venerdì 28 Novembre 2025
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Export brasiliano in forte crescita (+49%) a febbraio, imbarchi di robusta a livelli record

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export brasiliano Brasile Cecafé
Il logo di Cecafé

MILANO – Numeri in forte crescita per l’export brasiliano di febbraio. Secondo i dati di Cecafé – diffusi nella serata di ieri, lunedì 11 marzo – le esportazioni di caffè in tutte le forme sono state pari a 3.625.986 sacchi, con un incremento del 48,9% rispetto a un anno fa. E, secondo l’associazione brasiliana, i volumi sarebbero stati ancora maggiori, senza i problemi logistici che continuano ad affliggere la supply chain locale e globale.

L’export di verde ammonta a 3.376.346 sacchi: il 57,5% in più rispetto a febbraio 2023, anche se il dato rimane al di sotto di quello record del 2021.

Da record è, in compenso, l’export di robusta, che vola a 570.361 sacchi: oltre 6 volte e mezzo (+551,8%) il volume esportato nello stesso mese dell’anno scorso.

L’export di arabica cresce, a sua volta, di oltre un terzo (+36,5%), a 2.805.985 sacchi.

export brasilianoUnico dato in negativo, quello del caffè trasformato (in massima parte solubile), che arretra del 14,5%, a 249.640 sacchi.

Nei primi 2 mesi dell’anno solare, l’export brasiliano di caffè in tutte le forme ha superato anche quelle di 3 anni fa.

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Fipe e Fondazione Cotarella per la qualificazione professionale dei giovani nell’ospitalità

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A Identità Milano 2024, consegnate le borse di studio di Fipe-Confcommercio agli studenti dell’Accademia di alta formazione di sala Intrecci delle sorelle Cotarella (immagine concessa)

MILANO – Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, ha assegnato il 10 marzo, nell’Arena di Identità Milano, due borse di studio a Chiara Piovaticci e Simone Ferracci, studenti dell’Accademia di alta formazione di sala Intrecci di Castiglione in Teverina (Viterbo), fondata e gestita dalle sorelle Cotarella.

Le borse di studio, intitolate alla memoria dell’imprenditore e dirigente Fipe Enzo Andreis, sono state consegnate da Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici Fipe.

Fipe-Confcommercio insieme a Fondazione Cotarella

Sostenere la formazione e l’accrescimento della professionalità fa parte della mission di Fipe-Confcommercio e dell’Accademia. Secondo una recente analisi sul settore condotta dalla Federazione su dati Unioncamere-Excelsior, nel 56,7% dei casi si ricercano figure che abbiano già un’esperienza specifica, con una preferenza per la fascia di età tra i 25 e i 44 anni, a dimostrazione del fatto che le aziende privilegiano la professionalità.

Lo stesso studio, inoltre, evidenzia come le professioni relative alla ristorazione siano quelle che offrono maggiori opportunità di lavoro con 40.390 addetti richiesti nel solo mese di febbraio e 172.440 assunzioni previste tra febbraio e aprile, il 13% in più rispetto allo stesso trimestre del 2023. Un numero, questo, che rappresenta il 70% del totale previsto per l’intero settore del turismo.

“L’impegno della Federazione nella promozione dell’uguaglianza di opportunità si traduce concretamente in queste iniziative dedicate alle future generazioni di professionisti del settore”, ha dichiarato Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici Fipe.

Valentina Picca Bianchi aggiunge: “Le due borse di studio assegnate oggi a due eccellenti studenti dell’Accademia Intrecci rappresentano il contributo tangibile della Federazione in favore della crescita professionale di giovani donne e uomini che stanno perseguendo il loro sogno con impegno e determinazione. Infine, un ringraziamento a Marta, Dominga ed Enrica Cotarella, che ogni giorno seguono questi ragazzi, permettendogli di esprimere il loro talento”.

“Non possiamo che essere orgogliosi dell’opportunità che FIPE-Confcommercio offre agli studenti di Intrecci di Accademia di Alta formazione di Sala di acquisire e accrescere la propria professionalità. – ha detto Marta Cotarella, Direttrice di Intrecci – Del resto, Intrecci ha proprio l’obiettivo di uscire dai luoghi comuni sulla Sala e l’Ospitalità, facendo della formazione e della professionalità dei nostri giovani le nuove regole per affrontare questo mondo, con un approccio fondato sulla qualità, sulla bellezza, sull’autenticità”.

Cotarella aggiunge: “Il percorso formativo che i nostri ragazzi seguono durante il corso punta proprio a una crescita che sia al contempo professionale e personale, attraverso la formula campus, affinché essi stessi possano intraprendere una strada nuova, più consapevole e farsi testimoni di questo diverso approccio alla ristorazione.”

Alla premiazione ha preso parte anche la chef Caterina Ceraudo del ristorante Dattilo di Strongoli (Crotone), 1 stella Michelin e 1 stella Green.

Segafredo Caffè apre una nuova caffetteria a Phnom Penh, Cambogia

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Il nuovo store in Cambogia (immagine concessa)

PHNOM PENH, Cambogia – Segafredo Caffè, parte di Massimo Zanetti Beverage Group, annuncia l’apertura di una nuova caffetteria nella vivace Phnom Penh, capitale della Cambogia. Coi suoi interni eleganti e moderni, il locale invita i clienti a rilassarsi e sorseggiare un caffè in un ambiente sereno e lontano dal caos cittadino.

Segafredo Caffè in Cambogia

Il design del locale riflette una perfetta miscela di eleganza italiana e calorosa ospitalità cambogiana.

Questa inaugurazione sottolinea l’impegno di Segafredo Caffè nel portare l’autentica esperienza del caffè italiano agli appassionati di tutto il mondo.

Ponendo particolare attenzione alla qualità, alla tradizione e all’innovazione, la caffetteria di Phnom Penh offre un’ampia gamma di bevande esclusive del brand, dal classico espresso italiano a creative ricette a base di caffè, accompagnati da una selezione di spuntini salati e di pasticceria.

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Quali sarebbero i requisiti necessari per diventare vicedirettori da Starbucks

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Il logo di Starbucks

MILANO – Un vicedirettore, o associate manager, è il responsabile dell’attuazione delle procedure del flusso di lavoro basate sulla direzione di un’azienda. I compiti della figura di associate manager includono la supervisione dei dipendenti durante le attività quotidiane, la fornitura di assistenza ai clienti in situazioni aggravate e la gestione del flusso di lavoro complessivo di un luogo di lavoro.

Il portale namduongvn.com spiega i requisiti che servono per diventare associate manager all’interno della nota catena di caffetterie Starbucks. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul sito.

Come si diventa vicedirettore da Starbucks?

Ci sono alcune abilità che si devono possedere per diventare un assistente manager di successo:

  • Capacità di leadership
  • Abilità organizzative
  • Competenze del servizio clienti
  • Multitasking
  • Gestione del tempo

Cosa dovrebbe inserire un vicedirettore nel curriculum?

I curriculum dei candidati più efficaci enfatizzano le capacità organizzative, le skill di comunicazione, professionalità nella supervisione, calcolo del budget, gestione del tempo e multitasking. Una laurea in economia aziendale o in un campo simile è solitamente comune per l’applicazione al ruolo di assistant manager. Ma come diventare un buon vicedirettore?

Ecco le competenze di base per un assistant store manager

  1. Attenzione ai dettagli
  2. Capacità di prendere decisioni
  3. Sapere come sospendere il proprio ego
  4. Relazionarsi con il cliente
  5. Capacità di analisi
  6. Alta competenza nel settore delle vendite

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Il caffè la mattina? Meglio un’ora o due dopo il risveglio: ecco il perchè

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Un caffè di qualità in tazzina

Una tazzina d’espresso funge spesso come un’ottima motivazione per alzarsi subito dal letto. Molte persone hanno l’abitudine di prepararsi il caffè a pochi minuti dal risveglio. Tuttavia, l’ideale sarebbe spostare l’appuntamento con l’espresso almeno un’ora o due dopo aver aperto gli occhi. Il motivo risiede nelle oscillazioni ormonali: rinviare l’assunzione di caffeina, uno stimolante, evita una sovraeccitazione dell’organismo e dall’altra accentua la concentrazione e la reattività a metà mattina. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Eliana Liotta pubblicata sul Corriere della Sera.

Il caffè di prima mattina

MILANO – Molti italiani, finita la notte di sonno, aprono gli occhi e si dirigono a bere un espresso. Se però si tiene conto delle oscillazioni ormonali, l’ideale è spostare l’appuntamento con il caffè almeno un’ora-due dopo il risveglio. Non succede niente di grave, intendiamoci, è che il massimo della carica lo abbiamo già fisiologicamente appena alzati. Rinviare l’assunzione di caffeina, uno stimolante, da una parte evita una sovraeccitazione dell’organismo e dall’altra offre il vantaggio di accentuare la concentrazione e la reattività a metà mattina (o più tardi).

Il cortisolo

La caffeina interferisce con la secrezione di cortisolo, incrementandola. Il punto è che, quando ci si sveglia, i livelli dell’ormone raggiungono per conto loro un picco, il 50 per cento in più della media della giornata. Le concentrazioni tendono poi ad abbassarsi fino al minimo nelle ore serali, secondo una fluttuazione circadiana di 24 ore.

L’ormone dell’allerta

Questo andamento ha un senso. Il cortisolo, noto come ormone dello stress perché viene riversato in maggiori quantità nel sangue dinanzi a una situazione minacciosa, è la sostanza cui si devono le condizioni psicofisiche adeguate per essere attivi. Meglio sarebbe assumere un decaffeinato di prima mattina e posticipare l’espresso.

Caffeina e teina

Stesso discorso per il tè. La caffeina (chiamata anche teina) è contenuta sia nel verde sia nel nero. In una tazza da 220 millilitri ce ne sono circa 50 milligrammi, mentre in un caffè la quota è intorno a 80.

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Problema topi nei locali o nei magazzini? C’è il sistema tecnologico PestConnect di Rentokil senza impatto ambientale

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Il Pest Connect Monitor (immagine concessa)

MILANO – La presenza di topi o ratti non è una condizione insolita, sia negli edifici residenziali che nelle attività commerciali, così come nelle scuole e nelle aree destinate alla preparazione degli alimenti. Secondo una recente ricerca che Rentokil Italia, azienda specializzata nel monitoraggio e controllo degli infestanti del gruppo Rentokil Initial, ha commissionato a BVA Doxa, 13 italiani su 100 hanno visto un topo in un ristorante e 8 su 100 al supermercato.

“Potrebbe sembrare un numero irrilevante, ma in realtà non lo è se pensiamo che si tratta di luoghi dove c’è presenza di cibo,” sottolinea Ester Papa, biologa e technical manager di Rentokil Initial Italia. “Le infestazioni sono pericolose per la salute delle persone e la loro corretta gestione è a dir poco fondamentale. I rischi più grandi si corrono lungo la filiera alimentare. Le aree di conservazione dei prodotti alimentari confezionati e delle materie prime, oltre alle aree di preparazione, sono spazi da monitorare molto attentamente.”

Il sistema PestConnect di Rentokil Initial Italia

Ritardi nella produzione e vendita di materiali possono causare gravi danni alle aziende. L’impatto sul fatturato a causa della contaminazione delle materie prime e la perdita di produttività a causa dei tempi di fermo delle macchine, possono potenzialmente portare alla chiusura di contratti o all’applicazione di sanzioni finanziarie. Inoltre, la cattiva reputazione è una delle maggiori preoccupazioni legate alla presenza di infestanti.

Per tutte le aziende che vogliono garantire la massima sicurezza e godere del vantaggio di un monitoraggio continuo, ma anche per tutte quelle che devono garantire la conformità alle normative e agli standard di audit, Rentokil ha lanciato PestConnect, un sistema innovativo formato da diverse tipologie di postazioni per la cattura di roditori.

Un servizio chiave per chi deve adottare un approccio a tolleranza zero per la gestione degli infestanti, con soluzioni che proteggono il loro sito, e per chi vuole restare costantemente aggiornato, così da non dover pensare più a nulla.

“La problematica dell’infestazione da roditori sembra essere più diffusa di quanto si pensi. Solo a gennaio 2023 la nostra pagina “Derattizzazione e monitoraggio topi” del sito web Rentokil italia ha avuto un incremento di visite considerevole (più del doppio) e gli interventi del mese sono stati il 12% in più di quelli di gennaio 2022”, aggiunge Ester Papa. “Tenuto conto di tutti questi fattori, è chiaro che gli infestanti debbano essere catturati e rimossi rapidamente per evitare rischi di infestazione nelle aree più sensibili, utilizzando preferibilmente soluzioni non tossiche per ovviare a possibili contaminazioni. PestConnect è una soluzione modulabile, che, grazie all’ampia gamma di postazioni di cattura e monitoraggio, si adatta facilmente alle diverse esigenze.”

Andando più nel dettaglio le soluzioni disponibili sono:

  • RADAR Connect: postazione dotata di due ingressi alle sue estremità che sfrutta la tecnologia ad infrarossi per catturare e contenere i roditori, facendo chiudere gli ingressi al loro passaggio. Una volta catturato, il topo verrà eliminato in tempi rapidi con l’impiego di CO2, riducendo così l’azione cruenta. RADAR Connect è progettata specificatamente per soddisfare le esigenze di segmenti di mercato ad alto rischio, dove la presenza di topi non può essere tollerata, grazie al suo meccanismo di completo isolamento, infatti, aiuta ad eliminare qualsiasi rischio di contaminazione.
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RADAR Connect (immagine concessa)
  • Dual AutoGate (DAG) Connect: soluzione intelligente per la derattizzazione in area esterna, che utilizza un meccanismo di sportello automatico per consentire l’accesso all’esca tossica solo in caso di reale necessità. Progettato in conformità̀ con le più recenti normative europee, il dispositivo Rentokil Dual AutoGate vanta l’utilizzo di una tecnologia brevettata, unica sul mercato, per il controllo dell’accesso dei roditori alle esche tossiche. Consente un’azione derattizzante immediata, in caso di provata infestazione, e fornisce informazioni sui livelli di attività dei roditori, tenendo traccia del numero di attivazioni dalla prima rilevazione (analisi aree di rischio).
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Dual AutoGate (DAG) Connect (immagine concessa)
  • Rat Riddance Connect: postazione a scatto connessa, ad azione immediata, sviluppata e rigorosamente testata per le aziende alimentari, sanitarie e farmaceutiche che devono soddisfare stringenti standard con soluzioni non tossiche per proteggere le loro zone ad alto rischio. Utilizzabile sia in area interna che esterna, Rat Riddance Connect garantisce la cattura e l’abbattimento rapido dei roditori scongiurando il rischio di infestazioni e contaminazioni in aree sensibili.

Tutte le soluzioni che fanno parte della gamma PestConnect hanno una tecnologia a sensore che monitora costantemente le attività 24/7, 365 giorni all’anno. Il vantaggio della connessione permette di studiare il caso del cliente in ogni momento, intervenendo contestualmente al manifestarsi di un passaggio e/o di una cattura.

Il sistema è altamente affidabile e fornisce notifiche anticipate agli esperti Rentokil in caso di possibili problematiche che potrebbero causare la perdita di dati.

PestConnect è connesso alla piattaforma myRentokil, il sistema di reportistica online in grado di fornire al cliente informazioni dettagliate ed analisi sull’andamento delle infestazioni, fornendo inoltre, trasparenza end-to-end con report programmati.

PestConnect è un sistema che permette di mitigare l’impatto sull’ambiente

Tutte le postazioni infatti possono essere riutilizzate dopo la cattura dell’infestante, evitando l’installazione di una trappola nuova dopo ogni cattura.

Nel caso di DAG Connect, viene ridotta al minimo la diffusione di esche tossiche nell’ambiente, così da non coinvolgere animali non target. Grazie a PestConnect gli interventi dei tecnici sono più mirati, perché si spostano solo nel momento in cui myRentokil invia una segnalazione, dedicando meno tempo al controllo delle trappole e più tempo alla gestione proattiva degli infestanti.

Infine, PestConnect e myRentokil hanno ottenuto a livello globale la certificazione ISO27001, uno standard che attesta la corretta gestione e sicurezza delle informazioni. Maggiori informazioni su PestConnect sono disponibili sul sito Rentokil.

Cacao: ecco la sua odissea in America in 5000 anni di storia

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Le fave di cacao (Pixabay licensed)

Secondo un articolo pubblicato su Scientific Reports l’albero Theobroma cacao potrebbe essersi diffuso dal bacino amazzonico alle diverse regioni dell’America meridionale e centrale 5000 anni fa attraverso rotte commerciali. Claire Lanaud e colleghi hanno analizzato i residui di 352 oggetti in ceramica provenienti da 19 culture precolombiane che vanno da circa 5900 a 400 anni fa in Ecuador, Colombia, Perù, Messico, Belize e Panama. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Fede e Ragione.

La storia del cacao

MILANO – L’albero del cacao (Theobroma cacao), i cui semi (cacao) vengono utilizzati per produrre prodotti tra cui cioccolato, liquori e burro di cacao, potrebbe essersi diffuso dal bacino amazzonico alle altre regioni dell’America meridionale e centrale almeno 5000 anni fa attraverso rotte commerciali, suggerisce un articolo pubblicato su Scientific Reports.

Questi risultati, basati su residui in antichi recipienti, rivelano come venivano allevati diversi ceppi di albero di cacao e suggeriscono che i prodotti a base di cacao erano più ampiamente utilizzati tra le antiche culture del Sud e del Centro America di quanto si pensasse in precedenza.

Il moderno albero del cacao – il cui nome scientifico significa “il cibo degli dei” – è una delle colture più importanti del mondo.

Esistono undici gruppi genetici conosciuti, inclusi i ceppi Criollo e Nacional ampiamente utilizzati. Sebbene sia risaputo che l’albero del cacao fosse originariamente addomesticato nel bacino superiore dell’Amazzonia, non è chiaro come il suo utilizzo da parte di altre culture si sia diffuso in tutto il Sud e Centro America.

Claire Lanaud e colleghi hanno analizzato i residui di 352 oggetti in ceramica provenienti da 19 culture precolombiane che vanno da circa 5900 a 400 anni fa in Ecuador, Colombia, Perù, Messico, Belize e Panama.

Gli autori hanno testato la presenza del dna del cacao antico e di tre componenti metilxantina (delicato stimolante) presenti nei moderni ceppi di T. cacao – teobromina, teofillina e caffeina – per identificare i residui antichi di T. cacao.

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L’UE potrebbe rinviare in parte il regolamento sulla deforestazione (Eudr)

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Il simbolo della Commissione Europea

MILANO – L’Europa intende rinviare la piena attuazione dell’Eudr, il nuovo regolamento UE sulla deforestazione. Lo sostiene in Financial Times, la più importante testata economica europea, nonché il marchio mediatico più affidabile al mondo, nelle valutazioni degli addetti ai lavori. Secondo il quotidiano della City, che cita “tre alti funzionari di Bruxelles”, le autorità europee metterebbero in pausa il sistema di valutazione dei rischi (c.d. “sistema a semaforo”), la cui applicazione è prevista a partire da fine dicembre, e che divide i paesi in tre categorie di rischio (“alto, standard, basso”).

Il sistema dei semafori si avvale di parametri quali: il tasso di degrado del suolo, l’espansione delle attività agricole, nonché le evidenze fornite da comunità indigene e ong.

Ogni paese sarebbe considerato a rischio standard. Tutti avrebbero così più tempo per adeguarsi alla norma.

La decisione andrebbe incontro a quanto richiesto da numerosi governi di Asia, Africa e America latina, che lamentano la gravosità delle disposizioni e l’ingiusto fardello che esse comportano.

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Cristina Caroli sull’intervento dello psichiatra Paolo Crepet (che ha dato dell’imbecille ai baristi): “La nostra sfida più grande? Superare ogni giorno supponenza e maleducazione”

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Un primo piano di Cristina Caroli (foto concessa) sca
Un primo piano di Cristina Caroli (foto concessa)

Cristina Caroli rientra tra le figure di spicco della coffee community grazie ai ruoli istituzionali ricoperti in Sca Italy, ma anche in qualità di divulgatrice e appassionata sostenitrice del caffè. L’esperta del chicco parla questa volta dell’intervento di Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, saggista e opinionista, il quale ha definito in un intervento i baristi che servono i cappuccini decorati ai propri clienti degli “imbecilli”. Leggiamo di seguito la risposta di Cristina Caroli.

La risposta di Cristina Caroli a Paolo Crepet

MILANO – “Ciò che viene pubblicato in maniera anche compulsiva nelle varie piattaforme che il web offre, lo sappiamo tutti, è della più varia natura e spesso rappresentativo del vuoto pneumatico. Si tratta molto spesso di una abitudine irrinunciabile quella di fotografare qualunque cosa ci si para di fronte e di condividere poi lo scatto con gli altri attraverso i social.

La critica di un opinionista televisivo, tra l’altro sociologo, ci può anche stare. Siamo tutti un pochino bulimici di contenuti, ossessionati da questa quantità enorme di immagini di qualunque genere da guardare o da pubblicare, e spesso ci facciamo prendere la mano, ammettiamolo, ma questa volta la critica assume un tono completamente diverso.

A farne le spese non sono gli utenti che hanno la sciagurata idea di condividere la fotografia di una tazza di cappuccino decorato, bensì i baristi che servono i cappuccini decorati ai propri clienti, che vengono definiti dall’esimio opinionista Crepet degli imbecilli durante un suo intervento diffuso poi, guarda caso, attraverso i social e precisamente un canale Youtube.

Un po’ perché sono barista e un po’ perché detesto le persone teoricamente di cultura, ma che per vezzo o per strappare una risata, si abbandonano a insulti gratuiti nei confronti di categorie intere di persone, vorrei entrare nel merito.

Il signor Crepet emette un giudizio del genere senza avere mai sperimentato neanche per cinque minuti il tipo di vita che queste persone fanno, e soprattutto offendendo persone che lavorano in modo professionale, attento, appropriato, educato: qui non stiamo parlando di persone becere che hanno atteggiamenti stupidi.

Coloro che vengono definiti imbecilli, non solo lavorano, tanto e in fretta e furia rispettando i tempi dell’italiano medio al bancone – che sono più o meno quelli che intercorrono tra il verde al semaforo e il colpo di clacson dall’auto che ti sta dietro dietro – ma lo fanno magari sorridendo e riuscendo ad inserire in un servizio velocissimo, e neanche considerato, la ricercatezza di una decorazione in un cappuccino estratto a regola d’arte.

Non è di certo l’insulto a toccarmi, perché so benissimo che in questo confronto l’imbecille non sono io o i miei colleghi, ma perché quando ci si pone al di sopra degli altri sottolineando titoli accademici e dilettandosi a fare gli opinionisti, cioè giudicare a pagamento altre persone, bisognerebbe avere la correttezza e la deontologia di capire quando si va oltre un certo limite.

Non sono una sociologa ma mi sono chiesta perché questo insulto gratuito? Forse perché la figura del barista in Italia non è rispettata? Forse perché al lavoro che fa il barista quotidianamente, ovvero erogare delle tazzine di caffè o cappuccino non viene dato nessun valore?

Quello che trovo seccante è che questa persona ha audience, quindi influenza spettatori che poi saranno clienti nei nostri locali.

L’episodio è rappresentativo di un luogo comune, della incapacità di riconoscere da parte di molte persone lo sforzo che viene fatto e il sacrificio da parte di baristi che investono per qualificarsi professionalmente proprio per fare queste cose … che poi vengono definite “da imbecilli” da una persona superficiale che invece si professa conoscitore della mente umana e degli aspetti sociologici, oltre che educatore: questa è la cosa che mi fa più ridere.

Quindi ci dia pure degli imbecilli il signor Crepet, la cosa non ci tocca, perché continueremo con orgoglio professionale a presentare ciò che facciamo nel migliore dei modi, anche a persone come lui che non sono in grado di apprezzarlo, perché la sfida più grande nel nostro mestiere non è la fatica: ma è superare ogni giorno la supponenza e, a volte, la maleducazione“.

Anche Carmen Clemente, campionessa mondiale, risponde: “Ragazzi facciamogliela vedere per bene la differenza”

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Lo show della campionessa di Latte art Carmen Clemente, presso OraSì Barista e Martini Frozen (immagine concessa)

MILANO – Negli anni in cui sempre più si cerca nella community del caffè di qualità, di spingere per la formazione del barista, sfruttando anche tecniche complesse quanto esteticamente attraenti per i clienti come la latte art, arriva un duro colpo fuori dalla bolla di addetti ai lavori: Paolo Crepet appare su internet con un suo intervento non troppo lusinghiero per la categoria. Ed ecco che arrivano le reazioni: di seguito, quella della campionessa mondiale Carmen Clemente.

Clemente replica a Crepet

“Un collega mi ha inviato attraverso un messaggio personale il video di Crepet, pubblicato da una pagina You Tube nel quale venivano definiti “imbecilli” i baristi che decorano i cappuccini.

Sono rimasta colpita dal fatto che un personaggio di grandissima audience come Crepet si sia permesso di commentare in modo così dispregiativo il lavoro di un’intera categoria, soprattutto un lavoro che vuole trasmettere attenzione per il cliente ,e ho voluto rispondere attraverso i social con un REEL, una forma di comunicazione che utilizzo con piacere, perché molto diretta e immediata.

Come vive il fatto che ci sia ancora un pregiudizio nei confronti della vostra professione?

“Perché alla fine è un approccio che si riflette anche sulle nuove leve, che ovviamente non si sentono di investire informazione per un mestiere ancora così svalutato.

Manuela ed io abbiamo un passato da bariste e quindi abbiamo vissuto sulla nostra pelle questo tipo di visione gretta ma, d’altro canto, abbiamo anche lottato fortemente per affermare l’importanza della professionalità e della bellezza nel servizio che sembra così quotidiano e così banale.

Per esperienza possiamo assicurare che un servizio di caffetteria arricchito di valore aggiunto come quello di una bevanda al latte correttamente e piacevolmente servita, può fare la differenza anche dal punto di vista del marketing vero e proprio del locale che lo applica.

Clemente: “Ci abbiamo creduto talmente tanto da avere basato la nostra vita professionale su questo”

“E abbiamo portato ai massimi livelli l’espressione della Latte Art a livello mondiale e in diversi circuiti e discipline con titoli mondiali in rappresentanza dell’Italia.

Sono tantissimi i baristi, giovani e anche meno giovani, che abbiamo formato, tutti animati dalla volontà di essere professionisti migliori, preparati e in grado di fare la differenza nello staff di un locale.

I loro feedback sono incredibili e a volte quasi commoventi e quindi non posso che dire: ragazzi facciamogliela vedere la differenza, soprattutto agli scettici…”

La Latte Art è un’arma vincente, e investire su se stessi porta a grandi soddisfazioni!

Tutti i riferimenti riferimenti della Accademia sono sul sito www.latteart

Il video