giovedì 04 Dicembre 2025
Home Blog Pagina 798

Too Good To Go contro lo spreco alimentare delle feste con l’iniziativa #ancheapasqua

0
too good to go cioccolato
Secondo i recenti dati Nielsen nel 2022 le vendite di alimenti durante la Pasqua hanno superato i 18 milioni di kg tra colombe e uova di cioccolato (immagine concessa)

MILANO – Secondo i recenti dati NielsenIQ, nel 2022 le vendite di alimenti durante la Pasqua hanno superato i 18 milioni di kg tra colombe e uova di cioccolato, ma quante di queste si salvano dal macero? Difficile quantificarlo, ma ciò che sappiamo è che oggi il 40% del cibo prodotto viene sprecato, in particolar modo durante le feste. Per questo motivo, dopo il successo dello scorso anno dove sono state salvate 5000 Surprise Bags, che corrispondono a 11 tonnellate di CO2e, Too Good To Go, il più grande marketplace al mondo per le eccedenze alimentari, torna nel 2023 con #ancheapasqua, l’iniziativa nata per contrastare gli sprechi di cibo durante il periodo delle festività di Pasqua.

Quasi 1000 partner partecipano all’iniziativa

Con #ancheapasqua, Too Good To Go si propone di salvare tutti quei prodotti pasquali che altrimenti andrebbero sprecati, grazie a una bag speciale, disponibile dall’11 al 23 aprile. I consumatori potranno scegliere le Surprise Bags sulla piattaforma da quasi 1000 esercenti commerciali, tra cui pasticcerie, supermercati e forni. Tra le realtà che hanno deciso di aderire all’iniziativa presenti anche Carrefour Italia e Eataly, i quali metteranno a disposizione nei loro punti vendita le speciali bags di Pasqua.

“Siamo felici di lanciare anche nel 2023 questa iniziativa, con l’obiettivo di supportare i commercianti e le aziende del settore agro-alimentare, che ogni anno si trovano a dover gestire l’invenduto e ad affrontare gli sprechi dei prodotti legati alle festività. Spesso, e soprattutto durante le feste, la produzione di alimenti è, infatti, ben superiore alla richiesta stessa dei consumatori: per questo motivo vogliamo mettere a disposizione la piattaforma di Too Good To Go come strumento per evitare gli sprechi e, allo stesso tempo, per sensibilizzare i consumatori sul tema di un acquisto più attento e consapevole, specialmente durante questi periodi di festa”, ha dichiarato Mirco Cerisola, Country Director per l’Italia di Too Good To Go.

Cioccolato: le indicazioni relative alla data di scadenza e come conservarlo

Uova di cioccolato, colombe pasquali e molto altro: una produzione eccessiva può essere un problema per l’intera filiera. Per fortuna, secondo il Food Sustainability Index, realizzato dalla Fondazione Barilla, lungo l’intera filiera di produzione, ovvero dalla fase di post raccolto fino al prodotto finale, le perdite alimentari corrispondono solo al 2% del totale del cibo prodotto. Diverso ciò che accade nelle nostre case, dove lo spreco alimentare domestico rappresenta ancora oggi un’enorme sfida.

Non si tratta solo di spreco alimentare lungo la filiera: sempre secondo il report di Fondazione Barilla, in Italia ogni persona getta nel cestino una media di 65 kg di cibo all’anno. Per questo motivo ogni giorno cerchiamo di essere sempre più di supporto per i consumatori e per il nostro Pianeta, cercando di responsabilizzare tutti a ridurre lo spreco alimentare domestico, invertendo la tendenza che vede ancora il 40% del cibo prodotto totalmente sprecato” ha aggiunto Mirco Cerisola, Country Director per l’Italia di Too Good To Go.

Un passo verso questa direzione è legato, anche, ad una maggior educazione del consumatore nei confronti della corretta lettura delle etichette alimentari, delle date di scadenza e delle modalità di conservazione più adatte ai diversi cibi.

Molti alimenti, infatti, possono essere consumati anche oltre la data di scadenza indicata: è questo il caso del cioccolato, che è considerato un alimento non deperibile, ovvero che non scade e non va a male. Certamente, il periodo di consumo può variare in base alla sua tipologia: ad esempio, il cioccolato fondente si conserva più a lungo rispetto al cioccolato al latte o ai cioccolatini ripieni, poiché la presenza di ingredienti deperibili come il latte tende a far perdere compattezza al prodotto più velocemente.

Spesso, però, si viene ingannati dalla patina bianca che si forma su tavolette, uova e altri dolci a base di cioccolato, un elemento che ad una prima occhiata porta i consumatori a pensare che il prodotto sia scaduto e quindi non più commestibile. Al contrario, la presenza della patina bianca non deve destare alcun tipo di preoccupazione sull’effettiva commestibilità del prodotto, ma è solo una diretta conseguenza della conservazione del cioccolato: questo effetto si verifica quando viene esposto a temperature troppo alte o basse provocando la scissione dei grassi che affiorano in superficie acquisendo quel colore. In ogni caso, il cioccolato, se conservato in maniera ermetica o in frigorifero, può essere infatti consumato per molto tempo, mantenendo inalterato il suo sapore e profumo.

I dolci di recupero di Pasqua suggeriti da Too Good To Go per evitare gli sprechi

Come fare quindi per evitare che questi e altri alimenti vengano sprecati? Oltre a prestare maggiormente attenzione alla quantità di cibo che si acquista, alle date di scadenza e all’effettiva deperibilità degli stessi, l’ideale è utilizzare le rimanenze di cioccolato e colombe per preparare alcune ricette di recupero nei giorni successivi alle feste di Pasqua.

Salame di cioccolato

Con il cioccolato avanzato delle uova di Pasqua, aggiungendo solo biscotti, burro e zucchero si può realizzare uno dei dolci più amati: il salame di cioccolato. Basteranno 200g di cioccolato fondente, 100 gr di burro, 150gr di zucchero e 100 gr di biscotti secchi per realizzare una deliziosa ricetta antispreco.

Granola al cioccolato

Per una ricetta sana e allo stesso tempo gustosa, con gli scarti delle uova di cioccolato avanzate è possibile realizzare la granola fatta in casa, perfetta per una colazione ricca e nutriente. Pochi ingredienti: bastano 4 tazze di avena, frutta secca a scelta, 2 cucchiai di olio di cocco e 4 cucchiai di sciroppo d’acero. Distribuite il composto su una teglia ricoperta di carta da forno e infornate per 30 minuti. Infine, per renderla ancora più buona, una volta che la granola è cotta e ancora calda, aggiungere i pezzi di cioccolato delle uova di Pasqua avanzate!

French Toast di Colomba

Aggiungendo solo 4 ingredienti alla colomba avanzata di Pasqua, sarà possibile realizzare degli ottimi french toast. Basta mescolare 2 uova con zucchero e latte e immergete le fette di colomba nel composto. Fare sciogliere un po’ di burro in un pentolino e cuocere le fette di colomba per qualche minuto per lato, finché non saranno croccanti e dorate. Una volta che i French Toast di colomba saranno pronti decorate le fette con frutta fresca.

Colombamisù

Un classico rivisitato: il Tiramisù di Colomba è un dolce al cucchiaio semplice da realizzare e che vi permetterà di utilizzare la colomba avanzata dal pranzo di Pasqua. Basterà sostituire le fette di colomba ai savoiardi, immergerle nel caffè, accompagnarle alla crema al mascarpone e ricoprire il tutto di cacao.

La scheda sintetica di Too Good To Go

Nata nel 2015 in Danimarca con l’obiettivo di ridurre lo spreco alimentare, l’applicazione Too Good To Go è presente in 15 Paesi d’Europa, negli Stati Uniti e in Canada, contando ad oggi oltre 62 milioni di utenti. Nel 2021, secondo il Report App Annie, Too Good To Go è stata l’app più scaricata in Italia nel settore Food & Drink.

Too Good To Go permette a bar, ristoranti, forni, pasticcerie, supermercati ed hotel di recuperare e vendere online – a prezzi ribassati – il cibo invenduto “troppo buono per essere buttato” grazie alle Surprise Bags, delle “bag” con una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Gli utenti della app non devono far altro che geolocalizzarsi e cercare i locali aderenti, ordinare la propria Surprise Bag, pagarla tramite l’app e andarla a ritirare nella fascia oraria specificata per scoprire cosa c’è dentro.

In Italia Too Good To Go è stata lanciata in oltre 600 comuni, conta più di 7 milioni di utenti e ha permesso di salvare più di 12 milioni di pasti, evitando così di vanificare l’emissione di oltre 22.500 tonnellate di CO2e impiegate per la produzione degli alimenti.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

Tirro: “L’espresso napoletano è un’espressione di quello italiano, e litigare in famiglia è limitante”

0
Cristian Tirro all'opera (foto concessa)
Cristian Tirro all'opera (foto concessa)

MILANO – Abbiamo visto in azione Cristian Tirro in occasione del Sigep, quando si è pronunciato sul caffè napoletano nel bel mezzo di una Fiera internazionale. Il fondatore dell’Accademia italiana barista di Faenza, ha le idee molto chiare su cosa sia l’espresso e poi il professionista dietro il bancone. Un luogo che lui conosce bene e ha nel sangue, perché, come lui stesso si è definito, è un figlio d’arte.

Tirro, il caffè napoletano allora, come la ispira?

“L’espresso italiano è sicuramente quello che ha portato a pensare l’Accademia italiana baristi, con la volontà di mettere al centro una bevanda da molto tempo poco considerato, ovvero il caffè. Che per noi è un prodotto che ha da sempre caratterizzato il rito italiano e dovrebbe quindi tornare ad esser valorizzato come storico simbolo. Da Angelo Moriondo ad Achille Gaggia, sino alla macchina a Leva: pochi possono vantare lo stesso passato.

Per quanto riguarda invece il caffè napoletano, lo intendo come legato al territorio: nel centro Italia viene bevuto in vetro. A Napoli, ci si è fermati alla macchina a leva, con la gara continua per avere la miscela migliore cercando di mantenere i costi più bassi, e questi fattori hanno stimolato la creazione di una bevanda di uno spessore impressionante.

Avendo lavorato anche dietro al bancone dello storico Gambrinus per due giorni accanto ai ragazzi, ho capito che la fortuna di quell’espresso, l’anima stessa del caffè napoletano, erano gli stessi cittadini. Non si può preparare l’espresso partenopeo fuori contesto.
Di fronte ad una tradizione così radicata come quella di Napoli, fatta dai baristi napoletani che rappresentano una cultura eccezionale, si può soltanto portare rispetto. La loro miscela servita in un contenitore così bollente, è parte integrante della tazzulella.

Penso che l’espresso napoletano dunque non si contrapponga a quello italiano, ma ne sia piuttosto una declinazione. E quindi di fronte al dibattito che spesso si apre attorno a queste due ricette, dico che è un po’ come se il figlio parlasse male del babbo. Invece bisogna esserci una coesione tra i due riti.

Per quasi 100 anni abbiamo fatto la storia del mondo, facendo sì che l’espresso made in Italy diventasse cultura all’estero. Ultimamente sta accadendo il contrario e da fuori stiamo soffrendo l’invasione di questa tendenza composta da 100% Arabica tostati chiari, con caratteristiche complesse che danno la possibilità molto più di un espresso classico italiano, di confrontarsi su diverse sfumature.

L’espresso italiano è più alla portata di tutti. Non è facile realizzarlo, ma è semplice da comprendere. Ha una comunicazione meno articolata, sicuramente rispetto alle estrazioni alternative. Anche questo dovrebbe definire l’energia dell’espresso: che è un’entità a sé stante al punto che tutto il resto è, infatti, “alternativo”.

L’espresso napoletano dunque è un’espressione di quello italiano e litigare in famiglia è limitante. Alcuni hanno osato dire che è un po’ rancido, ma pazienza: sicuramente avrà un’evoluzione anche il gusto. Il bello dell’espresso napoletano è il suo racconto e come tale, non può esser analizzato soltanto con i 4 sensi, ma anche con l’ascolto della sua storia.

Ha una ratio (rapporto acqua/caffè) incredibile: se prendessi una scheda stabilita da certe organizzazioni, dovrei farmi alcune domande e verrebbe da mettere in discussione tutto, perché apparrebbe completamente sbilanciato eppure quella stessa tazzina ha il suo perché. -Tirro è cristallino – L’espresso italiano è sinonimo di libertà, perché non c’è una nazione così brava nel trasformare il caffè, nel bene e nel male. Non bisogna snaturare la sua vocazione. “

Barista VS professionista: come facciamo capire il valore di questa figura?

“Mia madre lavora ancora oggi al bar, dopo 10 anni in cui è già andata in pensione: i locali di mia mamma sono sempre tutti pieni. E dico: il cliente non ha sempre ragione, ma delle volte, rispettare anche realtà legate ad un passato di lavoro che aveva altre modalità, potrebbe essere formativo.

Dietro al bancone, il barista che racconta (foto concessa)

Sicuramente le cose sono cambiate sia in Italia che all’estero. Fare il barista richiede sacrifici, certo, e alcune persone lavorano 12/13 ore al giorno, sette giorni su sette. È una figura che ora si dice in crisi e io aggiungo: farlo in Italia significa alzarsi alle 4, pensare ai croissant, al caffè, fare le ricevute a fine giornata, pulire i tavoli, la sala, i bagni e tanto altro ancora.

Nessun altro deve fare tutto questo, con in più un’altra grande variabile: la mattina non sai mai chi arriva, potrebbe essere anche un controllo della finanza, dei collaboratori che sono malati, e x fattori che ti tengono costantemente in tensione.

L’espresso italiano costa un euro perché deve avere la capacità di esser un anello di congiunzione su tutte le parti che esistono dentro il bar. È un bigliettino da visita: il cliente fa un investimento nella tazzina e spende un euro per comprendere se il locale sia all’altezza delle sue aspettative e può tornare altre volte. Il valore dell’espresso va oltre quella cifra sullo scontrino, perché veicola altri prodotti.

Provoco: perché alcuni ristoranti lo offrono? Perché il valore commerciale della tazzina per loro non è così elevato rispetto al costo complessivo del pasto. L’espresso è un prodotto popolare, un cavallo di Troia per arrivare ad altro. È un’emozione da bere velocemente per poi avere un ricordo da portare a casa: proviamo ad attribuire un valore a questo ricordo e avremo il costo da conferirgli.

Ed ecco che la tazzina contribuisce a dare spessore al lavoro del barista. Che ha la grande capacità di creare cose e l’espresso è una di queste. Attraverso la manipolazione del rituale, con le mani, realizza la tazzina. Come ha detto Benigni: il creare qualcosa è l’unica cosa che ci avvicina al creatore. Noi in quel momento dietro la macchina, raggiungiamo la nostra massima espressione, che acquisisce le caratteristiche dell’operatore.

Sarà capitato di bere un espresso antipatico. Abbiamo quindi una responsabilità rispetto al consumatore, che può esser vittima o ospite del nostro servizio. Quando si fa formazione si parla spesso qualità e mi piacerebbe però capire meglio questo concetto: effettivamente, per l’espresso, di che si tratta? Secondo me, la qualità dell’espresso italiano è il racconto che si trasmette e passa attraverso la risorsa umana: quindi la qualità è il barista.

I torrefattori mettono a disposizione del professionista l’opportunità di fornire qualità e poi siamo noi che la trasferiamo a nostra volta attraverso l’atto di creazione, con un’emozione a cui è difficile fissare un valore economico. E date queste premesse, diventa ovvio considerare quella del barista come una professione alla pari di qualsiasi altra e non una di serie b. Chi pensa il contrario non sa bene di che parla.”

 

 

La Marzocco: porte aperte del temporary flagship store nella Milan Design Week, 17-23/04

0
la marzocco flagship store
La Marzocco apre il suo temporary flagship store (immagine concessa)

MILANO – La Marzocco, leader in innovazione e design delle macchine per caffè espresso professionali, annuncia l’apertura del suo temporary flagship store in Corso Garibaldi 73, Milano, dal 17 al 23 aprile. Protagonisti principali i modelli della linea Home: Linea Micra, Linea Mini e GS3. Lo spazio offre la possibilità a tutti i visitatori di poter scoprire le macchine da caffè de La Marzocco e provare diversi tipi di caffè grazie alle miscele di differenti torrefattori, partecipando a barista masterclass dedicate con professionisti del settore.

La Marzocco presenta il temporary flagship store

In occasione della Design Week, il brand fiorentino presenta la nuova Linea Mini Nordic, Special Edition 2023, un modello dal design tutto da scoprire, omaggio alla cultura scandinava del caffè.

Giovedì 20, Sartoria Ciclistica, accompagna La Marzocco offrendo caffè dal suo van brandizzato, mentre da venerdì a domenica l’invito è esteso anche alla sera,  per stare assieme all’insegna del buon caffè e di un brindisi aperto a tutti a partire dalle 17.30.

Linea Mini Nordic, Special Edition 2023,
Linea Mini Nordic, Special Edition 2023 (immagine concessa)

A completare l’offerta la presenza di alcuni selezionati partner: Cioccolati Italiani, che offre una esperienza di connubio caffè/cioccolato, e i brand di design Polspotten e Magis presenti con i loro prodotti.

Clicca qui per scoprire il programma completo.

Cracco, debiti per il ristorante in Galleria a Milano: persi 4,6 milioni nell’arco di 5 anni

0
chef stellati cracco tiramisù
Carlo Cracco

Il ristorante di Carlo Cracco, uno dei volti più noti della ristorazione italiana e mondiale, ha riportato un bilancio negativo: in 5 anni il locale all’interno della Galleria Vittorio Emanuele a Milano ha ammontato debiti pari a 4,6 milioni di euro. Leggiamo di seguito la prima parte della notizia pubblicata sul portale Trend Online.

Carlo Cracco, debiti per 4,6 milioni di euro

MILANO – Carlo Cracco, uno degli chef più acclamati e apprezzati, ha chiuso il bilancio 2022 in negativo del suo ristorante a Milano, sotto la Galleria Vittorio Emanuele. I debiti sono ingenti: in 5 anni il ristorante ha creato un “buco” di 4,6 milioni di euro.

Per il locale premiato con una stella Michelin non sarebbe un buon momento a causa dell’inflazione e dei costi – troppo alti – di produzione e delle materie prime.

Qualche tempo fa si era parlato del prestigioso ristorante di Carlo Cracco sotto la galleria Vittorio Emanuele di Milano per il prezzo del caffè; un cliente aveva postato sui social lo scontrino con un conto tutt’altro che “stellare”. In queste ore, invece, lo stesso ristorante è finito sotto la lente di ingrandimento per un altro motivo: pare che gli affari non vadano bene, anzi.

A rendere nota la notizia è stato Affari Italiani che parla di debiti che ammontano a 4,6 milioni di euro, un bilancio passivo tutt’altro che indifferente.

A cosa si deve questo dato negativo? La cucina e l’atmosfera del ristorante non c’entrano: le perdite sarebbero causate dai prezzi eccessivi di produzione e delle materie prime, problema che accomuna molti ristoratori in questo periodo. Anche Carlo Cracco sta pagando il prezzo della crisi economica in atto.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Mercato cinese: illy punta a triplicare le vendite, Luckin fattura quasi 2 miliardi

0
Bar caffetteria caffè macinato mercato cinese Cina caffetterie a marchio
Caffè macinato prima dell'uso in una caffetteria (Foto di Elias Shariff Falla Mardini da Pixabay)

MILANO – Cina nel mirino di illycaffè, che punta a raddoppiare-triplicare le vendite nel mercato cinese entro il 2026. Violante Avogadro, Chief Communication Officer (cco) di illycaffè, ha ribadito gli obiettivi ambiziosi del torrefattore triestino in terra cinese parlando in un’intervista all’agenzia Xinhua in occasione della partecipazione dell’azienda alla terza edizione del China International Consumer Products Expo, in corso in questi giorni a Haikou, capoluogo della provincia meridionale di Hainan.

L’Italia prende parte alla rassegna in qualità di “Paese ospite d’onore“. La Camera di Commercio Italiana in Cina ha sottolineato che “la crescente importanza di Cicpe, quale principale evento fieristico cinese del settore, e la centralità dell’Italia nell’edizione di quest’anno rendono la fiera una preziosa vetrina per le aziende di casa nostra interessate a promuovere il Made in Italy di qualità presso il pubblico cinese”.

Secondo Avogrado, la manifestazione è il luogo ideale per presentare i valori e la storia del marchio illy.

“Vogliamo far scoprire e apprezzare il nostro brand ai cinesi, con un’offerta adatta a questo mercato. E crediamo che Cicpe sia il luogo ideale per farlo. Auspichiamo che i cinesi sappiano di più sul nostro marchio, la nostra eredità, la nostra qualità e su quanto stiamo facendo sul fronte della sostenibilità”.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

Victoria Arduino vola al The London Coffee Festival con il Pure Brew Live Experience e la Eagle Tempo, 20-23 aprile

0
London Coffee Festival
Victoria Arduino al The London Coffee Festival (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Dal 20 al 23 aprile Victoria Arduino ritorna al The London Coffee Festival per presentare tutte le novità di prodotto e per offrire una serie di esperienze coinvolgenti con il Pure Brew Live Experience. Nello stand G16 il brand, leader a livello mondiale nel segmento delle macchine da caffè professionali e macinini, presenterà tutti i nuovi prodotti tra cui Eagle Tempo, la macchina per caffè espresso dedicata a catene, ristoranti e bakeries.

Victoria Arduino ritorna al The London Coffee Festival

Un prodotto dal design riconoscibile e dall’elevata capacità produttiva, che incorpora tecnologie che permettono di fare business risparmiando energia e riducendo gli sprechi.

Al piano superiore, nello stand H07, Victoria Arduino proporrà al pubblico del The London Coffee Festival delle mini sessioni di approfondimento e di divertimento per ispirare sulle nuove possibilità e opportunità di accrescere il proprio business e per gustare nuove esperienze a base di Pure Brew.

Pure Brew
Pure Brew (immagine concessa)

Nei quattro giorni di eventi lo stand H07 si trasforma in una fucina di idee per ampliare la propria offerta di cocktail, mocktail a base di caffè e Pure Brew, di tè, con una grande attenzione alla qualità dell’acqua utilizzata per l’estrazione.

È così che Victoria Arduino si lascia ispirare dalla passione di tutti coloro che amano il caffè e si impegnano ogni giorno ad offrire un’esperienza sensoriale unica.

Caffitaly lancia la nuova campagna pubblicitaria tra spot tv, radio e banner social

0
marta colombo caffitaly
Marta Colombo, cmo di Caffitaly (immagine concessa)

MILANO – Importanti investimenti pubblicitari inaugurano la stagione primaverile di Caffitaly, l’azienda italiana che con il suo sistema brevettato mette in tazza un’esperienza di gusto mai provata prima. Caffitaly ha scelto infatti il giorno di Pasqua, domenica 9 aprile, per tornare on air e online con una nuova campagna multimedia all’insegna del claim “Non è caffè. È Caffitaly”.

La nuova campagna Caffitaly

A raccontare agli italiani tutta la qualità delle pause caffè firmate Caffitaly, gli spot TV in onda sulle principali emittenti nazionali RAI e Mediaset per un totale di quattro settimane, quelli radiofonici sulle emittenti nazionali per due settimane, e banner pubblicitari online e campagne social su Instagram e Facebook always on fino alla fine di maggio.

Soggetti rinnovati per la TV e nuovi quelli per la radio, sempre realizzati dall’agenzia PicNic che, continuando a giocare con l’ironia all’insegna di “Non è caffè. È Caffitaly”, si focalizza su canali d’acquisto e occasioni di consumo: il primo spot, infatti, è ambientato in un Caffitaly Shop, lo store monomarca dove è possibile trovare tutte le macchine e tutte le referenze della vasta offerta di caffè e bevande calde di Caffitaly e dei produttori partner; il secondo, invece, racconta della (meritata) pausa caffè dopo l’ennesima call della giornata: una pausa a tutto gusto grazie al Caffitaly System che regala un’esperienza di caffè superiore a casa come in ufficio.

A fronte di un importante investimento, l’azienda prosegue così nel consolidamento del brand, con l’obiettivo di dare sempre maggiore visibilità ai Caffitaly Shop, nonché di raccontare al grande pubblico la qualità superiore offerta da Caffitaly che, grazie al suo sistema unico, innovativo e sostenibile, che combina perfettamente la tecnologia di macchina e capsule, riesce ad esaltare al meglio il gusto e l’aroma dei migliori caffè e delle migliori bevande calde.

La continuità e gli sforzi aziendali confluiti nell’ambito della comunicazione sono d’altronde rafforzati dai risultati positivi sinora ottenuti. Caffitaly ha condotto una ricerca prima e dopo la campagna dello scorso autunno, che si è rivelata efficace innanzitutto in termini di ricordo da parte dello spettatore (soprattutto quella TV), con un livello di gradimento sopra la media. Come sopra media sono il rapporto tra ricordo e reach, l’incremento della brand awareness e dell’intenzione di acquisto.

“Siamo entusiasti di tornare online e on air con la nuova campagna di Caffitaly, che supporta le strategie dirette al consolidamento della brand awareness e al sostegno della nostra rete di Caffitaly Shop. I nuovi soggetti degli spot radio, in particolare, ci aiuteranno a raccontare la nostra presenza su tutto il territorio italiano e a spiegare come le elevate performance del sistema domestico dell’azienda siano perfette per ogni occasione di consumo, a casa e al lavoro – commenta Marta Colombo, cmo dell’azienda. I nostri sforzi nella comunicazione stanno portando ottimi risultati – e in particolare dal canale televisivo -, dandoci la possibilità di raggiungere milioni di italiani e di raccontare loro l’esperienza di caffè superiore che, grazie ad altissima qualità, tecnologia e innovazione continua, il nostro sistema è in grado di offrire”.

Franco Bechis su Open: “Meloni attenta a non ripetere la riforma del caffè sospeso di Berlusconi”

0
giorgia meloni riforma decreto
Giorgia Meloni (immagine presa da Facebook)

Dalle prime simulazioni sulle novità che verranno introdotte, la rivoluzione fiscale sembra tradursi in un risparmio di poche centinaia di euro all’anno. Secondo Franco Bechis, direttore responsabile del portale d’informazione Open, la rivoluzione promessa da Giorgia Meloni assomiglierà a quella attuata da Silvio Berlusconi, periodo nel quale la frase più gettonata era “Il Cavaliere ci ha lasciato un caffè sospeso” volto a indicare un risparmio economico minimo, esattamente come il prezzo di un espresso. Leggiamo di seguito le riflessioni di Franco Bechis.

La nuova riforma fiscale

di Franco Bechis

ROMA – Ci sono non pochi punti della delega fiscale appena approvata dal governo di Giorgia Meloni che ricordano l’operazione che tentò Silvio Berlusconi alla guida del governo fra il 2001 e il 2006. Innanzitutto l’enfasi che allora come oggi accompagnò l’operazione della riduzione delle tasse e delle aliquote Irpef.

Venti anni fa la riforma era partita dalla campagna elettorale del “Meno tasse per tutti” ed ebbe un percorso piuttosto accidentato anche per la temporanea sostituzione di Giulio Tremonti con Domenico Siniscalco al ministero dell’Economia, arrivando solo per gli anni 2005-2006 a una riduzione da cinque a quattro aliquote con la prospettiva di ridurle ulteriormente a 3 (23-35-39%).

Berlusconi però avrebbe perso di un soffio le elezioni del 2006 a vantaggio di Romano Prodi e a tre le aliquote Irpef non sarebbero mai scese. Anzi, dal 2007 sono state ripristinate le 5 aliquote originarie.

Ricordo che all’epoca di quella prima riduzione effettiva dirigevo Il Tempo. Ed ero sommerso da lettere e telefonate dei lettori che in molti casi erano stati elettori di Berlusconi delusi da quella riforma. La frase più gettonata era “Il Cavaliere ci ha lasciato un caffè sospeso”.

Il riferimento era ad un’antica usanza napoletana per cui cittadini generosi e filantropi il mattino ordinavano al bar di fiducia un caffè per sé e ne lasciavano pagato un altro per avventori sconosciuti e in difficoltà economica. Gesto nobile, ma il caffè a cui alludevano gli elettori di Berlusconi aveva invece sapore amaro. Quelli si aspettavano di vedere cambiare la loro vita radicalmente dopo le promesse del Cavaliere, e invece si trovavano nel migliore dei casi ad intascare 20-30 euro al mese in più: nemmeno un caffè al giorno, e la delusione era davvero grande.

Le prime simulazioni pubblicate sulla stampa della riforma Meloni fanno pensare a un bis di quegli anni, grazie alla riduzione a tre aliquote Irpef nel primo modulo della riforma (il solo che può diventare realtà in questa legislatura). Secondo quei calcoli il risparmio fiscale massimo sarebbe ottenuto da chi oggi ha un reddito lordo fra 28 mila e 35 mila euro annui. Il premio massimo annuale ottenuto dalla riduzione delle aliquote da 4 a 3 sarebbe di 260 euro annui.

Considerando una media di 13 mensilità per i principali contratti di lavoro si traducono solo per pochissimi fortunati in un caffè sospeso due giorni sì e uno no: 20 euro al mese. Nelle grandi città grazie al caro-caffè sarà gratis solo un giorno sì e uno no.

Facile capire che quel risultato farebbe a pugni con l’enfasi di una annunciata rivoluzione fiscale e il governo stesso poi pagherebbe le conseguenze politiche di questa inevitabile delusione e amarezza dei cittadini contribuenti. Teniamo presente che un provvedimento assai criticato dal centrodestra come quello di Matteo Renzi sugli 80 euro metteva in tasca ai cittadini quattro volte tanto questa ipotizzata riforma epocale.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Starbucks abbina i drink a seconda del segno zodiacale: c’è l’app per scoprire la propria bevanda

0
Il logo di Starbucks

Il colosso americano delle caffetterie ha stretto una recente partnership con l’app dell’oroscopo Sanctuary. Il nuovo sito web interattivo, Starbucks Star Signs, adesso abbina i clienti alla bevanda più consona al loro segno zodiacale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su La Voce di New York il giornale degli italiani che abitano nella Grande Mela.

I drink basati sul segno zodiacale di Starbucks

SEATTLE – Un caramel macchiato se siete dell’Ariete. Ma se siete del Toro, è molto meglio un iced matcha latte. L’associazione tra drink e oroscopo è offerta da Starbucks e Sanctuary. Il gigante del caffè ha infatti deciso di stringere una partnership con la celebre applicazione per smartphone che offre oroscopi e letture dei tarocchi per aggiungere un pizzico di misticismo al vostro caffè mattutino.

Secondo i rappresentanti delle due aziende, l’alleanza commemora il nuovo anno astrologico, iniziato lunedì 20 marzo, con un sito web interattivo – lo Starbucks Star Signs – che abbina i clienti alla loro bevanda Starbucks perfetta e all’oroscopo primaverile.

Per scoprire la propria bevanda associata al segno zodiacale cliccare qui.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

McDonald’s, licenziamenti: l’avviso ai dipendenti negli Stati Uniti arriva per email

0
McDonald’s napoli italia coronavirus budapest caffè
Il logo McDonald's

Lo scorso gennaio, il colosso americano dei fast food ha dichiarato che si stava preparando a una ristrutturazione e che i cambiamenti sarebbero stati annunciati a partire dal mese di aprile, senza fornire alcun dettaglio sul numero di posti di lavoro soppressi o sugli obiettivi di risparmio. In un’e-mail McDonald’s ha informato i dipendenti negli uffici negli States di annullare tutti gli incontri di persona con fornitori e altri soggetti esterni presso la propria sede tra lunedì 3 e mercoledì 5 aprile. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata da Today.

La ristrutturazione McDonald’s

MILANO – La notizia è confermata, ma non è un fulmine a ciel sereno. McDonald’s ha chiuso temporaneamente i suoi uffici negli Stati Uniti e si prepara ad annunciare i licenziamenti ai suoi dipendenti. Lo scrive il Wall Street Journal, che cita un’e-mail in cui McDonald’s ha informato i dipendenti degli uffici statunitensi e di alcuni al di fuori del Paese che avrebbero dovuto lavorare da casa tra lunedì 3 e mercoledì 5 aprile.

Nel messaggio si chiede ai dipendenti di annullare tutti gli incontri di persona con fornitori e altri soggetti esterni presso la propria sede. L’azienda intenderebbe utilizzare questi giorni per informare “virtualmente” il personale delle decisioni. Lo scorso gennaio, McDonald’s ha dichiarato che si stava preparando a una ristrutturazione e che i cambiamenti sarebbero stati annunciati a partire dal mese di aprile, senza fornire alcun dettaglio sul numero di posti di lavoro che potrebbero essere soppressi o sugli obiettivi di risparmio.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.