mercoledì 03 Dicembre 2025
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IMA Green Coffee Academy: che cosa si può imparare durante due giornate di formazione sul chicco

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IMA Coffee Petroncini
Dentro la fabbrica

MILANO – Eugenio Sini, esperto di sostenibilità e amante del caffè, racconta un’esperienza di studio all’IMA Green Coffee Academy. Breve e intenso momento formativo presso gli impianti di IMA Coffee a Sant’Agostino (Ferrara). Due giorni di approfondimento sul caffè verde articolati in un corso Green Coffee Foundation della Specialty coffee association (Sca) e in una sessione di prova dei prodotti IMA Coffee per la selezione e pulitura del caffè verde.

di Eugenio Sini

Il caffè verde, questo sconosciuto

Per chi, come me, non è addetto ai lavori, il corso “Green Coffee” SCA presso Ima Coffee è stato utile per comprendere le problematiche connesse con la produzione agricola del caffè: una pianta delicata – vulnerabile a malattie ed estremi climatici – e che presenta forti trade-off tra qualità e quantità della produzione.

Non solo. La coltura del caffè, dal suo habitat originario nel corno d’Africa, si è diffusa in tutta l’area tropicale spinta dalla violenza del sistema coloniale europeo e anche oggi, nonostante decenni di decolonizzazione, la produzione agricola del caffè è soggetta a logiche di sfruttamento globale che minano la sostenibilità ambientale e sociale delle piccole imprese agricole e in ultimo la qualità del caffè.

Massimiliano Marchesi in fase di cupping

Le sessioni di cupping presso Ima Coffee hanno permesso di sentire la differenza qualitativa tra un prodotto rispettoso delle esigenze della pianta e dei contadini, sensorialmente più complesso e appagante, e un prodotto commerciale che trascura sia la sostenibilità della produzione sia il palato del consumatore finale, ovvero i due estremi della filiera caffeicola: sentori di gomma bruciata, terra e fenolico sono spesso nella tazza quando il torrefattore non si prende cura della qualità del caffè verde.

Tecnologie Ima Coffee per la qualità

L’impianto che seleziona i chicchi

Per fortuna la tecnologia corre in aiuto. Nella seconda giornata dell’Academy Ima Coffee, abbiamo potuto ammirare in funzione le macchine presenti nell’IMA Coffee Lab. In particolare le selezionatrici meccaniche ed ottiche sono state in grado di ripulire un’intera partita di caffè verde etiope dai chicchi neri, rancidi e difettosi nonché dai corpi esterni. Due distinte sessioni di cupping hanno permesso di apprezzare l’enorme differenza sensoriale tra la tazza di caffè originale e la tazza di caffè selezionato automaticamente.

Una precisazione: questo processo non permette di ottenere del caffè buono a partire da una partita di caffè cattivo, ma può senz’altro migliorare la qualità del prodotto finale eliminando difetti evitabili.

I chicchi difettati

Ima Coffee, quantità VS qualità

Le due giornate presso Ima Coffee sono state molto formative e piacevoli, al netto della degustazione di caffè difettati. Ho avuto il privilegio di raccogliere informazioni direttamente dagli esperti più preparati e di ammirare, con lo stupore di un bambino, selezionatrici e tostatrici industriali in funzione. Mi resta tuttavia un dubbio relativo alla scala di produzione ottimale. L’impressione è che ci si trovi in un lock-in, ovvero una situazione in cui nessun attore di una filiera ha un vero incentivo a deviare dalla propria strategia nonostante la presenza di alternative disponibili. Una situazione che si vede spesso nelle industrie che stentano a lanciarsi nella transizione verso la sostenibilità.

Da un lato, mi sembra che i medio-grandi torrefattori siano gli unici che possano usare selezionatori meccanici/ottici pensati per trattare grandi volumi di caffè verde. Tuttavia essi non hanno un vero interesse a cambiare la loro strategia per puntare sulla qualità. Se lo facessero incorrerebbero in costi maggiori e applicherebbero un sovrapprezzo ai consumatori finali con il rischio però di alienarsi questi ultimi.

D’altro canto le piccole torrefazioni che puntano su una materia prima più elevata e in particolare sul caffè specialty, hanno un limite sulla quantità di caffè verde che possono assicurarsi sul mercato e che possono tostare, dunque non avranno un forte interesse ad investire in selezionatori meccanici/ottici che possano ottimizzare la produzione.

Continueranno piuttosto a preferire una piccola dimensione, senza ampliare il proprio bacino di consumatori, affidandosi ad una nicchia che ha disponibilità a spendere maggiormente per il caffè. Infine il classico cliente del bar non avrà un vero incentivo a deviare dai propri comportamenti di consumo: la maggior parte di questi, almeno in Italia, ha una limitata disponibilità a spendere per il caffè e così continuerà a preferire un prodotto economico di bassa qualità a meno che non se ne trovi uno di maggiore qualità al medesimo prezzo.

I consumatori di caffè specialty e del top di gamma invece, continuano ad avere disponibilità a spendere e dunque non saranno particolarmente sensibili all’eventuale riduzione del prezzo che si potrebbe ottenere da un aumento della produttività delle torrefazioni di qualità/specialty.

Al termine di queste due giornate volute da Ima Coffee, porto a casa la convinzione che per il futuro si debba trovare una soluzione a questo rompicapo. Lo farà chi riuscirà a trovare la dimensione ottimale di produzione, agendo in maniera verticale su tutta la filiera: assicurando sul mercato alti volumi di caffè verde di qualità (non esclusivamente specialty) pagato però ad un prezzo onesto al coltivatore diretto; investendo in tecnologie innovative con economie di scala che permettano di ridurre i costi unitari del caffè tostato a parità di qualità; offrendo al consumatore finale un prezzo interessante per convincerlo a preferire il caffè buono rispetto ad uno cattivo. Una soluzione ovvia ma su una strada impervia. Che tuttavia qualche torrefattore ha già iniziato a percorrere.

 Eugenio Sini

Dalla Corte, NextGen Barista: Piuri, Scarnato e Prati, sono i vincitori del progetto didattico

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Dalla Corte premia i vincitori di NextGen Barista (immagine concessa)

MILANO – Dalla Corte espresso incorona i primi vincitori di NextGen Barista, un progetto che è partito quest’anno e che segna l’inizio di una stretta collaborazione con l’Istituto Carlo Porta di Milano: complimenti a Diego Piuri, Mattia Scarnato e Chiara Prati per aver raggiunto rispettivamente primo, secondo e terzo posto.

Il progetto NextGen Barista

NextGen Barista è un programma educativo dedicato alla formazione dei futuri professionisti del settore del caffè. La collaborazione con l’Istituto Carlo Porta è stata resa possibile anche grazie agli educatori che in passato avevano già proposto curricula e concorsi legati al caffè.

Il progetto NextGen vede i formatori Dalla Corte lavorare con gli studenti nel programma di caffetteria e barismo della scuola, introducendoli ai corsi di certificazione sca, integrando le conoscenze Dalla Corte e offrendo workshop guidati da professionisti del settore. Un’occasione unica che  offre agli studenti la possibilità di interagire con professionisti e di partecipare a fiere ed eventi e apprendere i dettagli dell’industria del caffè.

Il concorso per baristi

Alla fine dell’anno si tiene un concorso interno per baristi, giudicato in base all’interazione con il cliente, al flusso di lavoro, alla qualità delle bevande e alla pulizia, per determinare i migliori apprendisti baristi. Naturalmente, saranno offerti premi agli studenti che raggiungeranno i progressi più impressionanti nella professione del caffè.

Per Dalla Corte, il progetto NextGen Barista è di particolare importanza, in quanto l’azienda ha sempre creduto nella promozione di un senso di consapevolezza intorno al caffè. Questo focus è ciò che ha ispirato l’azienda a rivolgersi ai giovani studenti, partendo dall’inizio e offrendo loro maggiori opportunità di imparare di più sul mondo della caffetteria. Il programma è dedicato a Raffaello Calabrese, Sales Manager per l’Italia di DC, scomparso appena un anno fa e tra i principali promotori dell’educazione nelle scuole.

Il progetto NextGen con l’Istituto Carlo Porta di Milano proseguirà con le classi terze fino alla fine dell’anno, e continuerà a sostenerli anche nei prossimi anni attraverso programmi di istruzione e formazione. In definitiva, il programma NextGen Barista fornirà ai giovani le conoscenze e le competenze necessarie per diventare gli esperti professionisti del caffè di domani.

Export brasiliano in calo (-10%) anche ad aprile, ma Cecafé rimane ottimista

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export brasiliano Brasile Cecafé
Il logo di Cecafé

MILANO – I nuovi dati Cecafé forniti nella serata di ieri (mercoledì 10 maggio) confermano il trend negativo dell’export brasiliano. Ad aprile, gli imbarchi di caffè in tutte le forme del primo produttore mondiale hanno subito infatti una flessione del 10,3% fermandosi a 2.722.180 sacchi, contro i 3 milioni circa dello stesso mese dell’anno scorso e gli oltre 3,7 milioni di due anni fa.

L’export di caffè verde ammonta a 2.395.288 sacchi: il 13,8% in meno rispetto al 2022 e quasi un milione di sacchi in meno rispetto al 2021.

I volumi di arabica e robusta sono analogamente in calo del 13,8% e 13,6%. In forte crescita invece (+27,8%) le vendite all’estero di caffè trasformato, che raggiungono un totale di 326.892 sacchi, in massima parte di solubile.

Ancora più marcato il calo nei primi 4 mesi dell’anno. Tra gennaio e aprile, l’export brasiliano è stato di poco meno di 11,1 milioni di sacchi: il 19,9% in meno rispetto al pari periodo 2022. E, addirittura, 4,1 milioni di sacchi in meno in confronto al 2021.

Le esportazioni di caffè verde registrano un -21,9%, a 9.844.700 sacchi. Arabica e robusta contribuiscono rispettivamente per 9.450.724 (-21,8%) e 393.976 sacchi (-24,6%).

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Faemina al FuoriConcorso del Lago di Como

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La Faemina (immagine concessa)

MILANO – Faemina, la macchina a brand Faema di Gruppo Cimbali, porterà anche quest’anno l’arte del saper vivere oltre che l’arte del caffè a FuoriConcorso nella splendida cornice del Lago di Como. La macchina per caffè espresso Faemina si sposa perfettamente con la kermesse internazionale, che promuove con stile ed eleganza l’eccellenza e la cultura del mondo dell’automobile e coinvolge un pubblico di appassionati che desidera vivere esperienze di qualità.

Il mondo Faemina al FuoriConcorso

Sarà un momento prestigioso dove gli ospiti, oltre ad ammirare le auto in esposizione, saranno accompagnati in percorsi ed esperienze artistiche e lifestyle: proprio qui si potrà conoscere il mondo Faemina e l’arte del caffè espresso attraverso momenti di degustazione unici e memorabili.

Icona di lusso e design, Faemina sarà nuovamente presente a Villa del Grumello in una sala dedicata, per l’occasione trasformata in un living raffinato. Oltre a conoscere e apprezzare il mondo Faemina, sarà possibile vivere un’esperienza esclusiva del Coffee & Food Pairing nell’arco di tre diversi momenti: i coffee specialists guideranno gli ospiti in un percorso di insoliti abbinamenti con caffè pregiati, tè e infusi, sempre preparati con Faemina.

Icona di lusso e design

Faemina, firmata da ItalDesign, è una macchina esclusiva e unica in cui l’estetica non è fine a sé stessa: combina sapientemente innovazione e design per offrire una performance eccellente in termini di qualità sia agli esperti del caffè ma anche a coloro che aspirano ad una emotional coffee experience completa e di alto livello a casa propria. La nuova macchina a brand Faema si fa così interprete del trend dell’home bar portando a casa il rito e il piacere del caffè di qualità e diventando un’icona di stile.

Tra le novità di quest’anno, anche due nuove funzionalità della Be Faema App, la applicazione per smartphone dedicata alla macchina: Sensory Function, la feature per sperimentare varie ricette in base alle proprie esigenze attraverso l’analisi sensoriale, e la Realtà Aumentata, un supporto importante per tutti i clienti che vorrebbero posizionare la loro Faemina a casa, in ufficio o nel loro bistrot e che aiuta a visualizzare il prodotto nel contesto di destinazione che preferisce.

La Realtà Aumentata, infatti, mostra loro come le dimensioni di Faemina possano adattarsi all’ambiente scelto e li guida, inoltre, nella selezione del colore ideale. Un vero e proprio phygital touchpoint a supporto dell’acquisto online e offline capace di offrire maggiore consapevolezza al cliente.

La scheda sintetica di Faema Art machine

Il marchio Faema nasce nel 1945 a Milano e oggi fa parte di Gruppo Cimbali, tra i principali produttori di macchine per caffè professionali. Sinonimo di passione, arte, tradizione, qualità e cultura del caffè nel mondo, Faema ha fatto la storia, dando il via negli anni 50’ alla macchina a leva e negli anni ’60 con la macchina Faema E61, la prima ad utilizzare una pompa volumetrica in grado di dare all’acqua la pressione costante per l’intero processo di estrazione.

Il design e la struttura delle macchine Faema hanno ottenuto nel tempo numerosi riconoscimenti e apprezzamenti grazie a uno dei più iconici designer italiani, Giorgetto Giugiaro, il cui talento artistico ha contribuito a creare prodotti come la Faema E91, Faema Emblema, la gamma Faema E71 e l’ultima arrivata la Faema President.

Nel 2021 il brand dà vita all’esclusiva Faemina, una nuova macchina dal design minimal ed elegante con cui l’azienda fa ritorno nel segmento Home rivolgendosi anche ad un target consumer.

Ruggero Auteri, Essse Caffè a Iei Connect, membro di Iei Next: “Imprescindibile operare con logica condivisa”

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Ruggero Auteri, Strategy Manager per il mercato horeca e membro di IEI Next (immagine concessa)

BOLOGNA – Si è svolto a Milano, presso la sede di Advant NCTM, Iei Connect, il tradizionale momento di confronto che l’Istituto espresso italiano organizza con cadenza annuale per mettere al centro temi e futuro di uno degli emblemi dell’italianità: l’espresso.

Essse Caffè a IEI Connect

Focus di quest’anno – che coincide con il venticinquesimo di attività dell’Istituto – è stata la sostenibilità del caffè, affrontata ad ampio spettro dai principali attori della filiera, tra cui spicca la bolognese Essse Caffè, membro fondatore Iei e storica torrefazione italiana, fondata nel 1979 da Francesco Segafredo insieme alle sorelle Chiara e Cristina. Una realtà oggi affermata in tutto il mondo, portatrice attraverso le proprie miscele di quel “family feeling” che ne contraddistingue lo stile, capace di portare avanti una tradizione squisitamente made in Italy.

In linea con la mission IEI, Essse Caffè promuove la cultura dell’espresso di qualità e fa parte delle trentasette aziende che aderiscono all’Istituto espresso italiano.

Iei Next raggruppa i professionisti under 30 del settore

“In una filiera complessa e frammentata come quella del caffè, è imprescindibile operare con una logica condivisa e non fermarsi solo alla propria realtà” afferma Ruggero Auteri, Strategy Manager per il mercato horeca e membro di Iei Next, comitato dell’Istituto Espresso Italiano che raggruppa i professionisti under 30 del settore, “ci sono alcuni step di filiera in cui si è già innescato un processo virtuoso per quel che riguarda il tema sostenibilità, e ricordo che sono tre i pilastri dei processi sostenibili: ambientale, sociale e di governance, ad esempio per quello che riguarda noi torrefattori o le aziende che producono attrezzatura professionale”.

Auteri conclude: “Andando però più a monte o a valle della filiera rimangono delle vere e proprie zone d’ombra riguardo a queste tematiche. Penso che la vera sfida per il futuro sarà proprio quella di riuscire a tracciare questi componenti e a valutare come intervenire a livello di settore, proprio per rendere ancora più efficaci gli sforzi verso un futuro sostenibile.”

La scheda sintetica di Essse Caffè

Scienza, Sapienza e Specializzazione: tre “S” che riassumono perfettamente i valori e la filosofia di Essse Caffè, storica torrefazione bolognese fondata nel 1979 da Francesco Segafredo assieme alle sorelle Chiara e Cristina. Oggi Essse Caffè è un marchio di successo in tutta Italia e all’estero, sinonimo di autenticità ed eccellenza, contraddistinto dall’inconfondibile “family feeling” delle sue miscele.

L’obiettivo? Garantire un prodotto di massima qualità, tutti i giorni, tutto l’anno, realizzando con cura l’intero processo, a partire dall’accurata selezione della materia prima.

Grazie alle collaborazioni universitarie – Facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e Foggia – l’Azienda ha acquisito elevato spessore scientifico nel proprio settore, con conoscenze su ogni tipologia di caffè, dalla torrefazione al confezionamento, fino al caffè in tazzina.

Ai fondatori, oggi si affianca la quarta generazione della famiglia: Pietro Buscaroli, Agata Segafredo, Riccardo e Ruggero Auteri che condividono la missione imprenditoriale con uno sguardo imprescindibile verso il futuro.

L’aperitivo è tradizione irrinunciabile per il 75% degli italiani: ecco la ricerca

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L'Italia è la patria dell'aperitivo (immagine concessa)

MILANO – L’aperitivo è un rito irrinunciabile per gli italiani che, nel 75% dei casi, si concedono questo sfizio almeno una volta al mese. Ad evidenziarlo i dati di OPUS (On Premise User Study), l’indagine periodica sui consumatori con cui CGA by NIQ, principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise, evidenzia trend e comportamenti di consumo degli italiani nel fuori casa.

Frequenza di consumo e canali privilegiati

Dalla ricerca di CGA by NIQ emerge che nel nostro Paese, la patria dell’aperitivo, i consumatori sono piuttosto fedeli: tre su quattro frequentano locali almeno una volta al mese, fino ad arrivare ad una o due volte alla settimana.

Le tipologie di canali in cui viene consumato sono diverse, ma stando ai dati di CGA by NIQ i bar si attestano come luogo ideale per l’occasione, scelti da ben quattro italiani su cinque.

L’identikit del consumatore tipo

Gli amanti di questo momento tendono a concentrarsi nelle aree urbane e ad avere un reddito relativamente più alto della media. Inoltre, il consumatore tipo tende ad essere donna e generalmente a collocarsi nella fascia di età che va dai 35 ai 54 anni.

Stando ai dati OPUS di CGA by NIQ, in Italia i consumatori ritengono molto importante per la scelta il prezzo delle bevande, ma si affidano anche alle raccomandazioni dei bartender e degli amici. La qualità e la disponibilità di brand nei locali nonché le raccomandazioni sui menu hanno un ruolo minore nella decisione, ma sicuramente non trascurabile.

Le bevande d’accompagnamento

Tra i drink preferiti dai consumatori per l’aperitivo spiccano quelli realizzati con Vermouth, liquori e amari, scelti dal 47% delle persone. Un terzo degli italiani invece predilige i cocktail, ulteriore categoria chiave per i clienti. Anche i vini non devono essere sottovalutati, in particolare quelli frizzanti (24%), ampiamente scelti per accompagnare il pre-cena.

Metodologia OPUS (On Premise User Study)

L’indagine OPUS (On Premise User Study) di CGA by NIQ è un sondaggio condotto su oltre 5.000 consumatori italiani. I dati – raccolti tra settembre e ottobre 2022 – esplorano abitudini di consumo, preferenze e aspettative, offrendo approfondimenti sugli atteggiamenti dei consumatori e le forze di mercato che incidono sul loro comportamento.

La scheda sintetica di CGA by NielsenIQ

CGA by NielsenIQ è la principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise che favorisce la crescita dei marchi di cibo e bevande di maggior successo al mondo. Con oltre 30 anni di esperienza e i migliori risultati di ricerca, dati e analisi, CGA è in una posizione unica per aiutare le aziende del settore On Premise a sviluppare strategie vincenti per la crescita.

CGA by NielsenIQ collabora con fornitori di alimenti e bevande, proprietari di marchi di consumo, grossisti, enti governativi e distributori per pub, bar e ristoranti per proteggere e plasmare il futuro dell’esperienza On Premise. La sua missione è analizzare dati sui comportamenti del settore e insight di esperti per offrire ai marchi un vantaggio competitivo e garantire che il mercato che amiamo sia il più vivace possibile.

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Icam: nel 2022 fatturato a 207,4 mln, +10% rispetto al 2021

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Il logo di Icam

L’azienda leader nella commercializzazione di cacao ha concluso il 2022 con un fatturato pari a 207,4 milioni di euro in incremento rispetto alle vendite degli esercizi precedenti. Il valore aggiunto ammonta a 91,4 milioni di euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale UtiliItalia.

Il bilancio 2022 di Icam Cioccolato

MORBEGNO (Sondrio) – Icam Cioccolato, azienda leader nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao, ha chiuso il 2022 con un fatturato pari a 207,4 milioni di euro in incremento rispetto alle vendite degli esercizi precedenti: in particolare, +10% confrontato rispetto al 2021 e +18,3% rispetto al 2020.

Il valore aggiunto ammonta a 91,4 milioni di euro, in crescita a livello assoluto rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente (+11%) e al 2020 (+17,2%), mentre i consumi si attestano al 55,4%, in linea rispetto al 2021 (55,9%). Il valore aggiunto è quindi pari al 44,6% rispetto ai ricavi netti (44,1% nel 2021 e il 45,3% del 2020). Lo rende noto Icam in un comunicato.

Nel 2022, la società ha registrato un aumento del fatturato sia sul mercato domestico (+9,1%) sia su quello estero (+8,1), anche se l’analisi dei ricavi conferma la prevalenza sulla piazza estera (60%) – particolarmente affezionato al cacao biologico e fair trade che Icam esporta oggi in 73 Paesi – rispetto al mercato nazionale (40%).

Nello specifico, le vendite hanno interessato le tre principali aree di business dell’azienda che vede i prodotti a marchio dell’azienda (Vanini, Agostoni e Icam Professional) primeggiare con il 47% della quota di fatturato generata, merito anche delle attività di marketing e comunicazione a supporto dello sviluppo del Brand, in particolare a sostegno dele tavolette e praline a marchio Vanini e della linea professionale Agostoni.

Seguono, in ordine di rilevanza, le private label presenti nella gran parte delle insegne della grande distribuzione italiana ed estera con il 37% e, infine, i prodotti semilavorati forniti all’industria dolciaria (16%), che si affida a Icam per completare e rendere qualitativamente eccellenti le proprie produzioni.

Nello specifico, il mercato della grande distribuzione nel primo semestre 2022 ha mantenuto i prezzi stabili verso i consumatori finali per limitare il rischio di ulteriore inflazione. Al contrario, il secondo semestre 2022 è stato contraddistinto in maniera più marcata da incrementi generalizzati con un deciso taglio della pressione promozionale.

“Nonostante un 2022 caratterizzato da fattori macroeconomici esterni che hanno generato instabilità sui mercati mondiali, inciso sul normale svolgimento delle attività e sui risultati economici della società, Icam – commenta il presidente di Icam, Angelo Agostini – è riuscita a mantenere un trend in crescita grazie all’adozione di misure di revisione dei listini di vendita per far fronte allo sfavorevole scenario congiunturale e ad un piano di contenimento dei costi di struttura”.

Angelo Agostini continua: “Il tutto ci ha consentito di perseguire un piano di sviluppo e di crescita sia nella gestione di business sia nelle strategie di investimento, sempre nel pieno rispetto dei quattro principi cardine che guidano da oltre 75 anni il nostro agire e che sono al centro della nostra Corporate Identity: filiera, persone, ambiente e innovazione”.

L’azienda presta, infatti, la massima attenzione a tutti i player (produttori di zucchero, latte, vaniglia, frutta secca e altri ingredienti che contribuiscono alla realizzazione di ogni ricetta): questi ultimi possono, infatti, entrare a far parte della filiera Icam solo dopo aver condiviso e firmato il codice etico dell’azienda, che nel 2021 ha raccolto il 100% dei fornitori di materie prime.

Lo stesso codice è stato firmato anche dal 96% dei fornitori da cui ICAM acquista il cacao. Proprio con l’obiettivo di realizzare uno strumento di rendicontazione e comunicazione verso i propri stakeholder, dal 2019, Icam ha scelto di dotarsi di un proprio Bilancio di Sostenibilità, in grado di integrare la tradizionale informativa societaria e di rappresentare in modo trasparente il proprio operato e gli impegni assunti in tema di Corporate Social Responsibility.

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Milano: bar applica un sovrapprezzo di 10 cent a chi usa la carta per il caffè

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Il Duomo di Milano (Foto di Dimitri Vetsicas da Pixabay)

Un bar di Milano applica un sovrapprezzo di dieci centesimi ai clienti che pagano caffè, cappuccino o brioche con la carta di credito andando contro la direttiva dell’Unione Europea nominata Payment Services Directive 2, nella quale viene spiegato che “è vietato espressamente applicare sovrapprezzi associati al metodo di pagamento”. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Edoardo Ciotola pubblicato sul portale Tutto Notizie.

Il bar di Milano che applica sovrapprezzo a chi paga con carta

MILANO – Il Covid-19 ha cambiato le nostre esistenze. Alcune azioni quotidiane che stavano lentamente diventando abitudinarie, hanno subito una “accelerazione” in tal senso a causa della pandemia. Se fino a febbraio 2020 molte persone acquistavano online, oggi il numero di acquisti tramite e-commerce piccoli e grandi è vertiginosamente salito. Stesso discorso per i pagamenti con carta di credito.

Nei mesi più duri del Covid, quando c’era il terrore di contrarre il virus, i governi di tutto il mondo sconsigliarono pagamenti con i contanti, suggerendo di usare metodi elettronici.

Il Governo Draghi, a tale scopo, impose che tutti i commercianti dovessero essere provvisti di POS e che dovessero accettare pagamenti con carta senza alcuna cifra minima. Il Governo Meloni inizialmente promise che avrebbe istituito una soglia minima, salvo poi non applicarla più a seguito dei diktat dell’Unione Europea.

Dal 2020 al 2023 il numero di transazioni con la carta di credito ha fatto registrare una progressiva impennata. In alcuni paesi del Nord Europa, si paga quasi esclusivamente con metodi elettronici, mentre l’Italia ci sta arrivando più lentamente. A dimostrazione che non tutti sono pronti, è spuntato un cartello controverso in un bar di Milano.

E’ stato immortalato in una foto, subito postata sul web: per vedere l’articolo completo, cliccare qui.

I dieci centesimi di commissione al bar di Milano

Molti italiani ripetono il concetto secondo cui “Chi paga il caffè con la carta è un rompiscatole”. Tuttavia, se la legge lo consente, non c’è nulla di sbagliato e sembra anche superfluo ribadirlo. Una minoranza rumorosa di commercianti, tuttavia, non sembra volersi allineare alle regole, applicando un (piccolo) sovrapprezzo a chi paga il caffè, il cappuccino o la brioche con la carta di credito. 

Lazza Ramo, inviato della pagina Instagram ‘Milanobelladadio’, ha fotografato questo cartello in un bar di Milano, che applicherebbe 10 centesimi di commissione (se così possiamo definirla) a chi paga piccole cifre con carta o altri pagamenti elettronici.

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Bambini seduti al ristorante per tutto il pasto: la nuova regola della Guida Michelin

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Si tratta di una regola rigida, sulla quale un rinomato ristorante segnalato sulla Guida Michelin non transige: i bambini al di sotto dei 12 anni devono obbligatoriamente restare seduti al tavolo per tutta la durata del pasto. Ed è subito materia di dibattito nei social tra genitori indignati e clienti che tirano un sospiro di sollievo per la ritrovata tranquillità nel locale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale QdS.

La regola di Michelin

MILANO – “Clienti e lavoratori non devono sopportare i figli degli altri. Se non ti piace il divieto di correre e schiamazzare nel locale, portali a fare un picnic”. Basta questo tweet di un cliente a spiegare che, nonostante la polemica innescata da una moltitudine di genitori, sono altrettante i clienti dei locali da ristorazione che sposano la recente regola imposta dalla Guida Michelin: “I bambini al di sotto dei 12 anni devono obbligatoriamente restare seduti al tavolo per tutta la durata del pasto.”

Si tratta di una regola rigida, sulla quale un rinomato ristorante segnalato sulla Guida Michelin non transige. Impossibile, soprattutto in tempo di social, che la stessa non avrebbe creato malumori e rimostranze. Su tutte, le lamentele di un padre, pronto a esprimere tutta la sua profonda indignazione dopo provato a prenotare per sé e la sua famiglia con due figli.

Si tratta d’altronde del classico argomento ideale per suscitare dibattiti sui social. Chi infatti, da genitore di figli piccoli, desideroso di trascorrere una serena serata al ristorante, non ha dovuto fare i conti con capricci, corse sfrenate tra i tavoli e sguardi infastiditi di personale di sala e avventori?

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Nespresso lancia la nuova gamma Coffee+ per il sistema Vertuo

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Ginseng Delight (immagine concessa)

MILANO Nespresso, pioniera nel mercato del caffè porzionato, annuncia l’arrivo della nuovissima gamma Coffee+ per il sistema Vertuo. Miscele pensate per vivere al meglio la propria giornata tra intensità e dolcezza, grazie a un’extra ricarica di gusto, con il 20% di caffeina in più rispetto alle altre miscele, e una coccola deliziosa con estratto di Ginseng.

La gamma Coffee+ di Nespresso

La giusta carica per iniziare, ma anche una coccola per una giornata più luminosa, due nuovi elementi tra cui scegliere per la colazione di tutti i giorni o per una pausa caffè con una marcia in più grazie ai Coffee+ dell’azienda Nespresso: lo stesso gusto di sempre ma con più caffeina per i nuovi Melozio Go e Stormio Go e un gusto dolce e piacevole con estratto di Ginseng e aroma di caramello per Ginseng Delight, tutti per il sistema Vertuo.

I caffè Go di Nespresso, Stormio Go e Melozio Go, sono arricchiti con il 20% di caffeina in più rispetto alla normale miscela, perfetti per coloro che vogliono aggiungere un extra ricarica al proprio caffè abituale ed essere pronti ad affrontare la giornata, il meeting dell’ultimo minuto o il nuovo allenamento fitness.

Per creare questi caffè Nespresso ha modificato il processo di decaffeinizzazione aggiungendo caffeina che viene estratta dai chicchi di caffè e viene poi isolata e conservata; è proprio questo estratto di caffeina che viene poi aggiunto alle miscele Go.

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Stormio Go (immagine concessa)

Stormio Go è un caffè intenso, ricco e forte con il +20%[1] di caffeina rispetto alle normali miscele: interamente a base di Arabica, composta per lo più da chicchi coltivati ad altitudini elevate provenienti dal Nicaragua e dal Guatemala. Un caffè speziato e corposo, il cui nome evoca la “tempesta” di intensi aromi sul palato con note di cereali e legni aromatici.

Melozio Go, invece, è una miscela più morbida e anch’essa è arricchita con estratto di caffè (+20% di caffeina). Il nome è un riferimento alla parola “mellow”, che in inglese esprime il concetto di qualcosa di piacevolmente dolce, vellutato, morbido e privo di asprezza. Una miscela armoniosa di Arabica dell’America Latina, provenienti soprattutto dal Brasile e dal Guatemala, ricca di note delicate di cereali e di dolci aromi di miele.

melozio go nespresso
Melozio Go (immagine concessa)

Per gli amanti del caffè che vogliono scoprire un gusto nuovo, Ginseng Delight è la perfetta alternativa gustosa e piacevole al caffè classico, un plus di gusto carico di dolcezza. Morbida miscela dal dolce aroma di caramello, Ginseng Delight è il primo caffè che contiene un ingrediente botanico: l’estratto di Panax Ginseng che già più di 2000 anni fa in Cina era elogiato come “Re delle erbe”.

La morbida miscela di Arabica dall’America Latina e Robusta dall’Uganda viene esaltata con estratto di ginseng e l’aggiunta di un delicato sapore di caramello e note di biscotti, che rendono questo caffè ideale per un momento da dedicare a sé stessi, una coccola durante la giornata o per una prima colazione ricca di dolcezza.

Le nuove miscele Coffee+ per Vertuo sono disponibili per l’acquisto online sul sito Nespresso e in Boutique a partire da maggio.

 La scheda sintetica di Nespresso

Nestlé Nespresso SA è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con più di 140.000 agricoltori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei paesaggi circostanti.

Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.

Nel 2022, Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di 4.900 imprese che soddisfano gli elevati standard B Corp di responsabilità sociale, ambientale e di trasparenza. Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 81 Paesi e ha oltre 13 000 dipendenti. Nel 2021, ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio di 802 boutique.

[1] 200 mg di caffeina/230 ml in tazza; il 20% in più rispetto alla normale miscela Stormio