martedì 25 Novembre 2025
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Starbucks Reserve Roastery lancia le limited edition Milano Sole e Luna, il master roaster Quintana: “È la prima miscela sviluppata fuori da Seattle”

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starbucks
Christian Orsini, operation services alla Roastery e Oscar Quintana, master roaster, al lavoro

MILANO – Da sempre il sole e la luna hanno ispirato artisti e visionari nella creazione di opere immortali: l’alba e il chiarore dell’aurora celebra la vita, mentre il crepuscolo fa riflettere sulla brevità e la bellezza dell’esistenza. Ed ecco quindi che si hanno due punti di vista provenienti dalla medesima natura ma al tempo stesso completamente differenti: anche il caffè non fa eccezione.

Al tempio del caffè di Starbucks Reserve Roastery nel capoluogo meneghino sono state presentate in anteprima assoluta le nuove limited edition: Milano Sole e Milano Luna.

Le due nuove referenze della Sirenetta, non a caso, provengono dalla stessa miscela, frutto di un’origine Colombia Nariño e Sumatrace, interpretata da due tostature differenti: chiara e scura.

Sole e Luna sono stati create dai mastri torrefattori della Roastery di Milano mettendo in evidenza la dualità tra tradizione e innovazione che da sempre contraddistingue il colosso di Seattle.

Starbucks Milano Luna e Starbucks Milano Sole (immagine concessa)

In particolare, Milano Sole si presenta come omaggio alla cultura del caffè milanese con note di crema alla vaniglia e melograno.

Milano Luna, al contrario, fonde note decise di tartufo al cioccolato fondente e noce nera tostata.

Per l’occasione, Christian Orsini, operation services alla Roastery e Oscar Quintana, master roaster, hanno presentato i nuovi prodotti con un assaggio in anteprima.

Il maestro torrefattore Quintana ha iniziato il suo percorso in Starbucks 13 anni fa a Madrid come barista per poi addentrarsi sempre di più nel vasto mondo del caffè fino a diventare coffee roaster e, infine, master roaster.

Quintana afferma: “Qui a Milano abbiamo sviluppato le nuove referenze Sole e Luna. Si tratta di un’iniziativa particolarmente interessante poiché i due prodotti provengono dalla stessa miscela, un misto di Colombia Nariño e Sumatrace, che sono caffè decisamente diversi. Li abbiamo mischiati proprio per creare questa nuova miscela. Normalmente i caffè vengono sviluppati dalla casa madre di Starbucks a Seattle: questa è la prima volta che abbiamo sviluppato una miscela a Milano“.

“Questo è un dato significativo poiché la Roastery di Milano ha un’importanza simbolica in Starbucks considerando che è stato il primo store nel Bel Paese. Milano ha ispirato il concetto e la filosofia di caffetteria alla base della catena di Seattle creando un business con più di 35.000 punti vendita in tutto il mondo”.

Tradizione e innovazione

C’è di più: “Questo caffè, proveniente dalla stessa miscela, è stato sviluppato con due profili di tostatura differenti, creando due sapori opposti l’uno all’altro. Da una parte abbiamo Milano Sole, caratterizzato da una tostatura chiara con note che ricordano la crema pasticcera alla vaniglia e melograno. Milano Luna, d’altro canto, è un caffè più scuro con sentori di cioccolato fondente e noce nera tostata. Abbiamo preso questa miscela e l’abbiamo tostata in due profili differenti per creare un sapore unico”.

Quintana conclude: “La dualità del prodotto rappresenta la tradizione di Starbucks, con un occhio di riguardo alla storia del marchio nella città di Milano e l’innovazione del brand”.

Le miscele Milano Sole e Milano Luna (immagine concessa)

Mentre Quintana spiega le proprietà delle nuove referenze del marchio, Christian Orsini si accinge alla preparazione di Sole e Luna tramite pour-over e spiega: “Il metodo di infusione è particolarmente importante per diffondere l’arte del caffè. Quello che facciamo tutti i giorni in Starbucks è condividere la cultura del chicco in tutte le sue sfumature”.

Orsini aggiunge: “L’idea dietro al pour-over è assicurarsi che l’acqua passi attraverso il caffè tramite, in questo caso, un filtro di carta che serve a trattenere la miscela e filtrare parte dei gas e solidi contenuti nel chicco. Il pour-over si confronta con altri metodi di estrazione che offrono sapori completamente differenti per una stessa miscela. Nella Roastery offriamo 6 profili d’estrazione che influenzano enormemente il risultato finale in tazza”.

Per quanto riguarda l’offerta, sarà possibile degustare e acquistare in esclusiva i due caffè da martedì 21 maggio fino al 3 giugno, presso la Starbucks Reserve Roastery.

Inoltre, i clienti che visiteranno la Roastery dal 21 maggio al 26 maggio potranno provare i due caffè in ricette artigianali in edizione limitata come Starbucks Milano Luna Caramel Macchiato, Starbucks Milano Sole Iced Brown Sugar Oatmilk Shaken Espresso, o optare per una degustazione che prevede entrambe le tostature estratte a caldo, con il sistema Clover Brewed , o a freddo, con la tecnica cold brew.

Orsini rivela: “La quantità prevista per la produzione per il lancio si aggira tra i 400 kg. Produrlo direttamente noi nella Roastery presenta un grande vantaggio senza bisogno di produrre a richiesta.”

Quintana continua: “Questo è un caffè per tutti. Il gusto cambia sempre a seconda del metodo d’estrazione. Ad esempio, può piacere di più il Sole preparato come filtro e preferire il Luna come espresso”.

Ma l’arte non gioca solo un ruolo importante nel gusto della miscela ma anche sull’art work dei prodotti. Orsini nota: “Il design team in America ha creato delle grafiche ispirate alla Roastery di Milano. Si può notare dall’art work di presentazione l’iconico ingresso delle Poste della Roastery e l’assonanza di colori vivaci che rappresentano una nuova visione del prodotto”.

C’è di più: per celebrare il lancio, il 21 maggio, la Starbucks Reserve Roastery Milano si trasformerà e offrirà agli ospiti esperienze immersive che daranno vita all’incrocio tra caffè, arte e musica mettendo in mostra la dualità e il contrasto tra chiaro e scuro. Come l’arte è in grado di modificare le percezioni e generare meraviglia, Starbucks invita così i suoi visitatori a esplorare un percorso esperienziale alla scoperta del mondo della torrefazione e dell’arte del caffè.

Durante la giornata, gli artisti milanesi Orticanoodles realizzeranno alcuni murales ispirati al contrasto e alla complementarietà tra chiaro e scuro, esattamente come il giorno e la notte, la dualità tra Sole e Luna.

All’interno della Roastery, i clienti potranno invece sperimentare un’installazione digitale dinamica che reinterpreterà il processo di tostatura del caffè grazie a una suggestiva animazione tridimensionale: si potrà assistere – attraverso una finestra digitale – al viaggio che i chicchi di caffè fanno durante la tostatura, presentati come particelle che si muovo e interagiscono tra loro.

Durante la giornata, due partner (dipendenti) della Starbucks Reserve Roastery in veste di DJ accompagneranno le diverse esperienze, disponibili in store solo martedì 21 maggio, dalle 7:30 alle 16:00 e le attività saranno aperte al pubblico, senza necessità di iscrizione, si potrà accedere in ordine di arrivo.

Starbucks Milano Sole e Starbucks Milano Luna hanno debuttato a MiArt nell’aprile 2024, e nel corso dell’anno Starbucks lancerà i caffè anche in altri negozi nel mondo.

Maestri dell’espresso junior: il vincitore del Premio tecnico è Thomas Santo Fontana: “In futuro aprirei una mia catena di specialty”

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Thomas Santo Fontana durante la prova del cocktail
Thomas Santo Fontana durante la prova del cocktail

MILANO – Il vincitore di Maestri dell’Espresso Junior 2024 è Thomas Santo Fontana, studente della Scuola Galdus di Milano, seguito dal docente Sergio Canetti. Entrambi emozionatissimi, sono arrivati all’Università del caffè illy di Trieste dopo un intenso periodo di prove seguiti, tra gli altri docenti, anche dalla queen Chiara Bergonzi.

Fontana, si aspettava di vincere?

“Assolutamente no, perché l’ansia a volte può giocare brutti scherzi e io ne avevo parecchia quando mi sono ritrovato di fronte alla macchina. Poi per fortuna ho compreso che stavo lì per fare esperienza e per divertirmi.”

Lei arriva dalla Scuola Galdus, una palestra niente male: come si è allenato?

“Con i miei professori Canetti e Franzini ci siamo preparati su una La Marzocco manuale e un macinacaffè Eureka simile a quello che ho usato in gara, on demand. Paradossalmente mi sono trovato meglio con quello con cui mi sono dovuto cimentare all’Università del caffè illy che a scuola.

Il vincitore Thomas Santo Fontana durante la sera a illycaffè Ponterosso

A questo si aggiunga che ho avuto la possibilità di svolgere uno stage insieme a Chiara Bergonzi che mi ha sostenuto molto per questa prova. Addirittura alla fine di questo intenso periodo di formazione ho ricevuto in regalo una Sage per uso domestico che ho usato per allenarmi fuori da scuola.”

Pensa di essere riuscito meglio nella prova espresso o cappuccino?

La ricetta portata da Thomas Santo Fontana

“Penso nell’espresso. È venuto meglio del cappuccino: ho avuto un po’ di insicurezze con la ricetta con la bevanda vegetale, ma tutto sommato è molto simile al latte vaccino come caratteristiche proteiche (quella base avena) e consistenza e il disegno mi è uscito bene comunque. Non vado pazzo per il gusto, ma lo venderei nel mio locale perché ricordiamoci che non deve piacere a me, ma ai clienti.”

Il fattore emozione quanto ha giocato?

“Sono molto timido per natura e ho fatto infatti un po’ fatica a sconfiggere il mutismo durante la prova delle ricette cocktail con la giuria di giornalisti, ma tutto sommato quello che dovevo fare penso di averlo portato a casa. Ovviamente è importante dovendo lavorare a contatto con le persone, per far capire la tua passione ai clienti e farli tornare, sconfiggere questo ostacolo motivo.”

Quindi nel suo cassetto che sogno tiene?

“Fondare una mia catena di caffetteria specialty. Il mio modello è Cafezal di Carlos Bitencourt e a Milano ovviamente mi rendo conto che la concorrenza è tanta, ma proprio da questa città vorrei partire. Mi vedo oltre che come barista anche come imprenditore.
Naturalmente per avvicinarmi allo specialty è stato fondamentale il sostegno della Scuola Galdus.

Thomas Santo Fontana e a sinistra il suo docente Sergio Canetti

Mi sono appassionato al caffè sin dal primo anno di scuola, mi porto questo amore da quando sono piccolo che restavo incantato dal rumore della lancia vapore. Poi però alla Galdus ho incontrato gli specialty, le estrazioni alternative e mi sono detto: credo in questo tipo di prodotto, quindi mai dire mai.”

Caffè Vergnano chiude il 2023 con 106 mln, +7% rispetto al 2022

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Caffè Vergnano presenta il bilancio 2023 (immagine concessa)

SANTENA (Torino) – Caffè Vergnano chiude il 2023 con un fatturato totale lordo di 106 mio di Euro, in crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Il settore in maggiore crescita è stato l’horeca (+14%) che rappresenta il 37% del totale fatturato, ma tutti i settori sono in crescita e soprattutto hanno recuperato profittabilità grazie ad una strategia che mira a proporsi al mercato come punto di riferimento per il segmento premium su tutti i canali, portando ad un EBIT positivo e in crescita (+160% verso 2022).

Il bilancio di Caffè Vergnano

Sul fronte Export la Partnership con Coca-Cola HBC prosegue con lo sviluppo di 17 Paesi, ponendo le basi per la crescita internazionale dei prossimi anni.

L’Export Department di Caffè Vergnano persegue comunque il suo sviluppo anche nel resto del mondo attraverso una strategia consolidata e coerente. Negli ultimi mesi del 2023 il brand è riuscito a penetrare i seguenti Paesi: Singapore, Kazakistan, Mongolia e Thailandia.

Il forte inasprimento del costo del caffè crudo (+180% dal 2021 ad oggi e +40% nell’ultimo anno per le origini Robusta; +74% dal 2021 ad oggi e +14% nell’ultimo anno per le origini Arabica) sta mettendo a dura prova il settore, ma Caffè Vergnano guarda al futuro focalizzandosi su un’offerta di prodotti e di servizi distintivi: nell’ultimo triennio gli investimenti per l’innovazione delle linee produttive e gli stabilimenti sono stati di 20 mio di euro e permetteranno di ottenere prodotti ancora più qualitativi e un impatto ridotto sull’ambiente.

E’ anche il momento di celebrare traguardi importanti: quest’anno ricorre il 25° anniversario dell’apertura della prima caffetteria “Caffè Vergnano 1882”. Da allora sono stati aperti flagship store in tutto il mondo e oggi sono 180 le location che rappresentano dei veri e propri ambasciatori dell’espresso perfetto in Italia e all’estero.

Carolina Vergnano, ceo dell’azienda: “Come nel 2022, nel 2023 continua la crescita del fatturato e soprattutto dell’utile. Proseguiamo nell’importante opportunità di sviluppo internazionale e di business export, supportati dalla preziosa partnership con Coca-Cola HBC. Tutti i settori sono positivi e la crescita è trainata in particolar modo dal settore horeca”.

La scheda sintetica di Caffè Vergnano

Caffè Vergnano è una delle più antiche torrefazioni italiane a livello nazionale. Fondata nel 1882 e ancora oggi guidata dalla famiglia, da oltre 140 anni racconta il rito dell’autentico espresso italiano portando in una tazzina profumi e aromi di tutto il mondo. Il segreto delle miscele è la tostatura, lenta e tradizionale che valorizza ogni singola origine, nel rispetto della materia prima.

Le miscele Caffè Vergnano si trovano nella grande distribuzione, nei migliori bar e negli oltre 180 Caffè Vergnano 1882, la catena di caffetterie all’italiana presente in tutto il mondo.

Ecco come l’Uganda si sta conformando ai requisiti dell’Eudr

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Uganda vinci italia russia museveni
La bandiera dell'Uganda

MILANO – Il settore del caffè in Uganda farà tutto il necessario per garantire la conformità dei propri prodotti alle nuove norme UE, a cominciare dall’Eudr. L’impegno è stato reiterato dal direttore esecutivo dell’Autorità ugandese di sviluppo del caffè (Ucda) Emmanuel Iyamulemye, in un recente meeting degli stakeholders, che si è svolto a Kampala, per fare il punto sul Piano nazionale di azione per la conformità alla direttiva CS3D (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) e al regolamento europeo sulla deforestazione.

L’UE, con in testa l’Italia, è il più importante mercato per il caffè dell’Uganda, con una share superiore al 60%.

Ad aprile 2024, quasi il 44% delle esportazioni ugandesi ha preso la strada del nostro paese: un totale di 171.517 sacchi, di cui 153.261 di robusta, varietà quest’ultima di cui il paese africano è oggi uno dei principali fornitori dell’industria italiana.

L’impegno del governo di Kampala si è concretizzato nello stanziamento di 8,5 milioni di euro per finanziare un percorso graduale di conformità, che ha come obiettivo finale l’istituzione di un registro nazionale del caffè e di un sistema nazionale di tracciabilità.

Si andrà – come detto – per gradi. Per assicurare la conformità in tempi brevi all’Eudr, l’Uganda sta utilizzando attualmente il cosiddetto approccio territoriale (TA, secondo l’acronimo inglese) ha spiegato Iyamulemye.

Il TA si basa sul presupposto che la coltivazione del caffè non è tra i principali driver di disboscamento.

Ogni poligono di coltivazione è identificato attraverso la mappatura ad alta risoluzione e l’intelligenza artificiale.

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Gli antigourmet preferiscono bere il caffè bruciato: la discussione tra Luca Sofri, Il Post, e Gianni Tratzi, Mezzatazza Consulting

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Luca Sofri, direttore de Il Post, ha pubblicato sui social di preferire il caffè bruciato e acido rispetto a quello considerato gourmet e di qualità più elevata. Ciò è stata materia di discussione durante il Festival di Gastronomika con Gianni Tratzi, fondatore di Mezzatazza Consulting, consulente, ideatore del progetto Mezzatazza Consulting ed esperto del mondo della caffetteria. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Gastronomika.

La polemica sul caffè di qualità degli antigourmet

MILANO – Entrare in un bar, chiedere un espresso, versarci dentro una bustina di zucchero, girare tutto con il cucchiaino e berlo. Un gesto che abbiamo ripetuto migliaia di volte. Quel gesto così italiano, motivo di malinconia di tanti connazionali all’estero, non è più scontato. Neanche al bar sotto casa. Perché l’onda del gourmet si è fatta spazio anche nella tazzina di caffè. Abbiamo scoperto che il caffè italiano, in fondo, non è poi così buono. Anzi, molto spesso è bruciacchiato. Bisogna cambiare, serve più acidità.

Apriti cielo! Luca Sofri, direttore de Il Post, qualche mese fa a un certo punto ha twittato: “I bar che hanno deciso di dedicarsi al caffè acido che ha preso piede nel resto del mondo dovrebbero mettere un avviso, chiamarlo in un altro modo (anche nobilitante, se vogliono: “caffè vero”) così noi consumatori possiamo sapere cosa andiamo a bere, senza sofferenze inutili. Oppure decidiamo che quello che abbiamo sempre bevuto lo chiamiamo solo espresso e caffè lo lasciamo ai neopuristi. Ma insomma veniamoci incontro”.

Il punto è che ci siamo abituati al bruciacchiato. Quel bruciacchiato è quello che ci piace e che ci aspettiamo al bar. Magari anche con l’acidità di stomaco che ci viene poco dopo.

Luca Sofri è esponente del team “bruciacchiato”. È l’Antigourmet. E in quanto esponente della tifoseria “caffè bruciato”, ha dialogato durante il Festival di Gastronomika con Gianni Tratzi, esperto di caffè e fondatore di Mezzatazza Consulting. Uno di quelli che Sofri definirebbe “fanatici del caffè”. Quelli del team del caffè acido, del caffè “vero”.

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Ernesto Illy: inaugurato a Trieste il periodo residenziale del master interateneo di I livello in economia e scienza del caffè

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ernesto illy master
L'inaugurazione del master (immagine concessa)

TRIESTE – Si inaugura a Trieste il periodo residenziale del master interateneo di I livello in economia e scienza del caffè – Ernesto Illy, progetto didattico unico nel suo genere che coinvolge l’Università degli Studi di Trieste, l’Università degli Studi di Udine, la SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste), l’Area Science Park di Trieste e l’azienda illycaffè. La collaborazione interateneo e multi-stakeholder che supporta l’organizzazione del Master rappresenta l’elemento chiave alla base di una offerta didattica così ricca, variegata e insieme approfondita, che garantisce agli studenti una formazione completa, “from field to cup”, nel mondo del caffè.

Il master interateneo di I livello in economia e scienza del caffè – Ernesto Illy

Da lunedì 20 maggio, 24 studenti provenienti da 18 Paesi (Etiopia, Honduras, Congo, Brasile, Panama, Colombia, Ruanda, Togo, Tanzania, Mozambico, Costa Rica, Messico, Vietnam, Guatemala, India, Indonesia, Usa e Italia) parteciperanno in presenza alle lezioni del master che da 13 edizioni anima la vita culturale e scientifica della città del caffè.

In occasione del nuovo ciclo di lezioni, la Fondazione Ernesto Illy e illycaffè hanno invitato rappresentanti istituzionali, esperti del mondo del caffè e gli stessi studenti a confrontarsi sul presente e futuro del mondo del caffè.

Partendo proprio dalla multidisciplinarietà che caratterizza il Master – con il suo piano didattico diviso tra ambito economico, manageriale e scientifico, e una visione ampia e articolata del mondo del caffè – la tavola rotonda “Drivers of Change: how to manage complexity through education” ha messo a confronto diversi rappresentanti del mondo imprenditoriale, didattico e scientifico.

Dopo il benvenuto di Andrea Illy, presidente illycaffè e di Anna Illy, Presidente della Fondazione Ernesto Illy, si sono succeduti i saluti istituzionali dei partner dell’iniziativa: Donata Vianelli, Direttrice del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Università di Studi di Trieste; Marco Zancani, Direttore del Master e Delegato per l’Università degli Studi di Udine; Andrea Romanino, Direttore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, e Caterina Petrillo, Presidente Area Science Park.

Dalla tavola rotonda è emersa la complessità della filiera, che va compresa e gestita per garantire un futuro al caffè. La volatilità del prezzo della materia prima, la speculazione, il cambio climatico con i suoi effetti diretti e indiretti, gli aspetti sociali che influenzano la vita delle comunità del caffè sono solo alcune delle variabili che vanno conosciute e approcciate con una visione sistemica in quanto ognuna di queste può causare problemi imprevisti che impattano, con un effetto domino, sull’intero sistema caffè.

Sintesi degli interventi

Giorgio Valentinuz, professore aggregato di Finanza aziendale dell’Università degli Studi di Trieste, ha affrontato il tema della volatilità dei prezzi del caffè e della conseguente necessità, per i produttori, di dotarsi di strumenti di copertura dei rischi come assicurazioni e derivati. Una volatilità cresciuta negli ultimi anni a causa degli eventi climatici sempre più destabilizzanti, di pratiche di coltivazione che riducono la produttività dei terreni, e della speculazione, tutti fattori che contribuiscono a mettere in difficoltà molti produttori dal punto di vista economico.

 Marco Zancani, professore associato di Fisiologia Vegetale presso l’Università degli Studi di Udine, ha invece affrontato il tema della difficoltà di gestire la complessità attraverso l’educazione: studiare il caffè implica, infatti, prendere in considerazione aspetti biologici, ambientali e agronomici per poter progettare una gestione orientata alla sostenibilità delle coltivazioni. Inoltre, la selezione di nuove varietà adatte alle condizioni ambientali in costante cambiamento può offrire ai coltivatori nuove opportunità per coltivare piante resistenti alla siccità e agli agenti patogeni, preservando la qualità e la quantità della produzione.

Rebeca Fuzinatto, co-fondatrice e responsabile tecnico-scientifico di Simbiotica Srl, si è focalizzata sul tema dell’agricoltura sostenibile e degli approcci innovativi oggi in via di sperimentazione. Tra questi, l’intervento dei microrganismi del suolo che contribuiscono alla salute delle piante. Tuttavia, nonostante ci siano già evidenze scientifiche in merito – tra queste, i risultati del progetto di ricerca dedicato ai benefici potenziali derivanti da un’azione batterica simile ai probiotici sulle piante, frutto della collaborazione tra la Fondazione Ernesto Illy, Simbiotica Srl e l’ICGEB (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) – sono ancora numerose le difficoltà tecniche, normative e commerciali relative all’introduzione di soluzioni microbiche sul mercato.

Luca Turello, agronomo di illycaffè, ha sottolineato come la mutevolezza delle dinamiche nella produzione del caffè – dall’evoluzione della produzione alla gestione del rischio, dall’impatto sul lavoro ai requisiti di sostenibilità, fino ai cambiamenti ambientali – porti necessariamente con sé l’esigenza di un approccio multidisciplinare, in grado di gestire la complessità ma anche di formare una nuova generazione di agricoltori che possano adattarsi al cambiamento e a cogliere le opportunità nel settore del caffè.

Con la consapevolezza della necessità di un approccio sistemico per affrontare la complessità delle sfide all’interno del mondo del caffè e dell’agribusiness emerse negli ultimi anni, il dialogo tra i partecipanti è stato un momento di confronto su tematiche di natura scientifica e strettamente legate al mondo del caffè, affiancate dalle testimonianze dirette di due studentesse, Lina Maria Granados Uribe e Philoté Mukiza, rispettivamente provenienti da Colombia e Rwanda. Al centro, la Fondazione Ernesto Illy, un hub per lo scambio e la generazione di conoscenza, in uno spirito di collaborazione ereditato proprio dal suo eponimo Ernesto Illy.

La scheda sintetica del master in economia e scienza del caffè Ernesto Illy

Il master in economia e scienza del caffè Ernesto Illy è un percorso didattico unico nel suo genere: dedicato a laureati interessati a lavorare nel mondo del caffè, spazia della genetica alla coltivazione, dai processi industriali di trasformazione ai modelli di distribuzione e consumo, aprendo importanti scenari di riflessione sui temi legati al climate change, alla gestione del rischio e alla sostenibilità, in una filiera complessa come quella del caffè. Dalla prima edizione, il master in economia e scienza del caffè Ernesto Illy ha coinvolto più di 200 alunni provenienti da oltre 30 paesi del mondo, contribuendo alla creazione di figure professionali specializzate nel caffè e interessate ad applicare l’approccio etico e sostenibile che contraddistingue il modello illycaffè e tutelando, promuovendo e supportando lo sviluppo di un prodotto eccellente e sostenibile. Il programma didattico prevede oltre 400 ore di lezione, divise in 9 moduli per un totale di 60 crediti formativi ed è tenuto interamente in lingua inglese in modalità blended.

La scheda sintetica della Fondazione Ernesto Illy

La Fondazione Ernesto Illy nasce il 30 ottobre 2008 dopo la scomparsa del suo eponimo; è una corporate foundation espressione della famiglia imprenditoriale nata per tutelare, valorizzare e diffondere il pensiero e la figura di Ernesto Illy, imprenditore illuminato – seconda generazione di illycaffè – che ha focalizzato la sua attività nel coltivare e sviluppare conoscenza, etica, sostenibilità e ricerca. Svolge attività filantropica in sintonia con il modello di business sostenibile dell’azienda fondatrice illycaffè, organizzata secondo i principi della società benefit e della stakeholder company con certificazione B Corp. È presieduta da Anna Illy, figlia di Ernesto Illy e per anni sua stretta collaboratrice nei viaggi alla ricerca delle migliori qualità di caffè Arabica da destinare alla torrefazione.

Presidente onorario è Anna Rossi Illy, moglie di Ernesto; compongono il consiglio di amministrazione anche il co-fondatore Andrea Illy, presidente di illycaffè, Nicol Belci e Andrea Dominique Illy, nipoti di Ernesto Illy. La proposta di valore della Fondazione Ernesto Illy si fonda sul modello etico e la cultura di impresa che Ernesto Illy ha trasferito a illycaffè, modello ancora oggi perseguito dall’azienda. La presenza dei membri della famiglia nella governance e l’heritage di Ernesto fungono da garante valoriale per le attività che la famiglia porta avanti; in linea con il pensiero di Ernesto Illy, il valore fondante è l’etica, intesa come principio guida che regola tutte le attività umane e come senso di responsabilità nei confronti della Natura e dei propri simili.

Con l’obiettivo di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di tutti gli esseri viventi assicurando felicità e benessere, è necessario generare e diffondere conoscenza per favorire la rigenerazione e il progresso scientifico-tecnologico della società. La Fondazione tutela e diffonde il pensiero di Ernesto Illy attraverso la ricerca scientifica e l’innovazione, l’educazione e la divulgazione, la realizzazione di progetti di sostenibilità̀ e filantropia. Ponendo al primo posto la generazione di valore condiviso, promuove un modello di impresa responsabile basato sull’approccio scientifico e sull’etica, che parte dall’agricoltura come una delle leve per lo sviluppo sostenibile. Le attività si concentrano principalmente nell’ambito della scienza e della cultura del caffè, rivolgendosi a produttori e agricoltori a migliorare le loro condizioni di vita, oltreché all’accrescimento della conoscenza scientifica nell’ambito della produzione e della trasformazione del caffè. La Fondazione, tra le altre attività, ha come principali obiettivi: migliorare la qualità di vita delle comunità caffeicole eliminando il lavoro minorile e offrendo educazione, salute e giusto salario, aumentare la conoscenza scientifica sul caffè attraverso ricerca, formazione e divulgazione, contribuire alla transizione ecologica e alla conservazione della natura.

La scheda sintetica di Ernesto Illy

Figlio di Francesco, fondatore di illycaffè, Ernesto Illy diviene comproprietario e amministratore dell’azienda nel 1957, presidente dal 1963 al 2005 e presidente onorario fino alla sua scomparsa nel 2008. Chimico di formazione, con la sua figura di imprenditore-scienziato ha rivoluzionato la caffeicoltura del Brasile e del mondo incentivando la produzione di un caffè di qualità eccellente abbinato al costante investimento in ricerca e innovazione.

Presidente di Centromarca dal 1996 al 2008, ha sviluppato un concetto di marca etica e responsabile, attenta al rispetto della promessa fatta al consumatore e alla tutela di una dimensione etica relativa non solo agli affari, ma anche alla vita quotidiana delle imprese stesse.

Con il suo approccio imprenditoriale basato sulla qualità assoluta e senza compromessi, ha contribuito sensibilmente alla trasformazione del caffè da commodity a prodotto di qualità in grado di incarnare l’eccellenza del saper fare e del gusto italiano oggi universalmente riconosciuti al marchio illycaffè.

Lavazza confermato caffè ufficiale del torneo di tennis Roland-Garros per il 10° anno

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Lavazza torna sui campi del Roland-Garros (immagine concessa)

PARIGI – Lavazza, tra i leader mondiali della torrefazione e caffè ufficiale del Roland-Garros dal 2015, sceglie per il decimo anno consecutivo il prestigioso torneo francese per condividere il proprio stile di vita e di caffè italiano. Con oltre 3 milioni di tazze di caffè servite sul posto dalla prima edizione, il Roland Garros vanta sicuramente una posizione importante nella classifica dei tornei di tennis che vedono Lavazza come partner.

La partnership tra Lavazza e Roland-Garros

Quando nel 2015 è stato siglato l’accordo di partnership, sia Lavazza che la Federazione Francese del Tennis hanno espresso il desiderio di un impegno a lungo termine. Grazie alla condivisione e alla promozione di valori come la ricerca dell’eccellenza, l’innovazione, il divertimento e, ovviamente, la passione, hanno creato un legame duraturo tra Lavazza e il grande tennis.

Investire nel mondo del tennis ha un significato strategico per Lavazza, il profilo cliente target dell’azienda infatti rispecchia perfettamente quello degli appassionati di tennis e, oltre a ciò, costituisce una piattaforma importante da cui comunicare la tradizione, i valori e i prodotti della società.

Basti pensare che ogni anno – grazie alla piattaforma tennistica – Lavazza entra in contatto con oltre 3 milioni di persone e, nel corso degli anni, ha offerto agli appassionati di tennis una straordinaria esperienza di gusto servendo oltre 11 milioni di caffè.

Con il Roland-Garros l’azienda poi condivide non solo i valori legati al mondo dello sport, ma anche alla sostenibilità economica, sociale e ambientale.  La partecipazione di Lavazza a questo torneo è assolutamente in sintonia con la strategia di internazionalizzazione del brand e va a consolidare la presenza del Gruppo nel suo mercato più importante, offrendo un’esperienza di caffè autenticamente italiana, in tutte le sue forme.

Oltre che a Parigi il Gruppo oggi è presente anche ai tornei di Wimbledon e US Open e dal 2020 è Platinum Partner delle Nitto ATP Finals 2021-2025, con sede a Torino. Questa importante collaborazione rispecchia il forte legame che unisce l’azienda alla sua città natale e che risale alla fondazione di Lavazza nel 1895, con la nascita del primo caffè espresso italiano della storia.

Dal 2023 la collaborazione si è poi estesa alla Shanghai Rolex Cup in Cina, l’unico torneo ATP Masters 1000 in Asia, e da quest’anno al Mutua Madrid Open. Ma non solo: per rafforzare il proprio coinvolgimento nel mondo del tennis, nel corso degli anni, numerosi campioni ed esperti hanno collaborato con Lavazza in qualità di Ambasciatori, avvicinando sempre più il mondo dello sport a quello del caffè d’eccellenza.

Da Andre Agassi a Jannik Sinner, Ambasciatore Lavazza dal 2019 e oggi al secondo posto nella classifica mondiale, Lavazza ha infatti creduto nel talento di questo giovanissimo campione fin dalle Next Gen ATP Finals 2019 e da allora la partnership, che meglio rappresenta il “match perfetto” tra i valori del tennis e la passione per l’eccellenza, prosegue con successo, grazie anche al tifo spontaneo e avvincente dei Carota Boys, suoi accaniti fan che lo seguono a tutti i match, grazie al supporto di Lavazza.

Che preferiscano un espresso, un cappuccino firmato, un aperitivo o un coffetail, ma anche un’esperienza di coffee pairing, dal 20 maggio 2024 i visitatori troveranno in ogni area Lavazza, personale esperto con cui scambiare idee e scoprire caffè di alta qualità che li sorprenderanno.

Al bar principale inoltre sarà possibile degustare la prima miscela interamente tracciabile della gamma ¡Tierra!, la Reserva De ¡Tierra! Cuba, una originale esperienza di caffè sostenibile. Con molteplici attivazioni e iniziative appositamente studiate, il torneo si trasformerà ancora una volta nella sala caffè temporanea più grande al mondo, riservata a tutti gli appassionati della pallina gialla.

La scheda sintetica di Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

Massimo Renda, Caffè Borbone, insignito del Premio Scientifico Capo d’Orlando 2024

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massimo renda
Massimo Renda, presidente e fondatore di Caffè Borbone è stato nominato Cavaliere del Lavoro

MILANO – Un altro importante riconoscimento è stato attribuito a Massimo Renda, presidente e fondatore di Caffè Borbone, già presente tra i 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ora insignito del Premio Scientifico Capo d’Orlando 2024 per la categoria “Scienza e Industria”: la conferma di aver saputo valorizzare una strategia industriale nel rispetto dell’ambiente, con la ricerca di soluzioni d’imballaggio innovative.

Massimo Renda rientra inoltre nella sestina dei riconoscimenti assegnati, tra gli altri, al Premio Nobel per la Chimica 2017 Richard Henderson e all’astronauta Paolo Nespoli.

Renda ritira il Premio

Massimo Renda si è saputo da subito distinguersi nel settore dell’industria alimentare per aver fondato e portato al successo Caffè Borbone

L’azienda di torrefazione e vendita di caffè, oggi secondo marchio di caffè per quote di mercato e prima azienda per contribuzione alla crescita della categoria del caffè monoporzionato in Italia.

Tutto parte nel 1993 quando Massimo Rena intuisce le potenzialità del mercato dei distributori automatici di caffè e apre una piccola attività autonoma di distributori automatici che in pochi mesi diventa la Renda Distributori di Massimo Renda.

Dopo cinque anni, l’azienda conta 200 clienti distribuiti su tutto il territorio campano. Forte del successo della Renda Distributori, nel 1998 nasce L’Aromatika S.r.l, azienda con cui Massimo dà il via all’attività di produzione in-house di macchine da caffè a cialda, di torrefazione e confezionamento di caffè monoporzionato, un business all’epoca ancora poco conosciuto ma che ha sancito il successo odierno di Caffè Borbone.

Poi è il turno del brand Caffè Borbone

Il marchio Caffè Borbone nasce ufficialmente nel 2001, partendo da una sede produttiva di appena 200 mq, fino ad arrivare all’attuale, nel distretto industriale di Caivano, con una superfice produttiva da oltre 22.000 mq coperti e oltre 98 tonnellate di caffè prodotto. Caffè Borbone in poco tempo viene annoverato tra le migliori torrefazioni campane e diventa sinonimo di caffè di qualità riconosciuta da migliaia di clienti.

Nel 2002 Massimo entra nella compagine sociale della Didiesse Srl specializzata nella produzione di macchine da caffè. Dopo aver ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato e responsabile della Ricerca&Sviluppo per L’Aromatika e Didiesse, Massimo cede il 60% del capitale di L’Aromatika a Italmobiliare Spa dell’Ing. Carlo Pesenti, anch’egli titolato oggi Cavaliere del Lavoro e oggi membro del CDA di Caffè Borbone. L’azienda viene poi rinominata Caffè Borbone S.r.l, in cui Massimo Renda ricopre tuttora il ruolo di Presidente del CDA.

Starbucks apre il primo chiosco in Emilia-Romagna, 37° store, a Casalecchio di Reno, Bologna

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Il nuovo store presso il Centro Commerciale Gran Reno (immagine concessa)

CASALECCHIO DI RENO (Bologna) – Starbucks ha aperto il suo primo chiosco in Emilia-Romagna, a Casalecchio di Reno, Bologna. Il 37° store dell’azienda in Italia si trova nel Centro Commerciale Gran Reno, aperto in collaborazione con Percassi, licenziatario esclusivo del marchio in Italia.

Starbucks a Casalecchio di Reno, Bologna

Una decina i partner (dipendenti) assunti nella comunità locale, che delizieranno i palati dei fan di Starbucks, preparando le bevande iconiche più conosciute del marchio, come il Frappuccino, i caffè classici e le rinfrescanti bevande estive.

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Il chiosco Starbucks (immagine concessa)

Questo è il 7° chiosco Starbucks aperto in Italia, dopo quelli in Lombardia, Piemonte, Toscana e Lazio. È un format che si adatta perfettamente alle esigenze dei consumatori che hanno poco tempo a disposizione, ma vogliono comunque gustare una deliziosa bevanda o del cibo to go.

Indirizzo: Via Marilyn Monroe, 2 Casalecchio di Reno (BO) Orari di apertura: lunedì-domenica dalle 9.00 alle 21.00.

La scheda sintetica di Starbucks Coffee Company

Dal 1971, Starbucks Coffee Company è impegnata nell’approvvigionamento etico e nella torrefazione di caffè Arabica di alta qualità. Con negozi in tutto il mondo, oggi l’azienda è il primo torrefattore e rivenditore di specialità caffearie al mondo. Grazie all’impegno costante per l’eccellenza e i suoi valori, il brand porta l’unicità della Starbucks Experience nella vita di tutti i suoi clienti attraverso ogni singolo caffè. Per condividere l’esperienza visita i siti internet qui e qui.

La scheda sintetica di Percassi

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi (come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food).

Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta nel food). Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

Bazzara lancia il 2° report di sostenibilità per l’anno 2023

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Il report di sostenibilità Bazzara per il 2023 (immagine concessa)

TRIESTE – Bazzara, azienda con una tradizione di oltre mezzo secolo nel mondo del caffè, ha elevato la sostenibilità a principio cardine, impegnandosi nel rispetto dell’ambiente e delle persone in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu. La torrefazione triestina ha avviato un percorso di responsabilità sociale, ambientale ed economica, dettagliato nel suo secondo report di sostenibilità in riferimento all’anno 2023 e consultabile online.

In qualità di società benefit, il progetto evidenzia la trasparenza della Bazzara Caffè e i suoi obiettivi futuri verso un business rigenerativo.

L’argomento sostenibilità rappresenta infatti il focus dei reparti ricerca e sviluppo delle aziende lungimiranti che vogliono fare innovazione, non solo per ottenere un vantaggio competitivo in termini commerciali, ma anche per essere in grado di generare benessere per tutto l’ecosistema nel quale operano, garantendo così le basi per guardare al futuro con positività.

L’importanza di un report di sostenibilità annuale per un’azienda come Bazzara risiede nella capacità di dimostrare concretamente il proprio impegno verso un business rigenerativo. Per realizzare questa visione, Bazzara mira a bilanciare crescita economica, inclusione sociale e protezione ambientale.

Per questo motivo, il documento in questione non solo riflette la visione dell’azienda ma serve anche come bussola e strumento di comunicazione trasparente verso clienti e stakeholder.

Nell’ambito del miglioramento continuo, nel 2023 Bazzara ha riconfermato le aree di intervento ispirate all’Agenda 2030 dell’Onu e, coerentemente con le sue capacità, ha integrato la sostenibilità in ogni aspetto del suo modello di business.

Si riconfermano quindi fra le molte iniziative l’utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, il percorso con obiettivo plastic free, le iniziative di welfare aziendale rivolte ai dipendenti e quelle solidali e sociali a supporto della comunità locale, anche attraverso lo sport e la cultura. In aggiunta, nel 2023 Bazzara ha implementato diverse attività virtuose consolidando partnership significative, come quella con Treedom, per sostenere la piantumazione di alberi e la salvaguardia ambientale.

Inoltre, con l’organizzazione del Trieste Coffee Expert (TCE), summit biennale della torrefazione che riunisce i maggiori esponenti del comparto caffeicolo, l’azienda ha reso la sostenibilità la protagonista della settima edizione dell’evento intitolato “Future Coffee: Sustainability and Innovation”. Il summit, incentrato su come le aziende del settore caffeicolo affrontano il tema della sostenibilità e innovazione, ha portato ad un coinvolgimento del pubblico e degli stakeholder in un dialogo costruttivo sul futuro del caffè. Si ricordano, a titolo d’esempio, gli interventi della seconda giornata incentrata sulla sostenibilità come quelli di Slow Food, Fairtrade Italia e l’International Women’s Coffee Alliance Italia.

Inoltre, Bazzara ha voluto confermare il proprio impegno rendendo l’evento uno dei primi nel settore del caffè ad essere certificato Neutral event secondo lo standard primario a livello internazionale (Verified Carbon Standard) grazie alla partnership con Up2You. Le emissioni di CO2 legate alla realizzazione del summit, inclusi gli spostamenti dei 26 relatori, sono state compensate con progetti incentrati sulla protezione delle biodiversità.

Altro importante passo sono stati i nuovi prodotti lanciati sul mercato dalla torrefazione nel 2023, tra i quali spiccano la Bioarabica Blend, la prima miscela biologica di Bazzara, e i caffè biologici certificati Fairtrade e Rainforest: Colombia Fairtrade, Peru Fairtrade, Mexico Fairtrade e Honduras a doppia certificazione Rainforest e Fairtrade.

Questi prodotti testimoniano l’attenzione di Bazzara allo sviluppo sostenibile, sia per quanto riguarda un’agricoltura biologica, sia per quanto riguarda la responsabilità etica e sociale legata a tutti gli anelli della catena di produzione, inclusi i diritti dei lavoratori.

Il report di sostenibilità dell’azienda serve anche a mantenere un dialogo aperto e costruttivo sulle proprie iniziative sostenibili coinvolgendo clienti e stakeholder.

Per massimizzare il proprio impatto positivo sulla società e l’ambiente, infatti, Bazzara ha coinvolto nel suo percorso diversi interlocutori. I clienti e stakeholder sono stati coinvolti tramite una comunicazione informativa e trasparente relativa ai prodotti – riguardante anche come gli stessi devono essere smaltiti – e attraverso dei contenuti di approfondimento sul tema della sostenibilità condivisi sui canali social aziendali, tramite le collane video e l’evento Trieste Coffee Experts. Infine, Bazzara ha coinvolto anche le istituzioni rafforzando la sua partecipazione a livello regionale contribuendo all’Osservatorio sulle aziende virtuose del Friuli Venezia Giulia e condividendo le proprie pratiche con altre società benefit per favorire il confronto e la rispettiva crescita sul territorio.

Mauro Bazzara, ceo di Bazzara, conclude: “Auspichiamo che questa Relazione possa contribuire a stimolare un cambiamento di paradigma, spingendo verso un nuovo modello di business che sia consapevole e attento alle esigenze del pianeta e delle persone. Guardando al futuro, ci impegniamo a implementare performance ambientali per promuovere soluzioni eco-sostenibili. L’attenzione all’ambiente e il sostegno alle comunità restano al centro delle nostre priorità, insieme alla ricerca costante di pratiche innovative e sinergie con gli stakeholder”.