
Il semplice gesto di bollire l’acqua per il tè e infine procedere con la successiva infusione ha permesso agli inglesi, durante la rivoluzione industriale, di uccidere batteri e parassiti portatori, per esempio, di dissenteria: queste sono le conclusioni dello studio condotto da Francisca M. Antman dell’Università del Colorado Boulder. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giusy Dente per il portale d’informazione fanpage.
Il ruolo del tè nella rivoluzione industriale
MILANO – God save the Queen….and the tea. Gli inglesi sono affezionatissimi al rituale del tè pomeridiano, una tradizione irrinunciabile famosa in tutto il mondo. Ogni giorno se ne consumano più di 100 milioni di tazze. La bevanda iconica è finita anche al centro di diverse “battaglie”: gli inglesi da un lato, la scienza dall’altro. Mentre quest’ultima suggerisce di aggiungere un pizzico di sale per esaltarne il sapore, per gli inglesi l’dea è risultata a dir poco oltraggiosa.
A vincere, insomma, è sempre la tradizione. Bere una tazza di tè fumante è una coccola da concedersi dopo una giornata impegnativa, per accompagnare due chiacchiere tra amiche: ma una nuova ricerca suggerisce che almeno in passato, potrebbe aver avuto un vero e proprio potere salvavita, impedendo la potenziale morte di milione di persone.
Il tè potrebbe aver salvato vite umane nel 1700. Una ricerca ha portato a galla questa verità: ci sarebbe proprio questa bevanda dietro la diminuzione di decessi in Inghilterra durante la rivoluzione industriale.
I dati riferiscono di uno stranamente basso numero di morti, considerate le condizioni di vita dell’epoca, le malattie devastanti che colpivano la popolazione, la rapida diffusione delle epidemie.
Eppure le persone si sono inconsapevolmente salvate proprio bevendo del tè. Il semplice gesto di bollire l’acqua, infatti, per procedere con la successiva infusione, ha permesso di uccidere batteri e parassiti portatori, per esempio, di dissenteria.
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Il protagonista del nuovo trend su TikTok è lo Scallion Latte, la classica bevanda a base di caffè e arricchita con abbondante cipollotto fresco. La ricetta è originaria della Cina e si tratta nello specifico di un iced latte con un twist di cipollotto. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Virgilio.
Il caffè con la cipolla
MILANO – Siamo abituati a osservare bizzarri abbinamenti in cucina, dove si fanno esperimenti a volte riusciti e a volte meno. Ma non è raro imbattersi in ricette che superano ogni limite imposto dalla decenza. È il caso dello Scallion Latte, cioè una bibita a base di caffè… e cipolla.
Le piattaforme dove più spesso siamo esposti a questi curiosi tentativi di rivoluzionare la tradizione culinaria sono i social network: è qui che i creator alzano sempre di più l’asticella sperimentando cose nuove o mettendo alla prova i propri limiti con le cosiddette challenge.
È su TikTok, infatti, che si è diffuso il trend di cui ci apprestiamo a parlare oggi, non senza nascondere lo sforzo di trattenere qualche conato. Il protagonista è lo Scallion Latte, la classica bevanda a base di caffè e arricchita con abbondante cipollotto fresco.
Sul social, i creator hanno riproposto la ricetta nata in Cina, che per i più coraggiosi enunciamo di seguito:
Tagliare a rondelle le punte verdi del cipollotto
Riporle in un bicchiere, schiacciandole per liberarne i succhi
Versare del latte nel bicchiere, con l’aggiunta di qualche cubetto di ghiaccio
Aggiungere il caffè al latte ghiacciato
Per guarnire, aggiungere una generosa quantità di cipollotto alla bevanda e mescolare
In sostanza, si tratta di un iced latte con un twist di cipollotto, che dovrebbe servire a smorzare l’amaro del caffè e incorporare un elemento di croccantezza. Perché aggiungere cereali o frutta secca era forse troppo banale.
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VILLAFRANCA IN LUNIGIANA (Massa-Carrara) – Dopo il grande successo del cubo e della sfera, il croissant cambia ancora e prende la forma iconica del gelato con lo stecco: molto più facile da mordere degli altri due fratelli, con una forma ergonomica ai fini dell’inzuppo, croccante fuori, con un ripieno di crema alla vaniglia. Il prodotto si presenta come un’interessante novità in un settore in continua evoluzione.
È la nuova versione del croissant artigianale, buonissimo, divertente e comodo da mangiare anche mentre si viaggia, grazie al bastoncino in legno che lo contraddistingue.
Il CroisStick nasce come un vero croissant da un impasto lavorato artigianalmente e cotto in uno speciale stampo fatto su misura, ci sono voluti mesi di prove prima di arrivare alla sua forma perfetta.
“Abbiamo cambiato il modo di mangiare il croissant mantenendo qualità e tradizione” ci riferisce Laura Lombardi, giovane pasticcera e inventore del CroisStick, mentre ci mostrava il prodotto.
Il croissant con lo stecco ha già conquistato il palato e la curiosità da parte di numerose persone con scorte finite in pochissimi giorni.
Ma per gustare questa ed altre specialità, vi dovrete recare da Tipico Backery nella località di Villafranca In Lunigiana (MS) aperti da martedì a sabato dalle 7.30 alle 14.00
TRIESTE – illycaffè, leader a livello internazionale nel mercato del caffè, ha sottoscritto un contratto di finanziamento con un pool formato da primari istituti finanziari composto da BNL BNP Paribas, CDP, Intesa Sanpaolo (Divisione IMI Corporate & Investment Banking), Mediobanca e Rabobank – che hanno agito in qualità di Mandated Lead Arrangers e Finanziatori. BNL BNP Paribas ha agito come Global Coordinator e Agent dell’operazione, mentre Intesa Sanpaolo (Divisione IMI Corporate & Investment Banking) come Sustainability Coordinator.
Il contratto di finanziamento di 124 milioni di euro sottoscritto da illycaffè
L’importo complessivo di 124 milioni di euro è articolato in una linea di credito Term Loan da 100 milioni e una linea di credito Revolving da 24 milioni, entrambe con scadenza a settembre 2027.
Come spiega il cfo dell’azienda Guido Strampelli, “l’operazione strutturata va a sostituire i finanziamenti in essere con i vari istituti finanziari, in un’ottica di semplificazione e maggiore flessibilità, con l’obiettivo di supportare il piano di investimenti industriali e aumentare la capacità produttiva per il polo di Trieste. Tutto questo in linea con i nostri obiettivi di crescita”.
Il finanziamento si configura come un Sustainability Linked Loan, con la previsione di un meccanismo premiante collegato al raggiungimento di determinati obiettivi ESG (Environmental, social and governance), focalizzati sulla diminuzione delle emissioni di gas serra lungo tutta la value chain (includendo quindi anche le emissioni indirette “Scope 3”) e a un’ulteriore riduzione del gender pay gap (remunerazione media femminile rispetto a quella maschile all’interno dello stesso inquadramento).
Per gli aspetti legali, Dentons ha assistito il pool di istituti finanziari con un team coordinato dal partner Alessandro Fosco Fagotto e dal managing counsel Franco Gialloreti, coadiuvati dall’associate Giorgio Peli mentre DLA Piper ha assistito illycaffè con un team guidato da Giampiero Priori, coadiuvato da Valerio Cellentani, Federica Del Gaiso e Andrea Di Dio.
MILANO – A Casa Emergency, in via Santa Croce 19 a Milano, la presentazione del bilancio sociale Fairtraide e delle cifre annuali relative alle vendite nel 2023. Un programma fitto di tre ore, dove diversi interlocutori si sono succeduti ciascuno portando il proprio contributo a delineare un panorama in movimento – lo scorso anno gli italiani hanno speso 500 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade – che tuttavia si è dovuto confrontare con l’inflazione, le nuove direttive europee, esigenze di mercato, senza smettere mai di andare avanti nonostante alcune criticità.
Anticipiamo già rispetto alla scaletta degli interventi, alcuni dati interessanti sui volumi di cacao, caffè e zucchero di canna: per quanto riguarda il primo, dopo dieci anni di crescita molto sostenuta, nel 2023 le vendite hanno registrato un leggero rallentamento con 9.649 ton ( -1%), dovuto principalmente ad un contingente rinnovamento degli assortimenti di alcuni importanti partner.
Scendendo nel dettaglio delle altre due materie prime: anche in questo caso dopo parecchi anni di crescita a doppia cifra, per il secondo anno di fila lo zucchero rallenta con 4.468 ton (-7%).
Più instabile nel tempo invece è stato l’andamento del caffè, che ha avuto delle discese e poi delle parziali risalite, e nel 2023 ha registrato 726 ton (-4%); per le referenze del canale retail ha colpito molto l’inflazione.
A commentare di questi numeri, si è esposto Thomas Zulian, Direttore Commerciale di Fairtrade Italia: “Il 2023 dal punto di vista delle vendite è stato un anno di transizione, da un lato alcuni prodotti come caffè e zucchero hanno risentito dei cali generalizzati dei volumi dovuti all’inflazione, dall’altro prodotti come ad esempio banane e cotone hanno registrato una crescita importante.
Thomas Zulian
Complessivamente siamo soddisfatti perché nel corso del 2023 abbiamo visto aumentare sia il numero di aziende con cui collaboriamo sia la quantità di referenze certificate sul mercato. Gli effetti positivi di questi due fattori si stanno già palesando nei buoni risultati dei primi mesi del 2024”.
Abbiamo un’inversione per quanto riguarda il valore: il cacao è assolutamente il primo prodotto, seguono lo zucchero e il caffè che sono quasi equivalenti come premio pagato.
E a proposito di premio, per completare il quadro e a dimostrazione dell’impatto sociale che l’organizzazione comunque ha mantenuto nonostante un 2023 più complesso, arriva il bilancio del Premio Fairtrade: grazie alle vendite in Italia, le organizzazioni di agricoltori e lavoratori parte del network hanno ricevuto 3.686.407 euro come somma aggiuntiva dedicata alla realizzazione di progetti di miglioramento della produttività o di sviluppo della comunità.
La decisione su come spenderlo deve essere presa collettivamente dai membri delle cooperative, e l’interesse deve essere comune.
Fairtrade Italia, trent’anni di sostenibilità
Paolo Pastore
Che ha descritto bene Paolo Pastore, Direttore Generale Fairtrade Italia: “Quest’anno Fairtrade Italia ha raggiunto il trentesimo compleanno: si tratta di un traguardo eccezionale per la nostra organizzazione, nata dal basso per promuovere condizioni commerciali più eque a favore degli agricoltori di Asia, Africa e America Latina. Sono moltissimi i risultati che abbiamo raggiunto in questi anni: nei negozi e nei supermercati del nostro paese ci sono più di 2.500 prodotti Fairtrade in vendita.
Anche le organizzazioni di agricoltori sono cresciute con noi: oggi parliamo di poco meno di 2 milioni di agricoltori e lavoratori che beneficiano dei vantaggi del nostro circuito in 70 paesi. Grazie a tutte le aziende e ai consumatori che con noi vogliono essere parte del cambiamento, puntiamo a raggiungere ancora più persone nei prossimi anni”.
Giuseppe Di Francesco
E per raggiungere questo traguardo naturalmente non si poteva non esordire affrontando un grande punto caldo di questi tempi, ovvero la Corporate Sustainability Due Diligence Directive europea. Giuseppe Di Francesco, Presidente Fairtrade Italia ha introdotto da subito l’argomento: “Celebriamo qui trent’anni di Fairtrade in Italia. Siamo stati lungimiranti, sostenendo con determinazione gli obiettivi di sostenibilità che all’epoca potevano sembrare soltanto utopistici.
Dobbiamo dire con chiarezza che integrare la sostenibilità nelle proprie strategie di business, unendola agli obiettivi economici, è l’unico paradigma per garantirsi successo nel medio e lungo periodo. Certo sappiamo che il testo finale della direttiva è indebolito rispetto agli obiettivi iniziali, è stato frutto della mediazione, ma rappresenta comunque ad oggi uno storico passo in avanti. L’UE è alla guida di questi temi.”
Restando quindi su questo piano, un’interessante presentazione guidata da Carla Maria Gulotta, docente di Diritto Internazionale, Università degli Studi Milano Bicocca: “Il prerequisito della sostenibilità: come le nuove norme europee rispondono ai diritti e alle attese dei consumatori.
Dopo un’esaustiva e soprattutto chiara introduzione di cosa consista esattamente il recente avanzamento della normativa europea, tra nuovi obblighi per le aziende ma anche strumenti più efficaci per orientarsi nella previsione e gestione di rischi, oppure assicurare il rispetto maggiore dei requisiti di sostenibilità per i prodotti poi immessi nel mercato, è emerso un tema essenziale: si parla finalmente di consumatore. Anzi, di consumatore informato.
“I consumatori sono diventati più attenti alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti. L’UE ha reagito con la valorizzazione del ruolo del cliente finale, attraverso l’accesso ad informazioni affidabili e certificate.
Non ci si limita più ad un provvedimento, ma alla costruzione di un ecosistema fatto di misure che si integrano a vicenda. Con l’ultima già in vigore Direttiva 2024/2025 del 28 febbraio che riguarda proprio la responsabilizzazione del consumatore, ora le aziende devono assicurare ai consumatori un’informazione corretta.
Ad esempio ora rientrano tra le pratiche sleali, l’esibizione di un marchio di sostenibilità che non sia basato su di un sistema di certificazione. Vietate le asserzioni ambientali generiche, quando chi le fa non può provare l’eccellenza riconosciuta di queste prestazioni. Tutto questo viene rafforzato poi dalla direttiva green claims che vuole rendere più forti le asserzioni ambientali esplicite.”
Da sinistra, Carla Maria Gulotta e Indira Franco
Come Fairtrade può accompagnare le aziende nei processi di Due Diligence, Indira Franco, Senior Supply Chain manager Fairtrade Italia.
È emerso innanzitutto una differenza nelle strategie messe per attuare la Due Diligence dall’UE e da Fairtrade, che ha un approccio esteso e internazionale. “Il supporto alle aziende lungo la filiera si esprime attraverso il dialogo con i portatori di diritti, la condivisione qua dei costi, la collaborazione e il miglioramento continuo. Abbiamo adattato il sistema e così la filiera dovrà essere già pronta quando la legislazione entrerà in vigore, anche nei Paesi produttori.
Per cui richiediamo già da adesso uno sforzo da parte dei coltivatori da cui però non c’è un grande entusiasmo per questo ulteriore impegno richiesto loro. Ma la strategia resta quella di adottare questi nuovi standard e sostenere produttori e aziende, anche con il finanziamento dei processi e offrendo servizi alle aziende. Fairtrade ha anche una visione delle dimensioni aziendali differente rispetto all’UE.
Messi anche a disposizione diversi materiali e strumenti di supporto, come la Risk Map che individua le cause salienti dei rischi rispetto a determinate zone e filiere, oppure le guide per i trader e i produttori. Per quanto riguarda invece la deforestazione principalmente legata a cacao e caffè abbiamo già incorporato e applicato la Due Diligence e i dati raccolti potranno essere caricati sulla piattaforma Satelligence.
Le attività di comunicazione di Fairtrade Italia nel 2023, Maria Sferrazza, Comunicazione B2C Fairtrade Italia.
Maria Sferrazza
Social (facebook, instagram, X), newsletter, gruppi di community, storytelling, campagne e lavoro nelle scuole, anche questo è il mondo Fairtrade: “Un altro importante attività riguarda la comunicazione e la sensibilizzazione. Nel 2023 è continuato il percorso di revisione del nostro linguaggio, da marchio di commercio ecquo-solidale a marchio di sostenibilità. Aumento della riconoscibilità del marchio e nel movimento di giustizia sociale nelle filiere agricole. Essere diretti, semplici, inclusivi. A partire dagli strumenti digitali e dai social media che sono una vetrina di visibilità per le storie Fairtrade e degli eventi organizzati.”
Un esempio concreto di come la strategia di comunicazione ha dato i suoi frutti, è la Grande Sfida Fairtrade nel 2023 a cui hanno partecipato 31.000 persone. Vi sono stati eventi privati in oltre 130 tra bar, ristoranti e negozi.
La campagna “Settimane Fairtrade” realizzata in partnership con le catene della Grande Distribuzione, invece ha visto il coinvolgimento di ben 7 gruppi della grande distribuzione tra cui Aldi Italia, Carrefour, Coop Italia, Lidl Italia; Mercatò, Pam Panorama e IN’S con un piano promozionale trasversale ed esteso dove i prodotti Fairtrade sono stati spesso scontati.
In seguito tre aziende partner di Fairtrade hanno illustrato le proprie iniziative nell’ambito della sostenibilità.
Da sinistra, Letizia Mastroianni, Andreea Postolache e Matteo Mocellin
Alla tavola rotonda hanno partecipato Letizia Mastroianni, Buying & Corporate Responsibility Director in Aldi Italia; Matteo Mocellin Sales Area Manager in F.lli Damiano; Andreea Postolache, Global Marketing Product Director & Marketing and Sales Regional Manager Italy in Julius Meinl, che hanno illustrato esempi di partnership realizzate insieme a Fairtrade negli ultimi anni.
Andreea Postolache ha condiviso la storia dietro Julius Meinl: “Azienda che nasce a Vienna nel 1862, primo torrefattore industriale in Europa. Siamo orgogliosi di essere ambasciatori nel mondo della cultura delle caffetterie viennese.
Quasi il 90% della produzione di caffè globale avviene nello stabilimento di Vicenza e siamo principalmente presenti nel canale horeca. Siamo a valore il settimo player italiano e un’azienda famigliare, oggi alla quinta generazione. Fatturiamo 230 milioni a livello mondiale di cui il 12% in Italia per l’horeca.
Abbiamo sempre pensato al futuro in modo responsabile a partire dal l’attenzione alla qualità del prodotto. Oggi però non è possibile lavorare senza pensare responsabilmente al futuro e per questo abbiamo adottato un approccio a 360 gradi.
Sul tema della sostenibilità siamo diventati membri dal 2019 di respACT, principale piattaforma austriaca che funge da catalizzatore tra organizzazioni internazionali, istituzioni pubbliche e aziende private internazionali per la promozione della responsabilità sociale d’impresa e lo sviluppo sostenibile. Siamo anche membri della United Nations Global Compact compact attraverso cui ci impegniamo a promuovere una sostenibilità ambientale, lavorativa e sui diritti umani.”
“Da Vienna a Vicenza: qui c’è lo stabilimento principale nel quale investiamo da un punto di vista ambientale, acquistando pannelli fotovoltaici che ci permettono di produrre energia green per noi e Vicenza.
Abbiamo anche inserito un catalizzatore che ci fa risparmiare il 50% del gas ricavato dal processo di torrefazione per cui riusciamo a ridurre anche le emissioni di CO2. Assicuriamo anche un recupero energetico sulla produzione e grazie a questo, il 90% dell’energia che ci serve per riscaldare o raffreddare gli uffici, viene ripreso.
Infine, abbiamo solo acquistato energia green, il 94% proviene da fonti rinnovabili. Ci impegniamo inoltre sempre di più sul packaging: siamo appena partiti con quello riciclabile. Ma da sempre abbiamo investito sui prodotti d’asporto compostabili. Siamo stati i primi a lanciare le capsule compostabili inizialmente industrialmente e ora anche a casa. Alla fine di quest’anno arriveremo anche con le capsule professional per i piccoli clienti nell’horeca, sempre compostabili industrialmente.
Non solo: ci impegniamo entro il 2025 affinché il nostro caffè al 100% venga selezionato in maniera responsabile. Chiediamo a tutti i nostri fornitori di rispettare il codice della Global Coffee Platform. Esistono vari produttori che hanno la possibilità di ottenere la certificazione in linea con gli standard della Global Coffee Platform: anche quella Fairtrade potrebbe essere ritenuta equivalente.
Oggi siamo già all’85% delle adesioni e siamo in attesa che il restante riceva l’equivalenza della Global Coffee Platform. E questo va già oltre la direttiva europea. Con 15mila tonnellate di caffè lavorate, abbiamo la possibilità non solo di essere in linea ma avanti rispetto alla Due Diligence. Questo è solo il nostro punto di partenza.
Al di là di questo abbiamo portato avanti iniziative private, come il Generation Program, pensando alle future generazioni anche dei nostri partner in origine. Nel 2019 siamo partiti in Colombia a Tolima, aiutando 50 coltivatori e ora siamo a 200. Per loro abbiamo fornito essiccatori, innalzando la qualità, la produttività e la redditività. Formazione: come lavorare meglio la materia prima. Programmi scolastici per i figli dei farmer.
L’anno scorso abbiamo avviato un programma simile in Uganda, capendo le esigenze specifiche di questi 118 produttori: qui per esempio insegniamo ai coltivatori come produrre pesticidi organici per il caffè ma anche per altre referenze agricole per il consumo domestico o vendita terzi. Rappresenta un reddito ulteriore rispetto a quello del caffè che è un prodotto stagionale.
Per arrivare a Fairtrade infine è un po’ il fiore all’occhiello dei nostri prodotti: sono 5, 3 in grani destinati ai bar, ristoranti e hotel. L’italia è stato il primo Paese in cui siamo partiti, l’anno scorso a giugno. In 10 mesi siamo riusciti a raggiungere oltre 2000 clienti horeca e stiamo raggiungendo quasi i 5 milioni di fatturato.
Siamo stati colpiti dal loro successo, innanzitutto per la certificazione bio e Fairtrade: siamo fieri di pagare il premium price Fairtrade perché siamo convinti che questo extra possa fare la differenza per i nostri coltivatori. Sono prodotti con un’altissima qualità in tazza: non solo sostenibilità, ma anche livello eccezionale nel risultato finale.
Abbiamo già raggiunto alla fine del 2023 un 4% del volume totale dell’azienda, puntiamo nei prossimi 5 anni al 10% del volume totale del caffè con prodotti certificati bio Fairtrade. In Italia si chiuderà il 2024 con quasi 130 tonnellate di prodotti bio Fairtrade, già il 10% dei volumi nell’horeca italiano. Mentre in Repubblica Ceca si punta già a quest’anno al 25%.
Di recente abbiamo lanciato due miscele in grani e in macinato per gli hotel, per il caffè filtro e americano, con un packaging per la prima volta 100% riciclabile. Le capsule infine sono sia per uso domestico che per il room service, certificati bio Fairtrade, e sono home compostabili. Fuori dall’Italia siamo anche presenti nella grande distribuzione e quindi alla portata del consumatore finale.”
Andreea Postolache con il premio
Julius Meinl è risultata vincitrice dell’edizione 2024 della Grande Sfida, tributo all’impegno dimostrato nel promuovere la campagna e nel coinvolgimento dei bar che offrono le miscele della linea The originals certificata bio Fairtrade. Il loro supporto rappresenta un esempio eccezionale di come il settore può collaborare per promuovere pratiche commerciali più eque e sostenibili.
Andreea Postolache: “Vogliamo fare quello che abbiamo già fatto in Italia in maniera più importante a livello globale. Siamo presenti in 20 Paesi con le nostre filiali, per cui dateci una mano nel coinvolgere i vostri partner all’estero. E ci tengo a dire che i clienti, tutti da Nord a Sud, hanno capito l’importanza di questa certificazione e hanno voluto pagare un prezzo più alto.”
A conclusione dell’incontro Paolo Pastore ha consegnato a Maurilio Campani, presidente delle sezioni soci Coop di Piombino, parte di Unicoop Tirreno, il Premio Fairtrade Best Partner 2023.
Unicoop Tirreno è la cooperativa del gruppo Coop con oltre 550 mila soci presente in Toscana, Lazio e Umbria, ed è stata premiata per il suo impegno nella diffusione sui territori dei progetti legati a Fairtrade: attraverso la mobilitazione dei suoi soci nelle campagne Settimane Fairtrade e Grande Sfida ha dimostrato di essere un essere un partner attivo nella cultura della sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
Il premio Fairtrade Best Partner 2023 è andato anche a Mara Bragaglia, l’artigiana orafa che da anni non solo ha adottato l’oro Fairtrade, ma è anche ambasciatrice di sostenibilità in tutto il suo lavoro, scegliendo accuratamente le materie prime per trasformarle in oggetti che restituiscono valori.
MILANO – Prezzi del caffè in forte ripresa nell’ultimo scorcio di maggio e nei primi giorni di giugno, di riflesso alle nuove tensioni registrate sui mercati, a fronte delle perduranti tensioni sul mercato fisico e delle prospettive sempre incerte sul fronte della produzione, dell’approvvigionamento e della logistica.
I dati statistici pubblicati ieri, mercoledì 5 giugno, dall’Ico descrivono un andamento dell’indicatorecomposto fortemente divergente tra la prima e la seconda metà del mese.
In discesa nella prima, sino al minimo mensile di 195,13 centesimi, del 13 maggio.
In forte ascesa nella seconda metà, sino al massimo mensile di 230,61 centesimi del 30 maggio. Nell’ultimo giorno del mese si è assistito infine a una forte correzione al ribasso.
Il trend al rialzo è però ripartito nei primi giorni di giugno riportando l’indicatore, ancora un volta, in area 230 centesimi, il 4 giugno.
Tra alti e bassi, la media mensile Ico di maggio arretra però del 3,9% attestandosi a 208,38 centesimi: oltre 8 centesimi e mezzo in meno rispetto ai 216,89 centesimi di aprile, costituenti il valore massimo degli ultimi 13 anni
In flessione tutte le voci dell’indicatore composto Ico. I ribassi più marcati si registrano sul fronte degli indicatori dei robusta (-4,5%) e di Londra (-6,2%). Colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali arretrano rispettivamente del 3,4%, 3,2% e 4,1%. L’indicatore di New York infine flette del 4,2%.
L’export mondiale continua a registrare incrementi in doppia cifra rispetto all’annata trascorsa
Secondo l’Ico, le esportazioni mondiali di caffè in tutte le forme sono state pari, ad aprile, a 11,965 milioni di sacchi, in crescita del 16,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa.
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