giovedì 04 Dicembre 2025
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Caffè Guglielmo si conferma sponsor dell’ U.S. Catanzaro calcio

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Il logo di Caffè Guglielmo

COPANELLO (Catanzaro) – Caffè Guglielmo, azienda incentrata sulla produzione di caffè dal 1943, ha iniziato la partnership con la squadra di calcio l’U.S. Catanzaro nel 1995. Nasce così quasi trent’anni fa un’importante collaborazione che ha portato Caffè Guglielmo ad essere lo sponsor principale della squadra nelle ultime due promozione in Serie.

La partnership tra Caffè Guglielmo e l’U.S. Catanzaro

La storia di Caffè Guglielmo segna la sua impronta nella produzione di caffè in Calabria con l’apertura di un nuovo stabilimento nel 1972 grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia per l’epoca. La torrefazione si trasforma in questo modo in SpA.

L’unione tra U.S. Catanzaro e la torrefazione, come ricorda il corner Catanzaro Sport 24, si conferma un binomio vincente: due realtà destinate a compiere ancora un lungo cammino.

L’azienda si trova nel suggestivo golfo di Squillace, Copanello, a pochi chilometri dal capoluogo della regione Calabria.

Andrea Ciravegna, l’evoluzione del crudista: “La sua funzione chiave è stata sempre quella di selezionare a monte le qualità”

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Andrea Ciravegna in Kenya alla ricerca del miglior caffè da importare in Italia (immagine concessa)

Andrea Ciravegna, titolare della Caffè Verde Europe Srls di Roma, uno dei maggiori esperti di commercio del crudo in Italia, fornitore di molte aziende, porta la sua opinione sulla figura del crudista in Italia, focalizzandosi sul rapporto che lo lega ai torrefattori e la sua importanza nel selezionare a monte la qualità del chicco. Leggiamo di seguito il suo intervento.

Ruolo ed evoluzione del crudista in Italia

di Andrea Ciravegna

“Soltanto a Roma sessant’anni fa vi erano oltre cinquanta licenze di torrefazione. Allora vigeva l’obbligo del libro di carico e scarico per il caffè crudo che poi fu abolito nel corso degli anni ’80. In tutta Italia dopo la guerra, vi fu un proliferare di nuove torrefazioni grazie all’alto valore economico che rappresentava il caffè.

Molti bar e drogherie installarono nel retro bottega la macchina per torrefare e vendevano il caffè sfuso posizionato in apposite vaschette di vetro o di metallo che sul davanti portavano l’indicazione della miscela: extra bar, bar,  famiglia e tantissime volte anche la sola provenienza d’origine semplificando in Brasile, Africa, Centro America, ecc.

Quella era l’Italia del boom economico. La gente faceva la spesa più volentieri acquistando e provando nuovi prodotti. Poi il caffè costava trenta lire, come il giornale quotidiano, e ad offrirlo non si faceva un grosso sforzo economico

Quando si entrava in un bar vi era sempre chi ordinava un caffè per tutti e saldava il conto senza poi dover ingurgitare la bevanda di traverso…

I piccoli e medi torrefattori erano serviti dal crudista, nome assegnato alle aziende che importavano direttamente dai Paesi produttori il caffè crudo.

Il caffè arrivava, come ancora oggi, con le navi. I sacchi di juta erano, come lo sono ancora, da 60 kg, l’Indonesia imbarcava sacchi anche da 80 kg, e venivano stipati nella stiva alla rinfusa (i contenitori erano ancora lungi dall’essere inventati). Le polizze di carico partivano da un minimo di 25 sacchi fino ad un massimo di 250.

Le quantità più piccole venivano imbarcate dal Centro-America e dall’Africa Orientale. Quelle intermedie dal Brasile? Lotti da 125 sacchi. Mentre dall’Africa e dell’India le partite raggiungevano i 250 sacchi per qualità.

I crudisti si erano posizionati generalmente nei porti di sbarco fra i quali, i più importanti, erano quelli di Genova, Napoli e Trieste

Il porto di Trieste sviluppò molti anni dopo un forte interesse economico per la facilitazione ad ottenere il pagamento, a mezzo rilascio di una fideiussione, dei diritti doganali fino a sei mesi, corrispondendo alle dogana di Trieste un interesse irrisorio.

Bisogna ricordare che in quegli anni la dogana (diritti doganali) costava cinquecento lire al chilo ed il caffè più basso aveva lo stesso prezzo. Da questo si capisce subito lo sviluppo che ebbe il traffico sul porto giuliano.

Gli altri porti avanzarono vigorose proteste presso i competenti uffici ministeriali affinché fosse concesso loro, per qualsiasi altra dogana nel territorio italiano, la possibilità di avere la stessa agevolazione, che fu però limitata ad un massimo di novanta giorni.

Tornando ai crudisti questi disponevano, come del resto ancora oggi, sia di uffici in città , che di magazzini portuali dove veniva  stoccato il caffè crudo.

Le qualità erano molto più assortite. Di caffè brasiliani, a parte il Santos del quale non si può fare a meno in nessuna buona miscela, s’importavano anche i Bahia, i Pernanbuco, i San Salvador, e così via.

L’importanza del crudista è stata sempre quella di selezionare a monte le qualità, prima d’importarle, facendosi inviare campioni di pre-imbarco dai vari Produttori o Case di esportazione.

Andrea Ciravegna esamina un campione
Andrea Ciravegna esamina un campione

In tal modo i clienti torrefattori avevano modo di scegliere fra le varie provenienze quelle che più si adattavano rispetto anche ai gusti nel territorio.

Come è risaputo al Nord si preferisce una miscela più blanda e leggera, mentre al Sud una più forte e viva.

Ancora oggi il crudista è un’immagine di riferimento per i piccoli e medi torrefattori in quanto garantisce loro delle qualità costanti e regolari nel tempo

Nel corso degli anni molte Case d’importazione, per questioni di praticità, si sono stabilite in grandi città come Roma e Milano.

Nei porti di Trieste, Genova e Napoli resta ovviamente il fulcro e la tradizione del crudo.

Più ditte di crudo sono presenti sul territorio italiano e più i torrefattori hanno la possibilità di poter fare delle cernite riguardo ai prodotti, all’organizzazione, alla logistica ed alla serietà professionale.

Il costo del trasporto, oggi aumentato a dismisura per l’aumento dei carburanti, viene ammortizzato se il torrefattore ha la propria sede nella regione dove è situato il crudista. I prezzi sono migliori in quanto per la consegna non bisogna attraversare tutto lo Stivale.

Il crudista, per spirito nazionalista e consolidata tradizione, si avvale quasi sempre della collaborazione di primarie banche italiane, di rinomata e solida struttura, ed anche di quelle di minori dimensioni, ma presenti nel territorio dove si opera.

Con le notizie di questi ultimi giorni vi è la conferma che è stato meglio sempre diffidare dei grandi gruppi bancari esteri dove, da un giorno all’altro, ci si può ritrovare con i risparmi accantonati, necessari a proseguire ed aumentare nel tempo la propria attività operativa, andati in fumo in un fiato!

Alcuni decenni fa si pensava che il crudista di nazionalizzato fosse una attività che si andasse man mano esaurendo in quanto stavano nascevano nuove torrefazioni solite acquistare il caffè allo stato estero direttamente da esportatori o da grosse case di trading europei.

Tutte le operazioni di sbarco e doganali venivano affidate a case primarie di spedizione ed il trasporto fino alla stabilimento effettuato da corrieri affidati e per di più assicurati contro ogni rischio, anche quello della rapina a mano armata.

Le cose belle però hanno il loro costo. Tutte queste operazioni per quantitativi limitati non facevano quadrare i conti.

S’iniziò pertanto a rivolgersi di nuovo al crudista di nazionalizzato, il quale aveva da tempo contrattato tutte le spese al minimo con gli spedizionieri, i trasportatori e le banche avvalendosi del maggiore quantitativo importato annualmente.

Quest’ultimo poi negli ultimi anni si è lanciato anche nei cosiddetti specialty, caffè gourmet di alto pregio e caro prezzo, ma che ancora incontrano delle difficoltà nella commercializzazione in Italia, mentre invece nei Paesi europei stanno avendo un buon sviluppo.

Possiamo concludere che, come nella storia, anche nel caffè vi sono corsi e ricorsi. L’importante è avere buone idee e tanta voglia di superare le difficoltà che sempre s’incontrano e chiudere con una invocazione: Italians do il better!

                                                                                                       Andrea Ciravegna

MUMAC Academy: aperte le iscrizioni ai corsi di maggio per i professionisti

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Il logo MUMAC Academy (immagine concessa)

MILANO – MUMAC Academy, centro di formazione di Gruppo Cimbali per i professionisti del caffè, pubblica il calendario dei corsi di maggio, che include moduli certificati dalla Speciality Coffee Association, una masterclass con la campionessa mondiale di latte art e il nuovissimo corso di gestione bar, tenuti da alcuni dei più grandi esperti di caffè nel panorama internazionale.

Corso di gestione bar a Milano | 2 maggio 2023

Il modulo formativo è un affondo sulle principali tematiche relative alla gestione di un’attività commerciale nell’ambito della caffetteria, scritto da Davide Roveto, trainer e ambassador di MUMAC Academy, proprietario di una microtorrefazione e due locali nel centro di Bari.

La formazione è consigliata a chi vuole aprire un locale o migliorarne la conduzione, approfondendo argomenti legati all’evoluzione del menù caffetteria con nuovi ingredienti, la scelta delle tecnologie e delle attrezzature, oltre a temi di natura economica.

Brewing Foundation Sca a Milano | 4 maggio 2023

Modulo formativo sui metodi di estrazione alternativi all’espresso, come V60, Chemex, French Press, Siphon, Aeropress.

Il corso, tenuto da Davide Spinelli, ambassador di MUMAC Academy, AST e Q-Grader, è dedicato a professionisti e appassionati ed è pensato per fornire le abilità di base e la conoscenza degli strumenti necessari per preparare un ottimo caffè integrando il proprio menù caffetteria con delle proposte di respiro internazionale.

Attraverso il superamento di un esame, si ottenere la certificazione riconosciuta a livello internazionale rilasciata della Speciality Coffee Association: una marcia in più che non può mancare sul curriculum di ogni barista.

Sensory Skills Foundation Sca a Milano | 5 maggio 2023

Il percorso è dedicato all’analisi sensoriale, strumento di misura fondamentale per la valutazione della qualità del caffè. Il caffè è una soluzione complessa composta da diversi gusti, aromi e sensazioni di corposità.

Con la guida di Spinelli, il corso indirizza nell’utilizzo dei sensi per percepire, distinguere e descrivere questi fattori nel caffè, con sessioni teoriche e pratiche. Il corso, attraverso il superamento di un esame, permette di ottenere la certificazione riconosciuta a livello internazionale rilasciata della Speciality Coffee Association.

Masterclass di latte art con Carmen Clemente a Roma il 9 maggio

Quale miglior modo di imparare e perfezionare le tecniche di Latte Art se non con l’esplosiva campionessa in materia e Ambassador di Gruppo Cimbali? Un appuntamento volto alla formazione, allo studio e al perfezionamento delle tecniche di Latte Art, in affiancamento con Carmen Clemente, campionessa mondiale di latte art 2022, indicato sia a chi ha appena iniziato ad avvicinarsi a questa disciplina, sia a chi possiede già delle basi importanti.

È possibile iscriversi ad ogni corso cliccando qui.

La scheda sintetica di MUMAC Academy

MUMAC Academy è il centro di formazione di Gruppo Cimbali per professionisti e coffee lover. Punto di riferimento per la promozione della cultura del caffè e trend setter fin dalla sua fondazione nel 2014, MUMAC Academy ha formato più di 16.000 persone con oltre 40 moduli nell’offerta formativa e 1.500 giorni di corsi in presenza e online.

L’Accademia, infatti, supporta la crescita professionale all’interno del settore fornendo gli strumenti fondamentali per elevare le proprie competenze, migliorare l’attività e avviare la carriera di barista attraverso un’ampia varietà di corsi guidati da docenti di fama internazionale. Con un Training Centre all’avanguardia e un’esclusiva Sensory Room, MUMAC Academy offre corsi teorici e pratici sulle tecniche di preparazione e degustazione della bevanda più famosa al mondo in tutte le sue declinazioni.

Cina: società di equity e multinazionali nella battaglia per il mercato

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Il Flagship Lavazza in Cina (foto concessa)

MILANO – Sempre magmatico, il mercato delle caffetterie in Cina. E la battaglia si fa sempre più serrata, con gli storici competitor internazionali, a cominciare da Starbucks, incalzati dalla concorrenza nazionale, competitiva sul fronte dei prezzi e attenta a intercettare i gusti mutevoli dei consumatori. C’è posto per tutti, nella nazione più popolosa della terra, visti anche i consumi pro capite tuttora minimali. Ma non per chiunque.

E, soprattutto, non c’è spazio per l’improvvisazione. Quello delle caffetterie è infatti un grosso business, che muove capitali ingenti, entrato da tempo nel mirino dei grandi player finanziari.

Qualche esempio? L’iconica catena canadese Tim Hortons, il cui master franchisee locale è TH International Limited Cina (Tims China), entità coofondata da Tim Hortons Restaurants International e Cartesian Capital, società di private equity quotata al Nasdaq.

Tims China ha aperto il suo primo locale in Cina nel 2019. A inizio 2023, ne contava oltre 600. L’ambizione è di arrivare a 2.750 entro il 2026.

Ma c’è anche Manner Coffee, nata nel 2015 a Shanghai, con il sostegno di Today Capital, uno dei massimi venture capitalist cinesi.

Lavazza ha stretto invece una partnership con Yum China, colosso della ristorazione veloce, con sede a Shanghai, ma quotato al NYSE di New York. Obiettivo: un migliaio di locali operanti entro il 2025.

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Il caro bollette a Verona: aumento dei prezzi su tutte le voci, dal caffè allo Spritz

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La città di Verona (immagine: pIxabay)

Per uno spritz nel centro storico di Verona ormai si spendono in media 5 euro. L’aperitivo più caro, esattamente come il caffè, è l’ultimo effetto della crisi secondo Alessandro Torluccio, direttore generale di Confesercenti Verona: la causa risale ai gasdotti, sanzioni e ritorsioni, bollette, politiche economiche e guerra. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale Radio Verona.

L’aumento dei prezzi

VERONA – Aperol o Campari, più prosecco, ghiaccio e soda. Si beve in ogni stagione. Ma per trovarlo a 3 euro (o 3,50) bisogna ormai stare in periferia o spostarsi in provincia. Lo spritz, miscela medio-alcolica ex emblema regionale, ora consuetudine nazionale e globalizzata, nel centro storico di Verona si paga stabilmente intorno a «quota 5», talvolta poco di più, raramente meno. Esercenti impazziti?

L’effetto caro bollette

“Macché, è solamente l’ennesimo effetto degli aumenti, generalizzati”, ammette Alessandro Torluccio, direttore generale di Confesercenti Verona. E si scopre così come l’aperitivo rincarato (come del resto il caffè) sia solo l’ultimo anello della crisi. Questione di gasdotti, sanzioni e ritorsioni, bollette e politiche economiche. E di guerra, prossima al primo compleanno.

Eppure, a dispetto dell’arietta tagliente che viene giù da monti, il sole della domenica di gennaio migliaia di calici, nella gradazione dall’arancio al rosso, brillano sui tavolini dei locali. “A Capodanno ci siamo svegliati con la benzina più cara, siamo tutti alle prese, anche a livello familiare, con le bollette schizzate all’insù. Morale della favola: il potere d’acquisto di tutti va calando. E ciò vale per i singoli quanto per il settore della ristorazione e dell’accoglienza”, ribadisce Torluccio.

Lo spritz è il nuovo caffè

Simone Vesentini, titolare dell’Osteria Caffè Monte Baldo e del ristorante La Piazzetta, spiega l’arcano dal punto di vista dell’operatore.

“I margini di guadagno su prodotti di alto consumo, come l’espresso al banco, sono ormai minimi, difficile capire come alcuni possano resistere a quota 1,20 euro. Lo spritz ha preso il suo posto: veloce nella produzione, elevato nei numeri quotidiani. Come un tempo era la tazzina (una macchina da bar consuma circa 3,5 chilowattora, ndr) è divenuto il nuovo porcellino degli esercenti, il prodotto ad alta diffusione con cui, magari con lievissimo ritocco, è possibile coprire gli extra-costi dell’energia e delle forniture”.

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Cagliari: attive quasi 1200 imprese nella ristorazione, fatturato 265mln, 3.300 occupati

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Lo stemma di Cagliari (immagine: Pixabay)

Secondo il rapporto elaborato dalla Fipe Confcommercio Sud Sardegna, si può notare che nella città di Cagliari il 50% degli imprenditori del settore sono donne, il 64% ha meno di 40 anni e il 3% sono stranieri. Il fatturato complessivo ammonta a 265 milioni di euro, il valore aggiunto si aggira intorno ai 130 milioni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale L’Unione Sarda.

La ristorazione a Cagliari analizzata da Fipe Confcommercio Sud Sardegna

CAGLIARI – Milleduecento aziende tra bar, ristoranti e locali, che danno lavoro a 3.300 persone. È la fotografia delle imprese di ristorazione attive a Cagliari (quasi 450 nel centro storico, 686 nel resto della città per un totale di 1.124 imprese) secondo il rapporto “Pubblici esercizi e turismo. La città e il ruolo turistico delle imprese nel 2023” elaborato dalla Fipe Confcommercio Sud Sardegna e presentato nel corso di un convegno nel capoluogo.

Dai dati si evince che in città il 50 per cento degli imprenditori del settore sono donne, che il 64 per cento ha meno di 40 anni e il 3 per cento sono stranieri. Il fatturato complessivo ammonta a 265 milioni di euro, il valore aggiunto, invece, a 130 milioni.

Il presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, che ha aperto i lavori, ha rimarcato il ruolo delle aziende in città: “Confido sul fatto che Cagliari e tutto il suo sistema, quindi attività produttive e amministrazioni siano tese ad elevare l’asticella della qualità, ho il sogno che il nostro capoluogo di regione possa diventare il principato di Monaco del sud del Mediterraneo”.

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Cristina Scocchia, ad illycaffè, insignita della benemerenza Filo di Seta per la promozione della cultura dei valori

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Cristina Scocchia (immagine concessa)

TRIESTE – L’associazione culturale Cinzia Vitale Onlus di Trieste ha conferito la benemerenza Filo di Seta a Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. Il riconoscimento è stato consegnato nel capoluogo giuliano in occasione del Gran Galà di Primavera, l’appuntamento annuale durante il quale l’associazione riunisce e premia personalità ed enti che, con opere di riconosciuto valore, si sono distinti in attività di promozione, difesa, diffusione e costruzione di una comune cultura dei valori.

La benemerenza Filo di Seta

“Ringrazio l’associazione culturale Cinzia Vitale e il suo presidente Roberto Vitale, per avermi insignito della benemerenza Filo di Seta per il mio impegno a favore della meritocrazia e dell’inclusività. Sono orgogliosa di ricevere questo riconoscimento da un’associazione che è in prima linea per favorire la promozione della persona umana e il benessere dei giovani e delle loro famiglie attraverso lo sviluppo e la cultura in tutte le sue diverse manifestazioni” – ha commentato Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

Cristina Scocchia nel suo percorso professionale ha sempre sostenuto l’importanza del ruolo sociale delle imprese e la necessità di costruire un modello culturale positivo attraverso una leadership dall’assetto valoriale forte, dove il merito, l’inclusione e la responsabilità sociale e ambientale rivestono un ruolo fondamentale nella gestione del business.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa e in ufficio.

Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè. Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè.

Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile. Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies. Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto. Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè.

Tutto ciò che è made in illy viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 120 artisti internazionali.

Nel 2021 l’azienda ha impiegato 1305 persone e ha un fatturato consolidato pari a circa €500 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 205 in più di 40 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

illycaffè svela il barattolo firmato da Louise Carver in esclusiva per Esselunga

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barattolo d’autore firmato da Louise Carver illycaffè
Il barattolo d’autore firmato Louise Carver (immagine concessa)

TRIESTE – Oltreoceano, celeste, turchese, acquamarina: l’iconico barattolo 250 gr di illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, si tinge di blu con la nuova creatività d’autore limited edition firmata da Louise Carver e distribuita in esclusiva da Esselunga.

Il barattolo limited edition di illycaffè

Tra gli obiettivi di illycaffè vi è da sempre quello di coinvolgere il consumatore in un racconto di bellezza e sostenibilità e arricchire la sua esperienza di consumo; ecco perché continua il sostegno dell’azienda al mondo artistico, questa volta con la customizzazione del suo iconico barattolo di caffè macinato tostato Intenso dell’unico blend illy 100% Arabica – una tela su cui si sono cimentati non solo i grandi maestri contemporanei (come James Rosenquist, Kiki Smith, Tobias Rehberger, Michelangelo Pistoletto, Gillo Dorfles, Sebastião Salgado), ma anche giovani artisti emergenti.

Per la realizzazione del nuovo barattolo, illycaffè si è avvalsa della pluriennale collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella, un’istituzione artistica e formativa che mette l’arte in relazione attiva con i diversi settori del tessuto sociale al fine di ispirare una trasformazione responsabile della società.

Proprio del gruppo di artisti, professionisti, ricercatori e attivisti legati alla Fondazione attraverso il progetto di residenze UNIDEE fa parte la geografa e artista inglese Louise Carver, il cui design, scelto da illy ed Esselunga, è frutto della ricerca interdisciplinare iniziata in occasione di una delle residenze organizzate da UNIDEE, il programma di Cittadellarte che mira ad attivare, sviluppare e potenziare iniziative artistiche basate sul coinvolgimento delle ecologie locali.

Il progetto “Unsettling the Coloniality of Conservation 22/24” che Carver sta sviluppando, si focalizza sulla biodiversità e conservazione dell’ambiente marino in Giamaica attraverso azioni di arte partecipativa con le comunità scientifiche, di abitanti e cittadini e i policy maker locali.

Ispirandosi al suo progetto Carver ha dato vita al design selezionato che traccia geografie esistenti basandosi sulla mappa storica del bacino del fiume Mississippi del 1944 di Harold Fisk, che raffigura il fiume in tutte le sue ampiezze tortuose prima delle canalizzazioni di moderne autostrade, che da allora la produzione di risorse ha richiesto. Questi disegni catturano simboli, idee e immaginari che puntano verso la complessità e possibilità all’interno delle sfide di sostenibilità contemporanee per la vita sulla Terra.

“Meandri, flussi e canali curvilinei danno forma alla memoria dei paesaggi acquatici. Tuttavia, il trasporto industriale ha trasformato queste forme in linee rette. Come in un bacino fluviale a meandri, sono molteplici le voci che alimentano percorsi diversi verso futuri socialmente giusti e vivibili” dichiara l’artista Louise Carver. “Convivialità significa integrazione, vivere bene insieme ad altri individui. I flussi che si snodano attorno a questo barattolo sono percorsi che possiamo seguire verso altri mondi, insieme.”

La partnership tra illycaffè ed Esselunga consolida il connubio tra due eccellenze del made in Italy che nella propria storia hanno coltivato un rapporto stretto con i protagonisti della cultura, trasformando valori quali bellezza, qualità e sostenibilità in azioni concrete, come nel caso specifico di questo progetto.

“Questo nuovo barattolino d’autore ha un duplice significato per noi: quello di continuare a sostenere e premiare il talento di artisti contemporanei e quello di essere al fianco della Fondazione Pistoletto. Un percorso che intende contribuire a un impegno comune: diffondere una visione nuova di responsabilità sociale attraverso il mondo dell’arte,” afferma Carlo Bach, direttore artistico di illycaffè.

“Il progetto di collaborazione con Illy, avviato nel 2018, nasce dalla volontà di rendere esclusivo per i nostri clienti un prodotto iconico. Il nuovo barattolino ha il pregio di valorizzare l’espressione artistica contemporanea,” enfatizza Laura Bacchiega, Category Manager di Esselunga.

Paolo Naldini, direttore di Cittadellarte, afferma: “La partnership tra UNIDEE di Cittadellarte e illy dagli anni 90 ha esplorato il potenziale della relazione arte/impresa assumendo un ruolo di riferimento e best practice. C’è una corrispondenza affascinante e audace tra l’estetica del design del barattolo e il progetto di impegno ambientale e sociale che l’artista sviluppa. Il “collezionista” che comprerà quest’opera entrerà in una comunità di pratica e intenti in cui arte, scienza, agricoltura e alimentazione cooperano per affrontare le sfide del nostro tempo”.

 La nuova limited edition del barattolo da 250gr dell’iconico blend illy 100% Arabica macinato, nell’intensità Intenso, dal gusto pieno e corposo con avvolgenti note di cacao e frutta secca, sarà disponibile da marzo in esclusiva per Esselunga.

Louise Carver

Louise Carver è una geografa critica che esplora come la conoscenza scientifica si interfaccia con la politica attraverso i sistemi sociali e ambientali. La sua ricerca, la scrittura e altre attività sono informate dalla teoria sociale, dalla critica istituzionale e dai metodi etnografici, impegnandosi anche con le arti e il design critico come metodi sperimentali. Louise lavora in modi che cercano di andare oltre la critica mentre tracciano le geografie esistenti e possibili di speranza e affermazione come modi di costruzione del mondo.

Ha completato il suo dottorato di ricerca presso il Leverhulme Centre for the Study of Value di Birkbeck, University of London, specializzandosi in teorie del valore ed ecologia politica della cosiddetta economia “verde” nella conversazione sulla biodiversità. Louise è attualmente ricercatrice onoraria presso l’Environment Centre della Lancaster University e membro parlamentare-accademico del Regno Unito nel 2020.

È redattrice collaboratrice del collettivo editoriale itinerante Temporary continent. all’interno del curriculum antropocenico della Haus der Kulturen der Welt. Tra le altre pubblicazioni, Louise sta sviluppando un progetto di libro sugli artefatti diagrammatici e istituzionali che modellano e sconvolgono la logica della compensazione ambientale, provvisoriamente intitolato Casting Netted Natures: Cartesian Coordinates of ‘Green’ Capitalism.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, in ufficio e a casa. Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè.

Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè. Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile.

Il modello di business dell’azienda

Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies. Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto. Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 120 artisti internazionali.

Nel 2021 l’azienda ha impiegato 1305 persone e ha un fatturato consolidato pari a circa €500 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono circa 205 in più di 40 Paesi. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

La scheda sintetica di Cittadellarte

Fondazione Pistoletto è un luogo fisico, un’idea, una visione, un progetto, una comunità. Cittadellarte è un nuovo modello di istituzione artistica e culturale che pone l’arte in diretta interazione con i diversi settori della società. Un luogo in cui convergono idee e progetti che coniugano creatività e imprenditorialità, formazione e produzione, ecologia e architettura, politica e spiritualità.

Un organismo poliedrico e poliformico inteso a produrre civiltà, attivando un cambiamento sociale responsabile necessario ed urgente a livello locale e globale. UNIDEE Residency Programs, dal 1999 è il programma di residenze d’artista per l’arte e la trasformazione sociale di Cittadellarte.

L’obiettivo del programma è quello di fornire ai partecipanti l’ispirazione, la motivazione e gli strumenti per attivare, sviluppare o potenziare iniziative artistiche basate sul coinvolgimento delle ecologie locali.

I programmi di residenza UNIDEE comprendono 4 tipi di residenza di diversa durata e con obiettivi diversi: moduli UNIDEE, residenza di ricerca, residenza connettiva e organizzazioni in residenza. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Laxman Narasimhan, ceo Starbucks, barista nei coffeeshops della catena: “E’ importante conoscere bene le cose in prima persona”

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Laxman Narasimhan in veste di barista (immagine presa da Twitter)

Laxman Narasimhan, il nuovo ceo di Starbucks, è entrato a far parte dell’azienda a ottobre, trascorrendo mesi a imparare ciò che comporta il ruolo, svolgendo 40 ore di formazione per baristi e indossando il grembiule verde. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su La Stampa.

L’esperienza del ceo Starbucks Laxman Narasimhan come barista

SEATTLE – Il nuovo ceo di Starbucks Laxman Narasimhan ha detto ai dipendenti che lavorerà mezza giornata al mese in una delle sedi del gigante americano del caffè. Narasimhan ha preso il timone dell’azienda lo scorso lunedì e guiderà l’assemblea degli azionisti della società giovedì. È entrato a far parte di Starbucks in ottobre, trascorrendo mesi a imparare il business, svolgendo 40 ore di formazione per baristi e indossando il loro iconico grembiule verde.

“Per tenerci vicini alla cultura e ai nostri clienti, nonché alle nostre sfide e opportunità – ha scritto ai dipendenti – intendo continuare a lavorare nei negozi per mezza giornata al mese e mi aspetto che ogni membro del team dirigenziale resti collegato e impegnato nella realtà dei nostri negozi al fine di migliorare”.

Negli ultimi cinque mesi ha viaggiato in oltre 30 store, stabilimenti produttivi e centri di assistenza, ottenendo il diploma di barista lungo il percorso. Si è immerso nei piani di reinvenzione della società guidata sino ad adesso dal co-fondatore Howard Schultz. “All’inizio è stato sconvolgente – ha confessato – ma ci sono cose che vanno fatte in prima persona se si vogliono conoscere bene”.

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Ferrero amplia la gamma di gelati e sbarca nei chioschi delle spiagge e nei bar

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ferrero gelati
Un gelato Ferrero (immagine concessa)

I gelati Ferrero tornano per l’estate ampliando la propria gamma di stecchi con cinque novità ricche di gusto – Ferrero Rocher White, Ferrero Rondnoir, Kinder Chocolate Ice Cream e le versioni Triple Experience di Ferrero Rocher e Raffaello – portando così a 13 le referenze della linea. Leggiamo di seguito la prima parte della notizia pubblicata su Il Tempo e riportata dal portale andkronos.

I gelati Ferrero

ALBA (Cuneo) – Tutte le novità (ad eccezione di Ferrero Rondnoir e Ferrero Rocher White presenti esclusivamente in gdo) saranno disponibili a partire da quest’anno non solo in tutti i canali della Gdo, con formati multipack, ma anche nel canale Ooh (out of home), arrivando nei bar e nei chioschi delle spiagge insieme alle altre proposte che compongono la gamma di gelati Ferrero (gli stecchi Ferrero Rocher Classic, Raffaello e Pocket Coffee, i coni Kinder Bueno Classic e White e i ghiaccioli Estathé Limone, Pesca e Menta&Lime).

Il canale Ooh rappresenta una sfida molto importante: il mercato fuori casa, infatti, è fondamentale per la crescita nella categoria rappresentando circa il 40% del business dei gelati confezionati.

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