venerdì 12 Aprile 2024
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Ico: i consumi dell’Unione Europea sono aumentati l’annata trascorsa del 7,5%

Dopo essere scesi a 167,593 milioni nel 2019/20, risentendo della prima ondata Covid, i consumi mondiali hanno assunto, a partire dal 2020/21, un trend di crescita, che continuerà anche nel 2022/23, sebbene a un ritmo più lento. All’interno dell’Europa è l’Ue a dettare legge avendo contato per il 75,5% dei consumi del vecchio continente nel 2021/22. Sempre nell’annata trascorsa, i consumi dell’Unione sono cresciuti del 7,5% raggiungendo i 41,8 milioni. Europa e nord America sono mercati maturi, con popolazioni relativamente stabili e ciò limita il loro potenziale di espansione dei consumi, rileva l’Ico. Ma i loro consumi annui pro capite – rispettivamente di 4,5 e 5,1 kg nel 2021/22 – sono più che tripli rispetto alla media mondiale di 1,4 kg

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MILANO – L’Ico allarga il suo spettro di osservazione fornendo – in un nuovo report e outlook diffuso in questi giorni – un quadro più completo sulle prospettive di mercato per l’annata caffearia in corso. Il documento – diffuso in questi giorni – è il primo di una nuova tipologia di rapporti statistici, che l’Organizzazione prevede di diffondere con cadenza semestrale, basati su una metodologia di calcolo della produzione e dei consumi, che promette di essere più precisa ovviando ad alcune delle imprecisioni inerenti ai criteri sin qui seguiti.

Per l’annata in corso (2022/23), l’Ico delinea una serie di fattori destinati a incidere in termini complessivi sull’andamento dei raccolti. Ecco alcuni tra i più significativi:

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  • i costi in crescita dei fertilizzanti, conseguenza anche del perdurante conflitto in Ucraina;
  • le avverse condizioni climatiche, che continueranno ad avere un effetto negativo anche sulla stagione in corso;
  • i fattori ciclici avranno un impatto parzialmente positivo sul Brasile, ma negativo sul Vietnam;
  • le aree coltivate a caffè sono in ulteriore espansione, in particolare nei paesi produttori minori;
  • la produttività continua a crescere, in virtù delle migliori pratiche agricole e dell’utilizzo di varietà selezionate;
  • il livello dei prezzi interni e internazionali continua a essere un driver che motiva i produttori.

L’Ico prevede una ripresa della produzione mondiale, che risalirà, nell’annata attuale, a 171,268 milioni di sacchi (+1,4%)

La produzione di arabica raggiungerà un totale di 98,559 milioni di sacchi. Sebbene in crescita del 4,6%, essa rimarrà inferiore al dato record di 101,577 milioni raggiunto nel 2020/21.

Fonte: Ico

Pur subendo una flessione del 2,1%, la produzione di robusta si attesterà al dato ragguardevole di 72,709 milioni: seconda soltanto a quella record dell’annata trascorsa.

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