MILANO – L’arrivo della stagione calda segna l’aumento del consumo di gelati; infatti, più del 90% degli italiani considera l’estate il momento perfetto per acquistarli e consumarli. Attraverso questo sondaggio, condotto da YouGov Surveys, scopriamo quali sono le tendenze di consumo, le tipologie e i brand di gelati più scelti dagli italiani!
Consumo e acquisto di gelati
L’82% degli italiani consuma il gelato frequentemente, almeno una volta alla settimana. Quando si tratta di scegliere la tipologia, più di due terzi degli italiani (68%) preferisce un prodotto artigianale a quello industriale.
(dati: YouGov)
Generalmente, la casa, il bar o durante una passeggiata sono i luoghi in cui il gelato viene prevalentemente consumato. Tra giovani, sopra media la spiaggia (44%) e la piscina (22%), rispetto agli over 55, che preferiscono gustarlo in casa (75%).
(dati: YouGov)
Per quanto riguarda i momenti della giornata in cui gli italiani preferiscono mangiare un gelato: in prima posizione si preferisce come dolce la sera (53%), poi come spuntino pomeridiano (48%) e infine come dessert a fine pasto (38%).
(Dati: YouGov)
Gelati confezionati: driver di acquisto e tipologie preferite
Quando si parla di gelati confezionati; il gusto (70%), il prezzo (36%) e gli ingredienti (36%) sono le caratteristiche principali ricercate al momento dell’acquisto. Solo il 29% è affezionato ai marchi e giusto il 15% opta per le novità:
Riguardo alle tipologie preferite di gelati confezionati, sicuramente quello in cono è il più amato in assoluto (60%), seguito da quello in vaschetta (53%) e da quello in stecco (45%).
All’interno della fascia d’età 18-44 si riscontra una preferenza verso i gelati a base biscotto, mentre tra gli over 55 viene prediletto il gelato in vaschetta.
(Dati: YouGov)
Analisi dei marchi di gelato:
Algida, Magnum e Sammontana sono i brand più conosciuti dagli italiani. Tuttavia, prendendo in considerazione le diverse fasce d’età è possibile riscontrare delle differenze:
(dati: YouGov)
Algida, Magnum e Cornetto sono i marchi di gelato più considerati per l’acquisto in Italia. Le uniche differenze si riscontrano tra i giovanissimi (18-24), per cui i più considerati sono i brand Sammontana, Algida e Magnum, e tra i 45+, la cui top 3 è composta da Algida, Magnum e Cart d’Or.
MILANO – Spill, la società nata del 2023 e specializzata nella produzione e commercializzazione di fusti di cocktail ready to drink (RTD), ha annunciato di aver ultimato un round di investimento pre-seed, termine finanziario che indica la prima fase di vita delle start up.
Spill completa un round di investimento pre-seed
Tra i partecipanti all’investimento, come riporta il portale Be Beez, figurano Jacopo Longhi Vienna, in qualità di lead investor, Vesper Holding, Power Capital, e vari business angel, tra cui Mario Chiesa Visconti.
L’obiettivo dell’azienda, fondata nel 2023, è iniziare una rivoluzione nel mercato delle bevande alcoliche.
Con l’aiuto dei nuovi supporter, il marchio mira a consolidare la propria presenza nel mercato nazionale ed europeo.
I tre dietro la pasticceria Sisu, da sinistra, Alessandro Sanso, Silvia Dell'Acqua e Giuseppe Gallello (foto concessa)
MILANO – In una città dove i locali continuano ad aprire, si inserisce la novità della Pasticceria Sisu, in via Gaudenzio Ferrari, zona Porta Genova. Il desiderio di integrarsi in un tessuto dinamico e aperto alle commistioni tra diversi concept anche internazionale, è stato concretizzato dai titolari Silvia Dell’Acqua, Alessandro Sanso e Giuseppe Gallello nel loro ultimo progetto horeca, dove lo specialty ha trovato il suo posto grazie alla collaborazione con Gianni Tratzi.
Sisu, dalla Finlandia il concetto dietro la pasticceria
Giuseppe Gallello: “Il nome Sisu è emerso abbastanza naturalmente durante uno dei nostri brain storming: le esperienze lavorative di Silvia, una di queste maturata in un hotel finlandese, ci ha indicato “Sisu” come l’espressione più adatta a definire la nostra idea. È un termine che descrive la perseveranza, tratto che ci accomuna.
Abbiamo preso, identificandoci come bakery non tradizionale, ispirazione da tutti i viaggi all’estero e in Italia di Silvia e così nella nostra offerta coesistono diverse anime e sfaccettature.
Per quanto riguarda l’offerta di pasticceria e di brunch, andiamo dal cinnamon roll al cardamomo, abbiamo diverse soluzioni che prendono spunto da varie aree geografiche. Poi ovviamente proponiamo il croissant francese, usando un impasto di brioche in alcuni prodotti per riprendere l’Italia.
Spaziamo da un plum cake con limone e semi di papavero sino alla parte salata, con un piatto con platano, yogurt greco e granola. Ma da Sisu si trova anche la pasta fatta in casa trafilata in bronzo. Prevediamo anche il brunch, con i pancake fatti da noi, filetti di pesce, hamburger in stile street food.”
Partiamo dalla scelta della location di Sisu: perché aprirla a Milano e proprio in zona Porta Genova?
“Non c’è stata un’analisi precisa sulla scelta della location. Dal mio passato dentro Panini Durini degli ultimi sedici anni, durante i quali abbiamo aperto tanti locali ed io mi occupavo di formazione e supervisione, ci siamo accorti presto che su Milano non esistono delle aree predilette.
Ora è abbastanza uguale il posto in cui aprire: abbiamo voluto creare invece una destination per tutta la settimana incluso il week end. Ci serviva uno spazio grande, poco meno di 200 metri quadrati, con nove vetrine ad angolo con una destinata a vista sul laboratorio. Tra tutti quelli che abbiamo visto l’attuale locale di Sisu era quello che aveva le metrature di cui avevamo bisogno per costruire una sala appartata per consumare in mezzo al verde. Per ora abbiamo 49 posti a sedere.”
Sono tanti metri e posti da servire: siete in molti al servizio?
“Io e Alessandro siamo molto presenti nel servizio, abbiamo studiato il locale con un bancone quadrato con alle spalle la cucina in modo da avere un migliore controllo del passaggio e dei tavoli. Questo ci ha permesso di limitare il numero di persone necessarie per il servizio: tra laboratorio e cucina siamo in totale poco meno di 10 persone e nel week end arriviamo alle 11-12.
L’offerta di pasticceria (foto concessa)
Volevamo rischiare e lanciarci per proporre un locale che fosse differente, con un servizio al tavolo all’italiana. L’obiettivo è abbastanza alto e pensiamo già di ampliare il brand per nuove aperture.”
Come sta andando sin qui?
“Direi molto bene, c’è stato un buon passaparola che neppure mi aspettavo. Abbiamo registrato una buona influenza ed è stato impegnativo. Sisu apre dalle 8 alle 21, coprendo anche una parte dell’aperitivo, con le birre artigianali in lattina di Barona e una piccola lista cocktail particolare (penseremo di inserire più avanti anche il caffè con l’Espresso tonic, il cold brew).”
Ci racconta l’evoluzione del caffè all’interno della pasticceria Sisu?
“Abbiamo studiato una miscela di 6 monorigine Arabica dal Sud America insieme a Cartapani, tostate sul medio scuro per avvicinarsi più al cliente di tutti i giorni. Per ottenere questo risultato ci siamo appoggiati ai ragazzi che tostano e a Lorenzo Cartapani che si occupa della parte di approvvigionamento del verde: insieme siamo riusciti a trovare una quadra in tazza e un gusto più accogliente.
Poi abbiamo anche una monorigine stagionale in filtro El Salvador in espresso singolo e double che faremo ruotare. Abbiamo in programma di avviare a breve una collaborazione con Faro di Roma. “
Il costo dell’espresso da Sisu?
“Vendiamo l’espresso a un euro e trenta. Pensavamo inizialmente che sarebbe stato un problema e invece non lo è stato. Le persone ormai si sono abituate a degli espressi ingiustificabilmente proposti a costi elevati e quindi quando bevono da noi una tazzina buona, finalmente si spiegano il prezzo dietro.
Ci sono tanti che leggono della monorigine, si incuriosiscono e vogliono provarlo. Altri sono clienti già più esperti e ordinano direttamente. Fin qui abbiamo avuto anche un buon riscontro con il filtro in batch brew. Questo significa che il pubblico sta cambiando e si fa un po’ meno fatica a spingere una proposta differente.”
Quali attrezzature avete trovato per Sisu?
“Abbiamo scelto La Marzocco, il primo modello di una Strada a due gruppi, mentre per i macinacaffè usiamo il Ceado, tre on demand e uno che lavora soltanto per il filtro. Per poter valorizzare la materia prima e questi strumenti mi sono occupato io stesso della formazione del personale.”
Chi entra principalmente da voi?
“Prettamente in questo breve periodo dall’apertura sono i giovani che entrano anche a studiare il locale. E poi, dato che ci troviamo in una zona molto residenziale, arrivano da noi a fare merenda le signore del quartiere. Ci visitano molto anche le famiglie con bambini – c’è una scuola elementare qui intorno – e molti stranieri che sanno che possono venire da noi sia per il caffè che per la pasticceria. La gente entra e vuole provare.”
Ma aprire una pasticceria con specialty non è un po’ inflazionato a Milano?
Dentro Sisu (foto concessa)
“Non è negativo non trovarsi isolati: Milano ormai è inflazionata rispetto a qualsiasi locale, dalla pizzeria alla pasticceria. Ma siccome noi siamo un gruppo che ha sempre fatto questo di mestiere, non potevamo non scegliere di aprire il nostro locale senza pensarci troppo. Volevamo avere un posto che ci rispecchiasse.
Spero che come me tantissimi altri che svolgono questo lavoro pensino che il passo successivo all’essere dipendenti nelle pasticcerie gestite da altri, sia mettersi in gioco. Abbiamo voluto uscire dalla nostra confort zone e realizzare un nostro sogno.
Io e Alessandro siamo diventati soci nel 2019 in Gelsomina e abbiamo avuto le nostre soddisfazioni, ma volevamo spingerci oltre con l’avvio di un nostro concept.”
Nel breve periodo di Sisu, su cosa deve puntare?
“Ci stiamo assestando su alcuni punti che abbiamo notato in questo primo periodo. Abbiamo aperto in una stagione un po’ calante, ma da settembre in poi avremo ulteriori novità. Ora siamo in fase da rodaggio: c’è da mettere a regime la cucina, creare affiatamento con il team, proporre dei prodotti fuori menù. Pensare a un’offerta stagionale.”
Caffè e cibo: da Sisu li abbinate?
“Ci sono diverse cose che vorremo fare su questo piano. Sicuramente non vorremmo partire subito con troppa carne al fuoco e quindi ancora stiamo calibrando. Ma senza dubbio esiste già tra le altre, l’idea di lavorare sul coffee pairing.”
Il nuovo Regolamento europeo sulla deforestazione (Eudr) sarà implementato nell’Unione Europea a partire dalla fine di dicembre 2024. Per fare luce sull’argomento, Mario Cerutti, chief institutional relations & sustainability officer di Lavazza Group, ha condiviso lo studio “Agriculture and Deforestation. How to Reduce the Impact of the EU’s Agricultural Imports on Global Forests” pubblicato dallo Iai – Istituto affari internazionali, uno dei più noti think tank italiani specializzati in politica internazionale.
Lo studio riporta un’analisi obiettiva dell’Eudr, valutando gli impatti della normativa da diverse prospettive e proponendo soluzioni tecniche e operative, oltre che politiche e finanziarie, attraverso diversi casi studio focalizzati su alcune delle commodities impattate, tra cui il caffè.
Leggiamo di seguito la sintesi del rapporto completo in lingua inglese che può essere consultato qui.
Il rapporto sull’Eudr e la deforestazione di Iai
MILANO – Il rapporto analizza l’impatto delle importazioni agricole dell’UE sulle foreste globali, discutendo e proponendo soluzioni tecniche, operative, politiche e finanziarie per ridurre tale influenza.
Lo studio si concentra sulle sette materie prime considerate dal Regolamento dell’UE per i prodotti deforestation-free (bestiame, cacao, caffè, palma da olio, gomma, soia e legno).
Il rapporto è diviso in tre parti: una panoramica, che dettaglia l’entità delle importazioni dell’UE e le confronta con altri attori; un capitolo tecnologico e operativo, che si concentra su soluzioni che vanno dalla tracciabilità e certificazioni all’applicazione delle leggi a migliori pratiche agricole; e infine un capitolo sul settore privato, dedicato alle politiche dell’UE e dei paesi fuori dall’Unione e alle opzioni finanziarie.
Il rapporto considera tutti i partner commerciali dell’UE a livello globale, prestando però particolare attenzione al sud-est asiatico, al Sud America, e all’Indonesia e al Brasile come principali partner commerciali per le materie prime agricole.
Questa analisi è stato prodotta anche grazie a un ampio lavoro sul campo in Indonesia e in Brasile, dove il team ha condotto una serie di interviste e visite, concentrandosi sia sulle piantagioni e sui piccoli agricoltori dal lato della produzione, sia sui grandi e piccoli acquirenti per una serie di prodotti, in particolare caffè, olio di palma, gomma e legname.
Per leggere lo studio completo in lingua inglese basta cliccare qui.
Una delle illustrazioni, vagamente retrò, scelte per reclamizzare il crowdfunding del nuovo prodotto (immagine fornita)
MILANO – Mentre è sempre accesissimo il dibattito attorno all’Eudr, con relative polemiche sugli adempimenti e sulle scadenze, Atomo Coffee – la startup statunitense di Seattle che ha creato il primo caffè molecolare senza chicchi – lancia una sua proposta, a metà strada tra la provocazione e il marketing, sotto forma di un nuovo prodotto: Remix.
Cos’è Remix?
Remix è una miscela composta per il 50% di vero caffè arabica e per il rimanente 50% di caffè molecolare. Secondo Atomo, essa “riduce la deforestazione del 50%”.
Va subito precisato che quello di Atomo non è un caffè da agricoltura cellulare. Non ha dunque nulla a che vedere con il caffè creato dalla finlandese Vtt utilizzando un bioreattore.
Si tratta invece di un sofisticato surrogato ottenuto partendo da un procedimento di ricerca, che ha individuato e catalogato le molecole che conferiscono alla bevanda: aroma, colore e sensazioni organolettiche.
Il passo successivo è stato quello di sostituirle in laboratorio con sostanze sostenibili di origine vegetale, nell’intento di ottenere un risultato in tazza simile dall’originale.
Un approccio già adottato per la carne (il famoso hamburger 2.0 di Impossible Foods) e addirittura per il vino.
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TRIESTE – Bloom Coffee Circus, una delle più importanti esperienze formative italiane dedicate al caffè, ritorna con la sua 9° edizione estiva, intitolata “Welcome to the Jungle“. Questo evento, celebre tra gli amanti del caffè e i professionisti del settore di tutto il mondo, si svolge dal 10 al 25 giugno 2024, tra la splendida Sicilia e la storica città di Trieste.
Il campus formativo Bloom Coffee Circus
Il campus formativo offre l’opportunità unica di partecipare a tutti i cinque moduli della Specialty Coffee Association (Sca) di livello foundation e intermediate. I partecipanti hanno potuto scegliere la formula più adatta alle loro esigenze di formazione. Il programma è iniziato il 10 giugno con il modulo Green Coffee Foundation, che esplora la catena di approvvigionamento del caffè specialty.
Segue il modulo Roasting Foundation l’11 giugno, focalizzato sulla tostatura del caffè. Il 12 giugno è stato dedicato alla Sensory Foundation, alla scoperta della valutazione sensoriale del caffè mentre il 13 giugno si sono introdotti i metodi di infusione con il modulo Brewing Foundation.
La selezione del chicco (immagine concessa)
Il 14 giugno il modulo Barista Foundation ha coperto le competenze essenziali per la preparazione di espresso e cappuccino, con una masterclass di latte art con il campione italiano Giuseppe Fiorini. Il 15 giugno i corsisti hanno avuto l’opportunità unica di visitare la Piantagione Finca Balistrieri a Santa Croce di Camerina.
Dal 17 giugno al 21 giugno i partecipanti si trasferiranno a Trieste dove potranno seguire i corsi di Green e Roasting Intermedio. Lo faranno nei laboratori Bloom Coffee School per approfondire il mondo del caffè crudo, nozioni di botanica e geografia fino alla trasformazione del prodotto al chicco tostato. Il 18 giugno è prevista una visita ai magazzini del porto di Trieste, dove approfondire i dettagli logistici e di stoccaggio.
L’offerta del Circus prevede anche il CVA per Assaggiatori, un aggiornamento professionale di due giorni focalizzato sul nuovo strumento di valutazione del valore del caffè proposto dalla SCA. I partecipanti apprenderanno come utilizzare i nuovi riferimenti sensoriali del CVA, descrivere ed valutare il caffè utilizzando i Moduli Descrittivi e Affettivi del CVA e comprenderanno il nuovo sistema CVA.
I corsi Foundation si sono tenuti presso l’area System di Ragusa, in Sicilia, mentre i corsi intermediate avranno luogo a Trieste. Tutti i corsi saranno tenuti da Alberto Polojac, rinomato esperto nel settore del caffè. Bloom Coffee Circus è un evento unico nel suo genere che offre formazione di alto livello per tutti gli appassionati e professionisti del caffè. Per maggiori informazioni e per ottenere l’itinerario dettagliato, si prega di contattare hello@bloomcoffeeschool.it
Bloom Coffee School è lo spazio formativo di Imperator che vanta il riconoscimento da parte di SCA (l’associazione mondiale più autorevole per la promozione dell’eccellenza nel mondo del caffè) come Premier Training Campus e del Coffee Quality Institute come Q Professional Venue.
Da sinistra: Gaetano Panariello, direttore del San Pietro a Majella, Mario Rubino, presidente di Kimbo e l'artista Ciccio Merolla (immagine concessa)
NAPOLI – Kimbo S.p.A., in partnership con il musicista Ciccio Merolla, bandisce un concorso per l’assegnazione di sei borse di studio dell’importo di euro 2.000,00 (duemila) ciascuna – per un totale di dodicimila euro – destinate agli studenti del Conservatorio di musica San Pietro a Majella di Napoli regolarmente iscritti all’anno accademico 2023/24.
Per l’anno accademico in corso Kimbo e Merolla individuano le seguenti categorie a cui assegnare le borse di studio:
1. Percussioni = n. 1 borsa di studio
2. Strumenti a fiato (fl., ob., cl., fg., cr., tr., trbn., sax ) = n. 1 borsa di studio
3. Strumenti ad Arco (v.no, v.la, v.cello, c.basso) = n. 1 borsa di studio
4. Tastiere = n. 1 borsa di studio
5. Arpa, Chitarra, Mandolino = n. 1 borsa di studio
6. Canto = n. 1 borsa di studio
Possono partecipare al concorso gli studenti regolarmente iscritti per l’a.a. 23/24 al secondo anno di un corso Biennale che abbiano conseguito tutti gli esami degli anni precedenti. Al tal fine si specifica quanto segue:
1) Lo studente deve aver conseguito tutti gli esami della precedente annualità al mese di marzo 2024 (terza sessione dell’a.a.22/23).
2) Lo studente deve essere in regola con il versamento di tasse e contributi.
Per partecipare al concorso lo studente deve produrre una copia della sua situazione scolastica al 31 marzo 2024 (rilasciata dalla Segreteria Studenti) da cui si evince il superamento, con relativa votazione, degli esami della annualità precedente. Lo studente dovrà inoltre allegare un curriculum artistico da cui si evinca la partecipazione ad iniziative ed attività svolte dentro e/o fuori dal conservatorio.
Una commissione nominata dal direttore del conservatorio e composta da due docenti con un rappresentante della Kimbo (indicato dalla S.p.A.) e l’artista Ciccio Merolla individuerà i destinatari delle borse di studio addivenendo ad una graduatoria basata sui seguenti criteri:
1) Media delle votazioni riportate agli esami;
2) Partecipazione alle attività artistiche organizzate dal Conservatorio;
3) Partecipazione ad attività artistiche organizzate al d fuori del Conservatorio;
4) Possesso di altri titoli di studio e/o culturali
A parità di valutazione costituirà titolo di precedenza:
1) Reddito ISEE più basso;
2) La più giovane età
La Commissione renderà pubblica la graduatoria entro la fine del mese di luglio 2024. I destinatari delle borse di studio si impegnano a esibirsi in un pubblico concerto di premiazione che sarà organizzato dal Conservatorio di Napoli e da Kimbo in data 1 ottobre 2024 presso la Sala Scarlatti.
Le domande di partecipazione corredate della documentazione richiesta dovranno essere inviate all’indirizzo ufficioprotocollo@sanpietroamajella.it entro il 30 giugno 2024 e dovranno recare per oggetto “Borsa di studio KIMBO/Merolla”. Lo studente dovrà indicare anche un programma a libera scelta della durata massima di 10 minuti che intenderà eseguire il giorno della premiazione.
Le domande devono contenere anche l’autorizzazione alla cessione dei diritti di immagine sia di (eventuali) performance e/o interviste legate alle selezioni previste da questo bando sia per la partecipazione al concerto del 1° ottobre 2024 per finalità relative alle attività di comunicazione (a mezzo ufficio stampa e social network) della Kimbo (file allegato).
Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)
L’agenzia per il lavoro Randstad si prepara alla stagione estiva ed è alla ricerca di oltre 3500 lavoratori da inserire nella ristorazione e nel turismo. Oltre ai profili più ricercati di banconisti e cuochi, nella top 20 delle figure più ricercate e introvabili sono compresi anche store manager, addetti mensa per sostituzione ferie, commessi, cassieri e hostess eventi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Borsa Italiana che riprende il contenuto de Il Sole 24 Ore Radiocor.
I lavori più richiesti nella ristorazione da Randstad
MILANO – Addetti alla ristorazione, banconisti e cuochi i più ricercati per l’avvio della stagione turistica estiva che parte con previsioni di crescita per gli arrivi, ma con l’incognita di lavoratori che non si trovano. Tra i più ricercati anche camerieri, baristi e operatori nella ristorazione di autostrade e stazioni.
E’ la classifica dei mestieri estivi più introvabili stilata da Randstad che in Italia ricerca oltre 3500 profili nel turismo, ristorazione e GDO in tutta la penisola, ma soprattutto nei luoghi turistici e nelle città d’arte.
Nella top 20 delle figure più ricercate anche store manager, addetti mensa per sostituzione ferie, commessi, cassieri, hostess eventi, agenti di vendita ho.re.ca, operatori turistici, guide turistiche, macellai e panettieri.
Elena Parpaiola, amministratore delegato di Randstad Italia, spiega a Il Sole 24 Ore Radiocor: “Alle porte della stagione estiva si evidenzia una forte richiesta. In particolare, per l’hotellerie si evidenzia una richiesta di profili con esperienza, il cui requisito imprescindibile è la conoscenza delle lingue straniere”.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Coca-Cola Hbc Italiaha annunciato un investimento di due milioni di euro a favore dello stabilimento di Rionero in Vulture nella provincia di Potenza. La notizia è arrivata in concomitanza con la pubblicazione del Rapporto di sostenibilità dell’azienda: “Celebriamo insieme il mondo di domani“. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Nino Sangerardi per Affari Italiani.
L’investimento di Coca-Cola Hbc Italia in Basilicata
RIONERO IN VULTURE (Potenza) – La società Coca-Cola Hbc Italia srl comunica la messa in opera di un investimento di due milioni di euro nello stabilimento di Rionero in Vulture, provincia di Potenza.
Finanziamento destinato a miglioramenti in ambiti cruciali come la salute e la sicurezza, efficientamento idrico e la circolarità degli imballaggi.
L’annuncio è stato fatto in concomitanza con la pubblicazione del Rapporto di sostenibilità dell’azienda: “Celebriamo insieme il mondo di domani“.
Secondo la multinazionale americana, questo impiego di denaro rappresenta un impegno significativo “nei confronti del territorio lucano, con un impatto positivo sia sull’economia che sulla comunità locale”.
La determinazione aziendale, sostenuta da uno studio di SDA Università Bocconi di Milano, rileva che la presenza di Coca-Cola in Basilicata genera direttamente e attraverso l’indotto oltre 200 posti di lavoro. Inoltre, la distribuzione delle risorse ammonta a quasi cinque milioni di euro, equivalenti allo 0,04% del Prodotto interno lordo regionale.
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Per celebrare il sesto compleanno della sede della nota torrefazione, Nuvola Lavazza, è stata inaugurata un’esposizione sul progetto editoriale ispirato alle copertine della nota rivista statunitense che resterà allestita nell’atrio centrale fino al 15 settembre. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Marco Berton per Torino Oggi.
La mostra editoriale alla Nuvola Lavazza
TORINO – The New Yorker è sicuramente una delle riviste più note a livello internazionale, anche e soprattutto conosciuta e riconosciuta per le sue copertine illustrate. Dall’idea di Marco Gallo e Luciano Aiello, fondatori del Curve Creative Studio, è invece nato “The Torineser”, progetto editoriale ispirato proprio al periodico statunitense.
The Torineser si è quindi concretizzato in una serie di copertine di una rivista immaginaria in cui diversi illustratori si sono cimentati nella rappresentazione di luoghi iconici di Torino: “Il nostro – spiegano Gallo e Aiello – è un progetto collettivo che usa l’illustrazione per raccontare Torino, come già fatto in altre città; le copertine, grazie al supporto del nostro partner Illustation, si sono anche trasformate in stampe acquistabili in 2 formati. Il prossimo step, per cui stiamo dialogando con il Comune, riguarderà luoghi abbandonati”.
Per celebrare il 6° anniversario dall’apertura, la Nuvola Lavazza ha scelto di ospitare proprio una mostra su The Torineser, con una selezione delle illustrazioni – dove il caffè rientra in modo preponderante – realizzate da Helga Aversa, Aurora Bartoli, Katia Boarino, Chiara Chinaglia, Alessandro Damin, Luca Grassi, Erica Lazzeri, Nice and the Fox, Cinzia Piazza, Luna Ronco, Alessandra Sartoris, Valerio Sigismondi, Taccigram, Andrea Tomasino, Vittoria Zorzi. Truly Design e Ilaria Urbinati. L’esposizione resterà allestita nell’atrio centrale fino al 15 settembre.
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