venerdì 26 Dicembre 2025
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Carlotta Trombetta, Head of Quality & Impact di Costadoro: ‘Come B Corp, facciamo parte di un movimento globale di aziende che rispettano alti standard di impatto sociale e ambientale

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Carlotta Trombetta, durante la sua esperienza in Honduras

MILANO – Nel podcast firmato Linkiesta Carlotta Trombetta, head of quality & impact di Costadoro, ha parlato di sostenibilità in tutte le sue forme: da quella ambientale a quella umana.

Il legame tra Costadoro e sostenibilità

Trombetta afferma : “Il caffè nasce nella coffee belt. Come azienda ci riforniamo da diversi continenti: Sud America, Africa e Asia. Tutto è nato dal rapporto con il nostro nonno, il grande esperto di caffè crudo di tutta l’azienda. Nonostante ciò non ama prendere l’aereo e non ha mai visitato questi Paesi di persona.

Ci raccontava spesso di queste culture grazie ai libri e ai suoi studi. Un giorno abbiamo avuto la possibilità di andarci. Come azienda, abbiamo il compito di acquistare la materia prima, tostarlo e fornirlo ai nostri clienti”.

Trombetta aggiunge: “Ho potuto vedere i diversi Paesi d’origine del caffè. La filiera del chicco è molto variegata e mi ha permesso di essere grata di approfondirle”.

“La sostenibilità è una parola che racchiude tante aree e impatti. I primi approcci sono stati le certificazioni di sistema ambientali e di prodotti come quella biologica o Fairtrade. C’è stato poi un processo in cui la sostenibilità stessa è diventata parte integrante del business. Nel 2019 abbiamo fatto il primo report di sostenibilità volontario per poi arrivare fino al 2023 in cui siamo diventati una B-Corp. Facciamo parte di un movimento globale che rispetta alti standard ambientali e sociali applicati lungo tutto la filiera”.

Per ascoltare il podcast completo basta cliccare qui

Dalla Corte protagonista alla finale nazionale del Master Coffee Grinder Championship 2025 a Torino

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Il logo Dalla Corte

MILANO – Dopo aver patrocinato e sostenuto con passione tutte le selezioni del Master Coffee Grinder Championship 2025 in giro per l’Italia, accompagnando i baristi e vivendo insieme a loro ogni tappa di questo straordinario percorso, Dalla Corte annuncia la sua presenza alla finale nazionale.

L’appuntamento è fissato per sabato 29 novembre al secondo piano del Mercato Centrale di Torino, all’interno di Coffee Reload, la nuova rassegna dedicata alla cultura del caffè e agli specialty coffee organizzata dall’Associazione Stampa Agroalimentare.

Per tre giorni Coffee Reload trasformerà Torino nella capitale italiana del caffè, con masterclass, degustazioni e incontri pensati per coinvolgere professionisti e appassionati. Al centro della rassegna, la finalissima del MCGC2025: un campionato che ha visto protagonisti 20 professionisti e 8 giudici, celebrando il barista come vero interprete e ambasciatore del gusto.

Il programma della finale prenderà il via alle 13:00 con una masterclass introduttiva di Sauro Dall’aglio, dedicata ai nuovi filtri Barista Improving Taste (BIT Filtri).

Successivamente, alle 13:30 i finalisti parteciperanno al warm‑up tecnico con le macchine Studio di Dalla Corte, equipaggiate con il gruppo per portafiltri da 58 mm. La specifica è significativa perché, sebbene il 58 mm rappresenti lo standard internazionale, Dalla Corte propone nel proprio portfolio anche soluzioni con portafiltri da 54 mm, con i quali debuttò ai suoi inizi: un’offerta che testimonia la flessibilità dell’azienda nel garantire ai baristi diverse possibilità di estrazione e interpretazione dell’espresso.

Alle 14:30 inizierà ufficialmente la competizione con due prove inedite: l’estrazione di un caffè “misterioso”, tostato dall’esperto Andrea Antonelli, seguita da una simulazione di consulenza di 20 minuti. In questa seconda prova i baristi dovranno scegliere e presentare la tazza che meglio esprime lo specialty firmato Antonelli, valutandone equilibrio, piacevolezza ed efficacia commerciale.

A contendersi la finale saranno Cosimino D’Ambrosio, Andrea Lo Rizzo, Riccardo Vassallo, Federico Lombardo, Tania Maifredi e Nadia Giacomelli: sei baristi che hanno saputo distinguersi nelle selezioni nazionali e che porteranno sul palco di Torino la loro esperienza, creatività e passione per il caffè.

Per Dalla Corte, essere protagonista al MCGC2025 significa ribadire la propria mission: diffondere innovazione, formazione e passione per l’espresso. Valori che trovano piena espressione in Coffee Reload, dove professionisti e appassionati si incontrano per vivere e condividere l’esperienza del caffè.

Fabrizio Polojaz in Arabia Saudita come Italian coffee ambassador: “Il caffè è un linguaggio universale”

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Fabrizio Polojaz in Arabia Saudita (immagine concessa)

Fabrizio Polojaz, presidente dell’Associazione Caffè Trieste e titolare della torrefazione Primo Aroma, ha partecipato, in qualità di italian coffee ambassador selezionato dalla Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, a due giornate di incontri per la Settimana della cucina italiana nel mondo a Jeddah e Riyadh, in Arabia Saudita, su invito dell’Ambasciata d’Italia a Jeddah. Leggiamo di seguito la sua esperienza.

Espresso italiano e caffè arabo a confronto: dialogo culturale e gastronomico tra Italia e Arabia Saudita

di Fabrizio Polojaz

“In occasione della Settimana della cucina italiana nel mondo, ho partecipato in qualità di Italian coffee ambassador selezionato dalla Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia a due giornate di incontri ed eventi dedicati alla cultura del caffè, all’interno del programma di promozione dell’italian coffee style.

La missione si è svolta il 12 e 13 novembre a Jeddah e Riyadh, in Arabia Saudita, su invito dell’Ambasciata d’Italia a Jeddah.

Questa missione ha ulteriormente ampliato gli ambiti di collaborazione tra il Ministero Italiano degli Affari Esteri e l’Associazione Caffè Trieste: infatti partivo, nel mio attuale ruolo di vicepresidente dell’Associazione, proprio mentre i miei colleghi svolgevano un’attività similare con l’Ufficio ICE e l’Ambasciata italiana di Lubiana, in Slovenia.

L’iniziativa si inserisce all’interno della campagna di promozione integrata del Made in Italy coordinata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e ha rappresentato un’importante occasione di dialogo culturale, economico e gastronomico tra due Paesi dalle tradizioni caffeicole molto diverse, ma accomunati da una forte centralità del caffè nella vita quotidiana.

La Settimana della cucina italiana nel mondo, giunta alla sua decima edizione, è un’iniziativa promossa dal MAECI per valorizzare la tradizione culinaria italiana a livello globale.

Il tema 2025 ha posto l’accento su salute, innovazione e cultura: tre pilastri che ben rappresentano anche il valore del caffè espresso italiano, protagonista di numerosi eventi in tutto il mondo.

La missione di Fabrizio Polojaz (immagine concessa)

A Jeddah l’espresso italiano simbolo di tecnologia, tradizione e confronto culturale
L’evento di Jeddah, realizzato in collaborazione con la locale associazione Call of Culture, ha offerto un’occasione unica di confronto tra due mondi del caffè profondamente diversi: da un lato l’espresso italiano, simbolo della modernità e dell’innovazione tecnologica, dall’altro il caffè arabo preparato con il dallah, fortemente radicato nella tradizione e nel rito dell’ospitalità.

L’appuntamento si è svolto in una cornice prestigiosa, uno dei palazzi storici più rappresentativi della città vecchia di Jeddah, alla presenza di un pubblico numeroso e variegato: esperti del settore, cultori della materia, operatori economici e media.

Durante l’apertura dell’evento, l’Ambasciatore d’Italia a Jeddah, dottor Roberto Cantone Costa, ha ricordato ai presenti l’importanza strategica della cultura gastronomica italiana come leva di dialogo tra i popoli.

Ha inoltre annunciato con soddisfazione l’esito positivo della valutazione tecnica del dossier Unesco per la candidatura della Cucina Italiana a patrimonio immateriale dell’umanità, sottolineando come il rito dell’espresso rappresenti un elemento identitario centrale di questa tradizione.

Nel mio intervento intitolato The Italian Coffee History and Culture, ho ripercorso la storia del caffè italiano, illustrando l’origine e lo sviluppo della cultura dell’espresso che oggi conta più di 95.000.000 di tazze bevute in Italia ogni giorno, anche attraverso il modello didattico delle “Quattro M” – Miscela, Macinatura, Macchina e Mano.

Ho evidenziato l’importanza dell’espresso come sintesi tra tradizione artigianale, evoluzione tecnologica e ritualità sociale, con riferimento ai parametri che ne definiscono la qualità (peso, temperatura, pressione, tempo di estrazione). Il pubblico ha mostrato vivo interesse per gli aspetti tecnici e culturali, interagendo attivamente durante la sessione di domande e risposte.

Uno dei momenti più significativi è stato il confronto diretto con gli esperti di caffè arabo, moderato con grande competenza da Mohammed Bakhrieba, fondatore di Call of Culture. Questo dialogo ha permesso di esplorare somiglianze e differenze tra i due approcci: da un lato, il caffè arabo, servito in occasioni rituali, spesso preparato con spezie e condiviso in grandi quantità; dall’altro, l’espresso, intenso e concentrato, consumato in pochi sorsi come gesto quotidiano.

La conversazione ha messo in luce la possibilità di costruire ponti culturali attraverso il caffè, partendo dal rispetto reciproco delle identità e delle pratiche di consumo”.

Durante il Riyadh Coffee Festival il caffè saudita incontra la cultura italiana dell’espresso

“Il 13 novembre ho avuto l’opportunità di partecipare al Coffee Festival di Riyadh, un evento nazionale che riuniva i principali attori della filiera saudita del caffè: produttori locali, torrefattori, baristi, operatori del settore e appassionati. Il festival offriva un ampio ventaglio di attività: degustazioni, workshop pratici, dimostrazioni di brewing e una vivace competizione di Latte art.

Il mio intervento, dedicato all’espresso italiano, si è inserito all’interno di un panel internazionale sulle diverse culture del caffè.

Espresso italiano e caffè arabo a confronto (immagine concessa)

Ho portato il punto di vista italiano, illustrando i criteri di valutazione sensoriale e i valori culturali ed economici legati all’espresso. Il pubblico ha dimostrato particolare curiosità nei confronti dell’evoluzione tecnologica delle attrezzature italiane e delle prospettive commerciali legate al mercato saudita”.

Il caffè italiano come prodotto simbolo del Made in Italy

Polojaz: “In entrambe le città, a Jeddah come a Riyadh, l’espresso italiano ha suscitato interesse e apprezzamento, non solo come bevanda di alta qualità, ma come vero e proprio simbolo culturale capace di generare connessioni, dialoghi e nuove opportunità. Il caffè ha dimostrato ancora una volta di essere un linguaggio universale, in grado di avvicinare popoli diversi e promuovere l’incontro tra tradizioni.

L’espresso italiano in Arabia Saudita (immagine concessa)

Allo stesso tempo, la presenza italiana ha confermato il ruolo strategico del caffè e delle attrezzature da espresso nella bilancia commerciale tra Italia e Arabia Saudita. L’originale espresso italiano, riconosciuto per la sua qualità e per il suo legame con il Made in Italy, rappresenta un asset importante non solo per l’export, ma anche per costruire nuove collaborazioni nel campo della formazione, dell’ospitalità e della cultura”.

                                                                                                        Fabrizio Polojaz

Dersut Caffè lancia “Dersut Reuse”: divani e arredi aziendali rinnovati con materiali di recupero a Conegliano

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Lara Caballini di Sassoferrato (AD Dersut), Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, Giorgio Caballini di Sassoferrato (Presidente Dersut) e Giulia Caballini di Sassoferrato (Marketing Manager Dersut). Immagine concessa

CONEGLIANO – La torrefazione Dersut Caffè di Conegliano prosegue il proprio impegno verso la sostenibilità con “Dersut Reuse”, un’iniziativa che coniuga responsabilità ambientale, artigianato e formazione.

In collaborazione con Ricrearti, che promuove il riuso creativo di materiali e il recupero di competenze artigiane presso il Laboratorio Ricrearti Lab. –  fortemente voluto di Savno e dal Comune di Conegliano e che ha il patrocinio di Confindustria Veneto Est- è stata trasformata l’estetica dell’arredo aziendale (in particolare di due divani) in un simbolo di economia circolare.

Il restyling con materiali di recupero

Oltre alla realizzazione di accessori ottenuti da eccedenze di confezionamento e scarti di lavorazione organica (come la pula o silver skin), Dersut ha avviato un restyling dei propri complementi d’arredo utilizzando materiali di recupero provenienti dagli allestimenti delle assemblee di Confindustria Veneto Est, stampati da ABS Group di Vittorio Veneto.

Questa scelta non solo valorizza l’arredo esistente senza generare nuovi sprechi, ma promuove anche il lavoro artigianale e il coinvolgimento dei giovani in attività formative.

I divani della sede Dersut sono stati infatti rinnovati durante un workshop di restyling che ha visto la collaborazione tra una tappezziera professionista, custode di un mestiere sempre più raro, e un gruppo di giovani, offrendo loro l’opportunità di acquisire competenze concrete e di contribuire a un progetto di valore sociale.

Le parole di Lara Caballini, Amministratrice Delegata di Dersut Caffè

Racconta Lara Caballini di Sassoferrato, Amministratrice Delegata di Dersut Caffè: “Quando ho proposto all’ecodesigner Debora Basei di rinnovare l’estetica e la funzionalità dei nostri divani, ha subito colto l’occasione per trasformare un semplice intervento di arredo in un progetto condiviso, capace di generare valore per l’ambiente e per le persone.

I divani sono stati collocati al centro della passerella sopraelevata, che consente agli ospiti di visitare in tutta sicurezza l’intero percorso produttivo: un itinerario che parte dal magazzino del crudo, attraversa i silos del caffè verde, l’area di tostatura e i silos del tostato, per arrivare infine al reparto di confezionamento”.

Una nuova vita ai materiali surplus

Grazie al consenso di Confindustria Veneto Est e alla rete di collaborazioni attivate, l’iniziativa rafforza il concetto di Eco-rete sostenibile By Ricrearti, un modello che connette imprese e territori per dare nuova vita a materiali considerati surplus, trasformandoli in risorse utili e simboli di un’economia più consapevole.

L’iniziativa è stata particolarmente apprezzata anche dal Governatore Luca Zaia che ha visitato lo stabilimento il 22 settembre.

Dersut si conferma un esempio eccellente nel territorio di sostenibilità industriale avanzata che diventa risorsa di competitività, inclusione e anche di bellezza che bene si inserisce nella loro splendida nuova sede di Conegliano.

L’appartenenza storica di Dersut a Confindustria Veneto Est e, da molti anni, anche al nostro Gruppo Sostenibilità è motivo di orgoglio e di condivisione di valori e pratiche che dall’azienda portano benessere alla comunità.

Ci fa inoltre piacere che per questo progetto dei nuovi divani ci sia un coinvolgimento ancora più diretto della nostra associazione con l’utilizzo dei materiali di ABS Group per le assemblee”, così Walter Bertin Vicepresidente di Confindustria Veneto Est delegato alla Transizione Ambientale e ESG.

Aosta, arriva il caffè da 50 euro a tazzina: degustazione esclusiva al Caffè Nazionale

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Paolo Griffa ospita il caffè più buono del mondo al Caffè Nazionale (immagine conessa)

AOSTA – L’appuntamento è per sabato 29 novembre al Caffè Nazionale di Aosta, dalle 9 alle 18. L’occasione è unica: assaggiare, degustare, sorseggiare il caffè più buono del mondo e fra i più pregiati del 2025.

Il locale storico, con 140 anni di storia e riportato in auge dal talentuoso chef Paolo Griffa, trasformato in pasticceria, caffetteria e cocktail bar e che ospita anche il suo ristorante 1 Stella Michelin, accoglierà, unica occasione in Italia, un Panama Geisha selezionato appositamente da Difference Coffee, realtà londinese fondata dall’imprenditore Amir Gehl che seleziona, acquista e torrefà piccoli lotti di caffè eccezionali dalle più prestigiose farm della Coffee Belt.

Lo chef, il campione e il coffeelover

La scelta non è casuale. Paolo Griffa, grande appassionato e conoscitore della nera bevanda, tanto amata quanto misconosciuta nel nostro Paese, propone nel suo Caffè Nazionale, fin dall’apertura nel 2022, i caffè di Amir Gehl.

Erede di una famiglia di produttori di tabacco, Gehl si appassiona ai caffè pregiati, che accomuna ai grandi vini e ai sigari più ricercati, e fonda Difference Coffee.

La sua missione è chiara: scovare per la sua torrefazione i più preziosi chicchi del mondo – il Jamaica Blue Mountain, il Kona dalle Hawaii, il Geisha da Panama, il Wild Kopi Luwak che lavora con furetti allo stato brado dall’Indonesia – e alcune chicche acquistate nelle aste dove ogni anno si battono le migliori tipologie provenienti dai più esclusivi terroir.

Il compito di estrarre al meglio questi caffè eccezionali è dei migliori baristi: per questo il 29 novembre dietro al bancone ci sarà Daniele Carvalho Ricci, campione italiano baristi nel 2020, 2023 e 2025 e secondo classificato al Campionato Mondiale Barista 2023, migliore risultato di un italiano di sempre

“Al Caffè Nazionale utilizziamo solo specialty coffee, comprati alle aste e garantiti da Difference Coffee. Aosta potrebbe sembrare una piazza non facile per il caffè di alto livello ma la clientela è molto ricettiva e riconosce la qualità, anzi sempre più spesso arrivano clienti anche da altre regioni, solo per il caffè.

Con Difference Coffee si è instaurato un rapporto di fiducia: lavorano sulla qualità senza compromessi, curano la formazione dei ragazzi, ci tengono al rapporto in ogni passo. Così stiamo ampliando il numero di monorigini a disposizione, estratti in espresso e cold brew”. Paolo Griffa.

Che sapore ha il nero nettare degli Dei?

Gli ospiti che sabato condivideranno l’esperienza del Caffè Nazionale di piazza Émile Chanoux, 9, nel centro di Aosta – si attendono coffee lovers da tutto lo Stivale – troveranno in tazza un caffè i cui complessi aromi non dimenticheranno facilmente, come succede con un grande whisky o con un rum da meditazione.

Si tratta di un Geisha lavato proveniente dall’Hacienda La Esmeralda di Boquete, Panama, uno dei più noti produttori al mondo. Nel 2025 l’azienda della famiglia Peterson ha confermato il suo status leggendario vincendo la Panama Cup e ottenendo il punteggio più alto mai registrato nella storia della competizione, che valuta i migliori caffè di uno dei Paesi produttori più in vista.

Infatti, ha ottenuto 98,00 punti nella categoria Geisha Washed con il lotto “Nido Natural Geisha Nano Lot 2NC” e 97,00 punti nella Geisha Natural, superando di gran lunga precedente record del mondo, sempre detenuto dall’azienda dei Peterson, con 94,1 punti segnato nel 2017.

Il lotto vincitore, di soli 20 kg, è stato venduto all’asta a diversi torrefattori in tutto il mondo segnando, con 30.000 dollari al chilogrammo, un altro record mondiale nel prezzo di un caffè.

Difference Coffee si è assicurata una piccola quantità proveniente dallo stesso appezzamento di terreno che ha prodotto questo lotto da record mondiale e la presenterà in esclusiva al Caffé Nazionale, in collaborazione con lo chef Paolo Griffa.

Ogni tazza, estratta in espresso e proposta al costo di 50 euro, rivelerà la fragranza del gelsomino e del bergamotto, seguita da note di frutta tropicale, pesca e miele.

In degustazione ci sarà anche un prezioso Yellow Bourbon Pulped Natural di Daterra Estate dal Brasile, parte della carta dei caffè del Caffè Nazionale.

Può una tazzina di caffè costare 50 euro?

Il caffè, sembra un’eresia nella Patria della tazzulella a un euro o poco più, può essere un vero lusso: e tutto si gioca, come per altri prodotti come il vino o i grandi distillati, su provenienza, rarità e su quella maestria che nel caffè viene condivisa tra produttore, torrefattore e barista.

Per questo, certo, una tazzina di umile caffè può costare 50 euro, e anche molto di più. Il record assoluto è stato raggiunto recentemente a Dubai al Julith Cafe dove una tazza del caffè panamense – ce n’erano 400 a disposizione dei munifici appassionati – ha raggiunto la strabiliante cifra di 980 dollari. (*https://www.cbsnews.com/news/worlds-most-expensive-coffee-980-cup-cafe-dubai/).

La tazzina milionaria era stata estratta proprio dal lotto Nido, il locale emiratino ne aveva acquistato 1 kg, di cui il caffè che verrà proposto al Caffè Nazionale è gemello.

Il tetto dei mille euro a tazza è insomma pronto a essere sfondato alla prossima occasione, che potrebbe arrivare molto presto.

Nato in Etiopia, sbocciato a Panama

Vale la pena raccontarla, la storia dell’eccezionale caffè in degustazione.

Tra le varietà più pregiate da molti anni ormai c’è appunto il Geisha o Gesha, una delle oltre cento varietà heirloom che crescono spontaneamente nelle foreste e negli altipiani dell’Etiopia, vera e incontestabile patria della Coffea Arabica.

“Scoperta” nel 1936 dal capitano Richard Whalley, console della regione di Bench Maji nell’allora colonia britannica di Abissinia che era stato incaricato di raccogliere 10 libbre di semi di caffè dalla zona intorno al monte Geisha, questa varietà di Arabica ha poi trovato proprio nelle montagne di Panama e nei suoi terreni vulcanici il suo terroir ideale.

Tra i primi a portare la varietà nel Paese del Canale c’è proprio Hacienda La Esmeralda, agli inizi degli anni ’90. Il terroir della zona del vulcano Baru e l’intuizione vincente, e l’audacia, di coltivare caffè a un’altitudine eccezionale, 1650 metri sopra il livello del mare, hanno fatto il resto. Nel 2004 un lotto di Geisha La Esmeralda proveniente da un appezzamento della loro farm di Jaramillo non solo vinse il Best of Panama ma stabilì il record per il prezzo più alto mai pagato per un caffè all’asta. E fece capire al mondo che una nuova, brillante star nel mondo del caffè era nata.

Savignano sul Rubicone, la titolare del Caffè Centrale: “Pieno durante l’estate: i turisti ci sono se trovano un angolo accogliente”

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Una tazza di caffè americano (immagine: Pixabay)

La titolare Lara Rotunno del Caffè Centrale di Savignano sul Rubicone parla di una stagione estiva particolarmente florida, una realtà in netto contrasto da quella descritta dagli altri titolari. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Ermanno Pasolini per Il Resto del Carlino.

L’estate del Caffè Centrale

SAVIGNANO SUL RUBICONE (Forlì-Cesena) – Mentre i commercianti del centro storico di Savignano dicono che il cuore pulsante della città sta morendo con una cinquantina di negozi chiusi, Lara Rotunno, titolare del Caffè Centrale, parla di un’estate bella come non si vedeva da oltre dieci anni.

Sito nel cuore del centro storico della città, il locale, uno dei più antichi di Savignano, è sempre stato il punto di incontro della principale piazza del paese, quella del comune e della collegiata di Santa Lucia.

La gestione dal 2009 è curata dai fratelli Lara e Roberto Rotunno, originaria di Treviso, terza generazione di una famiglia nel mondo della gestione di bar ed esercizi pubblici dal 1954.

Lara Rotunno a Il Resto del Carlino: “Amo questo lavoro tanto è vero che ho trasformato l’esterno in un giardino di fiori. L’estate scorsa, la prima dopo l’amministrazione guidata dall’ex sindaca Elena Battistini, per me è stata una bella fonte di lavoro, il centro è stato pieno di eventi e feste. Non è vero che la gente non viene a Savignano. Ma se arriva e trova la desolazione va via e non torna. Se invece trova qualche angolo accogliente, sicuramente prende confidenza col luogo e ritorna”.

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Energy drink: il consumo regolare aumenta il rischio di aritmie, lo studio

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Energy drink (immagine: Pixabay)

Il consumo regolare di energy drink è associato a un aumento significativo del rischio di aritmie e di innalzamento della pressione sanguigna secondo uno studio del Journal of the American Heart Association (2023). Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Nazzareno Silvestri per Microbiologia Italia.

I possibili pericoli degli energy drink

MILANO – Gli energy drink sono bevande stimolanti sempre più diffuse, utilizzate per aumentare la concentrazione, la resistenza e la sensazione di energia immediata. Tuttavia, il loro consumo eccessivo — o anche una sola dose in soggetti sensibili — può provocare tachicardia, ansia, tremori e, nei casi più gravi, disturbi cardiaci acuti.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association (2023), il consumo regolare di energy drink è associato a un aumento significativo del rischio di aritmie e di innalzamento della pressione sanguigna, specialmente nei giovani adulti e negli sportivi.

La tachicardia è una condizione in cui la frequenza cardiaca supera i 100 battiti al minuto a riposo.

Dopo il consumo di energy drink, il fenomeno può comparire anche entro 15–30 minuti, accompagnato da altri sintomi.

Meccanismo fisiologico

La caffeina stimola il rilascio di adrenalina e noradrenalina, ormoni che:

  • Aumentano la contrazione del cuore;
  • Dilatano i bronchi e i vasi muscolari;
  • Riducono il flusso sanguigno verso l’apparato digerente;
  • Provocano euforia seguita da agitazione e affaticamento.
  • In soggetti sensibili o con predisposizione cardiovascolare, ciò può scatenare tachicardia intensa, aritmie o palpitazioni.

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Interminati Spazi 2025: inaugura a Torino la mostra fotografica dedicata al “divino nella natura”

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Il logo Domori

TORINO – Si svolge oggi a Torino l’inaugurazione della mostra finale di interminati_spazi 2025, presso Domori Store (nello spazio Piani Culturali San Carlo) in Piazza San Carlo.

Interminati spazi è il progetto di fotografia partecipata ideato nel 2020 da Domori e la fotografia, e curato dal fotografo e artista Maurizio Galimberti. Giunto alle fasi conclusive della sua sesta edizione, il Progetto ha visto anche quest’anno un’ampia selezione di opere, da cui sono stati scelti i 40 autori che comporranno la mostra finale.

Tra questi, sono stati individuati i 10 finalisti (Lucrezia Albani, Marco Bevilacqua, Giulia Caminada, Emy Carzaniga, Luca Corradi, Antonella D’Errico, Massimo De Gennaro, Ana Maria Dinu, Adolfo Turati, Giorgia Velluti), tra i quali verranno nominati i tre fotografi che riceveranno le menzioni speciali dell’iniziativa — Menzione speciale Maurizio Galimberti, Menzione speciale Corriere della Sera Torino e Menzione speciale Domori — nel corso dell’evento inaugurale di oggi.

Il tema

Il tema della sesta edizione, Cioccolato, il cibo degli Dei. Il divino nella natura è un invito a volgere lo sguardo verso ciò che nella natura manifesta e racconta il divino. Un’occasione per ritrovare uno sguardo antico, capace di riconoscere la sacralità degli elementi naturali e di riscoprire una familiarità, in parte perduta, con ciò che è terreno, vivo e spirituale al tempo stesso.

Il tema 2025 ha toccato la sensibilità e l’immaginario di centinaia di fotografi: un racconto corale che restituisce la meraviglia del rapporto tra uomo e natura. Alberi, mare, foglie, terra – e l’uomo, sempre immerso nel paesaggio – sono i protagonisti di questa edizione. I 40 migliori scatti compongono la mostra che sarà inaugurata il 20 novembre a Torino, firmata come sempre dall’esperienza e dallo sguardo curatoriale di Maurizio Galimberti.

Le tre menzioni speciali

Menzione speciale Maurizio Galimberti:

Marco Bevilacqua: E basta na jurnat’ ‘e sol’

In questa fotografia ci sono tre grandi protagonisti: il mare, la composizione, e il tempo. Tre elementi senza un ordine di importanza, che insieme conferiscono all’immagine un senso di profondità, di divenire, di spazio.

È uno scatto privo di azione, che trova proprio nel senso di attesa e di pazienza la sua forza: le figure umane sembrano riposare, e persino gli oggetti, come la barca capovolta, partecipano a questa quiete, rimandando al moto invisibile del mare. Una fotografia di apparente semplicità, di solidissima tecnica e consapevolezza dello sguardo, soprattutto nel saper cogliere le simmetrie naturali di un momento fugace e una luce chiara, sospesa, che si armonizza perfettamente con la posa d’abbandono dei protagonisti.

Menzione speciale Corriere della Sera Torino:  

Marco Bevilacqua: E basta na jurnat’ ‘e sol’

L’impatto immediato porta l’occhio sulla donna appoggiata con la schiena alla cabina del lido. La figura trasmette un messaggio di spensieratezza senza età perché di solito al mare e al sole si associa un’idea giovanile e di vacanza, come se queste fossero prerogative esclusive degli under 30.

Inoltre, la spiaggia per niente affollata restituisce anche il significato di un tempo che scorre lento, di una stagione fuori stagione che rafforza l’immagine della donna predisposta a prendere il sole in uno scenario che racconta l’altra estate. Diversa, ma non per questo meno godibile. Anche per chi è di spalle.

Menzione speciale Domori

Lucrezia Albani: Ciò che resta

La foto rappresenta un raffinato gioco di luci e contrasti che evoca un forte senso di spiritualità e mistero, strettamente legato al mondo del “divino” e del “cioccolato”. La composizione del fiore, con un elemento quasi etereo e l’altro immerso nell’ombra, richiama la dualità tra materia e spirito, tra terreno e divino. Come il cioccolato nasce dalla trasformazione magica del cacao, simbolo di abbondanza e dono sacro nelle antiche culture, così questo scatto riesce a suggerire la presenza del “divino” nei dettagli naturali, gli stessi che ritroviamo anche nel cioccolato.

Dettagli della Mostra presso il Domori Store, Spazi Culturali (Piazza San Carlo 177)

Apertura al pubblico: dal 24 novembre al 24 dicembre

Orari: dal lunedì al venerdì: 12.00 – 18.00

Ingresso libero con prenotazione obbligatoria: tel. 011.0243228 – domoristore.to@domori.com

Autori in mostra

Lucrezia Albani, Marco Bevilacqua, Stefania Boggio Bozzo, Marianna Cacciola, Giulia Caminada, Emy Carzaniga, Antonino Clemenza, Luca Corradi, Antonella D’Errico, Massimo De Gennaro, Ida Di Pasquale, Ana Maria Dinu, Marco Espertini, Amedeo Fontani, Giorgio Formenti, Francesco Gelati,

Claudio Gervasutti, Immacolata Giordano, Domenico Ianaro, Ines Maria Marzo, Anna Maria Melis, Mirko Meneghini, Claudio Minerdo, Roberto Montalbano, Sabina Pasquino, Enrica Passoni, Dario Piovera, Novella Predonzan, Manuela Proietti, Denise Rana, Barbara Ruella, Claudia Sajeva, Enza Sola, Adolfo Turati, Liliana Turati, Walter Turcato, Debora Valentini, Giulia Vecchiet, Giorgia Velluti, Enrico Zordan.

LE IMMAGINI DI INTERMINATI_SPAZI2025

  • le 40 immagini in mostra qui
  • le 10 immagini finaliste qui

Domori e la Fotografia è l’iniziativa permanente a sostegno e valorizzazione dell’Arte Fotografica; lanciata ad aprile 2019, #DomorielaFotografia collabora con grandi personalità del mondo della fotografia, costruendo percorsi culturali, formativi, espositivi e creativi. Lanciata nel 2020 via Ig come racconto collettivo per immagini del tempo del lockdown, interminati_spazi è poi diventata una rassegna annuale.

  • EDIZIONI PRECEDENTI:

Interminati spazi 2020. Immagini e poesia al tempo del lockdown. Mostra finale: Binaria, Gruppo Abele, Torino

  • interminati_spazi 2021 Insaziabili di vita.

Mostra finale: CAMERA Centro Italiano per la Fotografia, Torino

  • interminati_spazi2022

GRAZIE. Immagini di gratitudine e gentilezza.

Mostra finale: Domori Store (Spazio Eventi), Piazza San Carlo, Torino

  • interminati_spazi 2023

(PRE)VISIONI. Spunti per il possibile

Mostra finale: Domori Store (Spazio Eventi), Piazza San Carlo, Torino

  • interminati_spazi 2024

LA VITA E’ COME UNA SCATOLA DI CIOCCOLATINI non sai mai quello che ti capita

Mostra finale: Domori Store (Spazio Eventi), Piazza San Carlo, Torino

Musica e convivialità: l’importanza dei pubblici esercizi secondo Fipe

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La tavola rotonda “Il valore della musica e i pubblici esercizi” promossa da Fipe-Confcommercio (immagine concessa)

MILANO – La musica è a pieno titolo parte integrante dell’offerta dei pubblici esercizi. Nella cornice della Milano Music Week, si è tenuta la tavola rotonda “Il valore della musica e i pubblici esercizi” promossa da Fipe-Confcommercio da cui è uscito con forza il ruolo della musica come fattore fondamentale della proposta dei pubblici esercizi italiani per rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più poliedrico.

L’evento ha visto la partecipazione di Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe-Confcommercio, Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Matteo Fedeli, Direttore Generale di SIAE, Andrea Pontiroli, Cofounder e Amministratore Delegato Santeria.

Cuore dell’appuntamento è stata la presentazione dell’ultima indagine Fipe, che fa una fotografia puntuale sulla presenza della musica nei pubblici esercizi e sulle tendenze del momento, con dati che documentano anzitutto il recupero del terreno perso con la pandemia.​

Nel dettaglio, la ricerca mostra che l’offerta di musica nei locali pubblici crea atmosfera (44,8%), rafforza l’identità del locale (36,7%), favorisce la socialità (15,7%) e stimola la scoperta di nuovi artisti e tendenze musicali (22,2%).

Per 6 cittadini su 10 la musica è un elemento decisivo nella scelta del locale in cui trascorrere momenti di svago e relax. Il cosiddetto “diritto al silenzio” nei locali pubblici non è un’opzione desiderabile: al contrario, la musica è percepita come parte essenziale dell’esperienza collettiva e del piacere dello stare insieme.

D’altronde, la musica accompagna i diversi momenti della giornata: il 97,6% degli intervistati la ascolta ogni giorno, a casa, durante gli spostamenti, al lavoro, oppure mentre fa sport o durante le proprie serate fuori. La musica è cultura, al pari dell’arte o della letteratura (49,9%), ma anche veicolo con cui si esprime la propria identità personale (35,8%), evasione dal quotidiano e linguaggio emotivo (28,9%).

Riguardo le tipologie di eventi musicali nei locali, nel 2025 il 63,6% degli intervistati dichiara che la musica di sottofondo ha accompagnato i propri momenti fuori casa, mentre il 37,8% ha assistito ad eventi di musica live o registrata.

La musica è imprescindibile e fa la differenza soprattutto nei cocktail bar (66%) e nei pub/birrerie (53,5%) mentre meno marcato è il ruolo giocato nei bar/caffè (28,7%) e nei ristoranti (16,5%). Colpisce che, nell’era della musica in streaming, per una quota significativa di persone i locali continuino ad essere un punto di scoperta musicale: il 30,5% riconosce loro la capacità di far conoscere nuovi artisti, tendenze, singoli e album.

E 1 italiano su 4 sarebbe disposto a pagare un supplemento di prezzo per vivere una serata accompagnata dalla musica giusta: un dato che è un chiaro segnale del valore esperienziale che la musica aggiunge all’offerta del locale.

Per comprendere al meglio valore e ruolo della musica nei pubblici esercizi è necessario osservare i dati Siae.

Nel 2024 sono 42.873 i locali (bar, ristoranti, pub, ecc.) che hanno ospitato “accompagnamenti musicali”, ovvero eventi musicali dal vivo o con musica registrata. Più della metà (56,2%) sono bar, lounge/cocktail bar seguiti dai ristoranti/pizzerie (37,3%), disco pub (6,6%). Ben 110.226 sono i locali pubblici che utilizzano musica d’ambiente come sottofondo sonoro: la maggioranza sono bar (62%) e ristoranti/pizzerie (34,3%), mentre su quote inferiori si collocano disco i pub (3,8%).

Con 171 eventi musicali in media al giorno, la Lombardia è al primo posto nella graduatoria regionale: in particolare, in regione ci sono il 14,4% dei locali che fanno accompagnamenti musicali in Italia (6.179 in valore assoluto) e il 16,6% degli eventi complessivi (62.529). Completano il podio Emilia Romagna (che concentra il 10,1% dei locali e l’11,6% degli eventi) e Veneto (rispettivamente 9,1% e 9,6%).

A fare da traino è la provincia di Milano, in cui i pubblici esercizi realizzano 16.437 eventi musicali: solo Roma ne fa di più, con 21.533 eventi nel 2024. La Lombardia mantiene il primato anche con riferimento alla musica d’ambiente: il 19% dei locali che la utilizza come sottofondo risiede nella regione.

Nel decennio 2014–2024 la crescita delle giornate con eventi musicali è evidente: dopo il crollo degli anni della pandemia ha ripreso slancio e nel 2024 ha raggiunto la soglia di circa 370 mila eventi. Ogni giorno in Italia ci sono oltre mille eventi all’interno dei pubblici esercizi.

Dati, questi, che confermano la centralità dei pubblici esercizi non solo come spazi di servizio per il consumo alimentare, ma come veri hub culturali in cui la musica, dal background sonoro ai concerti dal vivo, genera convivialità, l’innovazione e l’attrattività delle città e, possiamo dirlo, anche la cultura.

Crescono gli eventi musicali nei bar e nei ristoranti: +32% nei bar e +10% nei ristoranti. Al contrario, diminuisce il ricorso alla musica d’ambiente (-9% nei ristoranti e -14% nei bar) che non ha ancora recuperato i livelli pre-pandemia. Nel tempo del digitale e dello streaming, questa evoluzione racconta un cambiamento dell’offerta musicale nei locali pubblici che va nella direzione di una più alta qualità dell’intrattenimento sonoro. Per i locali che organizzano intrattenimenti musicali, la musica non è elemento accessorio ma diventa un elemento di identità e distintività dell’offerta in un contesto in cui l’accessibilità alla musica è profondamente cambiato.

“La musica è uno dei fattori di trasformazione delle nostre imprese nell’era post-Covid. Al centro di questa evoluzione c’è l’evidenza che i pubblici esercizi rappresentano un autentico valore pubblico, un presidio di socialità insostituibile nelle nostre città e nei nostri territori. Sono luoghi dove si fertilizza il vivaio della cultura musicale e le persone vanno per ritrovarsi, per stare insieme, per dialogare, per condividere esperienze. In questo quadro, la musica è un acceleratore di convivialità che fa bene anzitutto alle persone ma anche alle nostre città. Valorizzare e difendere questi luoghi, simbolo del modo di intendere le relazioni umane e la libertà, è un atto di civiltà, di resistenza e di coraggio, da enfatizzare nel decimo anniversario degli attentati di Parigi, che avevano come obiettivo proprio questi luoghi di aggregazione sociale”, ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio.

“È per questo che siamo convinti sostenitori di manifestazioni come la Milano Music Week, mentre riconfermiamo il valore strategico della nostra collaborazione con SIAE nell’interesse di tutte le parti in causa: esercenti, autori e consumatori.”

“Questi dati mostrano con grande chiarezza che la musica non è un semplice accessorio dell’esperienza nei pubblici esercizi – ha dichiarato Matteo Fedeli, Direttore Generale di SIAE, ma un contenuto creativo con un valore culturale ed economico ben preciso. Per questo è fondamentale che chi lavora con la musica – autori, compositori ed editori – sia riconosciuto e tutelato. SIAE e FIPE collaborano da anni proprio con questo obiettivo: garantire che l’utilizzo della musica nei locali avvenga con modalità semplici, trasparenti e sostenibili, attraverso accordi che agevolano le tariffe e semplificano le formule di abbonamento per gli esercenti”.

Fedeli aggiunge: “Rendere più facile accedere alle licenze significa promuovere legalità, sostenere la creatività italiana e permettere ai pubblici esercizi di offrire un’esperienza musicale di qualità nel pieno rispetto dei diritti di chi quella musica la crea”.

Tisane: ecco le migliori opzioni che sostituiscono il caffè

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Le tisane senza caffeina sono degli ottimi sostituti per supportare la salute cardiovascolare e migliorare l’umore. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Massimo Vigilante per il portale d’informazione Ice News.

Le tisane senza caffeina: le alternative al caffè

MILANO – Le tisane senza caffeina possono rivelarsi sorprendenti alleate per chi cerca energia e vitalità senza il nervosismo conseguente alla caffeina. Ecco alcune delle migliori bevande energizzanti naturali che possono sostituire il caffè:

Tisana alla radice di ginseng: Conosciuta per le sue proprietà tonificanti, il ginseng è un ottimo modo per ritrovare energia. Può aiutare a migliorare le prestazioni fisiche e cognitive senza il picco di ansia associato alla caffeina.

Tisana alla menta: La menta ha un effetto rinfrescante e stimolante, che può favorire la concentrazione e portare a una sensazione di maggiore prontezza.

Tisana di rooibos: Questa bevanda sudafricana è naturalmente priva di caffeina e ricca di antiossidanti. È nota per le sue proprietà anti-infiammatorie e per contribuire al benessere generale.

Queste tisane non solo offrono un’alternativa piacevole al caffè, ma possono anche supportare la salute cardiovascolare e migliorare l’umore, rendendole perfette per la routine quotidiana.

Tisane rilassanti per combattere l’insonnia serale

Per chi ha problemi di insonnia, è cruciale trovare bevande che promuovano il riposo e il relax. Le tisane per dormire bene sono una scelta eccellente, in quanto possono contribuire a ridurre lo stress e favorire un sonno ristoratore. Ecco alcune tisane che si sono dimostrate efficaci:

Tisana alla camomilla: Nota per le sue proprietà calmanti, la camomilla è un rimedio popolare per migliorare la qualità del sonno. Se consumata prima di coricarsi, aiuta a rilassare i muscoli e a preparare il corpo per il riposo.

Tisana alla passiflora: Questa pianta è conosciuta per il suo effetto sedativo e può essere vissuta come un abbraccio caldo prima di andare a letto. Può essere particolarmente utile per chi soffre di ansia.

Infuso di melissa: La melissa è un’erba aromatica con proprietà calmanti e aiuta a ridurre l’irrequietezza notturna, facilitando l’addormentamento.

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