MILANO – Louis Dreyfus Company – uno dei leader mondiali del commercio agricolo, da trent’anni importante competitor anche nel settore del caffè – ha inaugurato ufficialmente venerdì 29 settembre uno stabilimento per la produzione di caffè solubile costato quasi 80 milioni di euro, che sorge nella provincia vietnamita di Binh Duong, nel sud del paese.
Il progetto è il frutto di una joint-venture denominata ILD Coffee Vietnam, creata due anni fa, assieme a Instanta, azienda leader polacca specializzata nelle produzioni a marchio del distributore.
La fabbrica avrà una capacità produttiva di 5.600 tonnellate all’anno e utilizzerà caffè proveniente dalle province di Gia Lai, Đac Lac, Lam Đong, e Đac Nong.
È dotata delle più moderne tecnologie per la liofilizzazione del caffè: la produzione andrà incontro alle esigenze, tanto dei mercati tradizionali, come quello europeo, quanto di quelli emergenti dell’Asia.
Lo stabilimento risponde alle più avanzate certificazioni aziendali in materia etica e di sicurezza alimentare.
“Questa JV con Instanta supporta la nostra strategia globale di diversificazione attraverso prodotti a maggior valore aggiunto, riflette il nostro impegno attuale nel Vietnam, quale mercato chiave per LDC e va dunque a completare le attività esistenti nel commercio globale dei caffè robusta espandendo il nostro portafoglio di prodotti per venire incontro alle esigenze dei nostri clienti” ha dichiarato Ben Clarkson, Global Head of Coffee per Louis Dreyfus Company.
“Potendo contare sulla nostra competenza nella selezione del caffè in Vietnam e sulla nostra estesa rete globale, unite alla leadership di Instanta nel settore del caffè solubile, ILD Coffee Vietnam ha tutto per essere un’impresa di successo”.
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TARANTO – Best Coffee srl, azienda che importa caffè crudo da diversi anni, ha sempre sposato una filosofia di qualità e sostenibilità, attraverso diverse azioni come la ricerca di certificazioni che ne assicurano la tracciabilità e l’efficacia della stessa. Quest’ anno l’azienda riconferma la sua presenza alla 43° edizione di Host, fiera mondiale dedicata al settore della ristorazione e dell’accoglienza.
Il programma di Best Coffee a Host Milano
Quest’anno il team Best Coffee srl avrà la collaborazione di Marco Bombini, trainer Sca. Il team organizzerà delle sessioni di assaggio in cupping aperte a tutti i coffee lover e operatori del settore per poter fare testare nuove tipologie di caffè, nuovi profumi e aromi, tutti all’insegna della sostenibilità.
Tema principale della manifestazione sarà proprio la sostenibilità dimostrato dalla continua collaborazione dell’azienda con tutte le diverse certificazioni, (Bio, Fairtrade, Rfa, Woman Coffee Project, Naturland Faire) le quali hanno come unico scopo accrescere i valori e i saperi di intere popolazioni.
Un caffè di migliore qualità viene pagato di più a chi lo coltiva, e ne cura la produzione di mercato. Questo crea un vantaggio reciproco e un circuito virtuoso: assicurando all’azienda Best Coffee di offrire ai propri clienti un prodotto sempre migliore.
Verrà assaggiato anche Fine Robusta certificato RFA WCP Fairtrade Bio: si tratta di un caffè verde che deve avere zero difetti primari su un campione di 350 g e non più di cinque secondari .
Un insieme di piacere e sostenibilità presentato dal team Best Coffee: Marco, Stefania, Carmen, Lucimara e Fabio. Lo stand sarà presente al padiglione 22, hall K45 L46.
Il ritorno della Milano Latte Art Challenge (immagine concessa)
MILANO – Giunta alla sua quarta edizione, la Milano Latte Art Challenge è pronta a riunire i più talentuosi Latte Artists provenienti da tutto il mondo. L’innovativo contest dedicato alla disciplina della Latte Art è promosso da Trismoka, torrefazione bresciana di fama ormai internazionale, che sarà presente al Pad. 14P Stand N23, a Host Milano.
Milano Latte Art Challenge: un contest d’eccellenza internazionale
Il cuore della quarta edizione della Milano Latte Art Challenge è l’incontro delle menti creative dei più eccelsi Latte Artist provenienti da ogni angolo del mondo.
Già riconosciuta come una delle competizioni più ambite nel panorama del Latte Art, questa edizione vedrà sfidarsi 13 concorrenti provenienti da Paesi come Italia, Francia, Romania, Irlanda, Lituania e Qatar, per citarne solo alcuni.
Questa competizione esclusiva è il risultato della collaborazione tra Trismoka e Host Milano: insieme hanno sviluppato un format unico che unisce l’alta competizione a un’atmosfera fresca.
Tre giorni di intensa competizione. Durante i tre giorni di gara, l’evento prenderà vita con sfide mozzafiato.
I professionisti si contenderanno il titolo attraverso nove diverse discipline di Latte Art,
ciascuna caratterizzata da una crescente complessità.
Dalla creazione di forme tradizionali alla realizzazione di figure complesse dal punto di vista estetico e tecnico, i partecipanti metteranno in mostra le loro abilità in una competizione che culminerà nell’emozionante match finale, dove soltanto un vincitore sarà decretato campione.
La giuria che valuterà le performance dei partecipanti è composta da professionisti di rilievo nel mondo del caffè e della Latte Art.
Tra questi spiccano Chiara Bergonzi, barista, trainer e esperta di Latte Art, Anita Nagy-Bertok, giudice visuale di WLAC, giudice sensoriale di WBC e giudice sensoriale di WBRC per SCA, e Matteo Beluffi, nel 2017 Campione italiano di Latte Art e sesto classificato al Campionato Mondiale.
I partecipanti:
– Daniel Gerlach, Germania
– Tamara Nadolph, Austria
– Greg Raymond, Svizzera
– Cristian Oltean, Romania
– Ieva Suopyte, Lituania
– Lucas Seng, Irlanda
– Apostolis Damopoulos, Grecia
– Neora Shwartz, Francia
– Louise Lipaen, Quatar
– Jackie Trananh. Repubblica Ceca
– Manuela Fensore, Italia
– Fanny Tuboli, Ungheria
– Ali Vogel, Austria
Premio, Main Sponsor e Partner di prestigio
Questo evento straordinario – il cui premio sarà proprio una macchina da caffè Invicta, firmata Rancilio Specialty – è reso possibile grazie al supporto di Main sponsor di rilievo come appunto RancilioGroup e Clubhouse.
Con il suo design moderno e funzionale, Invicta è la macchina per caffè a caldaia singola affidabile, stabile e facile da usare. Invicta è progettata per ottimizzare le prestazioni caffè, acqua e vapore, assicurando tramite l’utilizzo delle migliori tecnologie di estrazione come preinfusione e Steady Brew, un’esperienza di caffè superiore.
Rancilio, con la sua passione per l’eccellenza e l’arte dell’espresso, contribuirà a unire la maestria dei baristi con la tecnologia avanzata, mentre Clubhouse, esperto nella produzione di porcellane per torrefazione, condividerà valori e passione per la Latte Art.
Un ringraziamento caloroso va anche agli altri sponsor che hanno scelto di sostenere la Milano Latte Art Challenge: Brambati, BWT, Fancygents, PulyCaff, ReCappuccio e Spiga Trading. Grazie al loro supporto prezioso, l’evento si rivelerà un’opportunità unica per i baristi di tutto il mondo di mettere in gioco la loro creatività e dedizione.
Marco Muratori,
direttore dello stabilimento Perugina di San Sisto (immagine concessa)
ASSAGO (Milano) – Il Gruppo Nestlé in Italia ha annunciato alle organizzazioni sindacali un investimento di 6,5 milioni di euro per lo stabilimento Perugina di S. Sisto (PG) finalizzato ad aumentare la centralità dell’hub internazionale per il Gruppo. Grazie a questo investimento, infatti, lo stabilimento diventerà il polo produttivo esclusivo delle tavolette di cioccolato bianco a marchio Galak e Milkybar destinate a tutto il mercato europeo di Nestlé.
L’investimento del Gruppo Nestlé in Italia
Questo importante investimento consentirà di ammodernare la linea di produzione del cioccolato bianco che sarà operativa a partire dalla metà del 2024.
Sarà rinforzata in particolare la fase di packaging delle tavolette con una tecnologia più evoluta e performante. A seguito di questo ammodernamento, Nestlé prevede già dal 2025 un incremento del 15% dei volumi produttivi sulla linea delle tavolette di cioccolato bianco rispetto alla produzione attuale.
“Lo stabilimento di San Sisto riveste un ruolo sempre più centrale nella strategia di crescita del Gruppo Nestlé, come dimostra questo nuovo investimento sulla linea del cioccolato bianco, che contribuirà a rendere la fabbrica ancora più competitiva all’interno del Gruppo a livello internazionale. Le straordinarie capacità dello stabilimento si confermano in grado di rispondere alle esigenze sia locali sia internazionali in modo brillante” ha dichiarato Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Nestlé in Italia.
“Siamo particolarmente felici di essere un punto di riferimento per gli altri mercati in cui opera il Gruppo. Grazie a questo investimento, lo stabilimento sarà sempre più all’avanguardia e grazie alle persone che ogni giorno vi lavorano con dedizione, continueremo a coniugare tradizione e innovazione” ha commentato Marco Muratori, direttore dello stabilimento Perugina di San Sisto.
La scheda sintetica del Gruppo
Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.
Nel 2023 Nestlé celebra 110 anni di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.
L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness. È possibile scoprire di più sul Gruppo Nestlé in Italia cliccando qui.
illycaffè e Barcolana powered by Generali (immagine concessa)
TRIESTE – È ormai al via la 55° edizione di Barcolana powered by Generali, la regata più grande del mondo in programma a Trieste l’8 ottobre 2023; anche quest’anno l’evento vede al suo fianco illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, che supporta la manifestazione non solo per celebrare la bellezza della sua città d’origine, ma anche con l’obiettivo di trasmettere messaggi sempre più ampi e universalmente condivisi come la sostenibilità, l’inclusività e l’empowerment femminile all’interno della società.
illycaffè a sostengo della 55° edizione di Barcolana
Un impegno, quello di illycaffè, confermato sin dalla realizzazione di uno dei simboli chiave di Barcolana, il manifesto ufficiale.
La direzione artistica del poster, che rappresenta l’evento, è affidata da oltre venti edizioni all’azienda triestina, che ogni anno coinvolge un artista per interpretare al meglio il tema della manifestazione.
Grazie al suo profondo legame con il mondo dell’arte contemporanea, infatti, illycaffè riesce a far convergere due mondi apparentemente distanti – quello dell’arte e quello dello sport – in una perfetta commistione di valori ed obiettivi comuni che puntano a raggiungere una sempre maggiore inclusività sociale.
Il 2023 ha visto al centro di questo sodalizio l’artista americana Judy Chicago, pioniera del Feminist Art Movement, che ha per l’occasione trasformato in vele i petali che da cinquant’anni rappresentano nelle sue opere d’arte femminilità e bellezza naturale, mostrando come arte e sport possano porsi gli stessi obiettivi di sensibilizzazione, creando insieme un forte richiamo al ruolo della donna nella società e allo sport inclusivo.
Il manifesto richiama le 4 tazzine della illy Art Collection realizzata proprio da Judy Chicago per illycaffè: una gamma di colori vividi e vibranti illustra la transizione dalle costrizioni sociali storicamente imposte alle donne a un luogo di libertà culturale e creativa, rappresentando figure femminili di rilevanza storica appartenenti a epoche differenti – la regina di Francia Maria Antonietta, Madame de Staël, romanziera, filosofa e saggista politica, la scrittrice femminista George Sand e la scrittrice Virginia Woolf.
“Siamo orgogliosi di essere anche quest’anno al fianco di Barcolana, una manifestazione che rappresenta un universo di valori, sostenibilità ed inclusività in primis, che sentiamo pienamente nostro, un terreno comune su cui entrambi affondiamo le radici,” afferma Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. “E siamo ancora più felici di farlo con un gesto d’arte: un manifesto e una collezione di tazzine che, grazie alla creatività di grandi artisti, interpretano questi messaggi e li raccontano al mondo intero attraverso immagini, forme e colori”.
La scheda sintetica di illycaffè
illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi.
L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.
Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies.
Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.
Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo. Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale.
Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.
NONE (Torino) – Olandese di nascita e torinese d’adozione, Janluca de Waijer ha una lunga esperienza nel management e internazionalizzazione nel settore food & beverage. Prima di approdare a Domori, ad agosto 2023, si è occupato di rafforzamento del brand e sviluppo internazionale per importanti aziende familiari italiane ed estere, tra cui Luigi Lavazza, Fratelli Saclà, Fattoria Scaldasole e Andros, famosa per il marchio Bonne Maman.
Janluca de Waijer diventa l’amministratore delegato di Domori
Commenta l’amministratore delegato dell’azienda de Waijer: “Desidero esprimere la mia profonda gratitudine per la fiducia che il Consiglio di amministrazione ha riposto in me per guidare questa straordinaria azienda verso nuovi obiettivi di sviluppo. Il mio mandato è chiaro e prevede due linee guida principali: rinnovare l’impulso all’internazionalizzazione e rafforzare la nostra presenza sul mercato italiano, sia retail che professional“.
Janluca de Waijer aggiunge: “In entrambi i casi, Domori parte già da un’ottima base; Domori è conosciuta all’estero, in particolare in alcuni Paesi come la Francia, il Giappone e gli Stati Uniti, da sempre mercati molto attenti ai valori della qualità assoluta”.
Janluca de Waijer continua: “Per quanto riguarda la linea professional, si tratta di estendere la nostra presenza geograficamente in un settore che per noi si è già dimostrato strategico, e che ci aiuta a sviluppare la nostra brand awareness attraverso gli ambasciatori del settore dell’ospitalità. Sia per l’internazionalizzazione che per il settore professionale, la straordinaria qualità del nostro cacao rimane il nostro punto di partenza e di forza”-
C’è di più: “La filiera unica Domori parte dalle proprie piantagioni in Venezuela ed Ecuador e la qualità del nostro cacao Criollo è il nostro biglietto da visita più efficace. La nostra propria rete di vendita nazionale ci permette di offrire e consegnare in modo efficace un assortimento scelto di marchi eccellenti ai vari canali distributivi di alta gamma”.
Janluca de Waijer conclude: “Continueremo a svilupparci coltivando la nostra strategia di qualità aumentata, facendoci conoscere sempre di più, sia dai grandi professionisti internazionali della pasticceria e della ristorazione, sia dal consumatore finale”.
Da sinistra: Sabrina Neri, protagonista del quadro della mostra, l’artista Giulia Crimaldi e il titolare del caffè Dizzi Alfons (Ph Giuliano Koren Photographer)
TRIESTE – L’arte entra nel Caffè Sacher di Trieste, con una prima rassegna di mostre, tutte al femminile, che vedranno protagoniste artiste internazionali con un legame speciale con Trieste. L’idea nasce dal titolare, Dizzi Alfons, e si concretizzerà con una serie di sei esposizioni, inaugurate ogni due mesi.
Caffè Sacher lancia la prima rassegna di mostre al femminile
Le prime tre mostre saranno curate direttamente da Alfons, dal quarto appuntamento ci sarà la collaborazione con la curatrice dell’annuale Sommer Frische Kunst a Bad Gastein, Andrea von Götz, mentre con l’interior designer viennese Peter Weisz è stata realizzata la scelta delle artiste internazionali.
Le singole iniziative verranno presentate di volta in volta. Un viaggio lungo un anno, attraverso diverse discipline artistiche, stili e ispirazioni. Un modo per aprire il caffè a nuove proposte, per vivere il locale in modo diverso e originale.
La scelta di esaltare l’arte al femminile è stata fortemente voluta da Alfons, per esaltare il valore di donne contraddistinte da passione, entusiasmo e grande talento.
La prima a esporre sarà Giulia Crimaldi, con un’opera di Pop Art che successivamente sarà anche inserita in una mostra allestita a Vienna, presentata dal critico d’arte internazionale Marta Lock. La mostra si compone di un unico grande quadro.
Giulia Crimaldi è pittrice figurativa colorista a olio e acrilico su tela. Nata a Cormons, in provincia di Gorizia, è cresciuta fra il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia. Attualmente vive fra Trieste e Lugano.
Giulia ha approfondito le tecniche pittoriche frequentando la bottega dei maestri Ivano e Gabriele Bonato a Trieste, e successivi corsi di specializzazione. L’artista ha una predisposizione per la pittura figurativa, attraverso la quale racconta storie di antiche botteghe, di librerie, di frutta, di pesci e altro ancora.
Ma è anche una donna contemporanea, affascinata dai colori e dalla capacità dell’arte di dare un senso diverso a tutto ciò che viene osservato nella realtà, mostrando un approccio ironico, irriverente e divertito sulle diverse essenze delle persone che scelgono di farsi raccontare da lei e che, proprio in virtù del suo talento naturale verso la figurazione riesce a tirare fuori.
Il legame di Giulia Crimaldi con la Pop Art
Ed è questo il motivo per il quale decide di creare una serie pittorica dedicata alla Pop Art, laddove però a essere protagonisti non sono più i grandi divi del cinema, della musica, dei fumetti e della politica, come da linee guida del movimento artistico alla sua nascita intorno alla metà degli anni Cinquanta del Novecento, bensì persone comuni che possono così divenire assolute ‘star’ di un dipinto e del proprio personale mondo.
Qualche anno fa, grazie all’interesse dell’eclettico architetto svizzero Carlo Rampazzi, suo mecenate in questa particolare espressività̀, ha esposto a Parigi i suoi ritratti pop dedicati alle donne nella mostra intitolata: “Women’s Pop Heart”, in una galleria nei pressi di Saint Germain de Prês.
Le opere Pop sono un dialogo tra la persona ritratta e l’artista la quale interpreta il carattere e il modo di essere di ciascuno dei suoi personaggi immortalandone un gesto spontaneo, o una posa particolare, o introducendo nell’opera qualcosa che appartiene alla quotidianità̀ e che diverrà̀ pertanto tratto distintivo; tinte forti, uniformi, proprio per mettere in risalto le immagini che devono uscire in modo impattante, vivace e quasi prorompente dalla tela. L’opera scelta per il Cafè Sacher rappresenta tutto questo.
Il Caffè Sacher è stato inaugurato a Trieste nel giugno del 2023, diventando fin da subito un luogo molto apprezzato dai triestini e da tanti turisti. Per la famosa torta Sacher naturalmente, ma anche per un’ampia offerta che riguarda la caffetteria e gli aperitivi, in un ambiente elegante e raffinato, che si apre d’ora in poi anche a iniziative artistiche e culturali.
BASTIA UMBRA (Perugia) – Prosegue la carrellata di nomi illustri protagonisti della prossima edizione di Eurochocolate in programma dal 13 al 22 ottobre presso Umbriafiere a Bastia Umbra (Perugia). Dopo la già annunciata partecipazione di Ernst e Frau Knam, Francesco Aquila ed Edoardo Franco, il Festival internazionale del cioccolato si prepara a celebrare l’amatissimo cibo degli dèi annoverando tra gli special guest il noto chef e personaggio televisivo Luca Montersino.
Lo chef Luca Montersino ospite a Eurochocolate
A esibirsi in ben sei imperdibili cooking show sul palco del Padiglione dedicato alla Chocolate Experience anche altrettanti maestri Apei – Ambasciatori pasticceri dell’eccellenza italiana.
Domenica 22 ottobre alle ore 15 sarà il goloso gelato al cioccolato monorigine Ecuador 70% su stecco firmato Luca Montersino a deliziare occhi e palato del pubblico grazie a un’imperdibile degustazione finale.
Montersino sarà presente in evento anche con uno stand al Padiglione 7, dove presenterà la sua linea di gelati svelandone novità e segreti.
Ad arricchire il fitto calendario dei live show anche la presenza di 6 maestri Apei-ambasciatori pasticceri dell’eccellenza italiana – tra cui Luca Mannori vincitore della prestigiosa Coppa del mondo di pasticceria Valrhona a Lione.
Sempre grazie alla rinnovata collaborazione con l’associazione fondata da Iginio Massari e Gino Fabbri che raccoglie le migliori professionalità e le eccellenze più esclusive della pasticceria e del mondo del dolce, ad avvicendarsi sul palco tra lunedì 16 e domenica 22 Ottobre alle ore 12 saranno anche Eugenio Morrone, Francesco Elmi, Salvatore Varriale, Denis Buoni e Paolo Staccoli.
Eugenio Morrone (immagine concessa)
La partecipazione ai live show degli special guest e dei maestri Apei è gratuita, con prenotazione online obbligatoria attiva sul sito ufficiale.
Nel frattempo, a poco meno di un mese dall’inizio dell’evento, Eurochocolate scalda ulteriormente i motori annunciando la partnership con Hyundai Toy Motor che nei due pomeriggi di sabato 16 e domenica 17 settembre accoglierà presso la propria sede di Perugia i cioccolatieri ufficiali del Festival più goloso, pronti a deliziare il pubblico con la preparazione live di irresistibili cioccolatini e con omaggi in cioccolato per tutti i visitatori dello show room.
L’energia di Eurochocolate sarà presente a Umbriafiere dal 13 al 22 ottobre 2023.
Macine Keber al termine della lavorazione: il diametro arriva sino a 240 millimetri
ARINO DI DOLO (Venezia) – Il cuore del macinino è la macina, la parte meccanica che influisce sulla granulometria e sul risultato in tazza. Quello che è meno noto è che la gran parte delle macine nascoste nei macinadosatori di tutto il mondo è marcata Keber, da 30 anni il punto di riferimento nell’industria internazionale del caffè per la produzione di macine in acciaio.
Qualche numero per definire subito questo gioiello dell’industria italiana che, dal 2019 è parte del Gruppo Cimbali anche se è azienda autonoma e indipendente.
Nel 2022, a fronte di un fatturato di 7,5 milioni di euro, ha avuto oltre 100 clienti: tutte le aziende leader del settore. Gli addetti nello stabilimento di 4.000 metri quadrati sono 30 e lavorano su 2 turni, 10 negli uffici.
L’interno dello stabilimento Keber dove lavorano 30 addetti e 100 macchine utensili a controllo numerico. In alto a sinistra le macchine autocostruite dal Maestro de Botéga Maurizio Keber e ancora perfettamente funzionanti (immagine concessa)
Per soddisfare la fame di macine dei clienti Keber, sempre nel 2022, ha prodotto oltre un milione di pezzi tra coniche (30%) e piane (70%), 4.000 al giorno, di 500 tipi diversi realizzati per macinadosatori, macchine superautomatiche e per il vending. I clienti sono al 70% in Italia e per il 30% all’estero. La quota mondo è tuttavia più alta perché molto macinadosatori prodotti in Italia sono distribuiti soprattutto all’estero e montano macine made in Arino.
Keber si presenta come un’azienda modello che cresce ogni giorno sulla spinta di investimenti che sfiorano il 20% del fatturato. In questo modo oltre 100 macchine a controllo numerico molte robotizzate sono utilizzate nel ciclo produttivo.
L’interno dello stabilimento Keber di Arino di Dolo (Venezia)
La gran parte sono macchine modernissime, ma affiancate dalla decina di instancabili macchine originali, quelle autocostruite negli anni 70 dallo scomparso, il 3 febbraio 2018, maestro de Botéga Maurizio Keber, quando la fabbrica si chiamava appunto ancora Bottega.
Si tratta di macchine utensili con il basamento rigorosamente di ghisa per eliminare le vibrazioni e aumentare la precisione delle lavorazioni, e ancora perfettamente funzionanti. Tenute in vita con affetto e accurate revisioni.
Una macina può costare da 2 a 2.000 euro
I prezzi? Una macina può costare da 2 a 2.000 euro (quello nello speciale acciaio vidia 240) e permettono una riaffilatura dei denti, in fabbrica, fino a 10 volte. Una curiosità: tra i clienti uno specialista odontotecnico che macina i denti per realizzare protesi.
Le macine Keber sono firmate una per una al laser con il marchio di fabbrica (immagine concessa)
La Keber ha aperto le porte per la prima visita allo stabilimento spiegata da Christian Biscontin che è direttore operation in Gruppo Cimbali e amministratore delegato di Keber, Andrea Fadel direttore commerciale e Erika Keber, figlia del fondatore, azionista, consigliere d’amministrazione e responsabile dell’amministrazione e dei rapporti con il cliente. C’era anche Filippo Mazzoni, Coffee e tecnology specialist di Gruppo Cimbali, per una serie di assaggi di caffè preparati con macine differenti. L’occasione della visita erano il lancio del nuovo marchio e del sito aziendale.
Il nuovo marchio Keber: una rappresentazione sintetica e lineare di una macina. La palette cromatica riprende i colori tipici delle macine e dei loro rivestimenti (immagine concessa)
Così si è parlato della storia dell’azienda e di che cosa rappresenta oggi Keber. Con un nuovo logo che esprime al meglio l’identità del marchio valorizzandone lo storico know how contestualizzandolo nel panorama dell’eccellenza contemporanea.
Come nascono le macine su misura con un approccio sartoriale per ogni cliente
Ma entriamo nel dettaglio per scoprire come gli specialisti Keber progettano e realizzano macine su misura per le richieste di ogni cliente. Tutto parte dallo sviluppo di nuove tecniche di costruzione e nell’utilizzo di materiali innovativi, trattamenti termici di fine lavorazione e rivestimenti per ottenere la migliore qualità per i prodotti in modo da soddisfare le esigenze dei clienti con un approccio estremamente customizzato che in Keber definiscono sartoriale.
Controlli dimensionali per le nuove macine Keber
Ogni macina prodotta è costruita su misura in base alle specifiche richieste di ogni cliente che è coinvolto fin dalla progettazione del prodotto destinato poi alla produzione in serie. L’obiettivo dei progettisti Keber è sempre quello di conoscere le necessità in termini di produttività e per ottenere ogni volta l’espresso perfetto.
Alla Keber hanno fornito questo grafico per mostrare come si arriva dalla progettazione alla costruzione delle macine (immagine concessa)
Una volta definite le specifiche tecniche e i rispettivi disegni, vengono prodotti uno o più campioni che verranno poi sottoposti a test di produttività, granulometria e prove estrazione, coinvolgendo il cliente per concordare la versione definitiva.
La macina scelta viene portata in produzione (pre-serie), e grazie alle macchine di misura dedicate – (macchine di misurazione tridimensionale, bidimensionale e laser scanner) – è garantita la ripetibilità e la consistenza delle caratteristiche del prodotto finale.
Controllo dimensionale durante la lavorazione delle macine Keber (immagine concessa)
Inoltre, grazie al Coffee Lab, è possibile supportare il cliente nella conduzione di test di assaggio.
Il portfolio di macine della Keber è suddiviso in due segmenti principali: Industriali: riferito alle macine impiegate dai torrefattori nei loro stabilimenti Professionali & Prosumer: rivolto ai produttori, ricambisti e distributori di macinadosatori, macchine super automatiche e macchine per il vending utilizzate nel settore horeca.
Macine piane e macine coniche
A loro volta questi due segmenti si suddividono in due tipologie, macine piane e macine coniche. Queste ultime stanno riconquistando terreno perché si è visto che anche con questo tipo di macine, che arrivano ad un diametro massimo di 124 mm, si ottengono buoni risultati in tazza.
La differenza tra macine piane e macine coniche (immagine concessa)
La scelta di quale macina utilizzare è dettata da esigenze costruttive del macinino, necessità di una specifica produttività e di una specifica curva granulometrica. Per ogni settore e tipologia, si possono realizzare infinite combinazioni di materiale – dall’acciaio base a quello premium e inox – di rivestimento e di diametro. Basti pensare che ogni anno l’azienda produce oltre 500 articoli diversi.
Macine Keber piane durante la lavorazione
Da notare che le macine, pur essendo una componente meccanica, si integrano in un prodotto che porta alla preparazione del caffè in tazza e proprio le diverse soluzioni di materiali e rivestimenti non solo consentono di ottenere un prodotto più duraturo, ma plasmano anche il sapore in ogni tazza, coerentemente con il profilo aromatico desiderato.
In Keber pensano anche al risparmio energetico. Perché l’impianto fotovoltaico già presente sul tetto dello stabilimento è in fase di ampliamento per coprire fino al 50% dell’energia utilizzata mentre la restate arriverà da fonti comunque rinnovabili.
Infine, per concludere la giornata in Keber, Filippo Mazzoni, coffee e tecnology specialist di Gruppo Cimbali è parte della Spa di Binasco. Partito dalla domanda “perché si macina il caffè? Per aumentare la superficie di contatto con l’acqua”, Mazzoni ha svolto una serie di sessioni di analisi sensoriali utilizzando macinini differenti sui quali erano installate macine nuove oppure volutamente usurate per mostrare i risultati differenti sia di granulometria sia di risultato in tazza.
Elder Moscardini, il più giovane della famiglia, si occupa della coltivazione ma anche del progetto della catena di caffetterie con il marchio della piantagione
MILANO – Con questo quinto articolo si conclude il viaggio in Brasile alle origini del caffè. Qui parliamo di due aziende differenti ma altrettanto interessanti per diversi motivi: la Fazenza São Sebastião e la Fazenda dei Fratelli Moscardini.
I precedenti articoli della serie sono stati pubblicati qui (Brasile, il ritorno alle origini del caffè: viaggio tra fazende, cooperative, assaggi di specialty esclusivi e stabilimenti infiniti), qui (NKG Stockler, a Varginha la fabbrica di taglia extra large: per la nostra grande voglia di caffè 3.000 assaggi ogni giorno), qui (La fazenda da Lagoa lo spirito della piantagione, il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità) e qui (Cocapec, la cooperativa di Franca che garantisce l’elevata qualità del caffè dell’Alta Mogiana per la vicinanza con i produttori)
FAZENDA SÃO SEBASTIÃO (São Thomé das Letras, Minas Gerais, Brasile) – In Brasile prospera una cospicua comunità di immigrati di origine coreana. Basti dire che il campione mondiale di caffetteria in carica, Boram Um, appartiene a questo gruppo. Sono poi molti i coltivatori di caffè arrivati dal Paese asiatico nei tempi passati.
Fazenda São Sebastião: assaggio in piena piantagione di caffè specialty dell’ultimo raccolto
Così è una delle coltivazioni visitate in Brasile, accompagnati sempre da Deborah Righeschi di NKG Bero Italia, un appezzamento che produce 10.000 sacchi in 300 ettari.
E che adesso, dopo tanti anni di specialty e di esperimenti agronomici vuole puntare con decisione alla Cup of excellence con caffè fermentati a temperatura costante in una speciale caverna a temperatura controllata.
Fazenda São Sebastião: il grande patio dove è possibile l’asciugatura di lotti diversi di caffè
Stiamo parlando della Fazenda São Sebastião, fondata nel 1945: originariamente una fattoria che produceva latte. La sua trasformazione in una piantagione di caffè speciale è iniziata nel 2012, quando Jung Han Kim, un immigrato dalla Corea del Sud, ha acquisito la proprietà che fa parte dal 2018 del progetto Verified di NKG.
Il logo della Cup of excellence cui la Fazenda São Sebastião punta con i suoi caffè specialty fermentati a temperatura costante
E nel mirino di questa fazenda speciale c’è un obiettivo preciso, la conquista della Cup of excellence, il concorso che premia i caffè migliori del mondo.
Fin dall’origine, l’intenzione del fondatore di questa fazenda fu quella di produrre caffè di alta qualità che potessero soddisfare anche gli acquirenti e i consumatori più esigenti.
Ora la Fazenda è gestita da Catarina Kim, figlia del fondatore
Il conteggio dei difetti nella fabbrica J. Kim collegata alla Fazenda Saõ Sebastiaõ
Sotto questa nuova conduzione, l’azienda si è evoluta e sviluppata in tutti i suoi settori. C’è stato un grande miglioramento nella produzione di caffè speciali, con l’implementazione di nuovi metodi di lavorazione, come la fermentazione e un monitoraggio più sistematico di tutti i processi durante e dopo la raccolta.
L’azienda agricola, accanto alla Verified di NKG, ha acquisito anche, la certificazione Rainforest Alliance, che pure dà ai consumatori la certezza che la sostenibilità e il rispetto per gli altri sono pratiche quotidiane in azienda. E, ultimo progetto, la realizzazione di un’area per la coltivazione di caffè biologici.
La grotta, un progetto unico: “Siamo pronti per la Cup of excellence”
Fazenda São Sebastião: l’esterno dell’impianto per la fermentazione del caffè a temperatura controllata con la protezione di terra ed erba
Questo è un progetto unico alla Fazenda São Sebastião. Nel 2018 fu deciso di costruire un luogo dove le condizioni di temperatura, luce e umidità fossero stabili. Ciò ha permesso la riproduzione e il miglioramento delle fermentazioni che hanno mostrato risultati positivi in tazza.
Fazenda São Sebastião: fermentazione a temperatura controllata
La grotta è stata costruita vicino all’area di scarico della piantagione di caffè, per facilitarne la movimentazione, e con materiale che potesse preservare la temperatura necessaria alla fermentazione del caffè. Infine, la costruzione è stata ricoperta con terra ed erba, per migliorare il controllo termico del sito, sempre stabile sui 18 gradi.
Una struttura complessa che fa esclamare a Catarina: “Siamo pronti per la Cup of excellence!”.
Fazenda São Sebastião: assaggio di caffè processato con il metodo honey
E veniamo all’ultima tappa del viaggio alla riscoperta delle origini del caffè: è la Farm Moscardini
Specialty: la Farm dei Moscardini adesso vuole avviare una mini catena di caffetterie a marchio
Il patio della Fazenda Irmaos Moscardini
FRANCA (Alta Mogiana, Brasile) – I pilastri della Moscardini’s farm, l’azienda degli Irmaos Moscardini, parte del progetto Verified di NKG, sono ancora i fratelli Antonino, 70 anni, e Pedro, 65, personaggi di rara simpatia. Al lavoro ora ci sono anche i figli, a cominciare da Elder che è a capo dell’ambizioso progetto delle caffetterie. Di evidenti origini italiane, “dalla Toscana e da Roma precisa Antonino” si sono trasferiti in Alta Mogiana nel 1883.
Nel 1953 la farm era di 30 ettari diventati 1.300 oggi, 800 soltanto a caffè. Con una produzione di Geisha e Pacamara in piccola quantità. In totale la produzione attesa per il 2023 è di 16/18.000 tonnellate, erano state 15.000 3 anni fa, prima delle gelate.
Alla Fazenda Irmaos Moscardini tra i filari delle piante più giovani sono allineate diverse specie a cominciare del riso che cresce senza acqua
Asciugatura classica, sul grande patio, uno o due giorni: “Sul nostro patio – dice Elder Moscardini – l’asciugatura è sempre uniforme, ma il controllo continuo dell’umidità, che sulla pianta è del 18% e deve scendere a 11.5, resta fondamentale”.
E in questa zona aiuta molto il clima secco. Per l’asciugatura c’è anche la classica soluzione dell’african bed dove servono 22-25 giorni per asciugare lentamente caffè di alta qualità.
Fazenda Irmaos Moscardini: l’asciugatura di un caffè specialty su letto africano
Qui non si butta nulla: la polpa del caffè diventa mangime per le mucche, gli avanzi di lavorazione ricchi di fosforo e potassio diventano concime naturale per la piantagione. Un ciclo virtuoso.
La piantagione si articola su 8 appezzamenti separati, tutti però nel progetto Verified di NKG.
Fazenda Irmaos Moscardini: pianta di un anno, in primo piano il fertilizzante usato che è il residuo della lavorazione del caffè ricco di azoto e potassio
Gli esperimenti dei Moscardini sono tutti interessanti e vanno raccontati. Così tra i filari di caffè di 1 o 2 anni, in attesa della produzione, sono messi a dimora riso che non ha bisogno di acqua, fagioli e otto tipi di verdure. C’è anche una piantagione di avocado, varietà Margarita, per diversificare i prodotti.
Ma nel cuore dei Moscardini c’è la caffetteria
Meglio: una mini catena di caffetterie. L’obiettivo è aprirne una serie in Brasile dove si beve caffè di bassissima qualità, in genere attingendo alla parte peggiore della produzione. L’idea è invece quella di proporre una piccola produzione speciality.
L’insegna della caffetteria della Fazenda Irmaos Moscardini
Nella prima caffetteria aperta a Franca da Elder si è già tenuto un campionato baristi e uno di latte art. L’espresso, per il quale si usa un caffè diverso dalle preparazioni filtro ma sempre con un aroma fruttato, costa 7 reais, 1,4 dollari, 2 dollari il doppio, il cappuccino 10,90 reais.
L’insegna della Caffetteria Moscardini dove la fazenza propone direttamente i suoi caffè speciali
Per ora ci sono quattro proposte di acquisto del progetto in altre città. Il segno del successo dell’idea in un Paese immenso che è il secondo consumatore al mondo di caffè.
Fazenda Irmaos Moscardini: il caffè specialty appena prodotto è subito esposto nella caffetteria di famiglia
Per quanto riguarda l’attività della prima caffetteria della serie Elder spiega che all’inizio, nel luglio de 2022 il consumo di caffè era di 3 chili alla settimana, oggi siamo sui 20. E c’è anche la vendita diretta.
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