Dopo il lancio del primo punto vendita Eataly in autostrada nell’area di sosta di Secchia Ovest nel 2016, la collaborazione in autostrada prosegue attraverso la presenza in un punto strategico e di grande passaggio come Dorno, per offrire ai viaggiatori un servizio di ristorazione dedicato a chi desidera trascorrere una sosta enogastronomica di qualità, in un luogo in cui fare esperienze autentiche.
“L’apertura del nuovo locale a marchio Eataly a Dorno è in continuità con la strategia di espansione e penetrazione sul territorio di Autogrill, rafforzata anche dalla nostra nuova identità, come parte di Avolta”, ha commentato Massimiliano Santoro, ceo Italy F&B di Avolta. “Ci stiamo muovendo lungo il percorso disegnato dal piano Destination 2027 e l’Italia resta strategica, con oltre 800 store”.c
Il nuovo store (immagine concessa)
Massimiliano Santoro aggiunge: “L’obiettivo è potenziare la nostra presenza sul territorio nazionale dove contiamo di espanderci in tutti i canali di viaggio, incluso il canale autostradale che resta per noi centrale. Un altro obiettivo altrettanto importante è la soddisfazione del cliente finale, per questo continueremo a innovare nella direzione di nuovi prodotti, nuovi brand e nuovi concept, interni ed esterni”.
Il progetto realizzato da Eataly per lo storico edificio a ponte di Dorno reinterpreta lo spazio attraverso un’attenzione al layout e al design dove, in un unico ambiente, si ritrova un luogo capace di connettere al meglio ristorante, quick service e mercato. All’interno dello spazio le superfici vetrate perimetrali donano luce naturale e la scelta di materiali caldi, toni naturali e luci morbide rendono la sosta ancora più confortevole.
Le cucine a vista mantengono integra la vocazione di Eataly di essere un luogo in cui i processi produttivi avvengono in diretta sotto gli occhi dei clienti.
Il ristorante (immagine concessa)
Il ristorante, aperto a pranzo e cena, ha 170 posti a sedere e servizio al tavolo e comprende un menu completo che va dagli antipasti ai dolci, inclusa la pizza cotta nel forno a legna.
La zona mercato è il luogo ideale per acquistare una selezione di prodotti come pasta, sughi, riso, grissini, taralli, biscotti, cioccolato, marmellate, cosmesi e piccoli casalinghi. Il nuovo punto vendita segue il design e la funzionalità che Eataly ha espresso negli ultimi store aperti in Nord America (Eataly Sherway Gardens a Toronto e Eataly SoHo a New York).
Michael Boffelli in divisa da lavoro (foto concessa)
MILANO – Oggi il tema della formazione delle nuove generazioni di baristi e operatori del mondo horeca è un tema non caldo, rovente: la necessità di personale specializzato è avvertita profondamente dai gestori, soprattutto di quei locali che desiderano offrire servizi e prodotti di un certo livello.
Ma allora, cosa sta succedendo nel mondo che precede quello del bancone bar, ossia quello dei banchi di scuola?
Dà il suo contributo sulla questione Michael Boffelli, responsabile della formazione di Trismoka
Azienda che da anni, nonostante anche il fermo dettato dalla pandemia, investe per dare opportunità agli studenti ed ai giovani baristi del domani.
La carenza è da una parte di figure professionali ma ancor prima di formazione vera e propria.
Boffelli: “Lavoro ormai come formatore da 7-8 anni ed in questo arco di tempo ho visto diversi cambiamenti, positivi e negativi: da una parte sino a 15 anni fa, quando io stesso mi stavo formando, parlare di offerta didattica era quasi un’utopia.
Per svolgere questo lavoro era sufficiente l’esperienza acquisita dietro il bancone, spesso sviluppata seguendo solamente le direttive del titolare. Fortunatamente qualcosa poi è cambiato.
Posso affermare che con Trismoka nel periodo pre-Covid si erano create tutte le premesse per investire sulla formazione, sia da parte dei baristi, sia da parte di tutti gli operatori di settore.
Poi purtroppo il Covid ha frenato completamente questa accelerazione, portando l’allontanamento di tanti baristi da questo settore e rallentando investimenti economici e di tempo nella formazione professionale.
Fatta questa premessa, come formatore e in veste di trainer in Trismoka, nonostante le difficoltà poste da questo fenomeno, non ci siamo mai fermati: il contatto con il mondo degli istituti alberghieri anche durante la pandemia si è mantenuto vivo attraverso le lezioni a distanza, concentrandosi maggiormente sulla teoria.
Abbiamo portato avanti tutti i nostri programmi formativi con gli istituti alberghieri e professionali e abbiamo esteso questa nostra attività integrando il programma con webinar formativi.
L’aspetto su cui poi ci siamo focalizzati particolarmente nel periodo post Covid è stato il trovare nuove opportunità lavorative vantaggiose per baristi, gestori e futuri operatori.
Nell’anno di ripartenza, grazie anche al supporto di alcuni incentivi nazionali ed europei destinati alla formazione, abbiamo potuto dare l’opportunità di realizzare corsi finanziati dall’UE per riportare alto l’interesse sul tema e rafforzare il nostro credo al centro della professione.
In tutto questo, non abbiamo abbandonato mai le scuole, anzi, dalla sola provincia di Brescia ci siamo ancora più estesi alle scuole delle province limitrofe, Milano, Cremona, Bergamo e ora abbiamo ripreso a pieno ritmo.
Negli ultimi anni, oltre che investire negli studenti abbiamo deciso di estendere l’esperienza ai docenti. Per questo, dal 2018 abbiamo iniziato a rivolgerci ai professori che a loro volta fanno da porta voce e rafforzano il nostro messaggio all’interno dei percorsi formativi degli istituti: dalla prima alla quarta o quinta a seconda degli istituti. Grazie al loro aiuto miriamo ancor di più ad ottenere un risultato d’eccellenza.
Dentro la Trismoka Coffee School (foto concessa)
Questo è frutto anche di quello che i ragazzi possono sperimentare all’interno della nostra Coffee School, dove mettiamo a loro disposizione il caffè, l’attrezzatura professionale e la nostra conoscenza, il tutto a titolo gratuito.”
Come mai Trismoka investe così tanto nella formazione?
“È importante sottolineare che non c’è mai stato un diretto tornaconto economico. La formazione negli Istituti è un investimento culturale sul futuro. Come Trismoka ci auguriamo di ritrovare presto dietro al bancone coloro che oggi sono studenti in veste di professionisti del settore.
Come azienda vogliamo dare il nostro contributo: pur non essendo sparsi in tutta Italia, ma più localizzati a Brescia, Bergamo e un po’ a Milano, vogliamo aiutare gli istituti formativi vicini.
Se le aziende per prime non trasmettono il valore di questo mestiere, insieme alla conoscenza della materia prima e all’importanza di una sua corretta selezione e lavorazione, diventa difficile poi coltivare la passione soltanto attraverso i libri e tra i banchi di scuola.
Bisogna sfruttare ogni occasione: quest’anno, ad esempio, abbiamo accolto in azienda anche alcune classi di una scuola primaria del nostro territorio.
La formazione del barista ufficialmente inizia negli istituti superiori, ma noi abbiamo voluto fare un passo in più, incontrando già i bambini di 7-8 anni, facendo loro toccare il chicco del caffè e giocare con il macinato.
Siamo convinti che anche questo sia il principio di un percorso basato sull’emozione all’interno di questo mondo. È stata la mia primissima esperienza con dei bambini così piccoli, ma è stata incredibile. L’anno prossimo lo estenderemo a più classi, perché è la curiosità che poi fa imparare tante cose nuove.
Vogliamo comunicare con il numero maggiore possibile di ragazzi.
È su questa linea che, da quando ha riaperto nel post-Covid, Trismoka è diventata completamente aperta: con tutti gli istituti, tra febbraio-marzo-aprile, sono state organizzate delle uscite didattiche. Con le scuole arrivano dei pullman di gruppi di 30 persone ai quali dedichiamo del tempo per esplorare la torrefazione: dalla tostatura alla selezione, sino all’assaggio.
Il nostro obiettivo, anche per il futuro, è quello di portare questi ragazzi a togliersi qualche soddisfazione lavorativa da una parte – dando loro delle opportunità professionali – e allo stesso tempo fornire un servizio migliore ai nostri clienti, indirizzando verso di loro degli operatori formati. Ultimo, ma non per importanza, c’è poi il mondo delle competizioni: occasioni di confronto e crescita, umana e professionale.”
Si sta tornando al livello pre-Covid?
“Ogni anno faccio un bilancio finale: devo dire che a livello scolastico negli ultimi due anni c’è stato addirittura un incremento di scuole interessate a partecipare. Purtroppo, nei singoli istituti pian piano diminuisce il numero di studenti, ma aumenta la platea delle scuole a cui abbiamo accesso. Vuol dire che i docenti capiscono l’importanza della formazione, mettendosi per primi in gioco.
Per quanto riguarda invece la formazione dei baristi, il settore si sta riprendendo. L’aspetto un po’ più difficile resta quello dell’investimento economico. Oggi l’operatore spende poco nella formazione e il Covid ha accentuato le difficoltà. Costi elevati e un generale allontanamento del capitale umano dal settore portano infatti i titolari a spendere sempre meno, mortificati anche per turn over che inclina quel rapporto di fiducia necessario a giustificare e programmare una spesa di questo tipo.
Quest’anno siamo andati ad insistere proprio su questo aspetto, analizzando il problema per risolverlo. Abbiamo deciso nel periodo natalizio, come succede sempre, di offrire un omaggio ai nostri clienti. Abbiamo regalato a tutti i nostri clienti un voucher di un valore non indifferente, spendibile su tutti i nostri percorsi di formazione: 84 i corsi formativi di tutti i tipi, che abbiamo inserito nel nostro calendario, a fronte 30-35 che organizzavamo prima.
Insomma, adesso non ci sono più scuse: abbiamo dato un aiuto concreto, investendo qualche centinaio di migliaia di euro come azienda, per dare una mano al settore e ai nostri clienti a migliorare il proprio modo di lavorare, così come quello dei collaboratori, innalzando la qualità.
Abbiamo però ancora tanto da fare, anche perché stiamo crescendo sul mercato estero: qui la formazione per noi di Trismoka è fondamentale e ci porta a collaborare con distributori che si mettono in gioco con noi, innalzando la qualità di entrambi.
C’è da lavorare, da migliorare, è vero, ma vorrei sottolineare anche che comunque in Italia possiamo vantare un background importante sull’arte di lavorare questo prodotto. Ci sono infatti Paesi all’estero in cui si è più aperti rispetto al tema della formazione, così come ce ne sono anche altri che si stanno aprendo soltanto negli ultimi tempi.”
Lavorare con gli istituti non pone il problema delle attrezzature?
“Sì. Per questo noi apriamo le porte del nostro centro formativo e invitiamo a venire da noi per fare pratica con le nostre attrezzature di ultima innovazione. Abbiamo a disposizione latte, caffè, lattiere, pressini, ogni strumento necessario.
Il problema reale delle scuole è che a livello burocratico e di disponibilità economica, ci troviamo di fronte un ostacolo non di poco conto.
I bandi e i contratti già esistenti non rendono immediato il contatto con le scuole sul piano delle attrezzature. Quindi abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra Coffee School, perché non si può pretendere che un ragazzo sappia montare bene il latte se non riesce a fare una prova con la lancia vapore per il cappuccino.
Qui in Academy Trismoka organizziamo delle classi formative con un numero adeguato di studenti per permettere loro di interagire costantemente con la macchina. Devono avere modo di allenarsi sulla macchina, per ottenere dei veri risultati.”
Nel futuro come la vede?
“Sul futuro penso due cose: da una parte ritengo che l’attrezzatura cambierà molto nei locali. Porto un esempio pratico: nei campionati di Latte Art ora si useranno le superautomatiche e penso che questo possa rappresentare una tendenza per tutto il settore nei prossimi 5-10 anni.
Dall’altra parte credo che il mondo dei professionisti e quello di chi non si forma saranno ancora più separati tra loro: chi vuole aumentare il livello si specializzerà ulteriormente anche sulla materia prima, creando un divario ancora più forte rispetto ai bar di categoria più bassa.
Questi ultimi, nella mia visione, saranno destinati piano piano a sparire, considerati i costi attuali che sono insostenibili. Si rischia di restare influenzati dal mercato sui pubblici esercizi.
Il barista pensa che è il torrefattore che aumenta i prezzi del caffè, quando invece è a monte che il settore e i prezzi stanno cambiando. Ciò determina anche uno spostamento verso una spesa più consapevole della materia prima e un innalzamento della qualità.
Se le persone formate non si trovano, se il costo del personale si mantiene così elevato rispetto ai margini, bisognerà trovare il modo di differenziarsi con prodotti di qualità e innovando con i macchinari che sostituiranno il dipendente.
A quel punto però ci sarà bisogno di un professionista formato, che abbia la capacità di poter e saper scegliere la materia prima e di saperla raccontare al cliente, magari lavorando meno ed in maniera differente dal punto di vista manuale, ma facendo leva sul proprio bagaglio formativo.
Il barista avrà anche il tempo per costruire una migliore esperienza per il consumatore finale, simile a quella che si può vivere all’interno di un ristorante di un certo livello: chi entrerà in un locale di questo tipo sarà ritroverà a vivere un’experience a 360°.
Ed è proprio questo il nuovo focus su cui puntare. Lo constato, ad esempio, anche per via del nostro Trismoka Challenge, per il quale ogni anno rivedo il regolamento e le schede di giudizio cercando di allinearmi a ciò che il mercato richiede. Dal punto di vista sensoriale, ad esempio, una parte sempre più rilevante si concentrerà sull’esperienza che il barista sarà in grado di far vivere al giudice.
I ragazzi non dovranno soltanto “ripetere a memoria” i concetti teorici legati al caffè, ma dovranno ideare un momento speciale per chi hanno di fronte. In questo modo si va a riscoprire l’importanza dell’esperienza e dell’emozione vissuta in quel momento. Questo lo si riesce ad ottenere grazie anche ad uno storytelling che vada a valorizzare la materia prima e la competenza del barista, innalzando il tutto dal punto di vista qualitativo. Concetti sui quali, come Trismoka, lavoriamo da tempo”.
AmPrima PE Plus coffee barista new brand-(foto concessa)
MILANO – Torna a parlare su queste pagine Giorgio Dini, specialista in packaging per coffee per Amcor, uno dei leader globali nello sviluppo e nella produzione di soluzioni di imballaggio responsabili, con focus su soluzioni sempre più leggere, riciclabili e riutilizzabili.
Di recente l’azienda ha intervistato i consumatori di Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Italia per valutare i criteri più importanti nelle loro decisioni di acquisto del caffè.
Alcuni dati che sono emersi: se “gusto e aroma” sono comprensibilmente la priorità assoluta (83%), “dimensioni della confezione” (58%), “confezione sostenibile” (50%), “confezione sottovuoto” (49%) e “materiale della confezione” (47%) sono tutti elementi presenti nella lista delle risposte.
La sostenibilità della confezione è stata ritenuta più importante nel settore del caffè che in tutti gli altri che sono stati indagati dalla ricerca.
Tanto che il 25% dei consumatori ha dichiarato che non comprerebbe di nuovo lo stesso caffè se percepisse che la confezione non è “sostenibile”. Mentre l’80% ha affermato che sarebbe disposto a pagare un premio per un prodotto più sostenibile.
Qual è quindi il tema esatto dell’indagine Amcor e come è stata condotta (telefono, di persona, internet)?
“L’indagine è stata condotta tramite sondaggio online su una piattaforma specializzata. Si concentra sul ruolo dell’imballaggio nel processo di acquisto e nella soddisfazione del consumatore.
In particolare, si cerca di capire l’importanza dell’imballaggio rispetto ad altri elementi come il marchio e il prezzo, quali aspetti dell’imballaggio sono rilevanti per il primo acquisto e come l’imballaggio influisce sulla ripetizione dell’acquisto e sulla fedeltà del consumatore in seguito all’esperienza d’uso del prodotto.”
Quanti consumatori avete intervistato in tutta Europa e con quali criteri li avete selezionati?
“I consumatori intervistati sono persone che abitualmente si occupano della spesa nel proprio nucleo famigliare e che abbiano acquistato caffè di recente.
Sono stati intervistati consumatori provenienti da 5 paesi europei, UK, Francia, Spagna, Italia e Germania. E abbiamo intervistato 300 persone per ciascuno stato.”
La priorità assoluta indicata dal 58% degli intervistati è stata la dimensione della confezione: ricercano packaging più piccoli e compatti? E perché questa nuova esigenza dal vostro punto di vista?
“Questa nuova esigenza potrebbe essere attribuita a diversi fattori. Innanzitutto, c’è un crescente desiderio di ottimizzare lo spazio di storage, specialmente in ambienti domestici dove lo spazio può essere limitato.
Confezioni più piccole consentono ai consumatori di conservare più prodotti in spazi ridotti, garantendo un maggiore ordine e facilitando l’accesso ai prodotti.
Dal punto di vista della praticità del trasporto, confezioni più piccole e compatte sono più facili da gestire e trasportare dal supermercato a casa. Sono più leggere e occupano meno spazio, rendendo il processo di trasporto più comodo per i consumatori.
L ‘importanza del design dell’imballaggio e delle dimensioni risulta particolarmente rilevante per la fascia di età compresa tra i 18 ei 34 anni. Questo può essere attribuito al fatto che questa fascia di età è più incline a vivere in spazi più piccoli con meno spazio di archiviazione.”
Sostenibilità, altra parola d’ordine per il consumatore: ma quanto sanno di cosa sia la sostenibilità e quindi, qual è un esempio vero di packaging sostenibile per Amcor?
“La sostenibilità è diventata sempre più importante per i consumatori europei, con quasi la metà dei partecipanti all’indagine che evidenziano l’importanza dell’imballaggio sostenibile come criterio importante per la scelta dei prodotti. Inoltre, più del 60% dei partecipanti ha indicato che l’imballaggio riciclabile è il claim più importante.
Sebbene la sostenibilità non sia il principale driver nella decisione di acquisto, rimane un aspetto significativo per i consumatori. Le rivendicazioni di riciclabilità e di minor utilizzo di plastica sono considerate molto importanti quando si tratta di confezioni non solo per il caffè, ma in generale. (Anche qui la fascia 18-34 è la più sensibile al fattore sostenibilità).
Inoltre un’altra ricerca sui claims dei consumatori condotta da Amcor nel 2023 rivela che quasi l’80% dei consumatori fatica a comprendere il significato di gran parte dei loghi legati alla sostenibilità, e trovano più facile comprendere claims chiari e certificati.
Per quanto riguarda Amcor e il suo packaging, i nostri esperti di caffè hanno sviluppato soluzioni innovative per l’imballaggio che non solo soddisfano le esigenze dei consumatori, ma contribuiscono anche a ridurre l’impatto ambientale.
Un esempio significativo è la nostra gamma AmPrima® Plus Recycle-Ready per caffè tostato e macinato. Questa gamma offre ai consumatori un’opzione di imballaggio più sostenibile per la loro tazza quotidiana ed è progettata per essere facilmente riciclabile nei flussi esistenti in Europa. È versatile, adattabile a vari formati e dimensioni di confezioni di caffè.
Questo cambiamento porta benefici ambientali, tra cui una riduzione fino al 73% dell’impronta di carbonio e una riduzione dell’85% del consumo di acqua. La nostra soluzione AmPrima® for Coffee è in linea con le linee guida sulla circolarità delineate da CEFLEX e possiede la certificazione cyclos-HTP per la riciclabilità concreta nel mondo reale.
Attraverso questi progressi, miriamo a soddisfare le esigenze dei consumatori, mentre ci atteniamo agli standard normativi in evoluzione, garantendo un futuro più sostenibile per l’industria del caffè.”
E siccome il packaging del caffè è ancora più sotto il mirino degli utenti finali – così come sottolineato dalla vostra survey – come sono percepite oggi le capsule di caffè rispetto ancora al tema sostenibilità?
“In generale, le capsule compostabili comunicano un messaggio di sostenibilità che risulta attraente per il consumatore, tuttavia, valutare la loro effettiva sostenibilità può essere complesso.
Fino a quando la prassi comune riguardante lo smaltimento delle capsule consiste nell’inclusione nei rifiuti indifferenziati, l’immagine complessiva delle capsule potrebbe non risultare ottimale dal punto di vista ambientale. Tuttavia, altri fattori, quali la praticità e la qualità del caffè erogato, rimangono determinanti nella scelta del consumatore.
Pertanto, l’effettiva sostenibilità delle capsule compostabili potrebbe essere influenzata non solo dalla loro composizione materiale, ma anche dalla consapevolezza e dalle pratiche di smaltimento adottate dai consumatori e dalle politiche di gestione dei rifiuti locali.”
Un’altra informazione interessante:
“Quasi uno su tre dei consumatori intervistati afferma che non acquisterebbe più lo stesso caffè se l’imballaggio non fosse comodo, troppo fragile o eccessivamente imballato. Un quarto dei consumatori ha dichiarato che non acquisterebbe più lo stesso caffè se l’imballaggio non fosse sostenibile. L’imballaggio è fondamentale per l’esperienza dell’utente e la fedeltà al prodotto.”
MILANO – Tecnologia svizzera per le nuove capsule compostabili al 100% di Keurig. Il numero uno del caffè porzionato negli Usa annuncia infatti la nascita delle K-Round, una nuova generazione di capsule fabbricate senza plastica o metallo. Consisteranno di un semplice panetto di caffè pressato e sigillato con una speciale pellicola di protezione, fabbricata con ingredienti naturali edibili: cellulosa, sorbitolo, cloruro di sodio e acido alginico ricavato dalle alghe.
Ciò renderà le K-Round biodegradabili e compostabili. Se la cosa vi ricorda le famose Coffee Ball della svizzera Delica (affiliata del colosso della Gdo Migros) siete nel giusto.
Perché la piattaforma tecnologica è stata sviluppata proprio in partnership con l’azienda elvetica.
Keurig Dr Pepper ha anche acquisito la licenza perpetua del know-how e della tecnologia messa a punto da Delica Switzerland per il sistema CoffeeB – compreso l’involucro biodegradabile e i processi di applicazione – per Usa, Canada e Messico
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Dati economici generali Osservatorio Vending - anno 2023 (dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
MILANO – Con l’analisi dei dati dei 12 mesi del 2023 prosegue l’iniziativa dell’Osservatorio Permanente del Vending, realizzato da Eidos Consulting e Vending Magazine con la collaborazione di un gruppo di aziende del settore. Il fatturato dei partecipanti rappresenta circa il 26% del totale dei ricavi delle “Top 100 – 2022”, quindi circa 260 milioni di euro. Hanno aderito all’iniziativa una ventina di aziende, compresi alcuni importanti Gruppi nazionali.
Andamento dei ricavi
L’incremento medio dei ricavi nel 2023 rispetto al 2022 è stato dell’11,50%, in aumento rispetto al +10,8% registrato nei primi 9 mesi 2023 su analogo periodo del 2022.
Quindi nell’ultimo trimestre c’è stato un incremento della crescita più che proporzionale rispetto ai 9 mesi precedenti. La variazione è positiva per tutte le aziende. L’andamento tra le imprese che fanno parte del nostro campione va da un minimo di +1,20% ad un massimo di +33,88%.
Variazione dei ricavi nel 2023 (dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il 39% ha una variazione dei ricavi inferiore al 10%, il 48% è tra +10% e + 20%, il 9% tra il 20% e il 30%, il 4% ha un incremento superiore al 30%.
Il 65% delle aziende ha un incremento dei ricavi superiore a quello dei costi. Per il 35% invece i costi crescono di più dei ricavi.
Andamento dei costi operativi
Anche il totale dei costi operativi aziendali mediamente aumenta nel 2023 rispetto al 2022 e il valore è di +6,86%. Poiché l’incremento dei ricavi è dell’11,50% la conseguenza è un incremento medio della redditività pari al 4,64%. Nel primo semestre la crescita dei margini era stata del 2,31%.
Il 15% delle aziende ha una riduzione dei costi nel 2023, mentre l’85% ha un incremento dei costi. L’incremento maggiore è del 34,09%, la massima riduzione è di -12,56%.
Per costi si intendono il totale dei costi operativi, cioè tutti i costi aziendali ad esclusione degli oneri finanziari e delle imposte.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il 15% delle aziende del campione ha una riduzione dei costi, il 50% ha un incremento dei costi inferiore al 10%, il 30% tra il 10% e il 20% e il 5% maggiore del 20%.
Si ricorda che nel primo semestre 2023 il 14% delle aziende aveva un aumento dei costi maggiore del 20%. Quindi, almeno in parte, c’è una tendenza al riassorbimento del forte incremento di costi dei primi mesi dell’anno.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il margine operativo, cioè la differenza tra ricavi e costi operativi, per le aziende del nostro campione è pari al 18,15%.
(dati concessi)
Il costo delle materie prime
Il costo delle materie prime aumenta del 12,7% rispetto all’anno precedente, quindi c’è una decelerazione rispetto al 1° semestre 2023 quando l’incremento era stato del 16,53%. L’incremento massimo è del 40%, il decremento maggiore è -11,1%. Le variazioni sono determinate sia dai prezzi di acquisto che dai volumi.
Nel 5% dei casi abbiamo avuto un decremento; l’incremento inferiore al 10% ha riguardato il 29% delle aziende; il 52% ha avuto un aumento tra il 10% e il 20%; il 14% ha avuto un aumento del costo superiore al 20%.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
L’incidenza del costo delle materie prime sui costi totali nelle aziende del nostro campione è del 33,81%; l’incidenza sui ricavi è il 28,52%.
Andamento delle erogazioni
L’80% delle aziende del campione ha avuto un aumento del numero delle erogazioni rispetto al 2022, il 20% ha avuto una riduzione.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
L’incremento medio è del 6,4%, in diminuzione rispetto al 9,20% del 1° semestre, e va da una riduzione di -4,8% ad un incremento massimo del 22,6%.
Essendo l’incremento dei ricavi superiore a quello delle erogazioni di circa il 5,06%, possiamo presumere che nel periodo considerato ci sia stato un aumento del prezzo medio delle erogazioni dovuto probabilmente a una crescita generale dei costi.
La variazione naturalmente può essere conseguenza, almeno in parte, anche della varia- zione nel mix dei prodotti venduti.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
La differenza tra incremento percentuale dei ricavi e aumento percentuale delle erogazioni nel 1° semestre era stato del 4,55%.
Il 20% delle aziende ha avuto una riduzione delle erogazioni, il 50% delle aziende ha avuto un incremento delle erogazioni inferiore al 10%, il 20% tra il 10% e il 20%, il
10% superiore al 20%.
Il 90% delle aziende del campione ha avuto un aumento percentuale dei ricavi superiore all’aumento percentuale del numero delle erogazioni, il 10% ha avuto una variazione percentuale dei ricavi inferiore a quella delle erogazioni.
Positivo l’andamento dell’occupazione
L’occupazione nell’ultimo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, è aumentata nel 65% dei casi, invariata nel 31%, in diminuzione nel 4%.
Nel terzo trimestre 2023 l’andamento dell’occupazione rispetto al trimestre precedente era in crescita nel 50% dei casi, invariata nel 44%, in diminuzione nel 6%.
Complessivamente si può affermare che l’occupazione, nel campione di imprese di gestione, sta procedendo molto bene.
Nuove referenze inserite
Il 62% delle aziende ha inserito nuove referenze nell’ultimo trimestre del 2023. Nel trimestre precedente erano l’80%, nel secondo trimestre erano il 64%. Quindi in termini di nuove referenze abbiamo una dinamica decisamente positiva.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il 53% valuta positivamente l’andamento delle nuove referenze, nessuno lo valuta negativamente e il 47% dichiara che non è ancora possibile fare valutazioni.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Per quanto riguarda le referenze con la maggiore crescita in termini di volume troviamo caffè, prodotti salutari, snack salati ed altre bevande fredde con il 19%. Ogni azienda poteva indicare le 3 referenze con maggiore crescita.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Ottimisti sul futuro della propria azienda
Il 59% degli interpellati è soddisfatto di come la propria azienda ha chiuso il 2023, il 36% è parzialmente soddisfatto e solo il 5% è insoddisfatto.
Sul futuro della propria azienda il 95% si dichiara ottimista, il 5% né ottimista né pessimista. Nessuno si dichiara pessimista.
Sempre il 59% ritiene che nel 2024 le cose andranno un po’ meglio e il 18% è convinto che andranno decisamente meglio.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Quindi il 76% guarda all’anno in corso con estrema fiducia. Il 14% è convinto che la situazione resterà invariata e il 9% pensa che peggiorerà.
Per quanto riguarda gli investimenti, nel 2024 coloro che pensano ad un incremento doppiano, con il 36%, coloro che prevedono una diminuzione (18%). Il 46% ritiene che resteranno invariati.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il futuro del vending
Infine è stato chiesto ai gestori se sono ottimisti o meno circa il futuro del Vending.
Il 64% si dichiara ottimista, il 27% né ottimista né pessimista. Solo il 9% si dichiara pessimista.
Per quanto riguarda il 2024, il 50% prevede un mercato in leggera crescita, il 9% in crescita, il 32% stazionario ed il 9% in diminuzione. C’è quindi un certo ottimismo circa il futuro.
Conclusioni
Nel 2023 si mantiene una buona impostazione di fondo, con una crescita dei ricavi importante, +11,5%, dovuta sia all’aumento delle erogazioni, +6,4%, sia all’aumento del prezzo medio.
I costi aumentano del +6,86%, quindi meno dei ricavi, con conseguente incremento medio della redditività, pari nel nostro campione al 4,64%.
(dati concessi da Eidos Consulting e Vending Magazine)
Il margine operativo, cioè la differenza tra ricavi e costi operativi, per le aziende partecipanti al nostro panel è pari al 18,15%.
Molta positività tra i gestori: il 95% è complessivamente soddisfatto della propria performance nel 2023 e sempre il 95% è ottimista circa il futuro della propria azienda. Infine il 77% ritiene che i propri risultati nel 2024 saranno migliori rispetto a quelli del 2023.
La prima edizione di Horeca Expoforum (immagine concessa)
TORINO – La prima edizione di Horeca Expoforum si annuncia effervescente. Riservata ai professionisti del settore, la manifestazione è organizzata al Lingotto Fiere di Torino dal 17 al 19 marzo da GL events Italia. Oltre 130 gli espositori presenti. L’evento di apertura – domenica 17 ore 10.00 sala horeca by APCI – è dedicato a “Le nuove sfide dell’horeca”, alla presenza delle istituzioni. Riflettori puntati, in particolare, sul “lavoro di squadra” e sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale che ne facilitano il reperimento. A Horeca esordisce infatti Horecajob, nuovo bot intelligente per i recruiting nel comparto.
La prima edizione di Horeca Expoforum
Moderati da Marco Fedele, food event manager, esperto di comunicazione enogastronomica, Cesare Grandi, Chef del ristorante La Limonaia, Leonardo Serranti, Direttore generale del Principi di Piemonte, Stefano Chiodi Latini, vice direttore generale del Gruppo Gerla 1927, discuteranno sulle variabili che intervengono per la messa a punto di locali di successo a partire dall’organizzazione della squadra: ogni persona, a tutti i livelli, gioca un ruolo essenziale.
Lingotto Fiere (immagine concessa)
Formare nuovi talenti non è scontato e ancor meno riuscire a tenerli con sé una volta che sono “cresciuti”. Le strutture più grandi possono contare su Academy interne e procedure HR. Realtà imprenditoriali di modeste dimensioni, invece, normalmente non dispongono di un responsabile delle risorse umane, non hanno strumenti adeguati e hanno poco tempo da dedicare alla ricerca di personale.
Il tema è particolarmente sentito in questa fase di “talent shortage”, ovvero di scarsità di candidati, soprattutto per i ruoli più operativi.
Ed è qui che si inserisce la nuova piattaforma Horecajob, ideata da due manager torinesi: Viviana Greco, con una esperienza ventennale della selezione del personale, e Claudia Ferrero, con altrettanto background nella gestione di risorse umane nell’horeca, hanno unito le proprie competenze e creato una società benefit, una start-up femminile al 100%, che offre un servizio innovativo a chi offre e cerca lavoro nel mondo Horeca; una piattaforma dotata di intelligenza artificiale che favorisce l’incontro tra domanda e offerta per l’horeca, pensata per intercettare i profili più operativi, di cui oggi c’è maggior penuria.
La tematica della ricerca di lavoro sarà affrontata anche da Elisa Floredan dell’Agenzia Piemonte Lavoro che metterà in luce lo scenario occupazionale nel settore dell’horeca in Piemonte.
Paolo Biancone, docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e dell’Università degli Studi di Torino, richiamerà l’attenzione sull’importanza di formare lo staff per relazionarsi con la clientela alto spendente di culture diverse. Per intercettare, ad esempio, la fascia di turisti musulmani è indispensabile mettere a punto piccoli accorgimenti, come l’indicazione degli ingredienti nei menù per consentire di capirne la conformità ai canoni islamici, al pari delle avvertenze dei possibili allergeni o delle indicazioni per vegani o vegetariani.
Un gesto di accoglienza, che è anche una strategia vincente per attrarre e soddisfare la crescente domanda di un pubblico sempre più influente nel panorama turistico globale.
La 3 giorni sarà un susseguirsi di momenti formativi, talk, workshop, showcooking e masterclass.
Con Conpait si parlerà di gelato, tra tendenze, nuovi gusti, contaminazioni professionali, ruolo nell’offerta gastronomica, di pasticceria e del ruolo di spicco del cioccolato, straordinaria materia in grado di rendere esplicita la sensibilità e l’abilità tecnica del pasticcere, ma anche dell’importanza di valorizzare giovani talenti per il futuro della pasticceria.
Si esibiranno grandi esperti come Pier Paolo Magni, campione del mondo di gelateria, Francesco Boccia, campione del mondo di pasticceria, e Sal di Riso, Maestro di Farine Molino Colombo e presidente AMPI.
Nella sala SCA Italy ci sarà il Master Coffee Championship 2024, campionato di macinatura, croce e delizia di ogni barista, tecnico o coffee lover che deve settare la granulometria del caffè per riuscire a portare in tazza le caratteristiche aromatiche e sensoriali previste dal torrefattore.
In tema di caffè anche un concentrato di degustazioni sensoriali, workshop pratici sull’attrezzatura e riflessioni sull’importanza della formazione. Si parlerà dell’utilizzo dell’Architettura Aromatica nella mixology per la creazione di drink sorprendenti ed Edoardo Vola socio AIBM realizzerà cocktail con l’utilizzo di fiori, foglie e crescioni.
Nello stand di Cantina Social, uno spazio con interviste live con i produttori, degustazioni guidate e masterclass coinvolgenti per conoscere tutti i segreti sul mondo del vino, oltre a networking professionale per far incontrare gli operatori del settore wine. Si discuterà anche di controllo di gestione, di sistemi di pagamento, gestione del contante e credito agevolato. Mentre Valentine Leroy, Strategic Partnership Manager di TikTok offrirà suggerimenti pratici per aiutare i ristoratori e gli operatori del settore a comunicarsi e a promuoversi sul social TikTok, che in Italia è utilizzato da quasi 20 milioni di persone.
Il 18 e il 19 marzo, inoltre, APCI porta ad Horeca il proprio annuale Simposio che pone al centro un progetto per i giovani cuochi. Nel corso del Simposio si svolgerà l’Assembla APCI che delineerà il percorso futuro e i cuochi riceveranno il riconoscimento alla carriera “Le Stelle della Ristorazione”. Insieme a loro verranno premiate Le Eccellenze del Territorio, chef stellati e grandi pasticceri riconosciuti che testimoniano il valore della cucina: Federico Zanasi, Martino Leone, Christian Milone, Pasquale Laera, Luisa Marelli, Fabio Ingallinera, Giorgio Bartolucci, Guido Castagna, Marco Sacco, Andrea Larossa, Davide Scabin.
Con Marco Fedele si parlerà de “La Professione del Food Event Manager”, con Umberto Spinazzola, regista di Masterchef e di “Non morirò di fame” il suo ultimo film che narra di sprechi alimentari.
Tra analisi sensoriali del caffè, aperitivi dolci e salati, risottate e molto altro, il pubblico di Horeca avrà a disposizione un parterre di espositori straordinario. Lo stand più grande – quasi 300 metri quadri – è quello di Exclusive Brands Torino con una selezione di nove aziende della Rete: Acetificio Varvello, Acqua Lauretana, Arti Grafiche Parini, Bava, Bongiovanni, Costadoro, Galup, Gelati Pepino 1884, GuidoGobino. All’interno dello stand un’area dedicata alle degustazioni, che abbineranno in maniera inedita i prodotti delle aziende rafforzando la natura sinergica della Rete. Ricco anche il palinsesto di presentazioni, incontri e talk in stand.
Tra gli espositori di food, Beverage e servizi anche qualche curiosità, come Caricami, innovativa startup di powerbank sharing: offre un vantaggio competitivo attraverso la ricarica in mobilità, eliminando il fastidio delle prese di corrente improvvisate e dei cavi sparsi. Il suo sistema di powerbank si basa su stazioni e totem automatizzati, risolvendo così uno dei più grandi problemi per chi vive costantemente connesso: avere un telefono sempre carico anche quando è al ristorante.
Il palinsesto di appuntamenti della 3 giorni comprende focus su caffè, pizza, pasticceria, degustazioni di tè, aperitivi dolci e salati, show-cooking e molto altro. A supporto della manifestazione numerosi partner che riconoscono il valore e l’opportunità di Horeca Expoforum, come principale piazza del territorio.
Horeca Expo
date: 17-19 marzo 2024 ore 9.30 – 18.30, luogo: Padiglione 3 | Lingotto Fiere Torino, via Nizza 294
pubblico: evento dedicato ai professionisti del settore hospitality e Food&Beverage
Enrica della Martira, ex concorrente di Masterchef 2014 e apprezzata chef, ha aperto a Firenze, in via Pisana, nel cuore di San Frediano, Wanda Caffè. Un luogo aperto dal mattino fino alla sera con un All Day Menu, una proposta che spazia dalla colazione, al pranzo.
Il locale è intitolato al nome della nonna della chef, la quale ha viaggiato molto e incorporato la cultura dei Paesi visitati nelle sue ricette che la nipote ripropone in chiave personalizzata. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su La Nazione.
Il Wanda Caffè di Enrica della Martira
FIRENZE – “Sento ancora sul palato il sapore di quello che preparavamo insieme. La nonna ha viaggiato tanto, proprio come me. Viaggi autentici alla ricerca dei sapori del mondo, che ho voluto portare a casa per unirli ai piatti della mia infanzia”.
La passione per la cucina di Enrica della Martira – ex concorrente di Masterchef 2014 e oggi apprezzata chef fiorentina – nasce proprio dallo stretto legame con nonna Wanda a cui ha voluto intitolare il suo caffè.
“Quando ero una bambina mi piaceva osservarla – racconta – e, negli anni, sono riuscita a rapire alcune ricette di cui era fortemente gelosa”.
A Firenze, in via Pisana, nel cuore di San Frediano, apre infatti “Wanda Caffè”. Un luogo aperto dal mattino fino alla sera con un All Day Menu, una proposta che spazia dalla colazione, al pranzo passando per il vero tè inglese fino all’aperitivo e all’imperdibile brunch della domenica, tutto con una chiara e precisa identità, quella di Enrica, della sua filosofia e della sua cucina.
Wanda Caffè nel suo menù propone piatti che sono il frutto di una sintesi armonica di sapori dei classici della cucina toscana e dei viaggi della chef in Europa e nel mondo.
Wanda Caffè è anche un progetto dei fratelli Domitilla e Giulio Marchi, imprenditori nel settore vitivinicolo con la loro Azienda Agricola La Querce, che sorge sulle colline fiorentine.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
Anche alle medie, il caffè è una bevanda consumata dai ragazzi
MILANO – Il caffè, bevanda che anche i bambini conoscono molto presto nelle case italiane, dove la moka arriva trionfante durante gli incontri famigliari come quelli natalizi. Ma da quando si può iniziare a consumarlo senza preoccuparsi di avere ripercussioni sull’organismo e lo sviluppo? Come comportarsi con gli adolescenti?
Dal sito tio.ch, leggiamo un articolo che affronta proprio questo tema, per fare un po’ di chiarezza attorno alla bevanda.
Adolescenti: quando il via libera per l’espresso?
Premesso che durante l’infanzia se ne può e deve fare tranquillamente a meno, i pediatri sono concordi nell’affermare che dopo i 12 anni se ne può concedere il consumo, prestando sempre estrema attenzione alle quantità. Una tazzina al giorno può essere considerata la giusta dose, visto che secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) gli adolescenti possono assumere 3 milligrammi di caffeina ogni chilo di peso corporeo e non si deve dimenticare che la sostanza è contenuta anche nelle bibite come la coca cola e nel cioccolato.
Una eccessiva dose di caffeina, infatti, può provocare tachicardia ed insonnia oltre ad uno stato generale di iperattività ed è sempre sconsigliata l’assunzione durante le ore serali.
Meglio non puntare sull’alternativa decaffeinata soprattutto per i bambini, considerato che i processi chimici ai quali è soggetto il prodotto, al fine di eliminare la caffeina, non sono indicati durante la crescita dei piccoli.
Se proprio si vuole proporre qualcosa di similmente colorato, si può pensare ad un’alternativa perfettamente rintracciabile nel caffè d’orzo che non contiene caffeina e contiene proprietà benefiche per l’organismo. Questa bevanda, infatti, oltre ad essere gustosa, aiuta il controllo di glucosio nel sangue e si rivela indicato anche in caso di diabete per chi ha problemi metabolici, vista l’assenza di colesterolo.
Il caffè d’orzo, inoltre, ha proprietà antisettiche ed antinfiammatorie, agevola la digestione e le funzionalità intestinale, è ricco di sali minerali ed anche di ferro che lo rende consigliato per i soggetti anemici.
Caffè Borbone in collaborazione con Plastic Free Odv Onlus (immagine concessa)
NAPOLI – Si rinnova la partnership tra Caffè Borbone, azienda leader nel business della torrefazione e del caffè monoporzionato, e Plastic Free Odv Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. Quest’anno la collaborazione, ormai pluriennale, compie un ulteriore passo avanti estendendoil numero di attività di pulizie ambientali su più città e regioni d’Italia con l’obiettivo di preservare la salute del Pianeta partendo dall’impegno delle comunità locali di tutta Italia per un impatto positivo su scala nazionale.
Caffè Borbone insieme a Plastic Free Odv Onlus
In particolare, quest’anno Caffè Borbone supporterà Plastic Free Odv Onlus in tutti gli eventi dell’associazione in Campania previsti nelle giornate nazionali Earth Day (22 aprile), Giornata dell’Ambiente e degli Oceani (8 giugno), e durante l’evento nazionale Sea&Rivers di Plastic Free (28 settembre).
Inoltre, Caffè Borbone sarà presente al fianco di Plastic Free in alcune tappe speciali programmate nel Nord Italia:
– il 20 aprile, in occasione dell’Earth Day, con un evento di pulizia ambientale a Clusone (BG) insieme alla sciatrice azzurra pluripremiata Federica Brignone, da sempre attenta alla salvaguardia dell’ambiente.
– l’8 giugno, in occasione della Giornata dell’Ambiente e degli Oceani, a Bergamo.
– il 28 settembre, durante il Sea & Rivers Day firmato Plastic Free, a Milano.
Grazie a questa collaborazione, nel 2023 sono stati coinvolti ben 11.782 studenti, 2395 cittadini, 21 scuole e rimossi 47.464 kg di plastica e rifiuti di vario genere.
Plastic Free Odv Onlus è l’organizzazione di volontariato nata nel 2019 con lo scopo di informare e sensibilizzare le persone sulla pericolosità dell’inquinamento da plastica. L’associazione organizza ogni anno in Italia più di 2.000 appuntamenti di pulizia ambientale e si impegna con attività sul campo come il salvataggio delle tartarughe marine e la sensibilizzazione nelle scuole sul tema dell’inquinamento.
In questi anni, Plastic Free Odv Onlus ha provveduto a rimuovere 3.564.910 kg di plastica e rifiuti dall’ambiente attraverso 5495 appuntamenti.
“Un mondo migliore parte dell’impegno di ognuno di noi nel proprio quotidiano, cambiando abitudini e consumi nonché sensibilizzando sempre più gente, soprattutto le nuove generazioni, a comportamenti che permettano un minor impatto sul Pianeta – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – Il valido supporto di imprese virtuose permette di sostenere concretamente l’impegno dei volontari e di far sì che il cambiamento avvenga in maniera più immediata a beneficio dell’intera collettività e dell’ambiente”.
Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone: “Sposiamo la causa di Plastic Free che da anni combatte contro l’inquinamento da plastica impegnandosi nell’educazione e attivazione delle comunità. Ci impegniamo nell’applicazione e nella ricerca di soluzioni innovative di ottimizzazione delle materie prime durante il ciclo di produzione e di valorizzazione degli scarti in fase di smaltimento”.
Marco Schiavon aggiunge: “Nel 2023 abbiamo utilizzato più del 90% di materie prime rinnovabili oltre che più del 70% di materiali riciclati nel packaging. Circa 1800 tonnellate di rifiuti sono state avviate invece a operazioni di valorizzazione e di recupero energetico o smaltimento controllato con possibile ulteriore parziale valorizzazione”
Nel 2017, Caffè Borbone è stato il primo brand ad introdurre sul mercato la cialda compostabile con incarto riciclabile nella carta e cialda smaltibile nell’umido e riutilizzabile come compost, un chiaro segnale di come sia possibile realizzare soluzioni di consumo che siano sostenibili e allo stesso tempo di qualità. È di Caffè Borbone anche la prima capsula compostabile in biopolimero con top in carta filtro, realizzata attraverso processi biologici che conferiscono al prodotto un’elevata biodegradabilità. La conversione del sacchetto e dell’involucro della cialda, oggi totalmente in carta, ha permesso di ridurre significativamente negli anni il ricorso a plastiche.
“Come Ambassador di Caffè Borbone, sono molto orgogliosa di contribuire alle attività previste con Plastic Free nei sentieri di Clusone. Sono convinta che ognuno di noi debba attuare dei comportamenti quotidiani che tutelino l’ambiente nonché la nostra salute e il nostro benessere. Dal 2017, con il mio progetto “Traiettorie Liquide”, mi impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi problematiche che sta vivendo il nostro pianeta cercando di ispirare nei cittadini comportamenti sostenibili, che sia nella natura o in città. Spero che la mia presenza all’interno di questa iniziativa aiuti a dare visibilità al tema dei rifiuti abbandonati stimolando sempre più persone a rispettare il Pianeta” dichiara Federica Brignone.
Caffè Borbone è un marchio di Caffè Borbone S.r.l., azienda nata nel 1997 tra i principali produttori specializzati in cialde e capsule sul territorio nazionale ed internazionale. Leader assoluto nel comparto delle cialde in Distribuzione Moderna, sia in termini di quota val. % sia di vendite a Valore in mil Eur (cfr. Nielsen IT Distr. Moderna). Caffè Borbone occupa una delle primissime posizioni nel mercato del caffè porzionato. Nel 2018 entra nel capitale sociale Italmobiliare, una delle principali investment holding italiane, con il 60% delle quote mentre il 40% rimane al fondatore Massimo Renda.
L’azienda rappresenta un caso di crescita esemplare, grazie anche al costante investimento in Ricerca & Sviluppo che ha portato alla realizzazione di prodotti innovativi come la cialda compostabile 100% amica della natura con incarto totalmente riciclabile nella raccolta della carta e interno smaltibile nell’umido che ha conquistato i consumatori sempre più attenti all’ambiente.
Vividà, l’ultima novità per la Linea Vertuo (immagine concessa)
MILANO – Nespresso, pioniera nel mercato del caffè porzionato di altissima qualità, presenta Vividà, l’ultima novità per la Linea Vertuo, che amplia ulteriormente la famiglia dei Coffee+. Vividà unisce ai pregiati chicchi di Arabica i benefici della vitamina B12, aggiunta in polvere al caffè tostato e macinato.
Nespresso lancia Vividà
Uno studio condotto dall’Efsa – Autorità europea di sicurezza alimentare – ha confermato che la vitamina B12 contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario[1]. E proprio per soddisfare il crescente interesse delle e dei clienti nei confronti del proprio benessere e degli alimenti e bevande che vi contribuiscono, Nespresso ha dato vita a Vividà: una tazza di Vividà contiene il 32% dei Valori Nutritivi di Riferimento giornalieri di vitamina B12.
Vividà è ideale per chi desidera concedersi una pausa di gusto e iniziare al meglio la propria giornata, prendendosi allo stesso tempo cura del proprio benessere all’interno di una dieta varia, equilibrata, ed uno stile di vita sano grazie all’aggiunta di vitamina B12 che contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario.
Ma non solo: Vividà contiene vitamina B12 di origine vegetale e, per questo motivo, può essere degustato anche da chi segue una dieta vegetariana o vegana.
Contraddistinto da un profilo aromatico armonioso e da ricche note di cereali e biscotto, Vividà è consigliato in purezza, come Mug (230ml). In alternativa, per chi volesse degustarlo con l’aggiunta di latte, Vividà è perfetto come Reverso, per ottenere una sfumatura di gusto più morbida e dolce.
Vividà entrerà a far parte della gamma Coffee+ per la linea Vertuo, che comprende già Melozio Go e Stormio Go, le miscele pensate per iniziare con gusto la propria giornata grazie all’aggiunta di extra caffeina rispetto alle normali miscele, e Ginseng Delight, per una coccola deliziosa e dolce con estratto di Ginseng.
Vividà sarà disponibile su tutti i canali Nespresso (boutique, sito e-commerce, servizio clienti disponibile 24/7 al numero 800 39 20 29) a partire dal 18 marzo 2024 al prezzo di 0,70 euro a capsula.
[1] EFSA – Scientific Opinion on the substantiation of health claims related to vitamin B12 and red blood cell formation (ID 92, 101), cell division (ID 93), energy-yielding metabolism (ID 99, 190) and function of the immune system (ID 107) pursuant to Article 13(1) of Regulation (EC) No 1924/20061
La scheda sintetica di Nespresso
Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con oltre 150.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei territori circostanti.
Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il Programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.
Nel 2022 Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 7.900 aziende che soddisfano gli elevati standard di responsabilità sociale e ambientale e di trasparenza B Corp.
Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 93 mercati e conta 14.000 dipendenti. Nel 2023 ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio globale di 791 boutique. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.
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