giovedì 04 Dicembre 2025
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Nespresso lancia il sistema per il riciclo di capsule in 150 comuni

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nespresso Eric Favre capsule
Logo Nespresso

Con il recupero di oltre 7 tonnellate di capsule e un totale di 280 tonnellate di alluminio dalla frazione piccola e leggera, Nespresso celebra il sesto anniversario del primo progetto per il riciclo delle capsule del caffè attraverso la raccolta differenziata multimateriale del sistema collettivo nazionale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il progetto di Nespresso a favore della sostenibilità

MILANO – Dal 2017 ad oggi, l’iniziativa in partnership con Cial (Consorzio nazionale degli imballaggi in alluminio) e Seruso (società partecipata da Silea, azienda pubblica che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti nell’intera provincia di Lecco e in altri comuni delle province di Como e Bergamo), ha raggiunto oltre 150 comuni e 1 milione di cittadini.

La collaborazione, infatti, si è poi estesa anche a Cem Ambiente, andando a coprire le province di Monza e Brianza, Milano e Lodi. L’obiettivo è quello di raccogliere e portare a nuova vita gli involucri in alluminio del caffè e tutte le frazioni piccole e leggere dello stesso materiale, attraverso un sistema completamente pubblico che dal marzo di sei anni fa al dicembre del 2022 ha permesso di trattare 7 tonnellate di capsule esauste.

La collaborazione tra Nespresso, Cial, Silea, si serve delle tecnologie di riconoscimento e separazione dei rifiuti dell’impianto di Seruso a Verderio (LC). Lì il recupero di alluminio avviene con un sistema di vagli in grado di dividere il flusso dei rifiuti in tre frazioni – fine, intermedia e grossolana –, costituito dalla tecnologia Ecs (Eddy current separator).

Quest’ultima, sfruttando proprio il magnetismo, raccoglie l’alluminio separandolo dai materiali non conduttivi come vetro, plastica, carta o legno.

Sul totale della frazione di alluminio piccolo e leggero, le capsule rappresentano circa il 2,5% del materiale presente nel sottovaglio, che comprende anche blister, coperchi, chiusure in alluminio e materiali poliaccoppiati che, una volta separati, vengono avviati al processo di riciclo.

“Questo sistema collettivo – spiega Silvia Totaro, responsabile sostenibilità di Nespresso Italiana – rappresenta per noi un progetto molto importante. In Nespresso, infatti, sosteniamo un modello di economia circolare in cui i materiali vengono concepiti come risorsa anche nel loro fine vita”. L’obiettivo è quello di continuare “a investire in Italia per ridurre l’impatto dei nostri prodotti e trasformare i materiali che le compongono in nuove risorse”.

“Per parlare concretamente di economia circolare – sottolinea il direttore generale di Silea, Pietro Antonio D’Alema -, occorrono modalità di raccolta differenziata pensate per semplificare la vita alle famiglie ed impianti tecnologicamente avanzati, concepiti per le effettive esigenze delle filiere del riciclo: il progetto per il recupero delle capsule in alluminio rappresenta in questo senso un bell’esempio di partnership tra aziende pubbliche locali, realtà industriali e consorzi nazionali del riciclo”.

Caffè a teatro: in arrivo a Matelica lo spettacolo sulla pausa espresso “Bastarde senza gloria”

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pause caffè
Pausa per un caffè (immagine: Pixabay)

A Matelica tutto pronto per “Bastarde senza gloria” in anteprima nazionale dopo le prove effettuate in questi giorni nel territorio. Nello spettacolo, una pausa caffè si trasforma in uno stillicidio di accuse, giudizi, condanne, in una lotta alla sopravvivenza in cui tutto è lecito. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su Il Resto del Carlino.

La pausa caffè nello spettacolo a teatro

MATELICA (Macerata) – “Una nuova sfida. Un racconto tragicomico ricco di battute al vetriolo, in cui ridere e sbeffeggiare i piccoli, grandi drammi che la vita preserva. Sette donne da raccontare nelle loro fragilità e imperfezioni, nei loro cliché e desideri irrealizzabili. Una pausa caffè si trasforma in uno stillicidio di accuse, giudizi, condanne, in una lotta alla sopravvivenza in cui tutto è lecito”.

Sono le note di regia dello spettacolo “Bastarde senza gloria – Una per tutte” di Gianni Quinto, che andrà in scena mercoledì 5 aprile alle 21.15 al teatro Piermarini di Matelica. Sul palco Gegia, Manuela Villa, Valentina Olla, Sabrina Pellegrino, Giulia Perini, Elisabetta Mandalari, Eugenia Bardanzellu.

Uno spettacolo co-prodotto dall’associazione Gold e Uao Spettacoli con il contributo del Nuovo Imaie, l’adattamento e la regia sono di Siddhartha Prestinari. “”Bastarde senza gloria” è un testo contemporaneo che affronta tematiche sociali e vede, ancora una volta, delle donne sul ring della vita, combattere per difendere i propri diritti, in un braccio di ferro con i propri dirigenti d’azienda – spiega l’organizzazione -. A causa di insindacabili tagli al personale, infatti, viene richiesto loro di nominare una collega da fare fuori. Questo spettacolo, che ha matrici drammatiche, è una commedia che vede l’eterno colpo di fioretto tra dramma e comicità, in un mix agrodolce in cui ridere è l’unica possibilità per sopravvivere”.

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Iginio Massari, la sua vita diventa una serie televisiva

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Iginio Massari costa panettoni
Il maestro pasticciere Iginio Massari (foto Pasticceria Massari)

Iginio Massari, uno dei maggior esponenti della pasticceria italiana, vedrà rappresentata la sua vita attraverso una serie tv diretta da Gianluca Antonelli, regista e co-founder di Capital Innova. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su Il Corriere della Sera.

La serie tv su Iginio Massari

MILANO – Diventerà il protagonista di una serie tv, il Maestro bresciano Iginio Massari, conosciuto come il Re della pasticceria italiana, punto di riferimento per i colleghi del panorama dell’Alta Pasticceria mondiale e noto anche al grande pubblico per le apparizioni in tv a Masterchef Italia.

La serie sarà diretta da Gianluca Antonelli, regista e co-founder di Capital Innova, e prodotta in collaborazione con l’associazione degli Ambasciatori Pasticceri dell’Eccellenza Italiana presieduta proprio da Massari.

“Si tratta di un progetto innovativo e di respiro internazionale l’obiettivo di mettere in evidenza la vita del Maestro sotto ogni aspetto, a partire dai lati più intimi e fin qui mai raccontati – ha spiegato Antonelli – Sveleremo il Massari pasticcere, ma anche quell’Iginio che ha fatto molte altre cose, distinguendosi in ambiti differenti dall’alta pasticceria con la quale si è consacrato”. L’ideazione di format per TV e web, rientra nelle strategie counicative di Capital Innova in partnership con Pradivio PR.

Risorse Integrate: il supporto alle aziende per il problema della carenza di personale

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risorse integrate
Risorse Integrate
Risorse Integrate, che ha sedi in Lombardia e in Emilia-Romagna, è nata con lo scopo di sollevare le aziende del settore horeca da ogni impegno legato all’esecuzione di lavori interni, permettendo in tal modo di far concentrare i clienti sulla redditività. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su La Repubblica.
Risorse Integrate 
MILANO – In un momento come quello attuale, dove il settore horeca si trova in forte difficoltà per quanto riguarda la ricerca e selezione del personale, un supporto di valore arriva da Risorse Integrate. Questa realtà, che ha sedi in Lombardia e in Emilia-Romagna, è nata con lo scopo di sollevare le aziende del settore horeca da ogni impegno legato all’esecuzione di lavori interni, permettendo ai clienti di focalizzarsi sulla crescita del volume affari e, di conseguenza, sulla propria redditività.
Risorse Integrate opera in appalto di servizi, si occupa della gestione operativa e amministrativa dei servizi affidati e attraverso l’attivazione di differenti canali di recruiting può contare sulla disponibilità di personale adeguato alle esigenze dei propri clienti.
L’azienda, grazie all’esperienza maturata sul campo, è in grado di assistere numerosi albergatori che, anche durante l’alta stagione, si sono resi conto dei benefici di affidarsi ad una realtà esterna per eliminare la gestione diretta di emergenze legate alla mancanza di personale  o di interventi tempestivi per poter garantire sempre adeguati standard di servizio.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Astoria presenta Plus4You Advantage con la lancia Autostreamer per scaldare e montare il latte automaticamente

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astoria
La macchina Plus4You Advantage di Astoria (immagine concessa)

SUSEGANA (Treviso) – Una macchina dal design ricercato per garantire il mix vincente tra avanguardia ed esperienza. Plus4You Advantage è la nuova arrivata in casa Astoria e promette di essere un nuovo punto di riferimento per la gamma del brand trevigiano che ha deciso di reinterpretare un’icona nell’ottica di una evoluzione stilistica e tecnologica, al servizio delle esigenze del barista e della sua professionalità.

Astoria presenta Plus4You Advantage

Dalle forme sinuose ed eleganti, Plus4You Advantage è stata sviluppata in collaborazione con lo studio Adriano Design e si caratterizza per le innovative funzionalità, la massima ergonomia e l’elevata possibilità di personalizzazione. L’acciaio è senza dubbio il materiale che valorizza la sua mission estetica e funzionale, permettendole di offrire resistenza, robustezza e massima igiene sulle aree di lavoro oltre che conferire all’oggetto un design intramontabile.

A questo proposito, il carter superiore, la bacinella e le fiancate sono disponibili in un’ampia palette di colori per adattarsi in modo pratico ed elegante a qualsiasi ambiente.

La macchina nel dettaglio (immagine concessa)

L’ergonomia è una delle parole chiave di Plus4You Advantage che è stata progettata per garantire la massima manualità ad un barista professionista. Il display servizi è stato posizionato nella parte centrale della macchina, in modo da avere facile accesso a tutte le informazioni necessarie in ogni momento mentre il piano di lavoro regolabile è adatto ad ogni tipo di bricco e di tazze, grazie al sistema alzatine.

L’alza tazze completamente integrato offre il comfort di gestire l’altezza della piattaforma di appoggio con un semplice gesto.

Parlando di tecnologia, Plus4You Advantage è un vero concentrato di soluzioni innovative per facilitare l’estrazione in ogni singolo passaggio.

L’interfaccia è stata completamente ripensata con un display touch screen incredibilmente smart e nuovi tasti di selezione, più grandi e coordinati con le manopole vapore. La macchina è inoltre disponibile in due diverse termiche: multi e single boiler.

Il display touch screen (immagine concessa)

La prima, con gruppi termo-controllati e indipendenti, permette di gestire differenti temperature e tempi di infusione, specifici per i vari tipi di caffè. La seconda invece – indicata per elevate prestazioni –  è altamente performante nei momenti di picco, con un ottimo risultato in tazza, oltre che a permettere la personalizzazione dei profili di estrazione.

Uno dei plus di questo prodotto è la possibilità di dotarlo della nuova lancia Autostreamer per scaldare e montare il latte in modo automatico che permette di rilevare la temperatura e regolare il livello della schiumatura tramite una sonda interna.

Tecnologia, cura dei dettagli ed elevata personalizzazione sono le caratteristiche che rendono Plus4You Advantage una macchina versatile e dalla personalità decisa, capace di unire le due anime di Astoria, una profondamente legata alla propria tradizione e l’altra proiettata continuamente verso il futuro.

illycaffè è l’espresso ufficiale di Art Paris

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illycaffè 30 anni
illycaffè confermato l'espresso ufficiale di Art Paris (immagine concessa)

PARIGI – illycaffè, azienda globale riconosciuta in tutto il mondo per il canale di comunicazione privilegiato che ha creato con il mondo dell’arte contemporanea, è il caffè ufficiale di Art Paris, la fiera d’arte che si terrà al Grand Palais Éphémère dal 30 marzo al 2 aprile.

I visitatori, gli espositori, i curatori e i collezionisti che parteciperanno alla 25ª edizione di Art Paris potranno apprezzare il blend illy in tutti i bar allestiti nei locali dell’esposizione, nella Vip Lounge e al bancone di illy. L’espresso illy sarà disponibile anche per asporto grazie all’apposita cargo bike illy.

“illycaffè consolida sempre più il legame con il mondo dell’arte contemporanea intensificando la propria presenza nelle principali fiere del mondo,” osserva Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. “Siamo orgogliosi di essere presenti ad Art Paris, un evento che supera tutti i confini e quest’anno propone ai visitatori storie basate sull’arte e sull’impegno, ma anche tematiche correlate all’esilio e narrate attraverso le opere degli artisti”.

Osservare la bellezza, scoprirla, farla emergere e metterla in evidenza: è questo il tratto che contraddistingue la cultura imprenditoriale illycaffè e il suo rapporto con il mondo dell’arte contemporanea.

La bellezza che illycaffè mira a conseguire si ispira alla concezione di kalokagathìa dell’Antica Grecia, che coniuga kalòs (ciò che è bello) con agathòs (ciò che è buono) per creare un nuovo significato in cui bellezza e bontà si fondono in un tutt’unico, in cui l’una dipende dall’altra.

Ecco perché da oltre trent’anni illycaffè instaura relazioni con le principali fiere e con i più grandi maestri dell’arte contemporanea.

La scheda sintetica dell’azienda

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa e in ufficio. Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè. Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè.

Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile. Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies.

Il modello di business dell’azienda

Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto.

Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè.

Tutto ciò che è made in illy viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 120 artisti internazionali.

Nel 2021 l’azienda ha impiegato 1305 persone e ha un fatturato consolidato pari a circa €500 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 205 in più di 40 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

Flagship store, i bar del futuro dove la formazione incontra la comunicazione: l’analisi Iei

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Istituto iei premium
Luigi Morello (foto concessa)

MILANO – Sono definiti i bar del futuro. Quello dei flagship store, i negozi di bandiera per tradurla all’italiana, sta diventando un fenomeno in crescita in Italia. Sempre più locali, spesso bar, che riportano il marchio della torrefazione, ma non solo, stanno nascendo anche nel nostro Paese. L’Istituto espresso italiano, attraverso alcuni dei suoi soci, ha cercato di capire questa attitudine.

L’avvento dei flagship store in Italia

Stile, motivi, finalità, modalità di gestione: sono gli elementi che con i protagonisti del settore Iei ha voluto mettere insieme per la prima volta per capire se effettivamente il futuro dell’espresso italiano passa anche da questo tipo di attività.

“Il coinvolgimento del consumatore è fondamentale per far fare un salto di qualità all’espresso italiano e i locali innovativi sono in grado di attirare, coinvolgere e fidelizzare meglio il consumatore – spiega Luigi Morello, presidente dell’Istituto espresso italiano – i soci Iei sono sempre molto attenti alla formazione e alla promozione della cultura del caffè espresso e non è un caso che molti soci siano stati dei precursori nel creare nuovi format”.

Il consumatore finale: l’obiettivo da centrare attraverso le esperienze degli store di nuova generazione.

Dall’indagine Iei emerge che sempre di più le aziende che sono impegnate nella filiera dell’espresso italiano cercano il contatto diretto con il consumatore finale, che cambia, diventa più attento ed è sempre più pronto ad ascoltare quello che un prodotto ha da dire.

Ecco perché alcune aziende, in maniera pionieristica, già oltre 30 anni fa si sono impegnate nella gestione di un locale che va oltre il marchio del prodotto, ma condensa in sé tanti aspetti.

Dalla cultura del caffè a come nasce una miscela fino ad arrivare alle tecniche per averlo al meglio in tazzina

Oggi avere un locale che può attirare da fuori per le sue caratteristiche, rispondere dentro alle esigenze del fruitore e allo stesso tempo diventare uno strumento di comunicazione è sempre più fondamentale per le aziende Iei. Da un lato perché ormai il bar nel senso tradizionale sta diventando un locale sempre meno frequentato, dall’altro perchè il consumatore di oggi e domani vuole di più.

“A partire dall’ospitalità: wifi, comodità, servizi possono essere un modo per “trattenere” il consumatore che quindi apprezzerà di più l’espresso non solo come bevanda di comodo da bere al volo, ma qualcosa da declinare in maniera diversa a seconda del momento della giornata. Dalla colazione, certo, ma anche come momento di lavoro degustando qualcosa di più “lungo”, fino alla sera quando il caffè può diventare ingrediente di cocktail”, spiega Matteo Borea, nuova generazione della torrefazione La Genovese, che ha aperto un flagship store, il CoffeeStorming ad Albenga.

Tutto questo tuttavia deve passare per il messaggio di qualità, di brand e di eccellenza per il consumatore che ormai vive questi luoghi come esperienza. “Sicuramente la qualità e l’eccellenza nel servizio sono le basi, fondamentale è offrire un’esperienza al consumatore e “raccontare” in maniera semplice e coinvolgente il mondo del caffè in tutte le sue declinazioni. Offrire differenti possibilità di scelta, dalle mono origini alle diverse tecniche aiutano ulteriormente nel coinvolgere il cliente finale stesso”, racconta Corrado Corradino, responsabile vendite di Mokador.

Certo è anche un tramite per raccontare le diverse miscele e la possibilità quindi di cambiare anche il consumo di espresso at home. Non un limite dunque per le aziende, ma un modo per vendere anche più prodotto per il consumo domestico.

“La nostra idea di dare vita a questo concept è nata proprio dall’esigenza di voler incontrare direttamente il consumatore finale per poter comunicare con lui spiegando il prodotto, e capire le sue impressioni ed esigenze. Per i nostri gestori e baristi tutti i giorni dietro al bancone sono una sfida e un’occasione in cui poter raccontare il caffè, illustrare la sua filiera e far percepire le differenze e le similitudini tra le varie origini” racconta Elisabetta Milani, dell’omonima azienda che ha aperto il primo “Caffè&Caffè” negli anni ’90 e che oggi in Italia ha ne ha sette.

Il flagship store contribuisce sicuramente alla diffusione della Cultura del Caffè, “perché lo fa direttamente con propri adepti formati e preparati. Non esistono attività particolari, si va dalla cultura del prodotto alla formazione, dal semplice caffè espresso agli specialty in modalità brewing”, aggiunge il presidente di Costadoro, Giulio Trombetta che ha ideato per l’azienda il format Costadoro Social Coffee.

“Il flagship store deve essere anche un luogo senza tempi di fruizione. Attraverso la Bottega del caffè Dersut abbiamo la possibilità di avere un contatto diretto col cliente finale, di capire le sue esigenze, di sapere cosa gli piace di più e cosa meno, di miglioraci e soprattutto di diventare il luogo fuori casa che ci fa sentire come a casa”.

Questa è la visione di Giulia Caballini di Sassoferrato, marketing manager di Dersut Caffè che ha oltre 120 punti a marchio e di recente ha dato vita al restyling del progetto Botteghe 2.0.

Infine il Flagship store rappresenta un importante sbocco professionali per figure preparate. Il settore infatti è in cerca di giovani soggetti non per forza altamente formati, ma aperti alla formazione. Curiosità, passione, voglia di comunicare sono infatti i requisiti richiesti dalle aziende Iei per il personale che dovrà poi accogliere i consumatori in quelli che si possono definire “i bar del futuro”.

La scheda dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

CoffeeandLucas, la fotografia dal 2017 al 2023 dello specialty berlinese: “Stessa qualità, ma è migliorato il customer service”

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Coffeeandlucas in tutto il suo splendore @coffeeandlucas @myMediaStudio
Coffeeandlucas in tutto il suo splendore @coffeeandlucas @myMediaStudio

MILANO – Tra i primi a interessarsi del mondo degli specialty, CoffeeandLucas da anni viaggia tra Italia e Europa visitando locali e microtorrefazioni, armato della sua macchina fotografica e soprattutto del suo sguardo esperto. Dopo l’esperienza nel 2017, torna a distanza di 6 anni a Berlino: ecco quali cambiamenti ha potuto notare in questo lasso di tempo, considerata anche la pandemia di mezzo.

di CoffeeandLucas (Federico Pezzetta)

CoffeeandLucas back in Berlino

“Per un appassionato di caffè che si affaccia al mondo degli specialty coffee Berlino è, insieme a Melbourne, Londra, Portland e altre città che potrei menzionare, uno di quei place to be (if you love coffee). Sono città dove lo specialty è più radicato rispetto alle nostre Roma e Milano (solo per citare due delle maggiori metropoli italiane). Faccio questa premessa perché, quando andai a Berlino nel 2017 per la proiezione del documentario
sul caffè che avevamo realizzato giusto l’anno prima mi affacciai alla capitale tedesca con l’entusiasmo di una persona innamorata e vogliosa di scoprire sempre di più sul caffè di qualità.

Gli anni passano, le conoscenze aumentano. Osserviamo i cambiamenti, alcune volte positivamente altre criticamente. Nel frattempo la scena del caffè (con fatica e lentamente) si sviluppava sempre di più anche nella penisola italiana, con, ad oggi, delle eccellenze assolute che nulla hanno da invidiare a realtà estere apparentemente più blasonate. Certo, c’è ancora una differenza abissale tra l’offerta di caffetterie specialty di, per esempio, Berlino con quelle di Roma e Milano. Non parlo tanto di qualità e servizio ma di numeri e quantità.

Il caffè a Berlino nel 2023

Con 6 anni in più (anagrafici, ma anche di esperienza professionale) mi sono affacciato alla Berlino del caffè nella prima metà di marzo 2023. Ero nella capitale tedesca per un lavoro con il brand di macchine espresso Manument; durante la mia settimana di permanenza a Berlino ho avuto modo di girare i diversi coffee shop (e alcune bakery) accompagnato talvolta anche dal brand ambassador di Manument, Gian Zaniol (campione italiano brewing 2017).

La macchina scenografica di Manument all’interno delle cucine di Siematic @coffeeandlucas @myMediaStudio

Proprio Gian mi ha confermato l’impressione avuta già dopo i primi due giorni di coffee tour in alcune realtà che avevo precedentemente visitato nel 2017: a Berlino il customer service nelle caffetterie specialty è migliorato. Ci sono delle eccezioni ma capita molto meno spesso di entrare in posti dove il barista ti guarda con aria di spocchia (per poi servirti magari un caffè sotto estratto!). C’è molta più disinvoltura nel servizio e un generale senso di accoglienza che ho apprezzato.

Il customer service e l’atmosfera generale di alcuni specialty coffee è stato sempre un punto dolente durante i miei coffee tour

Non di rado infatti mi capita di visitare locali specialty, che magari servono anche caffè buoni e sono molto quotati, e domandarmi: “Consiglierei questo posto ad una persona che cerca solo un buon caffè?”. Più spesso di quanto potreste pensare la risposta a questa domanda è negativa. Intendiamoci anche i clienti a volte non sono facili: spesso
entrano in un’attività di cui sanno poco o nulla e si interfacciano con il titolare o col barista con molto poco tatto (per usare un eufemismo).

CoffeeandLucas: “Cosa si beve nei coffee shop di Berlino?”

Il menù dei coffee shop berlinesi in molti aspetti è simile al menù che potreste trovare in molte caffetterie specialty italiane. Cambiano, e non di poco rispetto alla media italiana, i prezzi di espresso/doppio espresso e dei milk based drinks.

Sul caffè filtro c’è da fare un discorso a parte. A Berlino si beve nella stragrande maggioranza dei casi Batch Brew (caffè filtro già pronto e preparato con macchina automatica). A volte con la possibilità di scegliere tra due diversi caffè ma molto spesso non c’è scelta e si beve “quello che il convento passa”.

Il filtro berlinese @coffeeandlucas @myMediaStudio

Alcune caffetterie berlinesi fanno l’handbrew ma non è la norma: alla domanda “fate caffè filtro manuale?” la probabile risposta sarà: “no abbiamo solo batch brew”. Comunque, i batch brew che ho bevuto sono stati nella maggior parte dei casi gradevoli, ben estratti e non eccessivamente ossidati. Certo sono capitate due/tre esperienze piuttosto mediocri ma il livello medio se dovessimo dare un “voto” era un discreto 7.

L’idea di avere un solido batch brew in caffetteria, dopo alcuni anni di resistenza, sta iniziando a far breccia anche in Italia dove ancora troppe caffetterie pur di fare solo filtro manuale rimangono ingolfate con tempi di attesa sopra la media (e troppi clienti persi giornalmente aggiungerei io). “Batch brew non lo facciamo perché all’estero non lo fa nessuno”: ecco iniziamo a ristabilire un po’ di verità e a dire che, ad oggi, in molte delle coffee city prima si parte dal batch brew e poi (forse) si passa all’hand brew.

Per quello che ho visto di recente forse l’hand brew è più diffuso a Parigi (dove però le caffetterie specialty sono molte meno di Berlino). Ma parleremo in un prossimo articolo di questo argomento.

Dimenticavo. Uno dei peggiori caffè che ho bevuto durante la mia settimana berlinese è stato proprio un hand brew (pagato 7 euro) totalmente sotto estratto.

Quindi, dove sono stato?

CoffeeandLucas si gusta il caffè a Berlino @coffeeandlucas @myMediaStudio

Se avete avuto modo di seguire le mie peripezie negli ultimi anni sapete che sono un appassionato di caffè ma (per non farmi mancare nulla)ho anche una grande passione per il cibo in generale. Per questo uno dei posti dove sono tornato più volte è stato Sofi The Bakery, consigliatomi da Laurel Kratochvila (@FineBagels su instagram).

Sofi è una bakery tra lo scandinavo e il francese che oltre ad una piccola proposta di colazione salata al piatto propone croissant, pain au chocolate e focacce di assoluto livello da poter affiancare ad una tazza di caffè filtrato specialty (in batch brew) della torrefazione August 63. Da segnalare come bakery anche Albatross Berlin e Cookies e co. (che rifornisce anche diverse caffetterie).

Ci sarebbero anche altre pasticcerie/bakery che avrei voluto segnalare ma non ho avuto tempo di passarci e provarle. Sarà per la prossima volta!

Parlando di caffetterie più nello specifico ho avuto modo di visitare torrefazioni molto conosciute anche tra i coffee nerds italiani e vi racconto sommariamente la mia esperienza:

Da Five Elephant @coffeeandlucas @myMediaStudio

Five Elephant: da loro oltre ad assaggiare la loro famosa cheesecake (i dolci vengono prodotti dal loro laboratorio) ho bevuto flat white, espresso e ovviamente caffè filtro (qui fanno solo batch brew)

The Barn: nella loro location “storica” di Mitte propongono un paio di caffè in estrazione filtro manuale (ho assaggiato un Indonesia e un Etiopia). Non poteva mancare per me anche il flat white (disponibile anche bevande alternative al latte)

Bonanza: anche da loro come da five elephant il caffè filtro è solo batch brew. Fanno handbrew, a detta loro, solo “for special occasion”. Da Bonanza ho preso anche un Americano (bevanda che non prendevo da una vita!)

Ben Rahim: provai ben rahim anche nel 2017. Allo stesso indirizzo ho trovato un locale raddoppiato negli spazi ma con la solita buona offerta di caffè e dolcetti di tradizione araba. Da loro ho ordinato un Ibrik! Il caffè filtro è possibile richiederlo sia in batch brew che in estrazione manuale.

19 grams: da loro torniamo al solo batch brew (a volte hanno la doppia scelta) più la classica proposta che ti aspetteresti di trovare in una caffetteria specialty

Röststätte: un locale con molta personalità e con un’atmosfera davvero berlinese. Da loro ho ordinato degli ottimi flat white (anche qui ti chiedono sempre se lo desideri con latte o altre alternative) e ho avuto modo di assaggiare il caffè filtro sia in batch brew che in estrazione manuale. Non solo. All’interno del loro locale hanno un freezer dove raccolgono in provette i caffè (in dosi da 20 grammi) che vengono congelati nel giorno del picco aromatico di ogni singolo caffè. Una volta ordinato uno dei freezed coffee il caffè viene preso dal congelatore e preparato al cliente.

E’ così che io e il mio amico Gian abbiamo avuto modo di bere un ottimo caffè che era stato tostato… due anni prima!

Tre gli altri locali da citare nei quali sono stato più di sfuggita posso nominarvi Father Carpenter, il Lacoste Cafè con i caffè della torrefazione Man Versus Machine (Monaco di Baviera) e Luc Cafè (un posto dove vi sentirete catapultati direttamente sul set di un film di Woody Allen) e, per finire, Populus Coffee.

“All’estero il caffè è meglio”

Nì. Stiamo pur sempre parlando di una nicchia.

Sicuramente a Berlino c’è molta più offerta di caffetterie specialty, su questo non ci sono dubbi. È altrettanto vero però che i ritmi della capitale tedesca sono molto diversi rispetto a molte nostre città e tutto questo aiuta un servizio molto più rilassato. Ciò che ci differenzia davvero (e ancora) da molte capitali estere è proprio la minor offerta, in termini quantitativi, di caffetterie di qualità.

Certo, a Berlino c’è anche una stragrande maggioranza di bar e locali che offrono caffè di qualità indecenti (ad essere generosi). Sono davvero tanti.

Non ci resta quindi che invertire questo trend. Una grossa mano la possono dare (e la stanno dando) le pasticcerie e i ristoranti di livello che decidono di investire e credere in una seria offerta di caffè da proporre ai propri clienti. Riusciremo a invertire questo trend e a veder fiorire molte più caffetterie specialty nella penisola italiana? Io direi di partire intanto dall’inserire in menù un buon batch brew!

di CoffeeandLucas (Federico Pezzetta)

Maurizio Barbi: “Perché al ristorante non si beve quasi mai un buon espresso”

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Un caffè di qualità in tazzina

Maurizio Barbi, operatore del settore caffeicolo con un’esperienza di 38 anni presso Essse Caffè Spa è un conoscitore del caffè in tutte le sue forme: dal crudo, tostato, confezionamento, fino alla formazione/trasformazione presso i clienti e all’assistenza. Barbi ci ha contattato per intervenire sullo spinoso argomento della qualità del caffè al ristorante.

Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

Il caffè al ristorante

di Maurizio Barbi

MILANO – “Vorrei intervenire sull’argomento caffè al ristorante, sono state dette e ridette svariate situazioni e spiegazioni. In passato ho voluto capire, cercato di capire, il perché al ristorante, non in tutti, non si beve un buon caffè, è l’ultimo prodotto che metto in bocca ed è quello che mi farà risaltare e ricordare quello che ho appena mangiato. Sono voluto andare ad intervistare dei ristoratori, chiedendo il motivo, il perché non tengono a questo prodotto, le risposte sono state diverse.

Tutte coinvolgevano nel fatto del poco interesse, la maggior parte dei ristoratori dicono che la formazione del personale addetto alla macchina, per il quantitativo di prodotto, è oneroso, pensando anche al cambio di personale molto frequente.

Ecco che oggi, sempre di più, sono entrati in questi locali macchine e prodotti in capsule o cialde, che a sentire gli interessati, fanno un discreto prodotto e chiunque è addetto all’attrezzatura, hanno lo stesso risultato. Io sono un esperto di miscele da bar, horeca, e vending, capsule, cialde, distributori, sorge una domanda; qual è l’incrocio tra questi due settori?”

Il caffè nel vending

“Per horeca, il ristoratore, viene considerato basso consumante, circa 500 gr giorno, ci sono delle eccezioni, per il vending è l’alto consumante. Detto questo sappiamo che il cliente basso consumante difficilmente compra le prime miscele delle aziende produttrici, un po’ per il costo, ma anche per l’attenzione alla trasformazione più difficoltosa. Mentre trova nel mercato vending un prezzo interessante, non dico meno caro, ma se non altro più costante e facile da usare e sfruttare.

La mia passione che ho nel caffè e nelle miscele mi spinge a dire che nessun prodotto premacinato potrà mai raggiungere la qualità, le fragranze, le percezioni, le emozioni che un caffè appena macinato o macinato da poco, un espresso, può dare.

E’ vero quando si dice che alcuni ristoratori stanno valorizzando, con caffè alla carta, caffè speciali, caffè particolari, ma sono veramente molto pochi.

Io nonostante tutto, continuo a bere caffè anche nei ristoranti, per farmi la mia cultura, a volte mi complimento per la qualità, altre volte suggerisco ai locali di migliorare la qualità, non solo di prodotto ma di servizio e professionalità.”