mercoledì 23 Ottobre 2024

Cina: società di equity e multinazionali nella battaglia per il mercato

Da leggere

  • Gaggia brillante
  • Dalla Corte
  • TME Cialdy Evo
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – Sempre magmatico, il mercato delle caffetterie in Cina. E la battaglia si fa sempre più serrata, con gli storici competitor internazionali, a cominciare da Starbucks, incalzati dalla concorrenza nazionale, competitiva sul fronte dei prezzi e attenta a intercettare i gusti mutevoli dei consumatori. C’è posto per tutti, nella nazione più popolosa della terra, visti anche i consumi pro capite tuttora minimali. Ma non per chiunque.

E, soprattutto, non c’è spazio per l’improvvisazione. Quello delle caffetterie è infatti un grosso business, che muove capitali ingenti, entrato da tempo nel mirino dei grandi player finanziari.

CIMBALI M2

Qualche esempio? L’iconica catena canadese Tim Hortons, il cui master franchisee locale è TH International Limited Cina (Tims China), entità coofondata da Tim Hortons Restaurants International e Cartesian Capital, società di private equity quotata al Nasdaq.

Tims China ha aperto il suo primo locale in Cina nel 2019. A inizio 2023, ne contava oltre 600. L’ambizione è di arrivare a 2.750 entro il 2026.

Ma c’è anche Manner Coffee, nata nel 2015 a Shanghai, con il sostegno di Today Capital, uno dei massimi venture capitalist cinesi.

Lavazza ha stretto invece una partnership con Yum China, colosso della ristorazione veloce, con sede a Shanghai, ma quotato al NYSE di New York. Obiettivo: un migliaio di locali operanti entro il 2025.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

CIMBALI M2

Ultime Notizie

  • Water and more
  • Carte Dozio