Il locale storico di via Vittorio Emanuele II a Bra, provincia di Cuneo, ha ottenuto un importante riconoscimento, entrando a far parte dell’Historic Cafés Route in cui sono annoverati i più importanti caffè storici del Piemonte. Riportiamo di seguito la prima parte della notizia pubblicata sul portale Targato Cn.
Il riconoscimento di caffè pasticceria Converso
BRA (Cuneo) – Il caffè è un rituale. Al mattino per darsi la carica, nel pomeriggio per spezzare il ritmo, la sera per chiudere degnamente la giornata. Un momento prezioso che, come tale, ha bisogno di un contesto che ne valorizzi il potere rigenerante, proprio come il caffè pasticceria Converso di Bra.
E ora abbiamo un motivo in più per andarci, visto che il locale storico di via Vittorio Emanuele II ha messo in bacheca un altro importante riconoscimento, entrando a far parte dell’Historic Cafés Route in cui sono annoverati i più importanti caffè storici del Piemonte.
L’importante traguardo è stato raggiunto insieme ad altri luoghi iconici come il Grigolon di Mondovì e la pasticceria Cagna Arrigo dal 1934 di Garessio.
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ORSENIGO (Como) – Iniziativa solidale e sociale quella di Icam, l’azienda produttrice di cioccolato e semilavorati del cacao di Orsenigo, che per celebrare al meglio le festività pasquali ha donato oltre 20mila uova di Pasqua a più di 170 associazioni del territorio. Leggiamo di seguito la prima parte della notizia pubblicata sul portale Prima Como.
Icam, produttori e donatori di cioccolato: 20mila uova di Pasqua a più di 170 associazioni
Così, l’azienda lecchese che da oltre tre generazioni produce cioccolato di alta qualità e semilavorati del cacao, dimostra anche quest’anno il proprio sostegno verso il territorio e la comunità in cui è inserita. Le associazioni, infatti, sono localizzate nelle province di Lecco, Como, Monza e della Brianza. In particolare, esse operano in diversi settori: scolastico, religioso, sportivo, sanitario e sociale.
Le uova inviate a queste realtà sono in prevalenza del premium brand Vanini, ma tra i prodotti donati – in particolare ai settori giovanili e alle Onlus – si trovano anche le uova e gli ovetti licensing che Icam produce in partnership con alcune delle squadre di calcio più amate della Serie A: Lazio, Roma, Atalanta, Sampdoria, Torino, Fiorentina, Genoa e Hellas Verona.
Non è tutto: Icam, infatti, ha rinnovato la donazione delle uova di cioccolato anche all’Ucraina, un segno di supporto e vicinanza per la delicata situazione che sta vivendo il Paese.
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MILANO – Al via la collaborazione fra Restworld e Donnexstrada, associazione non profit contro la violenza di genere e per la sicurezza in strada. Le due realtà si uniscono per il progetto Punti Viola, con l’intento di formare e sensibilizzare il personale del mondo della ristorazione.
La partnership tra Restworld e Donnexstrada
L’obiettivo è creare una rete di luoghi sicuri dove rifugiarsi in caso di pericolo di violenza, chiedere aiuto e ricevere le prime informazioni fondamentali di supporto. Un gesto concreto per contrastare la violenza e per sensbilizzare e formare sulla tematica.
Restworld, che conta una rete di oltre 60.000 professionisti del settore e oltre 500 locali affiliati, vuole contribuire a far crescere la rete dei Punti viola nei territori del nostro Paese e candida bar, ristoranti ed hotel, a diventare un punto viola.
L’iniziativa è rivolta a tutte le attività del mondo della ristorazione, dal piccolo centro abitato alle grandi città, che lavorano a contatto con il pubblico: bar, ristoranti, hotel.
Il progetto include la formazione e la sensibilizzazione sul tema violenza e molestie di tutto il personale impiegato nell’esercizio commerciale. Il piano di formazione, gratuito per aziende e collaboratori, prevede inoltre la presenza di materiale informativo all’interno del locale stesso. Sensibilizzando in maniera trasversale, si crea una rete di persone attiva contro la violenza di genere.
Obiettivo di Donnexstrada è quello di rendere la città sicura ma anche informata riguardo le risorse presenti sul territorio. Perché la sicurezza passa anche attraverso l’informazione
Interviene a tal proposito la creatrice e vicepresidente di Donnexstrada, Laura De Dilectis: “Luoghi pubblici come bar, ristoranti, hotel sono delle importanti risorse che, attraverso la relazione tra cliente ed esercente, possono avere una funzione di collegamento con gli enti presenti sul territorio, che si occupano di violenza”.
Aggiunge anche Luca Lotterio, ceo di Restworld: “Siamo felici di poter contribuire, nel nostro piccolo, a questo progetto. Con l’augurio che sia solamente l’inizio di una lunga collaborazione con Donnexstrada e con altri progetti che sensibilizzano su un tema per noi fondamentale alla crescita di una cultura equa e libera da violenza e discriminazioni”.
Qui il questionario per candidare la propria attività e diventare un punto viola di Donnexstrada.
Ulteriori informazioni sono disponibili cliccando qui.
La scheda sintetica di Restworld
Restworld è la startup fondata nel 2020 da un team di psicologi del lavoro e ingegneri under 30 – Luca Lotterio, Davide Lombardi, Edoardo Conte e Lorenzo D’Angelo – e che si occupa della valorizzazione del capitale umano all’interno dell’ecosistema della ristorazione. Il progetto, che si fonda su 3 principi chiave quali etica, sostenibilità e innovazione, permette l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nella ristorazione tramite una piattaforma digitale.
ANZIO – Si è conclusa il 30 marzo la dodicesima edizione della Coffee Competition di Anzio, competizione nazionale dedicata alla caffetteria, nata nel 2008 e dedicata a Martina Forino, allieva dell’Istituto Apicio scomparsa in un incidente stradale. La gara ha coinvolto gli allievi del biennio e del triennio degli Istituti alberghieri delle regioni Lazio, Toscana, Campania, Marche, Basilicata, Molise, Abruzzo e, per la prima volta, Puglia e Calabria.
La Coffee Competition di Anzio
Le prove sono le quattro ormai consolidate delle edizioni precedenti: ovviamente ogni scuola è stata libera di partecipare a quelle che ha ritenuto più opportune.
Sezione espresso (preparazione dell’espresso e breve nota sul tema del caffè in una lingua straniera a scelta dello studente);
Sezione Latte art (preparazione di n. 2 cappuccini con decorazioni creative e pratiche di free pouring, topping, etching)
Sezione bar (preparazione di cocktail e bevande a base di caffè e derivati);
Sezione pasticceria (preparazione di dessert al piatto a base di caffè e derivati)
I vincitori
La competizione ha avuto inizio con l’intervento della banda del comune di Anzio che magistralmente ha eseguito l’inno nazionale. Dopo una lunga sfida, sono stati decretati i vincitori: medaglia d’oro per Martina Ferrazzi (4° Sala A, per la Sezione Latte art) e Manuel Orsini (5°P per la Sezione pasticceria). Ferrazzi ha disegnato un cuore al centro del cappuccino mentre Orsini ha proposto un disco di crumble, dolce tradizionale inglese con un a sfera riempita di mousse al caffè e panna. Al bordo del piatto era presente caviale al caffè con l’aggiunta di nocciole tritate e agrumi essiccati.
Consegna della targa alla banda del Comune di Anzio (immagine concessa)
“Siamo felicissimi e orgogliosi di un risultato che premia l’eccellenza dell’offerta formativa del nostro istituto alberghiero – hanno commentato i docenti Bruno Mazzeo, Donatella Di Matteo e Paolo Ferranti come riportato dal portale online Tuscia Times – ma anche la bravura degli studenti e la loro capacità di affrontare la gara con il giusto spirito agonistico senza perdere mai il controllo, la lucidità e la concentrazione che contraddistinguono i veri professionisti”.
“Desidero rivolgere le mie congratulazioni agli allievi vincitori, ai docenti e a tutti i partecipanti alla gara. – ha affermato la dirigente scolastica dell’Istituto superiore Giuseppe Di Vittorio , Vincenza La Rosa, a Tuscia Times – Questo risultato è la testimonianza migliore della dedizione e della straordinaria professionalità del nostro corpo docente capace di appassionare ed entusiasmare gli studenti, che torneranno a casa felici del loro meritato successo. Il mondo del lavoro, che diventa ogni giorno più complesso e competitivo, li troverà preparati e pronti ad affrontare la prossima sfida. Bravissimi! Siamo orgogliosi di voi.”
MILANO – b.farm è stata protagonista di un viaggio all’interno della Finca Rio Colorado per scoprire un mondo in cui il caffè non è il solo protagonista. Nella finca dell’azienda la biodiversità delle piante esiste, persiste e resiste.
b.farm e la Finca Rio Colorado
b.farm ha quasi 0,7 ettari di coltivazione dedicata al cacao e può vantare di aver recentemente dato frutto alle prime raccolte di ananasche potranno essere gustate dalle persone che lavorano all’interno della Finca.
C’è di più: a maggio si avrà anche la prima raccolta del mango. Per maggiori informazioni sulla Finca Rio Colorado basta cliccare qui.
Per maggiori informazioni sull’azienda basta cliccare qui.
L’Empire State Building (ESB) ha annunciato una nuova esperienza all’alba in collaborazione con lo Starbucks Reserve Empire State Building. Dal 1° aprile è possibile ammirare il sorgere del sole dall’iconico Osservatorio dell’86° piano, gustando un caffè Starbucks Reserve Empire State Building Microblend. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su businesswire.
L’esperienza Starbucks Reserve Empire State Building
NEW YORK – La serie Starbucks Reserve Sunrise Experience ha preso il via il 1° aprile con un arrivo al mattino presto per ammirare l’alba dall’iconico Osservatorio dell’86° piano, oltre a un caffè Starbucks Reserve Empire State Building Microblend in omaggio e a un assortimento di pasticcini artigianali Princi selezionati in esclusiva da Starbucks Reserve.
“Si tratta di un’esperienza indimenticabile, resa ancora più speciale dai nostri fantastici partner di Starbucks Reserve. La vista dell’alba su New York City dal centro di tutto è semplicemente straordinaria”, ha dichiarato Anthony E. Malkin, presidente e amministratore delegato dell’Empire State Realty Trust.
L’esclusiva esperienza Sunrise Starbucks Reserve dell’Empire State Building è offerta ogni sabato dal 1° aprile con una capacità estremamente limitata. È necessaria la prenotazione per avere l’opportunità unica di iniziare la giornata nell’Osservatorio all’aperto dell’86° piano dell’edificio. Dopo l’alba, gli ospiti avranno accesso prima dell’apertura al museo immersivo dell’Empire State Building che racconta la storia dell’edificio dalla costruzione al suo posto attuale nella cultura pop.
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Andrea Slitti nel nuovo store di Firenze (foto concessa)
MILANO – Caffè e cacao: molte cose in comune, soprattutto se trattati con cura alla
ricerca di un prodotto finale di qualità. Queste due materie prime rappresentano le anime
dell’azienda Slitti, ora capitanata dal maestro Andrea Slitti, che ha traghettato l’impresa di
famiglia – originariamente una torrefazione – verso il completamente del suo sogno:
plasmare il cacao.
Slitti, dal 1969 come torrefazione del caffè sino a laboratorio artigianale del cacao: ci racconta la transizione dell’azienda tra due materie prime che hanno tanto in comune quanto differenze?
“Ho trovato il legame tra i due prodotti innanzitutto nelle piantagioni: spesso quelle di caffè
si trovavano vicino a quelle di cacao. Già negli anni in cui lavoravamo come torrefazione,
in diversi negozi vendevamo oltre al nostro caffè anche il cioccolato e proprio io ero l’addetto che si occupava di cercare degli artigiani del cacao.
Entrando nei loro laboratori, tra i profumi e l’osservazione sul campo di come si potesse
plasmare questa materia prima rispetto ad una tazzina del caffè, ho capito che quella
poteva esser il canale di sfogo per la mia fantasia. Così, una delle domeniche a tavola con
tutti riuniti, ho lanciato questa idea: perché non iniziare ad aggiungere il cacao al caffè?
Mio padre ha risposto: “Se te la senti, prova”.
Così ho fatto: ho acquistato tutti i libri che potevo, da quelli tecnici a quelli più divulgativi,
facendomi un’idea delle principali lavorazioni.
Mi son detto: inizio da me per poter dare da subito un’impronta personale a ciò che volevo
realizzare. Ho seguito soltanto un corso di tre giorni e poi da lì ho continuato da autodidatta: probabilmente c’era dietro un talento naturale. Un’attitudine che ho scoperto
cimentandomi.
Ho sbagliato tanto, certo, ma è il solo modo di imparare. Ho creato la mia linea di
cioccolato e dopo pochi anni ho iniziato a vincere concorsi internazionali. La lavorazione del cacao è molto più complessa e impegnativa rispetto a quella del caffè,
c’è bisogno di star dietro a più parametri, dall’umidità dell’ambiente alle temperature, dalle
fasi di lavorazione che sono di più rispetto a quelle del caffè.
Ma la conoscenza della materia prima del chicco, le varie fasi di tostatura per esaltarne le
caratteristiche aromatiche senza assopirle con cotture eccessive, mi è servita per tostare
non troppo poi il cacao. Ho potuto applicare ciò che avevo imparato dal mondo del caffè a
questo altro prodotto.
L’esperienza gustativa Slitti (foto concessa)
Ci siamo distinti per il nostro palato, in grado di realizzare dei prodotti equilibrati, senza
spigolature. La fortuna di poter contare su un laboratorio a disposizione di questa dote
nell’assaggio, che vuole arrivare ad un gusto ben definito, ha aiutato a fare la differenza.
Parlando poi delle tostatrici, sono simili per caffè e cacao, ma ci sono alcuni accorgimenti che differenziano le due tostature. Ci sono dei giri e temperature differenti. “
Ci sono anche i cacao specialty?
“Nel cacao non ci sono questi sistemi di punteggi. Ovviamente esistono delle tipologie
molto fini, e la qualità è determinata dalla stessa origine e dal territorio, dalla stagionalità.
Ci sono delle aree più pregiate di altre, anche se negli ultimi anni i coltivatori stessi si
stanno organizzando per innalzare il livello proprio in piantagione.
Andrea Slitti in piantagione (foto concessa)
Precedentemente si insisteva su sistemi di lavorazione con temperature elevate, rese
necessarie per correggere dei cacao che arrivavano dall’origine con molti difetti: a quel
punto si doveva intervenire maggiormente durante il processo.
Ma ora arrivano delle materie prime già molto curate e noi dobbiamo intervenire il meno possibile per mantenere il più intatte possibile le loro caratteristiche aromatiche. Alle origini si è passato dalle buche in terra con le foglie di banana come copertura, a fermentazioni elaborate con vasche apposite in cui viene girato in maniera molto accurata il cacao, uniformemente.”
Slitti, 30 anni di esperienza e oltre 190 premi vinti: come si diventa tra i migliori cioccolatieri al mondo, senza rinunciare alla qualità e all’artigianalità?
“Mettersi in gioco nelle competizioni per me è un costante test su ciò che produciamo.
Solo così si è certi di mantenere sempre una certa qualità. Concorriamo con dei prodotti
realizzati naturalmente, senza averli studiati appositamente per le gare: tornare a casa con
una serie di premi per intere fasce di prodotti è una conferma della qualità della nostra gamma.
I prodotti Slitti in mostra (foto concessa)
Chi mi conosce lo sa: sono talmente attento al lavoro in maniera maniacale su ciò che è la
materia prima, i fornitori, il controllo, che sono in grado di produrre in gran quantità senza
incidere sulla qualità.
Negli anni, individuando quelle fasi in cui potevo correggere, sono intervenuto con la
meccanica, perché sapevo che non avrebbe influenzato con la qualità. Dove invece ho
intravisto una minaccia su questo aspetto, ho conservato ancora tutto il lavoro manuale. Il prodotto deve esser così come viene realizzato qui in laboratorio e altrettanto nel negozio. Salta all’occhio la continuità: ogni anno i nostri prodotti continuano ad esser ottimi proprio come 30 anni fa.
Abbiamo iniziato a vincere nel ‘93 e abbiamo continuato su questa linea sino a oggi. Questo significa che non ho cambiato niente del mio concetto. Per esempio l’ultimo premio l’ho conquistato grazie ad un prodotto che ancora deve uscire nella prossima stagione, dei fichi calabacita farciti di ganasce alla sambuca e ricoperti da uno strato fondente.
A noi interessa sapere e vedere che si arriva al podio, tra i primi tre. Le gare sono quei
momenti utili a testare la qualità dei prodotti. E così il consumatore ha una garanzia in più
sul nostro lavoro e si fidelizza maggiormente.”
Slitti, non avete abbandonato mai il caffè, da cui tutto è partito: cosa offrite, dove e
come tostate i chicchi, avete sviluppato dei rapporti diretti con i coltivatori?
“Non siamo una grande industria che può avere l’opportunità di allacciare rapporti diretti
con i farmer. Diventa difficile per noi contare su una struttura tale da permetterci di
ottenere una materia prima perfetta in una relazione diretta con i luoghi d’origine. Ci si affida di più a degli specialisti, degli importatori, attraverso l’acquisto di campioni, potendo cambiare anche le zona di riferimento a seconda delle annate.
Ovviamente si paga qualcosa in più, ma abbiamo garanzie maggiori. I nostri fornitori sono ormai gli stessi da decenni e sanno cosa vogliamo e come soddisfare i nostri standard. Quando si trattano i top quality, è chiaro che i prezzi sono adeguati e copriranno le spese per i coltivatori.
Passando invece al caffè: non lo tostiamo scuro. Facciamo la classica tonaca di frate.
Alcuni specialty li facciamo più biondi e devo dire che l’aromaticità nei tostati più chiari è
diversa da quelli in cui vengono cotti tanto gli zuccheri con uno sfondo di caramello.
Con gli specialty abbiamo iniziato da poco e attualmente stiamo facendo un restyling sulle confezioni di caffè, con un’attenzione sulle capsule biodegradabili. Stiamo modificando il packaging anche delle cialde e gli specialty abbiamo iniziato a usarli in occasione
dell’apertura recente del nostro locale fiorentino e anche in quello storico a Monsummano.
È un settore che dobbiamo esplorare e studiare, perché il cliente va avvicinato a questo
tipo di bevanda, che cambia tutti i suoi parametri rispetto al concetto di espresso.”
Data la sua vasta esperienza in entrambi i campi, ha mai pensato di unire i due prodotti in diverse ricette o abbinamenti?
“Nel prossimo futuro potremmo inserirle nella nostra proposta: ho già sperimentato per
primo alcune tipologie di cioccolato abbinate con lo specialty. Sono in fase di ricerca: nella
fase di lavorazione il cacao uscirà prima dell’ultima fase di raffinazione in mondo da avere
un cioccolato piuttosto grezzo, non come quello di Modica, ma intervenendo ancor prima
nelle lavorazioni in modo che anche il cacao non sia totalmente raffinato.
L’idea è quella di servire dei listellini di cioccolato primitivo, dove si sentirà al palato la croccantezza del cacao oltre ai granelli dello zucchero, creando in bocca nella
degustazione con lo specialty aromatico e profumato, un’esplosione di gusto che uno va
ad esaltare l’altro. Abbiamo già provato con varie tipologie di cacao venezuelani e del
Madagascar e il risultato è pazzesco. Lavorerò su questo cioccolato primitivo in
degustazione con la chemex. Firenze sarà il primo punto di partenza e poi si vedrà…
Il caffè che importiamo sono per lo più centro americani, africani (Etiopia e il Kenya. L’Etiopia è quel caffè che sento più mio a livello organolettico) mentre acquistiamo gli indiani per la Robusta. Per il cacao, ancora, sono molti i centro americani, dai venezuelani al Perù, Equador, Repubblica Dominicana, Giamaica, e dalla zona africana, il Madagascar che è il mio preferito.”
Quale obiettivo vi siete dati per il 2023?
Dentro lo store di Firenze (foto concessa)
“Il progetto di Firenze è stato molto impegnativo per quanto riguarda la ricerca della
location e i lavori per aprire ed esser pronti. Serviamo tantissimi locali, ma il primo punto
Slitti è questo ed è la nostra ammiraglia. Da qui partirà il progetto con altri store in Italia in
cui inserirci. Sicuramente arriveremo anche all’estero, ci stiamo già muovendo nel mondo
Arabo e con un interesse verso il Giappone.
Nel frattempo vogliamo portare a termine alcuni punti in Italia, magari a Roma, Milano e Verona in cui, come a Firenze, venderemo sia cioccolato che caffè. A Firenze stiamo
ultimando l’angolo della saletta nel piano inferiore, a 15 metri dal duomo, in cui ospitare in collaborazione con le guide turistiche, i turisti durante le loro pause nei tour per delle degustazioni o di caffè o di cioccolato.”
Slitti, secondo lei, quali sono le nuove frontiere per il cacao oggi?
“Si sta andando sempre più verso una scrematura degli ingredienti. Il nostro cioccolato è già da oltre 20 anni fatto soltanto con cacao, zucchero e burro di cacao, senza vaniglia nel fondente o zucchero di canna che andrebbero a coprire il cacao. Non mettiamo neppure
lecitina di soia. Molte etichette che leggiamo sono complesse: ora la tendenza è quella di
ridurre gli ingredienti.
Ci stiamo muovendo per creare una linea organica, per poter far parte anche di questo
mercato. Alcuni dei nostri prodotti sono già bio ma non sono certificati e ora stiamo
seguendo questa procedura per creare una linea apposita.
Non sono un grande sostenitore dei dolcificanti, sono da evitare tutti quelli che lasciano
una sensazione dolce anche dopo aver bevuto il caffè. Da limitare quelli che danno
controindicazioni rispetto al consumo. Io non ne faccio uso: con il cacao 100% cacao
senza zucchero riesco a dare un prodotto che è talmente buono che non ha bisogno di
edulcoranti di alcun tipo. Basta la qualità per un prodotto in purezza.”
A quanto vendete l’espresso e che macchine usate?
“Siamo ad un euro e trenta. Per le chemex servite al tavolo a 5 euro. Abbiamo La Storm,
una macchina da competizione che mi ha lasciato piacevolmente stupito in termini di
estrazione ed è anche molto bella da vedere. Per il macinino abbiamo un Mahlkonig a
dose istantaneo con il gruppo a bilancia.”
Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)
MILANO – Con l’emergenza Covid alle spalle, il 2022 sarebbe dovuto essere l’anno della definitiva ripresa per il settore europeo delle caffetterie. Finita la pandemia sono arrivati però al pettine altri nodi – di natura macro economica, logistica e politico-strategica – che la guerra in Ucraina ha violentemente esacerbato. Risultato: una ripartenza solo parziale.
E un sentiment degli operatori positivo soltanto a metà. Il nuovo report Project Café Europe 2023, di World Coffee Portal, fa il punto sul mercato europeo delle caffetterie a marchio.
Un settore di nicchia: il rapporto censisce infatti poco meno di 43 mila locali appartenenti a questa tipologia (a titolo di raffronto, i bar in Italia sono circa 150 mila). Ma che costituisce, nel contempo, un’importante cartina di tornasole di un mercato – quello europeo – che rimane di gran lunga il più importante al mondo.
I numeri? Incoraggianti a metà, come già detto: nei 12 mesi trascorsi, il numero di locali è cresciuto, a livello Europeo, del 3,3%. E ha raggiunto un totale di 42.804 unità, con cifre in crescita in 31 paesi su 40.
Il Regno Unito rimane il primo mercato europeo per le caffetterie a marchio, con 9.885 esercizi: il 4,4% in più rispetto a un anno fa. Segue, nettamente staccata, la Germania, dove il numero di locali subisce però una contrazione dell’1,3% e scende a 6.798 locali.
Terza è la Russia, dove i locali sono sorprendentemente in crescita del 2,2%, in un contesto però rivoluzionato dall’uscitadi scena dei grandi marchi stranieri, che hanno dismesso le loro attività in questo paese (s)vendendole spesso a imprenditori o gruppi locali.
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Godina, Cafiso e Samaritani, avvolti dal verde (foto concessa)
MILANO – Italia patria dell’espresso, paese della torrefazione e, da qualche anno, anche luogo di origine del chicco. Dove? Scendiamo in Sicilia, nella piantagione sperimentale a Santa Croce Camerina di Ragusa di circa un ettaro di terra gestito dalle mani esperto dell’agricoltore, Giovanni Balistrieri e di Adriano Cafiso.
Un laboratorio di cui abbiamo già parlato più volte qui e qui, che ha attirato l’interesse di due espertissimi del settore: Andrej Godina e Giancarlo Samaritani.
Due professionisti che, quando si parla di visitare e conoscere le origini del chicco, non mancano davvero mai all’appello.
Cafiso, Godina e Samaritani: la passione attorno al chicco verde
In questo luogo unico nel suo genere, si sono riuniti i tre addetti ai lavori, circondati dalle piante del caffè e con uno sguardo rivolto verso il mare.
Condividiamo il video racconto di questa esperienza particolare, se si pensa all’Italia. Dal viaggio in aereo al tragitto in auto, attraversando paesaggi suggestivi, direzione Finca Balistrieri.
La giornata di formazione Puly day (immagine concessa)
SIRACUSA – Giovedì 30 marzo si è svolto a Siracusa presso l’istituto alberghiero Federico II di Svevia il Puly Day, evento organizzato da Asachimici in collaborazione con l’associazione culturale Mangiare Bene e non solo, riservato alle scuole alberghiere. La giornata dedicata alla formazione nasce per venire incontro alle esigenze di un cliente sempre più attento alla qualità di un servizio, in cui il protagonista non è solo il caffè. Il professionista del settore deve curare ogni singolo aspetto del servizio senza tralasciare l elemento principe, la pulizia e l’igiene delle attrezzature.
La giornata del Puly Day (immagine concessa)
Oggi il cliente è più attento a ciò che gli viene offerto e alla sua qualità, a cui è importante rispondere con team ben formati, nuovi concetti di caffè e la narrazione dell’arte della preparazione.
Il Puly Day
I consumatori tornano al bar ma sono più attenti alla qualità e all’igiene. Andrea Antonelli, brand Ambassador di Pulycaff, ha coinvolto gli studenti e i docenti in una full immersion prima teorica, poi pratica nelle tecniche di pulizia della macchina espresso, del macinacaffè e degli accessori a uso professionale.
È infatti da queste apparecchiature prende il via l’ultima fase della trasformazione del caffè da chicco a bevanda, che non deve essere rovinata da sentori di rancido o di bruciato trasmessi da macchine sporche e trascurate.
La giornata è proseguita, con grande entusiasmo da parte di tutti i partecipanti, con le tecniche alternative di estrazione della bevanda del caffè.
Alla giornata di formazione hanno partecipato gli alunni delle classi terze, quarte e quinte settore sala e vendita del corso diurno e serale, coordinate dai Prof Bongiovanni, Tubolino e Moncada e il personale ATA.
Il dirigente scolastico dottoressa Vittoriana Accardo ha ringraziato gli organizzatori per la buona riuscita dell’ evento auspicando nuove occasioni di incontri di formazione per gli alunni e per il personale docente e ATA.
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