Lavazza diventa Official Coffee Partner di Princess Cruises (foto concessa)
MILANO – Lavazza diventa Official Coffee Partner di Princess Cruises, la più famosa compagnia di crociere del mondo. Quella, per intenderci, dell’iconico Love Boat. La notizia arriva da un comunicato del colosso americano della crocieristica, proprietà di Carnival Corporation, che ha sede a Santa Clarita, in California.
“I nostri croceristi amano il rituale mattutino del caffè all’InternationalCafé, nella leggendaria Princess Piazza” ha dichiarato John Padgett, presidente di Princess Cruises.
“La partnership con Lavazza offrirà ai nostri ospiti una cosa in più da amare durante la loro crociera”. Il lancio è previsto nel corso della primavera. I croceristi potranno degustare una vasta gamma di bevande calde, come pure prodotti ready to drink in lattina.
Ma la partnership andrà oltre la semplice offerta di prodotti e servizi, per comprendere anche cene a tema ispirate al caffè, ricette create dagli esperti Lavazza in collaborazione con gli chef di Princess, corsi di formazione all’assaggio, degustazioni, abbinamenti gastronomici.
I due marchi collaboreranno inoltre nelle prossime campagne di marketing, nonché in promozioni ed eventi esclusivi.
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MILANO – In Italia il trend del cashless non conosce battute d’arresto: nel 2022 i pagamenti senza contanti crescono in quasi tutto il paese, come dimostrano i valori medi sempre più bassi delle transazioni digitali nelle province del nord, del centro e del mezzogiorno.
Rispetto al 2021 infatti, lo scontrino medio cashless a livello nazionale è diminuito dell’8%, attestandosi sulla cifra di 40,4 euro: Cagliari è la provincia con lo scontrino medio più basso, pari a 33,5 euro, seguita da Bologna (35 euro) e Caltanissetta (35,1 euro).
In fondo alla classifica si posizionano Savona (77,8 euro), Siena (55,7 euro) e Grosseto (51,3 euro), che sono le province con il ticket medio cashless più elevato.
Il trend del cashless secondo SumUp
I settori in cui gli scontrini digitali sono più bassi sono bar e club (14,9€), tabaccherie (21,4€) e fast food (22€), a indicare un maggiore utilizzo di pagamenti digitali anche per spese minori e in esercizi tradizionalmente associati ai contanti.
Umberto Zola, growth marketing lead di SumUp (immagine concessa)
Sono alcuni dei risultati dell’Osservatorio Scontrini Cashless 2023 di SumUp, la fintech leader nel settore dei pagamenti digitali e soluzioni innovative cashless, che ha analizzato i valori degli scontrini medi cashless degli ultimi due anni nelle diverse province italiane.
“Dall’analisi degli scontrini nelle diverse aree del paese, emerge che l’evoluzione dei pagamenti senza contanti riguarda quasi tutte le province, pur con velocità diverse”, afferma Umberto Zola, growth marketing lead di SumUp. “La diminuzione dello scontrino medio è uno degli indicatori che meglio rappresenta la crescita del cashless in Italia, perché dimostra che, da un lato, i consumatori sono sempre più abituati a utilizzare metodi di pagamento alternativi al contante anche per piccoli importi e che, dall’altro, gli esercenti sono sempre più disposti a introdurre strumenti digitali per semplificare e velocizzare le operazioni di cassa”.
Le province con gli scontrini cashless più bassi
Per trovare gli scontrini medi cashless più bassi – dopo Cagliari, Bologna e Caltanissetta, che occupano il podio della classifica – bisogna recarsi a Lodi (35,9 euro), Livorno (35,8), Taranto (36), Palermo (36), Catania (36,2), Oristano (36,2) e nella provincia di Barletta-Andria-Trani (36,5).
Una Top Ten che premia dunque in maggioranza i territori del Sud e Isole, con sole tre province del Centro-Nord del paese. Al di fuori delle prime dieci, le province del Nord con il ticket medio più ridotto sono Genova, in dodicesima posizione con 36,6 euro, Torino, tredicesima con 36,7 euro, e Ferrara, quindicesima con 37,4 euro. La prima città del Centro Italia, dopo Livorno, si trova solo alla 39° posizione, dove si colloca Frosinone (39,6 euro), seguita da Viterbo (40,5 euro) e Latina (40,7 euro ), rispettivamente al 50° e 51° posto.
Dove è calato di più lo scontrino medio digitale
L’Osservatorio Scontrini Cashless di SumUp ha analizzato anche le province dove il calo del ticket medio digitale è stato più evidente. A guidare questa classifica è Trieste, con una flessione del 28,8% rispetto al 2021, seguita da Parma, con una diminuzione del 22,5%, e Ancona, dove lo scontrino è sceso del 19,5%. Dall’altro lato della classifica, Enna (+5,8%), Napoli (+3,8%) e Vibo Valentia (+1,5%) sono le uniche province in cui la transazione media cashless è aumentata.
I settori con lo scontrino medio cashless più basso e più alto
Nel 2022 gli esercizi commerciali con gli scontrini medi cashless più bassi sono stati bar e club (14,9€), seguiti da tabaccherie (21,4€) e fast food (22€). Dentisti (198,6€), Hotel e strutture ricettive (164,6€) e servizi di consulenza (134,1€), invece, sono i settori che registrano i valori più elevati.
Nel confronto con il 2021, i fotografi sono gli esercenti che segnalano il calo più significativo dello scontrino medio cashless (-44%), seguiti dalle librerie (-23,9%) e dalle tabaccherie (-23,2%). La cosmesi è il settore più in controtendenza, con una crescita del ticket digitale del +79,2%, seguita dalle gioiellerie (+36,9%) e dai pet shops (+27,8%).
La scheda sintetica di SumUp
SumUp è l’azienda leader a livello mondiale nel settore della tecnologia finanziaria, con l’obiettivo di democratizzare il settore dei pagamenti digitali per i piccoli commercianti. Fondata nel 2012, SumUp è il partner finanziario di oltre 4 milioni di esercenti in più di 35 mercati nel mondo, aiutandoli ad avviare, gestire e far crescere la loro attività.
Attraverso la sua Super App, SumUp offre ai piccoli commercianti un conto e una carta aziendale gratuiti, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre a pagamenti di persona e a distanza perfettamente integrati con i terminali per carte e i registratori di cassa SumUp.
Con l’intento di valorizzare il proprio successo, SumUp si è impegnata a donare l’1% del proprio fatturato a sostegno di cause ambientali, educative e imprenditoriali. Nel 2022 la società è stata riconosciuta come Top Global Employer per la comunità LGBTQ+ dallo Stonewall Workplace Equality Index. Per maggiori informazioni, basta cliccare qui.
La scorsa settimana Jimmy Ghionedi Striscia la Notizia è stato aggredito dal titolare del bar dell’Agenzia delle entrate di Roma, locale in cui non venivano emessi gli scontrini (ne abbiamo parlato qui). L’inviato è tornato sul luogo del delitto e la situazione sembra essere cambiata: l’aggressore è sempre lì ma ora lo scontrino viene regolarmente rilasciato. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale TgCom 24.
Il ritorno di Ghione al bar dell’Agenzia delle entrate dopo l’aggressione
ROMA – È trascorsa ormai quasi una settimana dall’aggressione subita da Jimmy Ghione all’Agenzia delle Entrate di Roma 6 – Eur dove l’inviato di Striscia la Notizia era andato a documentare l’attività del bar interno, in cui spesso non venivano emessi scontrini. Ghione è tornato sul posto per vedere se qualcosa è cambiato dopo il caso mediatico che si è creato: il barista che aveva spintonato e minacciato di uccidere con un coltello l’inviato è ancora al suo posto, ma avrebbe iniziato a rilasciare il regolare scontrino fiscale a chi fa acquisti nel bar.
Negli ultimi giorni Ghione ha spiegato di aver ricevuto moltissimi messaggi da parte di cittadini che lo esortavano ad andare avanti con il caso: a qualche giorno dalla scoperta, l’Agenzia di Roma 6 ora risulta letteralmente “blindata”: “Gli utenti vengono controllati all’esterno dal personale e poi fatti entrare”, spiega l’inviato di Striscia, che cerca invano di intervistare i dipendenti in entrata, anche se nessuno vuole parlare. Sbirciando da una finestra, però, l’inviato vede che il barista che lo aveva aggredito finalmente emette gli scontrini.
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Il tavolo di una caffetteria (Foto di Pexels da Pixabay)
Paolo Barivelo, responsabile Confcommercio del settore bar dal 1998, si espone sulla differenza tra bar e distributori automatici, insistendo sulla necessità di una maggiore professionalizzazione del settore esercizi pubblici, affinché si possa offrire un servizio e un prodotto di maggiore qualità con più attenzione alle esigenze della clientela.
Leggiamo di seguito la sua opinione nella prima parte dell’intervista di Angelo Diofano per Il Corriere di Taranto.
A parlare è Paolo Barivelo, responsabile Confcommercio del settore bar dal 1998
MILANO – “I distributori H-24 nostri concorrenti? Assolutamente no. L’attività di un bar è fatta di persone, di attenzione al cliente, il quale deve essere al centro del nostro impegno, all’insegna della professionalità e della qualità del servizio. Negli H-24 tutto questo non c’è, solo una fredda macchinetta e nient’altro.
Gli H-24 hanno il loro specifico bacino d’utenza, che, dopo aver inserito la monetina nell’apposita feritoia, acquista la merendina o la bibita da consumare frettolosamente – dice – Chi, invece, viene al bar è una persona che vuol vivere un’emozione, vuol socializzare, non necessariamente solo per il tempo della degustazione”.
La differenza tra bar e distributori automatici
“C’è anche la possibilità di leggere qualche quotidiano (alcuni esercenti continuano a metterli a disposizione della clientela) o di guardare il notiziario dalla televisione mentre si sorseggia un buon caffè o usufruire di una connessione wi-fi per navigare su internet. Ciò che, insomma, i distributori automatici non potranno mai offrire. Sappiamo benissimo quanto tutto ciò sia mancato durante la pandemia! A tal proposito ricordo che fu una grande scorrettezza nei nostri confronti lasciare aperti a lungo in quel tristissimo periodo gli H-24, con un provvedimento di chiusura tardivamente adottato”.
Paolo Barivelo insiste sulla necessità di una maggiore professionalizzazione del settore, affinché si possa offrire un servizio e un prodotto di qualità, riprendendo, per esempio, la produzione artigianale della pasticceria senza limitarsi più al cornetto surgelato, secondo una tradizione che è andata sempre più diradandosi
“Necessitano più frequenti corsi di aggiornamento professionale, come quelli organizzati dalla Confcommercio – continua Barivelo – Tutti, ad esempio, sono a conoscenza delle norme di base per la preparazione di un drink: ma quanti, invece, sanno fare un buon drink, così da rispondere alle esigenze di una clientela dai gusti sempre più raffinati e sempre alla ricerca di novità?
In questo vanno coinvolti tutti i dipendenti dell’esercizio, con un’attenzione particolare ai camerieri: sono loro che, rappresentando il titolare, accolgono per primo il cliente. Per questo delicatissimo incarico non ci si può improvvisare, come di frequente accadeva un tempo, quando a espletarlo era il giovane, sia pure per brevi periodi, che così poteva mantenersi agli studi”.
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Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina e presidente di Anci Lombardia, lancia una proposta in vista della stagione turistica per risolvere il problema che attanaglia sempre più le industrie nell’horeca: la carenza di personale. Guerra propone di definire un regime per il quale alle imprese e aziende che trasformano una o più assunzioni da stagionali in annuali sia riconosciuta una riduzione degli oneri contributivi nella misura della Naspi, in modo tale da utilizzare quelle risorse per il pagamento dei lavoratori.
“Niente oneri in più per il bilancio dello Stato, che anzi guadagnerebbe dal maggior gettito fiscale derivante dallo sviluppo annuale dell’economia turistica” afferma Guerra. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Roberto Canali pubblicata da Il Giorno.
La mancanza di personale al lago di Como
COMO – Nella Lariowood degli hotel e dei ristoranti da sogno è diventato più facile trovare un vip in vacanza che un cameriere o un barista al lavoro, soprattutto se il contratto proposto è quello di stagionale. La colpa non è del reddito di cittadinanza né della presunta scarsa propensione al sacrificio delle nuove generazioni, in questo caso a determinare la scelta dei lavoratori è la concorrenza con la vicina Svizzera dove le paghe sono notevolmente migliori.
Timori per la stagione turistica
Così alla vigilia della nuova stagione turistica che entrerà nel vivo già a partire dal lungo ponte di Pasqua, grazie all’arrivo di migliaia di turisti dalla Germania, la Francia e il Nord Europa tanti alberghi e ristoranti sono già in allarme. Ha pensato loro Mauro Guerra che oltre a essere il presidente di Anci Lombardia è anche il sindaco di Tremezzina, uno tra i centri turistici più importanti del Lario, con una lettera aperta inviata a parti sociali, organizzazioni di categoria e parlamentari per ottenere paghe migliori e più garanzie a favore dei lavoratori, in cambio di sgravi fiscali per chi opererà assunzioni a lungo termine.
“La crescita dei flussi e della domanda turistica sul lago di Como hanno assunto dimensioni imponenti – spiega – Che richiedono quindi una accelerazione delle capacità del nostro territorio di dare risposte adeguate. Se non ce la facessimo rischiamo di giocarci la prospettiva. Insieme a quello dei servizi della mobilità uno dei temi più caldi è quello della carenza di personale. Le bacheche social e le chiacchierate, formali e informali, con gli operatori del settore pullulano di ricerche di personale. Questione generale e da noi, fra l’altro, aggravata dalle enormi differenze salariali con la Svizzera che sottrae manodopera, a tutti i livelli e per tutte le qualifiche”.
La proposta
“Propongo di lavorare a definire un regime per il quale alle imprese e aziende che trasformano una o più assunzioni stagionali in assunzioni annuali sia riconosciuta una riduzione degli oneri contributivi nella misura della Naspi, che lo Stato così non dovrebbe versare, utilizzando invece quelle risorse per garantire la contribuzione integrale ai lavoratori – la proposta di Guerra – Niente oneri in più per il bilancio dello Stato, che anzi guadagnerebbe dal maggior gettito fiscale derivante dallo sviluppo annuale dell’economia turistica”.
Guerra continua: “Minori costi per gli imprenditori, così incentivati a prolungare l’attività. Soprattutto più reddito, più stabilità e sicurezza dell’occupazione per le lavoratrici e i lavoratori e le loro famiglie, e una chance in più perché scelgano di restare a lavorare nel nostro territorio. Fidelizzandone il rapporto con i nostri operatori. Salari adeguati e stabilità occupazionale parlano di diritti salvaguardati, di qualità del lavoro e di una economia che cresce in modo equo e sostenibile”.
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L’inaugurazione del locale è fissata per giovedì 30 marzo. Il nuovo store che prende il posto dello storico pub fiorentino Joyce, il quale adotterà il nome di Ditta Artigianale piazza Ferrucci, verterà attorno alla moderna caffetteria e sarà caratterizzato dal colore verde come omaggio al simbolo del luogo, ovvero il giardino. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su La Nazione.
Il nuovo punto vendita di Ditta Artigianale
FIRENZE – Rinasce con una nuova veste lo storico pub Joyce in piazza Ferrucci. Giovedì 30 marzo è fissata l’inaugurazione del locale, che diventa il quinto store di Ditta Artigianale. Sarà caffetteria, ovvio, ma anche forno-pasticceria, edicola e spazio per l’aperitivo-cena, con un occhio molto attento al rispetto del vicinato.
“Serviremo l’ultimo drink alle 23 – dice Francesco Sanapo, titolare di Ditta Artigianale -. Dalle 7 di mattina, si gusteranno il nostro caffè di qualità, per il quale siamo famosi a livello internazionale, ma anche tantissimi cocktail ed i prodotti di eccellenza della nostra area bakery. Nella nostra indole non c’è la vocazione notturna. Per rispetto del quartiere, non si faranno le ore piccole”.
Il nuovo Joyce – che si chiamerà Ditta Artigianale piazza Ferruzzi – ruoterà attorno alla moderna caffetteria e sarà caratterizzato principalmente dal colore verde, per richiamare il simbolo del luogo, ovvero il giardino.
“Sono particolarmente felice del fatto che in piazza Ferrucci andremo proprio nelle ‘case dei fiorentini – afferma Sanapo -. Ho iniziato l’avventura 10 anni fa, come unico dipendente. Adesso da Ditta Artigianale lavorano cento persone. Siamo un’azienda giovane col grande sogno di elevare l’arte dell’ospitalità a Firenze.
Vogliamo essere esempio di come si fa ristorazione, settore da sempre simbolo del made in Italy. Da noi al primo posto ci sono l’etica di quel che si fa e si vende. Il caffè è il prodotto che più ci rappresenta. Io spendo mesi all’anno per cercare i caffè più buoni e prestigiosi. Le nostre tazzine raccontano la storia del caffè”.
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Nel nuovo centro dell’area shopping di Porta a Mare a Livorno è prevista l’apertura di uno store del colosso americano. Nonostante non ci sia ancora una data precisa per l’inizio dei lavori, né tantomeno per l’apertura, il brand è già alla ricerca di personale. Le figure richieste sono: store manager, assistant store manager e baristi. Leggiamo di seguito la prima parte della notizia di Riccardo Campopiano pubblicata sul portale Livorno Today.
L’apertura di Starbucks a Livorno
LIVORNO – “Vorrei un frappuccino al cioccolato con panna”. Quante volte è capitato di dire questa frase quando, soprattutto all’estero, si entra da Starbucks. Quella bevanda, diventata simbolo della famosa catena statunitense di caffè, presto si potrà ordinare anche a Livorno.
Già perché a Porta a Mareè in arrivo proprio il locale della famosa “Sirena a due code”, brand con oltre 50anni di vita fondato a Seattle. Dall’azienda, contatta da LivornoToday, fanno sapere che ancora non è possibile stabilire le date di inizio lavori e soprattutto di apertura, però assicurano che Starbucks arriverà e sono già aperte alcune candidature.
“Non vediamo l’ora di portare prossimamente la Starbucks Experience ai clienti di Livorno – dicono dallo statement -. Vi faremo sapere quando avremo piani più specifici da condividere”. “Per questo sfidante progetto – sottolinea la Percassi, azienda scelta come licenziataria unica in Italia della catena – cerchiamo persone curiose, ambiziose, che amino guidare un team verso il raggiungimento degli obiettivi condividendo i nostri. Starbucks è un luogo di ritrovo, una parte della nostra routine quotidiana. Chiamiamo i nostri dipendenti partner perché siamo tutti partner nel successo condiviso. Ci assicuriamo che tutto ciò che facciamo sia fatto con passione e ci impegniamo con i nostri clienti per offrire la migliore qualità di caffè al mondo”.
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Il progetto di Fipe-Confcommercio e Gruppo donne imprenditrici Fipe è entrato nel vivo nella provincia di Rimini con un appuntamento formativo per dotare i titolari delle competenze necessarie per il contrasto della violenza di genere. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Rimini Today.
Il progetto di Fipe contro la violenza sulle donne
RIMINI – È iniziata la fase operativa di #SicurezzaVera, il progetto di Fipe-Confcommercio e Gruppo Donne Imprenditrici Fipe in collaborazione con la Polizia di Stato per la sensibilizzazione e il contrasto della violenza di genere.
I pubblici esercizi della provincia di Rimini si sono ritrovati al ristorante L’Ingrata, sede di un appuntamento formativo e informativo alla presenza della referente nazionale del progetto #SicurezzaVera e del Gruppo Donne Imprenditrici Fipe provinciale, Alessandra Della Torre al tavolo insieme al presidente di Fipe-Confcommercio provinciale, Gaetano Callà e alle rappresentanti della Polizia di Stato in forza alla Divisione anticrimine ufficio minori e stalking della Questura di Rimini e al presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino.
Alla Vice ispettore, dottoressa Paola Sammarco e all’agente scelto Ilenia Serra è stato affidato il compito di spiegare il loro lavoro quotidiano e i passi che può e deve fare una donna vittima di violenza o stalking declinando tutte le azioni possibili, da quelle amministrative come l’ammonimento del questore alle denunce penali, dalla chiamata repentina al 112 fino ai numeri utili da chiamare per informazioni e ascolto.
Nella seconda parte, le rappresentanti della Polizia hanno spiegato alla platea dei titolari di bar, ristoranti e locali come si devono comportare in caso una donna abbia bisogno di aiuto nella loro attività.
A conclusione del percorso, l’attiguo panificio caffè Circus ha fatto da cornice alla consegna della vetrofania che è stata rilasciata ai partecipanti a suggellare l’ingresso nella rete di presìdi di territorio #SicurezzaVera
Per l’amministrazione comunale di Rimini è intervenuta aprendo la giornata l’assessora del Comune di Rimini, Francesca Mattei che ha sottolineato come “l’amministrazione è molto sensibile e attenta a questo tema, perché anche il nostro territorio purtroppo non è immune da atti di violenza e stalking nei confronti delle donne. Dobbiamo assolutamente fare passi avanti per arrivare alla parità di genere, che recenti studi indicano potrà arrivare solo tra 50 anni. Troppo tardi. Dobbiamo ascoltare e lavorare insieme per accelerare la cultura del rispetto e per educare le nuove generazioni a considerare in egual modo uomini e donne. Solo così, partendo da famiglia e istituzioni, potremmo sconfiggere i maltrattamenti e le violenze che le donne, ancora, ogni giorno, devono subire”.
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PRINCIPATO DEL LUSSEMBURGO – Ivs Group, società quotata su Euronext STAR Milan e attiva nel settore della distribuzione automatica (vending) di bevande e snack, ha reso noto che Marco Fumagalli, membro del consiglio di amministrazione con la qualifica di amministratore indipendente, ha comunicato le proprie dimissioni, con la motivazione degli eccessivi impegni dovuti ad altri incarichi professionali.
L’acquisizione di Alfragest da parte di Ivs Group
Lo scorso 10 ottobre IvsGroup, società quotata su Euronext Star Milan attiva nel settore della distribuzione automatica di bevande calde e fredde e snack, ha firmato un accordo preliminare per acquisire l’azienda del vending francese Alfragest, la quale ha generato un fatturato di 2 milioni di euro nel 2021.
Il fatturato del Gruppo consolidato al 30 settembre 2021 è pari a euro 361,1 milioni, in aumento del 40,1% rispetto a settembre 2021.
Massimo Zanetti, è anche il presidente della squadra di basket Virtus Segafredo Bologna (immagine concessa)
BOLOGNA – Il nuovo Padiglione Polifunzionale che sorgerà all’interno del quartiere fieristico di Bologna progettato da MCA – Mario Cucinella Architects, è un edificio iconico, modulabile in configurazioni differenti, energeticamente efficiente. Il progetto, che inizierà l’iter in Giunta e Consiglio comunale, è stato presentato a Palazzo D’Accursio dal sindaco Matteo Lepore, dal presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari, dal presidente della Virtus Segafredo Bologna Massimo Zanetti e da Michele Roveri architetto dello Studio MCA Mario Cucinella Architects.
Il nuovo progetto per l’edificio polifunzionale, che sostituirà il padiglione 35 della Fiera, è parte di una strategia più ampia di integrazione funzionale del quartiere fieristico per attività di intrattenimento culturale e sportivo.
La grande sede di BolognaFiere diventerà sempre più un pezzo di città, specializzata non solo per grandi eventi espositivi ma più aperta ad altri utilizzi, come è accaduto recentemente con l’apertura della sede del Comunale Nouveau, diventando così un unicum a livello internazionale.
La parte della Fiera che si affaccia su Piazza della Costituzione e su viale Aldo Moro, sarà sempre più accessibile, anche grazie alla realizzazione della linea rossa del tram, che ha due fermate proprio in viale Aldo Moro e viale della Fiera, e la realizzazione di nuove sedi per lo spettacolo, eventi sportivi e intrattenimento renderanno il quartiere vissuto e vivibile sempre, non più solo in occasione di eventi fieristici.
L’apertura di nuove sedi per lo spettacolo e l’intrattenimento porterà una nuova animazione alla zona che comprende anche piazza Renzo Imbeni e si estende fino all’ingresso ovest Costituzione, dove si trovano le altre strutture per lo spettacolo (Teatro Europauditorium e Comunale Nouveau), configurando progressivamente un vero e proprio distretto dell’intrattenimento.
Concepito sull’attuale sedime del Padiglione 35, il padiglione nascerà nel crocevia tra Piazza Aldo Moro, collegamento tra il centro di Bologna, la prima periferia, e il Viale della Fiera, punto di affaccio privilegiato rispetto alle arterie carrabili più importanti della Città, autostrada e tangenziale. Sarà accessibile sia dalla piazza interna a viale Aldo Moro (dove affaccia il padiglione 34, ingresso sud) che dal parcheggio prospiciente viale della Fiera.
L’arena sportiva di Virtus Bologna (immagine concessa)
Dal lato di via Aldo Moro, caratterizzato anche da un flusso pedonale, è stato immaginato un grande portale per un accesso immediato e diretto delle persone, mentre sul versante di Viale della Fiera, carrabile, si è dato maggiore risalto all’iconicità della struttura per renderla immediatamente riconoscibile.
Relativamente all’accesso su Aldo Moro, lo sviluppo del progetto valuterà una riqualificazione della piazza stessa, oltre ad una riorganizzazione degli accessi e degli ambienti dei padiglioni fieristici ad essa adiacenti, al fine di divenire una nuova porta di accesso funzionale al nuovo edificio e, più in generale, a tutto il parco fieristico.
Dal punto di vista architettonico, il progetto è caratterizzato da un basamento alto circa 10 metri, su cui si colloca il volume ospitante l’arena che raggiunge un’altezza di 25 metri. Il volume e le facciate scenografiche rendono il nuovo padiglione un landmark di notevole impatto e, allo stesso tempo, semplice e ben inserito nel contesto del quartiere.
Esternamente, infatti, il volume è avvolto da un “involucro dinamico”, una facciata che sfila tutto attorno al perimetro dell’edificio andando a racchiuderlo: una quinta urbana, su cui si potrà proiettare ciò che accade, mostrandosi quindi come una grande lanterna sospesa che racconta ai visitatori, ai tifosi e alla Città le attività che avvengono all’interno di esso.
Tra gli obiettivi del progetto, vi è la massimizzazione del piano terra per ottenere una superficie libera espositiva la più ampia possibile in modo da ospitare, a seconda delle necessità, il catino dell’arena o, quando viene parzialmente smontato, esposizioni fieristiche.
Per questo motivo all’interno del padiglione si prevede la collocazione delle funzioni “fisse” permanenti – come gli ascensori, le scale, gli spogliatoi e i servizi – nelle ali laterali, mentre le funzioni “versatili” mobili – tra cui i campi di allenamento sportivo, parte delle sedute e la zona di hospitality pensata per accogliere il pubblico Vip durante le partite – nelle ali centrali. Grazie a questa distribuzione, il piano terra del padiglione potrà essere utilizzato in modo dinamico a seconda delle diverse configurazioni: sportiva, espositiva, congressuale e potenzialmente di pubblico spettacolo.
Il progetto prevede quindi la realizzazione di due corpi di fabbrica: il padiglione in cui viene ospitata l’arena e un edificio a destinazione espositiva, che può quindi fungere da padiglione satellite, ospitando funzioni aperte al pubblico della nuova arena.
L’Arena
Con una capienza indicativa di 10.000 sedute, l’Arena è stata pensata non solo con le caratteristiche di una struttura sportiva polifunzionale, ma anche per garantire efficienza e versatilità in caso di esposizioni fieristiche, con adeguate superfici e altezze libere.
Il risultato è un impianto flessibile, non solo per quanto riguarda le dimensioni del campo – garantendo la conformazione base del campo da basket di 28×15 metri per la configurazione sportiva – ma anche il numero e la posizione delle tribune: grazie ad un rapido sistema di montaggio/smontaggio è possibile sia una diversa capienza dello spazio sia un incremento della visibilità del campo, garantendo la massima efficienza in ogni configurazione del padiglione, da quella sportiva a quella fieristica fino potenzialmente a quella di arena per eventi e spettacoli.
Nella progettazione delle tribune le gradinate sono state avvicinate il più possibile all’area di gioco, per migliorare l’esperienza degli spettatori. A supporto di questo aspetto è stato tenuto conto delle linee guida internazionali e dei requisiti specifici della disciplina della pallacanestro rispettando i valori di visibilità imposti da FIBA e Eurolega.
Il progetto dell’arena prevede la possibilità di implementare il catino di spazi prestigiosi quali postazioni esclusive e sky box. Ricalcando inoltre le arene contemporanee europee e americane, lo sviluppo del progetto porrà particolare attenzione agli spazi riservati a pannelli e visori destinati alla grafica, a scenografie e alle comunicazioni pubblicitarie, integrando l’intervento senza interferire con la visibilità del pubblico.
L’accessibilità all’arena sarà garantita sia da Piazza A. Moro, utilizzando in parte gli accessi esistenti al quartiere fieristico per il quale lo sviluppo del progetto ne prevederà una potenziale riorganizzazione, che da viale della Fiera sfruttando gli accessi carrabili, così da garantire una distinzione dei flussi di accesso.
In ambito strutturale saranno privilegiati l’impiego di materiali locali, naturali, riciclati o riciclabili, tecnologie e processi efficienti, la manutenzione programmata e la demolizione selettiva e il recupero di materiali e componenti a fine vita.
Dal punto di vista ambientale, si adotteranno tecniche con l’obiettivo di minimizzare/ottimizzare il consumo energetico e di neutralizzare le emissioni residue grazie al corretto utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.
A supporto di un approccio sempre più orientato alla logica waste-less, particolare attenzione è stata data sia alla gestione delle risorse idriche dell’impianto sportivo sia delle risorse elettriche; nel primo caso la strategia è orientata alla predisposizione di apparecchiature idriche a basso consumo e al contempo all’utilizzo di risorse idriche alternative non potabili, come il recupero di acqua piovana. Nel secondo caso, per garantire l’efficienza energetica degli impianti elettrici, sono previste soluzioni, tra cui utilizzo di sorgenti luminose a LED per tutti gli impianti e inoltre sistemi intelligenti per il controllo degli stessi.
Dal punto di vista urbanistico-territoriale, l’intervento del Padiglione Polifunzionale si inserisce all’interno del contesto di Piazza Aldo Moro nel rispetto delle pre-esistenze.
In questo contesto, Piazza Aldo Moro assume un’importanza strategica, sia richiamando cittadini che potranno fruire degli spazi prima, durante e dopo le manifestazioni fieristiche e sportive divenendo occasione di una potenziale riqualificazione più estesa, sia disegnando un ingresso al padiglione ben riconoscibile: per questo motivo lo sviluppo del progetto ipotizza anche la riqualificazione della Piazza stessa con elementi verdi di arredo che scandiscano lo spazio preesistente.
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