venerdì 28 Novembre 2025
Home Blog Pagina 518

Lavazza al femminile, dal chicco alla tazzina in un webinar inclusivo

0
Women's Day Lavazza
Women's Day Lavazza

MILANO – Quale occasione migliore se non l’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, per incontrare alcune delle protagoniste del settore caffè lungo tutta la filiera? Lavazza si è fatta portavoce per sottolineare l’importanza dei ruoli che spesso le figure femminili ricoprono nel mondo del chicco, raccontando alcuni progetti sviluppati dalla Fondazione Lavazza a sostegno dell’empowerment delle donne coinvolte nella supply chain.

Questo è stato il focus del webinar “This is (not) a girls’ job: how women shape the coffee industry”.

Veronica Rossi (Senior Sustainability Manager, Gruppo Lavazza e Responsabile della Fondazione Lavazza) e Mariasilvia Scippa, (Diversity & Inclusion at Lavazza Group Gruppo Lavazza) hanno gestito la discussione corale, collegate da remoto con tutti i partecipanti.

Inoltre, l’11 marzo, in occasione della 68a sessione della Commission on the Status of Women, Lavazza inaugurerà la mostra del Calendario Lavazza 2024, More than Us, che si svolgerà presso la Delegates Entrance della Sede Centrale delle Nazioni Unite.

Credits Steve McCurry Cuba

La mostra intende condurre lo spettatore in un viaggio visivo che celebra l’Africa, la sua gente e i suoi paesaggi, con particolare enfasi sull’empowerment e la promozione dell’imprenditoria femminile.

Accanto alla presenza istituzionale dell’ONU e degli Ambasciatori, all’evento parteciperanno Francesca Lavazza (membro del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Lavazza) e Veronica Rossi (Senior Sustainability Manager, Gruppo Lavazza e Responsabile della Fondazione Lavazza) insieme alla testimonianza di Sheila Ampumuza, rappresentante e direttrice del progetto Sawa.

Alcuni dati significativi per dare un po’ di contesto: nel settore il 70% della forza lavoro nei campi è femminile, ma solo il 30% dei territori è di proprietà delle donne. L’industria globale del beverage è coperta soltanto per il 30% da donne. La maggioranza della forza lavoro nei ristoranti, negli hotel e nei bar, è ancora una volta rappresentata da donne, ma solo il 30% di questi business sono gestiti e posseduti da loro.

Lavazza guida in un viaggio virtuale lungo la catena di valore del caffè, con sei brillanti leader.

Sono intervenute in ordine: Rina Mejia (produttrice di caffè dell’Honduras), Flavia Barbosa Paulino da Costa (esportatrice di caffè e direttrice di Exportadora Guaxupé, Brasile), Francesca Dangelico (responsabile sviluppo e innovazione alimentare di Lavazza, Italia), Susanne Wege (Direttrice Generale regione DACH & Poland di Lavazza, Germania) e Giselle Sebenello (barista e imprenditrice italiana).

L’evento ha incluso anche una testimonianza di Sheila Ampumuza (Country Director di SAWA World) sul progetto Sawa.

Rina Mejia (produttrice di caffè dell’Honduras): Quali sono gli aspetti più importanti per un produttore di caffè per coltivare chicchi di qualità e quali sono le principali sfide da imprenditrice?

“Come produttrice che si pone l’obiettivo di coltivare grani di buona qualità, devo affrontare grandi sfide. La cosa più importante da fare come farmer è accedere alla formazione per appassionarsi al mondo del caffè e aggiornarmi costantemente.

Ogni giorno impariamo qualcosa in più. Al contrario, continuando a lavorare senza formazione, non progrediremo. La più grande sfida oggi è il cambiamento climatico e le nostre stesse aziende agricole hanno bisogno di molto sostegno.

Il meteo cambia velocemente, dal caldo eccessivo alla grande pioggia e senza essere preparati non potremo evolverci. Importante quindi essere formati adeguatamente per fronteggiare ad esempio, le malattie delle piante. Solo così avremo una percentuale di produzione ottima.

Come donne affrontiamo ogni giorno il problema del non avere spazio per l’apprendimento che è invece necessario per possedere le giuste conoscenze. Dobbiamo sfruttare le occasioni per formarci e così sapere sempre di più. Ancora ci sono molti ostacoli sul cammino delle imprenditrici e se non siamo preparate, non potremo andare avanti. Essere donne già rende le cose difficili – è già una sfida – e per questo dobbiamo aprirci più strade per permetterci di svilupparci.

E’ complesso per noi, da donne, avere accesso al credito, spesso non riusciamo a sviluppare i nostri sogni e le nostre idee. Ci manca a volte la parte più importante: quella finanziaria, quando invece c’è bisogno di un ingente investimento per un’azienda agricola che desidera produrre un buon caffè.”

Flavia Barbosa

Imprenditrice di un’azienda con un milione di sacchi esportati e produttrice: qual è il suo ruolo di ponte tra i coltivatori e i mercati internazionali? Il business del caffè è buono per generare sviluppo economico e sociale?

“La parte più importante è la sicurezza: chi lavora in un’azienda agricola deve essere al sicuro. Rappresentiamo tutti i produttori della nostra zona, effettuiamo analisi, capiamo cosa è necessario per loro, abbiamo una serie di varietà disponibili a seconda dal suolo, e di tante variabili.

Inoltre ci occupiamo del tema della finanza: è fondamentale avere accesso al credito e tutti coloro che vogliono vendere caffè devono essere flessibili quando si fissa un prezzo. Bisogna cercare di mantenerlo stabile, perché spesso in certi momenti dell’anno si avverte una certa pressione.

Quando cerchiamo di stare vicino ai nostri produttori, siamo capaci di comprendere cosa vogliono i consumatori, i player internazionali, di cosa ha bisogno il nostro pianeta. E’ bene anche interrompere lo sfruttamento continuo del suolo.

Poi, sicuramente penso che il caffè sia un buon business per favorire lo sviluppo economico e sociale: esportiamo circa 30 milioni di sacchi dal Brasile e generiamo più o meno 8,5 miliardi di dollari, e quasi il 90% di questo valore va direttamente nelle casse dei produttori.

Dal punto di vista sociale nel Minas Gerais e nelle città di questo Stato, i produttori di caffè hanno un indice sociale migliore rispetto alle città che non sono in zone dove si produce caffè, che quindi si dimostra un asset strategico. Le donne stanno colmando una lacuna che prima non c’era: quando parliamo di tracciabilità, sostenibilità o altri aspetti legati alla sicurezza, noi donne aiutiamo. ”

Francesca Dangelico

Il pattern dei consumatori, i loro gusti, per creare nuovi prodotti. Cosa affascina del caffè, si può fare innovazione anche in questo settore?

“Come possiamo trasformare il caffè non solo in una bevanda, ma in una fonte di ispirazione e sostenibilità per tutti noi? Innanzitutto sappiamo che non è soltanto un prodotto, ma una connessione tra diversi continenti, culture, così come sappiamo che deve affrontare tante sfide – cambiamento climatico, malattie, disuguaglianza sociale, l’aumento dei prezzi – ed alcune cose sono state fatte.

Come possiamo proteggere l’ambiente? Sostenendo l’agricoltura rigenerativa: in alcuni campi sperimentali siamo studiando nuovi ecosistemi e varietà in grado di affrontare l’impatto ambientale. Stiamo anche misurando la loro resilienza. E’ un progetto ampio, un viaggio che è possibile grazie alla nostra tecnologia.

Ad esempio, oggi sappiamo che la fermentazione è qualcosa di naturale nel caffè, ma la parte innovativa sta nel personalizzare questo processo per ottenere un profilo sensoriale differente, più attraente per le nuove generazioni. La diversità e l’agricoltura rigenerativa sono esempi di come applicare l’innovazione dando più valore nella nostra supply chain.”

Susanne Wege

Focus sulle preferenze dei consumatori. Quali sono le tendenze oggi nel consumo del caffè? Quali sono le sfide del mercato?

“Quando parliamo del consumatore parliamo di persone che bevono il caffè: rappresento il mercato dell’Europa, un continente composto da Paesi in cui è una bevanda molto popolare e consolidata, un po’ come se fosse la nostra colla sociale, in seconda posizione dopo l’acqua per consumo. Tutti i mercati che seguo totalizzano più di 160 litri di caffè all’anno per persona.

Ma uscendo dall’Europa, menzioniamo i Paesi asiatici che vedono una crescita per il caffè: in primis abbiamo il Giappone, con un rialzo tra i giovani, seguito dalla Cina dove le nuove generazioni sono sempre più interessate alla bevanda.

Se guardiamo poi ad ovest, al Sud America, il caffè è sempre più una bevanda popolare. Ci sono dunque ancora possibilità di crescita non solo in termini di quantità ma anche di qualità. Tutto ciò fa parte della nostra politica di innovazione. I consumatori sono curiosi, vogliono provare nuove ricette e sono ancora più coinvolti, conoscendo più informazioni sul caffè.

Abbiamo anche delle limitazioni, che però diventano una sfida: sarà disponibile sempre meno caffè, soprattutto se non facciamo niente per fronteggiare il cambiamento climatico. Nel 2050 potremmo avere metà della produzione attuale.

Dobbiamo rappresentare la voce del consumatore per poter trasmettergli tutto ciò che è necessario per avere un’ottima tazza di caffè. Vogliamo che paghino un po’ di più per avere un prezzo equo verso tutti coloro che lavorano nella filiera, con un reddito degno.”

Giselle Sebenello

Cos’è importante per chi ha un bar? Servire il caffè al meglio. Giselle lo prepara al meglio: quali sono le opportunità e le sfide per un’imprenditrice barista. Quali progetti sviluppa con la Fondazione Lavazza – ha assunto un barista rifugiato – e quanto è importante la formazione per una barista?

“Gestisco un bar speciale a Torino, che usa Caffè Lavazza. L’importante nel servire un buon caffè è che una gioia ricevere i nostri clienti e vederli soddisfatti. Il caffè non è solo una bevanda, ma un momento di meditazione, un punto di forza per affrontare la giornata, una possibilità di rilassarsi a colazione.

Quindi oltre servire una tazzina, bisogna essere sensibili non soltanto alla temperatura corretta, ma anche agli aspetti psicologici. Formare qualcuno nel mio bar “Amen” è un ottimo spunto: chi comincia da noi non sa niente sul caffè, e alla fine di un percorso di tre anni è diventato un ottimo barista.

Lavazza ha un ruolo fondamentale in questo, occupandosi di una settimana di affiancamento approfondito. Abbiamo avuto dei ragazzi che vengono da noi e poi restano proprio perché si entusiasmano e sono orgogliosi.”

Una domanda provocatoria per tutte: se foste state un uomo la vostra carriera nel mondo del caffè, sarebbe stata diversa? Migliore o peggiore, eventualmente?

Rina Mejia: “Mi piace essere donna. Ho avuto molte opportunità in quanto donna. Credo che un uomo, nell’azienda agricola, sia importante per la forza fisica. Ma mi sono formata, ho coinvolto la mia famiglia che ha iniziato ad amare l’agricoltura e il caffè. Se fossi stata un uomo non ci sarei riuscita allo stesso modo: se è un uomo al comando, di solito è lui che fa tutto e la donna resta un passo indietro. Le donne c’erano, ma non prendevano decisioni: io invece lo faccio. Se noi ci formiamo, se diventiamo più forti, possiamo fare tutto. Il mondo del caffè è ampio e possiamo trovare tutti il nostro spazio.”

Flavia Barbosa: “Ho pensato più volte a questa domanda e la risposta penso sia no: ho lavorato in una banca per 7 anni prima di entrare nel settore del caffè e avevo un’altra prospettiva: se fossi un uomo forse la vita sarebbe stata più facile. E’ una sfida essere una madre lavoratrice, tante volte c’è da lottare e da far fronte alle aspettative degli altri. Però essere donna è speciale, così come lavorare in questo settore. I movimenti ecologici, di sostenibilità anche sociale, ci permettono come donne di pensare maggiormente alla salute, alla sicurezza, alla cura dell’ambiente. Abbiamo degli spazi da occupare con la nostra sensibilità particolare, siamo privilegiate.”

Francesca Dangelico

“Penso che se fossi stata un uomo la mia carriera sarebbe stata la stessa, ma più facile. Essere una leader donna, non è solo una posizione apicale di cui essere orgogliose, ma anche una difficoltà, perché si deve sempre in qualche modo dimostrare la propria credibilità nell’organizzazione e cercare sostegno, creare alleanze.

Diversi stili possono nutrire creatività e migliorare processi decisionali ma richiedono ulteriori sforzi. Il Gruppo Lavazza ha introdotto tante attività per implementare le politiche di genere, il gender balance, i prodotti che aiutano la leadership femminile. E’ una sfida quotidiana e collettiva per un cambiamento positivo.”

Susanne Wege

“Anch’io ho riflettuto su questa domanda e posso affermare che con un background commerciale in un ambito come il general management marketing, ci sia bisogno di avere supporto sia dagli uomini che dalle donne.

Lavoro in una categoria che non avrebbe probabilmente mostrato diverse opportunità essendo donna o uomo. Nel general management però, troviamo ancora donne sottorappresentate in termini quantitativi: vediamo uomini, fondatori, che hanno questo ruolo. In conclusione penso che noi tutte siamo donne coraggiose in questo momento della storia, perché abbiamo la possibilità di fare la differenza.”

Giselle Sebenello

“Potrei raccogliere tutte le dichiarazioni delle amiche online: la vita forse sarebbe stata più semplice in tutti i settori. Sappiamo che essere madre e lavorare full time, pensando al futuro e dedicare il presente a figli e professione, è complicato. Tuttavia, in qualità di imprenditrice penso di non aver lasciato nulla di irrisolto e quindi penso di poter raggiungere qualsiasi mio obiettivo”.

Sheila Ampumuza si unisce alle altre relatrici:

La speranza trasmessa ai giovani che non hanno nulla, attraverso formazione, incoraggiamento verso l’imprenditoria.

Qual è l’esperienza con le giovani donne? Come possiamo sostenerle affinché possano abbracciare questa sfida e diventare imprenditrici?

“Ho avuto il privilegio di partecipare alle iniziative avviate in Uganda in diverse regioni attraverso le quali cerchiamo di incoraggiare le donne nella consapevolezza, nella creatività, permettendo loro di aumentare la loro capacità di fare impresa. Anex ne è l’esempio, da fondatrice di una casa particolare, in cui l’accoglienza di altre donne single dà la possibilità di garantire un’educazione ai propri figli.

Anex è andata a Kampala per poter completare il suo percorso formativo, mentre altri si occupavano dei suoi bambini. Siamo così riusciti ad accompagnarla nel diventare imprenditrice: ha continuato la sua carriera ed è diventata fonte di ispirazione per altre donne che hanno tratto sostegno da lei, aprendo altre case di questo genere.

Le donne hanno maggiori difficoltà ed esistono delle barriere sociali contro cui scontrarsi. Sono però molto fiduciosa in un miglioramento nel futuro, attraverso partnership come quella con Fondazione Lavazza.”

Una parola, una frase, di incoraggiamento da condividere con altre donne che vogliono svolgere un ruolo fondamentale nel settore caffè?

Rina Mejia:”Nel mondo del caffè ci sono tanti lavori, molte cose da fare. Tutte noi siamo donne, ci siamo proposte e ci siamo riuscite. Il caffè può essere una fonte di lavoro, un’opportunità per tutte noi. Le donne possono farcela.”

Flavia Barbosa: “E’ tutto possibile se lo si vuole.”
Francesca Dangelico:”Siate resilienti come la piante del caffè e autentiche.”
Susanne Wege:”E’ fantastico il viaggio che possiamo compiere insieme.”
Giselle Sebenello: “Possiamo scegliere la nostra vita.”
Sheila Ampumuza:” Alle donne dei paesi d’origine: dobbiamo farcela con le nostre risorse.”

La Fondazione Lavazza è stata istituita nel 2004 e quest’anno celebra 20 anni di attività.

Oggi, ha in corso 33 progetti in 21 paesi e 3 continenti, a sostegno di quasi 190.000 coltivatori di caffè. L’empowerment femminile è uno dei pilastri portanti dei progetti della Fondazione Lavazza.

Fornendo accesso a istruzione, formazione e risorse, la Fondazione aiuta ad abbattere le barriere, consentendo alle donne di assumere ruoli di leadership nelle loro comunità. Questo tipo di approccio è utile non solo per le singole donne, ma anche per l’intera comunità dei coltivatori di caffè e rafforza l’intera supply chain, promuovendo una maggiore uguaglianza di genere e sostenibilità.

La Fondazione Lavazza, insieme alla ONG Sawa World, ha istituito il progetto “Ujana Coffee Project”, un’iniziativa che sostiene i giovani, fornendo risorse locali e opportunità di cambiamento, rivolgendosi specificamente ai piccoli coltivatori di caffè.

In tre anni, il progetto ha promosso l’imprenditoria tra 765 giovani, dando luogo alla creazione di 343 microimprese. Questi giovani imprenditori hanno ottenuto un aumento del reddito mensile pari al 25%, ispirando oltre 5.000 altre persone e diventando capaci di contribuire finanziariamente al benessere delle proprie famiglie.

In particolare, il 40% degli Ambasciatori dell’Ujana Coffee Project sono donne, una percentuale molto significativa se si considera il contesto socioeconomico dell’area interessata dal progetto.

Centinaia di donne hanno risposto con spirito proattivo al progetto, ideando e quindi sviluppando una serie di microimprese, creando a loro volta un circolo virtuoso: altre centinaia di donne sono state coinvolte e contattate grazie a programmi di formazione in presenza e online, stabilendo così un’importante cultura di empowerment femminile nelle aree previste dal progetto.

Inoltre, il team Sawa World è coordinato da Daphne Nederhorst, una delle protagoniste del Calendario Lavazza 2018. Il team è composto principalmente da donne, un ulteriore contributo alla diffusione dei modelli di ruolo femminili nelle comunità che rientrano nel progetto.

Sheila Ampumuza è il Country Director e ora dirige il team. Sheila, dopo quasi 10 anni come Country Director di Sawa World, è non solo esperta nel supporto ai giovani del suo paese, l’Uganda, ma è diventata una figura di riferimento per molte giovani donne locali, grazie al suo impegno nella promozione del grande valore dell’istruzione e della tecnologia.

Infine, alla luce dell’impatto particolarmente positivo e di vasta portata dei risultati del primo triennio del progetto, la Fondazione ha divulgato Sawa World e il suo approccio semplice ma efficace presso diversi operatori della catena del caffè in Uganda, in modo che anche altre organizzazioni intervengano per supportare il progetto nelle comunità ugandesi dei coltivatori di caffè in cui operano. Diffondere prassi efficaci all’insegna del valore della collaborazione, ecco il concetto “More Than Us” che ispira il Calendario Lavazza 2024.

Scotman Ice conferma la sua internazionalità: presente a Internorga di Amburgo, AAHR di Nuova Dehli e THAIFEX di Bangkok

0
scotsman ice
Scotsman Ice a Internorga ad Amburgo ad AAHAR a Nuova Delhi e THAIFEX a Bangkok (immagine concessa)

MILANO – Scotsman Ice, leader mondiale nella produzione di macchine per il ghiaccio, fa di nuovo notizia con la sua partecipazione contemporanea a tre importanti eventi in diversi continenti. Da Internorga ad Amburgo ad AAHAR a Nuova Delhi e THAIFEX a Bangkok, Scotsman Ice riafferma la sua presenza internazionale e il suo impegno per l’eccellenza nel settore del ghiaccio.

Internorga Amburgo con HIBU

Dall’8 al 12 marzo, Scotsman Ice espone a Internorga ad Amburgo, in Germania, in collaborazione con HIBU, il suo stimato distributore nel Paese.

Internorga, conosciuta come la principale fiera europea per il settore alberghiero, della ristorazione, del catering, della panificazione e della pasticceria, rappresenta la piattaforma perfetta per Scotsman Ice per presentare le sue ultime innovazioni e confrontarsi con i professionisti del settore.

AAHAR Nuova Delhi con Mittal International

Contemporaneamente, Scotsman Ice ha partecipato all’AAHAR di Nuova Delhi, in India, dal 7 al 10 marzo, in collaborazione con Mittal International, l’esclusivo distributore in tutta l’India.

AAHAR è la più grande fiera asiatica del cibo e dell’ospitalità, che attira espositori e visitatori da tutto il mondo.

La presenza dell’azienda all’AAHAR ha sottolineato il suo impegno a soddisfare le esigenze del settore food service indiano con soluzioni di ghiaccio all’avanguardia.

THAIFEX Bangkok con NT ICE PRO

Terminata l’8 marzo, dopo 3 giorni pieni, Scotsman Ice ha esposto i suoi prodotti innovativi al THAIFEX di Bangkok, in Thailandia, insieme al suo distributore tailandese.

Il THAIFEX è la più grande fiera asiatica del settore alimentare e delle bevande e ha offerto a Scotsman Ice una piattaforma per entrare in contatto con i professionisti del settore e dimostrare il suo impegno per l’eccellenza nel mercato tailandese.

Visione globale, competenza locale

Con la partecipazione simultanea a questi tre grandi eventi, l’azienda ha dimostrato la sua portata globale e la sua esperienza locale.

Che sia in Europa, in Asia o altrove, Scotsman Ice rimane all’avanguardia del settore, fornendo soluzioni innovative per il ghiaccio che soddisfano le esigenze uniche dei clienti di tutto il mondo.

Le ultime innovazioni allo stand di Scotsman Ice

Se si partecipa a Internorga, ci si assicuri di visitare lo stand di Scotsman Ice per esplorare le ultime innovazioni dell’azienda e scoprire come possono migliorare la propria esperienza con il ghiaccio.

1895 Coffee designers by Lavazza protagonista di Identità golose Milano con tanta innovazione e ricerca per i più grandi chef

0
Lavazza 1895 Identità golose 2024
Il programma di 1895 Coffee designers by Lavazza per Identità Golose Milano 2024

MILANO – 1895 Coffee Designers by Lavazza è ritornato a Identità Milano, il Congresso italiano di cucina giunto alla sua alla diciannovesima edizione, che si svolge dal 9 e sino marzo con il tema “Non esiste Innovazione senza disobbedienza: la rivoluzione oggi”. Seguendo proprio questo focus, il brand farà fede al proprio approccio “rivoluzionario” nel mondo dello Specialty Coffee, un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con precisione e armonia, nel pieno rispetto dello stile italiano.

«Se una tradizione nasce da una novità, una novità da dove nasce?», afferma Michele Cannone, Lavazza Brand Away from Home Director, ispirandosi alle parole di Paolo Marchi, ideatore del Congresso: «La novità per 1895 Coffee Designers by Lavazza rappresenta un crocevia di continua ricerca, innovazione e scoperta che conta sull’approccio artigianale, sulla capacità e l’esperienza di un’anima industriale».

Michele Cannone Marketing Manager Lavazza
Michele Cannone, Lavazza Brand Away from Home Director

Un’anima eclettica capace di trasformare una piacevole abitudine in un vero e proprio rito da ripetere più volte durante la giornata, declinato in diversi appuntamenti, dalla prima colazione alla cena, passando per il break delle cinque, come afferma Michele Cannone.

«È sempre più evidente l’esigenza di aumentare la cultura del caffè, un’abitudine che rappresenta non solo un piacevole momento nelle pause quotidiane, ma un rituale a fine pasto. Per questo siamo sempre più convinti che qualificare l’offerta sia fondamentale così come rendere più consapevoli i consumatori, attraverso un percorso che coniuga sensibilità e gusto. Questi i due attributi che ci accompagneranno nel futuro»

Gli appuntamenti che 1895 Coffee Designers by Lavazza ha organizzato con rinomati protagonisti non solo del mondo dell’alta pasticceria ma anche del fine dining e dell’hôtellerie, si svolgono all’interno della 1895 Coffee Lounge, un vero e proprio hub dove gli ospiti potranno immergersi in un viaggio esperienziale nel mondo dei caffè di eccellenza, assicurandosi un’expertise memorabile arricchita dalla conoscenza dei Coffelier 1895, ricercatori o meglio esploratori del gusto, che accompagneranno gli ospiti nel mondo dello Specialty coffee.

Questo il dettaglio del programma completo

Sabato 9 marzo dalle 10.45 alle 11.30 e dalle 12.45 alle 13.30, la perfezione in tazza degli Specialty Coffee 1895 si combina con l’offerta gastronomica del Portrait di Milano, contraddistinta da un sapore e uno stile unico, firmata dell’executive chef Cesare Murzilli, da sempre grande appassionato di caffè.

executive chef Cesare Murzilli, da sempre grande appassionato di caffè.
L’executive chef Cesare Murzilli, da sempre grande appassionato di caffè.

«1895 Coffee Designers by Lavazza è stata da subito una piacevole scoperta» afferma Murzilli «Una selezione di prodotti di altissima qualità che raccontano una storia fondata sul rispetto della materia prima, dei fornitori e dei lavoratori e soprattutto sulla passione, proprio come la mia pasticceria, creata non solo da ingredienti di prima qualità ma dall’amore e dalla costante ricerca e desiderio che il mio team ed io abbiamo di migliorarci per offrire al cliente un momento di piacere indimenticabile».

Dalle 15.00 alle 16.00, 1895 Coffee Designers by Lavazza propone “Afternoon slow coffee”, un nuovo modo di vivere il tradizionale momento dell’afternoon tea. Qui, il tempo rallenta mentre ci si immerge nell’eleganza della collezione di 1895 attraverso Mora Azul, la nuova single origin della collezione, accompagnata dalle dolci creazioni dell’Executive Pastry Chef.

In campo c’era anche il classico e noto 15 Degrees South “dall’aroma floreale con note di Maracuja, vaniglia e mandarino”, come precisa il cartoncono d’assaggio proposto con la preparazione Moka, con la Aladina Lavazza disegnata da Cino Zucchi. Un caffè bello e buono, che non è comune.

Domenica 10 marzo, alle ore 11 e alle ore 12, 1895 Coffe Designers by Lavazza, regala ai propri ospiti una colazione all’insegna dell’eccellenza italiana, servendo gli specialty coffee creati in esclusiva per la storica pasticceria milanese Marchesi 1824 e che accompagneranno la rinomata proposta dolce, curata dal Maître Pâtissier Diego Crosara.

La mattinata è stata arricchita arricchita anche da talk di approfondimento, a partire dalle ore 11.00, con Michele Cannone, Lavazza Brand Away from Home Director, sull’evoluzione del caffè nel mondo dell’alta pasticceria, dell’hôtellerie e del fine dining.

Dalle 15 alle 16 si potrà degustare in anteprima il rituale del caffè by Marchesi 1824. Un’occasione unica per celebrare il momento del caffè degustando la nuova single origin Precioso, studiata appositamente per Marchesi 1824 insieme al coffee designers 1895.

«Il caffè è sempre stato uno dei nostri elementi distintivi fin dai primi anni del Novecento, quando Pasticceria Marchesi divenne una rinomata caffetteria milanese», afferma il Pastry Art Director Diego Crosara.

«Oggi, portiamo avanti questa tradizione e valorizziamo questo ingrediente grazie al nostro Rituale da scoprire nei punti vendita e alla creazione dei nostri iconici prodotti al caffè, tra cui il tiramisù, il gelato e le brioches. Inoltre, stiamo lavorando su una nuova serie di creazioni dedicate che sarà lanciata ad aprile in occasione del nostro bicentenario».

Chiara Pavan del Venissa di Venezia
Chef Chiara Pavan del Venissa di Venezia

Lunedì 11 marzo, Chiara Pavan del Venissa offrire un’esperienza gastronomica in cui ogni portata è concepita come un’opera d’arte culinaria, resa ancora più unica da una selezione di specialty coffee 1895.

«Ho scelto di collaborare con questo brand, perché penso che sia un’eccellenza innovativa in Italia. Sono orgogliosa di scegliere un caffè così eccezionale, proveniente da microlotti di produzione di qualità altissima, che ne determinano all’origine le caratteristiche di sostenibilità ambientale ed etica del lavoro», speiga Pavan.

Gli appuntamenti di 1895 Coffee Designers by Lavazza si concludono con l’arte culinaria dello Chef Christian Costardi, che firmerà un tasting menu esclusivo per 1895.

«La reputazione internazionale del brand nel mondo del caffè è ineguagliabile e con 1895 Coffe Designers by Lavazza ci accomuna lo spirito d’innovazione e amore per l’artigianalità”, afferma Chef Costardi che prosegue ”La dedizione alla qualità e all’eccellenza, la continua innovazione nel settore e l’impegno per la sostenibilità sono temi importanti che tutti i giorni, entrambi, cerchiamo di portare avanti con grande impegno».

Lavazza è presente a Identità Golose anche con il ¡Tierra! Cuba Bar dove gli amanti del caffè potranno rilassarsi, assaporando i ricchi sapori di una miscela nata nelle piantagioni di Santiago e Granma, dove la Fondazione Lavazza persegue gli obiettivi di sostenibilità.

La scheda sintetica di 1895 Coffee Designers by Lavazza

1895 Coffee Designers by Lavazza è un brand nato ad ottobre del 2020 nel rispetto della grande eredità del Gruppo Lavazza.

Lavazza 1895
Bigne di Gino Fabbri con pralinato alla nocciola e confit di mango

1895 Coffee Designers by Lavazza è una storia ispirata dalla visione in cui il caffè d’eccellenza diventa un rito che esalta tutti i sensi. Un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con precisione, armonia e con una particolare attenzione alla sostenibilità.

Gli elementi connaturati nella progettualità di 1895 Coffee Designers by Lavazza sono la ricerca del prodotto, proveniente dalle aree più vocate al mondo, selezionato in piccole piantagioni sostenibili dagli esperti coffee designers. Culla e cuore pulsante del progetto è la Factory 1895 di Torino: progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), studio americano già ideatore del Museo Lavazza inaugurato nel 2018 a Torino, è il luogo in cui nascono i caffè di 1895 e dove è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza.

Lavazza 1895
La Factory 1895 by Lavazza di Settimo Torinese (foto concessa)

La collezione attualmente comprende 3 specialty blend, 3 monorigini e 1 microlotto, ognuna delle quali rappresenta al meglio l’interpretazione degli specialty coffee di 1895 by Lavazza.

Il brand mira ad essere un partner per realtà di eccellenza nel settore della pasticceria, caffetteria, ristorazione e hotellerie con le quali condivide i valori di innovazione, heritage, qualità creando esperienze di puro gusto.

La scheda sintetica di Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 2,7 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

lavazza
Il manifesto di Lavazza per lo sport (immagine: Lavazza)

È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi e circa 5.500 collaboratori in tutto il mondo. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

la perla coffee experience
La tazzina Lavazza a La Perla

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

tiramisù sù lavazza
Il Sù! (tiramisù) con il caffè Lavazza

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale.

“Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

lavazza
La tazzina Lavazza

Fipe, ristorazione: oltre 600mila le donne attive nel settore

0
fipe donne
Fipe a favore delle donne (immagine concessa)

ROMA – Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo donne imprenditrici di Fipe-Confcommercio, ha fatto il punto della situazione sulla questione della parità di genere nel settore della ristorazione. Fipe, afferma Valentina Picca Bianchi, si impegna ogni giorno a sostenere l’empowerment femminile attraverso iniziative e progetti condivisi, coaching e workshop specifici. Leggiamo di seguito le riflessioni del presidente.

Le donne nel settore della ristorazione

“Celebrare la Giornata internazionale della donna vuol dire onorare e riconoscere il ruolo attivo che le donne ricoprono come propulsore della società e del mondo produttivo.

Ad oggi, il settore della ristorazione conta oltre 600mila donne attive e 96mila imprese a conduzione femminile, pari all’8% delle imprese femminili nel terziario, sul totale di 1 milione e 242 mila in Italia.

Come Fipe ci impegniamo ogni giorno a sostenere l’empowerment femminile attraverso iniziative e progetti condivisi come SicurezzaVera, in collaborazione con la Polizia di Stato, molteplici percorsi di formazione, coaching e workshop specifici per sviluppare e rafforzare la cultura d’impresa al femminile.

Programmi e attività che stanno portando ottimi risultati nella diffusione delle tematiche afferenti alla cultura di genere.

Per sviluppare ulteriormente l’imprenditoria femminile, è necessario lavorare sulla costruzione di una cultura di genere condivisa, mirata a creare consapevolezza e sensibilizzare rispetto agli ostacoli e alle complicazioni che ancora oggi una donna trova nel percorso che la porta a fare impresa.

Auspico che si arrivi all’adozione di una visione paritaria e di uguaglianza tra donne e uomini. Si può e si deve fare di più”, conclude Picca Bianchi.

Caffè Moak vince il premio Impresa amica delle donne nel convegno 6come6.6libera

0
caffè moak
Caffè Moak al convegno Molestie e violenze sul lavoro: politica e imprese a confronto (immagine concessa)

ROMA – Mercoledì 6 marzo, Caffè Moak, azienda storica italiana del settore della torrefazione e distribuzione del caffè, ha preso parte al convegno Molestie e violenze sul lavoro: politica e imprese a confronto, tenutosi a Roma presso Palazzo Theodoli-Bianchelli alla Camera di Deputati e organizzato dall’Associazione 6come6.6libera, ideatrice del primo Osservatorio digitale 6libera.org, che riunisce per la prima volta politici, imprenditori e lavoratori per affrontare quella che si è dimostrata essere una vera e propria emergenza.

Caffè Moak vincitrice del premio Impresa amica delle donne

Basti pensare che, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio, l’88% delle donne che subiscono molestie e violenze sul luogo di lavoro non sporgono denuncia formale, una percentuale ancora più alta di quella dichiarata dall’Istat (81%).

Consapevole dell’attualità e gravità della situazione e credendo profondamente nella causa e nell’azione dell’Associazione 6libera, Caffè Moak ha deciso di prendere parte, come una delle aziende pioniere del progetto, al monitoraggio portato avanti dall’Osservatorio attraverso questionari somministrati a lavoratori e manager, i cui dati verranno presentati nella loro completezza a fine anno.

Essendosi distinta per la condotta etica e virtuosa, durante il convegno, l’azienda di Modica ha ricevuto il premio Impresa amica delle donne, ritirato dal patron, presidente e fondatore Giovanni Spadola.

Il convegno è stato un’occasione importante per riflettere sulle condizioni delle donne vittime di molestie e violenze sul lavoro nel nostro Paese, ma anche per discutere sugli interessi e gli impegni della politica, parti sociali e imprese per l’attuazione della legge di ratifica della convenzione internazionale ILO (International Labour Organization) sull’eliminazione di ogni forma di violenza nei luoghi di lavoro, firmata a Ginevra il 21 giugno 2019 e ratificata in Italia con la legge n. 4 del 15 gennaio 2021.

Con la firma della Convenzione ILO lo Stato italiano ha riconosciuto che violenza e molestie sul luogo di lavoro possono costituire una violazione dei diritti.

Caffè Moak continua in questo modo il proprio percorso di crescita, dimostrando di rivolgere grande attenzione a temi sensibili e attuali come quello della parità di genere e della lotta contro ogni tipo di violenza sul luogo di lavoro, sostenendo attivamente l’Associazione 6libera, e lo sviluppo e rafforzamento dell’Osservatorio.

La scheda sintetica di 6libera

6libera è un Osservatorio contro le violenze e le molestie nei luoghi di lavoro. La sua mission è aiutare i lavoratori e le lavoratrici a rendere il luogo di lavoro libero dalle violenze e dalle molestie, comprese quelle di genere, e quindi più sicuro e salutare per tutti. 6libera mira a diventare un punto digitale di osservazione distanziata e di ascolto per meglio comprendere e agire.

L’obiettivo è conoscere ciò che succede nei luoghi di lavoro e, attraverso questo strumento, acquisire maggiore consapevolezza dei comportamenti, atteggiamenti e convinzioni di lavoratori e datori di lavoro circa questo allarmante e diffuso fenomeno.

Per questo 6libera si attiva per raccogliere testimonianze anonime per comprendere meglio il fenomeno. Finalità dell’Osservatorio anche la diffusione di norme e regolamenti e rendere maggiormente consapevoli le imprese, magari fornendo la certificazione “Confare sicuro” per fare del luogo di lavoro un hub di sicurezza e salute per i lavoratori.

Per saperne di più basta cliccare qui

La scheda sintetica di Caffè Moak

Caffè Moak nasce nel 1967 a Modica, da un piccolo laboratorio siciliano a conduzione familiare. Oggi è un marchio globale nel settore della torrefazione e distribuzione del caffè. Grazie alla innata caparbietà di voler produrre il meglio e nel miglior modo, è presente in oltre 50 Paesi, con sedi distributive a New York, Francoforte, Dubai, Atene, Salonicco e Malta.

illycaffè: Mónica Mays conquista il riconoscimento illy SustainArt ad ARCOmadrid

0
illycaffè
Mónica Mays vincitrice del premio illy SustainArt (immagine concessa)

MADRID – Mónica Mays (Madrid, 1990), rappresentata dalla galleria Blue Velvet ha vinto il XVII Premio illy SustainArt con il progetto “In the Palm of Your Hands”. Il riconoscimento è stato istituito da illycaffè in collaborazione con ARCOmadrid per sostenere gli artisti emergenti. L’artista, che attualmente vive e lavora tra Madrid e Amsterdam, dopo aver studiato antropologia culturale all’ Università di New Orleans, nel 2015 si è laureata con lode all’École Supérieure des Arts Décoratifs di Strasburgo e nel 2017 ha conseguito un Master al Sandberg Instituut di Amsterdam.

L’arte di Mónica Mays si colloca in un terreno ibrido tra scultura, installazione e performance.

Indaga la simbologia degli oggetti tracciando narrazioni basate sull’autobiografia, sull’archivio storico e sulla conoscenza dei materiali. Con “In the Palm of Your Hands” l’artista indaga la pianta della palma a partire dalla sua simbologia biblica, dal suo immaginario paradisiaco e ornamentale.

La giuria, composta da Patrizia Sandretto Rebaudengo (curatrice e fondatrice della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Tania Pardo (Direttrice del Museo CA2M e del Centro de Arte Dos de Mayo), Ianko López (giornalista specializzato di Vanity Fair) e Carlo Bach (Direttore creativo di illycaffè), ha scelto l’opera di Mónica Mays fra le 10 che sono giunte in finale dopo essere state selezionate fra una rosa di 93 candidati con la seguente motivazione: il lavoro di Mónica Mays si è distinto per la forza con cui mescola elementi diversi in un processo di ricerca materica, basato sulla combinazione di oggetti provenienti dal mondo industriale con l’universo naturale e organico.

“Dare impulso alla carriera di giovani artisti meritevoli è uno degli obiettivi che si è data l’azienda da quando ha scelto di sostenere l’arte contemporanea – commenta Carlo Bach, direttore creativo di illycaffè – dopo 17 anni il premio illy SustainArt continua a crescere e ad attrarre l’interesse da parte delle moltissime gallerie che presentano progetti stimolanti, degli artisti che partecipano con entusiasmo e dei visitatori che sono sempre più numerosi durante l’evento”.

La cerimonia di premiazione si è svolta nello spazio illy all’interno della Fiera Internazionale d’Arte ARCOmadrid. Qui i visitatori hanno potuto parlare di Arte Contemporanea, degustare il blend illy e scoprire l’ultima illy Art Collection firmata dell’artista sudcoreano Lee Ufan.

Lo Spazio illy ha ospitato anche l’opera Costas Quentes“, realizzata da Cristina Mejías, vincitrice dell’edizione 2023 del Premio illy SustainArt.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi.

L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo.

Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.

Mazzer: il macinacaffè Philos si aggiudica l’iF Design Award 2024

0
mazzer philos
Mazzer Philos (immagine concessa)

VENEZIA – Mazzer annuncia che Philos è il vincitore dell’iF Design Award quest’anno nella disciplina “product design”. Il macinacaffè monodose ha conquistato la giuria di 132 membri, composta da esperti indipendenti provenienti da tutto il mondo, grazie al suo design unico, alla sua versatilità e ai suoi materiali pregiati.

Ogni anno, la più antica organizzazione indipendente di design del mondo, l’iF International Forum Design, organizza l’iF Design Award.

Con quasi 11.000 candidature provenienti da 72 Paesi, il premio di  fama mondiale si conferma come uno dei più prestigiosi concorsi di design.

Mazzer Philos

Philos è un macinacaffè monodose di qualità superiore progettato per esaltare i sapori in tazza.

Il suo design elegante, i materiali e la lavorazione accurata lo rendono la scelta ideale per baristi esigenti che cercano la qualità in spazi ridotti. È adatto a tutti i metodi di estrazione, dall’espresso al batch brew.

Il macinacaffè è stato progettato per evitare la ritenzione permettendo di passare senza problemi da un’origine o da un metodo di estrazione all’altro senza sprecare caffè. Versatile, compatto e facile da usare, Philos è l’unico macinacaffè di cui avrete bisogno sul bancone. Sarà disponibile per l’acquisto a partire da aprile.

Ulteriori informazioni su Philos sono disponibili qui

La scheda sintetica di Mazzer

Fondata nel 1948 e con sede a Venezia Mazzer è da sempre un trendsetter nella progettazione e produzione di macinacaffè e macine di alta qualità. Azienda familiare che unisce innovazione e tradizione, Mazzer rimane il punto di riferimento per le migliori e più frequentate caffetterie di tutto il mondo.

Gelati Pepino 1884: Eurofood compra l’81% della società del Pinguino torinese

0
pepino eurofood
Il logo di Gelati Pepino 1884

TORINO – Gelati Pepino 1884, la storica azienda torinese che ha ideato il gelato da passeggio su stesso ricoperto di cioccolato Pinguino nel 1938 grazie a Giuseppe Feletti, è stata rilevata per l’81% delle quote da Eurofood, l’azienda di Corsico, ubicata vicino Milano, che distribuisce brand come Starbucks, Chupa Chups, Heins e Gigante Verde con un fatturato di 115 milioni di euro.

L’acquisizione di Gelati Pepino 1884

La sede operativa dell’azienda rimane per ora a Torino mentre Alberto Mangiantini resta amministratore delegato e titolare di una quota di minoranza.

L’ingresso di Gelati Pepino 1884 nel gruppo Eurofood segna l’intenzione di portare il gelato Pinguino a una distribuzione su larga scala anche all’estero.

La storia dell’azienda affonda le sue radici da Domenico Pepino che apriva la sua bottega di dolci sotto la Mole nel 1884.

Nel 1938, Giuseppe Feletti ha rilevato la sua attività e, in seguito, l’ha trasferita in piazza Carignano.

Parigi: ecco il crookie, il mix tra croissant e biscotto al cioccolato

0
eiffel parigi vuitton crookie harry's pont
La torre Eiffel di Parigi (immagine: Pixabay)

PARIGI – Nell’ottobre 2022 Parigi è diventata la patria del crookie, un innovativo ibrido tra croissant e biscotto al cioccolato. L’idea, secondo l’inventore Stéphane Louvard della Maison Louvard in Rue de Châteaudun, è nata un sabato mattina, dopo che aveva preparato un lotto di croissant. Li ha divisi a metà e li ha riempiti con impasto per biscotti con gocce di cioccolato, rigirandoli appena tanto da farli cuocere. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Emily Monaco tradotto per BBC Travel.

Il crookie a Parigi

PARIGI – Potrebbe non esserci niente di tipicamente parigino come un croissant, con il suo croccante esterno dorato e gli strati teneri di burro all’interno. Ma basta dare un’occhiata a qualsiasi vetrina di panetterie da New York a Melbourne oggigiorno, e si scoprirà che il croissant è stato reinventato in una serie di paste ibride, dal cruffin al cronut.

Di recente, Parigi è diventata persino la casa di un proprio ibrido: un mix tra il croissant e il biscotto al cioccolato tutto americano chiamato crookie.

Tali creazioni possono sembrare sfarzose, specialmente data la venerazione per la tradizione della gastronomia francese. Ma considerato l’intricato passato del dolce da forno più emblematico del Paese, questi ibridi non sono così inusuali come si potrebbe pensare.

Le origini internazionali del croissant sono visibili a tutti in qualsiasi boulangerie classica. Né pain (pane) né pâtisserie (pasticceria): il croissant è tecnicamente una viennoiserie, una categoria di brioche da colazione che comprende anche il pain au chocolat ripieno di cioccolato o il chausson aux pommes, una ciabatta di pasta sfoglia ripiena di composta di mele. Il nome della categoria è un testamento delle sue origini, non a Parigi, ma piuttosto a Vienna.

E nell’ottobre 2022, Parigi è diventata la patria del crookie. L’idea, secondo l’inventore Stéphane Louvard della Maison Louvard in Rue de Châteaudun, è nata un sabato mattina, dopo che aveva preparato un lotto di croissant.

Li ha divisi a metà e li ha riempiti con impasto per biscotti con gocce di cioccolato, rigirandoli appena tanto da farli cuocere.

Sono stati un modesto successo, con circa 150 vendite ogni giorno, fino a quando un influencer di TikTok ne è venuto a conoscenza lo scorso mese. Da allora, Louvard ha lavorato molto per soddisfare la domanda, producendo 1500 crookie al giorno e 2000 il sabato.

Per leggere l’articolo completo in lingua inglese basta cliccare qui

La forza delle professioniste dell’espresso: Caroli, Di Dio, Goppion, Ninfole, Pirovano, Vergnano, Zanon e Zecchi

0
tazzina rosa Festa della donna donne
Tazzina rosa per la Festa delle donne

MILANO – L’8 marzo, giornata internazionale dei diritti delle donne, è un momento di riflessione sulla condizione della donna nella società, inserita nel mondo del lavoro, e allora, capiamo qual è la situazione attuale nel dettaglio del settore caffè: coinvolte in questa occasione, alcune delle voci di professioniste che da anni si muovono sul campo, dietro al bancone, dietro i banchi di scuola, dietro gli stand nelle fiere di tutto il globo, alla guida di torrefazioni.

Mantenendo l’equilibrio tra vita personale e lavorativa, che è così difficile ancora oggi da mantenere proprio per le donne.

Donne, che non solo faticano per farsi strada all’interno di un sistema impostato al maschile, ma devono a volte competere anche con le altre, quasi che non bastasse lo spazio per tutte.

Donne che si impegnano, diventano campionesse, spingono la cultura del caffè e dell’espresso, costruiscono macchine, tostano, valutano il verde, viaggiano alle origini, avviano startup e chapter internazionali, fanno ricerca sulla materia prima, fondano associazioni e poi…tornano a casa.

Portandosi con loro le responsabilità e i successi di una carriera a volte più difficile di quanto non dovrebbe essere.

Dà il via Carolina Vergnano, CEO di Caffè Vergnano

carolina vergnano
Carolina Vergnano, ceo Caffè Vergnano (immagine concessa)

“Mi considero una donna molto fortunata per essere a capo di una realtà così importante e questo anche grazie a chi mi sta a fianco, ogni giorno, nella conduzione della nostra azienda familiare: mio padre, mio zio, mio fratello e mio cugino. Il nostro è davvero un lavoro di squadra. Con loro, condivido da sempre anche la convinzione dell’importanza delle donne nelle aziende.

La loro passione, la loro determinazione, rappresentano un valore aggiunto per tutti, e non solo in un’impresa famigliare come la nostra.

Questo pensiero, costante negli anni, mi ha portata anche a schierarmi concretamente dalla parte delle donne e a costruire un progetto fortemente voluto e ambizioso, come Women in Coffee.

Un sogno in rosa di sostenibilità sociale, con l’obiettivo iniziale di supportare progetti che promuovono il ruolo delle donne nelle piantagioni di caffè ed oggi divenuto un vero e proprio contenitore di iniziative che parlano di equità di genere, di cultura e di inclusione.
Women in Coffee è quindi il mio desiderio per il futuro, con lo scopo di contribuire ad educare le nuove generazioni al rispetto e alla consapevolezza del sé.”

Sul legame tra la questione di genere e culturale rispetto al fare imprenditoria in Italia, Rossella Ninfole risponde così:

ninfole
Rossella Ninfole (immagine concessa)

L’impresa e il lavoro interpretato al femminile sono misure anti-cicliche per eccellenza. Un posto di lavoro dato ad una donna, corrisponde alla creazione di altre tre nuove occupazioni destinate ad esempio al settore dei servizi, della cura e dell’assistenza. Pertanto investire nelle donne non è solo un fattore etico, morale, culturale, ma anche economico che ad ogni impresa che agisce sul mercato dovrebbe interessare.

Poi come Ninfole abbiamo preso a cuore l’idea che per fare buona impresa su ogni territorio bisogna far sì che localmente si sia in grado di vedere realizzate e compiute tutte le opportunità di accesso e fruizione all’educazione, alla formazione e alla cultura.

Un territorio evoluto dal punto di vista culturale risponde meglio alle richieste che ad esempio l’Europa ci richiede verso la transizione economica, ambientale ed energetica.

Essere donna, in questo senso, non è un discrimine, ma è un valore aggiunto, che io alla guida di una società storica (la Torrefazione Ninfole è nata nel 1921), con all’interno uomini e donne che condividono tali valori, sono in grado di sostenere proprio alla squadra che siamo riusciti a creare”.

Silvia Goppion, amministratore delegato della Goppion Caffè di Preganziol (Treviso):

silvia goppion
Silvia Goppion sul campo (immagine concessa)

“Parte di quello che siamo oggi e del sentimento che accomuna noi di famiglia parte anche dal trascorso di mio nonno Angelo, mandato in Etiopia per motivi militari negli anni trenta del Novecento.

Una volta in Italia e dopo la fine della guerra, sempre Angelo inizia a lavorare il caffè in un piccolo laboratorio nel centro della città di Treviso. È il 1948. Altri due fratelli partono per il Venezuela dove faranno lo stesso mestiere diventando anch’essi torrefattori.

Dopo questa generazione di uomini la nostra azienda ha visto l’ingresso di due donne in azienda: prima mia cugina Paola, poi io. Oggi la direzione è alla metà femminile e questo vale anche per i nostri collaboratori e per i nostri responsabili di reparto.

Io ho potuto capire da mio padre Sergio, che aveva imparato da suo padre Angelo, la bellezza di assaggiare il caffè affiancandolo nel comporre le miscele che sono il nostro gusto. Oggi Paola è responsabile comunicazione e marketing, mentre io mi occupo della selezione del caffè crudo e di tutto quello che riguarda il suo acquisto, con le mille difficoltà che comporta. Posso dire di esser felice di fare questo lavoro.

Tornando all’azienda: la flessibilità negli orari rende possibile una vita, anche familiare, migliore. La riduzione delle pause lasciano liberi tutti prima, alla sera, e al venerdì dalle 16.

Con CSC (Caffè Speciali Certificati) del quale facciamo parte dal 1996 abbiamo avviato una collaborazione con la Onlus romana Amka a favore di 80 donne indigene del Guatemala che hanno potuto iniziare a produrre caffè buono e raggiungere una loro indipendenza.
Sono piccole azioni ma che si proiettano verso il miglioramento di situazioni di vita difficili nel mondo.”

Cristina Caroli dà il suo contributo per l’8 marzo da dietro al bancone

Un primo piano di Cristina Caroli (foto concessa) sca
Un primo piano di Cristina Caroli (foto concessa)

“Ho iniziato in caffetteria al contatto con i clienti e poi in vari ruoli ed attività che questo settore offre a chi si pone obiettivi più ambiziosi. I limiti di genere mi fanno ridere, sono come la superstizione: esistono solo se ci credi.

Credo invece che precisione, empatia e naturale multitasking siano dotazioni femminili vincenti, lo dimostra il fatto che vediamo sempre più donne nelle competizioni e fregiarsi del titolo di Campionesse.

Una cosa vorrei sottolineare: la forza e determinazione di tutte le colleghe professioniste che ogni giorno coniugano ruoli impegnativi di compagne, single o madri, con la vita davvero dura e complicata della barista. Sono loro per me le vere Wonder Woman.

Alessandra Di Dio, Marketing & Communication Coordinator SCA Italy:

Stefania Zecchi a sinistra e Alessandra Di Dio a destra SCA Italy
Stefania Zecchi a sinistra e Alessandra Di Dio

“Non c’è un unico modo di essere donna, di questo sono sicura, e personalmente mi mette i brividi constatare che spesso la “vera donna” è un’etichetta maschilista, che ci vede come mogli devote, madri premurose, pronte al sacrificio, che non si negano quel filo di trucco.

In ambienti come quello di SCA, per fortuna, siamo lontani da questi stereotipi. È una piccola rivoluzione, infatti, puntare sulla formazione dei baristi, per esempio, anziché sul loro genere o sull’aspetto fisico e io sono felice di farne parte!”.

Dalla stessa Associazione, Stefania Zecchi, Membership Coordinator SCA Italy ricorda un’altra figura femminile importante del settore

“Ogni anno in occasione della Festa della Donna il mio pensiero va a colei che prima di tutti ha dimostrato un grandissimo interesse e passione verso il mondo dei caffè speciali. Erna Knutsen iniziò la sua carriera come segretaria di un’azienda commerciale di caffè e rimase affascinata dai caffè speciali che venivano scambiati insieme ai caffè commerciali di base.

Fondò la sua società la Knutsen Coffee ltd. combattendo fermamente contro un mondo maschilista che non permetteva ad una donna di prendere parte ad una sessione di cupping come da lei stessa raccontato.

Le newsletters che Erna inviava ai suoi clienti divennero ben note grazie al suo stile e ispirarono generazioni di coffeelover e professionisti. Erna ha dato un linguaggio al movimento del caffè speciality.

Il termine Specialty è stato proprio coniato da lei. Mi sarebbe piaciuto tanto sedermi al tavolino con lei e sorseggiare una tazza di caffè speciale!”

Elonora Pirovano, Presidentessa IWCA Italia ripercorre il lavoro fatto anche alle origini:

Eleonora Pirovano, IWCA Italia (foto concessa)

L’Empowerment femminile racchiude l’essenza del nostro impegno come associazione, questo termine indica un percorso che ha come obiettivo la consapevolezza e il controllo sulle decisioni e sulle scelte da parte delle donne.

In questi anni abbiamo riunito aziende e istituzioni che vogliono essere parte del cambiamento, attraverso l’acquisto di caffè proveniente da piantagioni gestite da donne.

È questo è solo l’inizio: vogliamo fare molto di più in maniera sempre più attiva. Insieme al capitolo IWCA brasiliano vogliamo dare la possibilità ai nostri associati di volare in Brasile per un viaggio alla scoperta delle piantagioni a 360 gradi per vedere da vicino il mondo del caffè al femminile.

IWCA Italia si impegna anche su territorio nazionale; grazie alla collaborazione dei nostri associati abbiamo attivato corsi di caffetteria professionali volti ad aiutare donne con trascorsi di vita difficili a reinserirsi nel mondo del lavoro.

Una donna libera di scegliere è una donna felice.”

E Renata Zanon, da trainer e consultant si aggiunge al coro con una nota dissonante:

renata zanon
Renata Zanon, Coffee and Latte Art Training

“Non siamo uguali. Ammettiamolo. Dal punto di vista genetico, biologico, fisiologico e anatomico l’uomo e la donna sono diversi. Questo però non dovrebbe più essere discriminatorio a livello di opportunità e, soprattutto, di rispetto. E invece è ancora così.

All’estero, nonostante avessi personalmente smontato, rimesso in funzione e rimontato un grinder, le persone non mi rivolgevano la parola, ma parlavano solo con il mio collega. Purtroppo però il peggio l’ho visto qui in Italia, con certi imprenditori che dicono alle loro dipendenti che “una donna in età fertile o già mamma è un problema”.

E poi ci siamo noi. Le donne, quelle che puntano il dito contro le altre donne. Per non sminuirsi bisognerebbe capire che utilizzare il proprio corpo come immagine di marketing, è una conseguenza del sistema in cui viviamo, nel quale il main sponsor sono gli uomini.”