venerdì 12 Aprile 2024
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Safras & Mercado si attende una ripresa della produzione brasiliana: ecco il perché

S&M prevede una produzione 2023/24 pari a 66,65 milioni di sacchi, con un raccolto di arabica di 43,5 milioni di sacchi, a sua volta in crescita del 21% sull’annata precedente. Già iniziata la raccolta del conillon (robusta), che dovrebbe registrare un incremento marginale (+1%) attestandosi a 23,15 milioni. Rivista al rialzo anche la stima sul raccolto dell’anno scorso, che è stata portata a 58,9 milioni

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MILANO – Safras & Mercado si dimostra ottimista quanto all’andamento del prossimo raccolto brasiliano, ma i mercati del caffè tornano, nonostante tutto, a salire. L’autorevole analista di San Paolo ha ritoccato al rialzo le previsioni per il prossimo raccolto (2023/24) e le stime per il raccolto trascorso (2022/23) prefigurando una situazione decisamente migliore, per quanto riguarda approvvigionamento interno, export e scorte.

Safras & Mercado si attende ora una produzione 2023/24 pari a 66,65 milioni di sacchi, prossima dunque al limite superiore del range di stima precedentemente indicato di 65 – 67,1 milioni.

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Il clima maggiormente propizio, con piogge più regolari e intense, ha favorito il reintegro idrico migliorando le prospettive produttive, dopo due anni segnati da gelate e siccità.

Attenendoci alla cifra sopra indicata di 66,65 milioni, la produzione di quest’anno segnerebbe un’ulteriore ripresa del 13% rispetto ai 58,90 milioni di sacchi dell’anno scorso.

La stima prevede un raccolto di arabica di 43,5 milioni di sacchi, a sua volta in crescita del 21% sull’annata precedente.

È atteso un incremento della produzione in quasi tutte le regioni, fatta eccezione per Matas de Minas ed Espírito Santo, dove si anticipa una lieve correzione al ribasso, per effetto dell’inversione del ciclo biennale dei raccolti.

Nonostante questo forte balzo in avanti, la produzione complessiva di arabica rimarrà ben al di sotto del dato record di 50,9 milioni raggiunto nel 2020.

Già iniziata la raccolta del conillon (robusta), che dovrebbe registrare un incremento marginale (+1%) attestandosi a 23,15 milioni.

Il consolidarsi della produzione di robusta in Brasile riflette i forti investimenti degli ultimi anni, favoriti anche dai prezzi interni elevati e dalla domanda dell’industria nazionale, grazie ai quali è stato possibile elevare la produttività un po’ ovunque.

In base anche al monitoraggio del mercato fisico, Safras & Mercado ha ritoccato al rialzo la sua stima sul raccolto dell’anno scorso, portandola a 58,9 milioni, dalla precedente stima di 57,30. La produzione di arabica è quantificata in 35,95 milioni; quella di robusta in 22,95.

Data la stima per la prossima annata e sottratti i consumi interni, stimati prudenzialmente in 21,5 milioni di sacchi, il Brasile avrebbe avere una disponibilità esportabile attorno ai 45 milioni. Per questo, S&M si attende, per il 2023/24, una ripresa nell’ordine del 21% dell’export, che risalirebbe a 44 milioni.

Le scorte finali crescerebbero a circa 5,6 milioni. Il rapporto scorte/consumi risalirebbe a sua volta al 26%, allentando le tensioni di approvvigionamento.

Nonostante le buone notizie dal Brasile, i mercati sono tornati prepotentemente a salire. Nella seduta di ieri, martedì 11 aprile, il contratto per scadenza luglio dell’Ice Arabica ha fatto un balzo di 775 punti chiudendo a 188,45 centesimi. È il massimo, per la scadenza principale, dalla terza decade di febbraio.

Vola anche l’Ice Robusta, alla ripresa dopo la pausa pasquale. Il contratto per scadenza luglio ha guadagnando 67 dollari concludendo la giornata a 2.323 dollari, livello massimo dall’agosto scorso. Oltre ai fondamentali hanno inciso sui mercati le quotazioni del dollaro in calo.

Entrambe le borse presentano una situazione di mercato inverso, che riflette forti tensioni speculative legate alle difficoltà di approvvigionamento a breve termine.

Gli stock sono in calo, mentre i consumi mondiali appaiono vivaci. Tuttavia, il rallentamento dell’economia e l’inflazione lasciano prevedere un raffreddarsi della crescita della domanda.

Incidono sempre, infine, le previsioni pessimistiche diffuse dall’Ico. L’ultimo report prefigura infatti due annate consecutive caratterizzate da forti deficit di offerta.

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