giovedì 04 Dicembre 2025
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Nims apre la campagna di reclutamento di personal shopper del caffè in Italia

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Il logo Nims

Nims, azienda padovana parte del Gruppo Lavazza e specializzata nella distribuzione e vendita del caffè in capsula in Italia, presenta la professione del personal shopper e apre nuovamente la campagna di reclutamento. Non è la prima volta che l’azienda ha reso pubblico il suo interesse per la ricerca di questa figura professionale (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su Il Sole 24 Ore.

Nims alla ricerca di personal shopper

PADOVA – “In un momento di congiuntura complessa, Nims offre, per giovani e non solo, un’opportunità importante e concreta di lavoro flessibile e meritocratico e una carriera in un settore in grande crescita – fa sapere l’azienda -. Il mercato del caffè in Italia infatti continua a puntare sul porzionato, che si conferma il segmento più dinamico nello scenario italiano. L’azienda si dimostra una realtà di successo e sempre alla ricerca di nuove risorse”.

Intanto si sono conclusi i lavori del quartier generale Nims a Padova.

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Lo chef Bruno porta a New York il cappuccino con latte di bufala al prezzo di 20$

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Il cappuccino (immagine: Pixabay)

La creazione dello chef è stata oggetto di curiosità dalla nota rivista New York Times, la quale ha spiegato che si tratta di un prodotto in cui viene utilizzato un ingrediente molto più costoso del latte di mucca: non a caso il cappuccino viene venduto al prezzo di venti dollari. Leggiamo di seguito l’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il cappuccino con il latte di bufala

NEW YORK – Nuova frontiera per il cappuccino a New York, fatto solo con latte di bufala. L’idea nasce dalla creatività dello chef italiano Giuseppe Bruno, del ristorante Sistina, il quale ha ribattezzato quella che è una delle bevande italiane più famose al mondo, Cappuccino d’oro, sia per la foglia d’oro sopra la schiuma, sia per la preziosità della tazzina in cui viene servito, con rifiniture dorate.

“È un servizio del ‘900 – spiega lo chef – fatto dall’azienda Ginori, che produce ceramiche dal 1735. Sono tazze che venivano fatte per la corte del Re Vittorio Emanuele, sono uniche nel loro genere”.

L’originale cappuccino non è sfuggito all’attenzione del New York Times, il quale nella sezione food fa notare che lo chef ha scoperto un modo seducente di fare il cappuccino, usando appunto il latte di bufala, solitamente usato per mozzarella. Spiega anche che si tratta di un prodotto molto più costoso del latte di mucca e non a caso il cappuccino d’oro viene venduto al prezzo di venti dollari.

Associazione museo del caffè di Trieste: il terzo appuntamento dei Cenacoli del caffè il 13 aprile con il giornalista Paolo Possamai

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Associazione museo del caffè di Trieste: il terzo appuntamento dei Cenacoli del caffè (immagine concessa)

TRIESTE – Terzo appuntamento, giovedì 13 aprile, all’Hotel Savoia Excelsior, con i Cenacoli del caffè organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste. L’incontro, che avrà inizio come di consueto alle ore 17.30, avrà stavolta come relatore il giornalista e storico Paolo Possamai, già direttore de Il Piccolo di Trieste e poi dei quotidiani veneti Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi e La Nuova di Venezia e Mestre, con un percorso professionale nel Gruppo Espresso e poi Gedi, dove è stato anche una delle principali firme del settimanale economico de La Repubblica (Affari&Finanza), lungo complessivamente ben 33 anni.

I Cenacoli del Caffè dell’Associazione museo del caffè di Trieste

Al Cenacolo dell’AMDC Possamai interverrà intrattenendo i presenti su “L’impresa del caffè, fra i mercanti di Trieste e lo stabilimento Pedrocchi di Padova”, individuando una connessione fra il caffè padovano e i traffici triestini, anche in relazione al suo più recente volume “Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’800 tra miti e simboli” (Marsilio editore).

Possamai è anche uno scrittore appassionato di storia: prima di “Nettuno e Mercurio” dedicato a Trieste, ha pubblicato “Il Caffè Pedrocchi. La storia, le storie” (2015), “Caffè Pedrocchi” (2000), “Guida ai luoghi e ai tesori del Santo” (1995) e “Andrea Palladio e il Monte Santo di Vicenza” (1994), collaborando inoltre con il canale tv Rai Storia e con Rai Radio 3 per il programma Prima Pagina.

Collaboratore dal 2001 al 2016 della Fondazione Nord Est, sotto le direzioni di Ilvo Diamanti e Daniele Marini, dopo le dimissioni da Gedi si è dedicato anche a consulenze strategiche nella comunicazione d’impresa, in particolare per i gruppi Save e Finint. Fa parte della giuria del Premio Masi Civiltà Veneta.

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I Cenacoli del caffè (immagine concessa)

Il ciclo dei Cenacoli, dedicato quest’anno a “L’arte in tazzina: da prodotto a cultura” nell’intento di approfondire l’influsso che la nera bevanda ha avuto su artisti e movimenti culturali dal Settecento ai giorni nostri, è coordinato da Nicoletta Casagrande, appassionata cultrice del mondo del caffè, nonché responsabile dell’InfoLibro-Salotto del libro italiano di Capodistria, centro multimediale per la conservazione e diffusione della lingua, letteratura e cultura italiane.

L’iniziativa, giunta alla sua sesta edizione, proseguirà ogni primo giovedì del mese, fino al 6 luglio, con qualificati relatori protagonisti della vita culturale e artistica. Il successivo appuntamento sarà il 4 maggio con Marco Favetta su “La vita artistica nei Caffé di Trieste nella Belle Époque”.

L’ingresso sarà libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Gli appuntamenti potranno venir seguiti anche online sul portale web dell’Associazione o tramite il profilo Facebook aMDCTrieste.

Alberto Marchetti apre a Torino una tra le più piccole gelaterie al mondo, 8,5 mq

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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)

Il maestro gelatiere Alberto Marchetti apre un nuovo store a Torino caratterizzato da una superficie di soli 8,5 mq. La gelateria in questione offrirà 16 gusti, realizzati freschi ogni mattina proprio all’interno del laboratorio minimal. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su il Quotidiano piemontese.

La nuova mini gelateria di Alberto Marchetti

TORINO – Solo 8,5 mq, ma pieni di gusto e dolcezza: il maestro gelatiere Alberto Marchetti stabilisce un nuovo, golosissimo record. Apre a Torino una delle gelaterie più piccole del mondo. Per il maestro gelatiere è la numero 6 a Torino, la decima in Italia.

7 giorni su 7, dalle 12 alle 24, la nuova gelateria di Alberto offrirà 16 gusti, realizzati freschi ogni mattina proprio all’interno del laboratorio minimal allestito nella iconica torre di mattoni rossi di Corso Galileo Ferraris 290.

Alberto non è solo in questa nuova avventura perché la gelateria sorge accanto al nuovo M** BUN Aquatica.

Un sodalizio, quello fra Alberto Marchetti e M** BUN  che dura da anni e che oggi porta i due torinesissimi brand a creare un vero e proprio polo del gusto, a due passi da Piazza D’Armi, dallo Stadio Olimpico e dal Pala Alpitour.

Come sempre l’impegno di Alberto è quello di offrire un gelato fresco, semplice e buono.

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I gemelli Ficano, pasticceri e Oss, laureati con 2 tesi su cioccolato e caffè, a 40 anni “Più consapevoli”

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I due gemelli Ficano (foto concessa)
I due gemelli Ficano (foto concessa)

MILANO – Agostino ed Edoardo Ficano sono legati sin dalla nascita: gemelli omozigoti, crescono insieme impegnati in due lavori diversi ma sempre al servizio del prossimo, dietro la pasticceria di famiglia a Rogoredo e come OSS (Operatore socio sanitario), e intanto anche sopra i libri per prendere la laurea: ce l’hanno fatta, stessa sessione, stesso voto (108 su 110), due tesi diverse (una sul cioccolato e l’altra sul caffè) ma complementari.

Ficano, 40 anni, sempre lavorando nella pasticceria di Rogoredo, e poi la laurea: perché questa scelta?

“Abbiamo una nostra pasticceria ma lavoriamo parallelamente come OSS da 18 anni. Perché allora abbiamo voluto laurearci? In passato abiamo seguito un percorso professionale che ci ha lasciato un certificato ma non molto altro in termini di competenze. Quando abbiamo avviato il negozio, ci siamo buttati ex novo, formandoci attraverso alcuni corsi con Iginio Massari e Aicaf.

Abbiamo mantenuto in parallelo i due lavori sinché, a 34 anni, abbiamo deciso di abbreviare i 5 anni di maturità in 3 dando l’esame da privatisti. Una volta diplomati abbiamo voluto proseguire con gli studi e ci siamo iscritti all’Università telematica dell’Uniss San Raffaele, che era più flessibile. In 3 anni abbiamo conseguito la laurea triennale e ora continueremo con la specialistica per diventare nutrizionisti.

La spinta è venuta dalla volontà di approfondire le conoscenze tecnico-chimiche per rimediare a certi errori che avvengono nel laboratorio. “

La doppia tesi in Scienze dell’Alimentazione e della Gastronomia, uno sul caffè e uno sulla cioccolata. Di cosa parlano?

Le due tesi di laurea (foto concessa)

Agostino Ficano racconta: “Ho unito le mie due professioni, la pasticceria da una parte, il campo della disabilità dall’altra. Ho studiato il cioccolato come mezzo di comunicazione con e per i ragazzi sordo-ciechi e con ritardi mentali. Un prodotto che spesso è utilizzato in questo contesto come rinforzo a fine attività, un po’ come per molti potrebbe essere lo stipendio a fine mese. Rappresenta il premio per l’aver portato a termine dei compiti. Son partito quindi dalla descrizione del cioccolato, dalla raccolta ai suoi benefici, per poi spostarmi sul modello comportamentale utilizzato nella struttura.

Il cioccolato è quel rinforzo più goloso da percepire per chi non ha vista e udito, con il tatto e il gusto. Usiamo quello al latte, fondente, in tutti i vari formati. Abbiamo svolto un’indagine sui rinforzi per capire la risposta dei pazienti e la tesi iniziale è stata confermata: il cioccolato non è soltanto un alimento, ma è un ponte, un mezzo di comunicazione con chi soffre di disabilità. È uno strumento efficace per permettere di fare progressi con i ragazzi.”

Edoardo Ficano: “Ho sviluppato l’idea di un caffè gourmet, dal gusto particolare, con degli ingredienti sostenibili. Sono andato alla ricerca di materie prime come la bevanda vegetale a base d’avena, il caffè biologico Fairtrade – una miscela 100% Arabica, coltivata da piccole comunità -, e la vaniglia del Madagascar, il cioccolato ruby senza coloranti artificiali aggiunti.

La ricetta Ruby (foto concessa)

Lo scopo era quello di realizzare qualcosa che fosse attraente per il cliente finale, ma anche prodotto in maniera sostenibile. La ricetta è studiata su di una tazza da marocchino, con 25 cc di caffè e il resto di bevanda vegetale all’avena, per 50/80 ml. Sul fondo, dai 10 ai 20 grammi di ganache al cioccolato ruby, nel vetro così da fare vedere la stratificazione. Il nome è ruby coffee al prezzo di lancio di un euro e 1.50, ma potrebbe arrivare ai 2.50.
Ho pensato di usare la materia prima con il metodo di estrazione più conosciuto, l’espresso. Mentre ho deciso di usare l’avena un po’ perché la moda della bevanda vegetale sta provocando un aumento delle richieste in pasticceria.”

Come modificherà la gestione della vostra pasticceria di famiglia, l’aver approfondito le conoscenze della materia prima?

“Sicuramente possedere una conoscenza maggiore rispetto alla provenienza di caffè e cioccolato fa la differenza, anche nella lettura e nell’interpretazione delle etichette. Le nuove competenze di aiutano poi ad acquistare con più consapevolezza e anche nell’applicare le competenze tecniche, riducendo le tempistiche di produzione in laboratorio, e a innovare in ricette e gusti. “

Per la specialistica pensate di continuare a concentrarvi su questi due temi? Se sì, come?
“Svilupperemo delle tesi guardando più l’aspetto nutrizionale, pensando ai benefici di alcuni elementi e ingredienti. Una tesi più sulla parte salutare.”

Che caffè servite nella pasticceria Ficano?

“Tre miscele: 60-40 robusta. 70-30, arabica 100% arabica dal Costarica. Usiamo poi una nostra piccola torrefattrice Postamatic che tosta 3 chili l’ora. Abbiamo deciso di gestire anche questo aspetto per lo stesso principio per cui abbiamo aperto la pasticceria: non volevamo legarci a marchi esterni. Ci appoggiamo a un torrefattore qui vicino a noi, che ci fornisce il verde e che ci ha seguito per scegliere la miscela.

Per ora che ancora possiamo permettercelo, dato che l’espresso per noi è un piacere nonostante tutto, abbiamo lasciato il prezzo di un euro. Non siamo riusciti a sperimentare le estrazioni alternative, perché lo spazio a nostra disposizione è ancora troppo ridotto per proporle. Le abbiamo conosciute tramite Aicaf. Per la macchina abbiamo scelto una Rancilio classe 10 a 2 gruppi color oro, e di macinini ne abbiamo 4, Mazzer, che regoliamo per la granulometria anche in base all’umidità.

Abbiamo pensato anche agli specialty, soprattutto durante la ricerca per la tesi e vorremmo approfondire nel futuro questa materia prima pregiata. E siccome non ci basta mai il lavoro, ci occupiamo anche di coinvolgere i ragazzi negli istituti alberghieri, parlando loro della nostra professione, cercando di trasmettere la nostra passione. Vediamo che ci sono giovani interessati ma totalmente disorientati. Su una classe di 20 persone, 3-4 sono davvero curiosi, tutti gli altri non hanno in mente cosa vogliono diventare. Consigliamo di proseguire con la formazione professionale, seguendo anche i corsi Aicaf – che noi ringraziamo tanto, perché ci hanno aiutato molto nella conoscenza del caffè, con Luca Ramoni e Gianni Cocco – per la caffetteria in maniera parallela e complementare.”

Quarta Caffè lancia a Lecce il primo furgone 100% elettrico a favore della sostenibilità

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Il primo furgone elettrico di Quarta Caffè (immagine concessa)

LECCE – Da pochi giorni è possibile vedere tra le vie del centro storico di Lecce il nuovo furgone Quarta Caffè 100% elettrico. Silenzioso ed ecologico, si muove grazie all’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici installati all’interno della torrefazione. L’azienda Quarta Caffè ricerca da sempre soluzioni innovative e sostenibili, volte alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela del consumatore.

Il furgone 100% elettrico di Quarta Caffè

L’azienda ha così deciso di rinnovare il proprio parco mezzi con l’acquisto del primo furgone per le consegne e della prima autovettura a totale alimentazione elettrica.

L’obiettivo è fare in modo che entro cinque anni tutti i mezzi a disposizione dell’azienda, sia le auto che i furgoni, non debbano più utilizzare i combustibili fossili, ma solo l’elettricità prodotta dagli impianti fotovoltaici installati presso lo stesso stabilimento.

Antonio Quarta, titolare della storica torrefazione, visibilmente soddisfatto, afferma : “Il nostro percorso di azienda ecosostenibile, Progetto Natura, è incominciato 18 anni fa, quando sottoscrivemmo un protocollo con la Forestale per piantumare a verde tutta l’area intorno all’azienda, per poi proseguire con la prima parte del nostro impianto fotovoltaico, con i pannelli solari per assicurare l’acqua calda ai nostri collaboratori, con le prime tecniche di raccolta differenziata dei rifiuti. Una filosofia che si completa oggi con la scelta di produrre solo caffè in capsule vegetali al cento per cento, prodotte da fibre di cereali e quindi smaltibili direttamente nella raccolta dell’organico, dicendo no all’alluminio e alla plastica”.

POS: non c’è l’accordo sulla riduzione delle commissioni a carico dei commercianti

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Il pagamento con Pos

È ancora lontano l’accordo tra Governo e operatori per azzerare e ridurre le commissioni POS a carico degli esercenti. l’obiettivo dell’Esecutivo era quello di eliminare le commissioni POS a carico dei commercianti per le transazioni inferiori ai 10 euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale PMI.

Azzerare le commissioni POS

MILANO – L’intesa tra il Governo e gli operatori finalizzata ad azzerare le commissioni POS avrebbe dovuto essere raggiunta entro il 31 marzo, tuttavia la strada da percorrere sembra ancora lunga. L’obiettivo dell’Esecutivo, infatti, era quello di eliminare le commissioni POS a carico dei commercianti per le transazioni inferiori ai 10 euro, riducendole invece per gli importi più bassi di 30 euro.

Anche in assenza di accordo, comunque, prosegue il tavolo tecnico presso il Ministero dell’Economia, con il fine di stipulare singoli accordi con le banche e i gestori volti a uniformare la gestione delle commissioni, tenendo conto che molti istituti hanno già provveduto a eliminarle autonomamente.

Secondo la Legge di Bilancio 2023, in realtà, dal 1° aprile 2023 sarebbe dovuto scattare per i prestatori dei servizi di pagamento e per le banche un contributo straordinario pari al 50% degli utili derivanti dalle commissioni, per le transazioni inferiori a 30 euro. Un provvedimento di cui però al momento non pare esserci traccia.

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Safras & Mercado si attende una ripresa della produzione brasiliana: ecco il perché

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brasile Safras & Mercado
Piantagione in Brasile (immagine concessa)

MILANO – Safras & Mercado si dimostra ottimista quanto all’andamento del prossimo raccolto brasiliano, ma i mercati del caffè tornano, nonostante tutto, a salire. L’autorevole analista di San Paolo ha ritoccato al rialzo le previsioni per il prossimo raccolto (2023/24) e le stime per il raccolto trascorso (2022/23) prefigurando una situazione decisamente migliore, per quanto riguarda approvvigionamento interno, export e scorte.

Safras & Mercado si attende ora una produzione 2023/24 pari a 66,65 milioni di sacchi, prossima dunque al limite superiore del range di stima precedentemente indicato di 65 – 67,1 milioni.

Il clima maggiormente propizio, con piogge più regolari e intense, ha favorito il reintegro idrico migliorando le prospettive produttive, dopo due anni segnati da gelate e siccità.

Attenendoci alla cifra sopra indicata di 66,65 milioni, la produzione di quest’anno segnerebbe un’ulteriore ripresa del 13% rispetto ai 58,90 milioni di sacchi dell’anno scorso.

La stima prevede un raccolto di arabica di 43,5 milioni di sacchi, a sua volta in crescita del 21% sull’annata precedente.

È atteso un incremento della produzione in quasi tutte le regioni, fatta eccezione per Matas de Minas ed Espírito Santo, dove si anticipa una lieve correzione al ribasso, per effetto dell’inversione del ciclo biennale dei raccolti.

Nonostante questo forte balzo in avanti, la produzione complessiva di arabica rimarrà ben al di sotto del dato record di 50,9 milioni raggiunto nel 2020.

Già iniziata la raccolta del conillon (robusta), che dovrebbe registrare un incremento marginale (+1%) attestandosi a 23,15 milioni.

Il consolidarsi della produzione di robusta in Brasile riflette i forti investimenti degli ultimi anni, favoriti anche dai prezzi interni elevati e dalla domanda dell’industria nazionale, grazie ai quali è stato possibile elevare la produttività un po’ ovunque.

In base anche al monitoraggio del mercato fisico, Safras & Mercado ha ritoccato al rialzo la sua stima sul raccolto dell’anno scorso, portandola a 58,9 milioni, dalla precedente stima di 57,30. La produzione di arabica è quantificata in 35,95 milioni; quella di robusta in 22,95.

Data la stima per la prossima annata e sottratti i consumi interni, stimati prudenzialmente in 21,5 milioni di sacchi, il Brasile avrebbe avere una disponibilità esportabile attorno ai 45 milioni. Per questo, S&M si attende, per il 2023/24, una ripresa nell’ordine del 21% dell’export, che risalirebbe a 44 milioni.

Le scorte finali crescerebbero a circa 5,6 milioni. Il rapporto scorte/consumi risalirebbe a sua volta al 26%, allentando le tensioni di approvvigionamento.

Nonostante le buone notizie dal Brasile, i mercati sono tornati prepotentemente a salire. Nella seduta di ieri, martedì 11 aprile, il contratto per scadenza luglio dell’Ice Arabica ha fatto un balzo di 775 punti chiudendo a 188,45 centesimi. È il massimo, per la scadenza principale, dalla terza decade di febbraio.

Vola anche l’Ice Robusta, alla ripresa dopo la pausa pasquale. Il contratto per scadenza luglio ha guadagnando 67 dollari concludendo la giornata a 2.323 dollari, livello massimo dall’agosto scorso. Oltre ai fondamentali hanno inciso sui mercati le quotazioni del dollaro in calo.

Entrambe le borse presentano una situazione di mercato inverso, che riflette forti tensioni speculative legate alle difficoltà di approvvigionamento a breve termine.

Gli stock sono in calo, mentre i consumi mondiali appaiono vivaci. Tuttavia, il rallentamento dell’economia e l’inflazione lasciano prevedere un raffreddarsi della crescita della domanda.

Incidono sempre, infine, le previsioni pessimistiche diffuse dall’Ico. L’ultimo report prefigura infatti due annate consecutive caratterizzate da forti deficit di offerta.

illycaffè dà il via a Chiacchere a colazione, incontri a Monte Napoleone, dal 14 al 16 aprile

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illycaffè montenapoleone
illycaffè a Monte Napoleone (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè in collaborazione con Salotto Studio presenta Chiacchiere a colazione, un nuovo programma di incontri, curato da Antonio de Martino, per promuovere un dialogo su alcune delle questioni più attuali dell’arte contemporanea a partire dalle principali esposizioni culturali in corso, riunendo alcuni tra principali istituzioni, artisti e curatori a livello internazionale.

Il programma di incontri di illycaffè

L’elegante cornice del caffè illy Monte Napoleone, recentemente riaperto dopo il progetto di restyling curato dallo studio ACPV Architects Antonio Citterio Patricia Viel, si trasforma così dal 14 al 16 aprile, in concomitanza con la Milano ArtWeek, in uno spazio di riflessione e dibattito dove approfondire e sviluppare i temi, le intuizioni e le suggestioni offerte dal panorama culturale odierno.

Il primo di tre appuntamenti dal titolo “Wonder Woman” si terrà venerdì 14 aprile dalle 10.00 alle 11.00. A partire da un’analisi della mostra antologica dell’artista statunitense Dara Birnbaum ospitata negli spazi di Osservatorio Prada, l’art curator di respiro internazionale Attilia Fattori Franchini, fondatrice dello spazio indipendente Kunstverein Gartenhaus e curatrice dal 2017 della sezione Emergent di Miart dialogherà con la Direttrice del Museo Madre Eva Fabbris, associate curator della mostra dedicata a Birnbaum e con la conduttrice televisiva Camila Raznovich.

Il talk verterà sui pregiudizi di genere nella rappresentazione della donna tra televisione e video arte.

La mostra “What A Fool Ever To Be Tricked Into Seriousness” di Nathlie Provosty (Cincinnati, USA, 1981) alla Fondazione ICA Milano offrirà invece lo spunto per una conversazione sulla relazione tra suono e pittura, soundscapes e campiture. Il talk, in programma sabato 15 aprile, coinvolgerà Alberto Salvadori, Direttore di ICA Milano e curatore sezione Decades di Miart e Ruggero Pietromarchi, fondatore di Terraforma, che dialogheranno con Nathalie Provosty e con il musicista newyorkese Gryphon Rue.

Infine, l’incontro del 16 aprile dal titolo “Gran Ballo” vedrà Nicola Ricciardi, Direttore artistico del Miart, Roberta Tenconi, capo curatrice del Pirelli HangarBicocca e Marco Minoja, Direttore della Direzione Cultura del Comune di Milano, riflettere sulla percezione simbolica dello spazio proprio a partire dalla nuova mostra di Ann Veronica Janssens (Folkestone, UK, 1956) alla Pirelli HangarBicocca che esplora ampiamente questo concetto, mettendo in luce gli aspetti socio-politici e culturali dell’architettura pubblica.

Chiacchiere a colazione – illy Monte Napoleone, Via Monte Napoleone 19, Milano

Wonder Woman – 14 aprile ore 10.00

Attilia Fattori Franchini, Eva Fabbris, moderato da Camila Raznovich

What A Fool Ever To Be Tricked Into Seriousness – 15 aprile ore 10.00

Alberto Salvadori, Nathlie Provosty, Ruggero Pietromarchi, Gryphon Rue

Gran Ballo – 16 aprile ore 10.00

Nicola Ricciardi, Roberta Tenconi, Marco Minoja

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa. Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè.

Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè. Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile. Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies.

Il modello di business dell’azienda

Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto. Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 120 artisti internazionali. Nel 2022 l’azienda ha impiegato 1230 persone e ha un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 190 in più di 30 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

Il Caffè Santamaria a Roma rischia di chiudere dopo il cambio di parere della Soprintendenza per l’esecuzione dei lavori di manutenzione ordinaria

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santamaria bar roma
La Basilica di Santa Maria Maggiore (immagine: Wikimedia Commons)

Il bar pasticceria Antico Caffè Santamaria, posizionato di fronte alla basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, si trova al centro di una complessa vicenda che potrebbe persino indurre gli affittuari alla chiusura del locale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul quotidiano Il Corriere della Sera.

Il giallo istituzionale del bar pasticceria Antico Caffè Santamaria

ROMA – Lo scenario è da cartolina, con affaccio proprio di fronte all’entrata della basilica di Santa Maria Maggiore, ma la storia assomiglia a un giallo istituzionale che vede protagonisti prelati, Sovrintendenza e polizia locale intorno a una famiglia che da vent’anni gestisce il bar pasticceria Antico Caffè Santamaria e che oggi si trova al centro di una complessa vicenda, farcita di denunce e controdenunce, burocraticamente estenuante, che potrebbe anche indurre gli affittuari alla chiusura del locale, trascinandosi dietro il futuro di molte famiglie a cui danno lavoro.

L’8 gennaio scorso, il titolare Franco Olivadese invia al Comune la comunicazione d’inizio lavori per ordinaria manutenzione (cambio arredi, rifacimento bagno) indicando una durata di 2 mesi.

Quattro giorni dopo con una raccomandata l’avvocato Laura Minetti, che assiste il Collegio apostolico dei penitenzieri, proprietario delle mura, chiede di visionare le autorizzazioni per l’esecuzione dei lavori “e una settimana dopo, nonostante avessimo risposto con tutta la documentazione necessaria – racconta Francesca Olivadese, figlia di Franco, alla guida dell’azienda insieme al padre -, ci viene recapitata un’altra lettera in cui si dichiarava la risoluzione del contratto di locazione in quanto, a detta dell’avvocato, mancava il nullaosta della Soprintendenza”.

Il 24 gennaio l’Antico Caffè Santamaria riceve la prima visita dei vigili del Reparto edilizia che, dopo aver verificato sia la documentazione che lo stato dei luoghi, si spostano alla Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio per sapere se c’è un vincolo sul palazzo. La risposta, come si legge nella loro relazione, è che “sullo stabile esiste soltanto un vincolo indiretto, ovvero esterno”, relativo alle facciate che danno sulla basilica, pertanto all’interno è possibile eseguire la manutenzione ordinaria senza la necessità di richiedere alcun nullaosta.
I lavori dunque proseguono fino al 17 febbraio, quando la dirigente del ministero dei Beni culturali Alessandra Centroni, nonostante la municipale le faccia presente l’inesistenza di vincoli per quel tipo di intervento, con una pec dichiara che i lavori devono essere sospesi e chiede nuova documentazione, tra cui una relazione storica dell’immobile e altre autorizzazioni che l’avvocato Giovanni Nappi, incaricato dagli Olivadese, invia con tempestività.
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