mercoledì 10 Aprile 2024
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I fondi del caffè alleati contro l’inquinamento delle acque: lo studio

Grazie all’aggiunta di cloruro di zinco per attivare il carbonio contenuto, gli scarti della bevanda possono rimuovere il bentazone in 70 casi su 100

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MILANO – Secondo uno studio effettuato dall’Università tecnologica federale del Paranà, la più antica istituzione universitaria brasiliana fondata nel 1912,  i fondi del caffè esausti, grazie all’aggiunta di cloruro di zinco per attivare il carbonio contenuto, possono rimuovere il bentazone in 70 casi su 100. La notizia è giunta dal portale d’informazione adnkronos che ha riportato lo studio.

Le proprietà dei fondi del caffè

Il bentazone è uno degli erbicidi più popolari nel campo dell’agricoltura ma anche uno dei più pericolosi: la stessa Epa (l’agenzia negli Stati Uniti per la protezione dell’ambiente) ha avvertito del suo possibile danno per la salute umana nelle acque di falda.

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Ed ecco perciò che lo scarto dei fondi del caffè si rivelerebbe un valido aiuto contro l’inquinamento delle acque.

Questa non è di certo la prima volta che gli scarti del caffè presentano degli inaspettati benefici.

Infatti, uno studio svolto dall’Università del Texas a El paso e sostenuto da una sovvenzione del National Institutes of Health, ha scoperto che i Carbon Quantum Dots (CACQDs, ovvero nanoparticelle di carbonio di dimensioni inferiori a 10 nm, n.d.r.) derivati dai fondi di caffè esausti potrebbero proteggere le cellule cerebrali dai danni causati da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson (ne abbiamo parlato qui).

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