mercoledì 03 Dicembre 2025
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Gruppo Seb: 1Q in flessione, con La San Marco volano le macchine professionali

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Groupe Seb
Il logo del Gruppo Seb

MILANO – Rallenta il fatturato di Gruppo Seb, ma le vendite delle macchine da caffè continuano a volare costituendo il principale driver in termini di crescita. Il fatturato del colosso francese degli elettrodomestici e dei casalinghi registra una vistosa frenata nel primo trimestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, che fu peraltro caratterizzato da risultati record.

Le vendite hanno subito infatti una flessione del 4,9% (-3,7% a tassi e perimetro costanti), a 1,822 miliardi di euro. Andamenti divergenti per i due rami del Gruppo. Il polo Consumer, che conta per il 90% del totale, subisce un calo dell’8,4% (-6,6% a tassi e perimetro costanti), a 1,613 miliardi, contro gli 1,76 dello stesso trimestre 2022.

Il polo Professionale, il cui fatturato è costituito in massima parte dalle macchine da caffè professionali, compie invece un ulteriore e potente balzo in avanti del 34% (+29% a tassi e perimetro costanti), a 209 milioni di euro, forte anche dell’acquisizione de La San Marco da Mzb Group.

Questo risultato conferma la ripresa del settore iniziata a metà 2021, con l’attenuarsi degli effetti della pandemia. “Una performance ancora più soddisfacente” si legge nella nota “poiché trainata da tutte le aree in cui è attivo il Gruppo – più precisamente, Cina, nord America ed Europa – nonché dai nuovi contratti sottoscritti e dai servizi di manutenzione e riparazione”.

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Master Coffee Grinder Championship: Dalla Corte è il nuovo partner tecnico della competizione

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Master Coffee grinder Championship diemme triestespresso
Il logo del Master Coffee Grinder Championship

MILANO – Si stanno delineando gli ultimi dettagli della seconda edizione del campionato di macinatura Master Coffee Grinder Championship ideato e realizzato da Fabio Verona, trainer per Costadoro e autore del libro Professione Barista edito da Tecniche Nuove. Leggiamo di seguito i dettagli della competizione dall’articolo pubblicato sul blog dell’esperto del chicco Arabica100per100.

La seconda edizione del Master Coffee Grinder Championship

La nascita di questa nuova competizione ha visto lo scorso anno un grande interesse da parte dei vari competitor che si sono sfidati in una gara contro se stessi, tanto semplice quanto impegnativa.

Il format prevede che il barista in gara riceva, nel momento in cui sale in pedana, un caffè specialty unitamente alla descrizione del suo profilo organolettico, definito poco prima dai membri della giuria a seguito dell’assaggio della tazza. Avrà a disposizione tutto il materiale necessario e 15 minuti per cercare di replicarla utilizzando esclusivamente il proprio palato, le proprie competenze e le varie regolazioni del grinder per ottenerle.

L’edizione 2022 del Mcgc è stata vinta da Luca Bernardoni che si è così aggiudicato il diritto di far parte della giuria fissa dell’edizione di quest’anno, sempre capitanata dal grande Luca Ventriglia. Sarà così sempre più lineare e coerente la valutazione delle varie tappe che porterà in finale il vincitore ad aggiudicarsi un grinder Solo della Grindie, il main sponsor del campionato.

Ci saranno molte novità nel 2023, la prima e più importante è che il partner tecnico per la macchina espresso è Dalla Corte, che metterà a disposizione la sua nuova Studio, la piccola multiboiler ad 1 gruppo dalle grandi performance.

Nella gara di macinatura è fondamentale, avendo come uniche variabili dose e granulometria del caffè, che la qualità e la temperatura dell’acqua siano garantite e costanti, caratteristiche assicurate dalla presenza dei sistemi di filtrazione della Brita e dalle caratteristiche peculiari della multiboiler Studio.

Non mancherà poi il fondamentale supporto degli sponsor tecnici che renderanno la stazione di gara altamente professionale, allestendola di tutto punto con i prodotti di Metallurgiche Motta, gli accessori di Repa Group e le tazze specificatamente realizzate da IPA Porcellane.

IMS metterà a disposizione i propri filtri della linea E&B Lab con trattamento in nanotecnologia al quarzo di differenti capacità, e ad ogni tappa sarà presente il mitico Andrea Antonelli che con i prodotti Pulycaff garantirà una perfezione di pulizia delle attrezzature impeccabile per ogni concorrente.

La prima tappa si terrà sabato 17 giugno presso la Diemme Academy,  sede di una tappa anche nel 2022, e sono già aperte le iscrizioni sul sito: i posti sono limitati.

Trombetta, Costadoro: “Siamo cresciuti investendo per rispettare l’ambiente”

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costadoro
Il logo di Caffè Costadoro

TORINO – Costadoro, con sede principale a Torino, ha puntato tutto sulla sostenibilità. L’obiettivo è quello di migliorare il caffè e allo stesso tempo la vita di coloro che lo producono. Una filosofia sposata in pieno dall’azienda che, nei primi mesi del 2023, sta riscontrando un miglioramento nella situazione finanziaria.

La strategia di Costadoro

“Dopo i due anni di pandemia e un 2022 caratterizzato da rincari incontrollabili, i primi tre mesi dell’anno sono stati, finalmente, entusiasmanti. Siamo sicuri di arrivare a fine anno con la giusta potenza di fuoco e la solidità finanziaria per riuscire, nel 2024, a portare a casa qualche acquisizione, in Italia e magari anche all’estero”, spiega Giulio Trombetta, amministratore delegato di Costadoro, azienda produttrice di caffè per il settore dei pubblici esercizi, a La Stampa. “A livello di volumi già nel 2022 siamo riusciti a tornare sui livelli pre-pandemia, ma i rincari incontrollati delle materie prime, degli imballi o della logistica ci hanno frenato”.

A salvare l’azienda, spiega il manager, sono stati soprattutto gli investimenti in sostenibilità ed efficienza. Lo stabilimento torinese è stato il protagonista dei cambiamenti più radicali dell’azienda. Trombetta rivela a La Stampa: “Siamo intervenuti sul nostro impianto studiando un sistema che sfrutta al massimo la luce naturale, così come abbiamo messo mano al sistema di areazione facendolo diventare non forzato, ma gestito da un’unica centralina che mantiene i valori stabili all’interno della fabbrica”.

Gli interventi sulla sostenibilità hanno reso l’azienda consona a ottenere l’ambita certificazione B Corporation, assegnata alle realtà che rispettano standard di performance sociale e ambientale. Si tratta della terza azienda in Italia nel settore del caffè a ottenere la certificazione.

Ferrero in Germania con l’acquisizione della fabbrica della barrette Nutrisun

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Il logo della Ferrero

ALBA (Cuneo) – Ferrero ha concordato i termini per l’acquisizione di un impianto di produzione di barrette snack in Germania appartenente alla Laurens Spethmann Holding (LSH), gruppo specializzato nella vendita di articoli per la colazione. Lo stabilimento risiede a Medin, Faulbach in Baviera, e produce muesli e barrette ai cereali, alla frutta, compresse edulcoranti e dolcificanti liquidi per il marchio di alimenti naturali Nutrisun.

L’acquisto dell’impianto di produzione LHS di Ferrero

I termini finanziari non sono stati ancora resi noti. In una breve dichiarazione riportata dal sito JustFood, Ferrero ha annunciato: “Questa acquisizione supporta la strategia di crescita del Gruppo nella categoria degli snack better-for-you, dove continua ad espandere la propria presenza”. Ferrero ha anche dichiarato che mirerà a mantenere tutti i dipendenti della struttura.

LSH ha confermato che la fase di implementazione inizierà nelle prossime settimane e dovrebbe essere completata entro luglio. Il gruppo tedesco resterà attivo nel settore dei bar e degli snack con la sua società Schock.

Il Gruppo di Alba, proprietario di marchi come Ferrero Rocher e Nutella, negli ultimi anni ha effettuato una serie di acquisizioni per ampliare il proprio portafoglio nel mondo degli snack. A febbraio di quest’anno ha acquisito l’azienda italiana di pasticceria surgelata Fresystem (ne abbiamo parlato qui).

Restworld, la startup per chi cerca lavoro nell’horeca, chiude un aumento di capitale da 500mila euro

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Restworld team
Il team Restworld (immagine concessa)

MILANO – Restworld, la startup che mira a diventare il punto d’incontro per chi lavora nella ristorazione, nel turismo e nell’ospitalità aiutandoli a riqualificare le proprie professioni, garantendo contratti equi e soluzioni ottimali per entrambe le parti al fine di garantire il benessere di tutti gli attori coinvolti in questo settore, dopo una prima tranche di raccolta ottenuta a giugno 2022 di 200mila euro, annuncia la chiusura di un nuovo round di finanziamento pari a 300mila euro.

La chiusura del secondo round di finanziamento di Restworld

Il round vede l’ingresso di importanti player del panorama italiano del settore Horeca, startup e imprenditoriale, come Startup Wise Guys, uno degli acceleratori dedicato alle startup early stage più attivi a livello europeo, Bakeca.it, il primo sito italiano di annunci gratuiti online e Intervieweb, società specializzata nello sviluppo di soluzioni IT per le risorse umane e nella consulenza per il processo di recruiting e diversi business angels d’eccezione, tra cui Giancarlo Vergine (founder & managing partner di Over Ventures), Giancarlo Rocchietti (presidente del Club degli Investitori), Alberto Brustia (co-owner Ziccat), Vittorio Somaschini (business angel di professione) e Menetto Federico (business angel del mondo food tech).

 Nata nel 2020 da un team di psicologi del lavoro e ingegneri under 30, Restworld fa di etica, sostenibilità e innovazione gli elementi cardine del progetto.

Dalla nascita della piattaforma le aziende entrate nel circuito Restworld hanno raggiunto quota 800, ma si tratta di una quota non definitiva: ogni attività è soggetta a controlli e verifiche periodiche e chi col passare del tempo non soddisfa completamente le condizioni, viene escluso.

“Attraverso Restworld il nostro obiettivo è quello di contribuire a un vero e proprio cambio culturale. C’è un sempre più grave mismatch tra domanda e offerta di lavoro che per essere risolto necessita, oltre che di una serie di importanti investimenti, un importante cambio di prospettiva. Siamo convinti che il settore dell’Horeca non possa sopravvivere finché non cambierà il modo di pensare e la cultura degli imprenditori stessi. Chi lavora nel settore dell’Horeca se ne allontana dopo poco per colpa di realtà che “legittimano” il lavoro in nero e lo sfruttamento: con Restworld vogliamo far luce su tutte le realtà che lavorano in maniera etica, al fine di ridare valore a tutte le professioni, garantendo trasparenza e supporto costante” spiega Luca Lotterio, ceo e co-founder di Restworld.

Progetti futuri: innovare la piattaforma e puntare all’espansione

 L’iniezione di capitale infatti permetterà a Restworld di sviluppare una nuova sezione della piattaforma, ancora più chiara per le persone alla ricerca di un’opportunità lavorativa e uno spazio ancora più utile per le attività ricettive che desiderano ampliare il proprio staff.

La nuova sezione della piattaforma presenterà una vera e propria mappa, dove ogni offerta lavorativa sarà organizzata visivamente al’interno di una cartina geografica e presenterà una descrizione lavorativa trasparente al 100%, dove lo stipendio sarà sempre esplicitato e la descrizione dell’azienda sempre aggiornata.

Sono oltre 70mila i membri iscritti alla community, poco meno di 50 le città italiane in cui la piattaforma è attiva, circa 2.800 le posizioni lavorative gestite e più di 500 le persone aiutate ad essere assunte.

Oltre a piccoli ristoranti e attività ricettive, Restworld collabora con aziende multinazionali come Poke House, Filetteria Italiana, Berberé, Lavazza e il Pellicano Group e per l’immediato futuro l’obiettivo è quello di continuare ad affermarsi in Italia.

“Siamo coscienti che per creare una piattaforma che possa connettere direttamente chi cerca e chi offre lavoro in Italia e all’estero, sono necessari investimenti importanti. Per questo puntiamo nei prossimi mesi a strutturarci ancora di più a livello aziendale e tecnologico con l’auspicio di trovare partner finanziari, italiani o esteri, con cui stabilire una collaborazione di lungo termine, al fine di supportarci anche nel nostro futuro progetto di internazionalizzazione” aggiunge Lotterio.

La scheda sintetica di Restworld

Restworld è la startup fondata nel 2020 da un team di psicologi del lavoro e ingegneri under 30 – Luca Lotterio (CEO), Davide Lombardi (COO), Edoardo Conte (CTO) e Lorenzo D’Angelo (CFO)- e che si occupa dell’ incontro tra domanda e offerta nella ristorazione e ospitalitá.

Il progetto, che si fonda su 3 principi chiave quali etica, sostenibilità e innovazione, vuole tramite una piattaforma diventare il punto d’incontro per chi lavora nella ristorazione.

Avvalendosi di un centro di ricerca indipendente in forte sviluppo, e grazie alle collaborazioni attive con I3P e con l’Università degli Studi di Torino, Restworld si propone come centro informativo di riferimento per migliaia di operatori del settore Ho.Re.Ca.

Lo chef Simone Rugiati denuncia sui social la mancanza di norme igieniche al bar dell’aeroporto di Linate

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Prendendo spunto da uno spiacevole episodio avvenuto qualche giorno fa in un locale pubblico dell’aeroporto di Linate e raccontato in una Instagram Story, lo chef Simone Rugiati ha voluto ribadire come spesso ci si dimentichi delle norme basilari di pulizia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Simona Marchetti pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.

La denuncia ci Simone Rugiati al bar dell’aeroporto di Linate

MILANO – Maleducazione e batteri, gente che si tocca naso, bocca e capelli e poi serve al banco, fra briciole e sporcizia. Questo “lo schifo” (parole sue) a cui ha assistito lo chef Simone Rugiati in un bar di Linate, tanto da decidere di farci una Instagram Story per denunciare il tutto.

“Ho deciso di fare la storia a Linate non perché ce l’abbia con Linate, scalo strategico e operativo, ma perché quello a cui ho assistito è successo tante volte in tanti posti — spiega il cuoco — . Non voglio rompere le scatole a chi lavora, ma dopo due anni in cui abbiamo vissuto un incubo, non è che adesso dobbiamo dimenticarci dell’igiene o pensare che una mascherina, magari appoggiata sotto il mento e che non cambiamo da una settimana, possa risolvere tutto. Posti come gli aeroporti sono quelli che meritano maggiore attenzione: visti i flussi di persone, simili mancanze non ci devono essere. Da consumatore dico che dovremmo essere tutti più esigenti, pretendere il rispetto delle regole basilari di igiene e denunciare quando vediamo qualcosa che non va”.

Come in effetti ha fatto Rugiati nel filmato che tanto scalpore ha scatenato sui social. “Sono arrivato in questo bar con il mio collaboratore, volevo prendere una bottiglietta d’acqua e un caffè — ci racconta lo chef — . Il bancone era vuoto e pure lurido e dietro a servire c’erano tre persone, due donne e un uomo, tutti senza guanti né mascherina”.

Lo chef continua: “Mentre aspetto che prendano la mia ordinazione, vedo una delle signore che si stuzzica naso, orecchie e bocca, poi passa la mano nuda sulla vetrina delle brioche e raccoglie le briciole che, immancabilmente, cadono sulle brioche. Vedendo la scena, chiedo all’uomo se può farmi lui il caffè e spiego alla signora che, avendo toccato qualunque cosa senza guanti, non mi sembra il caso che me lo faccia lei. Scocciatissima, la signora mi guarda e dice: ‘io non ho parole’. La mia replica: ‘No guardi, sono io che non ho parole'”.

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Il tè del Piemonte raggiunge le attenzioni della Corea con l’infuso di Val d’Ossola

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Una tazza di tè fumante (Licensed by Pixabay)

Nel corso del 2022, 25.000 cespugli densi di foglioline verde scuro, coltivati dall’azienda Compagnia del Lago Maggiore, hanno dato i primi cento chili dell’infusione, prodotta in collaborazione con i tea makers di La Via del Tè Firenze. Il raccolto dell’anno scorso è stato venduto quasi completamente in Italia ma ha riscosso interesse anche in Svizzera, in Germania, in Olanda e persino in Corea. Il consumo di tè in Italia è sempre più popolare: secondo AstraRicerche il mercato legato agli infusi in Italia si aggira intorno ad una cifra di 200 milioni di euro (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte della notizia pubblicata sul portale Elle.

Il tè coltivato in Piemonte

VAL D’OSSOLA (Verbano-Cusio-Ossola) – Un tè coltivato in Italia che riesce a far parlare di sé persino in Estremo Oriente fa doppiamente notizia. Aggiungiamoci che il progetto innovativo nasce dalla dedizione di un cervello in fuga rientrato in patria e che l’iniziativa è stata di recente premiata con la Bandiera Verde della Confederazione italiana agricoltori, destinata alle imprese che valorizzano il territorio nel rispetto dell’ambiente.

Ci sono ingredienti a sufficienza per una storia unica. Seguiteci, dunque, nell’anfiteatro naturale in cui va in scena questa piccola rivoluzione green.

Siamo nel Verbano, più precisamente a Premosello Chiovenda, in Val d’Ossola, dove i tre ettari di tè della più estesa piantagione dell’Europa continentale sono incorniciati dalle vette del parco nazionale della Val Grande, l’area di natura selvaggia più ampia d’Italia. Qui, nel 2022, 25.000 cespugli densi di foglioline verde scuro, coltivati in file parallele dall’azienda Compagnia del Lago Maggiore, hanno dato i primi cento chili della preziosa infusione, prodotta in collaborazione con i tea makers di La Via del Tè Firenze.

Il successo della piantagione

“Il raccolto dell’anno scorso lo abbiamo venduto quasi completamente in Italia, però ha riscosso tanto interesse in Svizzera, in Germania, in Olanda e persino in Corea, dove abbiamo inviato dei campioni in degustazione. A pieno regime potremo produrre cinque-seicento chili di tè”, prevede Alessandro Zacchera, 37 anni, responsabile della piantagione.

“La nostra fortuna è il microclima incredibile della valle. Le temperature autunnali sono miti e la differenza di esposizione tra due versanti, a nord e a sud, genera una ventilazione costante, perfetta per il tè. L’acqua scende pura dalle montagne e non è mai mancata un giorno e la terra è sufficientemente acida”.

Quest’ultimo non è un dettaglio da poco, perché la pianta del tè è una camelia, Camellia sinensis, e la famiglia di Alessandro, che ha fondato l’azienda florovivaistica Compagnia del Lago Maggiore nel 1995 puntando tutto su camelie, rododendri e azalee, detiene un incredibile patrimonio di conoscenze su tali piante da terreni acidi. Il tè, tuttavia, si coltiva solitamente nelle regioni caldo-umide, con temperature miti e piogge regolari.

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Kenya: la produzione del tè raggiunge le 540mila tonnellate nel 2021

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Una tazza di tè fumante (Licensed by Pixabay)

MILANO – Il tè in Kenya è un fattore di estrema importanza per l’economia del Paese. Lo sviluppo di questo settore, che produce gran parte del tè nero consumato nel mondo, è però minacciato dai cambiamenti climatici in atto anche nell’Africa Orientale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Alice for Children.

A quanto ammonta la produzione di tè in Kenya?

Nel corso del 2021, la produzione di tè in Kenya ha raggiunto le 540 mila tonnellate, in leggera crescita rispetto all’anno precedente. Rappresenta una delle principali merci di esportazioni del paese e dà lavoro a quasi 3 milioni di persone, contando tutta la filiera. Si parla quindi di un settore di vitale importanza per l’agricoltura del paese.

L’impatto del cambiamento climatico

Negli anni, tuttavia, diventerà sempre già difficile coltivarlo. Le aree del paese con le condizioni ideali per la coltivazione intensiva di tè scenderanno del 25% entro il 2050, quelle con condizioni accettabili addirittura del 40%.
I cambiamenti climatici renderanno anche molto più difficile trovare nuove aree e regioni in cui inserire le coltivazioni.

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Black Sinner di Bruno Vanzan e Adriano Costigliola ottiene la medaglia d’oro come miglior liquore al caffè del mondo al The World Liqueur Awards

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Black Sinner (immagine concessa)

MILANO – Dopo il successo di Iovem, Bruno Vanzan rilancia con un liquore al caffè del tutto naturale frutto di un lavoro di ricerca e selezione durato oltre due anni. Miscela 100% Arabica, zero coloranti e aromi aggiunti, 27 gradi alcolici e tutta la fragranza del profumo del primo caffè del mattino. Liscio o miscelato Black Sinner è la bottiglia che mancava nei migliori cocktail bar italiani: si tratta di una novità per il settore, che nella mixology tra alcol e chicco sta trovando una nuova possibilità di sviluppo.

Black Sinner in prima posizione al concorso The World Liqueur Awards

Black Sinner ha ottenuto ora la medaglia d’oro come miglior liquore al caffè del mondo: la notizia è appena arrivata da Londra dove si è tenuto il concorso The World Liqueur Awards che seleziona i very best ovvero il meglio di tutti gli stili riconosciuti a livello internazionale e premia e promuove i migliori liquori del mondo presso i consumatori e gli operatori commerciali di tutto il mondo.

“Sono estremamente orgoglioso di poter condividere questa notizia con voi – ha subito dichiarato Bruno Vanzan – Questo premio internazionale valorizza il lavoro, l’impegno e il sacrificio nel ricercare la massima qualità! Sono felice”. Black Sinner è distribuito in Italia dal gruppo Stock Italia Srl.

Ecco il museo Omkafè dedicato alla lavorazione del chicco ad Arco

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omkafè
Il logo Omkafè

Ad Arco, in provincia di Trento, si trova la torrefazione Omkafè che ospita al suo interno un museo volto ad esporre il viaggio nella storia dell’azienda e della lavorazione del caffè. L’offerta culturale è valida anche per i più piccoli. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il Trentino dei bambini.

Il museo di Omkafè

ARCO (Trento) – Iniziare una giornata senza caffè vi sembra impossibile? Perché allora non visitare questo museo dedicato alla storia della torrefazione del caffè, magari in compagnia dei bambini? Ci troviamo ad Arco a poca distanza dal lago di Garda. Qui si trova la torrefazione Omkafè, che da alcuni anni propone all’interno del suo museo un interessante viaggio nella storia e nella lavorazione di questa pianta.

Siamo stati a visitarlo per voi ed è stata veramente una piacevole scoperta. Il museo e la torrefazione si trovano all’interno di un moderno edificio in vetro, facilmente riconoscibile dalla strada. È a disposizione dei visitatori anche un ampio parcheggio gratuito.

Appena varcata la soglia si entra nello spazio commerciale (in vendita anche le piantine di caffè, bellissime) mentre l’esposizione museale inizia sulla scala a chiocciola che porta al piano superiore, avvolta nel verde delle piante. Il verde delle è uno dei colori dominanti nel museo e ci fa subito pensare a foreste tropicali e paesi lontani… quelli da cui provengono i preziosi chicchi dai quali si ricava la bevanda più popolare nel mondo.

La sala espositiva

Alcuni pannelli posizionati lungo la scala raccontano la storia della famiglia Martinelli e di Omkafè, storica torrefazione della zona. L’esposizione vera e propria si trova però al piano superiore.

Qui è possibile annusare, toccare ed osservare diverse tipologie di chicchi di caffè ed anche provare a macinarli con un autentico vecchio macinino manuale. Questa attività piacerà moltissimo anche ai bambini, che, come dei veri maestri torrefattori, potranno confrontare gli aromi, raccogliere in un sacchettino il caffè da loro stessi macinato e infine portarlo a casa come ricordo di questa esperienza.

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