mercoledì 10 Aprile 2024
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Death Caffè: parlare della morte si può a Mantova, di fronte a una tazzina

Il caffè dove si può parlare della morte senza alcun tipo di tabù esiste e arriva direttamente da Londra. Mantova apre il primo Death Caffè: qui si può tranquillamente condividere le proprie emozioni su uno degli argomenti più controversi da portare in tavola

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MANTOVA – Metti quattro chiacchiere davanti a un caffè espresso. Un classico scambio di battute con in mano una tazzina. Poi però, il rito dell’espresso, le solite due parole vanno oltre il tempo e i giovani d’oggi. Si passa a discutere sulla morte. Il caffè è nero come la triste mietitrice. La coincidenza cromatica si trasforma nel Death Caffè.

Death Caffè: nuova moda contro i tabù

Possibile parlare della morte seduti al bar? Sì, ovviamente. Può addirittura trasformarsi in un nuovo business. Un’idea già rodata quella del locale in cui si può chiacchierare liberamente. Il principio guida?

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Dialogare in uno dei luoghi più quotidiani del vivere sociale, il bar, sul tabù più ostinato di una società proiettata in un eterno presente.

Arriva da Londra il Death Caffè

La sua declinazione locale si deve all’associazione La Stanza di Psiche. Uno spazio che, dopo alcuni incontri, senza il clamore della pubblicità, ha deciso di fare del “Caffè dei mortali” un appuntamento aperto, a cadenza mensile. Così dal 7 settembre, alle 17.30 al bar Zerottanta di via Chiassi 6 a Mantova.

Cos’è esattamente il “Caffè dei mortali”?

Meglio partire da cosa non è: non è un luogo di conferenze né un gruppo di sostegno o di auto mutuo aiuto, anche se prevede un facilitatore che fluidifichi la conversazione.

«Il Death Café (com’è conosciuto nei paesi anglosassoni) è uno spazio accogliente, riservato. Qui le persone, che di solito non si conoscono, si trovano per una tazza di tè o caffè e una fetta di torta a parlare della morte.

Si condividono sentimenti, emozioni e esperienze. Non necessariamente per elaborare un lutto o la malattia di una persona cara, ma per superare il tabù del poter parlare della morte in totale libertà».

Insomma, nessuna pretesa di fornire risposte. Piuttosto la voglia di aumentare la consapevolezza della morte. Parlare di attese e paure. Durante la fase sperimentale è stata creata anche una piccola biblioteca di una quarantina di testi.

La partecipazione è gratuita. Gli incontri si concludono con un momento conviviale in cui si mangia e beve qualcosa insieme.

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