mercoledì 10 Aprile 2024
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Macchine del caffè con capsule: cosa succede se non si puliscono bene, occhio ai batteri

Il sequenziamento ad alta velocità e l'analisi degli ampliconi (frammento di DNA o RNA che è la fonte e/o il prodotto di reazioni di amplificazione o di replicazione, n.d.r.) del gene 16S rRNA di tutte le macchine hanno rivelato una notevole diversità batterica

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MILANO – Per la serie “ogni tanto ritornano”, l’importanza di pulire le macchine del caffè è una notizia che fa il giro del web: tutti coloro che hanno una macchina del caffè a capsule in casa, riportiamo uno studio pubblicato sulla rivista Nature nel 2015 che però è sempre attuale e infatti è stato ripreso da diverse testate, che ha messo sotto la lente di ingrandimento un tema essenziale per il consumatore finale: la pulizia – di cui abbiamo parlato qui, qui e qui – e, di conseguenza, la sicurezza di chi beve quotidianamente una tazzina erogata con questo metodo di estrazione.

Gli studiosi dell’Università di Valencia, hanno testato nell’arco di due mesi un particolare modello Krups Inissia machine di Nespresso, ma siamo certi che il risultato sarebbe stato identico, qualsiasi altro sistema avrebbero analizzato.

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Macchine con capsule: l’esperimento condotto

Sono stati campionati i serbatoio in cui restano gli scarti del caffè di 10 modelli differenti Nespresso: nove sono state utilizzate per un anno in ambienti domestici o uffici, mentre una è stata messa in funzione nel laboratorio degli stessi ricercatori per 5 mesi, appositamente per svolgere il test.

In un caso (modello CityZ), è stato campionato anche il vassoio delle tazze, scollegato dal contenitore delle capsule.

Il sequenziamento ad alta velocità e l’analisi degli ampliconi (frammento di DNA o RNA che è la fonte e/o il prodotto di reazioni di amplificazione o di replicazione, n.d.r.) del gene 16S rRNA di tutte le macchine hanno rivelato una notevole diversità batterica, con un numero totale di generi identificati che varia da 35 a 67.

Sebbene siano stati rilevati profili microbici relativamente simili, è stata riscontrata un’importante variazione nella frequenza di particolari taxa

Enterococcus sp. e Pseudomonas sp. (che è anche uno dei pochi esempi riportati di batterio che degrada la caffeina) si sono rivelati quelli principali, essendo da moderatamente ad altamente abbondanti in nove dei dieci campioni analizzati.

Altri generi frequenti sono stati Stenotrophomonas, Sphingobacterium, Acinetobacter e, in misura minore, Coprococcus, Paenibacillus o Agrobacterium. Dysgomonas era molto frequente nella macchina Inissia, con il 15% delle sequenze.

Come evitare la contaminazione?

La pulizia fatta soltanto con un getto d’acqua non è sufficiente: si dovranno usare i prodotti più adatti per un lavaggio interno ed esterno e una decalcificazione corretta. Una macchina sporca, senza creare allarmismi, diventa un ricettacolo di batteri.

 

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