mercoledì 03 Dicembre 2025
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Death Cafè: parlare della morte di fronte a una tazzina nel primo locale di Torino

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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)

Nella città di Torino, su iniziativa dell’Ordine degli psicologi del Piemonte, arriva il Death Cafè. Si tratta di un format nato in Europa una decina di anni fa, poi diffuso in tutto il mondo, e arrivato anche in Italia, in cui l’obiettivo è proprio quello di discutere sulla morte. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Michela Sacchetti per Il Digitale.

L’apertura del Death Cafè a Torino

TORINO – La morte è un tema, seppur spesse volte poco gradito, che interessa tutti perché, in quanto esseri umani, siamo destinati a morire e ad affrontare, nel corso della nostra esistenza, diversi lutti di persone care. Però la cultura odierna tende ad allontanare il pensiero della morte e della sofferenza in se, considerati come estranei alle nostre vite.

Cos’è il Death Cafè e cosa prevede il format

Il format Death Cafè prevede degli incontri pubblici destinati a un numero limitato di persone, della durata di circa due ore, in cui i partecipanti, coordinati da un facilitatore, si ritrovano a discutere sul tema della morte per superarne il tabù.

Si tratta, in sintesi, di occasioni collettive di riflessione sulle paure e turbamenti riguardanti la morte. Il progetto ha già all’attivo diverse esperienze, prima di Torino, in altre città italiane. È stato organizzato a Mantova e replicato a Parma, Roma e Verona.

Gli incontri solitamente avvengono in luoghi pubblici ma può anche capitare di ritrovarsi in case private.

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Gli studenti dell’Istituto tecnico di Foligno hanno vinto il contest territoriale dell’Umbria, Impresa in azione, grazie a una linea di cosmetici di fondi di caffè

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fondi di caffè zanzare
Fondi di caffè

I vincitori del contest del Ministero dell’istruzione sono risultati studenti e studentesse della classe quinta D dell’Istituto tecnico economico ed aeronautico di Foligno che hanno creato una linea di prodotti cosmetici utilizzando i fondi di caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

I cosmetici con i fondi di caffè

PERUGIA – Si è appena conclusa la competizione territoriale dell’Umbria di Impresa in azione, il programma di educazione all’imprenditorialità di junior achievement Italia, accreditato al Ministero dell’Istruzione, che ha coinvolto oltre 100 studenti finalisti delle scuole secondarie di secondo grado della regione.

I ragazzi e le ragazze hanno presentato le loro idee durante una audizione a Perugia, presso la sede della Camera di commercio dell’Umbria, partner storico di JA e co-organizzatore dell’evento.

Vincitori sono risultati studenti e studentesse della classe quinta D dell’Istituto tecnico economico ed aeronautico di Foligno che ha creato una linea di prodotti cosmetici utilizzando i fondi del caffè.

“Gli alunni e alunne che prendono parte a Impresa in azione” – spiega la Camera di commercio in un comunicato – “mettono alla prova la loro creatività, determinazione e competenze dando vita, guidati da insegnanti e dream coach – manager d’azienda volontari, a mini-imprese di cui curano la gestione in tutti gli aspetti: dal concept di un’idea al suo lancio sul mercato”.

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Il Gianduiotto Pernigotti cambia incarto con una nuova grafica del marchio

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Pernigotti logo witor's
Il logo Pernigotti
Via al rilancio dello storico prodotto piemontese con una colorazione ramata e un logo completamente rinnovato. Novità anche per il sapore che si arricchisce con l’utilizzo di nocciole al 100% italiane. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Lorenzo Cresci per il quotidiano La Repubblica.

La nuova vesta del Gianduiotto Pernigotti

NOVI LIGURE (Alessandria) – Il Gianduiotto Pernigotti cambia abito e dopo oltre un secolo e modifica il suo incarto, svestendo la colorazione dorata che la ha accompagnata per generazioni, per assumerne una ramata, e con una nuova grafica del marchio che renderà comunque il prodotto immediatamente distinguibile.
Ma non è l’unica novità: anche il sapore del Gianduiotto si arricchisce con l’utilizzo di nocciole al 100% italiane. Le novità – che il Gusto svela in anteprima – saranno presentate ufficialmente da domani 23 aprile alla ISM di Colonia, la principale fiera mondiale del settore dolciario e degli snack.

Un cambio di marcia per la storica società di Novi Ligure (Alessandria) che, archiviata una fase difficile della propria ultracentenaria attività, si lancia verso il futuro con l’obiettivo di conquistare nuovi mercati internazionali, oltre a consolidare la sua presenza in Italia, dove il Gianduiotto è un prodotto quasi naturalmente associato alla fabbrica novese.

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Luigi Biasetto, campione del mondo di pasticceria, fa il suo ritorno all’Ampi

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luigi biasetto
Luigi Biasetto

Cresce il numero dei maestri di Accademia maestri pasticceri italiani. La new entry? Un numero uno del settore: Luigi Biasetto, più volte campione del Mondo di pasticceria e membro dell’associazione Relais Desserts. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Chiara Amati pubblicata sul portale Cook.

Luigi Biasetto ritorna all’Ampi

MILANO – “Torno tra amici e grandi colleghi per cogliere una sfida importante: rappresentare tutti insieme la grande pasticceria italiana e contribuire in modo concreto alla crescita del settore”. Luigi Biasetto, più volte campione del Mondo di pasticceria e membro dell’associazione Relais Desserts, ha commentato così il suo ritorno all’Ampi, Accademia Maestri Pasticceri Italiani, dopo esserne uscito vent’anni or sono.

L’annuncio è stato dato al termine della sua presentazione all’Assemblea, riunitasi in occasione del 31esimo Simposio Tecnico AMPI, presso Alma , la Scuola internazionale di cucina italiana di Colorno, provincia di Parma.

Per Ampi si tratta di un ulteriore passo avanti sulla strada tracciata per far crescere, tutti assieme, la pasticceria italiana. Come si evince anche dalle parole del presidente Salvatore De Riso: “Poter contare sul supporto e la competenza di Luigi, amico e grande professionista, è per tutta Accademia ulteriore linfa per il progetto che stiamo portando avanti tutti insieme. Una comunità, quella di Ampi, che da oggi, è ancora più forte e compatta”.

Luigi Biasetto, chi è la new entry Ampi

Nato a Bruxelles, la città del cioccolato per eccellenza, Luigi Biasetto ha lavorato nei più importanti laboratori della capitale belga prima di trasferirsi in Italia. È degli anni Novanta il suo radicamento a Padova dove comincia un percorso costellato di traguardi significativi. Nel 1997 vince la Coupe du Monde de la Pâtisserie. Nel 1998, sempre a Padova, apre la Pasticceria Biasetto.

Il successo costante è la conferma dell’intuizione che fare della qualità una mission quotidiana è l’unica scelta vincente per potersi distinguere in un mercato competitivo e allargato.

Sempre alla ricerca di nuovi metodi di produzione, Luigi Biasetto pian piano sgretola i luoghi comuni della pasticceria canonica, dimostrando come la tecnologia ben integrata all’artigianato arrivi a offrire strade (con)vincenti. Prova ne è anche Atelier, laboratorio fra i più moderni al mondo, specializzato nella produzione e nella distribuzione B2B di pasticceria di altissima qualità.

In questi anni Luigi Biasetto è stato anche autore di numerosi testi sulla pasticceria, protagonista in format TV dedicati e vincitore di concorsi.

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Nescafé lancia Ice Roast per gli amanti del caffè freddo

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nescafé ice roast
Nescafé Ice Roast (immagine concessa)

L’azienda Nescafé presenta Ice Roast, il primo esperimento di caffè solubile nell’acqua fredda o nel latte con ghiaccio del marchio. Nescafé Ice Roast verrà lanciato in Cina nel mese di aprile, seguito dal Messico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Agen Food.

Nescafé lancia Ice Roast

ORBE (Svizzera) – Per soddisfare il numero crescente di persone che desiderano bere caffè freddo a casa, Nescafé lancia Ice Roast , il primo caffè solubile del marchio progettato appositamente per il consumo con acqua fredda o latte e ghiaccio. Oggi, il 15% del caffè nel mondo viene bevuto freddo, la maggior parte consumato dai giovani, in particolare dalla Generazione Z. In linea con questa tendenza, cresce la domanda di prodotti che consentano alle persone di ricreare esperienze di caffè freddo in stile bar dentro casa.

Nescafé Ice Roast verrà lanciato in Cina nel mese di aprile, seguito dal Messico. Lavorando a stretto contatto con il settore del caffè di Nestlé e i suoi mercati, gli esperti del centro di ricerca e sviluppo del caffè di Nestlé a Orbe, in Svizzera, hanno realizzato questa innovazione rivoluzionaria dal chicco alla tazzina.

Partendo da chicchi di caffè Robusta al 100%, coltivati ​​e prodotti in modo sostenibile , Nestlé ha adattato il profilo di tostatura per ottenere un caffè solubile leggermente tostato senza note aspre o amare. Ha ottimizzato il processo di estrazione per un gusto rinfrescante e un aspetto chiaro in tazza e ha perfezionato la struttura dei granuli di caffè, in modo che si sciolga rapidamente e facilmente.

Damien Tissot, Head of Nestlé’s Product Technology Center Coffee a Orbe, in Svizzera, ha dichiarato: “Con Ice Roast , abbiamo creato una tostatura medio-leggera ideale da bere fredda, con una consistenza morbida e note di cacao che aprono nuovi territori sensoriali. Applicando una mentalità innovativa, i nostri team hanno creato una nuova esperienza sensoriale nel caffè freddo”.

Donald Howat, Global Category Lead per Nescafé, ha dichiarato: “Il caffè freddo è molto richiesto, con una nuova generazione di bevitori di caffè che iniziano a bere caffè e lo fanno attraverso quello freddo. Siamo davvero entusiasti di questo lancio, perché Ice Roast offre loro l’opportunità di godersi un caffè freddo in tazza a casa e di poter ricreare le loro bevande preferite”.

Con oltre 6.000 tazze bevute in tutto il mondo ogni secondo, Nescafé è il marchio di caffè preferito al mondo e continua a innovarsi per offrire alle persone un’ampia varietà di esperienze di caffè.

Altri lanci recenti includono Nescafé Black Roast, il caffè Nestlé più intenso di sempre, e Nescafé Roastery Collection , un caffè solubile super premium. Attualmente venduta in Nigeria, Nescafé Malty è una miscela 3 in 1 accessibile che bilancia il caffè Nescafé con il malto di miglio, per una miscela ricca e cremosa adatta ai gusti locali.

Altromercato riceve il premio Bilancio sociale come Enti di terzo settore

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Valeria Calamaro, responsabile marketing e sostenibilità (immagine concessa)

MILANO – Altromercato, la maggiore organizzazione di commercio equo e solidale in Italia, il 17 Aprile 2023 ha ricevuto il premio Bilancio sociale di Corriere della Sera e Buone Notizie per la categoria Ets (Enti di terzo settore) per il riconoscimento del suo impegno nella sostenibilità ambientale, sociale e economica.

Atromercato riceve il premio Bilancio sociale

Il Bilancio sociale e di sostenibilità di Altromercato, rappresenta una fotografia di quanto è stato costruito nell’ultimo anno e racconta l’evoluzione continua dell’agire nei confronti delle 3P: People, Prosperity and Planet, in un contesto generale sempre più complesso da sostenere.

“Altromercato da sempre è attenta alla sostenibilità sotto ogni suo aspetto. Per noi la sostenibilità non è un punto di arrivo ma una sfida continua per ciò in cui crediamo; è un concetto in continua evoluzione da 35 anni. Ricevere questo premio è per noi un onore, uno stimolo e una conferma della bontà dei nostri valori, delle nostre scelte e dei nostri obiettivi.” dichiara Valeria Calamaro, responsabile marketing e sostenibilità. “Il nostro Bilancio Sociale e di Sostenibilità racconta Altromercato e la sua storia, testimoniando un modo di agire volto verso un altro modo di fare mercato fin dal principio, con progetti differenti ogni anno”.

L’iniziativa promossa dal Corriere della Sera e Buone Notizie è stata condotta in collaborazione con NeXt Nuova Economia e ha lo scopo di favorire una corretta promozione e diffusione dei temi della sostenibilità e delle strategie di sviluppo ESG. Alla sua seconda edizione, l’iniziativa ha visto la partecipazione di oltre 170 realtà e ha premiato chi ha dimostrato nel proprio bilancio sociale il rispetto dei  criteri  ESG e dell’agenda Onu 2030. I bilanci sono valutati sulla base di 30 parametri ambientali, sociali e di governance.

Il premio è il riconoscimento alle aziende e alle organizzazioni, senza limiti di dimensione o settore merceologico, che sono impegnate in maniera sistematica e puntuale per l’attuazione della transizione ecologica.

Per l’assegnazione del riconoscimento vengono prese in considerazione tutte le tipologie di rendicontazione non finanziaria ufficiali, con un focus specifico sul bilancio di sostenibilità per le aziende e sul bilancio sociale per gli enti di Terzo Settore.

L’analisi dei bilanci pervenuti è stata condotta secondo un framework di valutazione, in linea con i principali standard internazionali e i recenti orientamenti della normativa europea, articolato in 30 temi di rilevanza riconducibili in modo equamente ripartito per i tre pilastri ESG.

La scheda sintetica di Altromercato

Altromercato Impresa Sociale Soc. Coop. è la principale realtà di commercio equo e solidale italiana e tra le più grandi al mondo. È un’organizzazione formata da 91 Soci e più di 200 Botteghe che gestisce da 35 anni rapporti con 140 gruppi di produttori in oltre 40 paesi, nel Sud e nel Nord del mondo. Il lavoro di oltre 450mila contadini e artigiani viene rispettato ed equamente retribuito, perché si basa su una filiera trasparente e tracciabile, che tutela i produttori, l’ambiente e garantisce la qualità dei prodotti.

Altromercato propone prodotti che hanno una caratteristica comune: sono buoni per chi li sceglie e per chi li produce. La sua gamma si compone di prodotti alimentari, molti dei quali biologici, anche freschi e una selezione di prodotti tipici italiani – Solidale Italiano, una linea di igiene e cosmesi naturale – Natyr, articoli di artigianato per la casa e ricorrenze On Earth Etichal Home, abbigliamento e accessori della linea di moda etica On Earth.

Le principali referenze sono presenti nello shop online, in 1500 punti vendita della Grande Distribuzione, 2000 negozi specializzati bio, oltre che in ristoranti, mense scolastiche, bar ed erboristerie, Gruppi di Acquisto Solidale.

Con Altromercato si alimenta un’economia sana, un circolo virtuoso – dal produttore al consumatore – che dura da 35 anni, uno stile di vita sostenibile per tutti.

Il lato emotivo delle caramelle: per 4 italiani su 10 riportano la nostalgia del passato

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piacere caramelle
Dai Baby Boomer alla Gen Z, è un prodotto che ha saputo attraversare le generazioni, ognuna delle quali è attratta da una caramella specifica, come racconta una recente ricerca BVA DOXA – Unione Italiana Food (immagine concessa)

MILANO – Un tuffo nel passato non può non richiamare ricordi che vedono protagoniste le caramelle: un viaggio di famiglia, un momento di dolcezza con le persone care, le feste con gli amici. Memoria di un tempo passato che riporta alla luce immagini della propria vita da conservare nel cuore.

Del resto, secondo la ricerca BVA DOXA – Unione Italiana Food, per 4 italiani su 10 (41%) la prima cosa che viene associata a livello emotivo alle caramelle è il ricordo dell’infanzia. Scendendo nel particolare, tra i ricordi che rimandano alle caramelle gli italiani indicano i profumi e i sapori di quando erano piccoli (41%), i momenti di gioia e di festa (31%), i pomeriggi a casa (24%), i viaggi in macchina (23%), e infine le persone di famiglia (23%).

Dai baby boomer alla generazione Z: le caramelle preferite

Le caramelle sono un alimento capace di attraversare le generazioni e incontrano, grazie alla propria versatilità, i gusti di tutti, con delle differenze. Dallo studio BVA DOXA – Unione Italiana Food emerge come millennials (dai 26 ai 41 anni) e Generazione Z (under 25) preferiscono le caramelle classiche con lo zucchero (53%), mentre il “senza zucchero” è una tipologia scelta in media di più dalla Generazione X (60%) a cui appartengono gli italiani da 42 ai 57 anni.

Se le caramelle alla menta (62%) e alla liquirizia (48%) sono una prerogativa dei Baby Boomers (dai 58 ai 77 anni), scopriamo che la Gen X ha un debole per le caramelle agli agrumi (50%). Mentre gusti come il caramello (26%) e la cola (29%) attraggono più della media i giovani della Gen Z. 

Tra le tipologie di caramelle, morbide e gommose (35%) sono le preferite soprattutto da Millennials e GenZ mentre la Generazione X, rispetto alle altre, ama di più le geleé (52%).

 Per esplorare il mondo dei ricordi legati alle caramelle, Unione Italiana Food ha chiesto a 4 personaggi del mondo dello spettacolo – ognuno appartenente a una generazione diversa – di mettere a fuoco un’immagine, una situazione o un evento passato in cui la caramella è stata protagonista.

Anna Pettinelli e il ricordo della nonna

A partire dai baby boomers, con Anna Pettinelli, conduttrice radiofonica e televisiva: “Il ricordo legato alla caramella mi riporta a mia nonna, che ne era molto golosa, in particolare dei croccantini di torrone ricoperti al cioccolato e di quelle ripiene di latte. Lei era molto gelosa delle sue caramelle e anche un po’ avara: a me e mia sorella ne dava al massimo una al giorno”.

Pettinelli continua: “Finché scoprimmo che le nascondeva in una vecchia borsa nel suo armadio, e ogni volta andavamo a prenderle a sua insaputa integrando la nostra razione quotidiana con altre 2- 3 caramelle. Non se ne accorse mai e questo piccolo segreto, che univa me e mia sorella, era un gioco che ci divertiva moltissimo. Le caramelle allora portavano con sé il fascino del proibito, in primis perché le mangiavamo di nascosto e poi perché erano le caramelle dei grandi”.

Pettinelli conclude: “Ancora oggi le caramelle fanno parte del mio quotidiano, in particolare i confetti ripieni di liquirizia. Rappresentano un premio, una coccola, le consumo anche quando sono in radio e durante i viaggi: c’è sempre una caramella con me”.

Sonia Peronaci: “Le caramelle? Un dolce ricordo di famiglia custodito in un vaso di vetro”

A seguire troviamo il ricordo di Sonia Peronaci, imprenditrice digitale, scrittrice, conduttrice televisiva e cuoca, appartenente alla Generazione X.

“Le caramelle sono una presenza che mi ha accompagnata per tutta la vita e oggi sono un vero e proprio cibo del ricordo. Mi riportano ai tempi in cui mia nonna, che viveva con noi, conservava i suoi bon (rigorosamente al miele o al rum) in una scatola di latta nel cassetto del comodino, come un dolce rimedio contro il mal di gola o come coccola dolce per sé e per noi nipoti. Anche mio papà ne era ghiotto e ne acquistava di tutte le varietà, che custodiva come un prezioso tesoro in un grande vaso di vetro in camera sua e quando arrivavano i nipoti le elargiva generosamente. Insomma: per me le caramelle sono un dolce ricordo avvolto in carta di mille colori!”

Andrea Dianetti: “Sento ancora l’odore delle caramelle alla liquirizia delle giostre”

Andrea Dianetti, attore e cantante millennial, descrive così il suo rapporto emotivo con le caramelle:

“Ogni volta che vedo le liquirizie o “riquilizie”, come le chiamavo da piccolo, penso subito a mio nonno, che quando mi portava alle giostre dopo scuola mi prendeva sempre un sacchetto di carta bianca pieno di quelle caramelle alla liquirizia che erano il premio per come andavo a scuola. Altre volte invece sceglievo le caramelle gommose frizzanti ed era una bella sorpresa, ogni volta, sapere di poter trovare gusti sempre diversi. Appena ne sento l’odore di colpo ho 6 anni, il mondo è un posto tutto da scoprire, ed io ero felice e non lo sapevo.”

Carola Puddu, ballerina grazie ad una caramella

Chiudiamo con la Gen Z: Carola Puddu, ballerina professionista, la cui carriera cominciò grazie a una caramella.

“Le caramelle per me hanno una valenza molto importante in quanto si legano al ricordo dell’inizio del mio percorso artistico nell’Accademia dell’Operà di Parigi, dove ho studiato per 10 anni. Quando avevo 8 anni i miei genitori mi portarono lì per un provino e io, ignara che si trattasse di un’audizione, passai il primo round. Il giorno seguente quando capii effettivamente che si trattava di un’audizione ho finto di star male perché non mi sentivo di farla ma alla portineria una signora che aveva delle caramelle gommose alla frutta mi ha convinto, promettendomi di regalarmele se avessi fatto il provino. Non ci pensai due volte, presi coraggio e andò tutto bene. Le caramelle, quindi, hanno segnato un momento molto importante della mia vita artistica e ancora oggi le consumo: ne ho sempre qualcuna in borsa quando vado in scena.”

My Coffee Rooster: le attrezzature e il verde per chi vuole esser il bravo torrefattore in casa propria

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My Coffee Rooster (foto concessa)
My Coffee Rooster (foto concessa)

MILANO – Il caffè a casa buono come il bar: tante volte, sempre più spesso negli ultimi tempi post Covid, abbiamo utilizzato questa espressione, proprio per definire le nuove abitudini di consumo che hanno spostato il focus della tazzina dal bar alle cucine. Le aziende hanno agito di conseguenza. My Coffee Rooster è una di queste.

Degli imprenditori che hanno intercettato questa tendenza e hanno fatto quel salto in più rispetto a grani e superautomatiche, pensando a fornire l’attrezzatura per essere dei piccoli torrefattori fai da te.

Da dove nasce l’idea di My Coffee Rooster?

Ecco, il progetto si chiama My Coffee Rooster, senza la”a”, quella che la devi mettere tu, perché siamo un po’ dei galli intraprendenti, un po’ stanchi e fortemente disallineati, alla ricerca dei gusti e delle sensazioni uniche. L’idea comincia a germogliare dal famoso
articolo di Massimiliano Tonelli di luglio del 2021 apparso su Repubblica: Caffè, il più clamoroso equivoco gastronomico d’Italia.

Quell’articolo è stato epifanico. Per noi che siamo nel mondo della caffetteria ormai da 30 anni è stato come quando John Belushi “ha visto la luce”. Da quel momento è stato tutto uno disvelamento della realtà e una voglia di approfondire in verticale la complessità che si nasconde dentro un gesto che, solo perché quotidiano, ci sembrava fino a poco prima, banale.”

Molti si sono concentrati nel cavalcare la tendenza (un po’ spinta dal Covid) che vede le persone sempre più interessate a prepararsi un’ottima tazzina a casa, proponendo modelli professionali domestici per l’espresso, materia prima in grani, macinini manuali…voi avete pensato addirittura alla tostatura: come mai? C’è un mercato che avete intercettato di aspiranti roaster autodidatta?

“A semplificare, di molto, potremmo dire che ci sono esploratori e non. I non esploratori possono scegliere dentro la coerenza dei marchi di caffè e dei grandi tostatori mondiali. Ciò che costruiscono con le proprie miscele, è un gusto che rimane costante nel
tempo, che ci conforta e che ci fa dimenticare che il caffè, come il vino, è un prodotto della terra che muta di gusto anno dopo anno.

A pensarci, non ci si chiede cosa c’è dentro la busta di caffè, se proprio si è attenti, perché ci si limita a comprendere il senso dei colori dei packaging. Invece gli esploratori da tazzina oggi possono solo scegliere tra una miriade di gusti preconfezionati. L’illusione di essere i soli selezionando una unicità che è stata però scelta e impacchettata da altri.

E’ il mondo di Matrix, ma Matrix già non risponde più alle nostre esigenze meta moderniste. Le punte avanzate dei nostri tempi desiderano essere unici e consapevoli, e se davvero vogliamo esserlo non esiste altra strada se non quella dell’unicità consapevole. Piena di rischi, che richiede coraggio per uscire dalle strade battute, eppure non così tanto lontane nel tempo. In casa di mia nonna ad esempio c’era ancora un tostatore a legna, quelli che si mettevano nel camino, ma figuriamoci se lei sapeva delle curve di tostatura, delle reazioni di Maillard e delle fasi di sviluppo. Noi si. E vuoi che non riusciamo a fare quello che faceva lei, meglio di lei?”

Quali sono le attrezzature e i servizi che offrite sul vostro sito?

“Una padella in ceramica, caffè verde e macinino manuale, tutto ad un prezzo che invita a provare, ma solo se sei curioso. I manuali sono gratuiti, tutti possono scaricarli, leggerli, regalarli. E poi, a livello ulteriore anche delle tostatrici ad aria e degli up-grade. Il fatto è che quando abbiamo cominciato a prendere in considerazione l’idea di tostare il caffè a casa per conto nostro, abbiamo trovato due tipi di contenuti: il primo è stata quello più comune che diceva che non si potesse fare con una serie di motivazioni, tutte vere tra
l’altro, del perché.

Ma a quelle ci siamo abituati. Avevamo presente quella frase attribuita ad Einstein che dice che per alcune persone esistono problemi per ogni soluzione? Ecco. Gli altri invece erano centinaia di video di persone che tostano con le leccarde da forno senza la minima idea
di quello che accade al caffè, al forno e alla loro cucina mentre cucinano un caffè verde che non sanno cosa sia. In mezzo c’eravamo noi. Come quei barbari sapienti che dovevano dimenticare tutto e ricominciare dall’inizio.

E’ l’inizio è: cosa è il caffè? Cosa accade al caffè durante la tostatura, come possiamo fare un caffè che già la prima volta che lo cuciniamo ci gratifichi con quello che abbiamo imparato? Senza spendere una follia e sapendo quello che sto facendo. Potremmo dire che l’idea del sito e come è costruito nasce dalla voglia di condividere quello che abbiamo imparato con più persone possibili per rendere l’esperienza della tostatura a casa facile e alla portata di tutti.”

Quali sono quelle con cui partire per chi è davvero neofita, quali per chi è già ad un livello avanzato (come la tostatura ad aria)?

“Il kit è composto da una padella in ceramica, un macinino e del caffè verde. Per noi è come un regalo ad un amico che vuole avvicinarsi al mondo del caffè da protagonista. E’ il regalo che avremmo voluto ricevere noi quando abbiamo deciso di cominciare. Nessuno ci ha spiegato ciò di cui avevamo bisogno, abbiamo dovuto fare 3 ordini per poter fare la nostra prima incosciente tostatura.

Devi provare e godere! E devi farlo facilmente. Ma facilmente non vuol dire che sia semplice, devi studiare, altrimenti puoi continuare sulla strada dei supermercati e delle cialde, chi te lo fa fare?

Per chi invece è già più addentrato, abbiamo pensato a delle tostatrici ad aria e a dei manuali dedicati a quel tipo di tostatura. Insomma, se fai il primo passo il viaggio è già iniziato, e la strada è sempre ricca di incontri.”

Acquistando il vostro kit, che cosa si impara, quanti caffè si possono preparare in casa?

“Il kit che contiene una padellina in ceramica, un macinino e un caffè verde (lavato) ricevi anche i manuali che ti spiegano cosa fare e cosa accade al caffè verde mentre lo cucini. Puoi fare piccoli lotti che vanno da 50g a 100gr a tostata. Il principio è semplice, tutto il resto è solo farina del tuo sacco.

Quello che possiamo dirti è che il primo caffè che abbiamo cucinato è stato un caffè lavato colombiano di una piccola finca. Tostato alla sera col nostro padellino, macinato al mattino senza neanche degasare più di tanto, e poi estratto con la moka di casa. E’ stata una rivelazione. Preso alle 7 del mattino ci è rimasto in bocca il suo sapore fino alle 10. E al bar
invece che il solito caffè di metà mattina abbiamo scelto una spremuta.”

Avete previsto anche un modo divertente per orientare il consumatore per capire quali sono i suoi gusti in termine di quale bevanda finale ottenere, partendo dalla selezione del verde: come avete strutturato questo sistema? Come funziona?

“Funziona uscendo dalla logica del sistema, che spesso è un borgo chiuso. Devi fare come in quella poesia di Luzi, in cui i “pontili deserti scavalcano le ondate”. Lo dico meglio: oggi esistono degli studi (anche in google scholar) che attraverso l’intelligenza artificiale analizzano il caffè verde e ti costruiscono la curva di tostatura per ottenere il
massimo in termini di profilo aromatico e di gusto di quel particolare caffè verde in quel particolare momento. Stando così le cose, a che serve tostare da te il tuo caffè?

A questo punto però dovremmo parlare di libertà e di ribellione, di Io. Io voglio poter scegliere un caffè perché voglio essere io a scoprire il suo sapore e le sue declinazioni. Voglio scoprire quel caffè di quel posto di cui posso anche incontrare il contadino che lo
ha coltivato. Voglio, con lo stesso caffè, fare diverse tostature: mi va di farlo chiaro per il pomeriggio e più scuro per la mattina; e voglio poter dire questo è il mio caffè che mi piace, vuoi assaggiarlo? Magari domani verrà diverso, ma oggi sono vivo e l’ho fatto
così, domani non so.”

Il vostro lavoro potrebbe trovare una chiave per divulgare maggiore cultura e consapevolezza dietro la tazzina: la comunicazione fa parte integrante del vostro sito, come avete pensato i contenuti per coinvolgere anche chi di caffè, non sa praticamente niente?

“Perché siamo dei sognatori con i piedi fortemente piantati sulle nuvole, come diceva uno scrittore delle mie parti. Noi veniamo dal mondo del managment e della ristorazione, ma negli ultimi anni ci siamo dati alle start-up e agli e-commerce. Abbiamo realizzato
diversi siti e progettato l’offerta e il marketing in generale per quelle attività on-line.

I contenuti di MyCr sono stati pensati per incontrare un pubblico che ancora sa di esistere come tale, ma che già c’è! Siamo noi, dobbiamo solo trovarci. Quello che posso dire è che non solo in Italia, ma nel mondo, la richiesta della tostatura domestica è in forte crescita.
Con me è andata cosi. Proviamo a pensarci: ti andrebbe di tostare a casa un caffè crudo, di sentirne gli aromi e gli odori mentre li tosti e poi macinarlo il giorno dopo e finalmente estrarlo? Mi chiedo, se in tanti abbiano mai sentito che odore fa il caffè quando da
verde comincia a virare al giallo? Io quando tosto rimango con 2 giorni eccitato da quel profumo.”

Scegliendo il vostro concept del “fai da te”, quali sono i vantaggi reali?

“Per me tostare ha a che fare con la mia vita. Sono più consapevole, più vivo insomma. Senza esser fanatici, però esistono nella vita cose che non si possono deputare ad altri, io ho scoperto che questa cosa ormai devo farla io.”

Fin qui la risposta ai vostri prodotti My Coffee Rooster come sta andando? In Italia poi, dove un po’ tutti si sentono baristi, torrefattori, espertissimi di caffè?

“Siamo ancora nella fase di pre lancio, al momento stiamo facendo testare le padelle e i tostatori ad aria da amici e volontari in attesa di scegliere le attrezzature migliori e affinare i manuali. Il sito è aperto e per partecipare alla fase di lancio dei prodotti e del kit ci si può iscrivere alla newsletter.

Riceveranno tutti i manuali, cosi tutti potranno farsi una idea di come funziona. Successivamente partiremo con il lancio del kit, scontato per tutti quelli che avranno aderito già nella prima fase. La risposta è sopra le aspettative, forse proprio perché
ciascuno di noi può finalmente farsi il caffè che si merita, e poi, per dirla con Eduardo “Alla fine l’ho fatto io, e anche se non è venuto bene, non me la posso prendere con nessuno, e poi sapete che vi dico, che mi piace lo stesso!”

Cosa vedete nel futuro del vostro My Coffee Rooster?

“Il vero core del progetto non sarà la vendita del kit, ma quella del caffè verde. Perché le persone potranno acquistare caffè verde come non lo hanno mai fatto. Chi lo ha mai fatto?
Osservando il sito, la parte dedicata al caffè, è strutturata non per provenienza, ma per tipo di lavorazione.

Un po’ perché a diversi tipi di lavorazione corrisponde una certa difficoltà di tostatura; anche perché da un tipo di lavorazione ci si aspetta un certo profilo del caffè. Ma anche perché, fino ad oggi nessuno ne ha mai parlato in maniera approfondita e chiara. Caffè honey, lavato, naturale, peeled cherry…

Oggi cerchiamo dei partner con cui sviluppare l’idea e il progetto in tempi brevi. Sarebbe bello avere degli acceleratori, degli incubatori, ma se non dovessimo trovare dei pragmatici innovatori di sogni, andiamo avanti da soli. Il tempo, speriamo, non dovrebbe mancarci”.

Qui il sito dell’azienda.

Kimbo e la famiglia Rubino celebrano i 60 anni di attività il Primo maggio con la messa dell’Arcivescovo di Napoli in torrefazione a Melito

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Mario Rubino kimbo
Mario Rubino Presidente Kimbo Spa

MELITO DI NAPOLI (Napoli) – È vero, fervono grandi preparativi a Melito per accogliere sabato 29 aprile, alle ore 9,30 don Mimmo Battaglia e l’azienda tutta è ben lieta di partecipare ad un momento di spiritualità e serenità dopo tanta apparente turbolenza, oramai dimenticata. Il piccolo altare liturgico sarà allestito nel padiglione H, tra le macchine delle linee cialde e capsule, a rimarcare quanto la celebrazione Eucaristica sia proprio voluta a suffragio dei lavoratori dell’azienda, testimonial, per l’occasione, di tutti i lavoratori metropolitani.

Kimbo celebra la messa del primo maggio e festeggia i 60 anni dell’azienda fondata dai tre fratelli Rubino il 13 marzo 1963

Tanta organizzazione è sembrata anche il miglior modo per festeggiare i 60 anni di Kimbo, nata il 13 marzo 1963; un’occasione da non perdere, un modo per dire grazie al territorio, Melito di Napoli, che ha accolto nonché integrato in sé, una piccola realtà industriale nascente, voluta dai tre fratelli Rubino (Francesco, Gerardo ed Elio) che sarebbero stati, e sono, un orgoglio dell’imprenditoria, prima campana e poi dell’intera Italia.

È proprio da qui, dalla riconoscenza verso questa terra, tanto bistrattata, che la Kimbo vuole continuare a percorrere la sua strada di successo, tutta orientata verso una progettualità sociale, dimostrando di non voler dimenticare, mai, i suoi natali d’origine.

Sono state invitate a partecipare alla celebrazione le seguenti istituzioni: sindacati, generali e di categoria, CGIL CISL; il presidente e il direttore di Confindustria; gli assessori al lavoro della regione e del comune; la direttrice del carcere di Secondigliano; i delegati arcivescovili di settore e il decano dei parroci del territorio.

L’arcivescovo Battaglia sarà accolto dal Presidente della Kimbo S.p.A., il dottor Mario Rubino e la Santa Messa sarà trasmessa in diretta dall’emittente Canale21 a partire dalle ore 09.20, in Campania sul canale 10 e in Lazio sul canale 19.

Il consumo di caffè migliora l’attività fisica: ecco gli studi

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caffè consorzio sport
Inizia la stagione dello sport: entra in campo il caffè (immagine concessa)

MILANO – Si parte col Giro d’Italia, poi gli Internazionali d’Italia di Tennis fino ad arrivare alle grandi finali di calcio e basket. Maggio vuol dire innanzitutto sport. Ma è anche il mese in cui le belle giornate trasformano tutti in sportivi alla ricerca di un rinnovato benessere sotto il tepore del sole primaverile.

E si sa, dai grandi campioni ai beginner dell’allenamento, tutti gli sportivi hanno in comune il desiderio di superare i propri limiti e vincere nuove sfide. Un desiderio che si può soddisfare partendo soprattutto dalla tavola, perché le scelte alimentari giocano un ruolo di primaria importanza per migliorare le prestazioni, accelerare la fase di recupero ma anche mantenere un buon livello di benessere psico fisico.

Il caffè nello sport

E non si parla solo di equilibrio di macronutrienti (proteine, carboidrati, ecc.): anche un buon caffè, secondo la scienza, può fare davvero la differenza per gli sportivi.

La letteratura scientifica ha dato ampio riscontro sui molteplici benefici del caffè nell’attività sportiva, dimostrando che gli atleti che lo consumano prima di una gara o di un allenamento sono in grado di andare più velocemente, resistere più a lungo e avere riflessi più pronti rispetto a coloro che non hanno questa spinta extra.

Una nuova evidenza in merito si è aggiunta proprio lo scorso febbraio ed arriva da un nuovo studio pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise; secondo i ricercatori, la caffeina assunta prima di un esercizio di breve durata e di intensità moderata, porterebbe a maggiori concentrazioni circolanti di lattato e di interleuchina (IL)-6. In particolare, si ritiene che il rilascio di interleuchina (IL)-6 dal muscolo scheletrico in contrazione contribuisca ad alcuni dei benefici per la salute apportati dall’esercizio fisico .

La stessa International Society of Sports Nutrition (ISSN) ha sottolineato che l’integrazione con caffeina può migliorare vari aspetti delle prestazioni fisiche: piccole e moderate quantità di caffeina sono associate a un miglioramento della resistenza, della velocità di movimento e della forza muscolare, delle prestazioni di sprint, salto e lancio, nonché di una vasta gamma di azioni aerobiche e anaerobiche specifiche per lo sport.

Ulteriori conferme arrivano anche dalla Survey della European Federation of Associations of Dieticians che ha recentemente indagato le opinioni dei dietisti europei circa il ruolo del caffè per la salute. Per quanto riguarda lo sport, il 67% di loro sarebbe d’accordo che il caffè apporti un miglioramento delle prestazioni sportive complessive, soprattutto prima di fare esercizio (51%)

“Il Consorzio promozione caffè accoglie con entusiasmo le continue dimostrazioni di come il caffè possa rappresentare per sportivi, oltre ad un meritato momento di convivialità e relax, anche un alleato vincente per la loro performance. Un aspetto che deve farci riflettere su quanto questa bevanda si riveli sempre più fondamentale per la nostra cultura quanto per la nostra vita quotidiana e la nostra salute” afferma Michele Monzini, presidente di Consorzio promozione caffè.

Perché il caffè è un alleato degli sportivi?

Favorisce l’attenzione e la prontezza di riflessi: un’assunzione bassa o moderata di caffeina prima o durante l’esercizio può aiutare a migliorare l’energia, l’umore, i tempi di reazione e la memoriaiii

Migliora le prestazioni: diversi studi, tra cui uno concentrato sugli esercizi di resistenza e sul salto e uno focalizzato su una cronometro ciclistica di 5 kmi,ii, hanno evidenziato come la caffeina apporti miglioramenti nell’attività sportiva sia nei consumatori abituali, sia in quelli sporadici.

Contribuisce all’idratazione: nonostante la caffeina possa avere dei lievi effetti diuretici, bere una tazza di caffè contribuisce all’apporto quotidiano di liquidi nell’organismo.[i]

Aumenta la velocità nella corsa: una ricerca ha dimostrato che bere una tazza di caffè prima di una corsa di 1,6 km può migliorare i tempi nei corridori maschi fino al 2%[ii]
Inoltre, secondo uno studio su un gruppo di corridori dilettanti, l’assunzione di integratori a base di caffeina in una corsa di 5 km produce maggiori benefici rispetto a un placebo.[iii]

È consigliato dai dietisti: il 67% dei dietisti europei concorda che il caffè apporti un miglioramento delle prestazioni sportive complessive, soprattutto prima di fare esercizio (51%).

È un alleato della salute: la caffeina assunta prima di un esercizio di breve durata e di intensità moderata, porterebbe a maggiori concentrazioni circolanti di lattato e IL-6. Questo aiuterebbe ad intensificare gli aspetti positivi dell’allenamento, poiché il rilascio di quest’ultima dal muscolo scheletrico in contrazione contribuisce ad alcuni benefici per la salute apportati dall’esercizio fisico grazie alle sue proprietà antinfiammatorie.

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Bibliografia

[i] Killer S.C. et al. (2014) No Evidence of Dehydration with Moderate Daily Coffee Intake: A Counterbalanced Cross-Over Study in a Free-Living Population. PLoS ONE, 9(1): e84154.

[ii] Clarke N.D. et al. (2018) Coffee Ingestion Enhances 1-Mile Running Race Performance. Int J Sports Physiol Perform, 1;13(6):789-794.

[iii] Whalley P.J. et al. (2019) The Effects of Different Forms of Caffeine Supplement on 5-km Running Performance. Int J Sports Physiol Perform, 1-5.

[iv] Caffeine Augments the Lactate and Interleukin-6 Response to Moderate-Intensity Exercise, K S S Abbots et al Med Sci Sports Exercise, February 2, 2023

[v] Guest N.S. et al. (2021) International society of sports nutrition position stand: caffeine and exercise performance. J Int Soc Sports Nutr, 18,1.

[vi] European dietitians perspectives on coffee consumption, European Federation of the Associations of Dietitians (EFAD) member’s survey into current awareness and attitudes on coffee and health

[vii] Killer S.C. et al. (2014) No Evidence of Dehydration with Moderate Daily Coffee Intake: A Counterbalanced Cross-Over Study in a Free-Living Population. PLoS ONE, 9(1): e84154.

[viii] Clarke N.D. et al. (2018) Coffee Ingestion Enhances 1-Mile Running Race Performance. Int J Sports Physiol Perform, 1;13(6):789-794.

[ix] Whalley P.J. et al. (2019) The Effects of Different Forms of Caffeine Supplement on 5-km Running Performance. Int J Sports Physiol Perform, 1-5.