venerdì 28 Novembre 2025
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Tè: spremere la bustina nella tazza rovina il gusto, secondo la scienza

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Una tazza di tè fumante (Licensed by Pixabay)

La scienza afferma che se si preme la bustina del tè contro la tazza con il dorso di un cucchiaio per strizzarla, invece di lasciarla solo in infusione, probabilmente si rovina il sapore della bevanda. Questo avviene perché vengono rilasciati una moltitudine di tannini, composti dal sapore particolarmente amaro. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo tradotto dall’inglese di Ruby Flanagan per The Irish Mirror.

La rimozione della bustina di tè

MILANO – Mentre latte, zucchero e tempo di infusione dipendono tutti dal gusto personale, una parte cruciale nella preparazione del tè è rappresentata dalla corretta rimozione della bustina immersa all’interno.

La scienza afferma che se si preme la bustina del tè contro la tazza con il dorso di un cucchiaio per strizzarla, invece di lasciarla solo in infusione, probabilmente si sta rovinando il sapore della bevanda.

Questo avviene perché vengono rilasciati una moltitudine di tannini: composti vegetali che hanno molti benefici antiossidanti e anti-infiammatori, riporta il Mirror.

Ma questi elementi possono risultare piuttosto amari. Il tè è una delle fonti più ricche di tannini, che conferiscono alla bevanda il sapore secco e leggermente amaro.

Stringere la bustina del tè dopo che è stata in infusione è assolutamente da evitare, secondo gli esperti del tè di Ringtons.

I professionisti del tè hanno rivelato a The Irish Mirror: “Il liquido che rimane intrappolato all’interno della bustina del tè ha una concentrazione più alta di acido tannico rispetto a quello rilasciato nell’immersione nella bevanda. Premendo la bustina del tè, si rilasciano involontariamente gli acidi tannici nella propria tazza e, di conseguenza, si ottiene una bevanda molto più amara, aspra e acida”.

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L’importanza degli acidi del caffè secondo Luigi Odello

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Luigi Odello dell'Iiac acidi
Luigi Odello presidente dell'Iiac

Luigi Odello, professore di analisi sensoriale in università italiane e straniere e presidente del Centro Studi Assaggiatori e dell’Istituto internazionale assaggiatori caffè, spiega all’interno del libro Espresso Italiano Roasting l’importante ruolo che giocano gli acidi nel caffè. Leggiamo di seguito il suo approfondimento pubblicato sul sito Coffee Taster.

Gli acidi nel caffè

MILANO – “In certe bevande, comprese quelle molto complesse come il vino, il mondo degli acidi è relativamente semplice. Nel caffè non è solo molto complesso, ma anche incredibilmente importante per il comportamento assunto da queste sostanze durante il processo di lavorazione del verde, di stoccaggio e di tostatura. Per poterli trattare adeguatamente dividiamo la tribù in tre famiglie: alifatici, clorogenici e inorganici.”

Acido alifatico

“Possono essere a struttura lineare, ramificata e persino ad anello, ma non hanno il privilegio di contenere un anello di benzene. Nel caffè verde i più importanti quantitativamente sono, in ordine decrescente e calcolati sul secco, il citrico (0,7-1,4%) e il malico (0,3-0,7%), e poi tracce di formico, acetico, lattico, fumarico, ossalico e altri ancora.

Come vedremo, con la tostatura abbiamo un incremento numerico degli acidi alifatici, fino a trovarne nel caffè ben 35, e una riduzione quantitativa dei medesimi con un cambio netto dei rapporti con cui sono presenti nel verde.”

Acido clorogenico

“La moderna nomenclatura chimica vorrebbe che si parlasse di acido clorogenico solo quando ci troviamo di fronte all’acido chinico esterificato dall’acido caffeico (e precisa persino, lo diciamo per il solo piacere dei chimici, che l’esterificazione sia in posizione 5), ma la comunità del caffè fa rientrare in questa grande e importante famiglia tutti i composti che l’acido chinico forma con gli acidi cinnamico, caffeico, ferulico, isoferulico e sinapico.

Gli acidi clorogenici – decisamente utili, soprattutto quando si tratta di certuni e quando sono nella giusta quantità, anche per l’alimentazione umana – sono degli ottimi mezzi di difesa che la pianta ha nei confronti di attacchi da parte di parassiti.

La presenza nel caffè è rilevante, dal 5 al 10%, e sono condizionanti dal punto di vista sensoriale tanto per l’azione diretta, quanto per la loro capacità di originare altri composti e per i matrimoni azzardati che combinano. In poche parole sono in grado di variare la percezione visiva, olfattiva, tattile e gustativa della bevanda.”

Acido inorganico

“Categoria decisamente meno importante, ma il caffè verde contiene anche piccole quantità in acido fosforico che giocano un certo ruolo nella percezione acida.”

Il legno di caffè: il bastoncino perfetto senza schegge da far masticare ai cani

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cane pastore legno
I benefici de legno di caffè per i cani (immagine: Pixabay)

Il legno di caffè è un prodotto naturale al cento per cento: viene fatto prima essiccare in forno, poi levigato con una particolare procedura che consente anche di smussarne gli angoli, rendendoli più morbidi e sicuri. Il risultato è un bastoncino resistente e privo di schegge: perfetto per gli amici a quattro zampe. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il mio cane è leggenda.

Il legno di caffè per cani

MILANO – Leggere di legno di caffè da dare ai cani sicuramente farà storcere il naso a molti. Sappiamo per certo che il caffè non è consigliato per i nostri amici a quattro zampe, anzi tutt’altro: le sostanze contenute al suo interno (caffeina in primis) possono provocare effetti tossici e persino tremori e convulsioni, nei casi di ingestione massiccia. Insomma, il caffè è una di quelle cose che devono stare completamente alla larga da Fido.

Il legno di caffè è tutta un’altra storia. Si tratta di un prodotto naturale al cento per cento, che deriva dalla lavorazione del legno della pianta di caffè che viene fatto prima essiccare in forno, poi levigato con una particolare procedura che consente anche di smussarne gli angoli, rendendoli più morbidi e sicuri. Infine, viene ripulito per bene da ogni residuo di detriti e a quel punto è pronto per essere il nuovo passatempo di Fido, tutto da sgranocchiare.

Il legno di caffè è una valida alternativa per i nostri cani, ottima per soddisfare il loro bisogno di tenersi occupati masticando e sgranocchiando qualcosa di croccante e resistente.

Questo è proprio uno dei vantaggi di questo prodotto, oltre al motivo per cui è preferibile a un normale bastoncino di legno raccolto al parco o in giardino. La particolare lavorazione fa sì che il bastoncino sia privato di ogni scheggia o parte che potrebbe danneggiare la bocca del quattro zampe, in modo tale da lasciarlo giocare e divertirsi in tutta sicurezza.

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Cimbali Group annuncia alla Scala la nomina dell’ingegner Claudio Torresan come nuovo regional sales director Italy

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claudio torresan italy cimbali
Claudio Torresan, regional sales director Italy dell'azienda (immagine concessa)

MILANO – L’ingegner Claudio Torresan è il nuovo regional sales director Italy di Cimbali Group. La sua nomina è stata ufficializzata il 12 marzo nel corso di un evento esclusivo con i top clients e i giornalisti organizzato presso il Museo Teatrale alla Scala di cui Cimbali Group e il suo museo d’impresa MUMAC sono sponsor dal 2016.

Entrato in Cimbali Group nel 2017, Claudio Torresan negli ultimi 5 anni è stato General Manager della sede di Dubai (Emirati Arabi Uniti) dell’azienda con responsabilità anche dei mercati di Medio Oriente, India e Africa, ruolo che ha ricoperto con brillanti risultati di crescita costanti.

La nomina di Claudio Torresan

Laureato all’University of Sussex in Ingegneria meccanica e business, Torresan ha maturato la sua esperienza professionale in ambito commerciale, con ruoli di crescente responsabilità sempre in contesti multinazionali. Appassionato di cicli e motocicli, ha all’attivo diversi progetti di endurance uno dei quali gli è valso un Guinness World Record nel 2011.

“Sono molto contento di presentare oggi ai nostri top clients e alla stampa Claudio Torresan nel suo nuovo ruolo di sales director Italia. Claudio è un professionista esperto che ha guidato per cinque anni i nostri uffici di Dubai con risultati sorprendenti. Ha già accolto con entusiasmo le nuove sfide ed è un privilegio per noi averlo in squadra” ha commentato Enrico Bracesco, direttore generale di Cimbali Group. “Abbiamo voluto presentarlo al Museo Teatrale alla Scala, un luogo ricco di storia, che sentiamo come una casa, vista la partnership che ci lega a questo teatro ormai da 8 anni, riservando ai nostri top clients un’esperienza unica che ci auguriamo apprezzeranno”.

Gruppo Cimbali
Enrico Bracesco direttore generale Gruppo Cimbali

Grazie alla collaborazione di Cimbali Group e di MUMAC con il Teatro alla Scala , dopo la presentazione gli ospiti hanno potuto partecipare ad una visita guidata, della mostra “Fantasmagoria Callas” dedicata al soprano Maria Callas e allestita in occasione del centesimo anniversario dalla nascita.

Scala
L’interno del Teatro Alla Scala di Milano: in alto al centro il monumentale lampadario con 388 lampadine

La mostra omaggia la soprano con un’esposizione concepita per restituirne il mito, attraverso il ritratto di un’artista completa, profondamente legata alla storia del teatro che l’ha vista interprete di 23 titoli d’opera in 28 spettacoli dal 1950 al 1961, tra cui 6 inaugurazioni di stagione. Ed il 1950 è anche l’anno di debutto della prima macchina per caffè LaCimbali, la Gioiello, in grado di produrre un espresso con la crema.

Lambadario Scala
Il lampadario con 388 lampadine al centro del soffitto che ha un effetto ottico di profondità

A margine della mostra, gli ospiti hanno potuto effettuare un tour inedito alla scoperta della parte monumentale del Teatro e del backstage e scoprire alcune curiosità sulla passione che “La Divina” aveva per il caffè: alcune fotografie dell’epoca, infatti, la immortalano nel back stage del teatro che sorseggia un espresso mentre le sarte sistemano gli ultimi dettagli proprio dell’abito di Fiume esposto in mostra.

Scala
Il palco reale del Teatro Alla Scala

Il supporto di Cimbali Group al teatro e al suo museo è iniziato nel 2016 con la sponsorizzazione della mostra “Madama Butterfly, l’Oriente ritrovato. Foujita e Asari per Puccini” presso il Museo Teatrale alla Scala, e proseguita ininterrottamente negli anni con la creazione di sinergie sia con il brand La Cimbali che con il MUMAC: dall’evento concerto al MUMAC con gli allievi dell’Accademia della Scala del 2017, alle dirette della Prima Diffusa del 7 dicembre nelle edizioni 2017-2023, fino alla condivisione di molti altri momenti di spettacolo e cultura, dentro e fuori dal Teatro.

Il legame si esprime anche con la presenza delle macchine emblema della eccellenza del brand La Cimbali nei foyer del Teatro. Quest’anno il parco macchine è stato completamente rinnovato: in un contesto come questo, luogo di tradizione e innovazione, risulta perfetta la collocazione de LaCimbali M200, una macchina per caffè espresso top di gamma italiana e allo stesso tempo internazionale.

LaCimbali M200 (immagine concessa)

LaCimbali M200 è la perfetta sintesi di eleganza e artigianalità Made in Italy, in cui design all’avanguardia e tecnologia sempre più avanzata sono garanzia di un caffè eccellente, capace di accogliere e accompagnare gli spettatori nei momenti di ristoro e di pausa nel corso degli spettacoli, ad una coffee experience completa.

La scheda sintetica di Cimbali Group

Cimbali Group è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente circa 700 addetti.

L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della Macchina per Caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Cimbali Group a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Cimbali Group, centro di formazione, divulgazione e ricerca.

La scheda sintetica di MUMAC – Museo della macchina per caffè di Cimbali Group

Nato nel 2012 in occasione del centenario della fondazione dell’impresa da parte di Giuseppe Cimbali a Milano, il museo, grazie alle collezioni Cimbali e Maltoni, è la più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine professionali per il caffè espresso; con oltre 100 pezzi esposti all’interno dell’headquarter di Cimbali Group situato a Binasco (Milano) racconta più di 100 anni di storia e dell’evoluzione di un intero settore del Made in Italy, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche del design e dello stile dei prodotti e dei costumi legati al consumo della bevanda.

Oltre alle macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti worldwide, di un fondo librario con circa 1.300 volumi tematici e di un archivio con decine di migliaia di documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi, utili a ricostruire la storia della macchina per caffè espresso.

MUMAC produce contenuti culturali originali quali mostre, tavole rotonde e volumi divulgativi (tra cui il libro SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions), organizza iniziative educational dedicate a scuole, università e famiglie e, attraverso MUMAC Academy, propone corsi rivolti ai professionisti del settore e ai coffee lovers.

Nando Salemme, racconta Abraxas: “Carta dei caffè, essenziale per il ristorante”

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Nando Salemme, oste di Abraxas (immagine concessa)

POZZUOLI (Napoli) –  Nando Salemme, oste di Abraxas, dopo il viaggio in finca Rio Colorado in Honduras, ha ripensato in chiave innovativa il caffè servito a fine pasto. Abraxas è un luogo magico, si trova nello straordinario scenario dei Campo Flegrei e dalla sommità della collina dove è posizionato, la vista è mozzafiato, da un lato il lago, dall’altro il mare.  Andrej Godinadottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè, ha deciso di intervistare lo chef e oste del locale a Pozzuoli per scoprire di più sull’esperienza che vuole condividere con gli ospiti.

Alla scoperta di Abraxas

di Andrej Godina

Abraxas è guidata con grande maestria da Nando Salemme, chef e oste che ha costruito nel corso degli anni un’osteria moderna che incarna i concetti di qualità, ricerca nelle materie prime utilizzate con un accento particolare alla carta dei vini e da qualche tempo anche a quella del caffè.

L’intervista di Salemme inizia con una semplice domanda di presentazione:

Chi è Nando Salemme?

“Nando Salemme è un oste cresciuto nel mondo della ristorazione come cameriere, il quale si è evoluto attraverso tanta formazione, corsi, conoscenze, viaggi e che cerca di portare a tavola le proprie conoscenze assieme al divertimento.

Ciò che dico ai miei dipendenti è che la ristorazione è una combinazione di conoscenza e divertimento al servizio del cliente. Un oste deve essere anche un bravo psicologo e capire cosa desiderano i commensali di un tavolo: puoi ricevere degli esperti che vogliono arricchire le proprie conoscenze con le tue, puoi trovare persone che vogliono solo apprezzare del buon cibo senza particolari descrizioni oppure puoi trovare chi è li per divertirsi a tavola assieme a te.”

Come descrivi la tua osteria Abraxas?

“È la mia creatura, è il luogo dove continuo a esprimere le mie idee, è un luogo dove mi diverto e faccio divertire i miei clienti. È la mia casa, il posto dove mangio e bevo, dove conservo gelosamente in cantina le materie prime e i vini che scopro in giro per il mondo durante i miei viaggi. In particolare i vini che custodisco gelosamente mi piace servirli agli ospiti che vengono a trovarmi.

Uno dei migliori complimenti che ricevo è quello di quando le persone percepiscono di sentirsi a casa: per esempio ho servito ieri sera a una coppia che conosco le prime fave raccolte da mio padre nel nostro orto… sono i gesti come questo che fanno sentire a casa il cliente, lo fanno rilassare e godere di ciò che ho preparato per lui.

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Uno dei piatti di Nando Salemme (immagine concessa)

In Abraxas proviamo a far percepire questa emozione alla maggior parte delle persone che vengono a trovarci, sarebbe ipocrita e presuntuoso pensare di riuscire a farlo con tutti gli ospiti ma tutte le energie sono finalizzate a questo importante obiettivo.”

I tuoi ospiti vivono una esperienza fatta di cibo e vino. Quale filosofia sta dietro a tutto questo?

La linea che guida l’acquisto dei vini è tracciata dai miei viaggi, dagli incontri, dalle degustazioni che faccio qui nel mio locale e dal confronto con sommelier e enologi. Per quanto riguarda le materie prime della cucina la scelta è quella, sempre, di partire da ingredienti di qualità che porta alla necessità di valorizzarlo nel piatto e quindi alla creazione di ricette e piatti ad hoc.

In modo ambivalente, la scelta di un ingrediente può partire da un’idea di menu che si vuole realizzare e che porta alla ricerca del giusto ingrediente che sappia esprimerlo.”

Cosa rappresenta per te il caffè e cosa ha rappresentato per te prima del tuo viaggio in piantagione in Honduras?

“Il caffè inizialmente rappresentava semplicemente un servizio per il mio cliente, abituato a consumare questa bevanda come un rito di fine pasto senza alcuna attenzione alla qualità e al Flavore.

Non mi ero mai interessato a questo prodotto così come invece ho fatto con tutto ciò con cui lavoro, dalle materie fino a qualunque oggetto, stoviglia, accessorio, di cui ho studiato e approfondito origine, lavorazione, tipologie, storia, ecc. Da ristoratore in passato ho agito alla napoletana, ovvero senza chiedermi nulla su questo prodotto che è legato a rituali, convinzioni e miti da sfatare.

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Il caffè servito da Abraxas (immagine concessa)

Grazie a Mauro Illiano, caffesperto e curatore della Guida del Camaleonte, si è accesa in me la lampadina e nel giro di 15 giorni decidemmo assieme di partire per l’Honduras partecipando al viaggio formativo Aromateller organizzato da Andrej Godina e Umami Area Honduras.

Al mio rientro ho avviato un percorso di cambiamento che è partito dalla formazione del personale sul caffè fino a giungere a una carta dei caffè che prevede la somministrazione di quattro referenze di caffè di alta qualità di cui due classificati Specialty.

Ho così iniziato a tresferire la mia esperienza ai miei clienti, ai quali nei pochi minuti a disposizione concessi a fine pasto, suggerisco di provare uno o più caffè da degustare, da condividere, da scoprire.”

In questo cambiamento di qualità e di Flavore del caffè c’è qualcuno che si lamenta della differenza o del prezzo del caffè?

“No, il caffè Specialty servito ha un costo di 3 euro, un prezzo adeguato al costo del mio menu che non implica differenze notevoli sul conto finale e pertanto non ha mai suscitato alcuna lamentela.

Un cliente disposto a spendere 30, 40 o 50€ per una bottiglia di vino, di certo non ha di cui lamentarsi per il costo irrisorio di una tazzina di caffè.

Molto clienti piuttosto hanno voluto ribadire la loro preferenza nei confronti di un caffè con la robusta, che comunque rimane di alta qualità, perché ne apprezzano il corpo, il gusto e la nota amara alla quale sono ormai abituati. Per tale ragione in carta continuo a proporre un blend di caffè con il 30% di specie Canephora.”

Andrej Godina: Salemme ha scelto nel suo locale di erogare il caffè con un sistema mono porzionato per assicurare ai loro clienti la possibilità di una scelta tra 4 referenze in modo che l’estrazione sia sempre costante e ottimale. In questa scelta non si è lamentato alla classica cialda in carta ma ha scelto di usare le cialde in formato TEN di Bfarm, cialde che permettono di erogare un espresso con 10 grammi di caffè. Grazie all’elevato dosaggio del caffè la cialda TEN permette di ottenere, anche dalle referenze Specialty, un caffè espresso intenso, corposo e dal corpo particolarmente viscoso.

Se dovessi rivolgerti ai tuoi colleghi ristoratori, cosa vorresti suggerire loro?

“Sarò breve, vorrei consigliare loro di continuare ad alimentare la curiosità a 360° nei confronti di tutte le materie prime, incluso il caffè!”

Per conoscere meglio Nando Salemme è possibile vedere l’intervista integrale al link https://www.youtube.com/watch?v=iA5QOCFytcg registrata nel 2021 in occasione delle riprese del docufilm Caffè & Vino.

Andrej Godina: Ringrazio Nando Salemme con l’augurio presto di ricambiare la sua presenza al campus di formazione Aromateller Expert che abbiamo fatto assieme in Honduras, con un viaggio in Francia nello Champagne alla scoperta dei piccoli Vigneron che Salemma ha selezionato per la sua carta dei vini.

Matteo Borea: “Chi non ha il coraggio di liberarsi dal prezzo politico, lo usa come scusa per non evolversi”

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Matteo Borea in azione intelligenza artificiale
Matteo Borea in azione (foto concessa)

Matteo Borea, Barista Coach e terza generazione della torrefazione La Genovese di Albenga (Savona), risponde alle dichiarazioni di Francesco Masala, campione di Moka Challenge 2022, nel dibattito attorno alla questione prezzi-prodotti sulla carta (qui è possibile trovare la nostra intervista). Secondo Borea, il motivo per cui molti titolari si rifugiano nella logica del prezzo politico e ad essere meno innovativi è dovuta alla paura di perdere clienti. Leggiamo di seguito la sua opinione.

Il problema nel mondo del caffè

di Matteo Borea

“Vado dritto al punto: il mondo del caffè ha un problema, e non sto parlando della qualità delle miscele o della provenienza dei chicchi che, sì, sono importanti. Parlo di qualcosa di più insidioso e meno ovvio: la paura.

La paura di perdere clienti ha spinto molti bar a rifugiarsi in una confortevole ed obsoleta logica di prezzo politico. E questo sta lentamente erodendo l’anima stessa del bar italiano e dell’espresso.

Prima di saltare sul carrozzone del prezzo e discutere sulla scelta di far pagare o meno l’aggiunta di latte ad un espresso dobbiamo affrontare un cambiamento culturale.

Dobbiamo sganciarci dalla schiavitù del prezzo politico e iniziare a valorizzare il caffè per quello che realmente offre: un’esperienza.

Fino a quando torrefattori e baristi non si uniranno per raccontare con passione le loro miscele, condividendo in maniera trasparente la genesi del loro prezzo, continueremo a marciare sul posto.

Vorrei essere chiaro. Chi non ha il coraggio di forgiare una propria identità e liberarsi dalla schiavitù del prezzo politico, si sta nascondendo dietro alla scusa per non evolversi.

Questo è il motivo per cui alcune torrefazioni insistono sul mantenere “segrete” le loro miscele, comprano materie prime di bassa qualità e si affidano a modelli di business basati sul finanziamento, mentre troppi bar sono diventati semplici fotocopie l’uno dell’altro. In questo panorama desolante, i proprietari spesso si ritrovano a essere imprenditori alla giornata, coadiuvati da personale che definirei mediocre se volessi essere gentile.

Al CoffeeStorming, il nostro flagship aziendale, abbiamo per esempio scelto di non far pagare l’acqua. Abbiamo installato una fontanella dove i clienti possono servirsi liberamente, senza spendere un centesimo. Questa decisione, indipendentemente dalle motivazioni, mira a rendere l’esperienza utente unica e indimenticabile.

Queste scelte, come il biscotto offerto o qualsiasi altra attenzione verso il cliente, sono mezzi per arricchire l’esperienza del consumatore e valorizzare la propria offerta. La strategia dietro queste “coccole” è soggettiva, ma l’obiettivo è comune: migliorare l’esperienza del cliente.

È tempo che i baristi smettano di vendere semplicemente “prodotti”, inizino a mostrare la loro identità (se ce l’hanno) e a vendere “esperienze”. I torrefattori dovrebbero condividere il loro know-how (se ce l’hanno) anziché limitarsi a offrire denaro, prestiti, tavoli e ombrelloni.

Il cliente per il bar è il fine, non il mezzo e solo abbandonando l’idea che un espresso debba costare mediamente 1 euro e iniziando a valorizzare sinceramente il prodotto per offrire un’esperienza (o regalare un’emozione), potremo andare oltre le discussioni sul servire un bicchier d’acqua o un biscottino come extra a pagamento o meno.

Insomma, è il momento di osare. Di rompere gli schemi. Di trasformare il modo in cui pensiamo e parliamo del caffè. Solo allora potremo liberarci dalle catene del prezzo politico e iniziare a costruire esperienze che valorizzino i bar e tutta la filiera”.

Mercati del caffè: così i fondamentali finanziari ed economici incidono sulla volatilità dei prezzi

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Il logo dell'Ice

MILANO – Correzioni al rialzo per i mercati del caffè nella seconda seduta della settimana. Dopo due sedute consecutive al ribasso dai massimi storici di giovedì scorso, il contratto per scadenza maggio dell’Ice Robusta è tornato ieri, martedì 12 marzo, in territorio positivo risalendo sopra la soglia dei 3.300 dollari, per chiudere a quota 3.307 dollari guadagnando 28 dollari.

Lievemente migliorata la situazione sul fronte delle scorte certificate, che sono risalite a 2.471 lotti, da un minimo di 1.958, toccato il 21 febbraio.

Sempre forti le preoccupazioni sul fronte dell’offerta, a loro volta esacerbate dai problemi logistici e dalla crisi nel mar Rosso.

Le statistiche doganali indicano intanto che le esportazioni del Vietnam sono cresciute, nel primo bimestre 2024, del 16,4% raggiungendo un totale di 398.819 tonnellate o 6.646.983 sacchi.

Va anche rilevato però il forte rallentamento registrato a febbraio. Il mese scorso, infatti, le esportazioni sono diminuite di quasi un terzo (-32,6%) rispetto a febbraio 2023 scendendo a 160.584 tonnellate o 2.676.400 sacchi.

In modesto recupero anche l’Ice Arabica, che guadagna (maggio) 90 punti chiudendo a 185,90 centesimi.

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Gruppo De’ Longhi, è definitivo il bilancio 2023: ricavi a 3.075,9 mln e utile in crescita del 41,1%

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Fabio de'Longhi dividendo
Fabio De'Longhi amministratore delegato del Gruppo De' Longhi

TREVISO – Il Gruppo De’ Longhi Spa ha confermato e approvato i risultati consolidati del 2023 che aveva già anticipato precedentemente nei risultati del quarto trimestre a gennaio (ne abbiamo parlato qui). Riportiamo di seguito la notizia sulla conferma da parte del consiglio di amministrazione.

Approvati i dati di bilancio del Gruppo De’ Longhi 2023 che mostrano ricavi a € 3.075,9 milioni e un utile in crescita del 41,1%.

Nella seconda parte dell’anno il gruppo ha registrato una crescita organica ad un tasso high single digit, sostenuta dalla continua espansione della categoria delle macchine da caffè e dal ritorno alla crescita del comparto della nutrition e preparazione dei cibi. Significativo miglioramento della marginalità.

Il 4° trimestre registra trend di crescita, marginalità e generazione di cassa in robusta espansione.

DēLonghi chicchi
Il logo De’Longhi tra i chicchi di caffè

In particolare, nel quarto trimestre il Gruppo ha realizzato:

ricavi per € 1.078,1 milioni, in crescita del 4,7% (8% a cambi costanti);

adjusted Ebitda di €179,1 milioni, pari al 16,6% dei ricavi (in marcato miglioramento rispetto al 14,6% dello scorso anno);

flusso di cassa prima dei dividendi e delle acquisizioni positivo per € 336,6 milioni.

Nei dodici mesi il Gruppo ha conseguito:

ricavi a € 3.075,9 milioni, in calo del -2,6% (-0,2% a cambi costanti);

adjusted Ebitda a € 444,2 milioni, pari al 14,4% dei ricavi (rispetto all’11,5% del 2022);

utile netto (di competenza del Gruppo) a € 250,4 milioni, in crescita del 41,1%;

posizione finanziaria netta positiva per € 662,6 milioni, in marcato miglioramento di €363,8 milioni rispetto a fine 2022.

Il Consiglio di amministrazione ha proposto la distribuzione di un dividendo di € 0.67 per azione, pari ad un pay-out ratio del 40% in linea con la dividend policy del Gruppo.

Brasile e Italia, i due Paesi del caffè: uno sguardo sul potenziale dei mercati

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Brasile mercati somar colombia Comexim
La bandiera del Brasile

Secondo Victor Lanfranchi Martinelli, avvocato specializzato in contratti presso l’ufficio della difesa pubblica di Várzea Paulista, una possibile partnership tra i due Paesi può portare a nuove opportunità di business, come la creazione di joint venture per la produzione e la distribuzione di caffè. Leggiamo di seguito parte della sua panoramica pubblicata su Linkedin.

Il Brasile e l’Italia insieme per il caffè

MILANO – Il Brasile è il principale esportatore di caffè al mondo, mentre l’Italia è uno dei maggiori importatori di caffè in Europa.

Nei prossimi cinque anni si prevede che la domanda di caffè continuerà a crescere in Italia, con un aumento del consumo di caffè di alta qualità.

Il Brasile è ben posizionato per soddisfare questa crescente domanda, grazie alla sua produzione di caffè di alta qualità e ai suoi prezzi competitivi.

La collaborazione tra Brasile e Italia può portare a nuove opportunità di business, come la creazione di joint venture per la produzione e la distribuzione di caffè di alta qualità.

La promozione del caffè brasiliano in Italia attraverso eventi e campagne di marketing può aumentare la consapevolezza del consumatore e la domanda di questo prodotto.

In sintesi, il mercato del caffè tra Brasile e Italia offre un grande potenziale per la crescita nei prossimi cinque anni.

La collaborazione tra i due paesi può portare a nuove opportunità di business e a una maggiore diffusione del caffè brasiliano in Italia.

Per leggere l’analisi completa basta cliccare qui

Fipe Lombardia: il 58% delle imprese prevede assunzioni nel 2024 ma il 71% ha difficoltà nel trovare personale

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Fipe -Confcommercio buoni pasto inflazione donne ristorazione
Il logo Fipe

MILANO – Buone prospettive per il 2024 e volontà di investire nella propria attività, ma anche difficoltà nelle assunzioni e nell’accesso al credito e ad incentivi pubblici. Questo il quadro che emerge da un’indagine condotta da Fipe Lombardia e Confcommercio Lombardia su un campione di pubblici esercizi lombardi, soprattutto micro e piccole imprese.

Per quanto riguarda la ricerca di personale, il 58% delle imprese prevede assunzioni nel 2024, nonostante il 71% abbia avuto difficoltà nel reperire personale a causa, soprattutto, di un ridotto numero di candidati (50%) e di una preparazione non adeguata (34%).

Positivi il bilancio e le previsioni economiche: il 53% degli imprenditori considera i risultati della propria impresa nel 2023 migliori rispetto al 2022, mentre il 29% rileva un andamento analogo con l’anno precedente.

Osservando i risultati attesi per il 2024, invece, per il 46% delle imprese le prospettive sono molto positive o positive, per il 36% in linea con il 2023.

Dall’analisi delle domande emerge come solo il 40% delle imprese abbia ottenuto finanziamenti negli ultimi due anni, soprattutto attraverso il credito bancario (anche con l’intermediazione dei confidi) o con incentivi pubblici.

Migliore, invece, la prospettiva per gli investimenti nel 2024 che saranno effettuati dal 52% delle imprese di pubblico esercizio soprattutto per arredi e macchinari, adeguamento strutturale dei locali, innovazione tecnologia ed efficientamento energetico. Per realizzarli gli imprenditori faranno affidamento innanzitutto su capitale proprio, seguito da incentivi pubblici e dall’accesso al credito bancario.

“I pubblici esercizi rappresentano l’anima di città e piccoli centri, garantendo non solo sviluppo economico e occupazione, ma sicurezza, contrasto al degrado, relazioni sociali e senso di comunità – dichiara il presidente Fipe Confcommercio Lino Stoppani – Ruolo accentuato dall’esperienza pandemica, che ha portato molte attività a modificare il proprio modello di business, introducendo nuovi servizi e modificando gli orari di apertura”.

“Le attività del comparto vanno sostenute e curate: per questo il Consiglio regionale di Fipe Lombardia ha espresso apprezzamento per le misure regionali, in corso o di prossima apertura, per l’accesso al credito, l’avvio di impresa, la digitalizzazione, l’efficienza energetica e la valorizzazione delle attività storiche. Alle Istituzioni – aggiunge Stoppani – chiediamo politiche che rispettino il principio ‘stesso mercato stesse regole’, così da evitare effetti distorsivi del mercato e di dequalificazione del settore. Importanti, inoltre, misure per ridurre il costo del denaro e rendere strutturale la detassazione del costo del lavoro, strategica per dare respiro alle imprese e favorire assunzioni, ed interventi sulla formazione”.