venerdì 28 Novembre 2025
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Marco Bertona incluso tra le 99 figure più importanti dell’industria cinese del tè

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Marco Bertona Ademathe
Marco Bertona

MILANO – Il professor Marco Bertona, tea taster diplomato in Cina, direttore esecutivo di AssoTè Infusi e membro del Gruppo intergovernativo sul tè della FAO, è stato selezionato tra oltre 300 candidati cinesi e incluso nella lista delle 99 figure più influenti dell’industria cinese del tè.

Questo prestigioso riconoscimento giunge dall’evento tematico sul tè ‘中华茶人榜样‘, ormai alla sua quinta edizione, organizzato dalla China Tea People Association, un evento unico del Paese.

Il riconoscimento dell’esperto del tè Marco Bertona

Il professor ed esperto del tè Bertona è stato il primo occidentale ad aver ottenuto l’identificazione.

Per il suo lavoro nello scambio sulla cultura del tè tra Cina ed Europa, il professor Bertona è stato insignito, all’Expo di Milano 2015, con il riconoscimento di Ambasciatore italiano della cultura cinese del tè, dallo Organization Committee of the China Tea Cultural Week (agenzia governativa cinese) del padiglione nazionale della Cina all’Expo 2015.

Questo, insieme a numerosi altri premi, lo ha reso uno dei maggiori punto di riferimento per gli amanti del tè e della degustazione in Italia.

Lo scarto del caffè diventa parte di un cosmetico grazie al riciclo del silverskin, la pelle del chicco

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silverskin
Il silverskin (pellicola argentea) rimosso dal chicco di caffè

Il silverskin corrisponde tra l’1% e il 2% del peso totale del chicco di caffè e, fino a poco tempo fa, era considerato un rifiuto speciale e costoso da smaltire. Poi è stata presa la decisione di avviare uno studio per comprendere come riciclarlo: è stato dimostrato che il suo utilizzo conferisce caratteristiche particolari alla creazioni prodotti cosmetici.

Le applicazioni del silverskin tuttavia non finiscono qui: il materiale diventa prezioso anche per l’agricoltura perché migliora la fertilità del terreno e può essere utilizzato per la produzione della carta. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su Il Corriere della Sera.

L’utilizzo del silverskin, la pelle del caffè

MILANO – L’80 per cento degli italiani beve almeno una tazzina di caffè al giorno per un consumo di sei chili a testa all’anno. Ogni giorno su scala globale si bevono 3,1 miliardi di tazzine per un giro di affari valutato in circa 120 miliardi di dollari. E il consumo potrebbe aumentare arrivando nel 2030 a 3,8 miliardi di tazzine. Numeri che danno un’idea della produzione e vendita di caffè e, naturalmente, della quantità di scarti.

Organizzato dal Cnr, l’evento “L’economia circolare che si può riutilizzare ogni giorno”, che si è tenuto l’8 marzo presso l’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere a Milano, vuole evidenziare come i rifiuti possono diventare una risorsa, utilizzati anche come materie prime per altre industrie.

È il caso del silverskin, una pellicola di colore argento e molto soffice, che riveste il seme del caffè e viene rilasciata durante il processo di tostatura.

Corrisponde tra l’uno e il due per cento del peso totale del chicco e fino a poco tempo era considerata un rifiuto speciale anche molto costoso da smaltire. Poi la decisione di avviare uno studio per comprendere come riciclarlo.

Il Cnr con l’Istituto di scienze e tecnologie chimiche è stato il capofila del progetto CirCo “Multi valorization of silverskin, a residue of the coffee roasting industry” portato avanti con il Dipartimento di scienze e politiche ambientali dell’Università di Milano, l’Accademia Eurac Research di Bolzano, la multinazionale cosmetica Intercos, la cartiera Favini e finanziato dalla Fondazione Cariplo e Innovhub – Stazioni sperimentali per l’industria.

“La nostra missione è valorizzare cosa c’è nello scarto, mai bruciarlo”, dice Nicoletta Ravasio, ricercatrice al Cnr. Nel corso della ricerca, durata dal 2018 al 2021, si è analizzata la pellicina che contiene un grasso di composizione insolita e cellulosa.

Il grasso è stato estratto con una tecnica sostenibile, ovvero in CO2 supercritica, ed è stato dimostrato che il suo utilizzo conferisce caratteristiche particolari ad alcuni prodotti cosmetici. Lo definisce “un burro di silverskin”, Patrizia Valsesia, raw material laboratory manager di Intercos SpA, “di origine naturale e, soprattutto, proveniente da un processo di upcycling”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

Gianpaolo Rocco, titolare Pack -Ital: “Ecco perché le capsule compostabili sono il presente ed il futuro del porzionato”

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Capsule di caffè (immagine: Pixabay)

MILANO – Abbiamo parlato con l’ingegner Gianpaolo Rocco, specialista di porzionato e titolare di Pack-Ital, che è un’azienda specializzata nel confezionamento di caffè per conto terzi in monoporzioni a Marzabotto (Bologna). Con lui, come già in altre occasioni, ci siamo confrontati sui nuovi trend del mercato e sul futuro di un prodotto tanto consumato quanto problematico dal punto di vista ambientale, ovvero, le capsule in plastica e in alluminio.

Ingegnere, prendiamola alla larga. Basandosi sul fatto che Nespresso, Keurig e Caffitaly sono i formati di capsula più acquistati nel mondo, possiamo fare un confronto tra i design di questi tre modelli? Ci sono differenze sostanziali? E se ci sono, quali impatti hanno sull’estrazione finale?

“Parliamo di tre mondi completamente differenti. Keurig non la conosco bene, ma francamente non credo che l’erogazione sia una caratteristica basilare: importante e personale è il gusto che si sente e il piacere che si prova dalla bevanda che ne deriva. E dico bevanda in modo consapevole.

Rocco Logo pack-Ital Ingegner Rocco
Logo Pack-Ital

Per quanto riguarda la capsula Nespresso l’erogazione è fondamentale. Con 5 grammi di caffè se questa fase non è ottimale faccio fatica a pensare ad un’amante dell’espresso che la scelga.

Infine con la Caffitaly, così come con le Lavazza Amodomio, l’erogazione è naturalmente importante, ma con 7/7,5 grammi di caffè anche qualche difetto può essere tollerato dagli amanti dell’espresso”.

Le capsule sostenibili sono uno dei driver che continuano a sostenere il trend di crescita di questi prodotti: ma a che punto siamo arrivati tecnicamente, per avere sostenibilità senza rinunciare alla qualità della bevanda

Da miei precedenti interventi è noto che per me, ma anche da studi significativi sul consumo di energia, l’alluminio è il contrario esatto della sostenibilità.

Al contrario il Pla, acido polilattico, cristallizzato, materiale di sintesi, con il quale sono prodotte molte delle capsule compostabili, non crea alcun problema di rilascio di odori o sapori. È come se dicessimo che l’acqua minerale contenuta nelle bottiglie di Plc, pure un prodotto di sintesi, sa di plastica. Propongo una prova.

Si faccia assaggiare a chiunque due caffè, uno da capsula di alluminio e uno da compostabile, senza far vedere l’involucro. E questo per diverse volte, per avere un dato statistico, e si vedrà il risultato”.

La crema è uno dei punti che ha conquistato i consumatori abituati all’espresso al bar: questo amore a prima vista però, come si ottiene tecnicamente con le capsule? C’è qualcuno che soffia aria..

“Nella mia esperienza di confezionamento, la crema in tutti i tipi di capsule, non è un problema. Nel senso che se il caffè è di buona qualità e macinato con il grado adeguato alla macchinetta che deve erogare, la crema non ha niente da invidiare a quella del bar”.

Che cosa deve sapere un torrefattore attento alla materia prima e ai materiali, quando si accinge a fare le sue prime capsule? Le capsule preparate da un’azienda esterna ma con il caffè della torrefazione, sono spesso una necessità. Che cosa ci può dire in merito.

“Il torrefattore deve “ispezionare” il terzista che ha scelto come specialista per il confezionamento dei monoporzionati. Stabilire un capitolato di fornitura dettagliato, far fare campionature e verificare il livello qualitativo degli altri clienti che il terzista scelto, fornisce”.

Adesso con le nuove direttive europee che hanno inserito nella stessa categoria degli imballaggi anche le capsule, un torrefattore di cosa deve tenere conto per i materiali e quindi lo smaltimento di questi?

“Punto sulle capsule compostabili, industrial e home. Per me sono la soluzione migliore. Vengono smaltite e scompaiono”.

Per preservare lo specialty, qual è la capsula migliore sul mercato attualmente e quali sono le sue caratteristiche?

“Per me gli standard Cafitaly e Lavazza Amodo mio sono la soluzione migliore”.

Dal suo punto di vista come osservatore coinvolto, il mercato delle capsule si evolverà realmente in un sistema che unisce sostenibilità e qualità in tempi brevi? Oppure fin qui si tratta più di strategie di marketing per mantenere alti i consumi?

“Le capsule di alluminio sono state, alla loro comparsa, una grande rivoluzione. Oggi però sono soltanto strategia o tattica di marketing per direzioni commerciali senza idee innovative. Sono convinto che le compostabili rappresentano il presente ed il futuro“.

Evoca: valutazione positiva in sostenibilità, responsabilità sociale e governance aziendale da Morningstar Sustainalytics

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L’impegno ESG (ambiente, società e governance) di Evoca valutato positivamente da Sustainalytics (immagine concessa)

VALBREMBO (Bergamo) – Evoca ha ottenuto un giudizio positivo da Morningstar Sustainalytics, leader globale nella ricerca e nella valutazione in ambito ESG. L’ente ha verificato attentamente le prestazioni di Evoca su una serie di KPI, inclusi l’impatto ambientale, la responsabilità sociale e la governance aziendale. Questa valutazione favorevole è la testimonianza dell’impegno costante di Evoca su temi legati al mondo della sostenibilità, nonché della sua dedizione ad applicare pratiche responsabili a tutti i processi aziendali.

L’impegno di Evoca nell’impatto ambientale, nella responsabilità sociale e nella governance aziendale

In particolare, l’azienda ha ottenuto un punteggio ESG “a basso rischio”, spingendosi così fino al terzo posto nel settore Macchine industriali e al quarto posto nel settore macchine.

Questo riconoscimento da parte di Sustainalytics mette in luce l’impegno dell’azienda nel ridurre l’impronta ambientale, promuovere iniziative sociali per le sue persone e le comunità locali, e mantenere elevati standard di governance aziendale.

Inoltre, questo traguardo pone l’azienda in una posizione di maggiore credibilità agli occhi degli investitori attenti a pratiche aziendali sostenibili e socialmente responsabili.

Evoca è pronta a proseguire nell’impegno a favore di un futuro sostenibile. Per maggiori dettagli sulla valutazione, basta cliccare qui.

Davide Cobelli sui prezzi: “Non è solo il prodotto che modifica la percezione, ma anche il luogo di vendita”

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Davide Cobelli
Davide Cobelli alla tostarice

Davide Cobelli, torrefattore, formatore, giudice di gara, grande comunicatore della bevanda e coordinatore nazionale di SCA Italia, ritorna su queste pagine con la sua opinione nello spinoso dibattito attorno alla questione prezzi-prodotti sulla carta cominciato con l’intervista a Francesco Masala, campione di Moka Challenge 2022 (qui la nostra intervista) e proseguita con le riflessioni di Matteo Borea, Barista Coach e terza generazione della torrefazione La Genovese di Albenga, Savona (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito le dichiarazioni di Davide Cobelli.

Il giusto prezzo per un’offerta di qualità

di Davide Cobelli

VERONA – “Noi di Garage Coffee Bros, dal 2022 abbiamo aperto il nostro negozio/caffetteria in Centro a Verona, in Corso Castelvecchio 29, e riteniamo assolutamente coerente la scelta di un esercente che addebita un sovrapprezzo al costo del macchiato, rispetto a quello di un espresso.

Al di là della materia prima (quasi mai si emulsiona davvero solo i 30ml necessari all’aggiunta sul macchiato, ma al 100% per avere un latte emulsionato a richiesta si usano almeno 70ml di latte quando si è davvero bravi), il costo di esecuzione è esattamente quello di un cappuccino, dove il latte emulsionato è pari a circa 150-180ml nei casi in cui si abbia di fronte un barista professionista, e per questo va aumentato, anche seppure di una cifra simbolica.

garage coffee bros verona
L’esterno del Garage Coffee Bros flagship store di Verona (immagine concessa)

Nel nostro flagship store di Verona, il macchiato è a 50 centesimi in più del caffè espresso, che da 2€ dunque passa a 2,50€ al banco (cifra comunque bassa a nostro avviso), non abbiamo mai avuto alcuna critica dai clienti, perché i prezzi sono chiari e ben esposti, soprattutto, chi entra in flagship viene catapultato in una realtà che è visibilmente diversa dalle solite di un bar tradizionale.

Ancora una volta, non è solo il prodotto che modifica la percezione, ma anche l’ambiente in cui esso viene venduto.

garage coffee bros cobelli
L’interno del Garage Coffee Bros flagship store di Verona (immagine concessa)

Pochi giorni fa, uno chef famoso si era pronunciato riguardo allo scandalo passato del sovrapprezzo di un toast tagliato in due dicendo “se voglio che i miei clienti tornino, farò di tutto per accontentarli e assecondarli in caso di richieste ragionevoli, senza aggiungere un sovrapprezzo”, noi personalmente crediamo che il lavoro di food cost e drink cost non debba svanire di fronte alle richieste, ma che si debbano creare degli standard di vendita (come nel caso del macchiato a +50 centesimi).

Dall’altra parte, sarà nel giusto anche chi fa pagare il caffè espresso doppio, il doppio del prezzo? Noi ad esempio nel nostro negozio specialty di Verona, il doppio lo serviamo a +50 centesimi rispetto al singolo, perché sappiamo che l’unica cosa che incide sui costi è la sola materia prima usata, null’altro incide. Quindi perché metterlo al doppio del prezzo del singolo?”

I prezzi dei robusta del Vietnam sono sempre più vicini a quelli degli arabica

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robusta Brasile
Una pianta di coffea canephora (credits - Wouter Hagens - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1890101)

MILANO – Sempre più in alto i prezzi dei robusta del Vietnam, a livelli inimmaginabili anche qualche mese fa. Secondo il dipartimento delle importazioni e delle esportazioni del ministero dell’industria e del commercio, il prezzo medio di esportazione è stato, a febbraio, di 3.276 dollari per tonnellata, in crescita del 7,4% rispetto a gennaio e del 50,6% rispetto a febbraio 2023.

Nel primo bimestre 2024, il prezzo medio è stato di 3.153 dollari per tonnellata, a sua volta in crescita del 44,7% rispetto al pari periodo di un anno fa.

A titolo di raffronto, la media della scadenza maggio del contratto della borsa di Londra è stata, a febbraio, di 3.116 dollari.

E la corsa al rialzo è proseguita, sin qui, anche a marzo. Lo scorso giovedì il chilogrammo di caffè era pagato nel Dak Lak attorno ai 90 mila dong, pari a 3,65 dollari/kg al cambio attuale.

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Fondazione Lavazza protagonista della mostra sociale More than Us a New York nel Palazzo di Vetro, sede dell’ONU

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Fondazione Lavazza
Il logo della Fondazione Lavazza per i suoi 20 anni

Fino al 22 marzo si terrà la 68esima sessione della Commissione sullo stato delle donne nel mondo, per accelerare il raggiungimento del quinto obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, che prevede l’annullamento della disuguaglianza di genere. Per l’inaugurazione, Lavazza ha abbinato il suo caffè d’eccellenza e borse di tela che riprendevano le fantasie delle immagini. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Federica Farina per La Voce di New York.

Lavazza Foudation al Palazzo di Vetro per la mostra More Than Us

NEW YORK – “Le donne hanno sempre portato due pesi, quello privato e quello sociale. Sono la colonna vertebrale delle società”, diceva Rita Levi Montalcini. Le sue parole sono state riprese dall’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite, che ha inaugurato la mostra More Than Us in collaborazione con la Fondazione Lavazza al Palazzo di Vetro sede delle Nazioni Unite, l’Onu.

L’11 marzo è cominciata la 68esima sessione della Commissione sullo stato delle donne nel mondo fino al 22 marzo, per accelerare il raggiungimento del quinto obiettivo di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, che prevede l’annullamento della disuguaglianza di genere.

“Questa mostra non è una mera collezione di immagini splendide, ma una testimonianza visiva della forza, del coraggio e dell’influenza delle donne moderne che plasmano attivamente la propria comunità – ha continuato Massari. – Rappresentano il nostro impegno a sostegno dell’empowerment femminile. Le condizioni necessarie per fare ciò sono istruzione, cibo, pari accesso alle opportunità di lavoro”.

La mostra si trova al piano terra, poco dopo all’ingresso della UN HQ Delegates Entrance. Per l’inaugurazione, Lavazza ha abbinato il suo caffè d’eccellenza e borse di tela che riprendevano le fantasie delle immagini. All’interno, il protagonista assoluto: il calendario 2024 che celebra i 20 anni dalla nascita della Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus.

Nel 2004 è stata istituita per promuovere e realizzare progetti di sostenibilità economica, sociale e ambientale a favore delle comunità produttrici di caffè in tutto il mondo. “Siamo partiti dall’Africa, l’unico continente sulla Terra dove il chicco nasce e cresce in maniera spontanea – ha spiegato Francesca Lavazza, membra del Consiglio di Amministrazione dell’azienda, a La Voce di New York. – In particolare, la prima missione è stata in Uganda”.

E poi ha continuato Veronica Rossi, Lavazza Group senior sustainability manager, come riportato da La Voce di New York: “A oggi abbiamo trentatré progetti in venti Paesi. In ciascuno ci sono altrettanti percorsi per costruire e sviluppare l’imprenditorialità femminile. Offriamo supporto a livello fisico e mentale a circa tremila donne, vittime di violenza sessuale. Sosteniamo i giovani e iniziative volte a migliorare la situazione per le prossime generazioni”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Ditta Artigianale alla Mixology Experience a Milano, 17-19 marzo

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sanapo ditta artigianale decaffeinato
Francesco Sanapo (immagine concessa)

MILANO – L’arte della miscelazione incontra i migliori specialty coffe. Le più esclusive varietà di caffè di Ditta Artigianale diventano la base di partenza per la preparazione di raffinati cocktail e spirits dalle mille sfumature aromatiche. L’occasione arriva con la fiera Mixology Experience 2024, dedicata al mondo del Bar Industry, dei cocktail e della miscelazione, in programma al Superstudio Maxi di Milano dal 17 al 19 marzo.

Ditta Artigianale alla Mixology Experience 2024

Una manifestazione organizzata dal gruppo Bartender.it, che vedrà tra i suoi protagonisti proprio Ditta Artigianale, la prima linea italiana di caffetterie dedicata al consumo consapevole di caffè e microroastery, che nel corso della tre giorni spiegherà come le diverse tipologie di caffè e i metodi di estrazione possono adattarsi alla preparazione di drink di altissima qualità.

Alla manifestazione saranno infatti presenti quattro diversi caffè di Ditta Artigianale: “One. Espresso Process Blend”, “El diamante”, “Kenya AA Girchegori” e “Colombia Finca El Paseo”, che sarà possibile degustare apprendendo al contempo i migliori abbinamenti per la preparazione di drink esclusivi.

La miscela “One” (Honduras) ha quattro diversi processi di lavorazione, miscelati insieme per creare un gusto dolce, rotondo e complesso, ideale per realizzare drink di grande carattere. “El diamante” (Costa Rica) ha invece un processo di lavorazione anaerobico naturale, che gli conferisce note di cannella e cioccolato e lo rendono ideale come base di drink avvolgenti e raffinati.

Tra le preparazioni in filtro il “Kenya AA Girchegori” si presta bene a drink freschi o da aperitivo, per merito del suo profilo gustativo fruttato, con note di frutta citrica e un retrogusto intrigante di tè nero e vaniglia. Infine il “Colombia Finca El Paseo”, che con le sue note dolci di frutta a nocciolo è perfetto per la preparazione di drink fruttati e rinfrescanti.

“La nostra esperienza con il caffè, unita alla passione nel cercare sempre le varietà più esclusive, ci ha portati negli anni ad esplorare anche il mondo della miscelazione – spiega Francesco Sanapo, co-fondatore di Ditta Artigianale, insieme a Patrick Hoffer, e pluripremiato campione baristi e assaggiatori di caffè. – Pensiamo infatti che il caffè non debba essere inteso esclusivamente come un prodotto a sé stante, ma può rappresentare un’eccellente base di partenza per preparare drink e cocktail di altissima qualità”.

La scheda sintetica di Ditta Artigianale

La mission di Ditta Artigianale, fondata nel 2013 da Francesco Sanapo, pluripremiato campione barista e assaggiatore e da Patrick Hoffer, è quella di portare in Italia caffè di estrema qualità e di raccontarli in maniera completamente diversa, mettendo in campo la totale trasparenza e l’impegno alla sostenibilità in tutti e per tutti gli step produttivi.

È anche microtorrefazione e i caffè, tostati e serviti freschi, sono disponibili per l’acquisto anche qui. Lo scorso ottobre, infine, ha aperto la nuova torrefazione alle porte di Firenze, nuovo cuore pulsante dell’azienda.

Un gioiello di 250 metri quadri, con macchine per la tostatura del caffè di ultima generazione ed una capacità produttiva di oltre 300kg di caffè al giorno, ovvero 6,5 tonnellate al mese.

Qui Ditta Artigianale produce 20 varietà di caffè, provenienti prevalentemente da Africa, Asia, America centrale e Sudamerica da filiere controllate, dove i singoli produttori utilizzano processi produttivi trasparenti e rispettosi dell’ambiente per offrire al consumatore finale un caffè di elevata qualità, capace di esaltare ogni sua caratteristica.

Ecco i bar che preparano caffè sui tricicli alimentati dall’energia solare

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energia solare caffetteria
L'energia solare utilizzata dalla caffetteria mobile (immagine: Pixabay)

NETTETAL (Germania) – Lo specialista tedesco di batterie Liontron ha sviluppato una soluzione per il costante bisogno di elettricità che serve per produrre caffè nei bar. L’idea consiste in una caffetteria su un triciclo mobile che utilizza batterie al litio-ferro fosfato integrate per fornire elettricità sufficiente per preparare il caffè tutto il giorno. Due moduli FV con potenza di 200 W ciascuno caricano le batterie.

La caffetteria alimentata grazia all’energia solare

Le tre batterie da 100 ampere e 24 volt alimentano un inverter Victron da 2.000 W, che converte la potenza della batteria in 230 V.

L’azienda ha affermato che questa energia può essere utilizzare per preparare 300 tazze di caffè al giorno.

Quando il sole splende, i due pannelli solari da 200 W montati sul tetto, flessibili e ultraleggeri forniti dal produttore tedesco GreenAkku possono ricaricare le tre batterie. Il fabbisogno energetico della coffee bike è di circa 300 W all’ora.

Liontron ha affermato che le batterie possono essere sostituite senza strumenti speciali se sono danneggiate. Tutti i componenti, come le celle, il sistema elettronico di gestione della batteria e il modulo Bluetooth, sono avvitati insieme, non incollati o saldati.

Il materiale ispirato dalla pelle dei calamari e polpi isola il calore delle tazze di caffè: adesso c’è uno studio

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calamaro studio calore
Calamari (immagine: Pixabay)

IRVINE (California) – Traendo ispirazione dalla pelle dei cefalopodi (classe di molluschi a cui appartengono i calamari e i polpi), gli ingegneri dell’Uci, Università della California che che la sede a Irvine, hanno inventato un materiale composito in grado di isolare il calore di tazze per bevande come il caffè, borse da viaggio per ristoranti, pacchi e persino container. L’innovazione è una pellicola polimerica metallizzata che riflette gli infrarossi sviluppati nel laboratorio di Alon Gorodetsky, professore associato di ingegneria chimica e biomolecolare dell’UCI.

L’isolamento del calore grazie al materiale creato in base ai cefalopodi

In un articolo pubblicato su Nature Sustainability, Gorodetsky e i membri del suo team descrivono un materiale composito di grandi dimensioni che regola il calore per mezzo di strutture metalliche riconfigurabili che possono separarsi in modo reversibile l’una dall’altra e riunirsi sotto diversi livelli di deformazione.

“Le isole metalliche nel nostro materiale composito sono una accanto all’altra quando il materiale è rilassato e si separano quando il materiale viene allungato, consentendo il controllo della riflessione e della trasmissione della luce infrarossa o della dissipazione del calore”, ha affermato il professor Alon Gorodetsky.

Le modifiche alle dimensioni dei cromatofori aiutano i calamari a comunicare e camuffare i loro corpi per sfuggire ai predatori. Gorodetsky ha affermato che imitando questo approccio, il suo team ha abilitato la “termoregolazione regolabile” nel loro materiale, che può portare a una migliore efficienza energetica e proteggere le dita sensibili dalle superfici calde e anche bollenti.

La tecnica di fabbricazione

Un importante passo avanti di questo progetto è stato lo sviluppo, da parte dei ricercatori dell’UCI, di un metodo di produzione economico del loro materiale composito in quantità rilevanti per l’applicazione. Le materie prime di rame e gomma partono da circa un centesimo per metro quadrato con i costi ulteriormente ridotti dalle economie di scala.

La tecnica di fabbricazione del team prevede il deposito di una pellicola di rame su un substrato riutilizzabile come un foglio di alluminio e quindi la spruzzatura di più strati polimerici sulla pellicola di rame, il tutto può essere fatto in quasi tutte le dimensioni immaginabili del lotto.

La strategia sviluppata e le economie di scala dovrebbero consentire l’utilizzo del materiale composito in un’ampia gamma di applicazioni: dalla tazza di caffè fino alle tende, o in qualsiasi contenitore in cui si desideri una regolazione della temperatura regolabile. Quindi anche i container.

L’invenzione ha una spiccata componente ambientale e di economia circolare, ha affermato l’autore principale Mohsin Badshah, ex studioso post-dottorato dell’UCI in ingegneria chimica e biomolecolare. “Il materiale composito può essere riciclato alla rinfusa rimuovendo il rame con aceto e utilizzando metodi commerciali consolidati per riutilizzare il restante polimero estensibile”, ha affermato. “Esiste un’enorme gamma di applicazioni per questo materiale”, ha affermato Gorodetsky.

La ricerca è stata finanziata dai militari della Defense Advanced Research Projects Agency, dall’Advanced Research Projects Agency – Energy e dall’Air Force Office of Scientific Research. È già stato richiesto un brevetto provvisorio per la tecnologia e il processo produttivo.