mercoledì 10 Aprile 2024
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“Ai bar serve più professionalizzazione per distinguersi dal vending”, dice Paolo Barivelo di Confcommercio

L'esperto: “Necessitano più frequenti corsi di aggiornamento professionale, come quelli organizzati dalla Confcommercio. Tutti, ad esempio, sono a conoscenza delle norme di base per la preparazione di un drink: ma quanti, invece, sanno fare un buon drink, così da rispondere alle esigenze di una clientela dai gusti sempre più raffinati e sempre alla ricerca di novità?”

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Paolo Barivelo, responsabile Confcommercio del settore bar dal 1998, si espone sulla differenza tra bar e distributori automatici, insistendo sulla necessità di una maggiore professionalizzazione del settore esercizi pubblici, affinché si possa offrire un servizio e un prodotto di maggiore qualità con più attenzione alle esigenze della clientela.

Leggiamo di seguito la sua opinione nella prima parte dell’intervista di Angelo Diofano per Il Corriere di Taranto.

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A parlare è Paolo Barivelo, responsabile Confcommercio del settore bar dal 1998

MILANO – “I distributori H-24 nostri concorrenti? Assolutamente no. L’attività di un bar è fatta di persone, di attenzione al cliente, il quale deve essere al centro del nostro impegno, all’insegna della professionalità e della qualità del servizio. Negli H-24 tutto questo non c’è, solo una fredda macchinetta e nient’altro.

Gli H-24 hanno il loro specifico bacino d’utenza, che, dopo aver inserito la monetina nell’apposita feritoia, acquista la merendina o la bibita da consumare frettolosamente – dice – Chi, invece, viene al bar è una persona che vuol vivere un’emozione, vuol socializzare, non necessariamente solo per il tempo della degustazione”.

La differenza tra bar e distributori automatici

“C’è anche la possibilità di leggere qualche quotidiano (alcuni esercenti continuano a metterli a disposizione della clientela) o di guardare il notiziario dalla televisione mentre si sorseggia un buon caffè o usufruire di una connessione wi-fi per navigare su internet. Ciò che, insomma, i distributori automatici non potranno mai offrire. Sappiamo benissimo quanto tutto ciò sia mancato durante la pandemia! A tal proposito ricordo che fu una grande scorrettezza nei nostri confronti lasciare aperti a lungo in quel tristissimo periodo gli H-24, con un provvedimento di chiusura tardivamente adottato”.

Paolo Barivelo insiste sulla necessità di una maggiore professionalizzazione del settore, affinché si possa offrire un servizio e un prodotto di qualità, riprendendo, per esempio, la produzione artigianale della pasticceria senza limitarsi più al cornetto surgelato, secondo una tradizione che è andata sempre più diradandosi

“Necessitano più frequenti corsi di aggiornamento professionale, come quelli organizzati dalla Confcommercio – continua Barivelo – Tutti, ad esempio, sono a conoscenza delle norme di base per la preparazione di un drink: ma quanti, invece, sanno fare un buon drink, così da rispondere alle esigenze di una clientela dai gusti sempre più raffinati e sempre alla ricerca di novità?

In questo vanno coinvolti tutti i dipendenti dell’esercizio, con un’attenzione particolare ai camerieri: sono loro che, rappresentando il titolare, accolgono per primo il cliente. Per questo delicatissimo incarico non ci si può improvvisare, come di frequente accadeva un tempo, quando a espletarlo era il giovane, sia pure per brevi periodi, che così poteva mantenersi agli studi”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui

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