mercoledì 03 Dicembre 2025
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Julius Meinl presenta il packaging moderno e iconico

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julius meinl packaging
I packaging Julius Meinl (immagine concessa)

VIENNA – Julius Meinl, storica torrefazione viennese con cuore produttivo in Italia, ha dato una nuova veste ai sui iconici prodotti dedicati al mondo dell’horeca. Un design fresco e moderno, che però conserva l’eredità viennese, tratto distintivo del brand da oltre 160 anni. Il nuovo packaging è il risultato di un lungo processo di ricerca e sviluppo del design da parte di un team dedicato di coffee Expert e di Locanda Design, agenzia di design milanese.

La nuova veste dei prodotti Julius Meinl

Sinonimo di qualità e competenza, i prodotti di Julius Meinl si dividono in due categorie; quelli di ispirazione viennese, caratterizzati da un gusto equilibrato, con note di cioccolato e una morbida acidità; e quelli di ispirazione italiana, con una tostatura più scura e con un profilo di gusto più intenso. Le due linee si declinano graficamente con elementi iconici e distintivi, riconducibile alle tradizioni dei rispettivi metodi di lavorazione: viennese e italiano.

Per la linea di caffè di ispirazione viennese, la storia unica della cultura viennese del caffè viene rappresentata con un riferimento simbolico, l’iconica sedia Thonet, che fa leva sullo spirito dell’ispirazione originale della Wiener Werkstatte – l’impresa di arti applicate, nata a proprio a Vienna nel 1903.

Tutta l’autenticità e il fascino italiano si esprime sui pack della linea di ispirazione italiana con la gondola veneziana, come simbolo dell’italianità che rappresenta anche l’importanza dell’Italia nel mondo del caffè e in particolare, Venezia, capoluogo della regione in cui si trova il cuore produttivo dell’azienda e città simbolo per il caffè, proprio come Vienna. Il legame tra Julius Meinl e Italia e fortissimo e risale agli anni ’50, quando l’azienda inizia a tostare il caffè nel Belpaese, producendo proprio nello stile di tostatura italiano, più scura e con un profilo di gusto più intenso rispetto alla classica tostatura viennese, caratterizzata da un gusto equilibrato, con note di cioccolato e una morbida acidità.

“L’attuale design dei nostri pack è molto apprezzato dai clienti in tutto il mondo. Per questo motivo, abbiamo voluto garantire l’immediata riconoscibilità dei prodotti, continuando a incarnare l’eredità unica delle caffetterie viennesi – racconta Christina Meinl, managing director di Julius Meinl Austria e membro della quinta generazione della famiglia Meinl. I cambiamenti che abbiamo apportato sono più simili a un’evoluzione che a una rivoluzione. Abbiamo infatti mantenuto i nostri iconici colori, rosso, bianco e nero, fondamentali per il nostro brand, lasciando inalterato l’aspetto unico e premium di ogni prodotto, facendo però una chiara distinzione tra le nostre due principali gamme di ispirazione viennese e italiana, per facilitare la selezione dei prodotti”.

Le linee Super Premium e Premium avranno nella confezione un QR code che consente di accedere alle informazioni sulle iniziative di sostenibilità dell’azienda, tra cui il Julius Meinl Generations Program, un’iniziativa volta a sostenere le famiglie e le comunità locali nel tramandare il know how del mondo del caffè alle generazioni future.

Il progetto è iniziato in Colombia, ma nel prossimo futuro sarà esteso ai coltivatori di caffè di altri Paesi, i quali trarranno tutti vantaggio dagli sforzi di Julius Meinl per sostenere una produzione di caffè di alta qualità, implementare buone pratiche agricole e costruire famiglie e comunità locali più forti.

Christina Meinl ha concluso: “Sebbene la confezione possa apparire rinnovata e diversa, una cosa che non è cambiata – e non cambierà mai – è il gusto e la qualità premium del caffè che i nostri clienti scopriranno al suo interno. Dal 1862, riuniamo persone di tutto il mondo davanti a una tazza di caffè e ora, attraverso il nostro Generations Program e altre iniziative, stiamo intraprendendo azioni concrete per garantire momenti significativi alle generazioni future”.

La scheda sintetica di Julius Meinl

Julius Meinl è un’azienda familiare viennese di grande successo internazionale e da 160 anni è l’ambasciatrice nel mondo della cultura delle caffetterie viennesi. Il successo globale di Julius Meinl si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza nel caffè, prodotti di qualità premium e un eccellente servizio ai clienti. Julius Meinl è ambasciatrice globale per la cultura del caffè viennese e oggi ispira le persone in tutto il mondo, proprio come facevano in passato i caffè letterari.

  • Fondata nel 1862 a Vienna
  • 1000 dipendenti in tutto il mondo
  • Presente in più di 70 paesi in tutto il mondo: market leader in Austria e nei Paesi dell’Europa Centrale e settimo player nel mercato Ho.Re.Ca. Italiano
  • Circa 40.000 clienti in tutto il mondo
  • Centri di produzione a Vicenza (Italia) e a Vienna (Austria)

Starbucks apre davanti Montecitorio l’11/05

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Il logo di Starbucks

Confermata la data di apertura del primo store Starbucks nella Città Eterna: l’11 maggio il colosso americano aprirà in via della Guglia a pochi passi da Montecitorio. Ma si tratta solo dell’inizio: il secondo punto vendita della città probabilmente aprirà all’interno della stazione Termini. Riportiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Leggo.

Starbucks arriva a Roma

ROMA – “L’attesa è finalmente finita”. Così recita lo slogan che accompagna la notizia dell’apertura del primo caffè Starbucks nel centro di Roma. Gli amanti del frappuccino, dunque, dovranno aspettare ancora un paio di settimane prima di poterne gustare uno nella Capitale.

Fino alla fatidica data si dovranno accontentare di fare un salto all’outlet di Castel Romano dove, già da qualche mese, ha aperto il primo locale Starbucks sul territorio allargato della città. Ma quello che accoglierà romani e turisti l’11 maggio, in via della Guglia 56, a due passi dal Parlamento, è il primo vero bar della catena all’interno dei confini di Roma.

ll logo di Starbucks era apparso già da qualche settimana sulle vetrine dell’elegante palazzo scelto dalla multinazionale americana come prima sede capitolina, ma fino ad oggi mancava la data della sua inaugurazione. Il locale occuperà tre piani dell’edificio, con una vista parziale su Montecitorio.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Ristoranti contro la fame: 133 locali partecipanti e 100.000 euro raccolti per progetti “Mai più fame” in Italia e e in tutto il mondo

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la caciara ristorante
Ristorante La Caciara (immagine concessa)

MILANO – Ristoranti contro la fame: ecco i ristoranti supersolidali della campagna che si è svolta dal 16 ottobre al 31 dicembre 2022. Si tratta dei 49 ristoranti, su un totale di 133 aderenti, che si sono distinti per la loro generosità e per l’energia con cui hanno aderito a questa iniziativa, raccogliendo una cifra di 61.000 euro su un totale di 100.000 euro.

I ristoranti solidali

“Un importante risultato, reso ancora più significativo dal contesto difficile che colpisce duramente l’economia italiana e il settore della ristorazione – dichiara Simone Garroni, direttore di Azione contro la fame – gli chef e i ristoratori hanno risposto con impegno ed entusiasmo alla chiamata che li ha visti coinvolti in una grande gara di solidarietà, insieme ai propri clienti, che ringraziamo per il prezioso contributo ai nostri progetti in Italia e nel mondo”.

Si sono aggiudicati il cappello Gold, per aver raggiunto e in gran parte superato l’obiettivo di 1.500 euro, 9 ristoranti (di cui 3 stellati Michelin).

Una menzione speciale merita il Ristorante La Caciara (foto in allegato), che nel periodo della campagna ha superato di gran lunga il traguardo prefissato, raccogliendo oltre 6.000 euro. Un ringraziamento speciale va a Enrico Crippa del ristorante Piazza Duomo di Alba. Ambasciatore d’eccezione, che ha creduto nell’iniziativa sin dalla prima edizione.

“Abbiamo sempre pensato che attorno a una tavola non ci sia mai soltanto il cibo: quello che circonda gli ospiti è la portata che più ci interessa valorizzare, ciò che davvero ricorderanno, il  sapore che alla fine rimarrà in bocca, non è altro che l’esperienza che si vive, fatta di quello che si può toccare con mano e quello che si può solo sentire – dichiara Chiara Tosato,  proprietaria del ristorante La Caciara, e aggiunge – le nostre performance, le risate, i racconti, la consapevolezza di essere stati bene mentre si aiuta qualcuno che ha bisogno. Per questo abbiamo subito abbracciato il progetto Ristoranti contro la Fame, che ha dato un senso e un gusto in più ad ogni piatto”.

Ben 16 sono stati i ristoranti che, con una raccolta a partire da 1.000 euro, si sono aggiudicati il cappello Silver. Tra i 10 stellati della categoria, in cima alla classifica troviamo il ristorante romano 1 Stella Michelin La Terrazza che ha mancato il podio più alto per un soffio.

Il cappello Bronze è andato a 24 ristoranti, di cui 14 Stellati. Anche in questo caso il primo classificato è un locale con 1 Stella Michelin della Capitale: il Ristorante All’Oro.

Scopri tutti I ristoranti SuperSolidali dell’edizione appena conclusa cliccando qui.

L’iniziativa Ristoranti contro la fame

  • Ristoranti contro la Fame è un modo concreto per poter contribuire a combattere l’insicurezza alimentare, in Italia e nel mondo e, oggi, assume un valore ancor più importante, in considerazione della crisi alimentare globale che stiamo vivendo, che colpisce ben 828 milioni di persone.
  • Nel corso dell’iniziativa, che si svolge ogni anno dal 16 ottobre al 31 dicembre, nei ristoranti e nelle pizzerie o paninoteche aderenti i clienti possono donare 2 euro scegliendo all’interno del menù il “piatto solidale”, 50 centesimi per la “pizza solidale” e altrettanti per ogni bottiglia d’acqua ordinata.

Grazie ai fondi raccolti, Azione contro la Fame potrà continuare a finanziare importanti progetti di contrasto alla fame e alla malnutrizione:

  • in Sahel l’organizzazione sostiene l’intelligenza artificiale per contrastare i cambiamenti climatici;
  • in India ha realizzato degli “orti giardino”, dove il coinvolgimento diretto delle donne promuove la loro autonomia e il loro ruolo nella società;
  • in Libano Azione contro la Fame implementa interventi integrati di nutrizione, accesso all’acqua, all’igiene e ai servizi sanitari, per migliorare la coesione tra i più vulnerabili, siano essi rifugiati o libanesi, con un approccio teso a sviluppare “soluzioni durature”;
  • nella Repubblica democratica del Congo lavora per prevenire e curare la malnutrizione di mamme e bambini sotto i 5 anni;
  • infine, l’organizzazione continua a sostenere il progetto in Italia “Mai più Fame: dall’emergenza all’autonomia” per il sostegno all’occupazione e contro la povertà alimentare,  ampliando il numero delle persone raggiunte e portando il suo intervento anche a Napoli.

Scopri di più su Ristoranti contro la fame cliccando qui.  

La scheda sintetica di Azione contro la fame

Azione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale specialista contro fame e malnutrizione infantile. L’associazione si è attiva a qualunque costo per salvare la vita dei bambini gravemente malnutriti e per fornire a intere comunità acqua, cibo, formazione e assistenza sanitaria per vivere libere dalla fame.

Azione contro la fame si è organizzata con determinazione per spingere persone e governi ad un’azione collettiva contro le cause strutturali di questa ingiustizia inaccettabile. L’organizzazione lavora da 40 anni in 51 paesi del mondo, impiegando sul campo quasi il 90% dei fondi raccolti.

Giornata della ristorazione: a Milano con Epam-Fipe il punto su formazione e professionisti dell’horeca

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

MILANO – Con la maggiore partecipazione territoriale di ristoranti in tutta Italia – più di 340 adesioni a Milano, Lodi, Monza Brianza (a livello nazionale, complessivamente, hanno aderito oltre 5.000 attività ed anche 500 ristoranti italiani all’estero) – la prima Giornata della ristorazione (per la cultura dell’ospitalità italiana) ha visto, da parte di Epam-Fipe Milano, l’Associazione pubblici esercizi di Confcommercio Milano, l’organizzazione della tavola rotonda “L’evoluzione della formazione e delle figure professionali nella ristorazione: da necessità a opportunità” svoltasi presso presso l’Auditorium dell’Università IULM in via Carlo Bo, 7.

La Giornata della ristorazione

“Per Epam-Fipe Milano, con questa tavola rotonda – rileva il vicepresidente vicario Fabio Acampora che ha aperto i lavori dell’incontro – si è voluto dare, nella prima Giornata della Ristorazione, un contributo su un tema centrale per il nostro comparto: quello della formazione nella ristorazione e di come poter avvicinare le giovani generazioni all’impegno consapevole dentro ad uno dei settori più iconici, ma anche in grande cambiamento, della nostra economia”.

Per il trimestre aprile-giugno di quest’anno le assunzioni previste nelle attività di ristorazione (fonte Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior) sono più di 27 mila in Lombardia e quasi 9.800 a Milano e Città Metropolitana.

Ma oltre il 50 % delle aziende che ricerca personale – rileva Epam-Fipe Milano – segnala difficoltà di reperimento.

All’incontro di Epam-Fipe Milano – realizzato in collaborazione con Fipe-Confcommercio, Confcommercio Milano e IULM – sono intervenuti: Alessandro Negrini (chef e patron “Il luogo Aimo e Nadia”); Niccolò Frediani (titolare ristorante Ribot); Arturo Carile (Campari Academy manager); Delia Ciccarelli (corporate relations director McDonald’s Italy); Gabriele Cartasegna (direttore Capac Politecnico del Commercio e del Turismo e Formaterziario, enti formativi che fanno riferimento alla Confcommercio milanese); Massimiliano Bruni (professore associato Università IULM).

Autogrill alla prima edizione della Giornata della ristorazione di Fipe

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Autogrill per la Giornata della liberazione (immagine concessa)

MILANO – Autogrill aderisce alla prima edizione della Giornata della ristorazione, iniziativa nazionale ideata e organizzata da Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, che coinvolge oltre 5000 ristoratori italiani e 500 ristoranti italiani all’estero per valorizzare e rafforzare i valori e il ruolo della ristorazione italiana.

Autogrill per la Giornata della ristorazione

“La Giornata della ristorazione rappresenta una importante occasione per celebrare la cultura della ristorazione italiana e l’arte del convivio, due concetti che rappresentano l’essenza stessa di Autogrill”, ha commentato Massimiliano Santoro, ceo Europe & Italy di Autogrill e vicepresidente Fipe. “Attraverso la nostra partecipazione vogliamo trasmettere positività, forza e resilienza all’intero settore, soprattutto in un momento storico in cui a fare la differenza sono la passione per l’eccellenza gastronomica e la voglia di fare rete tra operatori”.

Santoro continua: “In questa direzione, il mondo della ristorazione può realmente farsi portavoce di un rinnovato senso di comunità e di coesione, promuovendo i valori di inclusione, condivisione e relazione che risiedono alla base della cultura dell’ospitalità”.

Santoro aggiunge: “Autogrill da sempre ricopre un ruolo importante all’interno della filiera del Made in Italy, attraverso la valorizzazione delle eccellenze di ogni singolo territorio, un’offerta che esalta la tipicità dei prodotti locali e lo sviluppo di concept che richiamano le specificità territoriali, dove tradizioni regionali e contaminazioni internazionali si fondono in menù firmati da alcuni tra i più grandi chef italiani”.

“L’adesione di Autogrill aggiunge un tassello strategico della nostra Giornata della ristorazione: questa partecipazione significa infatti poter contare sul supporto dell’azienda leader della ristorazione sui canali di viaggio nel nostro Paese” – ha dichiarato il presidente Fipe-Confcommercio Lino Enrico Stoppani -. “Proprio sulle strade, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, lungo tutta la Penisola, transitano ogni anno milioni di visitatori italiani e stranieri che nelle aree di servizio trovano la garanzia di un assaggio di qualità dell’accoglienza e dei prodotti italiani”.

Stoppani continua: “Questo spirito di servizio, che va a vantaggio dell’immagine del Paese e dell’intera filiera turistica, insieme alla professionalità di un grande gruppo con presenza diffusa, che coniuga elevati standard qualitativi con un’offerta diversificata sui territori, sono elementi pienamente allineati con il progetto che la Giornata della Ristorazione sottintende”.

Filo conduttore di questa prima edizione è il pane, simbolo per eccellenza di condivisione. Ogni ristorante aderente alla Giornata ha proposto una ricetta a base di pane, con la quale rendere la propria interpretazione del tema dell’ospitalità.

Autogrill ha scelto i fusilli alla mediterranea con briciole di pane tostato, una ricetta rivisitata in chiave moderna e innovativa che rimanda immediatamente al territorio, al buon cibo delle tavole italiane e al piacere di stare insieme.

La Giornata della ristorazione 2023 ha ricevuto dal Capo dello Stato la Medaglia del Presidente della Repubblica quale premio di rappresentanza per l’alto valore dell’iniziativa.

Hybrid Coworking lancia il concorso per ridisegnare bar e ristoranti includendo uno spazio di lavoro per nomadi digitali

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Uno spazio coworking (immagine: Pixabay)

MILANO – La piattaforma TerraViva Competitions lancia Hybrid Coworking, il concorso che invita a ridisegnare caffè e ristoranti per ospitare spazi di lavoro per i nomadi digitali, senza che perdano l’identità originale. Lo scopo del concorso è quello di trasformare i luoghi considerati statici in locali adattabili grazie all’utilizzo creativo dell’interior design.

Il concorso Hybrid Coworking

In questo modo i nomadi digitali costantemente alla ricerca di luoghi stimolanti e innovativi per lavorare potranno finalmente trovare una soluzione ai propri problemi.

Il concorso non ha specificato alcuna location e ogni partecipante che desidera competere potrà selezionare come modello qualsiasi bar, ristorante e caffetteria esistente.

La sfida è rivolta agli studenti, architetti, designers, urbanisti, ingegneri, artisti e a chiunque sia interessato al design, con età superiore ai 18 anni

Il primo classificato riceverà un premio di 3000 euro. La medaglia d’argento vedrà una ricompensa di 2000 euro. Il terzo in classifica avrà invece 1000 euro.

Criteri di valutazione

La giuria valuterà i progetti sulla base dell’originalità del concept, della flessibilità, della gestione degli spazi, della qualità dei nuovi spazi di lavoro, dell’uso sensibile di materiali e colori e della rappresentazione grafica.

Iscrizione e costi

  • Registrazione Early (dal 20 marzo al 19 maggio) | 69 euro
  • Registrazione Standard (dal 19 maggio al 16 giugno) | 89 euro
  • Registrazione Late (dal 16 giugno al 14 luglio) | 109 euro

Elaborati richiesti per il concorso

  • 2 tavole formato A1
  • descrizione dell’idea progettuale (max 250 parole)

La giuria è composta da:

  • Fabrizio Vizzi, Rosan Bosch studio (Copenhagen)
  • Jesica B. Orizi, Maris Interiors (Londra)
  • Mark Adamson, Formative architects (Belfast)
  • Nadica Filipovic, Arr&d Interiors (Belgrado)
  • Giulio Ubini, Tuc studio (Milano)
  • Manon de Bont, MDB Architects (Berlino)
  • Matteo Pettinaroli, Needle (Milano)
  • Zofia Kasińska, Studio Zeta (Pszczyna)

Per registrarsi alla competizione basta cliccare qui.

Un bar di Barcellona divisa in due con una scia di vernice: il progetto interior design

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Barcellona
Barcellona (immagine: Pixabay)

In una caffetteria della città di Barcellona è stata creata una linea di divisione che colora tutto ciò che tocca e incontra lungo il percorso con una sfumatura blu indaco. Oltre a utilizzare il colore che dà il nome alla caffetteria, i progettisti d’interni si sono occupati di ridurre il rumore visivo, unificando gli elementi e generando un’atmosfera rilassata e confortevole. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Elle Decor.

Il progetto interior design della caffetteria di Barcellona

BARCELLONA – Il blu indaco è forse uno dei colori più enigmatici e seducenti dell’intero spettro cromatico. Per questo è ancora più affascinante vedere come è stato utilizzato in questa caffetteria di Barcellona: la nuance ricopre parte dei locali e degli arredi, creando una magica linea di demarcazione che colora tutto ciò che tocca e incontra lungo il percorso.

“I clienti avevano ben chiaro che l’identità del loro caffè sarebbe strettamente legata al colore indaco, ma non erano sicuri di come esprimerlo nello spazio. La nostra idea era quella di evitare che apparisse qua e là, in modo occasionale, perché, così facendo, il progetto sarebbe andato contro il nostro obiettivo di semplificazione“, spiegano Anna Raventós e Lea Viscasillas, fondatrici di Scala Studio, che si sono occupate del progetto.

Oltre a utilizzare il colore che dà il nome alla caffetteria, i progettisti d’interni si sono occupati di ridurre il rumore visivo, unificando gli elementi e generando un’atmosfera rilassata e confortevole in cui i materiali, come la pietra originale dell’edificio, giocano un ruolo fondamentale.

“Abbiamo pensato che fosse essenziale valorizzare la pietra originale che abbiamo percepito esistere dietro il murale e gli immensi strati di pittura. Data l’ubicazione dei locali e il tipo di architettura, pensavamo di trovare una pietra interessante e, dopo aver scavato tra i diversi strati di intonaco e pittura, è apparsa”, raccontano.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Gin del Coffee Maker: nasce il distillato con lo Specialty Coffee etiope

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Gin del Coffee Maker (immagine concessa)

CHIERI (Torino) – Nasce a Chieri il nuovo pregiato gin made in Italy che fa dell’artigianalità e della sostenibilità ambientale i suoi punti di forza. Gin del Coffee Maker si presenta come un affascinante mix di botaniche pregiate e caffè etiope selezionato. Un’eccellenza italiana che deriva dalla passione e dall’expertise di Federico Raso, trainer sca di professione nonché appassionato di Specialty Coffee e Gin premium, già classificato tra i 5 migliori baristi d’Italia al Campionato italiano di caffetteria del 2019.

Gin del Coffee Maker

Il Gin del Coffee Maker vuole essere un prodotto originale, artigianale, eco-friendly, di qualità, unico ma versatile – disponibile nelle versioni da 70cl e 50ml – e, dunque, aperto a usi personalizzati, dal consumo in purezza al suo utilizzo nella mixology.

Frutto di processi di distillazione e materie prime scelte con cura, come avviene per ogni Distilled Gin, anche nel metodo di produzione del Gin del Coffee Maker ogni botanica viene distillata separatamente; tecnica, questa, che permette di bilanciare gli aromi ed esaltare il ginepro e il caffè etiope selezionato, e che è portata alla massima efficacia grazie ad un susseguirsi di attente verifiche – come sottolinea Alfredo La Cava, aromatiere professionista nonché co-creatore del gin, il quale afferma: “Nella fase della distillazione abbiamo eseguito delle prove di distillazione per trovare le note aromatiche del caffè; in particolare quelle agrumate e fiorite, da assemblare insieme al ginepro.”

Pompelmo e coriandolo, le botaniche protagoniste del distillato, sono presenti in quantità minore proprio per non sovrastare gli altri sapori, valorizzando al massimo le note naturali del caffè stesso.

Il risultato finale è un sorprendente mix di profumi esotici e sapori mediterranei, un trait d’union che ammicca alle velleità della cucina orientale, e che prende per mano la memoria olfattiva e gustativa dell’assaggiatore, riaccompagnandola infine sulle coste ben più̀ familiari del Mare Nostrum.

A Federico Raso il compito di raccontare l’assaggio: “Quando bevuto in purezza, subito dopo il ginepro si avvertono le note naturali e tostate del caffè. Allungando il gin con della tonica, la nota classica del caffè si alleggerisce per lasciare spazio a quelle agrumate e dolci, che richiamano le botaniche di pompelmo e coriandolo.”

L’attenta selezione delle materie prime e la cura del dettaglio durante il processo di distillazione non lasciano spazio a dubbi: il Gin del Coffee Maker è senz’altro un atto d’amore per la natura e per i suoi frutti. In quanto tale, la scelta di imbottigliarlo in vetro riciclato risponde sì alla volontà di tutelare e valorizzare al meglio il prodotto finale nelle sue componenti aromatiche e organolettiche, ma anche di adottare soluzioni che siano sostenibili per Madre Natura.

Le bottiglie di Gin del Coffee Maker sono realizzate con vetro 100% riciclato, senza alcun collarino in plastica. Una scelta eticamente responsabile, che permette al produttore di limitare gli sprechi e di garantire ad esperti del settore e consumatori finali un prodotto pensato per impattare il meno possibile sull’ambiente.

La gamma di prodotti Gin del Coffee Maker si amplierà presto con l’arrivo di 2 box premium destinate al consumo domestico, ideate e realizzato da Gin del Coffee Maker in collaborazione con altre tre realtà strettamente legate al territorio piemontese:

  • Orsadrinks, azienda leader nella produzione e nel commercio di bevande e attrezzature per bartender;
  • Davide Perrone, selezionatore gastronomico;
  • Luca Scarcella, panificatore e imprenditore.

Le box ospiteranno al loro interno i prodotti di punta delle realtà eccellenti che lo hanno concepito: oltre a due mignon di Gin del Coffee Maker, due bottiglie di tonica e una selezione di salumi e prodotti da forno. La box sarà in duplice versione, aperitivo (con tonica) e after dinner (in purezza), e sarà presentata come prodotto “premium” in edizione limitata.

La data di lancio delle box verrà comunicata sui canali online ufficiali di Gin del Coffee Maker.

Il Gin del Coffee Maker è attualmente disponibile all’acquisto su tutto il territorio nazionale anche grazie allo shop online, accessibile qui.

Ulteriori informazioni su Gin del Coffee Maker sono disponibili qui.

Il valore del caffè sospeso appartiene all’Antica Grecia: ecco perchè

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

L’idea dietro l’usanza tipicamente napoletana del caffè sospeso affonda le sue radici nell’antica Grecia, periodo e luogo in cui venivano regalati i biglietti per gli spettacoli teatrali a chi non poteva permetterseli. Leggiamo di seguito le considerazioni di Annamaria Porro, guida turistica della Campania, per il portale Punto Agro News.

Le origini del caffè sospeso

NAPOLI – “A Napoli si sa, il caffè, rigorosamente bollente, è un piccolo piacere che accompagna il quotidiano di ogni napoletano. È un meraviglioso rito che si consuma nella maggioranza delle volte in compagnia. Nella città partenopea, l’usanza del caffè inizia nel XIX secolo con i venditori ambulanti che vendevano la bevanda per le strade della città. Il caffè si diffonderà in tutto il mondo, e sarà coinvolto nell’ambito della solidarietà. Un nobile gesto tutto napoletano è quello di pagare un caffè in più che verrà destinato ad uno sconosciuto: il caffè sospeso “o sospiso”.

Amato in tutto il mondo, la bevanda, rappresenta la volontà dei napoletani di consentire a tutti di poter apprezzare “na tazzulella e cafe’” come cantava il grande Pino Daniele. La verità e che nessun napoletano deve sentirsi talmente povero da non potersi permettere un caffè. Da questo grande gesto di altruismo, oggi non solo per il caffè, tante le iniziative umanitarie come la pizza sospesa, la spesa sospesa, emerge la generosità tipica di questa città.

Alla radice di questa originale idea c’è di mezzo la storia. Nell’antica Grecia, infatti venivano regalati i biglietti per gli spettacoli teatrali a chi non poteva permettersi di godere dello spettacolo. Erano i biglietti “sospesi” per i bisognosi. Il teatro era fondamentale per il popolo greco, un luogo di crescita e di confronto. Come è indispensabile per i partenopei, il consumo del caffè”.

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Per 7 italiani su 10 rifugiarsi nei luoghi naturali è la soluzione per ritrovare il benessere: lo studio di Levissima Natura

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Un paesaggio montano (immagine: Pixabay)

MILANO – Quando le emozioni negative prendono il sopravvento, ci si rifugia nelle meraviglie che la natura offre nel corso dell’anno per staccare dalla routine metropolitana e ritrovare la serenità perduta. Complice l’arrivo della stagione primaverile, sempre più italiani (71%) scelgono di riscoprire le diverse sfumature paesaggistiche che la stagione offre in natura per rigenerarsi e ritrovare benessere non solo fisico ma anche psicologico.

Il legame degli italiani con la natura

Se l’ambiente (58%) e l’alternarsi delle stagioni (62%) influiscono maggiormente sul cambiamento di umore, gli italiani ricercano ispirazione e sensazioni positive nella natura attraverso odori, gusti, colori, forme e atmosfere tipici di ogni stagione. In particolare, in questo periodo dell’anno gli italiani apprezzano il risveglio della natura (31%) e l’aumento delle ore di luce (25%) capaci di trasmettere emozioni positive come tranquillità (61%), allegria (56%) e serenità (51%).

È quanto emerge da uno studio condotto da Levissima Natura, effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1200 italiani di età compresa tra i 20 e i 50 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate per indagare il rapporto delle persone con la natura.

Levissima Natura è la gamma di bevande che unisce la purezza dell’acqua minerale Levissima al gusto 100% naturale dei fiori, delle erbe e altri ingredienti di montagna infusi a freddo e che si inserisce nel più ampio progetto Regeneration[1] per la sostenibilità sociale e ambientale.

Levissima crede nel potere rigenerante della natura e si impegna per l’educazione e sensibilizzazione a stili di vita consapevoli che abbracciano idratazione, rispetto della natura e dell’ambiente.

Diversi studi scientifici e accademici hanno già dimostrato come una maggiore connessione con l’ambiente naturale possa avere molti vantaggi psicofisici e generare atteggiamenti positivi verso la natura. Recentemente, per indicare tutti questi benefici che le persone possono ottenere, l’Intergovernmental Science-Policy Platform for Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) ha rinominato i Servizi Ecosistemici come “il contributo che la Natura offre alle persone”[2].

Per gli italiani, oltre alle persone con cui si vive (48%) e a ciò che accade nel mondo (46%), l’ambiente in cui ci si trova (58%), l’alternarsi delle stagioni (62%), le condizioni meteorologiche (52%) e il numero di impegni (55%) determinano principalmente il proprio stato d’animo e contribuiscono ad allontanare o a creare emozioni negative come ansia (65%), frustrazione (61%), e tristezza (56%). In particolare, la natura con i suoi elementi ed i suoi paesaggi riesce a incidere tanto (41%) e abbastanza (30%) sullo stato d’animo di una persona, mentre per una discreta minoranza essa incide poco (18%) o per nulla (11%).

Come entrare quindi a contatto con la natura per recuperare il benessere perduto? L’evasione attraverso una passeggiata al parco e all’aria aperta (58%) o una gita fuori città (53%) rappresentano le soluzioni più gettonate.

La natura ha infatti un grande potere rigenerativo sulla mente umana perchè è in grado di creare un “distanziamento mentale” dalle situazioni quotidiane: l’essere immersi in un ampio spazio verde, in netto contrasto sia con il contesto cittadino che con gli spazi interni quotidiani, favorisce la possibilità di evadere.

Ma che tipo di emozioni si provano di fronte ad un paesaggio naturale? Ispirazione (72%), tranquillità (68%), gioia (64%) sono le principali, ma c’è chi nella natura trova anche fonte d’ispirazione (72%) e la motivazione (62%) per rigenerarsi a affrontare le sfide future.

La natura offre un caleidoscopio di sensazioni e di emozioni che variano e mutano con l’avvicendarsi delle stagioni: i colori del paesaggio (50%), il profumo di piante e fiori (47%), una vista panoramica (59%), i suoni tipici di un ambiente naturale (54%) sono gli elementi naturali che secondo gli italiani contribuisono a trasmettere sensazioni positive.

“L’ambiente ed i fenomeni naturali hanno da sempre segnato la storia dell’uomo – afferma la psicoterapeuta e scrittrice Vera Slepoj – i cambiamenti della natura dovuti all’alternarsi delle stagioni da un lato determinano i nostri comportamenti sociali, dall’altro possono influire sulla nostra psiche. L’inizio di stagioni come la primavera o l’inverno, ma anche fenomeni quotidiani come l’alba e il tramonto, determinano i ritmi biologici del nostro organismo e possono far nascere stati d’animo diversi e contrastanti. Vivere a contatto con la natura fa bene all’uomo, lo rende più ottimista, più solare: respirare all’aria aperta, sentire il canto degli uccelli, passeggiare circondati dal verde sono azioni che ci connettono alla natura e che allo stesso tempo fanno bene alla nostra salute mentale. Complice la pandemia, negli ultimi tempi l’uomo ha riscoperto il valore della natura, imparando che non può fare a meno di essa per vivere meglio e che occorre sempre rispettarla.”

Se dallo studio emerge la capacità della natura di influenzare la sfera emotiva oltre che fisica, è anche vero che non tutti possono trascorrere abbastanza tempo in connessione con l’ambiente a causa di impegni di lavoro (48%), familiari (44%) e del luogo in cui si vive (58%). Cosa fare? C’è chi organizza nel corso dell’anno gite fuori città (51%), passeggiate al parco più vicino (59%) o attende le vacanze per soggiornare in luoghi incontaminati (54%). C’è perfino chi sarebbe disposto a cambiare città (33%), lavoro (19%) e rivedere la propria routine (27%) pur di trascorrere maggior tempo a contatto con la natura.

Il continuo mutamento della natura è dovuto all’alternarsi delle stagioni che, per 6 italiani su 10 (60%) influiscono sul proprio stato d’animo. In particolare, in primavera gli italiani apprezzano la fioritura di alberi e piante (31%), l’arrivo di temperature più miti (22%), l’aumento delle ore di luce (25%) e la frutta di stagione come ciliege, fragole, albicocche (17%).

In questo periodo si preferiscono o paesaggi collinari (24%) rispetto a montagna (21%) e campagna (21%), luoghi incontaminati capaci di trasmettere sensazioni secondo gli italiani tipicamente primaverili come serenità (51%), felicità (58%), allegria (56%), tranquillità (61%), ma anche grinta (54%), fiducia (53%).

Emozioni positive che oltre a rigenerare il corpo e lo spirito rappresentano fattori motivazionali alla base di uno stile di vita sostenibile.

In generale il sentirsi in connessione con qualcosa o qualcuno fa scaturire comportamenti protettivi ed altruistici verso quella cosa o quella persona; così anche il sentirsi in connessione con la natura, riscoprirla, prenderci il tempo per assaporare ciò che questa ci riserva, può allora essere considerato un elemento che favorisce comportamenti responsabili verso l’ambiente.

[1] Levissima Regeneration: il progetto per la sostenibilità

[2] Costanza et al., 1997, 2017; Díaz et al., 2018 in Tabacchi, 2021, Connessione alla Natura e benessere psicologico