lunedì 01 Dicembre 2025
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Nestlé partner dell’Università di Napoli Federico II nel corso della magistrale in “Sustainable Food Systems”

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Nestlé Napoli Università
Prosegue l’impegno del Gruppo Nestlé per supportare pratiche agricole sostenibili e la transizione tecnologica nella filiera (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – Nestlé è partner del nuovo corso di laurea magistrale in “Sustainable Food Systems” dell’Università degli studi di Napoli Federico II, che prenderà il via il 9 ottobre. Il corso, della durata di due anni e che si terrà in lingua inglese, è il primo in Italia che punta a formare i futuri manager della sostenibilità nell’industria agroalimentare, figure sempre più richieste dal mondo del lavoro e apprezzate dalle aziende del settore.

Il percorso didattico con partner Nestlé

Il percorso didattico si focalizzerà in particolare su argomenti quali sostenibilità ambientale, processi di riciclo e agritech, affrontati sia con un approccio teorico che pratico, con l’obiettivo di incoraggiare gli studenti a sviluppare soluzioni innovative per affrontare le sfide del presente e del futuro legate alla produzione e al consumo di cibo.

Il piano di studi prevede lo svolgimento di un tirocinio presso Nestlé e le altre imprese partner per applicare “sul campo” le nozioni apprese in aula, lavorando a progetti legati alla sostenibilità delle produzioni alimentari sotto la guida di tutor aziendali.

Il sostegno di Nestlé al corso di laurea in “Sustainable Food Systems” risponde all’impegno del Gruppo su due diversi fronti: offrire occasioni di lavoro e formazione a giovani talenti attraverso il progetto globale Nestlé Needs YOUth, che si pone l’ambizioso obiettivo di dare accesso a opportunità economiche a 10 milioni di ragazzi e ragazze in tutto il mondo entro il 2030, e lavorare in ottica di crescente sostenibilità del business.

Da sempre Nestlé collabora con start-up, università, Centri di ricerca del nostro Paese, nella convinzione che lo scambio di idee, competenze e soluzioni con realtà esterne contribuisca ad accelerare lo sviluppo di nuove tecnologie e ad arricchire le strategie di crescita del Gruppo.

In questa prospettiva, Nestlé accoglie e sostiene i talenti delle nuove generazioni interessati al mondo agritech, un ambito cruciale per le imprese che operano nel settore agroalimentare. Nestlé è infatti co-fondatore dell’hub Agritech, istituito dall’Italian Next Generation EU, finalizzato proprio a supportare gli agricoltori nell’applicazione delle principali tecnologie abilitanti per migliorare la produttività, sostenibilità e la transizione digitale nell’agricoltura.

“La nostra partecipazione al ccrso di laurea in “Sustainable Food Systems” dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” rappresenta un importante pilastro del percorso che, come Gruppo Nestlé, stiamo compiendo in Italia e nel mondo per un rendere il nostro business sempre più sostenibile e accelerare la transizione tecnologica per rafforzare la resilienza e la competitività della filiera agroalimentare” – ha dichiarato Giacomo Piantoni, direttore risorse umane Gruppo Nestlé in Italia.

Piantoni aggiunge: “Siamo lieti di poter accogliere gli studenti del Corso nella nostra realtà aziendale, di scambiare idee, competenze ed esperienze, lavorando fianco a fianco per trovare soluzioni in ambito agritech utili non solo per la nostra azienda e per la nostra filiera, ma per tutte realtà del settore”.

Il professor Danilo Ercolini – direttore dipartimento Agraria – Università degli studi di Napoli Federico II e direttore scientifico – Fondazione Agritech: “Siamo contenti di avere una realtà come il Gruppo Nestlé come partner in questo nuovo progetto didattico di frontiera. È una grande opportunità per i nostri studenti lavorare a contatto con una realtà aziendale di eccellenza”.

Ercolini aggiunge: “Sono sicuro che con questa collaborazione i nostri studenti saranno guidati e formati al meglio nell’affrontare questioni ed emergenze legate alla sostenibilità delle produzioni alimentari. Ci aspettiamo molto da questo progetto e da questa collaborazione nata con l’obiettivo di formare i professionisti del futuro per il sistema alimentare del nostro Paese e oltre”.

Le informazioni sul corso di laurea in “Sustainable Food Systems” sono disponibili qui

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé celebra 110 di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness. Scopri di più sul Gruppo Nestlé in Italia cliccando qui.

Caffè Borbone rinnova la collaborazione con i programmi tv Amici e Uomini & Donne

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caffè borbone amici
I prodotti di Caffè Borbone presenti in corner e spazi dedicati con le miscele adatte ad ogni momento della giornata (immagine concessa)

NAPOLI – Caffè Borbone, brand di riferimento nel business della torrefazione e del caffè porzionato, continua ad entrare nelle case degli italiani rinnovando la collaborazione con i programmi tv Amici e Uomini & Donne. Dal 1998, Caffè Borbone accompagna le pause caffè degli italiani grazie alla produzione di caffè in molteplici formati di utilizzo e adatti a diverse abitudini e momenti di consumo.

Grazie alla storica collaborazione con Uomini & Donne e Amici, Caffè Borbone è entrato nelle case degli italiani per le pause caffè di tutti i giorni. I due programmi, rivolgendosi a generazioni, passioni e personalità diverse, rappresentano la piattaforma ideale per intercettare la varietà di gusti e palati degli italiani.

La collaborazione di Caffè Borbone con Amici

Amici, il celebre talent giunto alla sua ventitreesima edizione, è in onda su Canale 5 ogni domenica a partire dal 24 settembre e ogni pomeriggio dalle 16.10 nel daytime di Canale 5 e in streaming on-demand su Witty TV e Mediaset Infinity.

Grazie a due corner brandizzati dedicati, posizionati in casetta e in sala relax, Caffè Borbone sarà presente ogni pomeriggio con la sua gamma di miscele adatte ad ogni momento della giornata e nelle diverse tipologie di cialda.

Da Miscela Nobile, perfetta per iniziare la giornata con il suo gusto equilibrato, a Miscela Suprema, cremosa e gustosa, fino a Miscela Decisa, intensa e robusta per dare la giusta carica ed energia. Miscela Leggera, con il 50% di caffeina in meno rispetto a Miscela Nobile, e Miscela Dek.

La collaborazione con Uomini & Donne

Caffè Borbone ha scelto Uomini & Donne, l’appuntamento fisso di Canale 5 in onda dal lunedì a venerdì alle 14.45 e in replica ogni giorno su La5.

Ad accompagnare quotidianamente le giornate di milioni di italiani a casa all’interno del programma, saranno le miscele Caffè Borbone con un corner dedicato in studio. Inoltre, novità di questa edizione sarà la presenza di un angolo brandizzato in casona.
A curare entrambe le attività di product placement di Caffè Borbone, Amici e Uomini & Donne, l’agenzia media Zenith.

La scheda sintetica di Caffè Borbone

Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna).

Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato. Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.

L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100, l’incarto totalmente riciclabile nella raccolta della carta e la capsula compostabile Don Carlo che, gradualmente, hanno conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.

Gianluigi Goi parla dell’antica pratica del caffè con i fichi secchi, nel libro Giunti editore

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goi libro fichi secchi
La copertina del libro "Fichi, uva, miele. La dolcezza delle cose semplici" (immagine concessa)

Gianluigi Goi è un lettore nonché giornalista specialista di agricoltura affezionato a queste pagine che con la sua lunghissima esperienza e il suo punto di vista ha contribuito diverse volte proponendo contenuti sempre interessanti. Questa volta Goi parla della tradizione del caffè preparato con i fichi secchi grazie alla lettura del libro “Fichi, uva, miele. La dolcezza delle cose semplici” di Giunti editore.

Leggiamo di seguito il suo approfondimento.

Il caffè preparato con i fichi secchi

di Gianluigi Goi

MILANO – “Con i fichi secchi, lo sanno tutti, non si può preparare un pranzo di nozze ma un “caffè”, sia pure sui generis, sì. E, sta scritto in diverse parti, pure buono: provare per credere, come avrebbe detto l’Aiazzone. Fuori di metafora, tra i principali surrogati del caffè (orzo, segale, malto e cicoria) i fichi secchi hanno nei tempi andati occupato un posto di un certo rilievo.

A rammentarcelo – una piccola chicca per chi desideri riannodare i fili della memoria dell’utilizzo del nostro amato caffè in tempi grami e lontani ma ancora presenti nella memoria dei più vecchi – è una dotta e ricercata citazione tratta dal libro “Fichi, uva miele. La dolcezza delle cose semplici” (Giunti editore) freschissimo di stampa.

Nel libro – parte di una interessantissima collana dedicata ai Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) della Toscana, nata da un’idea di Unicoop Firenze e dell’Accademia dei Georgofili, illustrati con grafica innovativa e suadente, contenuti rigorosi e molto attenti agli aspetti storici e culturali che fanno capire molto della storia “di tutti i giorni” non solo della Toscana, per la penna di Daniele Vergari e Davide Fiorino – al “caffè di fichi secchi” è dato non poco spazio.

Il tutto motivato dalla consultazione del libro – un poderoso volume di 381 pagine (edito da Francesco Battiato, Catania, 1909) presente nella prestigiosa biblioteca accademica fiorentina – “Il Fico …” a firma di Ferdinando Vallese, un importante agronomo, espressione delle benemerite Cattedre Ambulanti di agricoltura purtroppo sacrificate sull’altare della riforma regionalista”.

La popolarità del caffè con i fichi

“Stando alle parole del professor Vallese il “caffè di fichi secchi” “fu particolarmente apprezzato e ricercato in Austria sul finire del XIX secolo. “Si otteneva mescolandolo nella proporzione di 120 a 170 grammi per ogni chilogrammo di caffè vero. Non c’è buon caffè senza fichi, dicono gli Austriaci”.

L’uso della polvere di fico secco, infatti, non solo colora la bevanda, ma ne modera “il principio eccitante del caffè, lo raddolcisce con lo zucchero che contiene, ed è ritenuto ottimo per i bambini”.

L’autore sottolinea inoltre l’importanza che questo prodotto aveva in Austria (e l’Austria, si sa, con il caffè condivide una lunga storia che ancora oggi dura) ed evidenzia che la polvere di fichi veniva prodotta a Trieste e a Vienna “lamentando al contempo la mancanza di stabilimenti industriali nelle zone di produzione dei fichi”; ne descrive i passaggi tecnologici ma riporta anche “la preparazione casalinga di questo surrogato del caffe che si fa spezzettando i fichi secchi e tostandoli nei comuni tostini di caffè; e quanto i fichi sono abbrustoliti, si lasciano raffreddare e immediatamente si polverizzano, perché, se passasse qualche tempo, si rammollirebbero per l’umidità che assorbono dall’aria”.

I surrogati del caffè

In Alto Adige, il Sud Tirolo italiano, la tradizione dei surrogati del caffè (ancora ben presente e codificata nel cosiddetto “Caffè d’Anterivo” a base di lupini tostati) ai tempi orzo, segale e “fichi coltivati nel proprio orto – è scritto nella relazione “I surrogati del caffè in Alto Adige” della Provincia Autonoma di Bolzano – erano le materie prime più importanti per la preparazione del caffè.

In Val Venosta – piccola curiosità aggiuntiva – si narra anche dell’impiego “della cosiddetta pera Pala quale surrogato del caffè”. La testimonianza (ripresa dalla relazione provinciale) della signora Albina Erschbamer, nata nel 1923 a Postal, ci dice che “i fichi erano un ingrediente molto apprezzato non solo nel caffè di cereali, ma anche in quello “vero”.

I veri fichi dolci si comperavano in negozio; costavano pochissimo. Si tagliavano a fettine e dopo la tostatura, che veniva fatta anche nelle padelle tostacaffè, li si macinava”. In pratica “l’aggiunta” dei fichi secchi rendeva anche il “caffè vero” più buono e dolce. Per non dire dell’aspetto economico, sempre importante.

Negli Anni Trenta del secolo scorso il caffè tostato costava cinque, dieci volte in più rispetto ai surrogati a causa delle alte tasse doganali applicate: nel 1933 un kg di caffè tostato costava da 9,6 a 14 scellini a fronte di 1,80-1,85 scellini per un kg di fichi. Per finire una breve citazione della testimonianza di Frowin Oberrauch, dell’Associazione Sorten Garten Sudtirol, che spiega come veniva preparato il “caffè di pere” a Laces, in Val Venosta, oggi famosa per le mele “figlie delle Alpi”: servivano ¼ di fichi, ¼ di orzo e ½ di pere Pala”.

                                                                                                             di Gianluigi Goi

Essse Caffè nomina Luca Cioffi direttore generale

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luca cioffi essse caffè
Luca Cioffi (immagine concessa)

BOLOGNA – Luca Cioffi è il nuovo direttore generale di Essse Caffè: la storica torrefazione bolognese lo comunica dando il benvenuto a una figura di spicco e rilievo che si inserisce nella più ampia vision dell’azienda, sempre volta a migliorare la capacità di innovazione interna.

Luca Cioffi diventa il nuovo direttore generale di Essse Caffè

Essse Caffè continua quindi ad investire nel futuro, mantenendo però le sue radici ben ancorate alla tradizione, ovvero la chiave di successo che le ha permesso di arrivare a ricoprire un ruolo di riferimento nel settore ho.re.ca nel corso di oltre 40 anni.

“Il nostro è un impegno costante non solo nell’innovare ma anche nell’offrire valore ai clienti”, afferma il presidente Francesco Segafredo. “Un processo dinamico che richiede attenta strategia e capacità di risposta efficace. La nomina del dottor Luca Cioffi va esattamente in questa direzione”.

Laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Bologna ed in possesso di un master in Business Administration presso la Heriot Watt University di Edimburgo, Luca Cioffi vanta una pluriennale e consolidata esperienza nel mondo delle torrefazioni avendo lavorato per oltre vent’anni presso il Gruppo Coind dove, entrato con il ruolo di Export Manager nel 2002, ha occupato numerose posizioni in area commerciale sino ad assumere la responsabilità di CEO nel 2017 e di Presidente nel 2020.

Come Direttore Generale di Essse Caffè, Luca Cioffi lavorerà a fianco della famiglia Segafredo con l’obiettivo di proseguire l’ambizioso progetto di sviluppo e crescita dell’Azienda.

La scheda sintetica di Essse Caffè

Scienza, sapienza e specializzazione: tre “S” che riassumono perfettamente i valori e la filosofia di Essse Caffè, storica torrefazione bolognese fondata nel 1979 da Francesco Segafredo assieme alle sorelle Chiara e Cristina. Oggi Essse Caffè è un marchio di successo in tutta Italia e all’estero, sinonimo di autenticità ed eccellenza, contraddistinto dall’inconfondibile “family feeling” delle sue miscele.

L’obiettivo? Garantire un prodotto di massima qualità, tutti i giorni, tutto l’anno, realizzando con cura l’intero processo, a partire dall’accurata selezione della materia prima.

Grazie alle collaborazioni universitarie – Facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e Foggia – l’Azienda ha acquisito elevato spessore scientifico nel proprio settore, con conoscenze su ogni tipologia di caffè, dalla torrefazione al confezionamento, fino al caffè in tazzina.

Ai fondatori, oggi si affianca la quarta generazione della famiglia: Pietro Buscaroli, Agata Segafredo, Riccardo e Ruggero Auteri che condividono la missione imprenditoriale con uno sguardo imprescindibile verso il futuro.

Per info basta cliccare qui.

Teatips e Mumac Academy costruiscono le basi per preparare un tè “come si deve” anche a casa propria

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Elisa Moratello di Teatips, in preparazione del tè (foto concessa)
Elisa Moratello di Teatips, in preparazione del tè (foto concessa)

MILANO – Coinvolgere con la pratica: questo l’obiettivo primario del corso di base sul tè,
organizzato da Teatips con Mumac Academy, di Gruppo Cimbali. Preparare una tazza “come si deve” – proprio come recita il titolo della stessa lezione della durata di due ore e mezza – non si può improvvisare.

Per fortuna Elisa Moratello è un’ottima guida, seppur da remoto, nel viaggio esplorativo nel mondo di questa bevanda.

Dotati di kit ricevuto a casa, aiutati da un foglio illustrativo, in degustazione due tipi di tè – White Nepal e Tie Guan Yin, rispettivamente un tè bianco biologico del Nepal, Dhankuta e un Oolong cinese del Fujian, Anxi – si parte insieme.

Teatips: prima dritta, l’acqua è alla base di tutto

Che sia filtrata o in bottiglia, l’essenziale è che abbia un pH quasi neutro e leggermente basico (tra 6,5 e 7) e un residuo fisso inferiore ai 50mg/litro.

Elisa Moratello consiglia precisamente l’acqua Sant’Anna per garantire un’infusione il più equilibrata possibile.

Poi si passa alla teiera, che non può esser lasciata al caso: importante l’estraibilità del filtro in acciaio, che lascia lo spazio alle foglie del tè di andare bene in infusione e impedisce una sovra estrazione. il filtro spazioso è ottimo per l’infusione, il fatto che sia estraibile aiuta a non lasciare le foglie troppo in infusione – e quindi evita la sovra estrazione.

Un po’ di teoria mentre si pesano i grammi di tè

Perché non si può prescindere totalmente dalla conoscenza della materia prima. Che cos’è e da dove arriva, in effetti, il tè? Davvero lo sappiamo in Italia, patria dell’espresso?

Il tè è originario dell’Asia, del corridoio himalayano e poi trasferito in altre zone, dal Giappone al Nepal. Africa, India, persino in Europa – due piccole piantagioni sono presenti anche in Italia.

Curiosità: in Sri Lanka in passato si coltivava il caffè, sino all”800 quando un parassita ha
eliminato le piantagioni ed è giunto Lord Lipton ad introdurre la coltura del tè: da quel momento in poi, è diventato uno dei produttori maggiori di questa pianta acidofila, che necessita di un clima subtropicale e di forti precipitazioni.

Tipologie conosciute nel mondo, 6: bianco, verde, oolong, giallo, nero/rosso e fermentati, tutti che derivano dalla stessa pianta, la Camellia Sinensis.

La differenza la fa l’ossidazione, processo enzimatico che avviene tra l’ossigeno e la foglia che già dopo la raccolta si scurisce e nelle fasi di arrotolamento e scuotimento, si spezza.

I tè verdi non devono essere ossidati, hanno bisogno che il processo venga subito bloccato.

Il tè giallo prevede quasi lo stesso metodo, quello bianco è semi ossidato, l’oolong è parzialmente ossidato, il tè nero è totalmente spinto nell’ossidazione per un risultato liquoroso, ambrato.

Infine ci sono i fermentati, scuri, che subiscono una fase di fermentazione diversa
dall’ossidazione, che coinvolge l’attività batterica.

Per evitare che quest’ultima si verifichi si può applicare il metodo cinese secondo cui le foglie vengono riscaldate in wok a temperature elevate anche a più di 100 gradi.

Oppure, si può procedere alla maniera giapponese, con la quale si cuociono le foglie a vapore.

Queste poi possono esser arrotolate per far fuoriuscire oli vegetali e essenziali che si spargono sulla superficie e poi emergono in infusione; oppure possono prendere altre forme.

Alcune differenze tra caffè e tè

Nel primo, l’astringenza potrebbe risultare un difetto, mentre nei tè potrebbe semplicemente essere una caratteristica propria di una tipologia (ad esempio, per alcuni tè bianchi o neri sarebbe normale, se verde, un difetto).

Altro confronto avviene nelle ruote di assaggio: le differenze stanno soprattutto nel fruttato e inoltre, il vegetale non è un difetto nel tè (al contrario del caffè).

Stando ancora sull’analisi sensoriale, la secchezza e ruvidezza sono quasi sempre sinonimo di un tè già vecchio.

Ultimo teatips: come comportarsi a casa

Tolte dal filtro, le foglie già infuse possono esser utilizzate anche per una seconda infusione, al massimo entro il giorno dopo. Conservate all’interno di un contenitore di latta o di ceramica e non di vetro (perché il tè è sensibile alla luce), fuori filtro.

Per la conservazione: luogo asciutto, lontano da fonti di calore e da raggi solari diretti o da altri elementi, con una chiusura anche non ermetica.

Come regolarsi con le scadenze o meglio, con la dicitura “Da consumare preferibilmente entro”: il tè in realtà non scade, ma ha una data “best before” entro cui sarà in grado di mantenere la sua freschezza.

Si può fare un calcolo in base a quando viene prodotto: primavera 2023, si contano due o tre anni di tempo prima che possa invecchiare.

Il contenuto di caffeina e i benefici dei tè

Questo dipende dal tipo di tè ma soprattutto dal genere di foglie. Si può tenere a mente il fatto che se il tè è giovane, appena raccolto o più ricco di gemme (parte in cui si concentra più caffeina), ha un contenuto più alto di caffeina.

Questo non vuol dire che il tè bianco ha più caffeina del tè nero.

A volte incide proprio la varietà della pianta: nel caso dei due tè assaggiati durante il corso, il White Nepal aveva gemme argentate e quindi contiene più caffeina.

Il secondo ha foglie più mature, che contribuiscono a conferire più sentori floreali, ma allo stesso tempo restituiscono meno caffeina.

In generale, esistono dei tè con un livello basso di caffeina, come alcuni verdi giapponesi – il Bancha o il Kukicha – che durante la lavorazione a volte vengono anche tostati e questo aiuta a ridurre il contenuto della caffeina e li rende ottimi anche per la sera.

I tè sono ricchi di vitamine, di fluoro, tra i polifenoli ci sono le catechine e tra gli aminoacidi la teanina che mitiga l’effetto della caffeina. Per questo motivo, consumandoli ci si può sentire attenti ma anche rilassati.

Elisa Moratello sarà presente a Host insieme a MUMAC Academy sullo stand di Gruppo Cimbali nei giorni 14-15-16 ottobre, per una tea experience su Faemina.

Geos e Vendomat con Dr. Coffee: insieme per il mercato Italia a Host

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Il logo Vendomat Geos (immagine concessa)

MILANO – Geos e Vendomat consolidano la loro partnership con il produttore di macchine da caffè superautomatiche Dr.Coffee, presentandosi insieme all’attesa manifestazione fieristica Host, prevista dall’ 11 al 13 ottobre a Rho Milano Fiera. Dunque una prima volta per tutti, frutto di un lavoro sinergico che va avanti da anni, dove la casa produttrice garantisce sempre alti standard di prodotto e Geos e Vendomat, oltre alla distribuzione, assicurano la capillarità della loro proposta e forniscono un servizio che parte dalla formazione fino al post vendita, rimanendo sempre aggiornati sui trend di mercato e calibrando così le scelte a catalogo.

Geos e Vendomat con Dr. Coffee a Host

Affermandosi con solidità anche nel canale horeca, Geos e Vendomat hanno una struttura in grado di fornire un servizio a 360° e magazzini ricambi in tutto il territorio nazionale.

La scelta di affermarsi nel settore con le macchine da caffè superautomatiche dipende dai molteplici vantaggi tecnici rispetto alle macchine a due gruppi: la qualità garantita dalla macinatura on demand che porta in tazza un caffè macinato fresco, la praticità d’uso e di manutenzione, il risparmio energetico e la costanza delle erogazioni.

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Il logo Dr. Coffee (immagine concessa)

Durante la manifestazione verrà inoltre presentato un vero e proprio concept in cui trovano spazio sia le macchine da caffè, che lo smart fridge, con un progetto sviluppato in esclusiva per le due Rivendite e pensato per le strutture ricettive, con l’obiettivo di fornire un servizio differenziante e realizzare un momento di acquisto diverso, coinvolgente e di ultima generazione.

Non resta che visitare lo stand: Padiglione 14 Stand H24 L23

Sandalj Trading Company a Host con un ricco ventaglio di miscele per l’assaggio

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Sandalj Trading Company a Host (immagine © 2018 Roberto Pastrovicchio)

TRIESTE – Sarà il palco fieristico di Host Milano (Hall 22, stand B47 C48) dal 13 al 17 ottobre 2023, quello scelto dall’importatore triestino per dare modo per la prima volta a tutti i presenti, di gustare la gamma al completo di ben sedici Sandalj Blends estratte a regola d’arte.

Ad accompagnare la scoperta delle miscele, non mancheranno i decaffeinati e mono origini, le degustazioni guidate e la mixology con gli sciroppi Routin 1883.

Sandalj a Host: miscele per tutti i gusti

Concepite negli anni novanta, le Sandalj Blends esprimono la sintesi di passione e conoscenza dell’importatore triestino. E’ durante un viaggio che troviamo quell’occasione fortuita, che talvolta serve a far fiorire un’idea innovativa.

“Di ritorno dagli Stati Uniti – racconta l’attuale presidente Enrico Venuti – io e Vinko Sandalj abbiamo avuto l’idea di fornire ai nostri clienti oltreoceano una miscela di caffè crudo in sacchi da 30kg, facile da tostare e dalla qualità costante nel tempo, per permettere anche ai consumatori americani l’esperienza in tazza di un autentico espresso italiano”.

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Sandalj Blends (immagine concessa)

Parte così con Edy Bieker lo sviluppo delle miscele. Nasce per prima la Caruso, che ad oggi rimane la Sandalj Blend più venduta in Italia e nel mondo, seguita dalla Vivaldi Blend fino a raggiungere un totale di sedici miscele, perfette per coprire qualunque necessità di consumo, mercato ed estrazione. Ad oggi, quasi trent’anni dopo, le Sandalj Blends sono un fiore all’occhiello dell’azienda triestina.

Sua maestà l’espresso: le degustazioni guidate

Al bar dello stand, i caffè in assaggio ogni giorno saranno ben ventidue. Con la collaborazione di Mazzer ed Eureka, due storiche realtà della macinatura made in Italy, in degustazione sedici Sandalj Blends, il Brazil Extrafino Sandalj Blend 17/18 premium fine cup, i Traceability Project Brazil Natural 17/18 NY2 Carbon Neutral Fazenda Vila Boa e Colombia Washed Women Coffee Project San Alberto, l’Excellence Colombia Barrique Rhum Fermentation e due decaffeinati, la Decaf Espresso Sandalj Blend ed il Colombia Water Decaf. Le estrazioni in espresso saranno fornite con il prezioso supporto di Elektra, azienda veneta da sempre partner dell’importatore triestino.

Ogni giorno inoltre, gli assaggiatori del reparto qualità guideranno i partecipanti alla scoperta dell’espresso di alta qualità. I workshop, per i quali c’è la possibilità di iscriversi in anticipo mandando una email a info@sandalj.com, saranno:

• Venerdì 13/10 ore 15.00
Sandalj Blends 100% Arabica a confronto
Stradivari Blend, Vivaldi Blend, Donizetti Blend, Toscanini Blend, Caruso Blend, e Pergolesi Blend

• Sabato 14/10 ore 11.30
Sei Sandalj Blends a prevalenza Arabica a confronto
Cappuccino Blend, Scarlatti Blend, Paganini Blend, Rossini Blend, Puccini Blend, e Fresco Blend

• Domenica 15/10 ore 11.30
Quattro Sandalj Blend a prevalenza Robusta a confronto
Tartini Blend, Mascagni Blend, Verdi Blend, e Ponchielli Blend

• Ore 15.00 presso lo stand BWT Water+More (Hall 24P, stand H11 H21 L12 L22)
BWT & Sandalj Sensory Experience: the influence of water on coffee

• Lunedì 16/10 ore 11.30
Composizioni a confronto
100% Arabica, 85% Arabica, 50% Arabica, 30% Arabica e 100% Robusta

• Lunedì 16/10 ore 15.00
Decaffeinati a confronto
Sandalj Espresso Blend 65% Arabica e Colombia Water Decaf 100% Arabica

La scheda sintetica dell’azienda

Sandalj Trading Company Spa è dal 1946 importatore di caffè crudo di alta qualità e consulente specialistico per aziende e professionisti di tutto il mondo. Lavora con oltre 40 paesi produttori, importando più di 160 mila sacchi all’anno.

Pioniera dello specialty coffee e socio fondatore della Specialty Coffee Association, la Sandalj è da sempre impegnata nella diffusione della cultura per la qualità.

L’azienda offre una vasta linea di origini, varietali, processi e miscele pronte da tostare, affiancando i propri clienti anche nel private label. Il laboratorio interno assaggia e valuta oltre 20 mila tazzine di espresso all’anno. Per novità, approfondimenti sui nostri caffè visitate il sito, @SandaljCoffee su facebook, e @sandaljtrading su instagram.

Caffè Vergnano porta in Fiera il Women in coffee e la testimonial Federica Pellegrini

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Caffè Vegnano a Host (immagine concessa)

MILANO – Dal 13 al 17 ottobre 2023 torna l’appuntamento con Host Milano: la fiera per i top player mondiali dell’ospitalità professionale horeca organizzata da Fiera Milano, che riunisce e celebra le più importanti aziende italiane ed internazionali dell’intero settore. Caffè Vergnano parteciperà all’evento, che vanta quest’anno oltre 1800 espositori confermati – il 40% dei quali internazionali e provenienti da 50 Paesi – presentando i suoi prodotti di punta e le ultime novità in programma.

Caffè Vergnano presente a Host Milano

L’obiettivo dell’azienda per questa edizione è far vivere ai visitatori e ai tanti coffee lover che animeranno i padiglioni della fiera, un’esperienza olistica del concetto di eccellenza di cui il brand si fa portavoce.

Host Milano sarà quindi l’occasione per far vivere concretamente i valori di Caffè Vergnano, la sua storicità e autenticità attraverso esperienze immersive, dettagli, parole, gesti, emozioni che possano trasmettere la passione per il caffè anche oltre i confini nazionali.

Lo stand, circa 200mq di superficie, sarà ogni giorno animato da numerosi eventi che racconteranno il mondo Caffè Vergnano, le sue unicità e la volontà di rispettare e tramandare il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo.

Per questo motivo le giornate in fiera inizieranno con la “Colazione a Casa Vergnano” durante la quale il coffee expert dell’Accademia Vergnano, Fabio Dotti, preparerà la moka perfetta seguendo le regole che da oltre 140 anni vengono tramandate di generazione in generazione nella famiglia Vergnano.

Ma si parlerà anche di espresso perfetto e lo si farà attraverso la presentazione di alcune novità del settore, appositamente pensate e create dal team design interno per completare ed arricchire l’esperienza del perfetto espresso italiano.

Valori come autenticità, saper fare, passione ed eccellenza passano anche attraverso un’attenzione profonda verso la materia prima, le tecniche di selezione e di approvvigionamento del caffè crudo e per questo motivo Caffè Vergnano dedicherà alcuni momenti della giornata all’attività di cupping con l’evento “The Craft of Coffee”, un’occasione unica dedicata agli assaggi del caffè nella sua forma più pura.

Host Milano sarà anche l’occasione per tornare a parlare di sostenibilità sociale: un tema caro all’azienda che ha scelto come volto di Women in Coffee per il 2023 Federica Pellegrini.

La campionessa olimpica sarà ospitata nello stand – all’interno dell’area dedicata al progetto Women in Coffee che vede una forte espansione sia a livello nazionale che internazionale – e, insieme a Carolina Vergnano, affronterà alcune delle tematiche più care al brand in un incontro speciale dedicato alla stampa di settore.

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Federica Pellegrini ospite allo stand Caffè Vergnano (immagine concessa)

A Host Milano, Caffè Vergnano racconterà anche la realizzazione del progetto 2023 di Women in Coffee: la The Rural Library, una biblioteca per la comunità di Marcala (Honduras), luogo che permette alle donne di ritrovarsi, esprimere il loro potenziale. E consente ai bambini imparare.

Ma Women In Coffee non si fermerà qui e continuerà a supportare le donne in piantagione con un nuovo sfidante progetto per il 2024: la costruzione di un’Accademia per la formazione all’interno della biblioteca di Marcala.

Così il sogno in rosa di Caffè Vergnano si espande e guarda al futuro attraverso la costruzione di una rete sinergica di altre accademie e biblioteche in tutti i paesi supportati dal progetto Women In Coffee, al fine di creare una community internazionale di donne che possono confrontarsi e supportarsi quotidianamente.

Caffè Vergnano, in ottica di rafforzamento della sua presenza all’estero, vivrà i giorni di fiera come un’ottima opportunità per incontrare clienti, visitatori e appassionati di caffè provenienti da tutto il mondo.

Il 2022 ha registrato infatti per il brand uno sviluppo consistente nel settore horeca, e in particolare nel comparto estero, area supportata dalla partnership con Coca-Cola HBC che rappresenta per l’azienda un importante volano di sviluppo internazionale e di business export.

Come nel 2022, nei primi sei mesi del 2023 continua la crescita del fatturato; il primo
semestre ha chiuso con un + 9% verso l’anno precedente in linea con le aspettative.
Tutti i settori sono positivi e la crescita è trainata in particolar modo dal settore Horeca con un +16% di Fatturato. A livello di Gross Profit la crescita verso l’anno precedente è superiore al fatturato (+11%), dimostrando l’inversione di tendenza verso la chiusura dell’anno precedente.

Host Fiera sarà inoltre l’occasione per “inaugurare” ufficialmente la nuova Caffetteria Vergnano aperta all’interno del Polo fieristico di Rho Fiera lungo il viale principale, ideata con un concept moderno e perfetto per gustare l’autentico espresso italiano – e non solo – in qualsiasi momento della giornata.

Per Caffè Vergnano presente allo stand Stand B52 del padiglione 18, Host Milano 2023 rappresenta una vetrina ed un momento d’incontro con amici e clienti, un’opportunità ulteriore per parlare e rilanciare il messaggio di sostenibilità ambientale e sociale che da sempre è parte del dna aziendale e inoltre un’occasione per raccontare una storia lunga 141 anni che si arricchisce giorno dopo giorno di nuovi avvincenti capitoli.

La scheda sintetica di Caffè Vergnano

Caffè Vergnano è una delle più antiche torrefazioni italiane a livello nazionale. Fondata nel 1882 e ancora oggi guidata dalla famiglia, da oltre 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.

Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 180 Caffè Vergnano 1882, la catena di caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.

Il progetto itinerante Coffee Addition ritorna all’evento di RhoFiera

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coffee addition host
Coffee Addition ritorna a Host (immagine concessa)

MILANO –  Il format Coffee Addition ritorna dopo il grande successo dell’edizione del 2021 ad Host Milano dove centinaia di persone hanno seguito gli eventi itineranti di Gianni Cocco nei vari cluster delle aziende che avevano aderito al progetto. Il format è supportato da Aicaf.

Coffee Addition ritorna a Host Milano

Il format, voluto da Aicaf e supportato da Altoga, oltre ad essere il primo nel suo genere ed in modalità itinerante, è un mix di master che all’interno di Host 2023 si muoverà attraverso i vari stand che aderiranno a questa iniziativa e per i quali verrà realizzato un apposito “seminario” (master) dalle caratteristiche “formative entusiasmanti” portando l’avventore allo stand per coinvolgerlo con un’esplosione di novità legate al mondo della “mitigazione” che in questo caso sarà legata al caffè.

Il format è supportato dalla capacità organizzativa e tecnica di Aicaf che da oltre 15 anni organizza e coordina eventi all’interno di Host e altre fiere di settore, eventi televisivi, competizioni e World Guinness Record.

Mentre si avvicina il taglio del nastro per Host 2023 – a fieramilano a Rho da venerdì 13 a martedì 17 ottobre – la Fiera si conferma come l’appuntamento di riferimento per scoprire le tendenze che influenzeranno nei prossimi anni lo sviluppo del business.

Per scoprire il programma basta cliccare qui

Giro di vite sulle scorte certificate: ecco cosa rischia di accadere ora nei mercati del caffè

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Il logo dell'Ice

MILANO – Giro di vite sulle scorte certificate di caffè all’Intercontinental Exchange (ICE). Con una breve nota, le autorità borsistiche hanno comunicato, venerdì scorso, che ripresentare nuovamente alla certificazione partite di caffè già ammesse a suo tempo alla borsa e successivamente vendute non sarà più possibile.

La ri-certificazione sarà accettata ancora per due mesi, sino al 30 novembre come termine ultimo. Ferme restando le richieste ancora pendenti.

Questa decisione pone fine a una pratica molto controversa, che sarebbe stata attuata da alcuni trader, consistente nel ritirare il caffè dalle scorte certificate per ripresentarlo successivamente per un nuovo processo di certificazione.

In caso di esito positivo, il caffè torna a far parte delle scorte certificate rivalutandosi e sfuggendo agli sconti temporali ai quali sarebbe stato sottoposto in caso di deposito ininterrotto.

Questa operazione era sinora possibile senza dover nemmeno spostare il caffè dai magazzini in cui si trovava, osservano alcuni addetti ai lavori.

Va detto però che il processo logistico di certificazione è molto severo. Esso comporta l’estrazione di campioni della partita da certificare, che sono spediti alla Stanza di valutazione (Grading Room) dell’Ice, dove sono classificati in base a tazza, difetti, colore e profumo, per essere poi “promossi” o “respinti”.

Sta di fatto che il “giochino”, che – lo ripetiamo – era sino a oggi perfettamente lecito deve aver funzionato piuttosto spesso in questi ultimi anni, scatenando le ire dell’industria.

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