venerdì 28 Novembre 2025
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Il caffè tra i prodotti nootropi capaci di attivare le funzioni cognitive

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Una tazzina di caffè espresso (immagine: Pixabay)
I nootropi sono sostanze che influenzano il metabolismo delle cellule neuronali, spesso usate da studenti o atleti: si trovano in integratori, ma anche in noci, cacao, curcuma, avocado, caffè e tè. Il nome è la somma di due parole greche: nöos, che significa pensare, e tropein, che significa guidare, cioè veicolano e migliorano l’apporto di glucosio e ossigeno nel cervello. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giorgio e Caterina Calabrese pubblicato sul quotidiano La Repubblica.
Gli alimenti nootropi
MILANO – Alimenti nootropi ovvero sostanze alimentari capaci di attivare le funzioni cognitive. Queste sostanze sono un gruppo eterogeneo di cibi-farmaci che influenzano il metabolismo delle cellule neuronali nel sistema nervoso centrale. La stragrande maggioranza di queste sostanze è di origine naturale e li troviamo come integratori alimentari o estratti vegetali.
Oppure in alcuni cibi come: noci, pesce, cacao, curcuma, avocado, caffè, the, agrumi. Ma anche i singoli nutrienti come: curcumina, flavonoidi, Omega3, vit. B, D, E, colina, carotene, Calcio, Zinco, Selenio, Rame, Ferro.
I nootropi, noti anche come “smart drugs”, sono un gruppo eterogeneo di composti e il termine “nootropico” fu usato per la prima volta da Cornelius E. Giurgea nel 1972-1973 per descrivere sostanze che attivavano principalmente le funzioni cognitive, come la memoria e l’apprendimento, specialmente in situazioni in cui queste funzioni erano compromesse.

 

Il nome è la somma di due parole greche: nöos, che significa pensare, e tropein, che significa guidare, cioè veicolano e migliorano l’apporto di glucosio e ossigeno nel cervello. Si ottengono così effetti contro la carenza di ossigeno proteggendo il tessuto cerebrale dalla neurotossicità.

Inoltre, influenzano positivamente la sintesi delle proteine neuronali e degli acidi nucleici e stimolano il metabolismo dei fosfolipidi nelle membrane neuro-ormonali. Queste sostanze possono essere usate in appoggio ai farmaci, nel caso di funzioni cognitive compromesse, specialmente in casi di degenerazione.

Ma possono essere usate anche da individui sani che vogliono aumentate la memoria e la capacità intellettiva. I nootropi tendono ad essere ben tollerati nei pazienti con disturbi cognitivi e l’incidenza degli effetti collaterali è bassa e, quelli che si verificano, sono generalmente lievi.

Non basta una singola dose perché la maggior parte dei nootropi non ha un effetto immediato, pertanto, è necessario un uso a lungo termine per ottenere i risultati desiderati e, tuttavia, i loro effetti a lungo termine su individui sani non sono ancora del tutto conosciuti e determinabili.

Gli effetti collaterali sono rari e tipicamente lievi, ma, nel tempo, possono verificarsi alcune complicazioni, ad esempio, le persone con malattie cardiovascolari non dovrebbero usare il guaranà perché stimolante, in quanto ricco di alcaloidi assimilabili all’azione della caffeina. Pe questa ragione è spesso utilizzato da atleti professionisti.

La letteratura disponibile suggerisce che gli effetti cardiovascolari sperimentati da coloro che consumano fino a 600 mg di caffeina al giorno sono, nella maggior parte dei casi, lievi, transitori e reversibili, senza effetti avversi permanenti.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Simbiotica, ICGEB, Fondazione Ernesto Illy, nel progetto sulle piante di caffè: biofertilizzanti che ne tutelano il benessere

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Il progetto sulle piante del caffè (foto concessa) simbiotica
Il progetto sulle piante del caffè (foto concessa)

MILANO – L’ICGEB (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology) – un’organizzazione intergovernativa autonoma con laboratori biotecnologici in Italia, India e Sudafrica – insieme alla Fondazione Ernesto Illy – corporate foundation espressione della famiglia imprenditoriale nata per tutelare, valorizzare e diffondere il pensiero e la figura di Ernesto Illy – e Simbiotica Srl – startup innovativa nel settore Agritech con focus sullo sviluppo di fertilizzanti microbici – ha avviato un progetto finalizzato alla ricerca sul futuro della produzione di caffè, partendo dalle piante di caffè.

Questo progetto si concentra sullo studio di biofertilizzanti per tutelare il benessere di
quest’ultime.

Gli esperimenti sono iniziati circa un anno e mezzo fa in serre friulane e hanno già mostrato risultati promettenti, sebbene siano solo la prima fase di una ricerca più ampia.

Rebeca Fuzinatto Dall’Agnol, PhD Co-Founder & Scientific-Technical Manager di Simbiotica Srl, ha spiegato che il progetto mira a esplorare i benefici potenziali derivanti dall’azione batterica simile ai probiotici sulle piante.

“Questi microorganismi vivono in simbiosi con le piante di caffè, fornendo loro nutrienti e protezione in cambio di cibo e alloggio. L’analisi del microbioma delle piante di caffè provenienti da diversi paesi ha rivelato che alcuni generi di microorganismi sono comuni a tutte le piante analizzate provenienti da 4 paesi (Vietnam, Colombia, Etiopia e Burundi), costituendo il cosiddetto “core microbioma“.

Questi microorganismi sembrano svolgere un ruolo cruciale nel benessere delle piante di caffè. Per quanto riguarda la parte di test in pianta, ci siamo concentrati sull’Arabica perché la Fondazione Ernesto Illy si interessa solamente di questa varietà. In futuro verranno condotti gli stessi esami anche su altre tipologie.

Successivamente, sono stati selezionati i microorganismi più promettenti per la crescita delle piante, basati su abilità come la fissazione dell’azoto, la produzione di ormoni vegetali e la solubilizzazione di nutrienti nel suolo come il potassio e il fosforo.

L’approccio innovativo ha coinvolto la ricerca di combinazioni di microorganismi che possano lavorare insieme per ottimizzare la crescita delle piante.

Spesso, anche solo prendendo il miglior microorganismo per una determinata funzione e provando ad unirlo ad un secondo migliore per un altro aspetto, non è detto che lavorino bene insieme. Questa fase ha utilizzato una tecnologia avanzata per identificare i microorganismi compatibili tra di loro.

Esistono già dei microrganismi naturalmente nel suolo e, avendoli individuati e isolati nel caffè, e essendoci assicurati che non siano nocivi per l’essere umano, costituiscono un gruppo di probiotici con molta possibilità di migliorare la crescita e la stabilità della pianta nel campo.

Abbiamo trovato il modo di creare la squadra vincente tra i diversi ceppi migliori e così abbiamo ottenuto un prototipo di biofertilizzante molto efficace.

Questo processo ha il potenziale di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e limitare l’impatto
ambientale, migliorando al contempo la biodiversità e la resa delle piante. Sebbene la ricerca sia ancora in una fase iniziale, si prevede di completare il primo periodo di test
entro otto mesi o un anno.

Successivamente, si valuterà se estendere i test nei paesi d’origine delle piante di caffè o continuare nella regione friulana.

Fondazione Ernesto Illy

Nata per tutelare, valorizzare e diffondere il pensiero e la figura del suo eponimo, la Fondazione Ernesto Illy è una corporate foundation espressione della famiglia imprenditoriale, costituita il 30 ottobre 2008 e presieduta da Anna Illy. In linea con il pensiero di Ernesto Illy, il valore fondante della fondazione è l’Etica, intesa come principio guida che regola tutte le attività umane e senso di responsabilità nei confronti della Natura e dei propri simili.

La Fondazione tutela e diffonde il pensiero di Ernesto Illy attraverso la ricerca scientifica e l’innovazione, l’educazione e la divulgazione, la realizzazione di progetti di sostenibilità̀ e filantropia dedicate alle filiere del caffè. Le attività si concentrano principalmente nell’ambito della scienza e della cultura del caffè e nel campo della formazione e istruzione per produttori e operatori di filiera.

Viene rivolta particolare attenzione allo svolgimento di ricerche agronomiche con i progetti Virtuous Agriculture e Ernesto illy Colloquia, anche al fine di aiutare i Paesi produttori e gli stessi agricoltori a migliorare le loro condizioni di vita e a individuare soluzioni innovative per la coltivazione del caffè del futuro, e alla formazione con il Master in Economia e Scienza del Caffè.

L’azienda Bosco crea la macchina indistruttibile a leva di Napoli: “Portata in Nepal dagli sherpa”

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Roberta Bosco con suo padre al centro, a sinistra Giorgio De Crescenzo e a destra Danilo De Crescenzo (foto concessa)
Roberta Bosco con suo padre al centro, a sinistra Giorgio De Crescenzo e a destra Danilo De Crescenzo (foto concessa)

MILANO – Tutto parte con il sogno di Attilio Bosco, responsabile dell’area del sud Italia per Cimbali, con alcune idee per migliorare le macchine in modo da adattarsi all’acqua di Napoli che spesso rovinava le componenti interne dell’attrezzatura. Spinto da questa sua intuizione si è messo in proprio per realizzare modelli pensati per la sua città.

Ora a guidare l’azienda ci sono sua figlia, Roberta Bosco e Giorgio De Crescenzo prima allievo e poi braccio destro di Attilio da 40 anni.

Roberta Bosco racconta: “Il sogno era di esportare la macchina a leva Bosco in tutto il mondo e ci siamo riusciti, dall’Alaska all’India, in Australia, nel deserto dell’Arizona. La nostra macchina è stata persino trasportata in Nepal dagli sherpa.

Sono macchine indistruttibili.”

E continua Roberta Bosco: “Ci piacerebbe rafforzarci ulteriormente in America Latina: per ora ne abbiamo posizionata qualcuna in Brasile, in Perù e in Bolivia. Possiamo dire di aver conosciuto il mondo con la nostra macchina a leva. Ogni volta che arriva un ordine, ci divertiamo a cercare su Google per capire com’è il paese in cui arriverà il nostro modello.”

Oggi Bosco è formato da un team di tre persone: Roberta, Giorgio e Danilo. Insieme ad una rete di artigiani napoletani che rendono una Bosco, made in in Italy e in Naples al 100%. “A chilometro zero” la definisce Roberta Bosco.

Bosco, dal 1960 a oggi: la macchina a leva che cosa ha rappresentato per l’Italia del caffè?

“E’ la linea della tecnologia che si è dimostrata più duratura nel tempo e da un punto di vista tecnico, la più semplice. Non ha componenti elettronici, eppure, ha rappresentato un modo per estrarre il caffè con solo elementi meccanici.

Per noi è la migliore nella sua semplicità ed è diventata eterna. Noi di Bosco siamo nati con la macchina a leva e moriremo con la macchina a leva. Si può imitare, noi stessi ci siamo sforzati a produrre macchine elettroniche che mimassero la sua manualità, ma non sarà mai la stessa cosa.

Rispetta meglio la materia prima e l’ambiente: una macchina a leva, tenuta bene, può durare anche 30 anni. Ci sono ancora dei modelli restaurati degli anni ’30. Abbiamo clienti fissi da 25 anni fa.

I pezzi in rame, acciaio, ottone, sono tutti materiali nobili che seppur soggetti all’usura, restano duraturi. Una Bosco non è una macchina usa e getta. Persino la vaschetta di scarico è in rame, non in plastica.”

E adesso, di fronte ai modelli iper tecnologici, la macchina a leva ancora ha il suo perché: qual è il segreto per restare ancora attuali?

“Il suo perché sta proprio nel fatto che per fare un buon caffè ci vuole la persona. Come sappiamo a Napoli, ci vogliono le tre M: il manico (il barista), la miscela e la macchina.
La leva permette di tornare all’umanità e alla possibilità di prepararsi il proprio caffè.

È il barista che decide come gestire la macchina e come partecipare all’estrazione. L’artigianalità e il coinvolgimento dell’operatore, che resta la chiave dietro la tazzina, rendono questa macchina sempre attuale.

È lui che con la stessa competenza riesce a governare l’estrazione. Il suo altro quid sta nella sua presenza scenica unica, che la rende diversa da un elettrodomestico, ha una sua anima ben riconoscibile: si assiste alla pressione che piano piano estrae il caffè, si vede come funziona. Infine, è costruita in modo da durare nel tempo e ha bisogno di una minore assistenza tecnica. La nostra filosofia è sempre stata quella di realizzare strumenti eterni.”

La macchina a leva è più difficile da maneggiare per il barista, ma per il costruttore quali sono le difficoltà di costruirla?

“Da un punto di vista produttivo, realizziamo dei pezzi su misura per noi e il resto lo creiamo noi. Sarebbe forse più semplice inserire dei circuiti. Ma nella costruzione la componente meccanica può avere dei suoi vantaggi dal punto di visto tecnico, perché hanno meno componenti. Hanno la loro complessità entrambe le macchine.”

Quanti modelli producevate quando siete partiti all’anno e quanti oggi?

“Siamo sempre artigiani, facciamo una sessantina di macchine all’anno. Quando tutto è iniziato i numeri probabilmente si equivalevano ma con una difficoltà diversa. Lavorando sostanzialmente con l’estero oggi, prima agivamo con Napoli e c’era un’assistenza fortissima. Queste macchine sono state ideate, montate e man mano usate dai baristi napoletani e in base ai loro suggerimenti, pian piano abbiamo adattato i nostri modelli.

L’estero sta conoscendo rispetto all’Italia, che spesso dà per scontato tutto ciò che ruota attorno al caffè, una scoperta del caffè. È un fascino che si sta sviluppando nell’ultimo ventennio e negli ultimi dieci sta diventando sempre più preponderando.

Soprattutto in Germania, anche grazie alla forte presenza di immigrati e negli Stati Uniti, esiste la forte passione dell’espresso italiano e napoletano. Questo grande interesse porta a voler acquistare una macchina a leva artigianale come il nostro.”

Al nord riuscite comunque a penetrare un settore meno legata alla tradizione della leva (più consolidata al sud)?

“In Alto Adige hanno una marcia in più su tutto. Ma non è un caso isolato: ne abbiamo anche a Milano.

Ma se devo dire, è una piccola percentuale rispetto all’estero. A Napoli c’è la leva ma il predominio è de La San Marco. 15 anni fa, abbiamo deciso di lasciare il mercato napoletano, a nostro malincuore, per rivolgerci all’estero in cui si acquista la macchina. 95% del nostro fatturato all’estero.

Abbiamo dovuto fare una scelta di questo genere, perché nel mercato napoletano è difficile sopravvivere oggi.”

Avete modificato qualcosa dei vostri modelli storici, magari per rispondere alle nuove esigenze del mercato, come ad esempio la sostenibilità?

“Tante cose: prima le nostre macchine erano in acciaio inox e qualche dettaglio in oro. Ora le personalizziamo: colorate, in rame martellato, in policarbonato industriale trasparente, in legno. La nostra arma è quella: siamo un mercato di nicchia e realizziamo il disegno proposto dal cliente. Le Bosco sono un abito su misura.

Sono macchine tutte professionali ma ora per soddisfare anche chi è all’estero e sta in casa senza il bar italiano a disposizione fuori, abbiamo pensato anche dei modelli per l’uso domestico, un po’ più piccole.

La macchina anche la più piccola è uguale alla 5 gruppi che sta nei caffè. Un prezzo base sui 3500 euro. La macchina due gruppi è di 4900. Poi si aggiungono i costi di personalizzazione.”

Nel futuro la macchina a leva, continuerà a rappresentare un cult dell’espresso made in Italy?

“Ne sono certa. Non possiamo continuare a vivere in un modo che sfrutta così tanto l’energia. Il prodotto della macchina a leva, destinato a durare tanto nel tempo, rappresenta la tecnologia che consente di estrarre il caffè al meglio senza nuocere troppo all’ambiente. L’automatizzazione spinta si fermerà e a quel punto la macchina a leva sarà sempre protagonista.”

Il colosso Xiaomi scopre il caffè e apre a Milano il primo hub Smart Life che connette l’innovazione con il grande pubblico

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Xiaomi Café
L'esterno di Xiaomi Café (immagine concessa)

MILANO – E così anche il colosso delle telecomunicazioni e dei cellulari scopre il caffè. Sì perché apre Xiaomi Café, il primo temporary bistrot aperto al pubblico nel cuore di uno dei Design District più importanti di Milano, in via Verziere 3. Si tratta di uno spazio pop, a tutti gli effetti il primo Smart Life hub in città, sviluppato su due piani, perfetto per colazione, pranzo ma anche per fare smartworking o bere un drink in compagnia scoprendo tutti i prodotti del brand nella Casa Xiaomi al piano -1.

L’apertura di Xiaomi Cafè a Milano

Evolve così il format Casa Xiaomi, avviato in un piccolo appartamento nel 2021, in piena pandemia, con l’idea di creare uno spazio dedicato all’integrazione di tutto l’ecosistema Xiaomi e raccontare i vantaggi della tecnologia Xiaomi Smart Life, in uno spazio premium dedicato ai consumatori.

Da allora, Casa Xiaomi ha accompagnato migliaia di fan e visitatori in un percorso all’insegna del design e della tecnologia, facendo passi da gigante ogni anno.

Per questa quarta edizione, il concept compie un ulteriore step, aprendo al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 08.00 alle 19.00. E lo fa proprio a partire dalla location: non più solo uno spazio ubicato nell’area del design milanese, ma un vero e proprio spazio aperto che incoraggia il dialogo, lo scambio, la connessione tra le persone e, ovviamente, l’incontro naturale con la tecnologia Xiaomi. Un menù completo per l’intera giornata all’insegna dell’alta qualità e del design.

L’interno della caffetteria (immagine concessa)

Tutto questo, reso possibile anche grazie alla presenza di partner d’eccezione che, oltre a rappresentare l’eccellenza italiana, arricchiscono e completano il concept rendendolo unico e speciale: dall’innovativa coffee experience di Rhea, tra i principali produttori al mondo di macchine da caffè automatiche personalizzate, alla qualità della materia prima garantita dal coffe supplier d’eccezione Lavazza, con la miscela La Reserva de ¡Tierra! Cuba e dal pluripremiato panificatore Adriano Del Mastro, per la fornitura di brioches e pane.

Tantissime inoltre le curiosità, a partire dalla particolarità dei menu ‘Dots’: ogni pasto, dalla colazione all’happy hour, avrà la forma sferica di un punto, che racchiude il concetto di integrazione ‘senza fine’ tra persone e innovazione.

xiaomi milano
Il nuovo locale a Milano (immagine concessa)

Cellulari nel distributore automatico

Inoltre, l’angolo caffetteria al primo piano ospiterà anche un originale punto vendita, un distributore automatico di Rhea, dove, infatti, le bibite e gli snack sono sostituiti da una selezione di prodotti Xiaomi che potranno essere acquistati in modo molto semplice e veloce.

Al piano interrato, invece, lo spazio dedicato all’incontro, in cui organizzare eventi, gustare un aperitivo o fare smartworking; il tutto circondati dai prodotti Xiaomi integrati in un arredamento reale e nello storytelling del brand che percorre le pareti.

“Dal riservato appartamento nel Design District nato durante la pandemia, passando per la prestigiosa Casa Lago Edition del 2022 fino ad arrivare Casa Xiaomi edizione 2023, nello storico quartiere delle Cinque Vie. Ogni anno abbiamo fatto grandi passi avanti con l’intento di avvicinare le persone ai prodotti in uno spazio casalingo in cui vivere l’esperienza completa della Xiaomi Smart Life. Quest’anno torniamo con un nuovo format, un Cafè, il luogo di incontro e di socialità per eccellenza dove ‘connessione’ è la parola chiave che accomuna persone e ambiente smart integrato.” – afferma Andrea Crociani, marketing manager Xiaomi Italia.

xiaomi café
Gli spazi di Xiaomi Café (immagine concessa)

L’esperienza in Xiaomi Cafè consente inoltre di  usufruire di un coupon ad hoc per ogni consumazione: infatti, con una spesa fino ai 15 euro presso Xiaomi Cafè, il cliente riceverà subito un coupon del valore di 5 euro mentre, superata questa spesa, il coupon utilizzabile su mi.com* avrà il valore di 15 euro.

Nel corso dei prossimi mesi, Xiaomi Café si animerà inoltre con una serie di appuntamenti dedicati, per creare occasioni di confronto sul ruolo della tecnologia come motore della vita quotidiana.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Report Ico: Vola l’export di robusta, con i prezzi ai massimi trentennali

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Ico export mondiale prezzi caffè robusta G7 mercati
Il logo dell'Ico

MILANO – Volano domanda ed export di caffè robusta e i prezzi della varietà meno pregiata raggiungono nuovi massimi storici. Secondo le cifre del nuovo report mensile Ico, le esportazioni di robusta continuano a lievitare, mentre la media dell’indicatore di questa tipologia si attesta a livelli mai visti, in termini nominali, negli ultimi trent’anni.

A febbraio, la media dell’indicatore composto ha registrato un ulteriore incremento – il quarto consecutivo – rivalutandosi del 3,2% a 182,04 centesimi per libbra, ai massimi dall’ottobre del 2022.

La rivalutazione più significativa la registrano i brasiliani naturali (+4,1%), la cui media sale a 186,74 centesimi, ai massimi dal maggio scorso.

Più modesti gli incrementi di colombiani dolci e altri dolci, che segnano un +1,9% e +2,7%, rispettivamente a 209,53 e 208,78 centesimi.

I robusta crescono, a loro volta, del 3,2% arrivando così a quota 153,23 centesimi: per trovare un prezzo più alto dobbiamo andare indietro nel tempo sino al novembre del 1994 (153,33 centesimi).

Sul fronte degli indicatori delle borse, l’Ice Arabica raggiunge una media di 185,37 centesimi (+1,3%), mentre l’Ice Robusta segna un rialzo del 4,9%, a 142,43 centesimi

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Industria alimentare e caffè: siglato rinnovo Ccnl 2023-2027

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contratto alimentari industria rinnovo
Il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2023-2027 (immagine concessa)

Il primo marzo è stato firmato il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2023-2027 tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e le associazioni delle imprese del settore. Ciò è stato reso noto dai sindacati che hanno raggiunto un accordo con gli obiettivi della piattaforma, soprattutto in materia di salario, welfare e contrasto alla precarietà.

Il conseguimento dell’accordo riguarda anche le torrefazioni e alcune realtà che hanno a che fare con il mondo del caffè. Leggiamo di seguito la notizia pubblicata sul portale Flai Cgil.

Il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare

MILANO – È stato firmato all’alba del primo marzo il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2023-2027 tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e le associazioni delle imprese del settore.

Lo rendono noto i sindacati che, dopo quattro giorni di trattative non-stop, hanno raggiunto un accordo sul quale esprimono piena soddisfazione per i risultati conseguiti in linea con gli obiettivi della piattaforma, soprattutto in materia di salario, welfare e contrasto alla precarietà.

Il nuovo accordo prevede per la parte economica un incremento di 280 euro per un montante complessivo a parametro 137 che al termine dei 4 anni sarà pari a 10.236 euro. La prima tranche parte dal 1 dicembre 2023 con un aumento di 75 euro, già nei primi 14 mesi di applicazione contrattuale lavoratrici e lavoratori andranno a recuperare un importo di 170 euro, il 60% dell’aumento totale previsto. Per i casi di mancata contrattazione di secondo livello si aggiungono altri 15 euro mensili a quelli già previsti.

Viene migliorata la dotazione del welfare contrattuale, con un aumento di 4 euro per il fondo integrativo sanitario Fasa a garanzia di maggiori prestazioni.

Per il fondo di previdenza complementare Alifond il contributo a carico delle aziende arriva a 1,5% (+0,3%, equivalente a 6 euro); viene inoltre rafforzato il fondo a sostegno del congedo di maternità e paternità.

Importanti i risultati anche sulla riduzione dell’orario di lavoro, che nel settore alimentare non subiva modifiche, a livello nazionale, da 30 anni: a partire dal 1 gennaio 2026 coloro che svolgono turni di 18 e 21 ore avranno una riduzione di 4 ore a cui si aggiungeranno altre 4 ore l’anno successivo, mentre dal 1 gennaio 2027 la riduzione di 4 ore si applicherà a tutti i lavoratori e le lavoratrici.

C’è l’impegno inoltre a definire future intese a livello aziendale con le Rsu per ulteriori riduzioni dell’orario di lavoro in caso di investimenti tecnologici che potrebbero impattare su produttività e occupazione.

Vengono aggiornati e migliorati gli articoli che disciplinano il governo del mercato del lavoro con maggiore contrasto alla precarietà attraverso il dimezzamento della percentuale complessiva che passa dal 50% al 25% dei contratti a termine, in somministrazione e in staff leasing.

Per i congedi parentali, sono aumentate le ore retribuite per l’inserimento al nido e scuola dell’infanzia e per l’accudimento intra-generazionale per i genitori anziani, nonché per donne vittima di violenza.

In materia di pari opportunità è stato introdotto il paragrafo “Diversità e inclusione” che demanda sia alla contrattazione nazionale che a quella di secondo livello l’individuazione di soluzioni e all’Ente bilaterale di settore la promozione di analisi e buone pratiche.

Per rivisitare il sistema classificatorio le parti hanno convenuto di avviare i lavori della Commissione paritetica tecnica per l’aggiornamento delle declaratorie a partire dal 2024.

Rilevante anche l’implementazione degli strumenti per formazione, apprendistato e sicurezza.

“L’accordo raggiunto – dichiarano i tre Segretari generali Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza – rappresenta un traguardo importante sia per l’incremento economico che per le conquiste ottenute sul piano normativo per valorizzare il lavoro stabile e ben qualificato”.

Imprese vending: in Italia presenti quasi 4mila, la Lombardia prima per numero di attività con 478 aziende

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italia vending
La distribuzione automatica in Italia (immagine concessa)

MILANO – Distributori automatici: pratici, veloci e sempre aperti che offrono dalle bevande agli snack, dai prodotti parafarmaceutici all’elettronica di consumo. In Italia sono quasi 4mila (3.742) le attività del settore, (+1,5% rispetto al 2022): è quanto emerge da un’elaborazione del Registro delle Imprese per Confida, Associazione italiana distribuzione automatica, sui dati del quarto trimestre 2023. Secondo Confida, inoltre, le vending machine installate nel nostro Paese hanno superato le 835 mila unità e le consumazioni si sono attestate a circa 4 miliardi per un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro.

Il vending in Italia

La Lombardia, con le sue 478 imprese del vending, rimane al primo posto e si conferma la vending valley italiana, con un peso del 13% sul totale nazionale.

Al secondo posto tra le regioni, la Puglia che registra ben 447 aziende (12% del totale, +6% vs ‘22), seguita dalla Sicilia con 396 (10,6% del nazionale, +2,5% vs ‘22). Al quarto posto la Campania con 380 imprese, il 10% in più rispetto all’anno precedente. Con 355 aziende, il Lazio si aggiudica il quinto posto precedendo il Piemonte (266) e il Veneto (219). La Toscana (219) e l’Emilia-Romagna (202), nonostante la crisi che le ha colpite a causa delle alluvioni, sono riuscite a mantenere stabile il numero di attività rispetto al 2022. Chiude la top10 la Sardegna con 193 aziende del vending sul territorio regionale.

Roma, con 249 aziende, è la prima città italiana per numero di imprese seguita da Milano (208). Napoli si aggiudica il terzo posto (199) con un +11,5% rispetto al 2022, seguita da Bari (179) Torino (154) e Taranto (113). Nonostante il capoluogo lombardo si mantenga alto in classifica, tra il 2022 e il 2023, Milano segna un calo del 4% nel numero di imprese della distribuzione automatica registrate. A segnare l’incremento migliore, invece, anno su anno sono state Savona (+26%, da 19 a 24 aziende) e Salerno (+19%, da 79 a 94 aziende).

“Il settore della distribuzione automatica – commenta Massimo Trapletti, Presidente di Confida Associazione italiana distribuzione automatica – è dinamico e in crescita, ed un comparto in cui l’Italia è leader a livello internazionale. La crescita evidenziata dai dati del Registro delle Imprese, soprattutto al Sud, è determinata in particolare dallo sviluppo della rete dei negozi automatici h24. che sono dei nuovi negozi di vicinato, completamente automatici, aperti 24 ore al giorno”.

Trapletti aggiunge: “Si tratta di una via di mezzo tra bar automatici e piccoli market dove il caffè e le altre bevande calde, insieme all’acqua minerale alle bibite e agli snack, sono i prodotti più venduti; ma l’offerta comprende anche piatti pronti, gelati, prodotti di prima necessità, parafarmaci e tanto altro. Per questa nuova rete di negozi la nostra associazione ha dato vita ad una specifica certificazione chiamata Top Quality Negozi Automatici h24 che ne innalza il livello di qualità e dell’offerta”.

 

L’associazione del vending ha infatti elaborato un protocollo con l’obiettivo di migliorare gli standard qualitativi del servizio fornito, elevare l’affidabilità e la reputazione dei negozi automatici h24, fornendo così uno strumento qualificante e di tutela nei confronti dei consumatori. Le aziende che seguiranno tutto l’iter, che prevede un corso di formazione con test finale e delle verifiche ispettive, ed ottempereranno agli standard della direttiva, potranno fregiarsi del marchio Top Quality Negozi Automatici H24 ed esporlo all’interno delle loro attività.

La scheda sintetica di Confida

Costituita il 13 luglio del 1979, Confida è, a livello nazionale, l’unica associazione di categoria che rappresenta i diversi comparti merceologici dell’intera filiera della Distribuzione Automatica di alimenti e bevande. Aderisce a Confcommercio – Imprese per l’Italia e, nell’ambito UE, è partner di EVA (European Vending & Coffee Service Association).

We You premiata per il suo impegno ambientale, pronta alla rivoluzione R-Hybrid

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Premiato l'impegno di WeYou per l'attenzione alla sostenibilità (immagine concessa)
CASTIGLIONE DELLE STIVIERE (Mantova) – Dopo aver fatto risparmiare, nel corso del 2023, ben 178 tonnellate di CO2, non immesse in atmosfera grazie all’utilizzo presso i propri distributori automatici dei bicchieri ecologici Hybrid, We You Srl si appresta a compiere un ulteriore passo in avanti nel rendere ancor più sostenibile la propria attività.
Dal mese di aprile negli oltre 5mila distributori installati tra Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto, saranno utilizzati i bicchieri R-Hybrid, realizzati in polistirolo fatto con materiale riciclato da post consumo. Un contributo ecologico importante, considerato che lo scorso anno la società ha veicolato 33 milioni di bicchieri.

L’impegno di We You per la sostenibilità

“Si tratta di una evoluzione che – spiegano i referenti dell’area commerciale di We You – apre la strada al riutilizzo del polistirolo rigido nei contenitori per alimenti, garantendo il mantenimento del suo valore originale. Questa rivoluzione ci consente di offrire ai nostri clienti un prodotto che permette un efficiente riutilizzo delle risorse e un conseguente minor uso di materia prima vergine”.
Proprio in questi giorni, nella sede della società a Lavis (Trentino), è arrivata la comunicazione da parte di Flo Group che attesta l’ambizioso traguardo raggiunto nel corso del 2023 da We You nelle sue diverse sedi: 178 tonnellate di Co2 in meno, equivalenti alle emissioni rilasciate da un’auto a benzina dopo aver percorso quasi 600 mila chilometri o a 178 tragitti in volo da Francoforte a New York.
A questa significativa riduzione si aggiunge quella ottenuta da WeYou, sempre nel 2023, partecipando attivamente al Brita recycling program come certificato dal gruppo leader nel campo dell’ottimizzazione dell’acqua. Grazie ad un refill rate del 100%, la società di vending ha contribuito, rendendo tutte le cartucce esauste, a ridurre di ulteriori 7 quintali di CO2.
“Certo non sarà We You, da sola, a cambiare il mondo. Ma noi nutriamo la speranza che anche la nostra piccola goccia possa essere utile a costruire un futuro più pulito” conclude Giorgia Scattolin, responsabile area sostenibilità della società di vending.

Plinio Agostoni, vicepresidente Icam e presidente Confindustria Lecco-Sondrio, si spegne a 80 anni

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icam agostoni
Il logo di Icam

L’imprenditore Plinio Agostoni è morto all’età di 80 anni. Il presidente di Confindustria Lecco-Sondrio e vicepresidente di Icam è entrato nell’azienda di famiglia nel 1989. Oggi Icam è il maggiore produttore di cioccolato biologico del mondo e nel 2022 ha fatturato 209 milioni di euro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Andrea Morleo per il quotidiano Il Giorno.

Addio a Plinio Agostoni

LECCO – È morto Plinio Agostoni: una malattia fulminante se l’è portato via all’età di 80 anni. Sposato con Maria e padre di quattro figli, era presidente di Confindustria Lecco-Sondrio, vicepresidente di Icam, azienda leader nel settore dolciario fondata a Morbegno dal padre Silvio nel 1942.

La città il suo territorio perdono un altro pezzo importante della sua storia a poche settimane dalla scomparsa di Giulio Boscagli, amico d’infanzia di Agostoni e accomunato dal comune impegno politico in Comunione e Liberazione e nella Compagnia delle Opere, la rete economica del movimento.

Carriera

Laureatosi in Ingegneria elettrotecnica, entra tardi nell’azienda di famiglia dopo aver maturato esperienza in Sae, altro storico marchio industriale lecchese leader delle linee elettriche dove fu dirigente responsabile della progettazione.

“Quando capii che la finanza ormai aveva svuotato l’identità dell’azienda, decisi che era il momento di cambiare”, confessò una volta.

Icam

Era il 1989 e in età non più giovanissima entra nell’azienda di famiglia, la Icam, che da qualche anno ha lasciato la storica sede di Lecco, nel caratteristico quartiere di Pescarenico, per trasferirsi a Orsenigo nel Comasco.

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La San Marco entra a far parte dell’Istituto espresso italiano per la promozione dell’eccellenza

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Lo stabilimento produttivo de La San Marco (immagine concessa)

BRESCIA – Cresce l’Istituto espresso italiano (Iei) e lo fa con l’ingresso di una nuova azienda, La San Marco, che ha scelto Iei per supportare ancora con maggiore forza la propria missione. Un’altra importante realtà ha quindi aderito a Iei che da ormai diversi anni aggrega quasi quaranta aziende in rappresentanza di tutta la filiera dell’espresso.

“Entra nel nostro Istituto un’azienda del settore che sposa la visione dell’Istituto espresso italiano, realtà che da oltre 25 anni contribuisce alla divulgazione della cultura dell’espresso italiano in Italia e nel mondo – commenta il presidente dell’Istituto espresso italiano, Luigi Morello – questo è sicuramente un importante ingresso che dimostra quanto oggi sia fondamentale ricordare a tutti cos’è e da dove viene l’espresso italiano quindi che la miscela non è superata e non è disvalore ma un’arte che nasce dalla creatività dell’imprenditoria italiana per dare continuità di gusto al proprio cliente”.

La San Marco insieme all’Istituto espresso italiano

Luigi Morello aggiunge: “Occorre ricordare che non tutte le attrezzature sono uguali e non tutte riescono a trasformare in modo corretto e costante i chicchi di caffè nella deliziosa bevanda. Occorre ricordare che la formazione professionale e culturale del barista è fondamentale. Non è più sufficiente preparare il caffè, occorre conoscere la miscela, l’attrezzatura e prendersene cura con la corretta pulizia costante e servire il caffè con il racconto al consumatore finale che è sì l’ultimo della catena ma è anche il più importante”.

Questo il pensiero del general manager de La San Marco, Roberto Nocera: “Penso che l’ingresso de La San Marco nell’Istituto dell’espresso italiano sia un passo significativo nella tutela e promozione dell’espresso italiano. Sono orgoglioso nel vedere la nostra azienda impegnarsi così a fondo nel preservare non solo la qualità dell’espresso, ma anche le sue oscillazioni sensoriali nelle diverse comunità emblematiche del caffè”.

Roberto Nocera aggiunge: “La consapevolezza e la promozione delle diverse tradizioni legate al caffè possono contribuire, non solo a preservare il patrimonio culturale italiano, ma anche a far crescere l’apprezzamento globale per l’espresso italiano. La San Marco, con la sua partecipazione attiva, può svolgere un ruolo chiave nel diffondere la conoscenza di questa bevanda e nel promuovere l’eccellenza che la contraddistingue nel contesto internazionale”.

Nocera conclude: “Inoltre, il fatto che l’azienda sia fermamente convinta dell’importanza di questa tutela dimostra un impegno autentico verso la valorizzazione di un prodotto così emblematico per l’Italia. Spero vivamente che questa collaborazione contribuirà concretamente alla diffusione della cultura dell’espresso e a rafforzare la sua reputazione in ogni angolo del mondo”.

La scheda sintetica de La San Marco

La San Marco S.p.A., storica azienda con sede a Gradisca d’Isonzo (GO), è specia­lizzata nello sviluppo e produzione di macchine da caffè espresso tradi­zionali, macchine a capsule e maci­nadosatori per bar, hotel e ristoranti. Al suo nome sono legate le più si­gnificative innovazioni tecniche ed estetiche del settore delle macchine da caffè professionali, che hanno reso La San Marco uno dei più ap­prezzati marchi, in Italia e nel mon­do. Nell’anno 2020 La San Marco ha celebrato i suoi primi 100 anni di storia; e nel 2023 è entrata a far parte di Groupe SEB.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (IEI), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 37 aziende aderenti con un fatturato aggregato di più di 700 milioni di euro. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.