mercoledì 03 Dicembre 2025
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Marco Feliziani nominato ceo di Simonelli Group: “Passaggio di consegne naturale”, e il fatturato del 2022 è volato a 121 milioni di €

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Marco Feliziani, amministratore delegato Simonelli Group

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Dopo 14 anni di collaborazione con Simonelli Group, di cui gli ultimi 6 nel ruolo di ceo, Fabio Ceccarani lascia l’azienda allo scadere del suo secondo mandato. Il Consiglio di amministrazione ha nominato Marco Feliziani come nuovo amministratore delegato a partire dal 18 aprile 2023. Come dimostrano i dati dell’esercizio 2022, chiuso a 121 milioni di euro, Simonelli Group poggia su basi finanziarie molto solide, ha una posizione di mercato forte ed è pronta a cogliere nuove sfide nel futuro.

Marco Feliziani è il nuovo ceo di Simonelli Group

Nando Ottavi, presidente di Simonelli Group, dichiara: “Fabio Ceccarani è direttamente collegato alla storia di successo della nostra azienda. Negli ultimi 14 anni ha lasciato un’impronta decisiva, e gli sono estremamente grato per questo e per l’impegno profuso. Oggi si apre una nuova fase per Simonelli Group, che si sente ormai matura per affidare ad uno degli azionisti, Marco Feliziani, il ruolo di ceo.”

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Marco Feliziani è il nuovo ceo di Simonelli Group (immagine concessa)

Marco Feliziani, 46 anni, è entrato in azienda nel 2015 in veste di direttore della filiale americana del Gruppo. Nel corso degli anni ha assunto la carica di direttore commerciale e vice-presidente, cariche che ha ricoperto fino all’attuale nomina a ceo

“Fabio Ceccarani ha rappresentato un supporto decisivo per l’azienda in questi anni. Sotto la sua guida Simonelli Group ha accelerato il processo di crescita e rinnovamento digitale, ha incrementato la cura del prodotto e rafforzato il suo impegno verso la sostenibilità e la salvaguardia dell’ambiente. Ma”, continua Feliziani, “credo che Fabio abbia in special modo contribuito alla evoluzione in senso manageriale dell’azienda ed alla diffusione di una cultura etica, responsabile, di cura e attenzione verso le persone. Voglio ringraziarlo personalmente per il sostegno che mi ha dato in questi anni di stretta collaborazione giornaliera, il che ha fatto sì che questo passaggio di consegne avvenisse nel modo più naturale e, di fatto, senza soluzione di continuità.”

“Lascio un’azienda che ho visto crescere esponenzialmente negli ultimi anni”, dichiara Fabio Ceccarani, “non solo dal punto di vista economico-finanziario ma anche sotto il profilo delle competenze delle singole persone e della coesione tra le stesse. Raramente mi è capitato di incontrare aziende in cui l’attenzione alle persone è così forte e dove, davvero, le storie dei singoli vengono tenute in grande considerazione. Ringrazio i Soci per la fiducia ed il continuo supporto negli anni e tutta la squadra Simonelli, veri protagonisti di questi successi”.

Quella che si apre per Simonelli Group è una fase nuova nel segno della continuità, del rinnovato impegno verso la crescita economica e di una sempre maggiore attenzione ai temi della sostenibilità ambientale e sociale.

Cafezal, non c’è due senza tre: da sabato 22 aprile apre il 3° punto in Corso Magenta 96: “Qui, la tradizione di Milano”

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Carlos Bitencourt accanto l'Athena personalizzata (foto concessa) cafezal
Carlos Bitencourt accanto l'Athena personalizzata (foto concessa)

MILANO – Nel 2018 il primo Cafezal in via Solferino 27 a Milano ha aperto le porte a tutti gli appassionati degli specialty e ai curiosi del caffè – “Quello buono” ci tiene a definirlo così il fondatore Carlos Bitencourt – con una proposta di una miscela e diverse monorigini tostate direttamente da loro.

Cinque anni dopo, si arriva a quota tre aperture, con l’ultima tappa di un cammino sempre in ascesa, segnata ancora a Milano, in Corso Magenta 96. Dalle sette e mezza del mattino, alle sette e mezza di sera: dalla colazione all’aperitivo, il nuovo punto sarà operativo a partire da sabato 22 aprile in versione soft opening: sino a metà maggio il caffè e la pasticceria sono garantiti, con poi l’aggiunta della parte salata insieme all’arrivo del forno. A quel punto il locale sarà completo al 100%.

Per Cafezal, da quel fatidico 2018, le cose sono cambiate, con anche una pandemia di mezzo

Che però, Bitencourt racconta “E’ stato il periodo in cui abbiamo registrato circa il 70% di fatturato in più rispetto al 2019 sul 2020, grazie alle vendite all’estero on sale, con clienti che ordinavano dei bancali interi di caffè Cafezal, perché cercavano lo specialty torrefatto italiano”.

Cafezal è cresciuto e anche tanto (sono stimati sul 2023 oltre 1,5 milioni, 25 dipendenti)

Grazie all’apertura del secondo punto vendita in Viale Premuda 14 – un vero e proprio coffee hub con lo sviluppo della parte food, di un’academy, un laboratorio, una torrefazione ed anche di un members club – e del canale horeca e retail, dice Bitencourt – “Negli ultimi tre mesi abbiamo firmato 5 contratti, uno dei quali è con il gruppo Giacomo Milano, con sei locali solo su Milano e altri 2 posizionati strategicamente in due mete turistiche importanti, Santa Margherita e Pietrasanta.

Sono stati loro a venire da noi. Entrare nei ristoranti con lo specialty è quindi possibile. Basta seguire il file rouge della qualità: per loro abbiamo sviluppato una miscela dedicata. Presenti nella caffetteria del Palazzo Reale e nel ristorante Arengario dentro il Museo del 900 a Milano, arrivano a consumare quasi 4 tonnellate di caffè specialty all’anno”.

E ora si procede spediti in Corso Magenta 96

Sì, perché in questo percorso di espansione ora arriva il terzo punto di quest’azienda, tracciando una sorta di “triangolo di Cafezal” tra Solferino-Premuda-Magenta. Una zona in cui, spiega Bitencourt “Mancava la presenza di una caffetteria specialty. Molti dei nostri clienti ci chiedevano di presidiare anche la parte più a ovest di Milano, senza però allontanarci troppo dal centro. Quando abbiamo trovato questo locale di 50 metri quadri, 20 posti a sedere, mi sono innamorato di questa parte di Milano.

Dall’inizio ho sempre puntato per Cafezal su dei locali che mantenessero il focus sul design: per questo in Corso Magenta sono ripresi gli elementi tradizionali di una caffetteria, uniti con altri che rappresentano invece un design moderno.

Una realtà che vuole essere dunque un passo verso la estetica tradizionale della caffetteria, all’interno di uno spazio d’epoca, in un palazzo con tutti i serramenti mantenuti originali, dove però daremo un tocco tipico di Cafezal.

Il bancone dedicato alla caffetteria (foto concessa)

Questa fusione viene rappresentata e riflessa nella scelta delle macchine: ho scelto innanzitutto un modello a leva, che ha il suo fascino. Ho da subito pensato ad una due gruppi Athena di Victoria Arduino, con rame martellato a mano per conferirle un’estetica vintage, con una tecnologia particolare – delle macchine d’epoca a leva con però alcuni perfezionamenti apportati alla versione originale della macchina.

È uno strumento che sicuramente rappresenta una sfida per il barista specializzato in specialty coffee: ma da Cafezal sarà trattata con tutte le cure del caso per ottenere un super espresso. Volevamo avere un’attrezzatura per lavorare con la nostra miscela Garibaldi (l’Athena sarà dedicata solo a questo blend).

Mentre per le monorigini ci serviremo di una Prima Victoria Arduino a un gruppo, moderna, ma sempre personalizzata con il rame martellato a mano.”

Perché adattarsi a questo passato storico di Milano?

Bitencourt risponde: “Mi è sempre piaciuta l’estetica di quegli anni, e in questo modo abbiamo voluto anche fare un omaggio proprio a Milano, ospitando un cliente di specialty in uno spazio dall’atmosfera storica.”

Si parte dall’attrezzatura d’epoca che lavora in armonia con quella moderna: il cliente può spaziare da diverse tecnologie e logiche create nel tempo. “Un locale molto curato, articolato, in cui si parlerà di caffè in maniera moderna, considerando molto la tradizione.”
A lavorare in Corso Magenta, 4 persone: due già inserite negli altri punti vendita, due invece nuovi assunti. Un bancone dedicato soltanto al caffè (dal brewing, drink coffee, espresso) e poi un altro di un metro e 90 con retro banco dotato di forno: “Qui cureremo la parte legata al salato, per il brunch.”

Un soffitto arricchito dalle iconiche palme stilizzate di Cafezal, con decorazioni interne e richiami al locale d’epoca come lo specchio che accoglie salendo nel soppalco dove sedersi, mensoline in cui esporre caffè e attrezzature.

Cafezal è un concept idealizzato e guidato da Bitencourt e conta su con altri soci in minoranza, ma senza il coinvolgimento per ora di fondi – anche se la strada è questa, ammette Bitencourt, che si sta muovendo per cercarne di interessati – “Ho sempre impostato Cafezal come una vera impresa. Sono l’unico socio operativo e do le impostazioni di business, design, acquisti, di caffetteria e di un po’ tutto ciò che si vede, collaborando con altri professionisti interni di fiducia e consulenti esterni molto bravi”.

Siamo nati come torrefazione: ho voluto impostare il primo punto di Solferino sul caffè, pur penalizzando un po’ gli incassi inizialmente, perché l’italiano entra in un bar prima di tutto per la brioche, per la pasticceria. Poi se c’è il caffè buono, resta. È una logica diversa da altri Paesi in cui il concetto di caffetteria moderna è più sviluppato.

Cafezal nonostante questa consapevolezza, nasce legato strettamente al caffè, anche a discapito del fatturato. Poi già nel secondo punto, siamo voluti crescere nel mondo food.
Quindi possiamo dire che Corso Magenta porta con sé l’esperienza del caffè portata avanti in Solferino insieme a quella del cibo sviluppata in Premuda. Una caffetteria con pasticceria e una buona offerta di salato.”

Prossimi obiettivi: espandersi ancora a Milano e in Italia

Ma diventa più difficile gestire più locali oppure è più facile rispetto al primo?

“Aprire un secondo locale, molto grande è stato complesso. Le difficoltà ci sono sempre, ma cambiano: sviluppare una rete di fiducia tra collaboratori e fornitori è una sfida. Il più grande passo che ho fatto però per me è stato avviare il primo Cafezal: non conoscendo nel dettaglio le dinamiche del settore, con un investimento che è stato del tutto mio, con pochissimi prestiti per l’azienda, in un altro Paese, una città nuova, entrando in una diversa cultura del prodotto, per me è stato impegnativo”.

Bitencourt è un ingegnere di formazione e ha sostanzialmente un background industriale e manageriale, dopo aver lavorato per circa 15 anni in consulenza aziendale, principalmente per la società americana The Boston Consulting Group a Milano e a Londra.

Lui aggiunge: “Siamo oggi l’azienda più grande di specialty non solo a Milano, ma anche in Lombardia ormai, puntando sulla qualità, il design, entrambi elementi molto italiani quanto internazionali.

Crediamo sempre nella caffetteria moderna. Lo specialty nasce come nicchia, ma voglio fare un business che parla con la gente, che arrivi nei locali che puntano sulla qualità ma non sempre in cui il consumatore si aspetta un caffè buono. Cafezal è una torrefazione inclusiva, basata nella qualità e lifestyle. Perché il caffè innanzitutto dev’essere buono e servito in un contesto contemporaneo e di inclusione: lo specialty porta avanti oggi questo concetto. Perciò il nome Cafezal, che in portoghese vuole dire piantagione di caffè, proprio per avvicinare di più il consumatore dei grandi centri urbani all’origine del prodotto.

Ora il consumatore medio preferisce un caffè composto da materia prima meno costosa e questa è la realtà: bene, voglio cambiare questo paradigma nel mio piccolo, per allargarlo ad un pubblico medio e poi a uno più grande. Quando non si parlerà più di specialty, ma soltanto di un caffè d’eccellenza, sarà avvenuto il vero cambiamento, che davvero impatterà di maniera sostanziale nella vita di gran parte delle piantagioni di caffè al mondo.

In questa iniziale si discute ancora di specialty per poter identificare un prodotto di qualità, ma nel momento in cui questa materia prima coprirà una percentuale sempre maggiore nel mondo, non si userà più questo termine: a quel punto, avremo avuto successo.”

Cafezal a Solferino, Premuda, Magenta: il target dei consumatori è diverso?

“Solferino è il locale in cui si vuole vivere Milano inserita in una dimensione turistica e internazionale: qui si va per sentirsi parte del mondo. Premuda è uno spazio in cui navigare nella caffetteria dalla A alla Z, dove restare anche per consumare un brunch e bersi un drink. È un locale 24/7. Magenta invece è una caffetteria in cui sentire la tradizione della vecchia Milano. Attraente per i cittadini locali, che si ritrovano un po’ a casa da una parte, dall’altra si trovano immersi in un nuovo mondo del caffè. “

Ico: i consumi dell’Unione Europea sono aumentati l’annata trascorsa del 7,5%

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Ico export mondiale prezzi caffè robusta G7 mercati
Il logo dell'Ico

MILANO – L’Ico allarga il suo spettro di osservazione fornendo – in un nuovo report e outlook diffuso in questi giorni – un quadro più completo sulle prospettive di mercato per l’annata caffearia in corso. Il documento – diffuso in questi giorni – è il primo di una nuova tipologia di rapporti statistici, che l’Organizzazione prevede di diffondere con cadenza semestrale, basati su una metodologia di calcolo della produzione e dei consumi, che promette di essere più precisa ovviando ad alcune delle imprecisioni inerenti ai criteri sin qui seguiti.

Per l’annata in corso (2022/23), l’Ico delinea una serie di fattori destinati a incidere in termini complessivi sull’andamento dei raccolti. Ecco alcuni tra i più significativi:

  • i costi in crescita dei fertilizzanti, conseguenza anche del perdurante conflitto in Ucraina;
  • le avverse condizioni climatiche, che continueranno ad avere un effetto negativo anche sulla stagione in corso;
  • i fattori ciclici avranno un impatto parzialmente positivo sul Brasile, ma negativo sul Vietnam;
  • le aree coltivate a caffè sono in ulteriore espansione, in particolare nei paesi produttori minori;
  • la produttività continua a crescere, in virtù delle migliori pratiche agricole e dell’utilizzo di varietà selezionate;
  • il livello dei prezzi interni e internazionali continua a essere un driver che motiva i produttori.

L’Ico prevede una ripresa della produzione mondiale, che risalirà, nell’annata attuale, a 171,268 milioni di sacchi (+1,4%)

La produzione di arabica raggiungerà un totale di 98,559 milioni di sacchi. Sebbene in crescita del 4,6%, essa rimarrà inferiore al dato record di 101,577 milioni raggiunto nel 2020/21.

Fonte: Ico

Pur subendo una flessione del 2,1%, la produzione di robusta si attesterà al dato ragguardevole di 72,709 milioni: seconda soltanto a quella record dell’annata trascorsa.

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Lavazza, Coffee Defenders alla Triennale di Milano: incontro tra l’arte e la sostenibilità

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I Coffee Defender presenti all'evento (immagine concessa)

MILANOIn occasione della settimana milanese dedicata al design internazionale, Lavazza prosegue con gli appuntamenti dedicati ai Coffee Defenders per rafforzare il valore dello scambio di conoscenze tra culture diverse ed evidenziare l’importanza delle relazioni umane per un futuro migliore.

Lavazza con i Coffee Defenders alla Triennale

Il legame di Lavazza con il mondo del design e, più in generale, con quello dell’arte è un legame duraturo e consolidato che l’azienda ha esplorato nel tempo attraverso diverse modalità artistiche. Si tratta di una concezione di arte che riconosce l’importanza della conoscenza e della consapevolezza nell’attivare il cambiamento, con particolare attenzione rivolta ai temi della sostenibilità sociale e ambientale; da qui l’esigenza Lavazza di promuovere occasioni di incontro tra arte e sostenibilità, coinvolgendo la community dei Coffee Defenders.

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L’opera Terra-cotta di Vitturi (immagine concessa)

Se il primo appuntamento al Circolo dei Lettori di Torino, inserito all’interno del Salone del Gusto, ha visto protagonista la cucina e la collaborazione di due chef provenienti da mondi diversi, per valorizzare il caffè come un viaggio che unisce i valori, l’impegno e la passione di tutte le generazioni, in qualsiasi parte della Terra; questa volta, saranno protagoniste l’arte e l’esaltazione delle relazioni umane come motore di quel cambiamento necessario che coinvolge tutti attivamente.

La Milan Design Week è l’occasione perfetta in cui inserire la seconda reunion dei Coffee Defenders: martedì 18 aprile, Caffè Triennale ospiterà la seconda tappa degli incontri Lavazza dedicati ai clienti della community.

Triennale Milano e Lavazza hanno selezionato insieme l’opera Terra-cotta, Plastic Pots and Chai and Chinese Hibiscus di Lorenzo Vitturi per offrire un’ulteriore visione del rapporto tra arte e sostenibilità ed evidenziare l’importanza delle relazioni umane attraverso lo scambio di esperienze e conoscenza tra culture geograficamente lontane

Lavazza, partner istituzionale di Triennale con cui condivide l’approccio multidisciplinare della ricerca nelle arti visive e dei temi della sostenibilità, è stata coinvolta attivamente nell’operazione di rinnovamento della caffetteria, che è oggi uno spazio di sosta e incontro sempre più attrattivo e accogliente grazie anche a questi elementi espositivi.

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Il cocktail Alma de Cuba (immagine concessa)

I valori di Caffè Triennale, che aderisce alla community dei Coffee Defenders Lavazza, riflettono l’impegno del brand nella promozione della cultura del caffè sostenibile per un futuro migliore e sono raccontati attraverso le immagini dai progetti promossi e gestiti da Fondazione Lavazza.

 “Questa seconda reunion sarà una nuova occasione per tornare a riflettere sul valore aggiunto dei rapporti umani e della condivisione di conoscenze ed esperienze. In questo caso, abbiamo deciso di utilizzare il mezzo artistico per mostrare come il confronto e l’incontro con realtà molto lontane sia sempre costruttivo, fonte di ricchezza e spesso la via maestra per la nascita di grandi progetti” – ha dichiarato Igor Nuzzi, Regional Director Italia & Svizzera Lavazza.

L’arte incontra la sostenibilità

Terra-cotta, Plastic Pots and Chai and Chinese Hibiscus è proprio il frutto del passaggio di mano in mano di conoscenza e oggetti che, sapientemente integrati dall’artista, hanno dato vita ad un gioco di colori e luce che unisce elementi appartenenti a culture e Paesi diversi.

Durante un suo viaggio nel Rajasthan, nella realtà agreste del villaggio di Aspura, Vitturi ha raccolto immagini di assemblages urbani che ha fotografato e sovrapposto graficamente fornendo disegni e silhouette dove ogni elemento perde la sua identità a favore di luce e colori.

Grazie al dialogo con le donne artigiane della Jaipur Rugs Foundation, associazione che opera in favore dello sviluppo socioeconomico delle comunità locali attraverso la tessitura, l’artista ha fatto sue e unito varie tecniche di tessitura per ottenere installazioni integrate con elementi che raccontano la sua vita e le sue esperienze professionali (gomitoli peruviani, vetri di Murano e reti nigeriane).

Gli arazzi sono il frutto della fusione di elementi appartenenti a culture e Paesi diversi. La promiscuità di storie, la condivisione di materiali con il passaggio di mano in mano di oggetti di origine diversa danno forma a un pezzo unico, un’opera d’arte.

Jugalbandi – la serie di cui fa parte l’opera – significa ‘gemelli intrecciati’ e in questo caso si identifica con il dialogo tra le tessitrici e l’artista, facilitando la trasformazione dei materiali utilizzati fino alla creazione dell’opera finale da parte di Vitturi.

Come l’installazione di Vitturi è il risultato del dialogo e della manualità tra artigiani di diversi mondi che grazie a lui si incontrano, così Lavazza si fa portavoce dell’importanza delle relazioni umane, individuando nel caffè un’occasione di socialità e di incontro tra culture differenti di tutto il mondo, promovendo allo stesso tempo, pratiche agricole sostenibili.

Riconoscendo l’importanza di questi valori, Lavazza vuole trasmettere a tutti gli attori coinvolti nella filiera (dai coltivatori ai consumatori) la rilevanza del “cambiamento di mano in mano”, un passaggio di esperienze e conoscenze per essere parte di un mutamento concreto e per diffonderne la cultura.

Tra questi un ruolo determinante ha la comunità di baristi, i Coffee Defenders, impegnati con il loro lavoro quotidiano a promuovere la consapevolezza che un caffè è davvero buono quando è di qualità eccellente e sostenibile

Proseguono così gli appuntamenti con i Coffee Defenders, invitati da Lavazza a collaborare attivamente al cambiamento e a costruire insieme una community inclusiva in cui condividere consigli, conoscenze e impegno per un obiettivo comune. La sostenibilità, così intesa, è una sostenibilità che evolve grazie a tutte le persone che condividono gli stessi valori e che partecipano attivamente per non interrompere una catena fatta di passione, consapevolezza e fiducia.

Le miscele Lavazza La Reserva de ¡Tierra!, scelte dai Coffee Defenders per i loro locali, come anche Caffè Triennale, sono il mezzo perfetto per diffondere la cultura del “buon caffè” dato che nascono da un progetto internazionale di responsabilità sociale che vuole migliorare le condizioni ambientali e le tecniche produttive delle comunità dei coltivatori di caffè, ma anche dalla visione della Fondazione Lavazza nei confronti di progetti di sostenibilità.

Questa volta l’appuntamento vedrà coinvolti i clienti di Milano Caffè Triennale, Big Store, Piccolo Teatro, Combo, The Stage, Circle, Deus, e Doubletree Hilton (Roma), Muse Caffetteria (Trento) e Il Circolo dei Lettori (Torino)

Protagonista della settimana internazionale del design sarà la miscela Lavazza La Reserva de ¡Tierra! Cuba, nata nei territori di Cuba dove la Fondazione Lavazza sostiene le comunità locali, aiutandole ad adottare pratiche agricole per migliorare la qualità del caffè e a coinvolgere donne e giovani all’interno della filiera produttiva.

Questo nuovo prodotto Lavazza certificato biologico, con una storia tracciabile attraverso la tecnologia blockchain, sarà servito per l’occasione anche in una speciale versione cocktail nata dalla collaborazione con Deus e Circle. In occasione della settimana della Design Week gli speciali cocktail a base della miscela Lavazza La Reserva de ¡Tierra! Cuba saranno anche inseriti nella carta di: Circle, Deus, Combo, Big Store e Piccolo Teatro e somministrati presso il Caffè Triennale durante la Coffee Defenders Reunion.

L’app Piacere Lavazza sarà protagonista presso il Caffè Triennale con una “missione check-in” grazie alla quale sarà possibile ottenere chicchi per la collection e scoprire l’elenco dei locali in cui gustare lo speciale cocktail a base della miscela Lavazza La Reserva de ¡Tierra! Cuba raccogliendo ulteriori chicchi.

Riguardo Lorenzo Vitturi

Lorenzo Vitturi (1980, Venezia – vive tra Venezia e Londra) lavora con la fotografia, la scultura e l’installazione. A seguito della sua prima esperienza lavorativa come pittore di scena per set cinematografici, Vitturi costruisce scenografie temporanee e sculture effimere, in studio e all’aperto, usando sia materiali organici sia industriali.

Partendo da luoghi geografici specifici e incontrando le comunità locali, il suo lavoro esplora economie informali e l’incontor di diverse culture, concentrandosi sul movimento di oggetti e di persone in un mondo globalizzato.

Recenti mostre personali di Vitturi sono, tra le altre, Money Must Be Made, Fondazione MAST, Bologna, Nulla è Puro, Centre Photographique Rouen Normandie, Materia Impura, FOAM Museum, Amsterdam, Dalston Anatomy, The Photographers’ Gallery, Londra, e presso la Contact Gallery, Toronto, e il CNA, Lussemburgo. Vitturi ha partecipato a mostre collettive presso MAXXI, Roma, Centre Georges Pompidou, Parigi, Palazzo Reale e La Triennale, Milano, BOZAR Bruxelles, K11 Art Museum, Shanghai, e  Barbican Centre, Londra. L’ultima pubblicazione di Vitturi, Money Must Be Made, è stata pubblicata da SPBH Editions (2017).

Victoria Arduino a Milano per la Design Week nei tre Cafezal

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Victoria Arduino per la Milan Design Week (immagine concessa)

MILANO – In occasione della Design Week, Victoria Arduino, uno dei brand leader a livello mondiale nel segmento delle macchine da caffè professionali e macinini, mette in mostra tutta la sua tradizione e la sua indole innovativa e contemporanea in tre tappe di un percorso sensoriale che unisce tutti i cinque sensi.

La macchina per caffè espresso customizzata da Giulio Cappellini
Dove: Cafezal, via Solferino 27

Una macchina da caffè unica perché realizzata con una tecnologia innovativa e sostenibile in grado di estrarre un caffè di ottima qualità riducendo il consumo energetico e il suo footprint. Ma Eagle One non è solo questo: oltre a vincere il prestigioso riconoscimento ADI Design Index 2020, il design di Eagle One è stato molto apprezzato dall’architetto Giulio Cappellini che ne ha volto creare una versione a sua firma. La speciale Eagle One personalizzata da Giulio Cappellini è pronta ad accogliere da Cafezal in Via Solferino 27: la macchina rappresenta un modello di contaminazione tra storia e avanguardia con l’utilizzo di legni speciali riciclati, resina ecologica e alluminio. Assolutamente da non perdere.

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Victoria Arduino a Cafezal in via Solferino (immagine concessa)

La tecnologia più evoluta e sostenibile sul mercato
Dove: Cafezal, via Premuda 14

In un vestito total matt black con dettagli in rame, la Black Eagle Maverick, scelta da Cafezal di Via Premuda, rappresenta la più innovativa tecnologia di estrazione di bevande a base di espresso, caffè filtro e latte più evoluta sul mercato. Nel suo corpo dalle linee minimal e contemporanee racchiude una tecnologia dalle elevate performance, ma capaci di ridurre il consumo energetico del 37% rispetto al modello precedente.

Nel coffee shop di via Premuda, oltre a consigliarvi di gustare la nuovissima bevanda Pure Brew, un caffè filtro che si presenta sciropposo e con molto corpo, perfetta anche come base per un cocktail a fine giornata della Design Week, potrete assistere a diversi workshop organizzati in collaborazione con Aytem e Disain.

cafezal premuda
Victoria Arduino a Cafezal in viale Premuda (immagine concessa)

Dal 18 al 23 aprile con orario 10-19 Disain, azienda italiana che sviluppa e produce, interamente in Italia, complementi di arredo e sorgenti luminose utilizzando materiali speciali ed innovativi, sarà da Cafezal in via Premuda per una serie di workshop dedicati.  Nel pomeriggio del 19 aprile Aytm, marchio danese ‘’haute couture’’ specializzato nell’arredamento della casa, ha scelto Cafezal di Via Premuda per una conferenza stampa. Sarà l’occasione per gustare delle bevande e cocktail “haute couture” proprio come i prodotti del brand.

La tradizione della macchina da caffè martellata a mano
Dove: Cafezal, Corso Magenta 96

Corso Magenta è uno dei quartieri residenziali più storici di Milano e il coffee shop Cafezal al civico 96 va a celebrare la storicità del luogo, portandone tutti gli aspetti innovativi della caffetteria moderna. Per celebrare Milano tra passato e futuro, il nuovo shop di Cafezal lavorerà con due macchine da caffè espresso che rappresentano tutto il fascino e il portato storico di Victoria Arduino e la contemporaneità di un brand che si lascia ispirare dalla passione di tutti coloro che amano il caffè.

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Victoria Arduino in viale Magenta (immagine concessa)

Saranno, infatti, Athena Leva e Eagle One Prima a estrarre l’intera offerta di specialty coffee firmata Cafezal. Athena Leva, la storica macchina Victoria Arduino, con la caratteristica carrozzeria in rame interamente martellata a mano e il sistema di estrazione a leva, lavorerà con la tradizionale miscela Cafezal, mentre la nuova E1 Prima , in una speciale versione che unisce tradizione e contemporaneità, si occuperà dell’estrazione di tutti i monorigine.

Il nuovo punto vendita, che verrà inaugurato in occasione della Design Week, è molto curato e dal design che richiama in linea generale i primi anni del Novecento con delle interpretazioni in chiave più moderna.

“Il progetto, firmato dall’architetto Barbara Zanetti e in collaborazione dell’azienda RAW&Company per la fornitura degli arredi – racconta Carlos Bitencourt, proprietario dei locali Cafzal – ha l’obiettivo di rappresentare la milanesità della città. Per questo motivo abbiamo scelto delle attrezzature che vanno a celebrare la storicità della Milano anni Venti e la modernità e la contemporaneità della metropoli che è oggi: Athena Leva e Eagle One Prima, secondo me, sono le due macchine per caffè espresso che rappresentano al meglio questi due aspetti di Milano”.

Cafezal Corso Magenta è quindi un’altra tappa obbligata durante la Design Week per arricchire la propria esperienza sensoriale con le speciali monorigine estratti da macchine per caffè che hanno segnato la storia del design dai primi del Novecento fino ad oggi.

Carlos González, Rancilio Group, alla tavola rotonda sul futuro del caffè a casa col prof. Jonathan Morris giovedì 20 al The London Coffee Festival

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Carlos González, product and coffee competence manager di Rancilio Group (immagine concessa)

VILLASTANZA DI PARABIAGO (Milano) – Il The London Coffee Festival si avvicina e, come da tradizione, il palco di The Lab è pronto a ospitare sessioni entusiasmanti per tutti i professionisti del caffè volte a stimolare la riflessione e trattare delle tendenze emergenti e degli argomenti importanti che impattano l’industria del caffè.

Rancilio invita a partecipare alla tavola rotonda “Reaching new heights at home” in compagnia di Carlos González – product and coffee competence manager di Rancilio Group – giovedì 20 aprile alle 15:30. L’evento, moderato dal professor Jonathan Morris – research culture and environment director presso l’Università dell’Hertfordshire e autore di Coffee: A Global History – si concentra sul futuro del caffè a casa. Carlos González insieme ad altri rappresentanti dei produttori principali di macchine da caffè salgono sul palco per esplorare le strade per l’innovazione delle macchine da caffè domestiche.

Per seguire l’evento è possibile visitare la pagina Instagram.

The London Coffee Festival / Rancilio Group

  • 20-23 aprile 2023
  • Piano terra G1, stand G24
  • The Truman Brewery (qui la posizione su Google Maps)
  • Brick Lane
  • E1 6QR Londra

Per ulteriori informazioni sull’evento basta cliccare qui.

Gruppo Percassi, Starbucks Italia, bilancio 2022: ricavi a 1,3 miliardi di euro + 33%

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Un'immagine dal sito del Gruppo Percassi
Un'immagine dal sito del Gruppo Percassi

BERGAMO – Il 2022 ha rappresentato un anno record per Odissea, holding di Antonio Percassi –  licenziatario unico di Starbucks in Italia – le cui attività comprendono i settori del Beauty, Fashion, Sportivo, Retail – sia in franchising che con marchi propri, il Food e il Real Estate. Nel periodo, i ricavi complessivi aggregati delle società del Gruppo hanno sfiorato 1,3 miliardi di euro, con un incremento del 33% rispetto all’anno precedente. La crescita raggiunge circa il 50% se consideriamo il perimetro di consolidamento del Gruppo.

La redditività operativa complessiva supera il 17%, con un Ebitda aggregato complessivo di oltre 200 milioni di euro.

Il Gruppo Percassi opera nello specifico a livello globale in 62 Paesi, con oltre 1.200 punti
vendita, e circa 10.000 dipendenti, di cui circa la metà all’estero. Guardando ai singoli segmenti è stata determinante la crescita in quelli del Beauty e del Retail.

Per quanto riguarda il Beauty, KIKO Milano, azienda leader nel proprio segmento, ha registrato nel 2022 risultati straordinari, con Ricavi per €671 milioni, in crescita del 42% rispetto al 2021 e del 14% in confronto al 2019. La crescita ha interessato tutte le aree geografiche e i segmenti di clientela, con risultati ampiamente superiori ai livelli prepandemici del 2019.

Anche a livello di redditività i risultati hanno superato le attese con un EBITDA pari a €75 milioni

In crescita del 350% (+€53 milioni) rispetto al 2021 e soprattutto + €18 milioni (+30%) vs. il 2019, a testimonianza del fatto che la nuova strategia fondata sull’elevazione del brand e un sempre maggiore focus su innovazione e servizio, sta generando valore in maniera sostenibile.

È stato un 2022 ugualmente da record anche per le attività Retail, che comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi come Armani Exchange, Gucci, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin.

Queste attività, che fanno capo alla subholding Percassi Retail, hanno chiuso l’anno con circa €350 milioni di Ricavi, in crescita del 56% sul 2021 e di oltre il doppio rispetto ai livelli prepandemici del 2019, crescendo inoltre in tutti i Paesi in cui è presente. Anche a livello di redditività, il segmento retail del Gruppo è cresciuto di quasi il 60% rispetto al 2021, superando i €50 milioni in termini di EBITDA.

La crescita è stata in particolare guidata dall’espansione all’estero

– + 107% rispetto al 2021 e + 312% vs 2019 – in termini di ricavi netti, dal rafforzamento del mercato italiano e dalla focalizzazione su alcuni brand, che hanno evidenziato delle performance superiori a quelle del mercato, anche grazie all’incremento del traffico locale, che a partire da aprile è aumentato ritornando in alcuni casi ai livelli pre-covid.

Il tutto reso ancora più efficace dalla focalizzazione sulla customer journey, sempre più integrata tra on e off line e attenta alle esigenze del consumatore, con esperienze di personalizzazione del prodotto, che ben si coniugano con i nuovi trend di mercato, sempre più mirati ad offrire prodotti esclusivi al consumatore.

Di rilievo, ed in linea con gli ultimi anni, anche i risultati raggiunti dal settore sportivo con
l’Atalanta, oggetto nel 2022 di un’importante partnership con un gruppo di investitori americani guidati da Stephen Pagliuca, co-owner dei Boston Celtics.

Antonio Percassi ha commentato:

“I risultati raggiunti dal Gruppo nel 2022 sono stati i più alti della nostra storia, e non solo a livello di ricavi, ma anche di redditività e di KPI patrimoniali, dimostrando la solidità del nostro modello di business. Tale crescita, registrata in tutti i segmenti e in tutte le aree geografiche è anche un’indicazione della bontà delle scelte fatte negli ultimi anni, che sono state focalizzate su investimenti che stanno generando una redditività sostenibile nel tempo, in aree ad alto valore aggiunto e fortemente innovative.

Queste azioni consentiranno inoltre di crescere ulteriormente nel 2023, quando il Gruppo Percassi punterà a superare a livello aggregato ricavi netti di circa 1,4 miliardi di euro, con una redditività ulteriormente in crescita rispetto al 2022”.

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi

(come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks e All’Antico Vinaio nel food).

Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, DMAIL, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta e Taverna Valtellinese nel food). Nel settore della ristorazione Percassi gestisce inoltre,
in partnership con il Gruppo Cremonini, i brand Wagamama, Casa Maioli e Caio Antica Pinza Romana. Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale.

Per ulteriori informazioni: il sito aziendale.

Riccardo Illy, Polo del Gusto: “Per le nostre aziende la sostenibilità alimentare è di primaria importanza”

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riccardo illy polo del gusto
Riccardo Illy

TRIESTE – Proteggere una vasta gamma di eccellenze gastronomiche italiane, mettendo al centro qualità e benessere. Questo è lo scopo del progetto portato avanti da Riccardo Illy e dal gruppo Polo del Gusto. Un lavoro che accomuna sotto la complementarità dei prodotti e l’unione d’impresa i propri valori. Leggiamo di seguito parte dell’intervista di Fabiola Fiorentino per Forbes.

In questi ultimi anni il tema della salvaguardia dei prodotti simbolo dell’eccellenza gastronomica italiana è più forte che mai. In che modo noi cittadini, le aziende e le organizzazioni mondiali possono contribuire a questo obiettivo nel lungo periodo?

“La salvaguardia dei nostri prodotti è un tema forte e soprattutto complesso. La ricchezza dei nostri prodotti è un racconto della bellezza e diversità del territorio dell’Italia. Dietro questa straordinaria vetrina di cose buone, di tutti i tipi, che affascina il mondo, c’è un patrimonio agricolo – viti, olivi, cereali, solo per citarne alcuni – e di processi e saperi: molti sono andati perduti, altri sono stati recuperati con determinazione e innovazione dall’industria alimentare più genuinamente contemporanea.

Il nostro contributo di cittadini può essere senza dubbio un contributo di conoscenza: conoscere la bellezza del gusto e degli ingredienti di tutto il nostro Paese; educare le giovani generazioni a scoprire e amare le cose buone che produciamo e come le produciamo. Le grandi aziende possono dare il loro contributo nella trasparenza dei processi e della filiera, rispettando gli standard di qualità che ci hanno resi famosi.

Le organizzazioni internazionali possono, infine, essere determinanti nel promuovere una cultura corretta delle identità dei prodotti, rendendo le relazioni internazionali in tema di food & beverage più efficaci, le normative meno interpretabili, facendo chiarezza tra la sovrabbondanza di denominazioni, certificazioni e relativi requisiti”.

Qualità fa necessariamente rima con sostenibilità? Cosa vuole oggi il consumatore medio? E cosa significa per voi inseguire la sostenibilità alimentare?

“Nella filosofia della qualità dirompente, che ispira il lavoro di tutto il gruppo, la sostenibilità è una delle quattro condizioni fondanti di una qualità superiore; non ci può essere qualità senza un percorso rigoroso e privo di compromessi, che parta dalle materie prime e arrivi ai processi. Il consumatore medio è sempre più attento ai dettagli di produzione, e soprattutto i consumatori più giovani che, giustamente, ci chiedono conto della programmazione futura e dell’impatto di oggi.

Le aziende del Polo del Gusto condividono una consapevolezza fondamentale verso la sostenibilità alimentare: la qualità ha un costo più alto, a partire dall’uso delle risorse. Lo sa bene Domori, che è sia coltivatore che produttore in un settore delicato e discusso come quello delle piantagioni di cacao: Domori si è sempre basata sul principio dell’equo compenso, riconoscendo ai coltivatori locali un margine equo rispetto al prezzo del mercato internazionale, coprendo così tutti i costi di produzione, lasciando un margine e compensando ulteriormente gli agricoltori per l’impegno aggiuntivo”. 

Come si è concluso il 2022 in termini economici? E quali sono state le operazioni più significative per Polo del Gusto? 

“È stato un anno che ha portato a tanti nuovi passi in avanti. I fatturati sono stati in linea con le attese e così, nella media, i risultati economici delle società partecipate e del Polo. Il 2022 ha portato all’accordo per l’acquisizione di Achillea, marchio top premium del settore succhi di frutta e soft drinks, tutti realizzati da ingredienti rigorosamente biologici, e di Rococo Chocolates, acquisito da Prestat a giugno.

Inoltre, Domori nel 2022 ha inaugurato il suo primo flagship store a Torino, in pieno centro, a piazza San Carlo. Un negozio dal concept polifunzionale, che accoglierà tantissime iniziative dedicate alla degustazione e alla cultura del cioccolato. Infine, penso al debutto sul mercato internazionale, da Dubai agli Stati Uniti, di una piccola azienda come Pintaudi”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Quarta Caffè lancia il barattolo in edizione limitata con un design dal forte valore territoriale

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quarta caffè barattolo
Il nuovo barattolo della torrefazione con la miscela Barocco da 250g (immagine concessa)

LECCE – Quarta Caffè introduce in esclusiva sul proprio e-shop il nuovo barattolo da collezione. Festa, luci, allegria, ma soprattutto un fortissimo valore storico, culturale e territoriale: l’illustrazione del nuovo barattolo è un richiamo al territorio e alla tradizione musicale salentina, espressione di una terra passionale, calorosa e avvolgente.

Il nuovo design contiene, al suo interno, la miscela Barocco da 250g macinato oppure la miscela Avio Oro da 250g macinato e si può ricaricare con la qualità di caffè preferita, naturalmente Quarta Caffè.

quarta avio oro
La miscela Avio Oro da 250g (immagine concessa)

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

La scheda sintetica di Quarta Caffè

Da quattro generazioni la torrefazione porta avanti con impegno e determinazione il lavoro iniziato oltre sessant’anni fa. Una realtà imprenditoriale di famiglia, oggi guidata da Antonio Quarta con i figli Gaetano ed Edoardo, che rappresentano la quarta generazione.

L’azienda è riuscita negli anni ad “innovare nella continuità” senza mai perdere di vista la qualità, l’attenzione per il prodotto e l’attaccamento al territorio. La passione nella ricerca delle migliori origini di caffè, la tostatura separata e la cura nella realizzazione delle miscele hanno reso l’azienda un’eccellenza, oggi riconosciuta come una delle migliori torrefazioni italiane.

Trismoka Challenge, i primi 3 finalisti: appuntamento per la finale, il 21 aprile

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trismoka challenge finalisti
Giancarlo, Kevin e Martina sono i primi tre finalisti (immagine concessa)

PARATICO (Brescia) – La diciassettesima edizione del contest dedicato agli artisti del caffè entra nel vivo con le semifinali tenutesi a Paratico, nella sede della torrefazione bresciana, dove sei dei dodici concorrenti si sono sfidati a colpi di espresso, cappuccini e drink personalizzati a base di caffè. Sono: Giancarlo Magrini e Samuele Broglia, del C.F.P. Galdus di Milano; Kevin Staiano e Irene Boioni del C.F.P. G. Zanardelli di Clusane; Martina Venturini e Francesca Zanola del C.F.P. Canossa di Brescia.

I primi tre finalisti della Trismoka Challenge

Tre di loro in finalissima di venerdì 21 aprile: Giancarlo del C.F.P. Galdus di Milano, con 432 punti; Kevin del C.F.P. G. Zanardelli di Clusane, con un punteggio di 367; e Martina, del C.F.P. Canossa di Brescia, con 372 punti – nonostante i pochissimi secondi di overtime. Quindici minuti di tempo per mostrare le loro abilità, tanta energia ed emozione alle stelle.

Provenienti da Brescia, Bergamo e Milano, questi giovanissimi talenti hanno portato con sé un altro importante ingrediente: la passione. Chi si avvicina al mondo del caffè, innamorandosene, difficilmente se ne separa: “è un’arte che richiede dedizione, pratica, costanza. Ma anche tanto coraggio” – ha raccontato Michael Boffelli, trainer e responsabile della Formazione in Trismoka, da sempre al fianco dei ragazzi.

I concorrenti hanno tanta grinta e lo hanno dimostrato di fronte a una giuria di esperti, formata da Andrea Antonelli, pluricampione italiano di Latte art, Sergio Barbarisi, General Manager BWT, Barbara Fenotti del Giornale di Brescia, Marco Bencivenga di Bresciaoggi, e Federico Pinna, finalista Campionato Italiano Baristi e Campionato Italiano di Latte art.

La competizione prosegue con la seconda parte delle semifinali: altri 6 concorrenti in gara, altri tre finalisti e un solo vincitore.

Chi salirà sul palco del teatro “Le Muse” a Flero, a fianco di Giancarlo, Kevin e Martina, per la finale di venerdì 21 aprile? Non resta che scoprirlo.